Oggetto del Consiglio n. 2842 del 20 febbraio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2842/XIII - Interpellanza: "Iniziative per una corretta gestione del servizio di assistenza agli anziani nella Comunità montana Grand Paradis".
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel per l'illustrazione, ne ha la facoltà.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
La questione, diciamo, è una questione non nuova, che ha una doppia complessità: una che è certamente quella di un importante servizio di assistenza agli anziani, che è stato messo in campo in questi anni dall'Amministrazione regionale attraverso le Comunità montane, gli enti locali e che - non possiamo negarlo - è un servizio che è invidiato anche all'esterno, offre, ha una grande qualità per le risorse enormi che sono messe in campo per far fronte a dei servizi su un territorio difficile come quello della Valle d'Aosta, in cui la popolazione è sparsa su un territorio montano; quindi, da questo punto di vista, un aspetto sicuramente importante.
L'altra questione è anche il fatto che molto si è investito, per creare la qualità di questo servizio, sul personale: la qualità di questo servizio non è data solo dalle strutture fisiche e dall'impegno finanziario, ma dalla qualità delle persone che sono impegnate direttamente in questi tipi di servizi. È chiaro allora che, di fronte alle difficoltà economiche, in questo caso di un ente locale, come la Comunità montana Grand Paradis, non possiamo essere indifferenti e dire: "non esiste il problema della difficoltà economica", ma dobbiamo aver ben chiaro che noi, da una parte, dobbiamo garantire, seppure attraverso le forme di gestione autonoma e territoriale, per quanto possibile, una qualità omogenea - l'ho già detto prima: in un territorio come il nostro, noi sappiamo che è inevitabile che nel fondovalle, o nella città di Aosta e cintura la qualità del servizio sia migliore per ragioni numeriche, per ragioni...però è sempre stato fatto uno sforzo affinché anche il territorio avesse un trattamento di questo tipo -, quindi, di fronte a queste difficoltà, bisogna riflettere sia sul fatto che bisogna garantire, per quanto possibile, l'omogeneità della qualità del servizio sul territorio; dall'altra, occorre intervenire anche, naturalmente, sulle voci economiche per capire come far fronte ad una difficile condizione economica, perché io immagino che, se una Comunità montana di colpo parla di esternalizzazione, lo faccia a fronte di dati economici di un certo tipo e soprattutto se questo problema non lo pone solo così...non è un problema improvvisato all'ultimo momento: è un tema che è sul tappeto da anni, tant'è che c'era già stato un tentativo, non ho capito bene...negli anni passati, di esternalizzare il servizio, dopodiché in qualche modo c'è stato anche qui... È nella natura anche di questa interpellanza, vogliamo capire bene che rapporti ci sono tra la Regione e gli enti locali, perché, almeno dagli organi di stampa, dalle informazioni che abbiamo noi, sappiamo che ci sono degli incontri...ci sono stati negli anni passati degli incontri col Presidente della Regione, dopodiché la Comunità montana ha detto: "ma no, abbiamo cambiato idea, non ha senso fare l'esternalizzazione" e l'anno dopo si è ritornati all'esternalizzazione; c'è qualcosa che non va, c'è qualcosa che non funziona in questa procedura! A chi spetta il ruolo di decidere? Naturalmente non è una limitazione...adesso vedo che sta seguendo lei l'interpellanza, Assessore, non è un rimprovero, perché io l'avevo invece in passato sollecitata ad essere ben vigilante sulle scelte degli enti locali con quella funzione di controllo e direzione che deve avere l'assessorato, quindi non voglio con questo richiamare...ma vorrei capire bene come si innesca questa procedura, la mia domanda è: ma com'è possibile che questi stessi servizi altrove riescano ad essere erogati a certi costi (e parliamo sempre di Comunità montane)? Nella Grand Paradis c'è qualcosa che non va, allora qual è l'elemento che non funziona nella Grand Paradis? In che cosa è così diversa da altre Comunità montane da non far fronte a questo tipo di gestione? La cosa poi che mi sta più a cuore è che in qualsiasi processo di razionalizzazione io vedo sempre che c'è - l'abbiamo fatto anche noi politici, quindi non è un rimprovero che faccio agli Amministratori della Grand Paradis: lo dico in generale - un po' un atteggiamento in cui si parte sempre dal fondo, quindi si penalizza il lavoratore, si penalizza l'utente e poi dopo magari, se ci avanza del tempo, andiamo a vedere la struttura amministrativa, burocratica, i vertici di chi gestisce queste strutture, bisognerebbe anche magari un po' invertire le procedure, cioè andare a vedere dov'è che si può intervenire per minimizzare tutti i costi sulla parte burocratico-amministrativa e non scaricare sul servizio e sul lavoratore, che ha fatto la qualità di quel servizio, questi processi di razionalizzazione. Penso che inevitabilmente dovranno essere fatti, ma dovranno essere fatti garantendo l'utente, come primo obiettivo, e il lavoratore che fa la qualità del servizio all'utenza.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Lanièce per la risposta, ne ha facoltà.
