Oggetto del Consiglio n. 2111 del 6 dicembre 2011 - Resoconto
OBJET N° 2111/XIII - Continuation et clôture de la discussion générale sur les lois de finance et de budget pour le triennat 2012/2014.
Presidente - Riprendiamo i lavori sospesi stamani, siamo sempre in discussione generale in merito alla trattazione della legge finanziaria e della legge di bilancio, fra poco vi verrà distribuita la relazione del Presidente della Giunta in merito alla partecipazione degli enti locali al processo decisionale dell'Amministrazione regionale.
La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Il Presidente Rollandin avrà ancora un piccolo lapis per prendere nota, ormai l'avrà già consumato, dopo tutti gli interventi della giornata, a forza di prendere appunti e la rassicuro che non saliremo nell'empireo delle grandi vicende della politica internazionale, delle banche centrali, delle letture di economia politica, che sono diventate ormai pane quotidiano per la classe politica tutta intera; sembra di sentire altrettanti professori della Bocconi e di Harvard che disquisiscono a tutti i livelli sui piani nazionali e locali e devo dire che anche noi, nel nostro piccolo, ci diamo da fare.
Nel nostro piccolo, peraltro, il gruppo di ALPE ha fatto uno sforzo e spera, con questo ulteriore piccolo intervento, di completare la discussione generale con una serie di approfondimenti che, come avrete - spero - potuto apprezzare, sono frutto di valutazioni maturate all'interno della vicenda politica regionale e delle nostre esperienze dirette, ma sono anche interventi - lo dico con molto piacere avendo svolto per metà legislatura la funzione di Capogruppo - sono anche frutto di una maturazione di pensiero, di riflessione del nostro gruppo che è il piccolo contributo che sappiamo e vogliamo portare alla politica valdostana.
Noi cerchiamo di guardare naturalmente dentro questo bilancio particolare e, al tempo stesso, portare un po' oltre lo sguardo, tenendo presente le funzioni che sono proprie di questo strumento particolare, la sua funzione politica di verifica del rapporto fra il Governo e l'Assemblea che lo ha espresso, la funzione di garanzia nei confronti dei nostri concittadini che devono sapere quali sono le regole di azione che mettiamo alla base del nostro agire politico, la funzione di autorizzazione di spese e di azione. Qui giriamo la chiavetta per l'anno prossimo, per far funzionare la macchina per eccellenza di questa "Aosta-Regione", non fosse necessariamente per eccellenza come giudizio di valore, ma sicuramente per eccellenza dimensionalmente per quello che rappresenta e che pesa sulla vita, sui bilanci familiari, sui bilanci aziendali di tutta la Valle; per la sua funzione economica insostituibile di programmazione e per - naturalmente - la funzione contabile che assolve. Lo facciamo consapevoli di poterci pronunciare solo sulla parte emergente della finanza pubblica, perché la finanza pubblica allargata - come già detto e come torneremo a ribadire in buona parte - sfugge a questo bilancio, si sottrae, perché ha perso nel corso degli ultimi decenni, proprio per l'espansione che ha avuto il settore delle controllate regionali, un carattere di universalità questo bilancio. Una buona fetta delle risorse pubbliche segue altri canali, su alcune non si sofferma neanche più la nostra attenzione, nessuno di noi ha evocato nel corso del dibattito il bon de chauffage, che infatti puntualmente non si ritrova nel bilancio regionale, bypassato come è stato il bilancio, anche qui, da logiche di prelievo su risorse esterne al nostro bilancio pubblicizzato da questa vicenda, da questo dibattito.
