Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2307 del 21 marzo 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2307/XIII - Interpellanza: "Elaborazione di un eventuale protocollo d'intesa tra la Regione e l'INPS per incentivare i congedi parentali dei padri".

Interpellanza

Si è appreso che la Regione Piemonte sta sperimentando un intervento innovativo che cerca di incentivare l'utilizzo del congedo parentale da parte dei padri al fine di superare le cause che ne determinano il modesto ricorso determinato, da un lato, da aspetti di ordine economico, in considerazione del fatto che di norma la retribuzione maschile pesa maggiormente in ambito familiare, e, dall'altro, da aspetti di ordine culturale;

l'intervento si concretizza in un contributo economico per i lavoratori dipendenti del settore privato che fruiscono del congedo parentale in tutto o in parte al posto della madre lavoratrice dipendente, nel primo anno di vita della loro bambina o del loro bambino;

a febbraio 2012 è stato rinnovato in questo senso il protocollo d'intesa con l'INPS per la realizzazione di "Insieme a papà" perché i primi risultati del bando aperto nel maggio 2011 sono stati soddisfacenti;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale per sapere se è intenzione della Regione approfondire i contenuti del protocollo d'intesa sottoscritto tra la Regione Piemonte e l'INPS e verificare se ci sono le condizioni per attivare nella nostra realtà questo progetto o uno strumento analogo che vada nella direzione della condivisione delle responsabilità familiari, aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal d.lgs. 151/2011.

F.to: Rigo

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

In Italia, come sapete benissimo, c'è ancora una gigantesca attività culturale da fare, insieme alle proposte concrete sul lavoro, sul mercato del lavoro e in difesa della dignità delle donne, perché c'è ancora una distanza fra lo stereotipo delle donne, il loro quotidiano e alcune scelte politiche fatte o non fatte. Il persistente divario fra uomini e donne è un fenomeno che ha radici profonde nella cultura che lo ha generato e che trova ostacoli durissimi nelle strutture e nelle regole che ne impediscono il superamento. Non stupiscono quindi i dati diffusi in questo periodo sul lavoro delle donne: meno retribuito e più faticoso e precario. L'osservatorio di genere, riferito proprio alla Valle d'Aosta, conferma tale tendenza. Lo squilibrio relativo al tasso di attività e di occupazione a svantaggio delle donne è forte, certo minore rispetto a quello che si rileva in Italia, anche se peggiora la qualità complessiva delle occupazioni. È molto accentuata anche la forbisce relativa all'equilibrio di genere nelle retribuzioni, soprattutto fra operaie e impiegate. Le donne sono più presenti nel lavoro a termine e soprattutto nel part-time, spesso involontario: non trovano lavoro a tempo pieno, o non sono in grado di accettarlo, per la necessità di dedicarsi alla cura dei bambini e degli anziani. Se questa è la fotografia del difficile equilibrio fra donne e lavoro, ho trovato interessante la proposta ripresa in questa interpellanza; una proposta che aggiunge una possibilità in più ai congedi dal lavoro nel quadro della condivisione delle responsabilità familiari e lavorative.

L'iniziativa è un incentivo rivolto ai dipendenti di aziende private per occuparsi a tempo pieno dei propri figli e per stabilire, fin dai primi mesi di vita, un legame speciale con entrambi i genitori, agevolando così anche il rientro al lavoro delle donne che, troppo spesso, per problemi di conciliazione dei tempi con la famiglia, rinunciano anche alla loro carriera professionale. Il protocollo di intesa fra Regione Piemonte e INPS prevede un contributo aggiuntivo di 400 euro mensili ai papà che scelgono il congedo parentale entro il primo anno di vita della figlia o del figlio. Mi rendo conto che si tratta di un piccolo intervento - in Piemonte da maggio 2011 a gennaio 2012 sono una cinquantina le domande accolte - che potrebbe interessare solo un ristretto gruppo di lavoratori, ma, come ho detto, va nella direzione di colmare, anche se in minima parte, quel deficit di ordine culturale presente nella nostra società. Sensibilizzare i papà, con una campagna informativa capace di suscitare un dibattito, anche attraverso l'incentivo di un contributo economico, a gestire la crescita dei figli fin dai primi mesi di vita è un fatto di civiltà. Anche, ma non solo, attraverso la gestione della cura dei figli da parte degli uomini, è possibile abbattere quelle barriere che ancora oggi impediscono alle donne di competere alla pari per occupare posti di responsabilità nella società.

