Oggetto del Consiglio n. 2310 del 21 marzo 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2310/XIII - Interpellanza: "Stato di attuazione della legge regionale n. 38/2010, finalizzata alla realizzazione di una rete di terapia del dolore".
Interpellanza
Ricordata la Legge n. 38 del 15 marzo 2010 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore";
Ricordato il Piano regionale per la Salute e il benessere sociale 2011-2013 che prevede nel triennio in oggetto il concretizzarsi della rete per la terapia del dolore in Valle d'Aosta;
Visto il recente Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge n. 38 del 15 marzo 2010 che evidenzia la non adozione da parte della Valle d'Aosta di provvedimenti finalizzati alla realizzazione di una rete di terapia del dolore;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere:
1) quale è lo stato di applicazione in Valle d'Aosta della Legge n. 38 del 15 marzo 2010;
2) quale applicazione si intende dare al progetto "Ospedale-Territorio senza dolore";
3) se conferma la non adozione di delibere istituenti la rete di terapia del dolore e in quali tempi si intende provvedere in merito.
F.to: Patrizia Morelli - Giuseppe Cerise
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.
Cercherò di non fare un'illustrazione troppo dolorosa, ma il tema è il dolore e si dice che il dolore accompagni la vita umana. In effetti fino a tempi relativamente recenti l'uomo non disponeva di mezzi efficaci per eliminarlo o ridurlo, al punto che, sotto il profilo etico, si è arrivati, per giustificarlo, ad associare quasi ad una forma di castigo - basti pensare alla frase dell'Antico Testamento rivolta alla donna: "partorirai con dolore" -, o quanto meno è associato ad una prova di forza, ad una prova di sopportazione. Questa è una concezione del dolore che è ancora diffusa nel sentire comune, anche se fortunatamente nella nostra epoca si fa strada un'altra interpretazione secondo cui il dolore non è una condizione da sopportare stoicamente, ma è un segnale di allarme che il corpo invia per indicare una situazione di danno. Quando però il dolore va oltre questo ruolo fisiologico, può diventare una vera e propria patologia e compromettere seriamente la qualità della vita. Oggi le conoscenze sulla fisiologia del dolore, sulle metodologie per affrontarlo si sono evolute enormemente, tuttavia constatiamo che fra quanto è possibile fare e quanto realmente si fa vi è ancora un divario. Secondo un'indagine condotta nel 2011, la sofferenza fisica colpisce oltre 6 persone su 10, ma meno della metà di queste segue un trattamento e 7 volte su 10 queste hanno difficoltà ad individuare sul territorio centri di cura specializzati e non conoscono la legge n. 38, che dal marzo 2010 tutela il diritto di tutti i cittadini ad un'assistenza più equa e qualificata per quanto riguarda la terapia del dolore. Solo nella metà dei casi le persone si rivolgono ad un medico, più spesso quello di famiglia, e raramente al terapista del dolore. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per il 93,4 percento l'origine della sofferenza è di natura non oncologica. Si conferma attraverso questa ricerca il pesante impatto del dolore sulla vita quotidiana, che risulta compromessa per quasi 9 pazienti su 10.
Qual è la situazione valdostana? Il nostro piano socio-sanitario 2011-2013 dedica un breve capitolo al trattamento del dolore cronico. È un capitolo breve, ma che sintetizza qual è la situazione e quali sono le azioni: prevede per il triennio 2011-2013 il concretizzarsi della rete per la terapia del dolore in attuazione della legge nazionale n. 38/2010. Attualmente abbiamo appreso dal rapporto fatto al Parlamento sullo stato di attuazione di quella legge che la Valle d'Aosta, in compagnia di altre Regioni, risulta essere ancora inadempiente per quanto riguarda l'emanazione di provvedimenti, in particolare di una delibera ad hoc, finalizzati alla realizzazione della rete della terapia del dolore, anche se tutti sappiamo che è stato creato alcuni anni fa un hospice e siamo a conoscenza del fatto che il consumo pro capite di farmaci analgesici dei valdostani è fra i più alti rispetto alla media nazionale. Ciò potrebbe far pensare ad un terreno fertile per la diffusione della terapia del dolore, un terreno su cui questa problematica è effettivamente sentita e condivisa. Assessore, questa è l'occasione per far il punto della situazione e per capire le ragioni per le quali la nostra Regione non ha ancora attuato la rete per la terapia del dolore e quali saranno i tempi di applicazione della legge.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente. Ringrazio la collega Morelli, perché ha permesso di portare in Consiglio un argomento che recentemente è stato oggetto di un convegno organizzato con la Lega italiana contro il dolore, di cui una sezione regionale è nata da breve anche in Valle d'Aosta, e mi consente di fare il punto della situazione.
