Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2455 del 6 giugno 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2455/XIII - Interpellanza: "Risultati conseguiti dalla stipulazione dell'accordo e della convenzione quadro tra la Regione e la Camera valdostana delle imprese per la competitività dell'economia e del sistema delle imprese in Valle d'Aosta".

Interpellanza

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 2799 in data 12 ottobre 2007, in applicazione della quale la Regione e la Camera Valdostana delle Imprese e delle Professioni hanno sottoscritto un Accordo quadro, ai sensi dell'art. 1, comma 1 e dell'art. 2, comma 1, lettera i) della l.r. 7/2002, "...per la competitività del territorio e del suo sistema economico quale strumento di raccordo strategico e operativo di durata quinquennale, finalizzato a valorizzare le competenze di programmazione e gestione, al fine di rendere sistematica la convergenza fra i rispettivi percorsi di programmazione delle attività e delle risorse e realizzare una crescente integrazione su obiettivi di sviluppo prioritari e condivisi";

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 2330 in data 3 settembre 2010 con la quale veniva approvata la stipula di una Convenzione quadro triennale tra la Regione e la Chambre, ai sensi dell'art. 1, comma 1 e dell'articolo 2 comma 1, lettera a) e lettera i) e comma 3 della l.r. 7/2002, "...anche in funzione di una migliore attuazione del predetto accordo quadro,... e per estendere e qualificare ulteriormente la propria collaborazione, accrescendo la reciproca convergenza strategica e operativa per elevare la competitività dell'economia e del sistema delle imprese in Valle d'Aosta...";

Considerato che, dalla lettura dei due atti amministrativi e degli ambiti e delle materie interessanti l'Accordo quadro e la Convenzione quadro, che sembrano alquanto diversi e non sovrapponibili, non si capisce come siano stati costruiti il coordinamento e la sinergia nella loro concreta attuazione;

Ricordato che lo strumento di monitoraggio dell'Accordo quadro è un'attività di informazione e che la verifica dello stato della sua attuazione viene effettuata almeno una volta l'anno mentre la modalità di attuazione della Convenzione quadro avviene attraverso la predisposizione di un Piano Operativo Annuale;

Sottolineato che con le deliberazioni della Giunta regionale n. 3410/2010 e n. 2509/2011 sono stati approvati i piani operativi annuali 2011 e 2012;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per conoscere:

1) se l'Accordo quadro e la Convenzione quadro sono due percorsi a sé stanti o se il generico richiamo all'Accordo quadro nelle premesse alla citata deliberazione della Giunta regionale n. 2330/2010 che approva la Convenzione, significa che l'una è lo sviluppo dell'altro; in ogni caso, non si comprende il non coincidente periodo di validità dell'Accordo quadro (novembre 2012) e della Convenzione (ottobre 2013): tacitamente l'Accordo è stato prorogato di un anno per uniformare la durata dei due atti;

2) il contenuto delle relazioni di verifica effettuate e le eventuali convenzioni attuative stipulate in base all'articolo 3, commi 2 e 3 dell'Accordo quadro;

3) se è intenzione della Regione riferire nella competente Commissione consiliare sui risultati/ricadute ottenuti con l'approvazione di questi documenti e le prospettive per una loro eventuale riproposizione futura.

F.to: Rigo

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Al di là delle domande poste nell'interpellanza, comincio dalla fine, vorrei capire se e con quali tempi e modalità l'accordo, la convenzione e i piani oggetto, le ricadute di questa iniziativa saranno materia di analisi e di confronto in Consiglio regionale. È indubbio che favorire lo sviluppo di sinergie fra le competenze di programmazione, di indirizzo e di governo proprie della Regione e le funzioni della Camera valdostana delle imprese e delle professioni nel campo della tutela dell'interesse generale del sistema economico e sociale, sia un'azione quanto mai opportuna e condivisibile. Dotarsi di strumenti di raccordo strategico e operativo, come richiamato nelle deliberazioni della Giunta, ai fini di una piena valorizzazione delle competenze di programmazione e di gestione di due sistemi istituzionali, la Regione e la Camera, su qualificati progetti di sviluppo per elevare la competitività dell'economia valdostana e del sistema delle imprese in Valle d'Aosta, ed attrezzare così la nostra regione a competere in un sistema economico in continua evoluzione, mi sembra un'operazione da seguire con attenzione.

