Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2252 del 22 febbraio 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2252/XIII - Interpellanza: "Procedura di approvazione della variante generale al piano regolatore del Comune di Courmayeur".

Interpellanza

Il Comune di Courmayeur ha adottato con deliberazione consiliare n. 35 del 2007 il testo definitivo della variante generale al proprio Piano Regolatore generale comunale PRGC. Il sito internet del Comune informa laconicamente che "Il tutto è stato trasmesso alla Regione per l'approvazione e completare così l'iter amministrativo. Attualmente vale il principio della salvaguardia della norma più restrittiva tra il vecchio PRGC e il testo definitivo della variante generale".

Sono passati cinque anni dall'attivazione delle misure di salvaguardia del nuovo Piano Regolatore Comunale e, malgrado l'espletamento di alcune fasi dell'iter approvativo, il nuovo piano non ha ancora terminato il suo percorso.

Constatata la situazione di precarietà che provocano le misure di salvaguardia in atto e che la cittadinanza lamenta;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore all'Ambiente per sapere:

1) per quali ragioni si protragga da così tanto tempo la fase di approvazione definitiva del PRGC di Courmayeur;

2) se la sua mancata approvazione sia imputabile a lentezze burocratiche, a dissensi fra l'amministrazione regionale e quella locale o a ripensamenti del Comune in relazione all'atto originariamente adottato;

3) se la variante non sia da intendersi decaduta a tutti gli effetti, come prescrive l'art. 20 della L.R. 11/1998, essendo decorsi tre anni dalla data di adozione senza che sia intervenuta l'approvazione o che sia stata trasmessa per l'approvazione alla struttura regionale competente in materia di urbanistica.

4) se è intenzione della Regione adottare misure amministrative di sollecito, di controllo o eventualmente di carattere sostitutivo che consentano la definitiva chiusura dell'iter intrapreso.

F.to: Louvin - Chatrian

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Merci M. le Président.

Assessore Zublena, abbiamo la necessità di entrare in un argomento un po' tecnico, ma credo che non sfugga a nessuno dei colleghi l'importanza che l'esatto rispetto delle procedure può avere in materie come l'urbanistica. Ricapitolando rapidamente la questione, il Comune di Courmayeur, nel lontano 2007, con una sua delibera consiliare ha adottato il testo di una variante generale sostanziale al proprio piano regolatore generale comunale. È un atto di estrema rilevanza, di cui ancora in questi giorni il sito Internet del Comune dà notizia in modo alquanto laconico, dicendo semplicemente che il tutto è stato trasmesso alla Regione per l'approvazione e completare così l'iter amministrativo (attualmente vale il principio della salvaguardia della norma più restrittiva fra il vecchio piano regolatore ed il testo definitivo della variante generale).

Sono passati 55 mesi dall'adozione della variante e 53 dalla sua trasmissione alla Regione per l'approvazione; è da tempo che ci si interroga, in sede locale, sulla vigenza dello strumento pianificatorio, c'è una situazione di obiettiva precarietà che lei mi permetterà di precisare nel suo sviluppo che ha avuto luogo dal lontano settembre del 2007. Quindi il 5 novembre 2007 il Sindaco di allora, Romano Blua, trasmette all'Assessorato del territorio la delibera del Consiglio comunale ed il 19 novembre, con grande solerzia, il Direttore dell'urbanistica dell'epoca, dottoressa Annalisa Béthaz, precisa al Comune che la decorrenza per la conclusione del procedimento presuppone la verifica di completezza degli atti trasmessi, chiede quindi l'integrazione e segnala che questo procedimento incidentale dovrà essere concluso entro il termine di 120 giorni dalla data in cui è pervenuta alla scrivente direzione la documentazione completa. Il 29 novembre 2007, solo dieci giorni dopo, il dirigente regionale è particolarmente dettagliato nel precisare i documenti necessari ad integrazione, precisa che il termine di 120 giorni decorrerà dalla ricezione di questi documenti. Sempre nel 2007 il Comune di Courmayeur, già nella nuova amministrazione, ne manda una parte e scrive che prenderà contatto con i professionisti incaricati perché provvedano a disporre la documentazione mancante. Mi corregga se sbaglio, ma ho cercato di ricostruire i vari passaggi perché è doveroso non essere vaghi in queste situazioni.

