Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2406 del 2 maggio 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2406/XIII - Reiezione di mozione: "Revisione delle determinazioni adottate dalla Giunta regionale in merito alla variante generale sostanziale al piano regolatore del Comune di Ayas".

Mozione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Visto che il 16 marzo 2012 la Giunta regionale si è pronunciata in ordine alla variante generale sostanziale al Piano Regolatore del Comune di Ayas, che adegua la pianificazione del territorio comunale alle norme stabilite dalla legge regionale 11/98 e al Piano Territoriale Paesistico;

Preso atto che con tale atto il Governo regionale si è fortemente discostato dalle risultanze emerse dalla Conferenza di Pianificazione del 6 febbraio 2012 e del 21 febbraio 2012, proponendo di propria iniziativa al Comune delle consistenti modificazioni;

Avuto notizia del forte dissenso manifestato dall'amministrazione comunale di Ayas in relazione alle determinazioni assunte dal governo regionale, per l'evidente interferenza dell'organo regionale rispetto all'ambito riservato alla discrezionalità dell'ente locale, e della sua intenzione di avviare un contenzioso in proposito;

Ritenuto fondamentale, anche in questa materia, assicurare il pieno rispetto dell'autonomia comunale e promuovere condizioni di fattiva e corretta collaborazione;

Impegna

la Giunta regionale a rivedere le proprie determinazioni in merito alla variante generale sostanziale al Piano Regolatore del Comune di Ayas nel rispetto delle valutazioni e delle indicazioni della Conferenza di Pianificazione, emerse nelle riunioni del 6 e del 21 febbraio 2012, revocando con medesimo atto la deliberazione n. 558 del 2012.

F.to: Chatrian - Bertin - Giuseppe Cerise - Patrizia Morelli - Louvin

Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Avevamo presentato questa mozione nel precedente Consiglio, non eravamo a conoscenza che il Presidente della Regione il pomeriggio si assentasse, di conseguenza non avevamo chiesto quanto meno l'inversione, perché avremmo gradito una sua presenza. Dunque richiesto il rinvio, oggi la volontà è quella di entrare nel merito di questa mozione, per centrare il cuore del problema, non facendo "aria fritta", non parlando di altre cose, ma di un tema di natura prettamente politica.

Più volte ho tediato, di questo chiedo scusa ai colleghi, soffermandomi sui rapporti fra Regione e Comuni e l'autonomia comunale, sulla crescita che i nostri Comuni hanno fatto in questi decenni dal punto di vista dell'autonomia, di tessuto sociale e politico. Purtroppo non ho avuto la possibilità perché non avevamo ancora terminato il lavoro quando sono uscito dall'amministrazione comunale, ma il fatto di adeguare un piano regolatore, di pianificare un futuro, penso sia il fiore all'occhiello di ogni singolo Comune, turistico o meno. Avendo fatto il sindaco, ripeto, non ho avuto il piacere di terminare questo lavoro, ma è un lavoro che prende tempo, energie, incontri, tante discussioni, soprattutto occorre la volontà di confrontarsi in primis con tutta la popolazione.

Perché parto da lontano? Ho letto attentamente la delibera n. 558: è curioso che sia il Presidente della Regione - in assenza dell'Assessore competente - a presentare il tutto, e viene ribadito anche nel deliberato, cosa quanto meno anomala: "su proposta del Presidente, in assenza dell'Assessore, all'unanimità dei voti favorevoli, delibera". Dico questo, perché dietro ad un deliberone così importante ci sono giornate e giornate di lavoro, incontri, dibattiti, confronti e poi un iter procedurale molto pesante che - per citare l'argomento in questione - parte dal 25 novembre 2008, il momento in cui la bozza di variante al vigente piano regolatore generale è corredata dallo studio di impatto ambientale, pervenuto alla struttura regionale competente, e che è preceduto dal lavoro fatto a monte dall'ente locale. Quindi parte l'iter di concertazione con l'Amministrazione regionale, parte l'iter di condivisione con le strutture e con le possibilità che ogni ente ha.

Il 28 gennaio 2010 il Comune ha adottato il testo preliminare della variante sostanziale generale al PRG vigente e successivamente ha adottato anche il testo definitivo; il tutto viene portato nella Conferenza di pianificazione, dove viene di nuovo dibattuto, torna in Consiglio comunale e poi c'è la chiusura del cerchio; chiusura del cerchio che è avvenuta in due incontri separati vista la mole: il 6 febbraio ed il 21 febbraio. Ribadisco che attorno ad un tavolo ci sono l'ente locale proponente, le modifiche, tutte le strutture regionali che concorrono a questa pianificazione, ognuna per le sue competenze, poi l'atto finale che è la delibera di Giunta.

