Oggetto del Consiglio n. 2523 del 12 luglio 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2523/XIII - Relazione sullo stato di avanzamento al 31 dicembre 2011 del programma triennale dell'industria e dell'artigianato.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale sul punto n. 19 riguardante la relazione sullo stato di avanzamento al 31 dicembre 2011 del programma triennale dell'industria e dell'artigianato.
La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Ho letto con attenzione il documento relativo all'oggetto, non solo per dovere istituzionale, ma perché lo scorso anno ho giudicato interessante e propositivo l'intervento introduttivo fatto dall'Assessore a proposito della relazione triennale dell'industria e dell'artigianato. In quella occasione l'Assessore puntualizzò - e lo ha rimarcato anche stamani - che la relazione non era un atto dovuto in quanto non prevista dalle leggi di riferimento, ma affermò che la sua volontà, e quella del Governo regionale, che ancora stamani ha ribadito, era quella di dare la possibilità al Consiglio regionale di essere informato. A questo proposito voglio leggere una parte dell'intervento dell'Assessore, che mi sembra molto puntuale: "nous estimons aussi que la connaissance des choses puisse contribuer à donner à cette Assemblée les instruments nécessaires pour déployer son activité au service de la collectivité". Ci venne allora presentato un documento che possiamo chiamare grezzo, ancora da perfezionare; la relazione copriva un arco temporale di soli nove mesi essendo il programma triennale approvato a marzo 2010. I propositi dell'Assessore erano ben altri, infatti cito dal resoconto: "evidentemente questo atto fa un resoconto e non formula indirizzi e non introduce strategie operative, potrebbe farlo - e lo farà se sarà il caso - negli anni a venire, ma, come detto, il periodo preso in esame è assai breve e soprattutto in questo caso interessava mantenere l'impegno preso".
Nel suo intervento l'Assessore puntualizzò poi due aspetti che voglio richiamare: il primo, la relazione non deve essere un puro esercizio di stile per tessere le lodi, ma deve saper far emergere quegli elementi utili al confronto consiliare; il secondo, riguarda la capacità di rimodulare alcune leggi o disposizioni applicative se non vi è corrispondenza fra gli obiettivi del programma e le realizzazioni concrete dello stesso. In sostanza, sperando di avere ben interpretato il pensiero dell'Assessore, questa relazione dovrebbe servire all'Amministrazione, e quindi al Consiglio in primis, per calibrare in maniera sempre più mirata e precisa le azioni e le iniziative messe in campo in questo settore, non secondario, per la nostra regione. A questo proposito, non mi sembra il caso di richiamare qui la situazione di crisi presente in Valle d'Aosta, in Europa e in Italia. Voglio però ricordare che c'è bisogno di una politica industriale che riesca a ricomporre le disuguaglianze, che sono un fattore di crisi e anche causa di declino economico. Oggi servono, anche in una fase di restrizione di bilancio ed obblighi al rigore, originali politiche attive ed inventiva nelle politiche regionali pubbliche - l'Assessorato, la Finaosta, la Chambre - per incentivare la crescita inclusiva con misure per l'innovazione e i giovani, quindi non solo interventi ed azioni di risposta alle attuali condizioni di emergenza, ma politiche che possano avere un impatto durevole nella gestione della crisi.
Tutto ciò detto, ecco perché l'anno scorso apprezzai molto i buoni propositi dell'Assessore, propositi contenuti anche nelle premesse alla deliberazione della Giunta regionale dello scorso 8 giugno che approva lo stato di avanzamento del programma triennale alla nostra attenzione. Buoni propositi che si collegano allo spirito della legge regionale di riferimento (la n. 6/2003), che all'articolo 2, comma 3, prevede che ogni anno la Giunta regionale proponga eventuali integrazioni e modifiche al piano triennale, perché il medesimo possa essere adattato all'evolversi delle esigenze di sostegno del settore e delle condizioni della sua realizzazione, quindi una flessibilità armonica rispetto alle azioni e agli obiettivi contenuti nel programma, proprio in rispondenza alla relazione che le strutture ci sottopongono annualmente e, queste ultime non sono parole mie, ma sono parole scritte nella deliberazione della Giunta.