Il 27 maggio 2010 affiora di nuovo questa problematica in un'interpellanza in sede comunale, dove, a pochi mesi dalla scadenza dei tre anni dall'adozione della variante, qualcuno si preoccupa - in questo caso la Consigliera Roveyaz - ed il Sindaco risponde assicurando che entro fine anno 2010 si giungerà ad approvazione definitiva e precisa che la variante, come previsto dall'articolo 20, comma 4, della legge regionale n. 11/1998, è stata trasmessa entro i termini alla struttura regionale competente in materia urbanistica. Molto semplicemente, dalla fine del 2007 contiamo tre anni, siamo alla fine del 2010, possiamo anche metterci una parentesi di 120 giorni per l'integrazione con la documentazione, spostiamo l'orologio a fine marzo-primi di aprile del 2011, abbiamo la chiusura del procedimento con le conseguenze che sono note. Le conseguenze sono che in questo periodo si applicano le cosiddette "misure di salvaguardia", cioè la normativa più restrittiva, quindi ci sono una serie di limitazioni per quanto riguarda le attività edificatorie, ma i procedimenti hanno una loro precisa conformazione e dei termini a garanzia di chi emette gli atti, di chi li riceve e dei destinatari tutti di questa pianificazione urbanistica, che è ancora in una fase provvisoria. Il 31 agosto, approssimandosi questa scadenza, il Sindaco di Courmayeur scrive all'Assessorato del territorio (credo che lei ne abbia conoscenza): "Tenuto conto dell'intenzione di questo Comune di inviare prossimamente la documentazione integrativa...al fine di poter procedere nei limiti previsti dalle normative vigenti, vi chiedo se esista un termine perentorio entro il quale provvedere all'approvazione definitiva del piano regolatore generale comunale e oltre il quale decadono le misure di salvaguardia in atto". È curiosa la risposta che viene data dall'Assessorato, perché parla di un riavvio della procedure di approvazione della variante (siamo nel settembre 2010): "Si ritiene che la decadenza non sia maturata - non lo era effettivamente, mancando un paio di mesi alla scadenza -, avvenuta l'attesa trasmissione della medesima variante entro il termine di tre anni previsto dall'articolo 20", quindi è dalla trasmissione che decorre secondo noi il termine dei tre anni e la scadenza è fine novembre oppure, aggiungendoci anche una parentesi di 120 giorni, il tempo scade inesorabilmente nella primavera del 2011. Devo dire che la Regione è solerte nel sollecitare che si provveda al più presto all'invio delle integrazioni, in modo da consentire la conclusione della procedura in oggetto.

Stando alla nostra ricostruzione, forse ci sono degli elementi che ci sfuggono, ma ci pare che il problema sia rilevante e, stando anche alle disposizioni che il suo Assessorato ha dato in materia (mi riferisco alla circolare n. 34 della Direzione urbanistica del 2001), la disposizione spesso richiamata in questi carteggi del comma 4 dell'articolo 20 ha la finalità di limitare opportunamente nel tempo gli effetti negativi derivanti dall'adozione del testo preliminare di una variante sostanziale; cioè, diciamo noi, Amministrazione regionale: poiché ci sono delle conseguenze negative nella situazione transitoria in atto, bisogna che il procedimento si chiuda, l'inerzia del Comune protratta per tre anni in ordine alla diretta approvazione della variante per i casi di propria competenza o il suo invio alla Regione per l'approvazione negli altri casi, è sanzionata con la decadenza della variante stessa. Noi a questo punto ci fermiamo; c'è la necessità che una questione come questa sia tirée au clair da parte dell'Amministrazione regionale e che si sappia con precisione che ne è del piano regolatore generale di Courmayeur e della variante sostanziale adottata nel lontano 2007. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.

Zublena (UV) - Grazie Presidente. Ringrazio per questa interpellanza, perché spero che con la risposta che mi accingo a dare possano essere forniti alcuni chiarimenti su una questione molto tecnica, e pertanto proprio agli uffici tecnici bisogna fare riferimento in particolare per le modalità di applicazione della norma, ed anche per la ricostruzione dei fatti che risulta agli atti degli uffici competenti.