In Valle d'Aosta lo squilibrio nella piramide delle professioni a svantaggio delle donne è forte: sono il 30 percento fra i dirigenti e imprenditori e il 74 percento fra gli impiegati e gli operai. Insomma, come varie ricerche hanno ripetutamente dimostrato, la nascita di un bambino riduce fortemente, soprattutto per la componente femminile della coppia, la possibilità di fornire un proprio contributo attivo anche oltre le mura domestiche. Le ricadute negative sono molteplici e su vari livelli: sul piano individuale, prima di tutto, per la frustrazione di non poter raggiungere quegli obiettivi che, a parità di qualifica e competenza, le donne di altri Paesi e gli uomini del proprio Paese riescono più facilmente ad ottenere; sul piano sociale, perché l'utilizzo efficiente del capitale umano femminile è cruciale per la crescita economica e la sostenibilità dello stato sociale. Eppure le donne sono mediamente quelle più preparate - lo dicono le indagini - con titoli di studio più alti, sono quelle che si impegnano di più nella formazione continua, quindi non viene utilizzata un'enorme riserva di risorse umane, di intelligenza e di capacità. Questa rinuncia ci costa: mentre sprofondiamo nella crisi economica, anche se lo spread sembra tirare il fiato, rinunciamo ad una parte del PIL che - ho letto proprio in questi giorni - è stata quantificata in quasi il 20 percento.

Con l'interpellanza chiedo alla Giunta "se è intenzione della Regione approfondire i contenuti del protocollo d'intesa sottoscritto tra la Regione Piemonte e l'INPS...", ripeto: "approfondire i contenuti del protocollo d'intesa...e verificare se ci sono le condizioni per attivare nella nostra realtà questo progetto o uno strumento analogo che vada nella direzione della condivisione delle responsabilità familiari, aggiuntivo rispetto a quanto previsto..." dalla normativa nazionale in essere. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

L'interpellanza del collega Rigo è sicuramente importante e anche ricca di spunti. Ha preso origine dall'intervento della Regione Piemonte in merito ad un programma finalizzato all'utilizzo delle risorse destinate dalla Regione, che conta sul finanziamento che lo Stato ha messo a disposizione delle singole Regioni, con una ripartizione che vede per la Regione Piemonte un intervento di 2.929.000 euro e che tiene conto evidentemente della situazione. Per quanto ci riguarda, il fondo a disposizione - "a disposizione" perché, come dirò e come il collega sa, è stato finalizzato ad un altro settore - è di 92.000 euro. Credo però che le osservazioni di principio che sono state fatte, siano corrette e infatti qui parliamo delle strutture private, perché nel pubblico è già possibile e sappiamo anche che i congedi parentali per i papà sono in aumento, e giustamente il collega Rigo ha detto che nella parte privata il fenomeno, anche perché siamo all'inizio, ha ancora dei risultati modesti. Il fatto stesso che nella regione Piemonte le domande per il progetto Insieme a papà siano ad oggi 50 la dice lunga su un percorso che, proprio perché difficile, merita ancora degli approfondimenti, ossia ci deve essere un cambiamento anche culturale a fronte di questo problema. Sappiamo che in media il tempo dedicato dal papà rispetto alla mamma per i figli è di quasi la metà, non sempre, ma la metà facendo la media di tutto, perché per alcuni è di pochi minuti rispetto alle ore dedicate dalla mamma. Ora su tale argomento sicuramente ci sono dei passi avanti da fare e condivido che l'altro tema è che ci sono delle donne che rinunciano alla carriera, o comunque hanno delle penalizzazioni perché sono nel periodo di maternità, sono nell'impossibilità di rendersi disponibili per possibili avanzamenti di carriera e così via. Queste sono considerazioni che condivido in pieno, le quali portano a dire che ad oggi, come il collega sa, noi abbiamo utilizzato tali fondi - in Piemonte impiegati per il progetto Insieme a papà - per i voucher di conciliazione. È un'iniziativa fatta tenendo conto dei dati relativi alle caratteristiche socio-economiche della Regione e dell'analisi dei bisogni e delle proposte che sono state fatte. Fra l'altro, ha partecipato direttamente all'elaborazione del piano che era stato fatto per il piano lavoro del 2009-2011, che a breve tornerà in aula per i richiami.