Per quanto riguarda l'applicazione della legge n. 38/2010, l'attività assistenziale che si porta avanti nell'ambito dell'Azienda USL è espletata sia per la diagnosi che per la terapia del dolore mediante tecniche di primo e secondo livello. Oltre alle visite, vengono erogate prestazioni di terapia farmacologica, elettroneurostimolazione transcutanea, terapia di blocco centrale e periferico (peridurali, tronculari, faccette articolari, intrarticolari, terapie intradiscali, triggers points e agopuntura). Per il dolore non trattabile altrimenti vengono eseguite procedure di impianto di cateteri spinali (per il controllo del dolore cronico benigno e neoplastico), l'impianto di stimolatori midollari per il controllo del dolore neuropatico (nevralgia post herpetica, neuropatia diabetica, dolore vascolare, dolore anginoso, dolore post-laminectomia) e il trattamento a radiofrequenza delle faccette articolari, delle neuropatie periferiche e del disco intervertebrale, detto Trans Discal Bi.Acuplasty. Nei pazienti affetti da Failed Back Surgery Syndrome (dolore lombosciatalgico post-laminectomia) è possibile eseguire la lisi delle aderenze peridurali sia mediante metodica di Racz che in corso di epiduroscopia, tecnica non invasiva che rimuove le cicatrici post chirurgiche responsabili del dolore ed evita o rimanda ulteriori procedure chirurgiche sulla colonna. Come si vede, non si tratta solo di dolore neoplastico, ma gran parte di dolore legato alle patologie cronico-degenerative sia dell'apparato osteomuscolare, sia delle malattie metaboliche, come il diabete, la neuropatia diabetica ad esempio. Tale tecnica è eseguita in pochi centri in Italia. È previsto anche che il paziente sia seguito dallo psicologo per tutte le forme croniche di dolore, che necessitano di tale supporto. All'interno della cartella clinica, sia nella sezione medica che infermieristica, sono riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito.
Nel corso del 2011 è stato approvato il nuovo regolamento sull'hospice ed è stata garantita l'attività di cure palliative domiciliari, anche con l'aiuto delle associazioni di volontariato, considerando in particolare l'aspetto del sollievo del malato terminale. L'Azienda USL ha inoltre provveduto ai percorsi formativi, ai sensi della normativa vigente, ai fini dello svolgimento delle attività professionali nelle proprie strutture e operanti nell'ambito della terapia del dolore, ivi inclusi i periodi di tirocinio. L'applicazione del progetto Ospedale e territorio senza dolore: dal 2001 i medici collaborano con l'attività del Comitato Ospedale Senza Dolore, al fine di promuovere una maggiore sensibilizzazione degli operatori e dei pazienti nei confronti del problema dolore. Attualmente è in via di approvazione il nuovo Comitato Ospedale e territorio senza dolore in applicazione alla legge stessa.
Per quanto riguarda l'adozione delle delibere della rete della terapia del dolore, esse verranno emanate nel primo semestre di quest'anno e, richiamandomi alla delibera che costituisce il consiglio sanitario, il cronoprogramma prevede - questo è l'allegato della delibera n. 2951/2011 che costituisce il consiglio sanitario, il quale partirà non appena ci saranno tutte le indicazioni di chi deve partecipare - entro giugno l'approvazione della delibera di definizione del modello di assistenza per il trattamento del dolore e, sempre entro giugno, l'approvazione della delibera di definizione del modello assistenziale di rete per le cure palliative.
Volevo solo sottolineare come, dal punto di vista operativo, indipendentemente dal fatto di rispondere alla legge e quindi di creare questa rete, c'è già una rete ben precisa sul territorio. Da pochi mesi è attivo un ambulatorio a Donnas per la terapia del dolore, perché, come sappiamo, la legge divide i due ambiti: cure palliative per i pazienti oncologici e terapia del dolore per i dolori cronici di tipo non oncologico...stiamo ragionando di aprirlo anche al poliambulatorio di Morgex per avere così la copertura di tutto il territorio; poi, per quanto riguarda la rete di cure palliative, esse sono già organizzate sul territorio. Per quanto riguarda la terapia del dolore, ci saranno due delibere che saranno emanate entro il primo semestre di quest'anno e lo abbiamo messo come cronoprogramma che sarà seguito da tale commissione sanitaria. Grazie.
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.
Prendo atto della sua risposta, Assessore, ho registrato questa scadenza del primo semestre 2012 per l'emanazione delle delibere che non sono una semplice formalità, ma hanno un loro significato preciso perché statuiscono qualcosa di definito. Lei ha detto che la nostra rete comunque è in via di definizione, che si sta studiando; rincresce un po' che ancora una volta la nostra Regione non sia fra le prime ad attuare azioni virtuose come queste su un territorio che è piccolo, con un'unica USL e che si può pensare che potrebbe dare risultati migliori.
Vi è anche un altro aspetto che non è da tralasciare, oltre alla realizzazione della rete per la terapia del dolore: quello dell'informazione e della formazione delle persone. In questo senso è auspicabile che ci sia un'azione tra la cittadinanza che sia un po' preventiva e un po' propedeutica all'entrata in funzione di tale rete, perché il diritto delle persone a non soffrire di dolore inutile deve diventare un acquis da parte di tutti. È vero che la lotta contro il dolore è una lotta chimica e farmaceutica, ma deve anche sostanziarsi attraverso un'azione culturale e un'azione di informazione della popolazione, perché devo constatare che molto spesso c'è ancora un atteggiamento di rassegnazione, di accettazione supina di fronte al dolore, specialmente al dolore cronico; credo che ne vada della qualità della vita dei cittadini valdostani, quindi è utile agire anche in questo senso.