Dal 10 marzo 2010 ad oggi la situazione generale è cambiata, purtroppo, in peggio, ma non mi risulta che nel frattempo il programma triennale sia stato aggiornato e non so se la proposta avanzata nel corso della discussione dell'anno scorso sulla relazione da parte del collega Chatrian sia stata poi concretizzata; la voglio ricordare, leggendo uno stralcio del suo intervento, che si collega ai buoni propositi a cui ho accennato all'inizio: "forse non è il momento di entrare nel dettaglio delle singole azioni...ma penso che l'obiettivo sia quello nei mesi di settembre-ottobre - io aggiungo 2011 - di avere uno stato dell'arte in commissione per vedere le criticità ed eventualmente mettere sul tavolo delle integrazioni e delle rimodulazioni - come dice la legge - a mio avviso, se lei è d'accordo, la nostra proposta va in quella direzione: prendere atto positivamente delle azioni che hanno avuto maggiore successo, eventualmente migliorarle ancora, e, dall'altra, capire le criticità e l'informazione che è mancata e ritarare delle procedure, che devono essere ricalibrate e velocizzate". Insomma Chatrian ricordava la necessità di evidenziare le criticità contenute nella relazione e discutere delle stesse.
Oggi, quindi, mi limito a dire che la relazione non coglie, non risponde a nessuno dei desiderata sopra espressi. Io dico che non è una relazione, ma un diario di bordo, un registro anonimo scritto senza molta originalità, inframezzato di "copia e incolla" tratti dalla relazione dello scorso anno. Decine e decine - non esagero - di righe copiate e anche di interi paragrafi con addirittura le note, senza togliere nemmeno gli incisi chiaramente riferiti all'anno precedente. Mi riferisco all'azione 1.1.5, l'anno scorso per questa azione si diceva: "lo strumento messo a disposizione dei giovani imprenditori - capisco che interessa pochissimo, ma vorrei avere la possibilità anche di riuscire a leggere le cose che scrivo e collegarle alle relazioni degli anni passati, grazie - dopo un periodo iniziale di rodaggio, sta producendo buoni risultati: nel corso del 2010 sono stati concessi 11 contributi in conto capitale ad altrettanti imprese per un importo totale di 256.590 euro". Quest'anno cosa è scritto? "Lo strumento messo a disposizione dei giovani imprenditori, dopo un periodo iniziale di rodaggio, dopo un periodo iniziale di rodaggio, sta producendo buoni risultati: nel corso del 2011 sono stati concessi 11 contributi in conto capitale...", eccetera. Forse sono io che sbaglio, che sono troppo "pistino" per usare un'espressione educata, ma, per la mia cultura, il periodo di rodaggio corrisponde ad un arco temporale limitato. Non posso quindi accettare questo modo un po' svogliato di preparare la relazione per il Consiglio.
Per la verità, alcune innovazioni ci sono nella relazione di quest'anno, ad esempio l'introduzione dà un'idea più precisa delle attività di spesa contenute nel programma. Ci sono alcune azioni (5.3.2, 6.1.4, 4.1.2, 4.3.2) che danno informazioni puntuali, ma non è una relazione come io la intendo. Certo mi interessa sapere come abbiamo impegnato i soldi e se li abbiamo spesi, ma vorrei sapere qualcosa rispetto all'impatto, se c'è stato, sulla realtà locale; vorrei capire le ragioni delle debolezze, delle criticità, delle azioni che non hanno potuto concretizzarsi. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa la struttura competente del fatto che le previsioni formulate nel 2010 all'azione 1.1.3 non si sono poi verificate nell'anno successivo: "L'azione si trova sostanzialmente al primo anno di attuazione e la diffusione della conoscenza delle opportunità offerte sul territorio favorirà senza dubbio un aumento delle richieste di usufruire delle agevolazioni previste. La pubblicazione, nel 2010, del vademecum, che illustra gli incentivi alle imprese industriali e artigiane, ha lo scopo di generare un maggior numero di domande di accesso allo strumento implementato". Quest'anno cosa viene scritto? Leggo: "L'azione è al secondo anno di attuazione. Essa consiste in aiuti alle imprese...- e si spiega cosa sono - Nel corso del 2011 sono stati trasferiti 297.000 euro all'organismo...per l'implementazione della misura e sono stati concessi contributi a tre imprese". Nel 2005 erano cinque. Allora o le considerazioni fatte lo scorso anno erano sbagliate, oppure ci sono state mille ragioni per far sì che non si concretizzassero. In questo caso vogliamo scrivere un rigo rispetto a quanto affermato la volta scorsa? Cosa non ha funzionato? Tutto ciò nell'ottica di dare ai Consiglieri la possibilità di capire meglio questi processi.
