Oggetto del Consiglio n. 2836 del 20 febbraio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2836/XIII - Interpellanza: "Stato della procedura per l'accorpamento delle società funiviarie della Valle d'Aosta".
Président - La parole au Conseiller Caveri.
Caveri (UVP) - Il tema è naturalmente molto significativo, sappiamo l'importanza strategica del settore del turismo invernale, in particolare degli impianti a fune e chiunque abbia avuto a che fare con questo comparto...io per alcuni anni, ma senza ottenere nessun onore, sono stato Presidente degli impianti di risalita della SITIB di Brusson e poi sono stato per alcuni anni Vicepresidente nazionale degli impianti funiviari. Temo quindi di avere avuto la fortuna di avere una certa competenza, anche in negativo, nel senso che, purtroppo, fare i conti per le società funiviarie è sempre stato problematico fino alla decisione draconiana, ma che probabilmente non aveva al momento delle alternative, di trasformazione in impianti pubblici anche degli unici due grandi impianti, che erano quelli del Breuil-Cervinia, di proprietà della famiglia Cravetto, e quelli di Courmayeur, che erano di proprietà della Compagnie des Alpes, che ha una configurazione societaria un po' strana: è in parte pubblica, perché è della Cassa depositi e prestiti francese. Questa scelta ha portato lentamente alla nascita, io immagino, di una vera e propria unica società, una sorta di holding degli impianti di risalita, legata a Finaosta, che ha subito un'accelerazione a causa di quelle norme statali, che hanno di fatto impedito ai Comuni di poter avere delle partecipazioni all'interno degli impianti di risalita. Questo ha costretto ad una serie di operazioni particolari, credo che la prima, quella più esemplare, sia stata quella di Cogne, a valere proprio su un comprensorio che ha sempre avuto delle difficoltà di conti, insomma, poi sappiamo che queste operazioni erano in qualche maniera obbligate... Nel tempo poi - io qui ho una delibera - sono cominciati una serie di accorpamenti: Pila, Crévacol, Funivie del Gran Paradiso, Monterosa dall'altra parte con la SITIB, la SAGIT, le Funivie di Champorcher, Cervinia, che si è allargata prima a Valtournenche, poi la Chamois Impianti, di recente anche Torgnon, insomma c'è, è in corso un puzzle di cui sarebbe interessante - questo lo chiedo all'Assessore - conoscere il disegno.
L'Unione europea in questa vicenda è come i coccodrilli, cioè l'Unione europea è nella palude, nascosta come i coccodrilli, uno può pensare che il coccodrillo dorma e invece il coccodrillo non dorme. Mi riferisco all'unica decisione in materia di aiuti di Stato che la Valle d'Aosta ha discusso, che si è conclusa con una lettera inviata anche a noi nel 2004, per la Commissione a seguire il dossier c'era il Commissario Monti, oggi Premier e anche candidato alle elezioni politiche, in cui ci si rifaceva ad una serie di procedimenti di infrazione che riguardavano un disegno di legge regionale, che in qualche maniera è stato sottoposto...ed è diventato esemplare di come la Commissione europea si atteggi nei confronti della concorrenza degli aiuti di Stato nel settore degli impianti a fune. Io l'ho vissuta personalmente...l'ho vissuta incontrando il Commissario Monti in una situazione - tra l'altro, questo è un aspetto più storico che giuridico - molto difficile, perché l'atteggiamento dei funzionari della concorrenza era un atteggiamento molto negativo, cioè, fosse stato per loro, gli aiuti pubblici che la Regione dispensava agli impianti di risalita sarebbero stati vietati completamente. In realtà poi, come sa bene l'Assessore, è stato definito questo regime in parte transitorio, dal 2002 al 2006, e poi, con una serie di distinguo molto sofisticati sui rischi di distorsione della concorrenza e sugli effetti degli scambi tra Stati membri, che aveva portato da una parte a considerare praticamente tutti gli impianti di risalita della Valle d'Aosta, tranne Breuil Cervinia e il comprensorio di Courmayeur come stazioni locali, quindi non facenti parte di un sistema internazionale, era poi stato previsto - lo ricordo nell'interpellanza - un invio annuale di un rapporto alla Commissione europea in cui si facesse un po' lo stato della situazione, soprattutto perché la distinzione...anche se questo era assolutamente contestabile dal punto di vista, diciamo, scientifico, ma, come si sa, le decisioni dell'Unione europea sono draconiane e bisogna adeguare la legislazione regionale...era stata fissata questa soglia dei 2.000 posti letto come una soglia indicativa per decidere se il comprensorio fosse stato o meno da considerare comprensorio locale.
