Oggetto del Consiglio n. 2511 del 11 luglio 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2511/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla problematica dei costi per il perfezionamento delle pratiche espropriative da parte degli enti locali per la realizzazione di opere pubbliche".
Interpellanza
Richiamata la mozione 40/08 del 12 settembre 2008 relativa agli spropositati costi che le amministrazioni pubbliche devono sostenere a diverso titolo per il perfezionamento della registrazione delle aree espropriate per interventi di pubblica utilità;
Preso atto che ad oggi nulla è cambiato in merito malgrado l'impegno congiunto dei parlamentari valdostani, dell'U.N.C.E.M., dell'A.N.C.I. che in tempi diversi avevano cercato di rimuovere questo paradosso;
Considerato che in fase di audizioni in commissione del disegno di legge 192 "Disposizioni in materia di riordino fondiario", i rappresentanti degli ordini professionali hanno evidenziato che tale problematica avrà delle pesanti ricadute per quanto riguarda i trasferimenti delle proprietà nel contesto dei riordini fondiari;
Preoccupati che tale situazione, allorché non si trovi una soluzione adeguata, potrà vanificare le finalità della legge in materia di riordino fondiario, nonché continuare a gravare sulle finanze degli enti pubblici, già fortemente penalizzati dalle sempre più ristrette disponibilità finanziarie;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per conoscere quali sono gli intendimenti del Governo regionale in materia.
F.to: Giuseppe Cerise - Chatrian - Patrizia Morelli
Presidente - La parola al Consigliere Giuseppe Cerise.
Cerise G. (ALPE) - Merci M. le Président.
Già nel 2008 avevamo presentato una mozione sull'argomento in oggetto, allora indirizzata al Presidente della Regione in quanto ritenevamo l'argomento di interesse più generale, poi l'intervento è stato fatto dall'Assessore Lavoyer in qualità di Assessore alle finanze. La cosa non ci ha per niente disturbati, quello che pensavamo era questa volta di non aver sbagliato il destinatario, visto che oggi il Presidente occupa saldamente ancora le due poltrone, quelle di Presidente e di Assessore, invece mi pare di aver capito che sarà l'Assessore Isabellon a rispondere. La mozione approvata allora all'unanimità impegnava il Presidente della Regione ed invitava i Parlamentari valdostani ad intervenire con urgenza per riprendere tutti i contatti necessari ai vari livelli, per creare un'azione comune fra tutti i soggetti interessati atta ad individuare una soluzione adeguata al problema. Impegnava inoltre ad informare questa Assemblea sul processo delle iniziative assunte.
Avevamo anche ricordato che il Consiglio permanente degli enti locali aveva in merito approvato una risoluzione e che nella precedente legislatura i Parlamentari valdostani, di concerto con l'UNCEM e il Consiglio ANCI piccoli Comuni, avevano ipotizzato di risolvere il problema nel quadro del disegno di legge allora in via di elaborazione sulla montagna, che doveva essere integrato con quello che prevedeva misure a favore di piccoli Comuni. Purtroppo lo scioglimento anticipato delle Camere ha spezzato questa apprezzabile dichiarazione di intenti e dobbiamo registrare che l'impegno assunto nella mozione del 2008 è stato disatteso, in quanto nessuna informazione in merito è stata fornita a tale Assemblea, salvo una e-mail dell'Onorevole Nicco che vi leggo: "Caro Pino, come da accordi, ti invio copia dell'emendamento che cercheremo di inserire in qualche provvedimento a cui possa essere agganciato". Sostanzialmente l'emendamento citava: "fino ad agevolare la regolarizzazione e l'aggiornamento dei pubblici registri immobiliari, determinandone la corrispondenza rispetto all'effettiva titolarità dei diritti reali, i piccoli Comuni beneficiari nell'espropriazione