Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2840 del 20 febbraio 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 2840/XIII - Interpellanza: "Definizione delle linee prioritarie per la predisposizione del programma di promozione degli ideali di libertà, democrazia e di integrazioni tra i popoli".

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Rigo per l'illustrazione, ne ha la facoltà.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Una breve presentazione perché l'interpellanza mi sembra chiara nella sua formulazione. La legge regionale n. 6 del 2012: "Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione degli ideali di libertà, democrazia, pace e integrazione tra i popoli, contro ogni forma di totalitarismo" è nata perché tutti noi amministratori abbiamo sentito la necessità e il dovere di tenere vivo, anche attraverso una specifica normativa, il ricordo per non dimenticare mai ciò che accadde. Una legge che, opportunamente, vuole coltivare la memoria delle sofferenze e delle vittime ma, nello stesso tempo, vuole produrre sapere, formare le persone, i giovani in particolare, ad importanti valori civili quali il rispetto delle diversità, l'apertura verso l'altro, la lotta ad ogni razzismo. Valori la cui diffusione, nelle moderne società multiculturali, è non solo un fatto positivo, ma un'indispensabile necessità. Chi si è battuto nel passato ci ha lasciato la testimonianza dell'utopia: il sogno di vedere realizzato per le nuove generazioni il diritto di avere società più giuste e solidali. Perché i giovani dovrebbero coltivare la memoria di un tempo che a loro appare così lontano, impercepibile? Perché ricordare è la base del futuro. E perché il passato, nelle sue espressioni più tragiche, può ripresentarsi e può ripresentarsi in forme nuove e per questo più insidiose. Ecco perché, memori dei tempi bui che hanno caratterizzato il nostro Paese e l'Europa intera, dobbiamo tenere alta la guardia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico ed ideologico. E purtroppo, in questo senso, mi sembra doveroso oggi ricordare l'ultimo ributtante episodio di antisemitismo avvenuto a Napoli all'incirca un mese fa. Militanti di Casapound e di altri movimenti di destra sono stati arrestati perché accusati di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale nonché attentati incendiari. Le indagini hanno rivelato anche "un sistematico tentativo di indottrinamento dei giovani all'odio razziale mediante riunioni in cui si discuteva, tra l'altro, anche dei contenuti del libro Mein Kampf di Adolf Hitler": parole, queste ultime, del Procuratore napoletano Rosario Cantelmo. Fra i progetti delinquenziali dei giovani neofascisti venuti alla luce tramite intercettazioni telefoniche, quello di bruciare il negozio di un orefice ebreo e stuprare una ragazza universitaria appartenente alla comunità ebraica. In queste settimane abbiamo avuto notizia di tanti episodi, piccoli e grandi, di intolleranza e di aggressioni da parte di militanti di quest'area politica: l'ultimo, a mia conoscenza, ai danni del giornalista e candidato di Rivoluzione Civile, Sandro Ruotolo.

Non posso poi non ricordare a chi ci ascolta le parole dell'Onorevole Silvio Berlusconi nel Giorno della memoria. Secondo il Cavaliere il Governo fascista sarebbe stato colpevole solo di - sono parole sue - "una connivenza non completamente consapevole", nel lanciare la persecuzione antiebraica, obbligato a quella scelta dai vincoli dell'alleanza con la Germania. Un'alleanza per di più imposta quasi forzatamente - continua Berlusconi - "per il timore che la potenza tedesca si concretizzasse in una vittoria generale contro gli ebrei". Sarebbe stato dunque un eccesso di realismo politico, unito ad una buona dose di incoscienza, a spingere Mussolini - sempre Berlusconi - "al fatto delle leggi razziali". Naturalmente non fu così. Nessuno storico sottoscriverebbe simili frasi che più che ad un revisionismo storiografico si ispirano ad una sorta di riduzionismo, o meglio giustificazionismo: vale a dire l'atteggiamento di chi - pur dovendo a denti stretti ammettere una realtà (storicamente) avversa - tende a sminuirne le ragioni, a contrapporvi dei meriti, a pesare col bilancino i più e i meno per sfumare il tutto. E invece, ovviamente, il Governo fascista fu pienamente consapevole delle conseguenze della scelta che maturò tra il settembre 1938 e la legge del 13 luglio 1939 "per la difesa della razza italiana". Durante l'estate del 1938, anzi, la vita culturale italiana fu dominata dal tema, col famoso manifesto razzista dei docenti e scienziati fascisti organizzato dal MinCulPop - il famoso Ministero della cultura popolare del Governo fascista - per preparare la legislazione antiebraica". Mi sono dilungato, Presidente, perché non potevo, parlando della legge regionale, non ricordarne l'attualità, citando avvenimenti e interviste che sono prettamente attinenti a ciò che questa Assemblea vuole contrastare e combattere.