Ancora: perché non si è concretizzata l'azione 1.1.4? "Nel corso del 2010 sono stati trasferiti 446.000 euro all'organismo intermedio Finaosta per l'implementazione della misura. Considerando che l'azione ha potuto mostrare realmente la propria efficacia all'inizio del 2010 e che si rivolge ad un ambito imprenditoriale specialistico, i risultati conseguiti (otto domande accolte...) sono soddisfacenti. Come per l'azione precedente è prevista un'intensificazione delle azioni promozionali al fine di coinvolgere una platea più vasta di potenziali fruitori". Nella relazione di quest'anno non si fa alcun riferimento a tale azione, non vengono sottolineati i risultati delle attività di promozione, ci danno rispondenza rispetto alle cose che abbiamo scritto nella relazione e condiviso l'anno scorso! Perché non c'è stato un ritorno degli sforzi sicuramente fatti? I motivi saranno senz'altro validi, ma perché non spiegare ai Consiglieri regionali ciò che è stato? Perché si registra un calo significativo di domande nelle azioni 1.1.6 a pagina 5? "L'applicazione della legge n. 31/2001 fa registrare un calo significativo di domande rispetto al 2010. Infatti, sono stati concessi contributi...a 53 imprese in meno rispetto al 2010". Sono andato a vedere nel 2010 e c'era scritto che si applicava la legge punto e basta. Perché questo calo? Vorremmo un rigo di spiegazioni, che anche in questo caso non mi sembrava inutile.
In alcune parti la relazione di quest'anno contraddice quanto scritto l'anno scorso nell'azione 1.2.1, pagina 4. "Nel corso del 2010 sono state presentate due istanze di agevolazione - e sostegno alla capitalizzazione delle imprese - di cui una si è conclusa con esito positivo, con la concessione di un finanziamento per la capitalizzazione di euro 495.000. La modificazione delle norme che regolano la concessione di tali agevolazioni, adottata nel 2010, ha reso più snelle le procedure di presentazione delle istanze e pare avere ottenuto effetti positivi sull'appetibilità dello strumento finanziario messo a disposizione delle imprese". Cosa dice quest'anno? "Sono state presentate due istanze di agevolazione, conclusesi con esito positivo", ma non dice nulla rispetto al fatto che la situazione non si è modificata e anche qui ragioni sicuramente validissime. Sono state ricopiate praticamente le quattro righe, è stata tolta solo la parte contenente l'auspicio del 2010, e anche qui senza commenti.
Lo stesso vale per i ritardi dell'azione 1.4.1, si diceva che la Giunta doveva deliberare entro febbraio, ha deliberato a dicembre; pochi mesi, è vero, ma anche qui uno straccio di spiegazione per uno che è andato a leggersi le relazioni precedenti potrebbe esserci!
Vorrei capire perché non sono state presentate domande per l'azione 1.5.1. ai sensi della legge recante interventi a favore di imprese in difficoltà. La stessa cosa era avvenuta l'anno scorso; allora la legge non funziona, ci sono meccanismi da modificare? Questa è l'occasione per metterli in campo.
Il "copia ed incolla" dell'azione 2.2.1 non l'ho capito, non risponde ai propositi scritti l'anno prima.
Ci saranno valide ragioni, perché "nel 2011 non sono stati effettuati impegni di spesa" nell'azione 3.1.7, quella che è stata richiamata dal collega Chatrian. È questa un'azione del tutto nuova rispetto al 2010. Visto che si tratta di una legge regionale entrata in vigore il 14 giugno 2011, forse non sono stati effettuati impegni di spesa, ma la Finaosta ha ricevuto delle domande? Fateci capire se comunque questa nuova legge può funzionare o meno, anche perché così potremmo, come Consiglieri regionali, intervenire sulle criticità.
Riassumendo, per non farla lunga, come facciamo a proporre eventuali modificazioni come dice la legge se non conosciamo i dati, le ragioni, i motivi che hanno rallentato ed impedito processi innovativi e come facciamo ad interpretarli se non ci aiuta la struttura competente? Se non ci accompagna in questo processo di valutazione? Assessore, non conosco a fondo il programma triennale e tutto ciò che si muove attorno ad esso, quindi le difficoltà che ci sono in una situazione così difficile come quella che stanno vivendo tutti gli assessorati e il suo in questo particolare momento più di altri. Se leggo l'azione 1.3.2, "Sostegno ai consorzi", pagina 4: "Nel 2010 è stato concesso un contributo di 80.000 euro, nonché un mutuo di 1.301.977 euro ad un consorzio di artigiani insediatosi nell'area Espace Aosta, ai sensi della legge n. 6/2003. L'insediamento di questa nuova realtà imprenditoriale contribuirà in modo significativo al popolamento dell'area ex Cogne".
