Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2313 del 21 marzo 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2313/XIII - Interpellanza: "Approfondimento delle tematiche relative alla valutazione delle condizioni economiche delle famiglie per l'accesso a prestazioni o servizi".

Interpellanza

Preso atto che nel decreto legge 201/2011 recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti vengono riviste le modalità di determinazione dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente);

Evidenziato che la Regione sta predisponendo una metodologia unica per la valutazione economica dei soggetti che richiedono l'accesso a prestazioni o servizi e per la determinazione della conseguente contribuzione;

Ricordato che si stanno prolungando i tempi per l'avvio di una banca dati IRSE e IRSEE idonea all'obiettivo di una corretta, uniforme ed equa applicazione della nuova metodologia;

Sottolineato che tre organizzazioni sindacali hanno elaborato un documento sulla base dei dati a disposizione dei CAAF relativi alle domande presentate nel contesto delle politiche sociali;

Ritenendo che la valutazione della condizione economica delle famiglie rivesta nelle diverse politiche di settore importanza strategica;

Rilevato che nel dibattito politico/culturale aperto nel Paese una delle proposte in campo è quella relativa al "quoziente familiare";

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale per:

1) conoscere la valutazione e le eventuali ricadute sull'IRSE e sull'IRSEE degli effetti del decreto legge richiamato nelle premesse;

2) sapere se intende relazionare nella Commissione competente in merito agli impegni assunti in Consiglio regionale l'11 giugno 2009, in occasione dell'esame del disegno di legge sulle modifiche della normativa relativa alla determinazione dei canoni per la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica;

3) sapere se condivide la proposta di attivare un tavolo di lavoro, coordinato dall'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, per approfondire le tematiche relative alla valutazione delle condizioni economiche delle famiglie per l'accesso alle prestazioni e ai servizi e per la determinazione della conseguente contribuzione.

F.to: Rigo

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Il termine "welfare state" vuol dire ben - essere, benessere sociale di una comunità e, come tale, si misura in termini di qualità della vita, di risposte adeguate ai bisogni, di relazioni pubbliche e private capaci di valorizzare le risorse dei singoli cittadini e della collettività nelle diverse fasi della vita: dalla nascita alla vecchiaia. Nello stesso tempo una società più giusta non può "far parti uguali fra diseguali", ovvero distribuire a pioggia le risorse invece di concentrarle a favore di quanti sono più lontani dallo status di "cittadini liberi e uguali". Tutti i cittadini hanno uguali diritti e uguali servizi e prestazioni, ma non a riceverla alle stesse condizioni, perché le risorse non sono illimitate e vanno distribuite con sagacia, sulla base dei bisogni effettivi, tenendo conto poi non solo del reddito individuale di ciascuno. Considerazioni queste banali, ovvie, condivise da tutti, forse, ma di non facile concretizzazione.

Il tema della valutazione economica dei cittadini è stato oggetto martedì scorso di uno degli obiettivi del seminario coordinato dall'Università della Valle d'Aosta sul processo di riforma sul federalismo fiscale in riferimento alle tutele dei diritti connessi alla sanità, ai servizi e all'assistenza sociale. In quella sede il Direttore delle politiche sociali della nostra Regione, dottor Gianni Nuti, nel suo intervento ha parlato anche della valutazione economica dei richiedenti i servizi e le prestazioni informandoci che, a livello di conferenza delle Regioni, questo tema è oggetto di confronto, perché quanto e come far pagare deve essere una metodologia che unisce e non divide ancora di più il nostro Paese. Certo, il tema di una metodologia per la valutazione della condizione economica dei soggetti che richiedono agevolazioni pubbliche, basate su criteri che tengano conto congiuntamente di elementi di reddito, di patrimonio e familiari, non è una questione prettamente aritmetica. La condizione economica familiare poi deve essere accompagnata dalle attività di controllo, indirizzo, coordinamento, monitoraggio connesse all'applicazione delle disposizioni, e a questo riguardo mi viene in mente la banca dati centrale. So bene che elaborare un indicatore unico dei servizi e delle prestazioni implica un lavoro a monte di verifica sull'impatto sulle diverse politiche di settore, dall'assistenza, alla casa, allo studio, e sulla praticabilità delle diverse ipotesi messe in campo. Da quanto appreso il 9 novembre scorso dall'Assessore Marco Viérin, in risposta ad una nostra interpellanza, sappiamo che gli uffici stanno su questo confrontandosi, coordinati dal dottor Malfa, su richiesta del Presidente della Regione.