Tutti hanno detto: nessuno si può sottrarre alla sottolineatura del fatto che oggi parliamo in una cornice molto particolare, e parliamo anche di un bilancio provvisorio, perché già si annuncia, già si formalizza nello stesso emendamento che il Presidente della Regione ha depositato questa mattina, il fatto che questo è un bilancio in qualche modo in progress, deve essere ancora corretto e ritarato in funzione di eventi esterni che si sono già succeduti con la grandine di manovre economiche, con il succedersi di interventi sempre più restrittivi delle nostre possibilità di spesa, e anche questo attuale stato è una fotografia sfuggente, è quasi un diagramma che appare un attimo per poi essere già sostituito, come succede nei film, da un'immagine successiva. Quindi questo cambiamento profondo chiede un bilancio dinamico, chiede un bilancio di adeguamento a queste situazioni, ma la nostra impressione complessiva - e l'abbiamo esternata già nei giorni scorsi annunciando pubblicamente il posizionamento politico dell'ALPE sul bilancio regionale 2012 e sul triennale 2012-2014 - è quella di un bilancio che, invece, è statico, non ripensato, alla luce dei grandissimi cambiamenti che sono in atto. È stato fotocopiato con le correzioni. Il termine usato costantemente, il vero e proprio leitmotiv è rimodulato, tutte le spese sono rimodulate, fa meno male dei tagli...vero collega Fontana? Parlare di "rimodulazione" è più morbido di dire abbiamo tagliato di qua, no, non si taglia più, si rimodula semplicemente...Fra un po' andremo dal coiffeur, dal barbiere, e ci faremo rimodulare i capelli, non si taglia più, si rimodula, e quindi c'è questa idea che è semplicemente un aggiustamento. Infatti l'approccio è stato un po' quello, teniamo tutto così com'è; quieta non movere, non andiamo troppo ad agitare le acque, semplicemente abbassiamo un pochettino di qualche decibel le punte che si possono ritoccare; d'altra parte la grossa potatura era stata fatta l'anno scorso, lo ricordiamo, ed è mantenuta puntualmente nel settore dell'agricoltura, dove c'è stato un ribassamento pesantissimo...non abbiamo avuto, quest'anno, una riespansione, un riallineamento, è rimasto esattamente nella condizione in cui era prima. Ripetiamo: è un bilancio che vediamo in qualche modo avere assunto caratteri di fissità e questa mattina, Presidente - vede, poi col tempo invecchiamo tutti -, vengono gli "amarcord" che abbiamo discusso, presenti con l'Assessore alle finanze, lei, io e i posti miei e suo sono rimasti gli stessi, il collega Lavoyer è salito di grado.
Ventitré anni fa eravamo qui a discutere un altro bilancio, nel 1988; io, da novizio, assistevo per la prima volta al rito ed erano bilanci di una comunità che si sentiva il vento in poppa, che sentiva una grande forza di crescita, che aveva degli strumenti decisamente poderosi, quelli su cui oggi si discute dicendo: "sono privilegi, non privilegi"...allora eravamo tutti privilegiati, l'Italia si comportava da privilegiata, si è comportata vivendo al di sopra dei propri mezzi per tanto tempo e quindi noi abbiamo anche goduto di una situazione di particolare favore in quella congiuntura. Ma ripensandoci questa mattina, Presidente, allora c'era un'idea forte di poter programmare il proprio futuro, c'era la sensazione di dover affrontare dei passaggi difficili; lei ricorderà sicuramente, erano gli anni in cui ci si preparava all'ingresso nel mercato unico, l'abbattimento delle barriere doganali, abbiamo saputo dopo cosa ci ha riservato, cosa ha cambiato nel nostro ordinamento finanziario...moltissimo! I contraccolpi li abbiamo avuti fino a poco più di dodici mesi fa. Quindi un bilancio nel quale la comunità valdostana ed il suo apparato politico avevano uno sguardo estremamente positivo. Sarà l'effetto del tempo che passa, noi percepiamo in questo bilancio non solo una maggior ponderatezza, una maggior attenzione, cosa che è normale, ma percepiamo sicuramente minor forza, minor forza progettuale, minor capacità di affrontare il cambiamento che oggi come allora c'è; sicuramente allora il cambiamento appariva inquietante, ma ancora foriero di possibili aperture, soddisfazioni, eccetera.