Leggiamo la relazione di quest'anno: "Nel 2011 non sono pervenute domande relative alla concessione di contributi o finanziamenti da parte di consorzi". Allora dove è finito l'auspicio che questa realtà "contribuirà in modo significativo al popolamento dell'area ex Cogne"...ci vuole indicare alcune ragioni perché questo non si è verificato? Perché si possa discuterne e verificare se non ci sono possibilità concrete e, assieme alla struttura competente e alle forze sociali, studiare cosa è possibile fare ancora. Ma questo percorso dovrebbe essere indicato proprio nella relazione. È naturale che un Consigliere si chieda come mai questo non si è verificato, come mai l'auspicio del 2010 non si è concretizzato. La ragione è la crisi, la liquidità, la fiducia che non c'è più? Altre due righe di commento rispetto a quanto precedentemente scritto credo fosse naturale per un dirigente che deve accompagnare il Consigliere nella lettura degli atti. Sarà poi compito del Consigliere documentarsi ulteriormente, cercare di capirne di più ed eventualmente presentare precise iniziative consiliari.
Ultimo richiamo. L'ultima pagina, così chiudiamo in bellezza, l'azione 6.2.2, il paragrafo dell'anno scorso è uguale a quello di quest'anno, lo leggo "le risorse finanziarie a disposizione non hanno permesso l'attivazione dell'azione come ipotizzata, poiché lo stanziamento è stato interamente utilizzato per assegnare i contributi annuali alle cooperative sostenute...". O questa è una ricopiatura mal fatta, oppure come è possibile che si sia verificata la stessa condizione e che questa non produca da parte della struttura interrogativi di sorta?
Assessore, i buoni propositi espressi a giugno sono, a mio parere, ancora validi oggi, ma, per diventare concreti, la relazione sullo stato di avanzamento del programma triennale deve essere completamente ripensata. La struttura competente dovrebbe in questo documento, oltre a relazionare sull'avanzamento dei progetti rispetto agli obiettivi, stato attuale, rispetto dei tempi e dei costi - cose giustissime -, sottolineare in alcuni passaggi le analisi delle criticità, dei problemi e dei rischi e lo stato delle azioni precedentemente innovate ed approvate che non hanno portato consistenti modificazioni. Insomma la struttura dovrebbe condividere con la Giunta regionale queste informazioni orientative da presentare al Consiglio per la futura programmazione; informazioni puntuali per intervenire, da inserire nella relazione, e poi lei, Assessore, nella sua introduzione dovrebbe richiamarsi a queste criticità, e indicare quelle azioni che hanno l'obiettivo di superarle. Tutto ciò nello spirito della legge, individuando quegli aggiustamenti che in una programmazione sono necessari. Come fa la politica ad assumere le decisioni necessarie per invertire una rotta non precisa se non possiede quelle informazioni e quegli elementi utili a delineare un percorso di innovazione o di cambiamento? In questo senso, a mio giudizio, questa relazione non ha regolarmente svolto il compito assegnato. Lo dico non perché costretto dal mio ruolo di opposizione, io lo avrei fatto lo stesso, forse non nell'aula consiliare, segnalandole queste mie note direttamente con un incontro nel suo ufficio. La politica ha sempre più bisogno di migliorare e puntualizzare la sua azione quotidiana, ma, per fare questo, ha bisogno del lavoro preciso e propositivo delle strutture regionali e mi sembra che in tale occasione tale aiuto non sia stato dato.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
Collega Rigo, la ascolto sempre con grande attenzione, intanto perché le riconosco l'onestà intellettuale e la pacatezza per andare nel merito delle cose. Mi permetto di segnalarle però che una lunga parte del suo intervento si è orientata ad una critica a questo piano, cioè sulla sua comprensibilità per i Consiglieri regionali e quindi sulla necessità di rendere più trasparenti le relazioni e dare modo al Consiglio di valutare meglio le occasioni o le lacune che questo piano possa presentare. Mi permetto di dirle che ho cercato di leggere il piano con gli occhi del cittadino, lo dico perché con altrettanta onestà intellettuale con l'Assessore abbiamo avuto una serie di incontri, per condividere non tanto la quantità o la qualità delle risorse, perché, quando si parla di mettere sul rilancio e sul sostegno all'economia, sullo sviluppo tecnologico, sull'informatizzazione, sul miglioramento amministrativo delle aziende, cioè sul sostegno aggiuntivo alle imprese per circa 54.000.000 di euro, tutto possiamo dire meno che questo Consiglio non abbia attenzione o volontà concreta in termini di risorse per affrontare le tematiche dello sviluppo dell'economia, del lavoro e dei processi di crescita di questa comunità. Certo, possiamo auspicare che le risorse possano aumentare, abbiamo però chiaro tutti nella consapevolezza della spending review che, se vogliamo mantenere certe quantità di milioni di euro per il rilancio dell'economia, è evidente che le spending review dovranno essere fatte con molta attenzione per liberare risorse e mantenere impegni così imponenti per quanto riguarda lo sviluppo.