Sulla base delle informazioni e delle diverse interpretazioni che mi sono state fornite, circa il punto uno dell'interpellanza: "per quali ragioni si protragga da così tanto tempo la fase di approvazione definitiva del PRGC di Courmayeur", facciamo presente che in questo momento le nostre strutture sono ancora in attesa del recepimento delle integrazioni richieste al Comune nel novembre 2007, come lei ha ricordato. La procedura definita dalla legge urbanistica regionale, infatti, non stabilisce dei tempi massimi entro cui i Comuni devono concludere le varie fasi di approvazione delle varianti generali ai piani regolatori a carico loro, mentre la legge stabilisce in modo puntuale i tempi da rispettare da parte delle strutture regionali per l'approvazione degli atti con una sola eccezione della norma, che è quella stabilita dall'articolo 20, ma che illustrerò rispondendo al punto 3. Alla luce di questa applicazione della legge n. 11, le strutture confermano che, come Regione, abbiamo agito finora entro i limiti temporali previsti dalla legge con quella solerzia che lei giustamente ha riconosciuto alla struttura regionale in materia urbanistica, solerzia che ha tenuto nel 2007, ma anche negli anni a seguire, anzi, se del caso, cercando, per via di una precisa richiesta, di accelerare le procedure e talvolta di ridurre notevolmente i tempi massimi stabiliti dalla legge regionale.

In merito al secondo punto, in particolare alle supposte "lentezze burocratiche" per quanto riguarda gli uffici regionali, con riferimento a quella ricostruzione cronologica dei fatti di cui mi sembra anche lei disponga, emerge che in ogni fase dell'iter c'è stato il pieno rispetto dei tempi stabiliti dalla legge n. 11 nelle procedure di approvazione delle varianti generali dei piani regolatori. Inoltre, come servizi regionali, si è garantito un costante interessamento circa l'andamento del procedimento riguardante questa variante generale. Infatti ci sono stati frequenti contatti che sono intercorsi soprattutto negli ultimi mesi fra le amministrazioni, e questo direi che non denota affatto un clima ostile fra le due amministrazioni, al contrario, una piena sintonia ed una volontà di collaborare, uno spirito assolutamente condiviso, per poter giungere alla conclusione dell'iter di approvazione, naturalmente sempre nel rigoroso rispetto dei reciproci ruoli istituzionali che competono al Comune ed all'Amministrazione regionale.

Sul terzo punto, quindi con riferimento all'articolo 20, comma 4, della legge, secondo quanto mi viene riferito dagli uffici dell'urbanistica, la variante non è affatto decaduta. Il citato articolo 20, comma 4, stabilisce infatti che, con riferimento alle varianti sostanziali al piano regolatore, la variante decade quando sono trascorsi almeno tre anni tra la data di adozione da parte del Consiglio comunale del testo preliminare e la trasmissione del testo definitivo alla struttura regionale competente. Nel caso di Courmayeur, il Consiglio comunale ha adottato il testo preliminare della variante il 30 marzo 2007 e - come lei ha ricordato - la variante è stata trasmessa nel testo definitivo il 7 novembre 2007, quindi queste sono le date da prendere a riferimento per il conteggio dei tre anni. Pertanto dal breve conto emerge che sono trascorsi poco più di sette mesi fra l'adozione del testo preliminare e la consegna del testo definitivo. Come lei ha ricordato, il 7 novembre è stato dato avvio al procedimento, nell'ambito di questo avvio sono state richieste delle integrazioni; la norma regionale stabilisce quindi un termine di 120 giorni che decorre dal ricevimento della documentazione completa, termine entro cui il procedimento si deve concludere. In questo senso, poiché non è ancora pervenuta agli uffici tutta la documentazione completa richiesta, non sono ancora decorsi i 120 giorni previsti per la conclusione della procedura.

Circa l'ultimo quesito, che chiede se la Regione intenda "adottare delle misure...di sollecito, di controllo" e quant'altro, richiamiamo le note che abbiamo inviato - non sto a dettagliarle perché lei stesso le ha ricordate -, alle quali abbiamo avuto un primo riscontro nel 2008 e, successivamente, nel 2010 da parte del Comune. In merito alle misure di controllo o di carattere sostitutivo, si rileva che queste attività non sono previste dalla legge per le procedure relative all'approvazione o alla modifica degli strumenti urbanistici comunali; queste riguardano solo i casi di mancato rilascio di titolo abilitativo (articolo 60, comma 6, della citata legge).