Oggi percepiamo un cambiamento più problematico e quindi abbiamo un atteggiamento ripiegato, ma questo, della Giunta regionale di oggi, che ci viene restituito attraverso questo bilancio, è un atteggiamento troppo fermo! Troppo fossilizzato su queste posizioni e quando lei ci parla dei generali nell'Amministrazione, di situazioni che sono un po' cristallizzate, faccia attenzione, Presidente, che non sia questo un po' come nel romanzo di Garcia Marquez L'autunno del patriarca, in cui questa figura di generale dittatore caraibico si parla un po' tra sé e sé, dalla prima all'ultima riga del libro, in questo continuo dialogo con sé stesso. Noi abbiamo la sensazione che sia mancato in questa fase il dialogo di preparazione con la comunità. Sì, sì, sono state incontrate associazioni, organismi rappresentativi, eccetera, ma la decisione, l'impianto è partito tutto da un punto ben preciso e noi non abbiamo la sensazione che ci sia intorno a questo bilancio una costruzione di insieme, una tensione, una visione che sia quella naturalmente di superamento del welfare, per come è stato congeniato alla fine degli anni '80 e primi anni '90...inevitabile! Sappiamo che dobbiamo andare oltre, ma non vediamo prepararsi, non vediamo predisporsi gli strumenti per far fronte al disagio sociale che sta crescendo, il termometro raggiunto in Valle d'Aosta dei livelli mai raggiunti, sì...si può duettare sulle cifre, ma la fuga dei cervelli che è in atto in questa nostra regione è elevatissima, il ricorso ad impieghi precari, lo vediamo, è altissimo in questo momento e, se è vero che non cresce l'apparato pubblico, si espande ancora e sempre l'apparato para-pubblico, anche quest'anno, e anche per effetto di decisioni annunciate pochi giorni fa, come quella dell'acquisizione della Deval...cresce ulteriormente questa dipendenza indiretta dalla Regione di centinaia e centinaia di persone. Quindi noi dobbiamo essere molto consapevoli di questo, che invece di iniziare comunque una manovra di rientro stiamo ancora completando una manovra di salita verso numeri sempre più alti di dipendenza dall'Amministrazione regionale.
Noi distinguiamo la nostra posizione, Presidente, colleghi, dalla scelta minimalista che è stata fatta in questo modo. Noi riteniamo che con un 20 percento delle risorse ancora disponibili per investimento ci fossero delle possibilità da cogliere opportunamente per individuare delle tracce di percorso diverso di trasformazione che, anche il mondo culturale, professionale, scientifico, intorno a noi indica, tra le altre, quelle della green economy, ci siamo permessi già di ricordarlo due anni fa, in quest'aula: la possibilità di aprire la strada in modo vero, deciso, a delle filiere innovative che non vediamo venire fuori, e invece non troviamo nell'articolazione di bilancio, nelle scelte soprattutto della legge finanziaria di accompagnamento, dei segnali significativi. Mi pare essersi spolpata ulteriormente questa legge; invece di utilizzare questo per aprire delle vie nuove, la si utilizza solo per risolvere dei problemi, chiudere delle partite, evitare delle magagne. Non per aprire veramente la strada, per questo in una battuta abbiamo indicato come superato concettualmente come pericoloso e anche iniquo, generazionalmente, questo bilancio.
Le medicine vecchie o la ripetizione di medicine, rispetto alle quali occorrerebbe un'alternativa, portano ad assuefazione, la ripetizione meccanica delle misure di anticrisi non ha la stessa valenza per l'anno 2012 che ha avuto per il 2009. Noi riteniamo che qui sia mancato, nello spazio di 36 mesi, una volontà reale di andare a tarare diversamente, ad individuare altri strumenti, ci sia stato in fondo un affidamento a schemi ormai ripetuti, in qualche modo logori, ma in una società come la nostra, come quella valdostana, che oggettivamente è compressa, in cui gli spazi di dibattito democratico sono estremamente limitati, non si sentono voci dissonanti, c'è scarso dibattito su questo, all'esterno da quest'aula, alle poche riflessioni che vengono fatte da noi, ma anche dai banchi della maggioranza sono affidati gli unici commenti pubblici rispetto al bilancio regionale. Le stesse forze economiche e di rappresentanza sociale - lo vedete - sono caute, sono timide nell'esprimere giudizi in una sorta di arrendevolezza che ha la società esterna al mondo politico rispetto alle scelte che vengono fatte qui, a Palazzo.