Se vogliamo fare una critica costruttiva - lo dico perché con l'Assessore ne abbiamo parlato più volte ed è un tema sul quale l'Assessore si sta impegnando parecchio -, è che questo piano evidenzia in maniera palese non tanto la sua indecifrabilità per quanto riguarda l'analisi degli effetti di tale piano in maniera concreta agli occhi dei consiglieri per la sua approvazione o per la sua critica, ma la complessità dei rivoli sul quale questo piano è strutturato. Le faccio un esempio concreto in termini di numeri: il piano indica sei assi operativi, i rivoli nei quali i 54.000.000 si distribuiscono sull'economia valdostana sono 51; i protagonisti della gestione amministrativa e burocratica dei processi delle domande presentate dalle aziende, dagli imprenditori, dalle valutazioni degli uffici tecnici, dall'elaborazione delle valutazioni e dall'approvazione o dalla negazione dei contributi, degli incentivi o degli investimenti sono almeno otto: Finaosta, Assessorato, VDA Structure, COA, CELVA, ARPA...abbiamo una moltitudine di soggetti che devono in qualche modo valutare la coerenza fra gli investimenti messi a disposizione da questo Consiglio e l'opportunità che le imprese hanno di beneficiare di questa volontà politica. Se vogliamo trovare - ti utilizzo, Gianni, perché così il confronto diventa più costruttivo per tutti - un punto di analisi migliorabile, è che dovremmo fare testi unici per dare l'opportunità alle imprese di avere un unico interlocutore con unici processi semplici, con tempi certi e con la fine di quella operatività che porta le imprese magari a non conoscere l'entità delle opportunità che la Regione mette a disposizione. Perché lei può fare dieci interviste a dieci nuove imprese, nove di queste neanche sanno che esistono gli investimenti a disposizione, e non è che nel piano non sia dettagliato cosa si fa per informare le imprese per...c'è evidentemente, dobbiamo lavorare per migliorare l'informazione e cioè che quelle informazioni di disponibilità economica, di capitale e di investimento arrivi a chi magari in un momento di crisi come questo abbia la follia di pensare di aprire un'azienda con una partita IVA e di mettersi in proprio. È cosa che tutti noi stiamo auspicando, anzi incentivando e promuovendo, primo concetto.
