Oggetto del Consiglio n. 2243 del 22 febbraio 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2243/XIII - Interpellanza: "Valutazioni in merito alle modalità attuative del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro".
Interpellanza
Vista la DGR 2675/2010 inerente alla "Approvazione della scheda progetto da presentare al Ministero per le Pari Opportunità per l'utilizzazione della somma di euro 92.700,00 assegnata alla Regione Valle d'Aosta nell'ambito dell'intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sottoscritta nella seduta del 29 aprile 2010";
Viste le DGR 3557/2010 e 1671/2011 relative all'approvazione della bozza di convenzione e delle disposizioni applicative per l'erogazione di un voucher per l'acquisto di servizi di conciliazione vita familiare/lavoro;
Ricordato che la sperimentazione per l'erogazione di questo nuovo strumento innovativo aveva la durata di un anno e che l'area di intervento, selezionata in base a specifici studi, era quella del Sub-ambito territoriale n. 4;
Richiamata la DGR 2956/2011 relativa all'approvazione della richiesta di proroga di sei mesi della convenzione;
Richiamata la DGR 72/2012 con la quale si modificano le disposizioni applicative estendendo l'area territoriale, sulla quale effettuare la sperimentazione, a tutto il territorio regionale;
Sottolineato che nella deliberazione sopra citata non sono stati evidenziati i problemi, le ragioni che hanno di fatto indotto l'Assessore competente a proporre alla Giunta regionale prima la proroga e poi le modifiche alle disposizioni applicative al di là del "considerato che nonostante siano pervenute molte richieste di informazioni sul Servizio del voucher di conciliazione, ad oggi, è limitato il numero di domande presentate e accolte per la concessione del contributo";
tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore regionale competente per:
1) conoscere, con maggiori elementi, le problematiche che non hanno consentito di raggiungere gli obiettivi stabiliti inizialmente;
2) sapere quali sono le valutazioni, gli intendimenti, gli accorgimenti messi in atto per dare piena attuazione al percorso sperimentale di questo nuovo servizio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
F.to: Rigo
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Grazie. La conciliazione fra i ruoli di madre o padre oppure figlia o figlio, nuora o genero e quello di lavoratrice e lavoratore non è una delle imprese più facili. La società moderna, i ritmi di vita, la composizione dei nuclei familiari, la riforma delle pensioni richiedono sempre più strumenti, servizi, strutture utili a facilitare questo complesso equilibrio dai diversi risvolti. Le politiche di conciliazione tentano di dare risposte, cercando di organizzare, di innovare un nuovo e diverso rapporto fra due dimensioni: quella lavorativa e quella della cura, dell'assistenza, dell'educazione e, perché no, del tempo libero, che hanno sempre scandito i tempi di vita quotidiana sia femminili che maschili, ponendosi oltre la dimensione strettamente assistenziale dell'intervento pubblico. Credo però che le politiche di conciliazione, le sperimentazioni come quella in atto o quelle promosse dall'Agenzia del lavoro finanziata dal Fondo sociale europeo non possano essere intese solo come strumenti per permettere alle donne o agli uomini, di svolgere più ruoli, ma piuttosto come occasione per la nascita di nuovi modelli di welfare, cui concorrono diversi attori, e come azioni per facilitare il benessere organizzativo interno alle imprese pubbliche e private.
Anche all'interno della pubblica amministrazione o delle aziende, e in particolare a livello dirigenziale, infatti, deve emergere una nuova consapevolezza: che il "benessere personale" delle lavoratrici e dei lavoratori è portatore anche di maggiori e migliori performance professionali. Ridurre l'assenteismo, migliorare il reinserimento, offrire prospettive motivazionali rappresentano per le imprese, private e pubbliche, vantaggi competitivi. Le politiche di conciliazione quindi non devono essere questione di un singolo Assessorato o questione che diventa utile solo per utilizzare finanziamenti nazionali o europei, ma politica integrata della comunità tutta. Certo, vanno bene le sperimentazioni come questa in corso relativa ai voucher, ma spetta alla pubblica amministrazione, nella sua interezza, al mondo del lavoro, alle imprese, all'ente locale, alla società civile trovare un piano di incontro che deve diventare progettualità, in grado di coniugare interessi dei lavoratori e delle loro famiglie, dei datori di lavoro, della collettività. Altrimenti le sperimentazioni rimangono tali.