Gli ottimi interventi di questa mattina dei miei colleghi mi consentono di fare solo qualche ritocco a quanto è stato detto intelligentemente e quindi non sarà questo un intervento a tutto campo. Riprendo solo alcuni temi per qualche indicazione ulteriore. La prima osservazione la vorrei fare sulla sanità, di cui ha parlato molto bene la collega Morelli, segnalando - questo è il nucleo del suo e del nostro pensiero - che l'equazione "più spendo, meglio sto" non è un'equazione veritiera. Ma lo è tanto più alla luce di un pensiero diverso che sta emergendo rispetto al mondo sanitario, non solo nella nostra regione, non solo in Italia, ma più in generale nel mondo, ed è la constatazione della ipermedicalizzazione delle nostre società, di un abuso, addirittura, di farmaci, di terapie. Un atteggiamento complessivo del mondo medico che porta ad uso, qualche volta, Assessore - credo che potrà convenirne con me, perché questa è una constatazione di ordine generale e non legata specificamente a questo contesto -, ad un uso elevatissimo di strutture, di strumenti di diagnostica, ad una ripetizione di esami, ad una mancanza di contatto personale individualizzato con il paziente e tutto questo, che recentemente, anche in sede pubblica, è stato ampiamente sottolineato, porta, da un lato, a vedere costantemente aumentata la spesa sanitaria; dall'altro, ulteriormente depauperata la qualità del rapporto tra il curante e il paziente.
Ora, noi questo vorremmo che insieme ad una revisione profonda e sincera della spesa sanitaria valdostana, dove ci sono possibilità di conseguire degli alti margini di economia...perché lei, Assessore, che pure è tecnico...noi parliamo tanto dei tecnici che ci sono a Roma, ma noi i tecnici ce li abbiamo qui, ecco! Li abbiamo avuti e li abbiamo riavuti, come tecnici in questa istituzione regionale, ecco! Lei dovrebbe, credo, avrebbe dovuto, forse, iniziare questo percorso già da tempo nella nostra "medicina regionale", alzare il piede rispetto a questa spinta continua ad avere sempre di più quantitativamente in termini di macchine, in termini di prestazioni, di commisurare sempre e solo la remunerazione degli stessi medici alla quantità e non alla qualità delle prestazioni. Questo è quello che si sta dicendo nel mondo medico, ed a questo credo che un'Assemblea come la nostra deve essere attenta nel chiedere che si tirino un po' i freni della spesa, di fermare l'iperproduttivismo, di andare verso un uso molto appropriato delle risorse, uso che non sempre ha questi caratteri ed una grande attenzione alla qualità di vita delle persone. Abbiamo dei settori nei quali ci stiamo distinguendo per questo, e vanno sottolineati, vanno valorizzati, ma il complesso, la filosofia generale di approccio rispetto alla sanità pubblica valdostana difetta ancora di questa caratteristica.
Nel settore delle opere pubbliche il termine "rimodulazione" è quanto mai stato utilizzato nel senso che prima indicavamo. C'è questo rallentamento, c'è anche un riscaglionamento, mi pare di avere colto, dei programmi; si dice, in sostanza: siccome non possiamo fare tutto subito, rallentiamo un po' la marcia...ma ci sono anche dei nodi abbastanza grossi ancora da sciogliere per il servizio idrico, per esempio, per gli investimenti che sono stati previsti e che sono ancora in parte bloccati da ragioni di tipo burocratico, da mancanze anche da parte della programmazione degli enti locali, abbiamo riscontrato questo tipo di situazioni. La macchina regionale rispetto alla potenzialità sua sta girando sicuramente a regimi più bassi di quanto non potrebbe.
Molto puntuali sono state le osservazioni dei miei colleghi sulle controllate e sulle partecipate pubbliche, quindi non credo sia il caso di tornarci. Abbiamo sicuramente modo, tra l'altro, prego di portare poi la vostra attenzione su alcune proposte emendative che porteremo in questo senso sulla governance del sistema, perché non deve essere un sistema impazzito, un sistema che comunque risponde soltanto a logiche di interlocuzione personale con questo o quell'amministratore, ma, quello che vorremmo rilevare come problematico, come pericoloso è che non c'è, in questo momento, un'esatta percezione di quanto producano realmente queste società in termini di prelievo fiscale, e quindi in quale maniera noi, come istituzione regionale, alimentiamo il nostro stesso bilancio regionale con i prelievi che vengono dalle attività delle controllate regionali. Invece di essere soltanto strutture in qualche modo di servizio, o dei poli di riferimento - come si diceva questa mattina - a dispetto di determinati settori industriali o di servizio, queste sono diventate dei campioni economici, ed in questo momento diventano queste strutture - mi riferisco soprattutto naturalmente all'idroelettrico - diventano, esse stesse, un alimento per l'economia regionale e, di riflesso, per il prelievo finanziario regionale.