Arriviamo al dunque: da una parte c'è una procedura, dall'altra c'è la pianificazione di tipo territoriale e ci sono le norme, quindi tre elementi fondamentali. A pagina 42 del deliberato, entrando in dettaglio, si cita: "Constatata la necessità di proporre modificazione al testo definitivo della variante sostanziale in generale, in ragione degli indirizzi, si modificano..." e poi ci sono i vari capi. Non voglio elencare i capi modificati, non voglio entrare in dettaglio, ma ne cito due. Il primo recita: "l'area destinata alla sosta dei camper e degli autocaravan deve essere collocata a monte dell'abitato di Champoluc, anziché all'ingresso del medesimo, per non dequalificare l'accesso al maggior centro turistico del comune, per favorire l'accesso pedonale agli impianti di risalita"; il secondo recita: "sotto zona B1 FB1 sono sottoposte a vincolo di nuova edificazione della Conferenza di pianificazione, subordinando le stesse alla conclusione del riordino fondiario...- una discussione sovente portata dal nostro gruppo in quest'aula -...in considerazione dei tempi incerti e lunghi di conclusione del riordino, nonché l'onerosità dello stesso, si ritiene di non aderire alla proposta della Conferenza di pianificazione...- un passaggio che dal punto di vista politico è quello più importante, ci si riferisce alla conferenza di un mese prima, dove si era dato un certo indirizzo -...e di proporre l'eliminazione dell'ampliamento della sottozona B1, mantenendo il perimetro esistente nella zona FB1".

Questo per citare due casi, ma il nostro quesito è un quesito di natura prettamente politica, nel senso che crediamo che dietro ad un lavoro di questo genere ci siano tante energie, ci sia la volontà di pianificare un futuro del proprio Comune, ci siano delle esigenze, delle potenzialità e poi, nello stesso tempo, di stare all'interno di un range di normative e di procedure, come citavo prima. Il tutto è stravolto in una delibera di Giunta con pochissime motivazioni, probabilmente nessuna, ed allora chiediamo al Consiglio di impegnare il Governo regionale a rivedere le proprie determinazioni. Non è banale, non voglio tediarvi ulteriormente elencando le altre piccole o grandi modifiche che sono state messe in campo, ma al centro della questione c'è il principio cardine che viene meno, quello dell'autonomia comunale, quando tutto l'iter è stato portato a compimento dall'Amministrazione comunale e dall'Amministrazione regionale, perché l'atto conclusivo era quello del 6 e del 21 febbraio con la Conferenza di pianificazione.

Abbiamo delle opinioni diverse da quelle del Presidente Rollandin sui rapporti fra Comuni e Regione, sovente il Presidente mi ha colpevolizzato come se mettessi in campo delle eventuali "favolette". Ripeto, è una nostra opinione, abbiamo delle opinioni diverse rispetto alla reale autonomia di un ente locale, alla possibilità di affrontare liberamente delle scelte da parte di un singolo Comune e di decidere, a casa propria, la propria pianificazione e le proprie esigenze.

Termino dicendo che questo è un atto grave nei confronti di un Comune. Ci risulta che anche su altri Comuni ci sia la volontà di modificare le scelte fatte in Conferenza di pianificazione. Chiediamo al Consiglio di rivedere queste determinazioni, perché qui si vanno a creare delle condizioni che a nostro avviso potranno essere pericolose per le competenze, e soprattutto per l'autonomia locale e comunale.

Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.

Zublena (UV) - Grazie Presidente. L'iter di approvazione degli strumenti urbanistici ed in particolare delle varianti generali ai piani regolatori è piuttosto articolato, come disciplinato dalla legge n. 11/1998, che prevede diversi momenti di partecipazione delle strutture tecniche e delle parti politiche.

Per quanto riguarda il piano regolatore di Ayas, l'iter di approvazione della variante sostanziale generale è stato molto complesso e travagliato. La complessità è dimostrata dalle varie richieste di integrazione effettuate sia dalla direzione competente che da altri servizi regionali, sia nella fase di valutazione della bozza che nelle successive fasi di adeguamento. È da lì che discendono alcune delle date precedentemente citate. Per l'istruttoria per la valutazione del testo definitivo è stato fatto un articolato lavoro di riformulazione delle norme tecniche di attuazione, in quanto quelle contenute nel testo presentato dal Comune mostravano elementi di incoerenza con le leggi regionali in materia ed hanno richiesto approfondimenti di tipo tecnico-legale. In particolare sono state oggetto di specifica analisi le disposizioni in materia di equilibri funzionali per una carenza di equità nella loro applicazione (blocco della destinazione di alcune strutture alberghiere, specificatamente individuate, e di alcuni alpeggi). Un approfondimento particolare è stato poi dedicato alla disposizione riguardante la disciplina delle strutture ricettive (CAV), in particolare l'articolo 47 delle NTA, in quanto questa non era in linea con la normativa e la giurisprudenza in materia di sanatoria, nonché in contrasto con le norme in tema di previsione degli equilibri funzionali che rivestono particolare rilevanza soprattutto nei comuni a forte vocazione turistica.