a seguito delle procedure previste dal decreto del Presidente della Repubblica, Testo unico disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione di pubblica utilità, sono esentati dagli oneri e dalle imposte relative all'operazione di trascrizione presso l'Ufficio del registro immobiliare e dall'operazione di trascrizione e di voltura del catasto nei libri censuari". Nota a margine: c'era in subordine l'alternativa, che era quella che era già stata studiata come possibile inserimento nella legge sulla montagna, che citavo prima, e che condividevamo anche perché in termini di principio era più facile che trovasse accoglimento: "in alternativa alla proposta sopraindicata, seppure di minore soddisfazione da parte degli enti, si potrebbe proporre una norma che stabilisca che, a fronte di un decreto di esproprio, che prevede distinti trasferimenti immobiliari in capo a soggetti diversi, la tassazione sulle operazioni di registrazione, trascrizione e voltura sia determinata per atto generale e non per singolo trasferimento", tanto per capirci sulla pratica espropriativa nel suo contesto. Questa nostra interpellanza si richiama alla mozione citata, nella quale definivamo un paradosso quell'onere di registrazione e trascrizione che citavo prima per le pubbliche amministrazioni, perché il perfezionamento di quelle pratiche espropriative - avevo fatto al momento della discussione della mozione alcuni esempi illustrativi - vedeva l'Amministrazione pagare un'imposta globale di 588 euro per registrare al proprio patrimonio una frazione indennizzata al proprietario di 50 centesimi; se questo non è un paradosso, non so come si possa definire! Avevo portato un esempio pratico della realizzazione di una strada nuova, dunque non si trattava di piccoli frazionamenti, ma di appezzamenti di una certa dimensione: a fronte di 15.000 euro di indennizzo ai proprietari dei terreni agricoli, le spese di registrazione erano 90.000, lascio a voi fare le dovute considerazioni...fatti salvi i Comuni più solerti che avevano all'epoca beneficiato del contributo del 90 percento previsto dalla legge n. 26/2007, che aveva un limite sia temporale, il triennio 2007-2009, che finanziario, in quanto erano 600.000 euro le cifre allocate per soddisfare queste esigenze...cito l'esempio di un comune che conosco senza farne il nome, dove l'ammontare dell'onere nel triennio era pari a 315.000 euro. Lascio a voi giudicare quante pratiche potevano essere soddisfatte con quelle disponibilità che erano di 600.000 quando un Comune superava già più del 50 percento della disponibilità. Preciso che il 90 percento del contributo previsto rappresentava il balzello che lo Stato incassava dalla Regione e che in virtù del riparto veniva trasferito alla Regione, allora nella misura dei 9/10, oggi 10/10.
Nella presentazione della mozione avevamo dimenticato un tassello importante, e qui entra la competenza specifica dell'Assessore Isabellon, che era quello legato alla trascrizione di quella che sarà la nuova ridefinizione catastale dei riordini fondiari; questo problema era emerso in audizione in commissione con i rappresentanti degli ordini professionali. Siamo certi che l'Amministrazione regionale troverà la soluzione appropriata in merito, altrimenti, se si dovesse pagare un'imposta di registrazione, che nella maggior parte dei casi sarebbe superiore al valore del bene che si acquisisce, qualche piccolo problema potrebbe sorgere, ma su questo torneremo quando discuteremo la legge sul riordino fondiario, presentando anche un ordine del giorno. Fatta questa premessa, quello che ci preme capire è quali sono gli orientamenti della Giunta in merito e, sebbene con ritardo, avere quelle informazioni oggetto dell'impegno della mozione del 2008. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - Grazie Presidente.