Allora, noi dobbiamo essere consapevoli di questo: che è un circuito, è un circuito nel quale il pubblico produce ricchezza sulla quale si viene a tassare in modo da recuperare nuove risorse. Allora, fino a che punto questo sistema, che si autosostiene, può e potrà reggere? Noi dobbiamo ritrovare, dobbiamo avere la forza di fare un'analisi economica come Regione per individuare fino a che punto possiamo sostenere il nostro operato su una quota di pubblico e dove invece dobbiamo recuperare una quota di libero mercato, una quota di terzo settore che deve, a nostro modo di vedere, ampliarsi. Perché questo è il settore che non si è riespanso, nella crescita del pubblico e nel tentativo del privato di resistere non c'è stato spazio per un vero terzo settore nella nostra regione...ma ci torneremo, nella discussione sulla legge finanziaria. Il Presidente sa che è una nostra vecchia ubbia, una nostra convinzione ferma che il settore forestale fosse, per sua vocazione, per sua tipologia, il luogo naturale dove potevamo portare a compimento un modello veramente interessante di mutualità e cooperativismo; invece qui si verifica proprio esattamente questo scavalcamento che dicevo, dal pubblico al privato, senza passare per questo luogo intermedio che è un luogo di finalità anche diverse, rispetto al profitto privato, come appunto quello del settore cooperativo. Noi, però, in questo settore dell'economia privata dobbiamo anche avere attenzione a giocare delle partite eque, e dobbiamo anche essere qualche volta un po' meno generosi; c'è una norma, su cui verremo a discutere più avanti, che è un vero e proprio cadeau, in questa finanziaria. È una norma che esonera per tre anni dalla contribuzione, che pure la legge regionale, pochi anni fa, aveva posto a suo carico, ed è il settore delle acque minerali. Allora, se c'è un settore economico che - come abbiamo visto e ne abbiamo ampiamente discusso quest'anno, in occasione di un referendum nazionale sulle acque - ha una fortissima capacità di produzione di reddito, che ha fortissimi ricarichi, è quello delle acque minerali; è proprio in questo settore, mentre noi tassiamo pesantemente la produzione, per esempio dei nostri viticultori, solleviamo totalmente dagli oneri contributivi chi preleva una risorsa pregiatissima, di qualità ed in quantità molto rilevante nella nostra regione. Su questo un attimo di confronto, anche con quello che succede nelle altre regioni andrebbe fatto, perché è vero che bisogna giocare a condizioni di miglior concorrenzialità, ma bisogna anche essere, credo, attenti a porre delle giuste condizioni di contribuzione da parte di chi trae profitto da risorse naturali in un territorio rispetto al territorio che gli è circostante.
Noi interverremo con delle proposte, con una proposta, che già è arrivata sul tavolo di questo Consiglio in altra forma e che chiederà il ripensamento, l'adozione di una misura precauzionale nei confronti del rilascio di concessioni idroelettriche in questa regione. Sappiamo essere un po' noiosi su questo tema, ma siamo molto convinti, e lo siamo ancora di più da quando un'associazione molto qualificata tecnicamente come dislivelli ha approfondito i profili di non sostenibilità dell'utilizzo di acque a scopo idroelettrico in determinati contesti montani. Noi riteniamo che non sia tutto permesso e che non sempre il puro rispetto delle regole formali che ci siamo dati consenta di evitare un depauperamento grave del nostro territorio rispetto ad altre funzioni domestiche, agricole, paesaggistiche, di stabilità dei versanti, come rischiamo di creare, condizioni che rischiamo di creare, come condizioni di pericolo e di depauperamento in varie parti della regione. Con questo, colleghi, vorremmo semplicemente ricordare che questa finanziaria deve essere volontaristica, cioè deve indicare delle volontà. Noi le mettiamo sul tavolo, naturalmente saranno con ogni probabilità minoritarie in quest'aula, ma dobbiamo, sentiamo il dovere di rimetterle sul tavolo, perché la Regione sia guida e non sia spettatore inerte, nascosto dietro il formalismo del rispetto delle norme giuridiche.