La Giunta regionale, come disciplinato dalla legge n. 11, all'articolo 15, comma 12, lett. c), ha preso atto della valutazione emersa dalla Conferenza di pianificazione, nonché dei vari pareri e delle proposte prodotte sia dai singoli servizi regionali competenti che dal Comune, ed ha deliberato proponendo alcune modifiche che discendono da una visione più complessiva di strategia globale, in ragione degli indirizzi generali del PTP, delle particolari esigenze di tutela paesaggistica ambientale, di obiettivi generali di sviluppo sostenibile del territorio regionale rivolto alla crescita delle attività turistico-ricettive, della conservazione e valorizzazione delle cosiddette "buone terre agricole" e, al contempo, modifiche volte a garantire il rispetto dei principi di equità per i cittadini e di sostenibilità socio-economica. La Giunta ha anche recepito una specifica richiesta di modifica formulata dal sindaco, audito in Giunta, e che non era stata accolta dalla conferenza, che riguardava lo sviluppo di attività artigianali da realizzarsi in determinate zone agricole.

Riteniamo, come abbiamo fatto e facciamo per tutti i piani regolatori nell'approvazione della loro variante generale, di avere fatto gli adeguati approfondimenti, tenuto conto sia delle valutazioni e dei pareri formulati dai servizi regionali, sia delle valutazioni espresse in Giunta. Per questo respingiamo la mozione.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, diciamo che è sempre antipatico quando si arriva ai livelli di uno scontro fra istituzioni a qualsiasi livello e si ricorre addirittura ai tribunali per regolare i rapporti fra istituzioni. Non è una cosa strana, lo facciamo spesso, come Regione, per tutelarci nei confronti dello Stato, quindi diciamo che queste cose avvengono. È però sempre un qualcosa di antipatico, spesso come Regione, quando dobbiamo ricorrere alla Corte costituzionale...diciamo che se lo Stato avesse prestato più attenzione alle nostre ragioni prima di bocciare una cosa...adesso siamo costretti a ricorrere alla Magistratura; quindi quando un'Amministrazione comunale minaccia o ricorre ad un tribunale nei confronti della Regione, è sempre qualcosa di antipatico, qualcosa che non ha funzionato nelle relazioni fra soggetti che dovrebbero avere un dialogo, nell'interesse comune di questa Regione. Se poi fosse una prassi abbastanza normale uno scontro istituzionale fra realtà comunali ed Amministrazione regionale, si potrebbe dire che rientriamo nella routine: in tutti i momenti ci sono scontri durissimi fra le Amministrazioni comunali che esercitano fieramente e con orgoglio la loro autonomia e la Regione. Ora, questa cosa non è così, non è che sia una prassi ordinaria questo scontro; colpisce l'attenzione se questo scontro avviene nel momento in cui paradossalmente l'Amministrazione regionale sembra schierarsi dalla parte di una minoranza del Comune, peraltro sostenuta da esponenti della Giunta in campagna elettorale!

Stiamo svolgendo un'attività, che è quella super partes della Regione che guarda dall'alto ai piccoli Comuni, oppure questo è un intervento in gamba tesa, cioè si entra direttamente schierandosi contro l'Amministrazione che ha lealmente vinto delle elezioni ed in favore della parte sostenuta da questa Giunta, addirittura con un Senatore, che ha fatto campagna elettorale in una certa direzione? A me sembra un po' anomalo questo fatto, non contesto l'idea che l'Amministrazione entri in conflitto con le amministrazioni locali, ma il caso in specie crea qualche riserva!