Ora, io non ho nessuna intenzione - perché poi questo è un argomento che ho sollevato più volte anche nelle mie precedenti esperienze - di fare Pierino la Peste, o fare la spia al coccodrillo che dorme nella palude, però credo che sarebbe interessante capire se questi processi che sono in corso, che - ripeto -, per quel che mi riguarda, sono processi che vanno nella direzione storica, cioè non si può pensare all'esistenza di...come dire? di un numero infinito di impianti senza avere una logica satellitare. Tenendo conto che l'unico pronunciamento ufficiale è questo: aiuto di Stato n. 676/2002, Italia, Impianti funiviari della Valle d'Aosta, per evitare delle brutte sorprese e non basandosi esclusivamente sui pareri - perché i pareri giuridici si fanno scrivere, nel senso che, se io chiedo un parere, posso anche dire: mi raccomando che il parere non sia così negativo rispetto ai desiderata -, mi domando se non sia il caso di avere una qualche forma di interlocuzione nei confronti della Commissione europea e, in particolare, del Commissario alla concorrenza; perché dico questo? Perché effettivamente nel processo di fusione così come si sta individuando ci sono anche degli aspetti che possono essere suggestivi in positivo per la Commissione europea, cioè ci sono, ovviamente nella logica del risparmio pubblico, che è alla base della governance economica, delle ragioni facilmente spiegabili in cui si dice: "guardate che questa operazione è un'operazione...avendo questo sistema trasportistico, la necessità comunque di un sostegno e avendo questa attività trasportistica comunque un effetto moltiplicatore estremamente positivo per le attività economiche, noi riteniamo che in qualche maniera la Commissione oggi debba pronunciarsi nuovamente nel merito dell'organizzazione", perché altrimenti, se la logica fosse quella, diciamo così, di una lettura sterile della decisione...l'unica decisione finora pubblicata nella Gazzetta ufficiale europea...c'è il rischio che prima o poi qualcuno, sapendo che non abbiamo tanti amici nel settore degli impianti a fune... Ricordo che questo procedimento di infrazione nacque non perché qualcuno di noi si fece vivo a Bruxelles, ma perché alcuni impiantisti delle regioni viciniore si fecero vivi all'epoca con la commissione, perché purtroppo le percentuali che loro ottenevano di aiuto pubblico erano largamente inferiori; ricorderete che ce ne furono due in contemporanea: una che riguardò la Regione Valle d'Aosta e una che riguardò le due Province autonome di Trento e Bolzano.
Io quindi penso che cautelativamente sarebbe opportuno capire come muoversi in un settore estremamente delicato in cui talvolta - lo dico per un'esperienza personale, avendo a suo tempo vissuto questo dossier - è meglio essere offensivi, nel senso di farsi vivi come interlocutore, piuttosto che essere difensivi e trovarsi poi nelle condizioni difficili di dover difendere...come dire? una trasformazione netta del quadro giuridico di riferimento, perché è chiaro che oggi essendo le società in capo a Finaosta...e Finaosta è indubitabilmente una grande società, quindi è una società che non potrebbe dire che quegli impianti a fune hanno esclusivamente una caratteristica locale, perché a questo punto sono legati...e, lo dico, non sono contrario a questi processi di accorpamento, che vanno in una logica storica, per cui chiedo all'Assessore dei lumi sulla questione.
Si dà atto che dalle ore 10,22 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz per la risposta, ne ha la facoltà.