Tutto ciò detto e avendo visto che nel decreto legge n. 2001/201, recante: "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici", vengono riviste alcune modalità di determinazione dell'ISEE, mi sembrava opportuno interpellare la Giunta regionale per conoscere le novità, gli ultimi aggiornamenti su questa importante e delicata materia. Come e quanto pagare i servizi è un tema all'ordine del giorno non solo degli uffici interessati, dei servizi, ma anche della comunità e delle associazioni. Nelle premesse all'interpellanza ho richiamato il documento elaborato da alcuni sindacati e tutti i Consiglieri avranno ricevuto in questi giorni l'invito a partecipare al Convegno Fare i conti con la famiglia organizzato dal Forum delle associazioni familiari, che si terrà lunedì prossimo. Nel programma sono previste comunicazioni ed esperienze relative alla riforma dell'ISEE, al piano integrato delle politiche familiari della Provincia di Trento e al quoziente familiare del Comune di Parma, temi che casualmente ho richiamato nell'interpellanza, perché sono temi che fanno parte del bagaglio culturale del Partito Democratico.

Con spirito collaborativo, sapendo che anche altre forze politiche hanno costituito dei gruppi di lavoro con l'obiettivo di approfondire tale tema, sono convinto che dobbiamo e possiamo elaborare una metodologia per la valutazione delle condizioni economiche dei cittadini innovativa, equa e sostenibile. Per questo vorrei conoscere la valutazione e le eventuali ricadute sull'IRSE e sull'IRSEE degli effetti del decreto legge prima ricordato, vorrei sapere se l'Assessore intende relazionare nella commissione competente in merito agli impegni assunti in Consiglio a giugno 2009, dandoci quelle informazioni necessarie a poter fare anche noi una valutazione più concreta del provvedimento, e se è possibile avviare un tavolo di lavoro per approfondire una tematica importante, perché riguarda i servizi e le prestazioni di cui usufruiscono tutti i cittadini valdostani.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Le argomentazioni che il collega Rigo ha portato a sostegno dell'esigenza di fare una valutazione attenta su un tema molto delicato come quello dell'ISEE e dell'IRSEE, che sicuramente hanno un impatto sulla vita sociale anche della nostra regione determinante, credo sia condivisibile.

Venendo al primo punto dell'interpellanza: "conoscere la valutazione e le eventuali ricadute sull'IRSE e sull'IRSEE degli effetti del decreto legge richiamato nelle premesse", per quanto riguarda il decreto legge, che prevede la revisione a livello nazionale dell'indicatore ISEE, sia per quanto concerne i criteri di quantificazione che per quanto concerne l'ambito di applicazione, che è più delicato, la riforma dovrà considerare anche le somme esenti da imposizione fiscale e il peso delle famiglie numerose e delle persone disabili a carico - questa non è una novità per noi, per loro sì, ma non per noi -; dovrà valorizzare in misura maggiore la componente patrimoniale; dovrà permettere una differenziazione dell'indicatore per le diverse tipologie di prestazione - e qui andiamo già in un settore che rappresentava l'obiettivo della divisione che avevamo fatto dell'ISEE e IRSEE, cercando di adeguare alcuni parametri soprattutto riferiti a casa e borse di studio, che altrimenti rischiavano di penalizzare fortemente la nostra realtà - e dovrà rafforzare il sistema dei controlli anche attraverso la condivisione degli archivi e la costituzione di banche dati sui beneficiari e prestazioni connesse. Questo è un argomento importante, perché permetterà di fare una valutazione seria su cosa significa per ogni interessato una serie di interventi previsti dalle norme, ma che spesso vengono dati da organismi separati e che non sono a conoscenza di cosa succede negli uni e negli altri, mentre è interessante capire cosa avviene per i singoli. La norma peraltro dovrà essere concretizzata attraverso l'emanazione, entro il 31 maggio 2012, di un decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri. Allo stato si conoscono i principi ispiratori delle modifiche in itinere, non la portata sostanziale delle stesse, ma si ritiene poter esprimere sin d'ora un giudizio positivo sulla coerenza dei principi posti alla base del processo di revisione dell'indicatore nazionale e i meccanismi di applicazione degli indicatori regionali che abbiamo richiamato e che già nell'attuale configurazione sono improntati ad assicurare massima equità proprio attraverso le specifiche voci reddituali e patrimoniali ivi computate.