A mio avviso dovrebbero prevalere delle prassi istituzionali, dei momenti a monte della vera e propria approvazione del piano, per fare questi interventi. Ci sorprende che con un intervento dell'ultimo momento, dopo anni di lavoro, si intervenga a dire che così non va, cioè c'è tutta una procedura. In Valle d'Aosta sappiamo che Assessori come l'Assessore all'ambiente sono presenti sul territorio, quindi non è che queste cose non sono note, ma sono notissime, si può intervenire per tempo a sollecitare queste modifiche. Non entro nel merito di queste modifiche, non ne ho né la competenza, né la conoscenza, ma mi colpisce che un'amministrazione che rappresenta la maggioranza degli abitanti di un comune, veda una così forte interferenza dell'Amministrazione regionale in una maniera che non è proprio ortodossa. Il che fa presagire che chi magari non è così allineato politicamente con l'Amministrazione regionale, potrebbe avere delle sorprese nell'esercizio della sua autonomia comunale. Noi dovremmo dissipare completamente queste idee e rientrare nella normale dialettica che c'è fra la Regione e le autonomie locali, sapendo che la Regione può anche esercitare un forte ruolo a difesa dell'ambiente, del paesaggio e del territorio. Quindi sicuramente sarà occasione per rammentare questo intervento così deciso anche in altre situazioni, ma in questo caso ha qualcosa di anomalo questa "passione ambientale" che ha colto all'ultimo momento l'Amministrazione regionale. In questo senso siamo per riaffermare le procedure rigorose e non questi interventi a gamba tesa all'ultimo minuto.

Sosterremo quindi convintamente questa mozione, per riaffermare il principio dell'autonomia comunale e di un confronto che percorra dei canali più corretti e trasparenti.

Presidente - La parola al Consigliere Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Per anni in Valle d'Aosta abbiamo voluto essere un punto di riferimento per il federalismo ed in certe occasioni siamo pure riusciti ad esserlo, avendo aperto un dibattito su questo tema che, in Italia, per molti anni, è stato relegato nelle università o a piccole nicchie di interesse. Una vocazione, perlomeno in teoria, sul federalismo, che per anni ci ha fatto vantare all'esterno questa nostra primogenitura rispetto a questa dottrina politica.

In particolare per anni ci si è detti, soprattutto in riferimento alla legge n. 48/1995 sul sistema delle autonomie locali, che la Valle d'Aosta rappresentava un esempio di federalismo interno; non che quella legge rappresentasse un esempio di federalismo, ma aveva come obiettivo almeno quello di dare una certa autonomia e responsabilità ai Comuni, essenzialmente dal punto di vista finanziario. Con questa legge si garantiva che almeno una parte significativa dei trasferimenti fosse senza vincolo di mandato. Con questa legislatura si è iniziato lentamente ad invertire anche questa tendenza: ormai tutti i finanziamenti senza vincolo di mandato sono periodicamente ridotti e l'autonomia finanziaria dei Comuni è di gran lunga diminuita. Con questo provvedimento addirittura si interviene sulla gestione del territorio, una di quelle competenze che sono comunali per loro natura, essendo le più vicine al cittadino, applicando il principio di sussidiarietà, non possono che vedere come principale attore il Comune. Con questo intervento, anche da un punto di vista simbolico, si vuole intervenire in una determinazione di un Comune che, dopo prassi lunghissime di anni nei quali vi è stato un confronto con l'Amministrazione regionale e con una pianificazione più generale, si vuole modificare le risultanze di questo confronto. Da questo punto di vista, come accennava il collega Donzel, si interviene anche in un processo democratico, perché questo piano regolatore aveva preso inizio già prima delle elezioni ed era uno degli elementi che aveva caratterizzato la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale del 2011. Quindi, se vogliamo, è anche legittimato il PRG da un voto popolare, e con questo intervento si va ad interferire in un "procedimento democratico". Continuando così, nei Comuni avremo soltanto più che dei rappresentanti del Governo o del Governatore che garantiscono l'applicazione della volontà del capo...cosa triste per una Regione che vanta - o perlomeno vantava - una vocazione al federalismo!

Mi torna in mente un libro letto parecchi anni fa riguardante il federalismo, che faceva un'antologia dei concetti legati al federalismo e ne identificava circa 800. In questo studio dei primi anni '80, fatto dall'Università di Philadelphia negli Stati Uniti, si identificava come unico elemento comune del federalismo la non concentrazione del potere, pur con tutte le diversità delle concezioni che ci possono essere. In questa Regione, in questi anni, stiamo assistendo ad una concentrazione del potere sempre più personale addirittura, perché è tutto concentrato nelle mani di una sola persona: il capo della maggioranza, il capo dell'Esecutivo che vuole interferire ovunque.