Tutto ciò detto, per evitare una distorta lettura dell'interpellanza, la nostra preoccupazione consiste nel raccordo fra questi documenti, le analisi, i risultati ottenuti e la più generale attività di questa Assemblea. Se è vero che le funzioni di programmazione, collegate a quelle di indirizzo politico, di cui il Consiglio regionale è contitolare, sono proprie di questa Assemblea, sembra doveroso chiedere quale legame c'è fra la convenzione quadro e l'accordo quadro, richiamato nelle premesse, e l'attività vera e propria del Consiglio regionale? Mi chiedo come può il Consiglio definire i suoi obiettivi programmatori e di indirizzo nel sistema economico, ancora di più in una fase così difficile come quella attuale, ancora delineata ieri nella Giornata dell'economia, se non conosce l'attività svolta, i risultati e le ricadute prodotte dalle iniziative intraprese dal Governo regionale in un arco temporale più lungo che non l'anno di calendario?

Non potendo conoscere tutto ho chiesto ad alcuni colleghi se conoscevano le risultanze di questi atti, sono andato anche a rileggere la relazione preparata dall'Assessore Pastoret per la consueta conferenza stampa di fine anno, ma non ho ottenuto né dai colleghi, né dalla relazione informazioni utili su questo argomento. Da qui il senso di questa nostra iniziativa. Non sarebbe il caso che di questi documenti una parte, quelli più pregnanti, se ne parlasse in commissione? Altrimenti mi chiedo cosa ci stanno a fare i consiglieri regionali? Come possono esercitare le competenze a loro attribuite se non possono conoscere e poi esplicitare le loro indicazioni? Ho l'impressione che, sempre più, negli ultimi 15 anni, il Consiglio regionale abbia progressivamente perso - come è stato richiamato questa mattina, ma più volte viene richiamato - sia il potere di indirizzo politico e di influenza sull'azione della Giunta, sia la fiducia dei cittadini rispetto a questa Assemblea. All'origine di questo cambiamento credo ci sia una trasformazione profonda della realtà politica, sociale ed economica nel cui ambito si è consumata la crisi dei partiti, delle forze politiche, della rappresentanza, accompagnata sempre più da un'insofferenza per il confronto, vissuto più come perdita di tempo che come arricchimento di tutti in vista dell'assunzione delle decisioni. Tutto ciò però non ha accelerato la capacità decisionale degli organi di Governo, questo vale per la nostra Assemblea, ma vale anche per il Parlamento. In Valle d'Aosta un piccolo segnale potrebbe essere - non certo adesso in fine di legislatura, ma forse durante la prossima campagna elettorale e subito dopo - un confronto e una rilettura seria sulle attribuzioni e sulle competenze del Consiglio regionale. Rivedere, con lo sguardo della realtà di oggi, la vecchia legge regionale di più di 30 anni fa, che regola l'attività degli organi regionali, cercando di riequilibrare e di trovare una ragionevole ed equilibrata modalità di collaborazione fra programmazione, indirizzo politico e gestione amministrativa, al di là dei dibattiti politici pur necessari.

Questo è lo spirito con cui abbiamo prodotto l'interpellanza: la centralità del Consiglio, la volontà di dare a tutti noi la possibilità di confrontarsi, di migliorare l'impatto che questo atto in particolare, questi strumenti, i piani, hanno avuto o avranno sul sistema economico e sociale valdostano. In questa direzione, si vuole conoscere qual è stata la strategia - perché nei documenti non possono essere evidenziate tali cose - che ha portato alla sottoscrizione della convenzione tre anni dopo l'accordo, con due legislature a cavallo; la convenzione è del 2010 e nel documento non ho trovato, oltre ai richiami di pragmatica, i motivi per cui si è reso necessario sottoscrivere con la Chambre un nuovo atto amministrativo. L'impressione è quella che la convenzione sia un atto dovuto, uno strumento propedeutico per la sostenibilità dei piani annuali: la convenzione è infatti sottoscritta a settembre, mentre il primo piano operativo è di novembre di quell'anno. Poche settimane per definire sette azioni e gli obiettivi. Per la pubblica amministrazione dei tempi lunghi la velocità con cui il piano è stato approvato dalla Giunta significa, a mio modo di vedere, che lo stesso era stato pensato prima ancora di scrivere la convenzione e che la stessa sia stata prodotta perché mancava l'atto necessario per legittimare i piani operativi. Niente di male, questo era doveroso, si deve fare, ma la mia curiosità è quella di capire qual è stato l'indirizzo politico che ha fatto seguire questo iter e questa strada, qual è l'indirizzo politico che sottende tutta l'operazione e che non può essere scritto nelle premesse di una deliberazione di Giunta. Io ho letto i piani 2011 e 2012. Al di là delle iniziative che poco ci azzeccano con la filosofia delle convenzioni, ci sono invece azioni sul turismo e sull'impresa che meriterebbero un'analisi ben più larga di quella che farà il Comitato di coordinamento all'uopo individuato, ma credo che anche l'organo politico dovrebbe assumersi i suoi oneri. È comunque un impatto mal contato di quasi 3.000.000 di euro in due anni, non sono grandi cifre, ma credo che in questo momento un maggiore approfondimento sia necessario.