Lanièce A. - Grazie Presidente. Ringrazio anche il Consigliere Donzel, perché questa è una problematica che ci vede impegnati in queste settimane con la Grand Paradis per cercare di chiarire anche alcuni aspetti che sono stati sollevati dalla sua interpellanza.
Per quanto riguarda la prima domanda circa il chiarimento dei ruoli, delle competenze fra Comunità montana e Regione, nella vicenda relativa al progetto di esternalizzazione di parte dei servizi per gli anziani in capo alla Comunità montana Grand Paradis, questa Amministrazione ha aperto un confronto con l'ente locale nel pieno rispetto dei ruoli che ciascun ente ha e ricopre ai sensi della legge regionale n. 54 del 7 dicembre 1998 e della collegata legge regionale n. 1 del 12 marzo 2002; in particolare, nell'articolo 5 di quest'ultima legge si stabilisce che la Giunta regionale non solo adotti atti di indirizzo e di coordinamento, ma assuma altresì un ruolo di garante dell'omogeneità organizzativa e dell'unitarietà degli obiettivi perseguiti da tutti i servizi analoghi presenti sul territorio. In quest'ottica una revisione del sistema di gestione dei servizi essenziali, come quelli erogati a domicilio a favore degli anziani non autosufficienti, attraverso l'operazione di esternalizzazione non può essere assunta unilateralmente da un solo ente senza che sia promosso un ripensamento dell'intero sistema su scala regionale, alla luce naturalmente delle disponibilità finanziarie, ma, soprattutto, anche a salvaguardia dei livelli occupazionali e di qualità delle prestazioni erogate al cittadino.
Per quanto riguarda la seconda domanda: "quali soluzioni...", ecco, noi siamo partiti dalla domanda che si è fatto lei, cioè perché nella Comunità montana Grand Paradis sono emerse da un paio d'anni queste problematiche di gestione e quindi, proprio per questo motivo, si è istituito un gruppo di lavoro misto tra Regione e Comunità montana atto ad individuare, in tempi ragionevolmente brevi, una soluzione organizzativo-gestionale che permetta di rispettare i limiti di legge stabiliti dalla legge 44/2012 e 31/2012, relativi al personale assunto a tempo determinato e, contestualmente questo gruppo di lavoro che produca risparmi sufficienti a pareggiare il bilancio dell'ente. Nel frattempo i servizi erogati dalla Comunità montana non subiranno sostanziali modificazioni del loro assetto gestionale; quindi siamo molto attenti a quello che sta succedendo. Ribadisco: dobbiamo avere, come assessorato, come Governo regionale, anche un ruolo di garanzia, di gestione su tutto il territorio regionale della qualità di un servizio, che - come è stato ricordato - è un servizio importante anche in termini di qualità. Tra l'altro, ricordo che sul personale socio-assistenziale abbiamo investito tanto, abbiamo riqualificato più di 1.000 persone nella nostra regione e questo sottolinea la volontà di come sul personale stiamo investendo tanto e abbiamo investito tanto. È anche chiaro che, nell'analisi che abbiamo fatto in questi ultimi anni, la nostra regione ha dei servizi domiciliari e delle micro che hanno standard doppi, come minimo, rispetto a quelli di altre regioni; Questi sono standard importanti, ed è chiaro che costano, però hanno l'obiettivo che ci siamo sempre posti, ovvero di garantire un'assistenza la più alta possibile, soprattutto nei confronti degli anziani non autosufficienti.