Secondo: uno sforzo su cui dovremo lavorare - e lo dico perché l'Assessore ne è consapevole -, su questo sta lavorando con i suoi uffici e sarà quello che vedremo fra pochi mesi in termini di miglioramento sostanziale di operatività del piano...sono i protagonisti che si interfacciano con le imprese o con i potenziali imprenditori. La babele della burocrazia disincentiva oggettivamente chiunque abbia voglia di affacciarsi al mondo dell'economia e di ricevere, come abbiamo predisposto, i contributi per poterlo fare, ma non è che lo fa, perché c'è la cattiva volontà da parte dell'Amministrazione, perché chi ha avuto l'esperienza come me e come molti di voi, sollecitati da imprese ed imprenditori ad accompagnarli nei meandri della burocrazia, di interfacciarsi con gli apparati, sa che ci sono persone gentilissime, preparatissime, tecnicamente ineccepibili, ma che diventano muri di gomma su cui si rimbalza con una documentazione e, se non c'è l'intercessione di chi conosce i meandri della burocrazia, il semplice imprenditore, ancor peggio se giovane, in quei meandri si perde. Allora quello che dobbiamo fare, collega Rigo, è sostenere l'Assessore in questo processo di semplificazione e semmai aiutare i 54.000.000 di euro, che speriamo si possano ridestinare anche per gli anni prossimi, ad arrivare esattamente laddove noi vogliamo che arrivino, evitando che dal cervello agli estensori operativi del processo si intermedino gangli, procedure e barriere che alla fine rendono inefficiente il sistema, anche se dobbiamo rilevare che l'impegnato è stato totalmente utilizzato. Si sta lavorando quindi per migliorare i processi di burocrazia e di semplificazione per fare in modo che sia conosciuta l'entità delle risorse messe a disposizione; qui c'è un lavoro con il CELVA e spero che quest'ultimo diventi un interlocutore territoriale sensibile per far sì che ogni Comune possa essere un'interfaccia per chiunque voglia, in qualsiasi parte della Valle d'Aosta, aprire qualcosa e possa dargli risposte in tempo reale. Queste sono le tematiche sulle quali noi ci dobbiamo impegnare: fare in modo che con la spending review si mantengano le risorse o si riducano il meno possibile, perché la sfida della competitività del nostro tessuto economico si gioca su queste partite: fare in modo di semplificare i processi ed aiutare anche chi questi processi li deve interpretare, in modo che le persone a cui vogliamo destinare le risorse possano utilizzarle al meglio e creare prodotto interno lordo. In questo magari evitando quegli approcci tecnocrati che in molti uffici di questa amministrazione ci sono, per i quali l'investimento viene concesso se si garantisce il risultato, che è una follia nei termini, perché, se uno sapesse di avere un risultato certo, non direbbe: "io investo a rischio del mio capitale!". Se ci fosse rischio zero, lo farebbero tutti, tutti si licenzierebbero dalla Regione, tutti farebbero gli imprenditori, perché, se il rischio è zero, c'è la certezza del risultato e di conseguenza utili e fatturato in crescita. Siccome così non è, bisogna adeguare la struttura dell'amministrazione a calarsi in una realtà di difficoltà economica, dove la volontà politica è chiarissima in termini di investimenti per quanto riguarda il rilancio dell'economia, ne abbiamo avuto una testimonianza ieri da parte della maggioranza, anzi scusate da parte di tutto il Consiglio sulla situazione dell'Olivetti I-Jet, sulla quale torneremo a breve.
Credo che a nessuno sfugga che questo Consiglio è particolarmente attento e favorevole a rilanciare una cultura del mercato dell'economia e della sfida economica; dall'altra parte, dobbiamo fare tutti insieme uno sforzo di sostegno all'Assessore per fare in modo che i 51 rivoli nei quali i 54.000.000 finiscono possano essere leggermente migliorati in termini di velocità, efficienza e risultato. Noi di questo ci preoccupiamo, ringraziamo l'Assessore che si occupa quotidianamente di tale impegno ed auspichiamo, approvando tale piano nei suoi principi e nelle sue finalità, che questo possa comprendere anche nei prossimi mesi ed anni una migliore qualità ed efficienza, perché le risorse arrivino laddove vogliamo che arrivino.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo, per il secondo intervento.
Rigo (PD) - Caro Consigliere Lattanzi, credo di avere nel mio intervento dato pieno sostegno all'Assessore. Prima di tutto convenendo che questo non è un atto dovuto e quindi ringraziandolo per avere voluto riportare in Consiglio questo tema; poi ho sottolineato all'Assessore alcune debolezze che ho riscontato nella relazione, se la relazione deve avere quei propositi da lui enunciati. A mio avviso il rapporto fra la politica e le strutture deve migliorare e cambiare, altrimenti la politica continuerà a girarci in tondo. Ciò significa avere chiari i compiti: cosa deve fare la struttura e cosa deve fare la politica, in questo senso tale relazione non aiuta. Se interpretiamo correttamente lo spirito della legge, la legge dice all'articolo 2 che ogni anno c'è la possibilità di introdurre quelle innovazioni necessarie ai programmi, programmi che non possono essere immutabili in una situazione come quella che stiamo vivendo.
Non sono andato a discutere delle risorse, poche o tante; non sono andato a dire che un asse - mi riferisco all'asse 5 - rappresenta la metà di tutte le risorse del piano e di queste 2/3 sono riferite al bon chauffage, non mi interessa in questo momento discutere delle cifre: mi interessa discutere delle difficoltà che troviamo ogni giorno a dare gambe ad un programma che l'Amministrazione ha approvato.