Per quanto riguarda il secondo punto: "sapere se intende relazionare nella commissione competente in merito agli impegni assunti in Consiglio regionale l'11 giugno 2009, in occasione dell'esame del disegno di legge sulle modifiche della normativa relativa alla determinazione dei canoni per la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica", con l'ordine del giorno dell'11 giugno 2009 si impegnava la Giunta a predisporre una metodologia, che quindi è in linea con questi orientamenti, per la valutazione della condizione economica dei soggetti che richiedono agevolazioni pubbliche, contributi economici, accesso e partecipazione alle spese di funzionamento di tutti i servizi previsti nelle varie politiche del settore, basato su criteri che tengono conto congiuntamente del reddito e di tutto quello che abbiamo richiamato. Per dare applicazione a questo impegno, nel corso del 2012 è stata creata una banca dati regionale che rappresenta lo strumento mediante il quale è possibile applicare la metodologia per la valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono le agevolazioni. Essa fornisce infatti tutti gli elementi per la quantificazione degli indicatori e il processo di popolamento della banca dati è così articolato: il cittadino si reca presso il CAF per la compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica e il calcolo degli indicatori; il CAF invia la DSU all'INPS, che provvede ad inserirla nella banca data nazionale, dalla quale sono estratte le informazioni analitiche che alimentano la banca dati regionale. Gli uffici della Direzione politiche sociali e degli enti locali che ricevono la domanda di assistenza inseriscono manualmente i dati concernenti i contributi percepiti dai cittadini e non computati ai fini ISE e ISEE, cosiddette "aggiuntive regionali". Da gennaio 2012 il caricamento dei contributi erogati dalla Regione avviene automaticamente attraverso un meccanismo di estrazione delle relative informazioni dal software dedicato, senza più bisogno di inserimento manuale.

Il processo di costituzione della banca dati è stato oggetto di costante monitoraggio da parte di un gruppo di lavoro, coordinato dal Segretario generale della Regione e formato dai rappresentanti della Sovrintendenza agli studi, del Dipartimento sanità, salute e politiche sociali, di quello dei trasporti, di quello delle politiche del lavoro e della formazione e di quello delle opere pubbliche e dell'edilizia residenziale. Nel mese di novembre 2011 il gruppo di lavoro ha rilevato come, salvo poche eccezioni, gli enti locali non avessero utilizzato la banca dati regionali per acquisire le informazioni contenute nella DSU e avessero invece continuato a richiederne la presentazione in forma cartacea per l'erogazione di prestazioni sociali di pertinenza; non faccio commenti, anche su questo stiamo intervenendo. Di conseguenza, a gennaio 2012 è stata inviata comunicazione ai Comuni e alle Comunità montane auspicando - uso un termine eufemistico...per dire: "dovete"...- l'utilizzo sistematico della banca dati nell'ambito delle istruttorie espletate per l'erogazione degli aiuti economici e dei servizi ordinari e straordinari di competenza. La progressiva diffusione di utilizzo della banca dati si pone quale condizione fondamentale per il conseguimento almeno dei seguenti risultati: riduzione degli oneri a carico dei cittadini mediante messa in rete delle informazioni acquisite dalla Regione e dagli enti locali, eventuale revisione dell'attuale configurazione degli indicatori IRSE e IRSEE, considerando ulteriori provvidenze regionali non computate nell'attuale valutazione del sistema economico del cittadini, estensione della metodologia ad altri procedimenti per l'erogazione di provvidenze che non utilizzano ancora gli indicatori regionali, ad esempio i procedimenti per determinare la quota di iscrizione al servizio trasporto disabili.