Non entro nel merito delle questioni, che non conosco, per cui non sono in grado di dire se è meglio un'area camper all'inizio del paese o in fondo al paese, non è questo il ruolo di un Consiglio regionale, ma con questo intervento si va anche simbolicamente ad incidere su un elemento di autonomia comunale fondamentale come la gestione del territorio. Fatti salvi tutti i giusti confronti con gli interessi generali della Regione come il piano paesaggistico regionale, alla fine comunque la gestione del territorio, in un sistema che vede nella sussidiarietà un elemento importante, non può che essere del Comune. Francamente sono stupito da questa scelta e anche piuttosto scandalizzato! Grazie.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi e credo di poter dire che le osservazioni fatte sono legate ad una presa di posizione che francamente è già stata destituita di fondamento dopo l'intervento dell'Assessore Zublena, che ha seguito l'iter di questo piano regolatore. Il fatto che poi a conclusione sia stato portato in sua assenza non è certo perché lei non c'era o non era d'accordo, in quanto era stato condiviso da tutti. Questa è una cosa che vorrei sottolineare, perché un tentativo di chiave di lettura era anche in questo senso...non è assolutamente così!

Ribadiamo che i rapporti con i Comuni, anche nel momento del piano regolatore, sono improntati al dialogo ed al confronto, che sono avvenuti con tutti indipendentemente dalla collocazione politica. Basta guardare per questo i Comuni che hanno, durante questa legislatura, approvato i piani regolatori: quando ci siamo insediati, di piani regolatori approvati ce n'erano ben pochi, ovvero uno; oggi siamo a 35, e questo è un segnale della volontà di accelerare, di fare di tutto per riuscire ad andare verso una pianificazione comunale. Infatti, non essendoci i piani regolatori, capite che qualsiasi cosa si faceva...anche gli interventi regionali avvenivano senza che ci fosse un corrispondente atto programmatorio dei Comuni. E ancora adesso, sottolineiamo che i Comuni devono accelerare il recepimento di alcuni indirizzi ed andare verso la conclusione dei piani regolatori, altrimenti non possiamo intervenire in assenza di un piano regolatore che recepisca gli interventi che vengono chiesti all'Amministrazione comunale. Sotto questo profilo, dunque, non ci sono rilievi di sorta, semmai i rilievi sono legati al fatto che non ci siano stati piani regolatori in certi momenti, perché se c'erano i piani regolatori credo che alcune cose sarebbero state più facili da gestire e forse ci sarebbero state anche le attenzioni dovute. Invece, dobbiamo dircelo, il fatto di prolungare la discussione sul piano regolatore è per discutere tanto e giungere a poche conclusioni, quindi c'è la libertà di continuare la discussione e, mentre si discute, si fanno le varie operazioni che sono necessarie in deroga, nell'attesa. Allora credo che su questo non ci sia molto da aggiungere a dei dati, non a delle illazioni. Non ci sono mai stati problemi, ci sono stati dei confronti costruttivi con i Comuni che hanno portato a conclusioni legate alla pianificazione; ci sono stati e ci saranno dei confronti legati al numero di abitanti che si vogliono immaginare per i piani regolatori, cercando di essere ragionevolmente indirizzati verso una certa linea. Si dovrà capire se si vuole confrontare questo numero con le nuove abitazioni, quindi l'espansione dell'utilizzo del territorio o il riutilizzo delle vecchie case (linea che abbiamo scelto), quindi credo che non ci siano problemi di sorta.

Sull'illazione in merito alla campagna elettorale, voglio sottolineare che di argomenti relativi al piano regolatore che si riferiscono a questo...un solo tema è stato evocato, ed è quello del tunnel lungo o breve, su cui il Consiglio comunale si era già espresso in favore del tunnel, che è inserito adesso nel piano regolatore. Il sindaco, in una pubblica conferenza, aveva detto di concordare su questa linea e ci sono tanto di documenti...alla presenza di funzionari regionali, che erano stati invitati a spiegare il perché una soluzione era preferibile ad un'altra. Quindi proprio la campagna elettorale non c'entra nulla, nessuno ha voluto andare sotto questi profili! Credo che qualcuno che ha dei vizi - che non sono quelli nostri - di guardare sempre con l'occhio distorto, vedendo sempre l'allineato e il non allineato...qui guardiamo le cose per quelle che sono, con un ragionamento che è alla luce del sole, perché fatto alla presenza dei diretti interessati, e con questo credo che non ci siano mai state difficoltà.

Sulle notazioni incomprensibili di Bertin, che si è rivolto alla logica del federalismo, il federalismo legato alla "48" credo sia un dato di fatto; siccome il potere dei Comuni è legato alla loro possibilità di spesa, la legge n. 48 ha dato questa possibilità ai Comuni. Che poi la stessa legge, all'articolo 17, dicesse in modo chiaro che, cambiate le condizioni come sono mutate oggi, ci fosse l'esigenza di rivedere la stessa legge che noi abbiamo mantenuto nelle stesse percentuali...ma rivedendo il discorso di utilizzo dei fondi, d'accordo con i Comuni stessi. Quindi il principio federalista è stato largamente condiviso e mantenuto, e non credo che questo sia un problema. Tanto meno accettiamo i rilievi sul "processo democratico" prima e dopo le elezioni, nessuno è intervenuto sul risultato delle elezioni, né lì, né altrove; ognuno ha il risultato che si è meritato, quindi non riteniamo che ci siano altre osservazioni. Questi risultati sono sempre da prendere per quello che rappresentano nel bene e nel male, quindi queste argomentazioni con il discorso del piano regolatore proprio non c'entrano nulla!