Ritornando alla nostra interpellanza, la legge regionale vuol essere simbolica cornice di una realtà che in Valle d'Aosta è già ben presente e attiva. Da anni istituzioni, scuole, organizzazioni e Comuni organizzano viaggi, incontri, conferenze, testimonianze, occasioni di confronto e di conoscenza della Memoria. Come aveva giustamente detto l'ex Assessore Laurent Viérin durante la discussione consiliare: "nous donnons dignité à tout ce qui a déjà été fait, mais en plus, à travers une institutionnalisation, la Région reconnaît d'un point total toutes ces actions". Ma la legge, intelligentemente, tra l'altro, su proposta del Governo regionale, introduceva anche l'istituzionalizzazione del Comitato per la promozione e il sostegno di iniziative per la Memoria, un utile tavolo di confronto e di programmazione. Il relatore, il Consigliere Alberto Crétaz, sottolineò, nel suo intervento, la positività dell'istituzione del Comitato rimarcando che la collaborazione tra l'ANPI, l'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta, e i Comuni - leggo -: "deve aumentare e migliorare, con l'obiettivo di assicurare il mantenimento e la trasmissione della memoria. Questo è il compito principale che deve assolvere il comitato che verrà istituito con questa legge: stimolare la collaborazione, raccogliere i suggerimenti che potranno essere formulati da organismi, enti e associazioni, al fine di valorizzare, diffondere e perpetuare per il futuro il patrimonio storico, culturale e politico degli eventi che hanno formato la nostra comunità e la nostra società". Mi fermo qui chiedendo perché questo non è ancora avvenuto? Anche quest'anno sono state organizzate e si sono ormai svolte iniziative, ma è mancata la concertazione. È mancata quella cornice, tanto auspicata, presente nella legge regionale. Oggi più di ieri abbiamo la necessità di immagini e messaggi unitari almeno sui temi e sui valori fondanti la nostra Costituzione e la nostra Autonomia: ecco perché, Presidente, chiediamo di conoscere i motivi per i quali il programma previsto in legge non è ancora stato definito. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente Rollandin per la risposta, ne ha facoltà.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Le considerazioni del collega Rigo, che hanno fatto da premessa a questa interpellanza, sono sicuramente condivisibili. I fatti che lei ha ricordato, anche recenti, la dicono lunga sull'esigenza di non abbassare la guardia, per usare un termine piuttosto noto, e credo che i fatti che si ripetono di questi tempi purtroppo non siano incoraggianti, malgrado tutto quello che si fa, rimangono ancora delle sacche che alimentano delle valutazioni sicuramente scorrette nei confronti di periodi storici o, peggio, alimentano ancora l'odio razziale. Credo quindi che sia di attualità e sia giustamente corretto chiedere anche l'attuazione di questa nostra legge, che penso sia abbastanza all'avanguardia sotto il profilo degli indirizzi che sono stati qui votati da tale Assemblea.

Vengo alle risposte puntuali. Per quanto riguarda la prima domanda: "le ragioni per le quali non sono ancora state definite le linee prioritarie", ricordo che la legge regionale 6/2012 è entrata in vigore per la parte che qui interessa il 1° gennaio di quest'anno e che in questa fase di prima applicazione la priorità degli uffici è stata quella di dare seguito alle iniziative collegate al Giorno delle memoria, in ricordo dello sterminio del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, e al Giorno del ricordo, che commemora invece le vittime delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata. Con la deliberazione della Giunta n. 50 del 18 gennaio 2013, di concerto con la Presidenza del Consiglio regionale, sono state approvate le Giornate della memoria 2013 e, in particolare, in tale contesto dal 18 al 20 febbraio 41 studenti valdostani partecipano ad una visita a Trieste alla risiera di San Sabba, alla foiba di Basovizza e a Redipuglia; dal 13 al 19 marzo, quindi fino a...44 studenti e accompagnatori hanno partecipato al Treno della memoria 2012: progetto educativo giunto alla VII edizione, che anche quest'anno porterà i giovani valdostani a visitare il ghetto ebraico di Cracovia e i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. A questo riguardo, vorrei sottolineare che si tratta di un impegno organizzativo ed economico non irrilevante, che siamo riusciti a mantenere ai livelli degli anni scorsi, cosa che non è avvenuta ovunque. Voglio ricordare che l'associazione che organizza il progetto Treno della memoria, a causa della riduzione delle risorse messe a disposizione in altre Regioni, non è stata in grado di noleggiare il mezzo ferroviario, abbiamo quindi concordato che per il 2013 i partecipanti valdostani faranno il viaggio in autobus. È chiaro che una parte del valore del progetto sta proprio nel ripercorrere il viaggio in treno, quindi questo aveva un significato e ci dispiace che questa opportunità non ci sia stata: chiaramente il treno verso i campi di concentramento, ma abbiamo ritenuto che gli obiettivi di educazione e di conoscenza dei giovani valdostani che vi parteciperanno fossero comunque da salvaguardare. Saranno realizzati attraverso le altre attività previste dal progetto: gli incontri formativi che si faranno ad Aosta, la visita al ghetto di Cracovia e i campi di Auschwitz e Birkenau, anzi, dato che l'autobus consente di ridurre il viaggio di circa sette ore, i nostri giovani avranno a disposizione quasi una giornata in più a Cracovia; inoltre, con lo stesso impegno di spesa, vi sono 4 posti in più, arrivando a 44 complessivi ed è stata aggiunta la visita alla fabbrica museo dedicata alla vita di Oskar Schindler e all'occupazione nazista della città di Cracovia, quindi si è un po' arricchito anche il panorama della visita.