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Mah... Assessore Zublena, lei deve fare un sesto grado superiore sugli specchi per cercare di dimostrare l'indimostrabile...in più lo specchio devono averlo cosparso di olio e deve fare anche freddo, perché le dita vanno in irrigidimento!

Il piano regolatore e la variante al piano regolatore - secondo quanto lei ci ha appena detto - è in uno stato sostanzialmente comatoso, perché non sono ancora decorsi i 120 giorni per la consegna della documentazione definitiva. Ecco, secondo questa teoria quindi, un Comune può bloccare in condizione di stallo la propria pianificazione urbanistica e lasciare per un tempo indeterminato in itinere questo piano regolatore in modificazione. Guardi, non è esattamente l'idea di quelli che hanno scritto questa legge, che è stata a lungo discussa in Giunta ed in Consiglio regionale, perché tutti i termini posti a presidio della pianificazione vanno nel senso di stabilire la chiusura del procedimento qualora non la si porti a conclusione. Secondo questa sua ricostruzione, invece, ci sarebbe una specie di bug nella normativa regionale, per cui allarghiamo le braccia e, se questi non ci mandano, noi rimaniamo in una condizione di stallo.

Assessore, questo non ci convince per niente, perché secondo la ricostruzione modesta che abbiamo fatto, questo piano purtroppo è ampiamente decaduto o per la decorrenza del termine triennale previsto per la sua approvazione da parte della Regione o per il mancato completamento della procedura da parte del Comune nel consegnare gli elaborati finali. Questa ci sembra essere l'inevitabile conclusione di questa vicenda, che è gravissima, perché in un Comune come quello di Courmayeur, dove sono in gioco colossali interessi urbanistici, non possiamo permettere che si rimanga in una situazione di incertezza regolamentare come quella che lei ci ha appena descritto!

Forse questa Amministrazione locale, magari per l'imminente chiusura della legislatura o per motivi interni, non lo sappiamo - e non rileva a questo Consiglio pronunciarsi - non è in grado di portare a compimento la procedura. Noi vogliamo assolvere la struttura regionale dalla responsabilità nell'esame, non è certamente una lentezza imputabile ai suoi uffici, ma semmai imputabile ai suoi uffici è il fatto di non trarne le conseguenze! Questo sì, perché non ci si può abbarbicare su una teoria del limbo della pianificazione urbanistica per dire: siamo in questa condizione che, quando finirà, finirà! Oppure, questo sarebbe particolarmente grave da parte dell'Assessorato e anche della responsabilità politica che grava sulle sue spalle, che ci sia una sostanziale complicità dell'Assessorato regionale nel cercare di negoziare sottobanco delle modificazioni al piano, senza far sì che si ricorra alla procedura del piano e si riparta secondo il procedimento noto: dalla conferenza di pianificazione all'esame in sede istruttoria da parte degli uffici, invece di fare un patteggiamento su eventuali modifiche alla modifica sostanziale del piano. Questo è molto problematico e particolarmente inquietante, perché se c'è volontà politica da parte del Comune interessato di modificare la pianificazione di allora, bisogna che lo faccia con piena assunzione di responsabilità e secondo la procedura completa. Questo è un fatto, a mia conoscenza, senza precedenti, quello di un piano regolatore che rimanga in uno stato di incertezza!

Temiamo che non ci si possa fermare qui e dovremo semmai verificare ulteriormente, se questa interpretazione molto singolare possa avere corso. Sicuramente se ci fosse contenzioso, se ci fosse qualche interessato - e gli interessati non mancano in quel di Courmayeur -, questo potrebbe dare luogo a dei contenziosi particolarmente fastidiosi. L'invito che le rivolgiamo è a far rispettare la legge non secondo interpretazioni capziose, ma secondo il suo spirito, e anche secondo la sua lettera che, all'articolo 20, comma 4, prevede una decadenza della vigenza del piano. Grazie.