Le osservazioni al piano regolatore sono state fatte tecnicamente per tutti i punti, alcuni con dei problemi ancora più rilevanti, in particolare quelli per le CAV, di cui non entro nel merito perché sono punti delicati che hanno altri riflessi; sugli altri ci sono state delle motivazioni che abbiamo condiviso ed abbiamo fatto nostre.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin per dichiarazione di voto.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Ma evidentemente il termine "tecnico" ha un'elasticità molto elevata, può essere utilizzato di questi tempi con grande agio su tanti piani e su tanti livelli. A me, devo dire che ho letto come i colleghi, con attenzione, questa lunga ed articolata delibera di "controdeduzioni" - chiamiamole così - del Governo regionale al piano regolatore generale di Ayas, non è francamente parso che ci si sia mossi su un piano particolarmente tecnico, e lo dico avendola letta, ripeto, varie volte, soprattutto in quello che è il suo cuore: "L'area destinata alla sosta dei camper deve essere collocata a monte per non dequalificare l'accesso...Si ritiene di non aderire alla proposta della Conferenza di pianificazione (che è luogo di consultazione e concertazione tra le amministrazioni)...Si intende privilegiare in merito alla viabilità, tra le alternative, una diversa da quella scelta dal Comune...Non si è ritenuto equo differenziare il territorio"...equo non è un termine tecnico, equo è per eccellenza il termine che qualifica la valutazione di merito, e guardi caso, Presidente, in queste controdeduzioni del Governo regionale, ricorre più volte, almeno tre volte, questo termine! Si è ritenuto equo mantenere un unico indice di densità fondiaria. Tu, Comune, perché ti dai tanto da fare per pensare in modo diverso? Pensiero unico: signori, ma è tanto semplice, è tanto normale, d'altra parte lo suggerisce anche Orwell, il Grande Fratello, quello che osserva, non con lo sguardo obliquo un po' tendenzioso di qualche collega dell'opposizione, ma quello limpido, cristallino, del Grande Fratello che osserva e decide per tutti! A parte, il Grande Fratello è nato in questo bellissimo romanzo che aveva per titolo "1984" che, guarda caso, è l'inizio di un'era politica anche per la nostra Regione.

Quindi qui abbiamo, Presidente Rollandin, e glielo diciamo senza tanti giri di parole, un atto di pura "arroganza" da parte del Governo regionale al quale non fanno vero le pur decorose osservazioni dell'Assessore Zublena, di visione di strategia generale, di obiettivi, di tutela, di crescita delle attività, di buone terre agricole. Guardi caso, Presidente, due Comuni come Courmayeur e Ayas, dove sono sul tappeto problematiche pesanti di investimenti privati, di interessi in gioco molto elevati, sono i Comuni che in questo momento hanno conosciuto le vicende più travagliate dei piani regolatori, e ad Ayas lei vede riaffermare una sua signoria: questa è la logica politica di questa nostra Regione! È una prevalenza del livello regionale sul piano istituzionale, ma è una prevalenza politica di fronte ad una differenza di atteggiamento, di valutazioni che avvengono in un Comune.

Noi riteniamo, sì, grave istituzionalmente che i Comuni siano portati ad un scontro, spinti ad uno scontro nei confronti della Regione, ma sono pochi, sono forse pochissimi, sono addirittura unico, i casi dei Comuni che si potranno permettere di contrapporre una loro visione a quella della Regione, non abbiamo in genere questa grande possibilità di fare da contrappeso alla Regione. Qui si sente molto, molto pesante l'aria che tira a Palazzo regionale e, devo dire, è abbastanza frequente che molto prima di arrivare a situazioni di questo genere, i Comuni si vedano nella condizione di innestare la retromarcia e di fare le loro marcie indietro. Questa è una vicenda che, ripeto, non mi soffermo sui dati tecnici, che pure mi porterebbero a fare anche altre considerazioni più dettagliate, è una vicenda che è squisitamente politica. Noi crediamo che una volta raggiunto in sede di Conferenza di concertazione, tra le strutture ed il Comune si debba andare ad una logica, per quanto possibile, di adeguamento a questa logica, non di richiamare le strutture in seno alla Giunta regionale e portare, spingere la decisione verso gli obiettivi che la Regione può, per motivi personali, politici, più o meno generali, voler imporre ad un territorio. O il territorio lo consideriamo tonto, o lo consideriamo in grado di esprimere delle valutazioni diverse da quelle che vuole imporre in modo omogeneizzante la Regione, oppure semplifichiamo! Ma allora riduciamo i Comuni, allora andiamo verso una logica podestarile, perché questo è il senso di questa azione! Noi non lo stiamo amplificando.