Marguerettaz (UV) - Prima domanda: "quale sia lo stato dell'arte del processo di "fusioni"...". Nelle date comprese tra il 21 e il 23 gennaio si sono tenute le assemblee straordinarie di 11 società coinvolte dal processo di riorganizzazione. Immediatamente i notai roganti hanno provveduto al deposito dei verbali presso il Registro delle imprese, che ha provveduto all'iscrizione degli stessi, decorsi i termini di legge, nella prima metà di aprile verranno perfezionati gli atti di fusione; come effetto delle iscrizioni di tali atti al Registro delle imprese, si prevede che a cavallo tra fine aprile e inizio maggio decorreranno gli effetti civilistici delle fusioni. Come è stato ricordato, la configurazione finale sarà quella deliberata dalla Giunta regionale, cioè Pila avrà l'incorporazione delle Funivie del Gran Paradiso, della Grand Saint-Bernard e SISKI; Monterosa avrà l'incorporazione della SITIB, della SAGIT e delle Funivie di Champorcher e la Cervino avrà l'incorporazione della SIRT e di Chamois Impianti.
Seconda domanda: "quali notizie in merito siano state fornite o si intendono fornire alle autorità comunitarie competenti per un rispetto obbligatorio della decisione ricordata in premessa". La decisione relativa all'aiuto di Stato 676/2002 al punto 2.6 (ii) ammetteva la concessione di aiuti fino all'80 percento delle spese ammissibili per i complessi funiviari di interesse locale, cioè per gli impianti ubicati in stazioni di sport invernali con certe caratteristiche, quindi già da questo si capisce che parliamo non del soggetto, ma della stazione. Nel 2004 la Giunta regionale, con la deliberazione 2277, adottata su proposta dell'allora Assessore Caveri, approvava i criteri per l'individuazione dei complessi funiviari di interesse locale. In tale atto si stabiliva la seguente definizione di "stazione di sport invernali": "destinazione turistica costituita da un complesso di infrastrutture e servizi prevalentemente finalizzati alla pratica degli sport invernali posta sul mercato con una specifica denominazione", quindi già allora veniva chiarito che la stazione di sport invernali coincideva con la località sciistica e non con il comprensorio. Le operazioni di fusione avviate pertanto non mutano lo scenario per quanto attiene alla decisione citata, atteso che non rileva qual è il soggetto che gestisce gli impianti a fune, quanto piuttosto qual è la stazione di sport invernali, che non è cambiata ovviamente in nessun caso, cioè Champorcher rimane Champorcher a prescindere che la proprietà sia delle Funivie del Cervino o meno. Non sono quindi state trasmesse informazioni in merito alle fusioni.
Terzo quesito: "se si sia adempiuto - e con quali strumenti - alla trasmissione annuale prevista dalla decisione medesima per aggiornare la situazione, specie dopo la fine di quello che venne definito "regime transitorio"", annualmente, così come previsto dalla citata decisione, l'Amministrazione regionale, per il tramite della struttura competente in materia di Affari europei, ha provveduto alla trasmissione di quanto richiesto e qua abbiamo tutte le lettere: 9 luglio 2012, 10 giugno 2011, maggio 2010, maggio 2009, 2008, 2007, 2006 e 2005, quindi annualmente hanno trasmesso alla...o tramite lettera, o tramite mail certificata.
Punto 4: "a quanto ammonti la cifra, per comprensori accorpati, degli investimenti necessari nei prossimi anni, anzitutto per mantenere in esercizio gli impianti esistenti e per eventuali nuovi investimenti". Sulla base di quanto contenuto nella delibera del 28 settembre 2012: "Approvazione di modalità e procedure per l'attuazione dell'articolo 145, comma 46, della legge 23 dicembre 2000...", è attualmente in corso un'evoluzione della normativa che si propone, anche con l'obiettivo di ridurre i costi in considerazione del momento di crisi economica che investe il settore, di prorogare le scadenze temporali delle revisioni periodiche degli impianti. Alla luce del suddetto scenario evolutivo e considerato il fatto che gli interventi di revisione periodica rappresentano il principale elemento di costo di gestione per le società, non si possono oggi fare le previsioni, perché è proprio in atto questa procedura che dovrebbe consentirci di limitare decisamente questi investimenti.