Concludendo, non contesto né la forma, né il contenuto dei documenti al di là delle considerazioni ora fatte, ma voglio capire cosa hanno prodotto e se questo può essere oggetto di approfondimento e di confronto. Ripeto: abbiamo tutti la necessità di conoscere meglio la situazione valdostana e anche le ricadute politiche che gli atti assunti dall'Amministrazione in questi anni sono riusciti ad imprimere in tale situazione. Insomma credo che dalla conoscenza di tutti noi dipenda il fine che vogliamo dare alle azioni programmatiche di domani in un versante difficile come quello economico.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive, Pastoret.

Pastoret (UV) - Grazie Presidente.

Il collega Rigo parla di questioni alle quali non credo riuscirò a rispondere a tutte, perché pone un problema generale di architettura di sistema, per così dire, e mi si consentirà di non intervenire qui, perché questo presuppone un dibattito con altri e più numerosi interlocutori. Parto anch'io dalla fine: "se è possibile far girare le informazioni, in quale modo e se è possibile darle"; sotto questo punto di vista, la risposta già preparata è che non c'è alcun problema a venire in commissione a fare gli approfondimenti e credo che potrebbe essere un modo per superare una lunga e noiosa descrizione, che ora mi accingo a fare, ma che ridurrò vista la risposta alla parte terminale dell'interpellanza, che è quella di impegnarsi ad andare a fare ulteriori illustrazioni.

Salto le premesse sulla Chambre su come è nata, quali sono le sue funzioni, eccetera, perché farei delle ripetizioni pleonastiche, per dire che è stato stipulato ad ottobre 2007 un accordo quadro fra la Regione e la Chambre per promuovere la competitività del territorio e del suo sistema economico; questo era stato inteso quale strumento di raccordo strategico-operativo, finalizzato a valorizzare le competenze, la programmazione, tutto quello che è descritto negli atti che il collega Rigo ha letto. Le cose però si scrivono e poi si devono rendere operative e funzionali, quindi, per cercare di dare una migliore attuazione agli ambiti di intervento individuati nel predetto accordo, la Regione e la Chambre hanno ulteriormente qualificato la propria collaborazione accrescendo la reciproca convergenza strategica operativa attraverso questo atto di programmazione. C'è stato un lungo confronto, ogni soggetto aveva delle esigenze più o meno diversificate e bisognava metterle insieme e soprattutto bisognava raccordarle agli strumenti di percorso dell'amministrazione. La ragione per cui si è voluto arrivare ad una certa data con una certa fretta era per legare questo percorso con una coerenza al bilancio regionale, per non trovarci con il bilancio a dire: "con i soldi che abbiamo facciamo queste azioni", ma per individuare prima le azioni possibili ed andare a vedere quali somme poter mettere loro a disposizione. Non dico quali difficoltà ci sono state, poi legate a delle tempistiche, al periodo estivo, eccetera, ma questa era l'intenzione. Mi sembra di dover riprendere quanto il collega Rigo ha detto: che i due atti sembrano diversi e non sovrapponibili, può essere che dalla lettura emerga questo, ma non era questa l'intenzione: essa intendeva l'esatto contrario, ovvero fare in modo che ci fosse uno strumento operativo che nel dettaglio assicurasse una capacità operativa e pratica di intervento.