Qui è una vicenda esemplare, è una vicenda esemplare, che crediamo debba trovare in questo momento, anche da parte del Consiglio regionale, un minimo di attenzione nei confronti di un Governo che ha preso velocità. Ne ha presa tanta, ne ha presa un po' troppa, in questa vicenda, questo appare in modo assolutamente plateale ed il ripensamento non lo chiediamo nemmeno più al Presidente, è fin troppo evidente che sottovaluta e snobba questo tipo di valutazioni che noi facciamo qui, pubblicamente, ma chiediamo ai colleghi, che pure sono stati in molti casi anche sindaci, amministratori regionali...ma a voi, sta bene? A voi sta bene questo tipo di situazione? Sta bene che la Regione possa forzare la mano in questo modo? Perché sappiamo come è poi lo sviluppo della fase conclusiva, Assessore Zublena, abbiamo riletto anche noi l'articolo 15, siamo andati a rivedere tutti i passaggi, e poi il bivio è molto stretto, e non abbiamo più tante possibilità di negoziato, prendere o lasciare...o azzerare magari la procedura di piano regolatore, andare a trovarsi come Comune in condizioni molto difficili, di dover considerare come qualcosa da buttare al macero anni di lavoro, perché? Perché la Regione...eh no, no, tu devi fare così, perché devi fare così, l'area camper va messa da quella parte, qui si vuole spezzare la schiena ai Comuni, lo si vuole fare in modo esemplare.

A noi questo discorso non piace, a noi del gruppo dell'ALPE questo discorso non sta bene, ma crediamo che non stia bene anche a molti amministratori, anche a molti cittadini della Valle d'Aosta!

Presidente - La parola al Consigliere Giuseppe Cerise.

Cerise G. (ALPE) - Grazie Presidente.

Non avevo intenzione di prendere la parola sulla discussione di questa mozione, in quanto quello che è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto è più che chiaro, ma visto il silenzio assordante che è venuto dai banchi della maggioranza, sento il dovere di fare alcune considerazioni. In questa sala siedono diversi ex sindaci, consiglieri, assessori comunali che erano i portabandiera, a volte molto più ferventi del sottoscritto, in difesa dell'autonomia comunale. Oggi vedo un rilassamento pacifico e tranquillo della situazione.

Intanto chapeau all'Assessore Zublena per la sua appassionata difesa d'ufficio, assente al momento in cui...a tutti può succedere qualcosa, per carità, ma una difesa che probabilmente quando è passato il piano regolatore di Saint-Marcel, dove mi pare che anche lì ci fosse la volontà di entrare a gamba tesa sugli indirizzi del Comune, Assessore...lì ha trovato il tempo per esserci ed eventualmente per difendere una certa posizione, che io condivido, un plauso anche per questo! Qui c'è una perfetta rottura del principio di pari dignità istituzionale dei vari livelli di governo, che è prevista nella riforma del Titolo V della Costituzione, messo come elemento prioritario. Qui l'autonomia la si rivendica in fase ascendente ed in fase discendente poi non se ne tiene conto!

Presidente, lei ha parlato prima del vizio di guardare le cose in modo distorto...non è mia intenzione guardare le cose in modo distorto; fra l'altro, un paio di mesi fa, sono stato operato alla cataratta, mi hanno messo anche il correttivo per la miopia, di conseguenza cerco di avere una visione più che buona della situazione! Questo è merito anche del Servizio sanitario regionale...a parte il discorso dei tempi di prenotazione di cui abbiamo già parlato in altri momenti! Ma dico che qui si va nell'indirizzo di un'espropriazione di una delle principali competenze dei Consigli comunali, che è la gestione del territorio.

Se lei non condivide alcune di queste impostazioni, ha due elementi: modificare la legge n. 11, che adesso per certi aspetti è venuta all'attenzione delle commissioni, e il piano paesistico territoriale. Ma quando c'è il rigoroso rispetto degli indirizzi e delle norme cogenti del piano paesistico territoriale e della legge n. 11, credo che nel discorso della Conferenza di pianificazione queste norme già vengono fatte rispettare con peso da parte dei funzionari.