Allora se la struttura non ci aiuta in questa opera di verifica, non solo segnalando cosa ha fatto e cosa non ha fatto ma proponendo azioni innovative noi non possiamo operare! Noi questa relazione dobbiamo leggerla con gli occhi del Consigliere, che ha la responsabilità di modificare ciò che non funziona e di dare un sostegno all'Assessore affinché questo avvenga, così come dice la legge.
In questo senso credo di avere dato un aiuto all'Assessore nel dire che la relazione va ripensata, che deve essere più utile alla Giunta e all'Assessore per introdurre nella sua introduzione alcuni elementi di novità. Utile al Consiglio perché noi possiamo avere uno strumento che ci consenta di fare delle iniziative, senza essere costretti ad andare in commissione a chiedere all'Assessore come mai questo non si è realizzato. Questo è lo spirito del mio intervento alla luce della lettura della relazione. Una lettura forse viziata da un mio modo di fare politica, non più corrispondente alla realtà di oggi.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore alle attività produttive, Pastoret.
Pastoret (UV) - Grazie Presidente. Intanto grazie a tutti coloro che sono intervenuti, perché le cose che sono state dette rivestono un'utilità e le cose utili poi vanno sempre impiegate, però dovrei fare due considerazioni di carattere generale, poi non so se riuscirò nello specifico a rispondere a tutte le richieste che mi sono state fatte, perché non sono riuscito a prendere nota di tutte.
Qui bisogna capire se parliamo della relazione che c'è o di quella che vorremmo, perché, quando è stato presentato il piano triennale dell'industria e dell'artigianato nel 2010, io venni in quest'aula e dissi che, contrariamente al passato, tutto il lavoro era stato organizzato e fatto dagli uffici con un obiettivo: quello di eliminare le indagini sociologiche che venivano fatte in passato, per ragioni legate anche ad un modo di vivere la politica e l'amministrazione, di esperti che ci raccontavano com'era la Valle d'Aosta e alla fine si trovavano delle tabelle di sintesi. Siamo partiti dalla considerazione di fare delle tabelle di sintesi, accompagnate da una breve spiegazione dall'inizio alla fine, perché tutti potessero avere un dato reale ed effettivo rispetto alla situazione. Nel documento iniziale ci sono però un po' di dati, che sono gli stessi che tutti coloro che hanno seguito le giornate dell'economia, le relazioni della Banca d'Italia, eccetera, hanno potuto trovare come rispondenti: andamento demografico, persone attive, persone non attive, con tutta una serie di quadri di raffronto. Questo doveva servire a dare un'idea di carattere generale della situazione. Ha ragione il collega Rigo quando dice che tutti gli anni si replica lo stesso schema, perché l'intenzione era di replicare quello schema, avendo un parallelismo che avesse sempre una stessa rispondenza dall'inizio alla fine e in questo schema poi si inseriscono eventuali novità. Ci sono delle ripetizioni, me ne sono reso conto pure io, perché l'esercizio di fantasia nella descrizione di certi aspetti è limitato. Lo schema del piano triennale quindi è questo e lo schema della presentazione in Consiglio pure è questo.
Oggi nel mio intervento, in premessa ho detto una cosa: che non è questo un trattato, ma uno strumento che consente attraverso la lettura delle cifre di avere delle informazioni. Consapevole però di tutto questo, del fatto che l'immediatezza di queste cifre non può essere colta da tutti, avevo detto in conclusione che da tali dati è possibile estrapolare analisi e valutazioni, ma che essi possono essere implementati con tutte le informazioni del caso da parte degli uffici dell'Assessorato, ai quali tutti i Consiglieri hanno libero accesso. Se si vuole poi avere qualcosa di più completo puntualmente riferito ad alcuni punti, non ho problema a produrre tutto questo in commissione, ma voglio dire che il tutto era stato organizzato in tale modo. Valida o no questa struttura lo vedremo, perché nel 2013 dovremo presentare il nuovo piano triennale dell'industria e dell'artigianato.
Detto questo, ribadisco che il piano è lo strumento che consente di avere l'intera visione degli investimenti; forse abbiamo avuto una visione limitata, ma ci sembrava utile far vedere come, rispetto alle disponibilità di bilancio, ci fosse la capacità nel corso dell'anno di impegnare le risorse e anche di dare esecuzione a tale programmazione. Ovviamente questo è uno strumento operativo dell'insieme delle leggi e delle disposizioni di settore e traduce quelle leggi.