In Italia, permettetemi una considerazione di ordine generale, c'è ancora un gigantesco lavoro culturale da fare per riequilibrare la ripartizione dei carichi domestici e di cura. C'è ancora più da fare per superare un modo arretrato e offensivo di presentare le donne che non sta più nella realtà da tempo, ma che ancora purtroppo è veicolato e riproposto, tanto per fare un esempio di attualità dal Festival di Sanremo appena andato in onda. Qual è il rapporto uomini-donne nella vita di tutti i giorni? Nel 2008-2009 (rapporto ISTAT) le donne svolgevano il 76,2 percento del lavoro familiare, la quota era del 78 nel 2002 e dell'85 nel 1989 e nulla lascia immaginare che la situazione sia nel frattempo sensibilmente migliorata. L'indagine ci dice che per le donne il carico aggiuntivo di fatica raggiungerebbe i 75 minuti in più al giorno. I dati sulle coppie giovani per fortuna ci dicono una cosa diversa: nei ragazzi è più radicato e nello stesso tempo è più forte la consapevolezza che sia giusto condividere i compiti familiari.
Tornando alle premesse dell'interpellanza, abbiamo riassunto le diverse tappe di questa sperimentazione; un iter lungo, che ha dovuto fare i conti con ritardi, proroghe e modifiche sostanziali del progetto originario. Vogliamo capire come mai; vogliamo capire dall'Assessore Lanièce come questo sia potuto accadere, visto che "il progetto e le procedure - leggo dalla deliberazione n. 1671/2011 - sono state definite con tutti gli Enti coinvolti e che l'area di intervento che presenta le maggiori esigenze di conciliazione, selezionata in base agli studi condotti in precedenza, corrisponde al sub-ambito delle Comunità montana Evançon, Mont Rose e Walser-Alta Valle del Lys". Lette queste considerazioni ci siamo stupiti della nota contenuta nella deliberazione n. 72/2012 (cito): "Considerato che nonostante siano pervenute molte richieste di informazioni sul servizio del voucher di conciliazione, ad oggi è limitato il numero di domande presentate e accolte per la concessione del contributo; ritenuto opportuno quindi proporre l'estensione dell'area territoriale sulla quale effettuare la sperimentazione, inizialmente, riservata al sub-ambito territoriale n. 4, a tutto il territorio regionale...". Francamente sono stupito e un po' sconcertato: non era stata condotta per tempo una campagna informativa? - così mi sembrava dalla lettura delle deliberazioni -, non era l'area considerata quella dove esisteva maggiormente l'esigenza di conciliazione? Gli studi non indicavano lì il terreno favorevole per la sperimentazione? Come si può, mi chiedo, trattandosi di una sperimentazione studiata a tavolino, cambiare di punto in bianco la zona considerata in precedenza? Ma che sperimentazione è? Ecco quindi che, come è scritto nell'interpellanza, vogliamo conoscere con maggiori elementi per capire, perché ci interessano le sperimentazioni, lo abbiamo detto prima, le semplici note prima lette, le problematiche che non hanno consentito di raggiungere gli obiettivi stabiliti inizialmente e vogliamo sapere quali sono adesso le valutazioni, gli intendimenti, gli accorgimenti messi in atto per dare piena attuazione al percorso sperimentale di questo nuovo servizio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie Presidente.
Una breve premessa per ricordare di cosa si tratta. Il voucher di conciliazione è un contributo che permette ai cittadini di conciliare i tempi di vita e di lavoro, servendosi dell'aiuto di persone di fiducia che assistano i familiari, mentre i richiedenti sono occupati. I destinatari sono in modo particolare donne, dipendenti, libere professioniste iscritte alla gestione separata dell'INPS o disoccupate, inoccupate frequentanti i corsi di formazione o riqualifica, che abbiano responsabilità di cura nei confronti di minori fino a 13 anni disabili o anziani non autosufficienti. L'entità del voucher può arrivare ad un massimo di 2.000 euro che saranno erogati al termine del progetto a fronte di spese effettivamente sostenute. Il nucleo familiare deve possedere una situazione economico-patrimoniale dichiarata (IRSE) non superiore a 25.000 euro. Considerato che i fondi disponibili, pari a 92.000 euro, stanziati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentano un importo limitato distribuiti a circa 45 famiglie, qualora richiedenti il massimo importo di 2.000 euro, si è ritenuto opportuno circoscrivere un'area di intervento coincidente con il territorio a media intensità abitativa particolarmente provato dalla crisi economica e con un tasso di immigrazione ed esclusione sociale piuttosto elevato, come si evince dai dati emersi durante la ricerca sui fabbisogni effettuati dal piano di zona e aggiornata con i nostri recenti rilevamenti, così si era identificato il distretto n. 4.