Per concludere, quindi dico: siamo molto attenti a questa problematica e con questo gruppo di lavoro vogliamo capire in modo molto attento e specifico quali sono le problematiche di gestione della Grand Paradis e naturalmente poi poter arrivare a delle soluzioni concrete per riuscire a superare questi aspetti di difficoltà. Riteniamo chiaramente che l'attuale modello di organizzazione, che prevede una gestione diretta degli enti locali sul territorio, sia la gestione ottimale. È chiaro che un'eventuale esternalizzazione alle cooperative dovrebbe essere un ragionamento fatto in tutto il territorio, perché in questo modo vi sarebbe un'uniformità di trattamento di tutto il personale. In questo periodo stiamo concludendo questa fase, nella quale questo gruppo di lavoro vede i tecnici che stanno sviscerando le problematiche che sono state da lei segnalate. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel per la replica, ne ha facoltà.
Donzel (PD) - Grazie Assessore. Con assoluta franchezza sarebbe stato più facile se mi avesse risposto il Presidente, ma semplicemente perché è impegnato in prima linea in una campagna elettorale...non appartengo a quelli che fanno dello sciacallaggio politico: faccio politica di parte, schierata in modo duro magari, ma non mi piace approfittare delle situazioni, quindi spero che si capisca che questa risposta era un po' nelle mie corde ed era una risposta che sarebbe stata rivolta al Presidente della Regione.
Intanto non può che essere apprezzato da parte mia il fatto che la scelta di un'eventuale esternalizzazione non può essere fatta a macchia di leopardo...o perlomeno a macchia di leopardo, ma in un ragionamento regionale che proceda in un'ottica di armonizzazione del servizio a livello regionale, perché altrimenti qui si perde poi il riferimento di quella che è la qualità del servizio all'utente e al lavoratore. Questa cosa quindi che c'è un interesse a salvaguardare un'omogeneità del servizio sul territorio regionale per questo tipo di utenza, eccetera, dal mio punto di vista, è estremamente importante: un punto di partenza che va riconosciuto.
La mia preoccupazione però, non la nascondo, è relativa al fatto che...essendo il problema in essere da anni, che un gruppo di lavoro stia studiando adesso queste questioni mi lascia molto preoccupato, perché i tempi sono strettissimi e quindi una soluzione, a mio avviso, deve arrivare in tempi rapidi, perché chiaramente non...si è creata già una sorta di disagio nell'utenza, cioè gli anziani sono preoccupati, il lavoratore è preoccupato e anche perché poi, dalle parole che sono "uscite" da lei, mi pare che si arrivi poi al nodo clou, che non è il ripensamento della struttura burocratico-amministrativa, ma è: cosa ne facciamo del personale a tempo determinato? Cioè che il nucleo sia sempre lì, il ragionamento...io invece vorrei che fosse un ragionamento più complessivo, perché, se il problema è esclusivamente come gestire la questione del personale a tempo determinato, mi sembra parziale come approccio, non nego che ci sia questo problema, ma mi sembra parziale. A mio avviso, c'è un problema più strutturale e, se non risolviamo quel problema strutturale, alla fine il risultato sarà: lavoratori che dovranno accettare di avere - già non hanno delle retribuzioni brillanti - una retribuzione più ridotta, perché entreranno in una cooperativa, o cose di questo tipo. È un percorso che mi preoccupa se affrontato unicamente in quest'ottica qui. A mio avviso, devono esserci - perché è impossibile che in altre realtà il sistema regga - delle altre modalità per affrontare tale questione; proprio in un momento in cui il tema del lavoro è il tema cardine della nostra questione regionale, noi non possiamo scaricare tutti i costi della crisi sui lavoratori o attraverso forme di disoccupazione, o comunque attraverso forme di un'occupazione di minor qualità sia dal punto di vista del diritto contrattuale, sia dal punto di vista della retribuzione; questa cosa inevitabilmente genera un peggioramento della qualità dell'offerta che noi offriamo.
Presidente - Punto 17 all'ordine del giorno.