Venendo nel dettaglio al quesito che l'interpellanza pone: se siamo disponibili a fare un confronto con l'INPS o le parti per vedere se è necessario attivare anche a livello regionale strumenti idonei, credo che tale tema possa essere approfondito. Riteniamo che questa sia una suggestione valida, tenendo conto però delle disponibilità finanziarie e del fatto che il suggerimento primo è quello di fare un'azione di sensibilizzazione, perché i 400 euro provenienti da tale ripartizione che è stata fatta dal Piemonte - perché non ci sono basi definite, poteva essere di più o di meno - sono 400 euro mensili che hanno il loro senso, ma, rispetto all'implicazione del sistema famiglia, che vede penalizzata la donna rispetto all'uomo, è ancora una cosa marginale rispetto ai problemi nel loro complesso. Reputiamo però che questo approfondimento possa essere fatto per poi prendere le decisioni conseguenti nel piano lavoro che verrà presentato entro giugno.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Vede Presidente, io avevo due strade per presentare questo piccolo progetto: la prima era quella della mozione con la quale chiedere alla Giunta di rispondere con un "sì" o un "no", senza dare la possibilità alla Giunta stessa di approfondire il tema e, nel caso l'Esecutivo avesse manifestato il proprio parere negativo, motivandolo perché non c'era il tempo di approfondire, affermare che la Giunta non voleva considerare la famiglia, il riequilibrio fra i sessi. Ho preferito adottare l'interpellanza, perché questo tema impone riflessione e approfondimento. Oggi siamo nel pieno di una crisi economica che sta sconvolgendo l'Europa e l'Italia con lei, questa è una condizione oggettiva che va al di là dei confini regionali e proprio il confronto caldo di queste ore sulla riforma del mercato del lavoro la dice lunga sulla necessità di dare risposte diverse ben al di là della modifica dell'articolo 18. Poco però si parla di una risposta di respiro lungo, avanzata anche dai tecnici, dai professionisti e dagli esperti; abbiamo sentito degli esperti in questi giorni in audizione nelle Commissioni III e V sul pirogassificatore e uno di questi esperti ci ha detto che una delle sfide della nostra società sarà quella demografica. Se non invertiamo la tendenza in atto e non cerchiamo di ripristinare quella piramide originaria demografica che tutti abbiamo studiato a scuola...anche la riforma delle pensioni, del mercato del lavoro sono riflessioni importanti e necessarie, ma senza quel respiro lungo saranno scarsamente efficaci e, per invertire questa tendenza, ci vuole proprio una rivoluzione culturale, ci vogliono soldi e risorse, ma ci vuole la volontà di cambiare i nostri modi e tempi di vita, quotidiani, che vanno in quella direzione.

Ritengo che il tentativo della politica, in questo caso, di ripensare tali cose sia naturale, ne abbiamo bisogno. Ho voluto accennare a questo piccolo progetto, perché, come ricordava il Presidente, 50 lavoratori in Piemonte sono stati interessati da questa proposta, ma credo sia necessario cominciare con una piccola fiammella se vogliamo invertire una rotta che inevitabilmente darà preoccupazioni per il nostro futuro. Grazie comunque per voler approfondire questo tema, anche se parziale.