Mi ricordo che si interveniva nei confronti della Giunta a volte per cercare di ammorbidire quella posizione eccessivamente rigida, che era quella dei funzionari; qui invece si stanno invertendo le parti!

Credo che qua, se non si riporta nuovamente ai Comuni quella dignità di autonomia per quelle che sono le cose di loro stretta competenza, sicuramente non è una bella immagine per una Regione autonoma. Di conseguenza darò il mio voto convinto a questa mozione. Ripeto: non volevo intervenire, ma non volevo che un bel silenzio non fosse mai scritto!

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Le interpretazioni che sono state date a questo piano regolatore che è stato approvato dalla Giunta come gli altri 33...mi fa specie che il collega Cerise parli degli altri piani regolatori, che non ci sono...gli altri mancano, li stiamo aspettando! Fino a quando abbiamo dato un'accelerazione, ce n'era uno approvato. Dico: qual è la logica con cui si può parlare di un prima e di un dopo? Ce n'era uno! Adesso siamo al trentacinquesimo e stiamo facendo di tutto perché si arrivi ad una definizione per le ragioni che ho detto. Quindi il discorso che è stato fatto non so a cosa si attacca, non c'era niente!

Il discorso della pianificazione territoriale regionale con il PTP che giustamente ha ricordato, fissa i capisaldi non a caso, ma molte volte i rilievi ai Comuni sono stati fatti perché alcune cose non erano in linea con il PTP o altre osservazioni. Quindi il problema non si pone proprio in questo senso, e l'autonomia comunale è corretta, ma il passaggio in Giunta non è una presa d'atto, è un intervento che tiene conto di alcune osservazioni; osservazioni che non sono fatte da Tizio o da Caio, ma che sono tecniche!

Vorrei anche dire che l'equità non è un discorso che non è tecnico, ma proprio la valutazione dei parametri, che se sono distorsivi non sono equi, è un'osservazione tecnica, prettamente tecnica e come tale è stata fatta, perché l'attuazione di alcuni provvedimenti con parametri non corretti è un'osservazione che andava nella direzione di non rispettare un corretto atteggiamento: quello di avere una posizione equa nei confronti degli interventi indistinti di chi utilizza questi parametri. Quindi il discorso di equità è un discorso tecnico, non politico, e come tale è stato recepito, e noi non abbiamo fatto altro che recepire questi concetti.

Da parte nostra non possiamo che ribadire che non c'è stato nessun tipo di ingerenza, c'è stata la valutazione di alcuni passaggi che sono determinanti per lo sviluppo non solo della zona di Ayas, ma della zona nel suo complesso, con le ricadute economiche e sociali, niente di più. Quindi l'autonomia comunale tanto reclamata rimane intatta, tutte le altre scelte sono state rispettate, ci mancherebbe! Quanti punti ci sono nel piano regolatore? Sono stati completamente rispettati!

Voteremo quindi contro questa mozione.

Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Ho cercato di illustrare brevemente questa nostra mozione, che manterremo, cercando di mettere in evidenza che di tecnico questa mozione non aveva nulla, e voglio ribadire questo concetto, proprio perché le osservazioni tecniche sono state fatte nei cinque anni di corso, dal 2007 al 2012. Se però riteniamo che il tecnico dica: si ritiene di non aderire alla proposta della Conferenza di pianificazione e di proporre l'eliminazione dell'ampliamento di una zona...scusatemi, ma di tecnico questo punto - un esempio per tutti - non ha assolutamente nulla!

Per ribadire il concetto che noi, con una certa delusione, capiamo che la volontà della maggioranza è di non accogliere la mozione che abbiamo presentato, cercando di non andare su altri binari legati a quanti sono i Comuni che hanno presentato la bozza o che hanno già avuto il parere positivo dell'Amministrazione regionale, il quesito non era questo. Oltretutto il dibattito non era sul passaggio da 1 a 33, perché è andare fuori tema e nel classico tema da liceo avremmo preso fuori tema, da 3 a 4, quindi questo non era il tema di questa mozione! Il tema di questa mozione era di natura prettamente politica, perché un intervento così, a gamba tesa, non è su un discorso tecnico, ma è assolutamente un elemento di tipo politico.

Presidente - Pongo in votazione la mozione in oggetto:

Consiglieri presenti e votanti: 33

Favorevoli: 8

Contrari: 25

Il Consiglio non approva.

Presidente - Cari colleghi, essendo stato espletato l'intero ordine del giorno, dichiaro conclusi i lavori dell'odierna adunanza del Consiglio regionale.

La seduta è tolta.

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L'adunanza termina alle ore 17,14.