Non sto a citare tutti gli elementi che ho qui descritto visto che il nostro scopo è quello di fare un esame più approfondito di tale questione. Ricordo solo che lo strumento della convenzione, rispetto all'accordo quadro, presenta il vantaggio, come è verificabile, di essere maggiormente flessibile e più incisivo grazie all'adozione di specifici piani operativi, che sono quelli contenuti nelle schede di progetto, che vengono predisposte dal Comitato di coordinamento ed indirizzo. La programmazione territoriale, il monitoraggio dell'economia, la semplificazione amministrativa, l'internazionalizzazione delle imprese, la promozione con particolare riferimento alla partecipazione, all'organizzazione e alla gestione di fiere ed eventi sono i capisaldi. Può essere che nel programma operativo qualcuno di essi non si trovi puntualmente, perché in quell'anno di attività per varie ragioni di carattere programmatorio esterne o collaterali tutto questo possa non essere puntualmente ripreso, ma diciamo che queste sono le linee di indirizzo di carattere generale. La durata è triennale in coerenza alla triennalità del bilancio, ovviamente ogni anno devono essere messe a punto le azioni con una tempistica che si vorrebbe mantenere ancorata a quello di essere uno strumento non che subisce, ma che indirizza, dal punto di vista del concorso, alla creazione del bilancio.

Nelle premesse è stato detto qualcosa per quanto riguarda le verifiche: le verifiche vengono effettuate e non c'è problema nel metterle a disposizione o nel riassumerle, quindi non sto a riprenderle qui. Quelle che dovevano essere fatte quest'anno non sono ancora state effettuate, perché già l'anno scorso le facemmo a luglio, quindi sarà per esse lo stesso periodo, ma, come dicevo, non c'è problema a venire a riassumere, a presentare ed ampliare anche il livello della discussione in commissione, perché con la Chambre ci siamo dati questo punto di interesse. Può darsi che gli strumenti che andiamo a costruire siano degli strumenti che a volte mancano di qualche coerenza, quindi non sono le tavole della legge che rimangono scolpite nella roccia, ma, se vogliono essere strumenti che hanno una qualche capacità operativa, devono consentire un'agilità operativa e una possibilità di rivedere gli eventuali limiti e di ampliarne le eventuali potenzialità. Spero di aver risposto non dettagliatamente ai punti, ma in senso generale alla sua questione, con l'impegno di poterlo chiarire in commissione quando ci convocherete. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Due questioni: sulla prima, sull'architettura di sistema ci tornerò; voglio prima però affrontare il quesito iniziale. Assessore, sono soddisfatto che lei accetti di venire in Commissione a discutere dei piani operativi. Il consiglio è quello di interloquire anche con il Presidente di commissione per vedere con lui quali potrebbero essere alcune linee da mettere all'ordine del giorno. Ci sono alcuni interventi riferiti in particolare alla cultura che forse, dal punto di vista del sistema economico o dell'individuazione di osservazioni puntuali per fare dei passi avanti rispetto al rapporto fra sistema delle imprese e attività della Regione e della Chambre non sono determinanti, altri, quali l'indagine sul turismo, l'indagine sulla capacità di fare impresa, forse possono essere più interessanti per un dibattito in commissione. Questa è una mia impressione, ossia estrapolare dai piani operativi 2011 e 2012 quali potrebbero essere le suggestioni da offrire alla commissione e quali suggerimenti la commissione competente può offrire all'Assessorato per dare interpretazioni diverse, sguardi diversi rispetto alla ricaduta dei processi che lei ha innescato e come potrebbero continuare ad avere il loro sviluppo. Chiedo quindi se può interloquire con il Presidente della Commissione per individuare nei tempi dovuti questo "fatto" e le sarei grato di ciò.

Per quanto riguarda il primo aspetto, che lei ha chiamato "l'architettura di sistema", certo lei non è l'unico interlocutore, ma lei ha sicuramente una lunga esperienza, è una persona intelligente e, oltre che Assessore, è un esponente politico e io mi rivolgo all'esponente politico, perché è necessario che i partiti, a cominciare da lei, ma in primis il Presidente della Regione e i Presidenti delle forze politiche, si confrontino su come oggi la rappresentanza può essere efficace per rispondere in tempi corretti ai cambiamenti epocali che avvengono in maniera dirompente nella società. Il nostro ordinamento è ancora funzionale rispetto a questo? È possibile richiamarsi ad altre esperienze, anche quelle di commissioni incaricate di svolgere un altro ruolo rispetto a quello assegnato finora? Credo sia necessario confrontarsi su questo piano e tutti hanno pari dignità per farlo.