Per quanto riguarda i nuovi investimenti del settore, data l'esiguità delle risorse finanziarie regionali disponibili e la necessità di ben valutare il risultato di esercizio della società, l'indirizzo è quello del mantenimento in esercizio degli impianti e evitando qualsiasi nuovo intervento, salvo casi eccezionali dove ci sono delle importanti economie e degli importanti rilanci. L'obiettivo quindi è quello di mantenere in funzione e mantenere l'efficienza di tutto l'esistente, cercando di utilizzare anche tutti gli strumenti legislativi che abbiamo e quindi mettendo in linea anche la legislazione regionale che ci consente di alleggerire i costi. Ricordo che, guardando questo tema in un orizzonte europeo, probabilmente siamo la Nazione dove per adesso ci sono degli impegni, degli obblighi che le altre Nazioni non hanno e quindi si tratterebbe di metterci un po' in linea e di alleggerire dei costi che sono esagerati.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il collega Caveri per la replica, ne ha facoltà.
Caveri (UVP) - Su quest'ultimo punto concordo perfettamente, peraltro è vero che, in sede della cosiddetta "comitologia", le normative tecniche anche nel settore degli impianti a fune saranno sempre più soggette ad una logica di omogeneità nei Paesi comunitari, perché altrimenti anche questa potrebbe essere considerata una distorsione alla concorrenza, così come esiste una distorsione alla concorrenza nella costruzione degli impianti a fune: è il caso della crescita incredibile del prezzo della Funivia del Monte Bianco, una crescita da capogiro, che è stata anche causata dal fatto che le due grandi società monopoliste del settore, se decidono di non partecipare ad un appalto, ovviamente fanno crescere e lievitare i prezzi.
Io non so se il ragionamento che lei mi ha proposto è un ragionamento che potrebbe convincere l'Autorità comunitaria, ma, sapendo che poi le Autorità comunitarie agiscono ex post anche su scelte amministrative che possono essere fatte - quindi potrebbero poi chiedere, nel caso in cui intendessero di trovarsi in presenza di spese non consentite, addirittura la restituzione delle somme -, io cautelativamente un passaggio alla Commissione l'avrei fatto nello spiegare in profondità le ragioni di questo sistema...perché in fondo il tema trattato è: cos'è il concetto di prossimità? Questa legge, che è ancora in vigore, chiamata: "Interventi regionali per lo sviluppo di impianti funiviari e di connesse strutture di servizio", cioè aveva portato la Commissione, come abbiamo detto, alla discussione su casi concreti. I casi alla fine erano tre: il primo è tipo Chamois, cioè dove gli impianti possono essere finanziati come si vuole, perché assolvono ad un collegamento con zone non diversamente raggiungibili; la seconda categoria era quella dove l'esiguità dell'afflusso turistico e la prevalente utilizzazione locale non creava dei grossi problemi di concorrenza e la terza e ultima categoria di impianti era quella...come dire? "suscettibile - dice la Commissione - di influenzare gli scambi comunitari". Tra l'altro, io chiederei all'Assessore di avere, se possibile, le lettere, diciamo dal 2010, 2011 e 2012, perché quella soglia dei 2.000 all'epoca era superata solamente da Courmayeur e dal Breuil-Cervinia, oggi sarei incuriosito di sapere se qualche altra stazione sciistica nel frattempo ha superato questa soglia dei 2.000 e se c'è stata questa comunicazione alle Autorità comunitarie. Vorrei aggiungere che il problema di fondo è chi è proprietario degli impianti, non è solo una questione che distingue le singole stazioni sciistiche, la Commissione europea opera sempre alla ricerca delle caratteristiche giuridiche e finanziarie della società che è proprietaria degli impianti, non solo se gli impianti siano...o siano rimasti nella situazione di isolamento precedente, quindi è chiaro che bisognerebbe chiedersi se Finaosta sia da considerare una società soggetta o non soggetta alle norme cogenti degli aiuti di Stato e della concorrenza, ma credo che questo sarà un argomento di discussione ancora in futuro, prendo atto dell'interpretazione giuridica che è stata data dalla Giunta.
Presidente - Grazie. Punto 12 all'ordine del giorno.