Il collega Cerise nell'illustrazione ha già ricordato che questo tema ha un carattere interdisciplinare, cioè, se si risponde in maniera diversa da una volta all'altra, è anche legato a tale aspetto. Il contenuto in questo caso per una parte riguarda l'Assessorato dell'agricoltura per il tema dei riordini fondiari e sul primo aspetto risponderò a seguito di riflessioni che sono state fatte dal Patrimonio. Come già sottolineato anche in occasione della richiamata mozione del 2008, l'interpellanza per la parte relativa ai costi espropriativi fa riferimento a degli oneri per i quali vige l'esenzione solo per gli atti ablativi di competenza statale. In effetti, per quanto riguarda l'imposta di registro, l'articolo 57, comma 8, del decreto del Presidente della Repubblica n. 131/1986: "Approvazione del testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro" ne stabilisce l'esenzione per gli atti ablativi se espropriante o acquirente è lo Stato. Per le imposte ipotecarie e catastali la stessa esenzione, se l'atto è a favore dello Stato, è prevista dall'articolo 1, comma 2, e dall'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 347/1990: "Approvazione del Testo unico delle disposizioni concernente l'imposta ipotecaria e catastale". Nel caso in cui il trasferimento avvenga a favore di enti pubblici territoriali, che è l'oggetto che stiamo trattando, Comuni, Province e Regioni, l'imposta di registro e l'imposta ipotecaria sono previste nella misura fissa, mentre per le volture catastali è prevista l'imposta del 10 per mille sul valore dei beni immobili; tutti gli enti pubblici territoriali pertanto sono esclusi dall'esenzione.
Per ovviare a quello che in certi casi, come quelli richiamati dal collega Cerise, si configura come un paradosso: l'esborso di più di 500 euro di oneri accessori a fronte di indennità irrisorie di esproprio, ci sono due strade percorribili: o decidere come Amministrazione regionale di farsi carico degli oneri accessori per gli espropri dei Comuni, a proposito il Dipartimento degli enti locali chiarisce che con la prossima legge finanziaria regionale 2013-2015 potrebbero essere previsti, previa approvazione di apposita disposizione, eventuali interventi finanziari a favore degli enti locali per gli oneri accessori conseguenti all'acquisizione di beni immobili mediante procedura espropriativa ordinaria fra i trasferimenti con vincolo settoriale di destinazione di cui all'articolo 25 della legge regionale n. 20/1995 (Interventi regionali in materia di finanza locale); l'altra possibile strada è ribadire e rafforzare l'impegno congiunto dei Parlamentari, l'UNCEM, l'ANCI, ricordato anche nell'interpellanza, per ottenere l'esenzione prevista per l'espropriazione di competenza statale, questa è un'azione che possiamo sollecitare, ma riguarda vari tavoli.
In risposta alla parte seconda, quella che riguarda la materia dei riordini fondiari e i relativi costi di trasferimento delle proprietà, che sarà ripresa durante l'esame del disegno di legge, si può riferire che le osservazioni degli ordini professionali hanno evidenziato che l'articolo 12, comma 2, del disegno di legge n. 192 prevedeva l'applicazione dell'articolo 5 bis della legge n. 97/1994: "Nuove disposizioni per le zone montane". Ai sensi di detto articolo, il trasferimento coattivo delle proprietà per mezzo del decreto del Presidente della Regione è esente da imposta di registro, ipotecaria, catastale e di bollo solo nel caso in cui trattasi di imprenditori agricoli professionali (IAP) e di coltivatore diretto che aderisce al compendio unico. Gli altri proprietari sono soggetti a tassazione ordinaria, ovvero imposta di registro 15 percento, imposta ipotecaria 2 percento, imposta catastale 1 percento, bollo 230 euro. La proposta degli ordini professionali in caso di trasferimenti di proprietà nell'ambito di riordini fondiari era tesa all'ottenimento delle esenzioni fiscali anche per i singoli proprietari, non gli IAP, né i coltivatori diretti; questi rappresentano una percentuale variabile nell'ambito dei proprietari interessati al riordino fondiario, quello dipende dalle situazioni in campo.