Sul perché ci sono domande in meno, la domanda di Rigo non è banale, ma è anche vero che tutto questo a volte è regolato dai problemi delle imprese. Spingerci a fare un'analisi più approfondita è possibile, a volte fra di noi lo facciamo con gli uffici, ma non è che riusciamo sempre ad indagare in modo approfondito il tutto.
Vorrei però ricordare qualche positività del piano, perché oggi ho parlato degli incontri che sono stati fatti con le aziende nel tentativo di capire quali sono gli andamenti da parte delle imprese.
Ora, sono molti i punti che avete chiesto di chiarire, pregherei i colleghi Chatrian e Rigo, dove non risponderò, di farmi avere questi punti e io vi fornirò i dati.
Collega Chatrian, però, per quanto riguarda gli incentivi sulla ricerca, Pont-Saint-Martin e Aosta rappresentano due poli di inserimento di start up, Châtillon ho detto in Consiglio che ha una prospettiva futura rispetto a quella ipotesi di insediamento e certamente, se quella sarà l'ipotesi di insediamento, saremo ben lieti di dire che all'interno di quell'area per le imprese in start up o che si appoggeranno sulla ricerca potremo determinare tali incentivi visti gli effetti positivi che questi hanno prodotto da altre parti.
Mi sono state fatte due domande sia da Rigo sia da Chatrian sul punto 3.1.7, questo riguarda la legge sulle nuove imprese innovative approvata nel giugno 2011, ma le disposizioni applicative che siamo venuti a presentare in commissione nel mese di ottobre sono entrate in vigore alla fine dell'anno. Questa è la ragione per cui quella azione, pur riportata e ricordata perché era un'azione non ancora esistente nel 2011, non ha sortito effetti sul piano economico-finanziario, perché questo è il dato che noi trasportiamo nella relazione che presentiamo al Consiglio. Magari ci sono trenta imprese che sono interessate, anzi molte di queste sono venute a chiedere informazioni e, se sarà necessario, terremo conto e faremo la spunta precisa di tutte...
(interruzione del Consigliere Segretario Rigo, fuori microfono)
...capisco quello che lei vuole dire, ma mi sembra un surplus, ovviamente come lui esagera un po', esagero anch'io, se mi consente, però ci siamo capiti su questo.
Credo non sia il caso di soffermarmi ancora tanto e troppo, perché rischierei di entrare in un'analisi complessiva del mondo del lavoro, ma voglio rispettare il senso della relazione del piano triennale, che ha un compito preciso che traduco in due parole: dire quali sono le regole alle quali l'Amministrazione si rifà, quali sono le somme che sono ammesse a finanziamento, qual è il fine del percorso di tutte queste cose, se vengono impegnate, come e in che modo. Se poi la necessità è quella di far sapere con maggiore dovizia di particolari quali sono le destinazioni e i percorsi di queste cose, ne prendiamo atto, lo accettiamo come suggerimento e non ci sottraiamo al fatto di doverlo dettagliare maggiormente per il prossimo futuro.
Chiudo ringraziando tutti per gli interventi, vi chiedo di farmi avere le eventuali richieste di chiarimento e con una richiesta che rivolgo al Presidente del Consiglio e ai colleghi: visto che ieri abbiamo incontrato i lavoratori dell'Olivetti I-Jet, visto che è stata presentata una risoluzione ampiamente esaminata dalle varie forze politiche, se fosse possibile discuterla adesso, giungendo ad una rapida approvazione del documento, di modo che si dia soddisfazione a chi lo ha proposto e anche rassicurazione ai lavoratori interessati. Grazie.
Presidente - Il Consiglio prende atto della relazione.
Il Consiglio
Premesso che:
- la Giunta regionale con deliberazione n. 1188 dell'8 giugno 2012 ha approvato lo stato di avanzamento al 31 dicembre 2011 del programma triennale dell'industria e dell'artigianato approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 1095/XIII in data 10 marzo 2010, disponendone la presentazione al Consiglio regionale;
- l'Assessore alle attività produttive ha presentato all'attenzione del Consiglio regionale la relazione allegata alla deliberazione n. 1188/2012, "Programma triennale dell'industria e dell'artigianato - Avanzamento al 31 dicembre 2011", in merito allo stato di avanzamento fisico e finanziario del programma triennale dell'industria e dell'artigianato della Regione autonoma Valle d'Aosta per il periodo 2010-2012, così come previsto dal programma medesimo.
Prende atto
della relazione stessa.
Relazione
(omissis)