Per pubblicizzare la proposta, sono stati organizzati a Verrès e Donnas due incontri con la popolazione da parte del sottoscritto e dei tecnici competenti, quindi sono stati informati i servizi sociali, i rappresentanti degli enti locali e del terzo settore operanti nel sub-ambito territoriale n. 4. Il dépliant informativo è stato predisposto dagli uffici regionali e diffuso attraverso i centri per l'impiego, il trasferimento effettivo dei fondi da parte del Dipartimento per le pari opportunità è avvenuto solo a ridosso dell'estate, quindi si è stabilito che il servizio per la concessione del voucher di conciliazione diventasse operativo a partire dal 15 settembre 2011. Nonostante l'impegno promozionale in questi mesi, sono pervenute molte richieste di informazione, ma poche domande di assegnazione del voucher, perché, in base a quanto approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, il contributo è rivolto ad un target di persone in possesso di precisi requisiti: essere lavoratori, in particolare donne, o in cassa integrazione e in fase di riqualificazione professionale, essere disponibili a formalizzare l'azione di fiducia con soggetti terzi che assistono bambini e anziani disabili anche per poche ore al giorno.
Dal momento che si sono registrate molte richieste provenienti da zone non comprese in un primo tempo dalla sperimentazione, si è deciso di estendere il servizio a tutti gli ambiti della regione. Il rilancio dell'iniziativa con estensione a tutto il territorio regionale è partito con un'intervista televisiva recentemente rilasciata dagli uffici competenti alla RAI, a seguito della quale sono pervenute alla Direzione politiche sociali molte richieste di informazione e un sensibile incremento delle domande presentate, comprensibili di un sintetico progetto che descrive le specifiche esigenze di conciliazione della famiglia richiedente. I servizi sociali del territorio, gli assistenti di quartiere di Aosta, già operanti nelle aree scelte durante la sperimentazione del nuovo servizio, l'ufficio di piano e i gruppi tecnici di piano di zona sono stati informati dell'estensione del servizio e invitati a promuoverlo presso la cittadinanza valdostana. Il sito dell'Amministrazione è stato aggiornato con un richiamo sulla home page, mentre è prevista una nuova distribuzione di materiale informativo su tutto il territorio regionale.
Il Ministero ha appena comunicato alla Direzione politiche sociali che è intenzione del neo Ministro rifinanziare le misure di conciliazione anche per il 2012, sebbene non si conosca ancora né l'importo complessivo, né quello assegnato alla nostra Regione.
Sulla base dei risultati della sperimentazione, l'Assessorato porterà avanti questa tipologia di intervento flessibile e personalizzabile sulle esigenze della singola famiglia, oppure implementerà le misure di conciliazione già consolidate da anni sia a favore della prima infanzia, che della non autosufficienza adulta e anziana. Questo era il percorso, chiaramente condivido con il collega Rigo che non è il voucher di conciliazione in sé che risolve il problema della conciliazione delle donne, lo abbiamo anche ricordato nel presentare tale misura. Quello di cui si è preso atto è che non ci sembrava corretto insistere ulteriormente su una zona che non aveva risposto in pieno...quindi mettere a disposizione di tutte le donne che avevano bisogno nella nostra regione di questa iniziativa la possibilità di accedere.
La mia considerazione personale è che abbiamo un servizio per la prima infanzia capillare e ben distribuito sul territorio che permette di dare già una buona risposta. Tutta la normativa nuova sull'assegno alla famiglia per la cura dei disabili e degli anziani ha dato un ulteriore impulso alle famiglie di poter usufruire di questa misura, quindi prendendo atto...c'era un'iniziale diffidenza... abbiamo deciso di diffonderla a tutta la regione, poi con l'ultima volontà del Ministero di rifinanziare possiamo ripartire dall'inizio e continuare su tutto il territorio regionale. Questi sono i passaggi che sono stati fatti.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.