Il Servizio legislativo, in sede di valutazione delle discussioni emerse durante le audizioni in III Commissione, riferisce che, alla luce di una prima riflessione e salvo ulteriori approfondimenti, ritiene che la strada della norma interpretativa non appare percorribile. La materia disciplinata dall'articolo 5 bis della legge sulla montagna rientra fra quelle sulle quali lo Stato ha potestà legislativa esclusiva, sulla quale la Regione non ha poteri di intervento neppure con norma interpretativa. L'interpretazione prospettata peraltro si configurerebbe come interpretazione praeter legem e non contra legem, considerato che, a quanto consta, la volontà del legislatore statale era quella di circoscrivere ad ipotesi tassative i vantaggi fiscali, andando oltre a quanto disposto dal legislatore statale che parla esclusivamente di coltivatori diretti e imprenditori agricoli, onde l'ineludibile illegittimità costituzionale con ricadute sulla fiscalità generale non previste dal legislatore statale. Occorre ricordare in merito che, ai sensi della legge n. 32/2007, articolo 66, comma 2, ai consorzi di miglioramento fondiario, costituiti ai sensi del regio decreto n. 215/1933, possono essere concessi aiuti fino ad un massimo del 100 percento delle spese accessorie, oneri fiscali inclusi, inerenti ai trasferimenti dei diritti reali per fondi siti in comprensori di riordino fondiario. Pertanto anche per gli oneri fiscali che dovranno essere sostenuti dai consorzi si potrà beneficiare del contributo ricordato in precedenza, così come per qualsiasi altro costo inerente al progetto del piano di riordino fondiario e dei lavori di miglioramento fondiario efferenti, quindi il 100 percento.
Presidente - La parola al Consigliere Giuseppe Cerise.
Cerise G. (ALPE) - Ringrazio l'Assessore per la sua cortese risposta, una buona parte però la poteva evitare, perché sapevamo benissimo chi erano i soggetti che dovevano pagare e quelli che erano esentati. Il problema era diverso, volevamo capire quali intendimenti ci sono per il futuro di tale aggiornamento e per questo non posso rivolgermi a lei, perché non ne deve portare la croce, ma dal 2008 al 2012 nessuno si è sognato di informare come era l'impegno della mozione se c'era stato qualche passo avanti.
Si ipotizza per quanto riguarda i consorzi che sia l'Amministrazione regionale e qui ci sta dal punto di vista pratico una doppia partita di giro: una dallo Stato e una dalla Regione, perché lo Stato incasserà dal consorzista, verserà alla Regione i 10/10 a compensazione dell'onere, diciamolo così, il 10 percento in più dell'onere burocratico che dovrà sopportare per istruire la pratica, per arrivare di nuovo a chi aveva sborsato la cifra. Possiamo bene capire che non sarà facile risolvere questo problema ed evitare tale giro vizioso, ma credo che per chi paga per poi aspettare qualche anno per vedere di ritorno quanto aveva pagato, con tutto quello che aveva comportato in termini di oneri più generali, questo non va sicuramente nell'ottica della semplificazione, ma questa non è una responsabilità dell'Amministrazione regionale. Credo che questo problema - e speriamo che in fase adesso di discussione della legge sul riordino fondiario si affronti - vada risolto, ma non unicamente per i consorzi per il discorso della nuova ridefinizione delle proprietà all'interno del riordino dei consorzi, ma anche per le pubbliche amministrazioni. Alcune cifre che ho citato in termini di esempio mi sembra che rappresentino in modo molto chiaro qual è la situazione e io vorrei, sarebbe anche un bene, che l'Amministrazione regionale facesse una ricognizione di tutte quelle opere dei Comuni che magari da 10-15 anni non sono mai state regolarizzate dal punto di vista della trascrizione, perché per i Comuni che non hanno potuto beneficiare, come dicevo prima, della legge n. 26/2007 voleva dire impegnare il bilancio per alcuni anni, tanto per essere molto chiari. Su questo una soluzione la si dovrà trovare, io come Sindaco, al di là di una prima parte su cui ho potuto beneficiare della legge citata, mi sono rifiutato, perché avrei prosciugato le risorse del bilancio comunale per soddisfare la registrazione di opere eseguite nel tempo, ma credo che nell'ottica dell'amministrazione, che dovrebbe essere quella del buon padre di famiglia, spendere 588 euro per iscrivere al patrimonio del Comune un bene che vale 50 centesimi...mi pare che la Corte dei Conti dovrebbe chiedere i danni, perché sicuramente non è stata l'azione del buon padre di famiglia. Grazie, Assessore, e veda con i suoi colleghi di Giunta di approfondire questa problematica e di informarci degli eventuali progressi che tale iter può fare.