Terzo punto: "sapere se condivide la proposta di attivare un tavolo di lavoro, coordinato dall'Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, per approfondire le tematiche...", ho appena detto che, essendoci già questo gruppo di lavoro interdipartimentale che presidia l'evoluzione della tematica, riteniamo che ci siano le basi per svolgere il lavoro che credo sia richiesto. Nei primi mesi del corrente anno il gruppo si è occupato di effettuare alcune simulazioni per verificare la fattibilità e l'opportunità di estendere l'applicazione degli indicatori regionali ad ulteriori misure, segnatamente il sostegno al diritto allo studio universitario e il bon de chauffage, e attualmente subordinate a differenti requisiti di idoneità. Nonostante le predette simulazioni si siano concluse con esiti talvolta interlocutori, si ritiene per ragioni di equità e di semplificazione che l'intrapreso percorso di unificazione dell'indicatore economico, a cui subordinare la corresponsione delle provvidenze regionali, sia un obiettivo da perseguire con il massimo impegno. Noi riteniamo che il gruppo possa essere sufficientemente rappresentativo, ma se ci sono altre sollecitazioni, non è ad excludendum, al gruppo di lavoro possono partecipare tutti, noi vi abbiamo messo quelli che sono maggiormente sollecitati e direttamente coinvolti, ma siamo aperti a qualsiasi proposta. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie.

Vede Presidente, dal mio punto di vista, il problema è uno. Gli uffici dell'Assessorato delle politiche sociali hanno fatto in questi dieci anni dei passi avanti enormi per arrivare non ad una proposta ottimale, che non esiste, ma ad una metodologia di lavoro che tenga conto delle diverse necessità e delle diverse situazioni in essere. Credo che il decreto legge vada a sgombrare il campo anche da una delle particolarità introdotte da questo sistema: le rendite INAIL, ritengo che in questo senso il decreto legge sia chiaro e facilmente interpretabile anche da parte delle organizzazioni sindacali. I passi fatti sono stati notevoli, la banca dati, la sua utilizzazione da parte degli enti locali dimostra che c'è un gap di scarso sapere da colmare, così come rispetto alle organizzazioni sindacali, ancora interpellate pochi giorni fa se sapevano qualcosa rispetto alla banca dati, mi hanno detto che non ne sapevano nulla. "Ci sono organizzazioni sindacali - leggo da un documento della CISL, del SAVT e della UIL - che chiedono all'Amministrazione regionale di consentire loro di partecipare all'elaborazione di un indicatore regionale che loro considerano conveniente, capace di affrontare l'attuale modifica del sistema di welfare".

Ho ricordato prima che ci sono associazioni che in questo campo stanno seguendo le indicazioni nazionali rispetto ad un discorso che è vitale molte volte per le situazioni familiari.

Io allora chiedo: come è possibile combinare il lavoro eccellente con la cultura che deve essere praticata anche in Valle d'Aosta? Per questo parlavo del tavolo: perché dobbiamo far capire che queste decisioni sono non dico le uniche possibili, ma che dietro ad esse c'è una proposta, ci sono delle simulazioni, c'è una metodologia. Dobbiamo allora, oltre che fare le direttive e le delibere, anche cercare di accompagnare un processo culturale rispetto a come far pagare i servizi. Una operazione culturale che anche in Valle d'Aosta, che pure ha anticipato un percorso nazionale, non è ancora compiuta. In quel senso vedevo il tavolo di lavoro: non per disquisire sull'aritmetica dei numeri, ma per capire insieme perché siamo arrivati a quella decisione e qual è il percorso che ha portato quel gruppo di lavoro a prendere quelle decisioni. All'interno di quelle indicazioni che diventano anche nazionali far sì che cresca la condivisione di un sistema che è difficile da praticare, ma che è l'unico che ci consente di attuare un sistema di equità e giustizia sociale. Intendevo quello un tavolo di lavoro, non tanto per chiacchierare, ma per far sì che tutti quanti riescano a fare proprie quelle valutazioni, che sono state fatte forse da pochi in ristretti gruppi di persone, quelli che hanno elaborato la documentazione; questo era il senso da dare al tavolo di lavoro proposto nell'interpellanza.