Meno formale, invece, è la questione degli Enti locali. La questione degli Enti locali che riassumo in una parola...in due parole: svuotamento e riaccentramento. Colleghi, abbiamo avuto modo di mostrare in altra sede, e lo facciamo anche qui, con molta tranquillità, che la dinamica che si sta sviluppando nei confronti dei nostri Comuni è una dinamica mortale rispetto alla loro autonomia reale. C'è una discesa progressiva, inarrestabile, delle risorse che sono disponibili...Presidente è possibile accorpare il secondo intervento al primo?...Disturba avere un prolungamento di quindici minuti?
(voci in aula)
...no...ma era solo...
Presidente - Lei si interrompe, si riprenota e facciamo l'intervento subito.
...Questo disturba i colleghi?
(voci in aula)
...grazie.
Presidente - Si prenoti...bene.
Louvin (ALPE) - ...grazie, grazie della cortesia Presidente e colleghi, vedrò di non abusare.
Dicevamo di un effetto di strangolamento, la discesa delle risorse disponibili senza vincolo di mandato...qui siamo solo nell'arco di due anni...ma guardate la rapidità con la quale si sta consumando questo fenomeno! In rosso il raddoppio delle disponibilità con vincolo, con vincolo, orientate, canalizzate. In verde, in discesa, e anche qui in dimezzamento, le risorse disponibili attraverso il FOSPI. Allora, c'è una logica dietro tutto questo, perché l'Assessore Lavoyer riassumendo il tutto diceva semplicemente, in commissione: ma passiamo semplicemente da 236 milioni a 247 c'è quindi un aumento della finanza locale, hanno più soldi. Peccato che sono soldi che nominalmente sono loro, ma in realtà, li gestiamo noi! Li gestiamo noi come orientamento politico ed addirittura, se guardate bene, ci sono due parole che sono le più usate in tutte le leggi finanziare e sono "in deroga". La logica del "in deroga" vuol dire che sono tuoi i soldi, ma li gestisco io, li amministro io: nel sociale, nel trasporto pubblico, e così via, e abbiamo avuto quindi questa dinamica. Questo, Presidente Rollandin, vorrei che fosse chiaro, è la nostra preoccupazione. Su questo so che siamo su posizioni diametralmente opposte, che io rispetto, che noi rispettiamo, ma che devono sapere gli amministratori locali. Perché gli amministratori locali vengono regolarmente...come dire? illuminati, in modo da avere una percezione abbastanza singolare della realtà. Noi non siamo lontani dal credere che anche la rappresentanza istituzionale degli Enti locali sia un attimino inregimentata da questo punto di vista, e che non ci sia un dibattito molto aperto e molto dialettico all'interno degli Enti locali; ma questa è una percezione esterna, naturalmente, che non possiamo, né voi, né io, vedere convalidata. A questo effetto di scaricamento, comunque, e di restrizione normale, naturale, comprensibile della coperta degli Enti locali, si restringe la nostra...si restringe anche la loro. Ma in questo giochino del "fatti più in là, spostati un pochettino più in là", poi il gradino successivo è: "ti do anche lo strumento per tenerti la poltrona un po' più larga, per avere un po' più di agio, metti la tassa di soggiorno". Ed è qui il punto, qui stride un po' la logica, perché l'ultimo anello della catena è poi un settore in forte apprensione in questo momento.