Rigo (PD) - Grazie. Ho ascoltato con attenzione l'Assessore Lanièce ma, sinceramente, devo dire che non ha fugato tutte le perplessità, anche se è stato molto serio e corretto nelle risposte. Già ad ottobre 2010, nel corso della discussione di un'interpellanza proprio su questa manifestazione, espressi i miei dubbi sulla scelta del voucher, sulle modalità e sulle procedure che hanno ancora di più irrigidito quelle nazionali. Trattandosi di una sperimentazione, mi sembrava che fossero stati messi troppi paletti. "Mi piacerebbe - dicevo allora - che questo progetto non rimanesse chiuso in un ufficio dell'Assessorato o che fosse occasione di dibattito solo fra gli addetti ai lavori" e l'elenco che mi ha fatto l'Assessore va proprio in questa direzione. Speravo in un coinvolgimento più plurale dell'Agenzia del lavoro ad esempio, che ha maturato esperienza sul campo nel settore delle politiche di conciliazione. L'anno scorso, nell'ambito delle attività previste dal Fondo sociale europeo, l'Agenzia del lavoro ha presentato specifici bandi di conciliazione per una disponibilità finanziaria di 800.000 euro, non 92.000; quest'anno forse saranno di più. Il risultato è stato finora di 33 progetti presentati, 26 approvati di cui 2 da enti di formazione ed hanno partecipato 16 Comuni e 8 Comunità montane. Speravo in un coinvolgimento della Consulta regionale per le pari opportunità, perché reputo strumento indispensabile per un'azione...
(interruzione dell'Assessore Albert Lanièce, fuori microfono)
...per un'azione culturale su tutto il territorio, in un coinvolgimento degli uffici della Consigliera regionale di parità per le sue competenze, ma anche degli uffici dell'Amministrazione regionale, ad esempio quello del personale, che sovrintende alle problematiche di conciliazione, invece non ne sanno nulla se non quello che appare sui giornali...o perché il coordinatore è Assessore di un Comune.
Vede, Assessore, il problema non è solo spendere bene i soldi a disposizione, ma, come ho detto nell'intervento introduttivo, è come far nascere dalle sperimentazioni politiche integrate proprio per rispondere alle sue perplessità e alle sue preoccupazioni. Sono convinto che la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dovrà diventare tema centrale dell'agenda politica in una società di forte cambiamento, in particolare per l'Amministrazione regionale. E perché ciò avvenga credo necessario che le politiche di conciliazione, anche e a maggior ragione quelle sperimentali, dovrebbero far capo alla struttura regionale competente in materia di programmazione e gestione delle politiche del lavoro e della formazione professionale non per togliere una competenza, ma per aggiungere un soggetto ad una sperimentazione.
Le chiedo, Presidente Rollandin, di trovare il tempo per un confronto fra l'Assessorato, l'Agenzia del lavoro e gli uffici del personale per vedere se il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione può sostenere nel futuro e agevolare un piano regionale per le politiche di conciliazione. Non facciamone 40 e poi ne inseguiamo male 35! Se è così, vedrei bene l'integrazione della legge n. 7/2003, inserendo fra le disposizioni - e non solo un accenno, perché c'è un rigo riferito alle politiche di conciliazione - quella riferita a questo strumento, importante per il futuro lavorativo delle valdostane e dei valdostani.
Credo che abbiamo bisogno di un contenitore non creandone altri, ma ce l'abbiamo già...che possa insieme valutare le sue preoccupazioni...come mai non ha funzionato, perché abbiamo messo in campo delle risorse finanziarie che non sono andate a buon fine? Perché ci sono tante richieste di informazioni, ma poche domande? Chiediamoci questo, allarghiamo il confronto a tutti coloro che potrebbero darci una risposta. Ritengo che valutare e sostenere e diffondere questo modo di coniugare lavoro e famiglia sarà per noi un'esigenza fondamentale, ma anche una risorsa economica, un cambiamento del welfare e delle politiche sociali. Attendo quindi le vostre riflessioni. Grazie.