Le digressioni che ho dovuto in qualche modo illustrare - credo che il collega lo capisca - erano per dire che questo periodo - dall'inizio, cioè dal 1° gennaio - è stato dedicato a questo; ritengo quindi che comunque fosse importante dare anche tali informazioni, che vanno nella logica di un impegno per mantenere alta quella che è la volontà del Consiglio. Per tornare alla domanda, il 7 febbraio scorso è stata inviata ai componenti del comitato previsto dalla legge 6 una bozza di deliberazione che riunisce i due adempimenti previsti, ovvero le linee prioritarie di intervento e il programma di attività. L'intenzione di approvare la delibera entro la fine del corrente mese di febbraio, tenendo conto che si tratta della prima applicazione della legge 6...sono state proposte delle linee prioritarie tali da permettere di realizzare varie tipologie di iniziative, di programma delle attività fisse, per il momento le commemorazioni e le iniziative principali; nel frattempo verificheremo in sede di comitato altre possibili iniziative da mettere in atto durante l'anno, evidentemente il compito del comitato come lei ricordava...quindi è giusto che ci siano anche eventuali integrazioni.

Infine, per concludere, vorrei ricordare che la legge 6 ha sì l'obiettivo di dare maggiore valenza, risalto ed unitarietà alle iniziative finalizzate alla trasmissione della memoria, ma certamente non la volontà di riunire forzatamente sotto di essa tutte le attività di questo ambito. È chiaro che ci possono essere...cioè la volontà è di coordinarle, di evitare, come lei aveva anche detto nel suo intervento, di sovrapporre iniziative o, peggio, di sprecare risorse: questo è fondamentale e tale verrà mantenuto l'impegno. In questa prima applicazione della legge probabilmente è mancata una puntuale attività di comunicazione, di informazione, cosa che si curerà maggiormente in futuro, ma va detto che i soggetti coinvolti direttamente nella sua applicazione, come il Comune e l'Istituto storico della Resistenza, non hanno comunicato le attività che avevano previsto per il Giorno della memoria. Voglio dire...siamo in una fase di prima applicazione, se ci sono state alcune carenze, credo che siano comprensibili, come ho detto, per alcune difficoltà operative in questi primi mesi; io sono sicuro che sia l'Istituto storico della Resistenza che i Comuni siano fortemente motivati a lavorare in questo senso e non ho dubbi che nel prosieguo ci saranno sicuramente dei risultati che andranno nella logica che lei ha auspicato. Grazie.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Rigo per la replica, ne ha la facoltà.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Io la ringrazio, Presidente, prima di tutto per aver voluto commentare ed esprimere il suo pensiero sulla parte introduttiva all'interpellanza: sui fatti di fanatismo e di disinformazione voluta. Prendo atto delle ragioni illustrate dal Presidente sui ritardi che hanno di fatto impedito un regolare svolgimento delle riunioni del comitato e do atto alla Presidenza della Regione di aver voluto, nonostante le risorse limitate, mantenere nella sua interezza le iniziative che erano state previste (io so che la Regione Piemonte ha dovuto per forza di cose tagliare alcuni interventi proprio rispetto al Treno della memoria). Prendo atto di questo quindi e delle difficoltà incontrate per riunire il comitato. Mi spiace, certo, del ritardo nell'approvazione della deliberazione della Giunta regionale e quindi, di fatto, la non possibilità di mettere a frutto le interessanti osservazioni ricordate prima svolte dal Consigliere relatore Crétaz a proposito del comitato. Mi dispiace in particolare perché non abbiamo avuto modo di costruire quella cornice di cui abbiamo parlato.

Nella nostra regione - lo ha detto il Presidente - sono molte le iniziative che vengono fatte, anche piccole iniziative di singoli comitati, o singole associazioni: da Aosta a Courmayeur, a Pont-Saint-Martin. La volontà quindi c'è, l'interesse c'è, manca quella concertazione e quindi quel valore aggiunto che noi possiamo metterci rappresentato dalla continuità, dalla linearità di un percorso e - mi si passi il paragone - è come, Presidente, vedere un bellissimo, film interrotto da innumerevoli spot pubblicitari. Bene, il film ha una sua linearità logica, un suo racconto, che deve svilupparsi guardandolo per intero. Anche il calendario delle iniziative, grazie al coordinamento del comitato potrebbe svilupparsi come un unico film. Tutto ciò sarebbe motivo di orgoglio per tutti i valdostani - ripeto - per la Presidenza della Giunta, per l'ANPI, per l'Istituto storico, per quanti in questi anni si sono adoperati e si vogliono ancora adoperare rispetto a questi temi e a questi valori.

Presidente - Grazie. Ritorniamo al punto 7 all'ordine del giorno.