Avremo poi modo di soffermarci, ma la logica che volevamo rappresentarvi è questa, la lettura politica generale del bilancio e della legge finanziaria è questa. La Regione fa qualche contenimento, ma in realtà scarica buona parte delle sue ridotte disponibilità sugli Enti locali; gli Enti locali, a loro volta, fanno questa operazione di scaricamento. Questi sono i numeri; tra l'altro, Presidente, io credo che il prossimo anno noi avremo tutti quanti da ripensarlo il sistema della finanza locale nel complesso. Lei, quest'anno, ci fa mettere una normetta che dice: "sì, sì, avete ancora il 95 percento dell'IRPEF, però..." - attenzione! - "dell'IRPEF calcolata come la calcolavamo prima, non a 10/10 come la prendiamo adesso, ma solo a 9/10". Credo...esatto, ma io credo che si sarebbe potuto cambiare la legge, si sarebbe potuto iniziare questo discorso, e si inizierà a fare questo discorso. Sicuramente il "decreto Monti" di questi giorni obbliga, obbligherà ad entrare nel merito di una finanza locale che ha avuto un ciclo lungo, dal 1998 in avanti, che ha avuto determinate logiche, che dovrà essere totalmente ripensato. Siamo qui, siamo qui per questo, non ci sottraiamo. A noi, però, sembra che questa Giunta più che da "epigona di Chanoux" si comporti da "allieva di Calderoli", e questo non ci fa piacere! Non ci fa piacere, perché è un'interpretazione del federalismo interno a questa Regione che non è esattamente in linea con la nostra.
Molto brevemente, e sarà l'ultima considerazione: l'esternalizzazione dei lavori forestali. Qui c'è un nodo politico enorme sul quale sono già intervenuti altri colleghi, e penso che dovremo parlarne molto a lungo. Spero che arriveremo a stoppare, a bloccare questa scelta sciagurata di un salto triplo carpiato dal sistema pubblico al sistema privato. Questo è quello che noi pensiamo, perché è vero, da un certo punto di vista, trattarsi di spese di investimento, e quindi poter spostare dall'asse della gestione corrente interna della Regione all'asse dell'esternalizzazione queste funzioni, non ci scandalizza in assoluto...non è un "a priori" ideologico il nostro. Vi abbiamo detto che però la nostra concezione economica prevede tre grandi ambiti: un ambito pubblico, del servizio pubblico; un ambito privato, e quindi della libera e privata iniziativa, ed un ambito di tipo cooperativo e mutualistico in mezzo. Noi pensiamo che questo salto sia un grave errore che sia stato condotto alla luce di un'assoluta approssimazione e, contrariamente a quanto hanno detto altri colleghi che forse hanno partecipato ad altre riunioni, quello che noi abbiamo sentito, Presidente Rollandin, da lei, in Commissione, non ci ha per niente rassicurati, e quello che abbiamo sentito dalle rappresentanze delle organizzazioni imprenditoriali ci ha gelati...ma non perché queste persone facciano un discorso ingiusto, iniquo, eccetera...perché perseguono altri fini, altri obiettivi rispetto a quelli che oggettivamente si può dare una struttura che opera, come ha operato per trent'anni, a sostegno del nostro territorio ed a conforto di fasce di lavoratori in condizioni difficili.
Noi non pensiamo che lei abbia individuato una scelta azzeccata. Quelle mouche vous-a piqué? Perché questo? Ecco, ce lo stiamo ancora chiedendo! Perché fare questa rottura di sistema? Capisco la difficoltà di ammettere che l'impostazione che era stata data un anno fa, direi anche con una certa robustezza, una certa supponenza forse, si è dimostrata non adeguata...ma perché non riprendere il filo del dialogo, perché non ripartire su altre basi e scaricare così brutalmente il problema in questi termini? La scelta ideologica di fondo non ci trova, ripeto, aprioristicamente contrari, ma ci trova fortemente contrari; l'utilizzo di questo strumento, in questo contesto, con un capitale organizzativo della Regione, con un capitale anche economico di materiale, di logistica della Regione che viene strumentale, che viene assolutamente depauperato, con delle criticità ambientali di sicurezza che fanno sì che noi siamo messi, oggi, meglio di altre regioni che soffrono in contesti di calamità naturali, perché abbiamo una determinata rete. Ma quali saranno le piccole imprese che mandiamo poi in caso di difficoltà, che facciamo attivare in caso di calamità? Non rispondono alle stesse logiche, non hanno lo stesso approccio che noi abbiamo potuto constatare, con tanti limiti, con sicuramente anche delle manchevolezze, ma con delle grandi positività nel corso degli anni.
E cosa dire poi dei trasporti? Ieri, lei ha fatto un accenno, Presidente, ai pullman vuoti, dicendo "ma tutti vogliono andare in macchina, gli operai vanno in macchina", ma noi abbiamo l'impressione che i trasporti siano obiettivamente il buco nero di questa regione, in questo momento; è gestito con competenza da "buco nero" dall'Assessore attuale che non vede la grande opportunità che ha in questo momento davanti, grandissima opportunità. Abbiamo un sistema pubblico che ci costa molto, che è frammentato tra vari soggetti e che manca anche solo di quella chiave unica di utilizzo che altri hanno già individuato. Noi siamo andati a guardare...guardi, succede anche a noi, andiamo a studiare fuori delle soluzioni diverse, e la maggior parte delle realtà, avanzate, verso cui guardiamo ci dicono che la chiave è la stessa: ci vuole un pass integrato! Tu devi poterti spostare sui mezzi pubblici della tua regione - che si chiamino treno, che si chiamino pullman, che si chiamino autobus - in modo integrato. Non ti devi fare un abbonamento per il treno, un abbonamento per l'autobus, un abbonamento per il pullman e magari fartene quattro se siete in quattro in famiglia che abitate a Valgrisenche e dovete andare, che so io? a Saint-Christophe! Eh no, bisogna integrare questo! Siamo riusciti a fare qualche progresso nella bigliettazione a livello regionale nel settore sciistico, non ci abbiamo neanche pensato, non iniziamo neanche questo discorso sul terreno del trasporto pubblico, adesso? Adesso che non ci sono più i buoni benzina! Non stiamo a fare dei piagnistei in questa sede, ma adesso che costa così tanto muoversi, adesso che aumentano le tariffe, non riusciamo a fare questa cosa molto semplice! Non abbiamo pretese particolari! Noi ve la mettiamo sul tavolo, senza presunzione, vi diciamo: "questa è una delle vie".
Assessore, chiediamo la sua attenzione; colleghi, chiediamo la vostra attenzione su questa via. Ci sono tante altre cose nella mobilità elettrica, nel car sharing, eccetera...tante cose che si possono fare anche in Valle d'Aosta, anche con i piccoli numeri! Ma ci vogliamo muovere? Dove vedete un accenno, un barlume di indicazione in questa legge finanziaria, in un momento drammatico come questo, per la mobilità interna della Regione? Noi riteniamo che si possa fare molto in questa fase, contrariamente al fatalismo che dilaga secondo noi, ci sono margini di iniziative e di attività.
Non ci fa paura il fatto che ci siano dei tecnici a Roma in questo momento, anche se sappiamo che sono momenti difficili, ma d'altra parte, collega Lattanzi, sono i suoi omologhi della Regione Lombardia che stanno discutendo in questi giorni una mozione per sopprimere le Regioni a Statuto speciale, tanto per dircela chiara! Quindi non è esattamente di loro competenza, ma è un loro pensiero e, siccome è un pensiero che è patrimonio del suo partito, in questo momento...di cinque consiglieri regionali di Forza Italia, una regione non piccola e non secondaria come la Lombardia...forse, se cominciamo anche a far sapere nei partiti ai quali apparteniamo, ecco, che esistiamo con delle ragioni di cui lei si è fatto alfiere...no, non voglio concludere in polemica, ma di cui lei si è fatto alfiere questa mattina...siccome ho sentito dei ragionamenti, dei passaggi a cui non eravamo abituati, ecco, da parte vostra negli anni passati, beh, insomma, evviva! Esporti anche, collega Lattanzi, queste idee nel suo partito e ne avremo tutti un grande beneficio, noi vorremmo uscire, colleghi, insieme da quello che è una crisi economica, una crisi finanziaria, naturalmente.
La collega Impérial è stata l'unica, tra noi, ad evocare però il concetto di "crisi morale", ha usato questo termine, e mi fa piacere che sia stato richiamato, perché c'è una crisi morale, profonda, all'interno delle nostre comunità, c'è un invecchiamento, c'è una sfiducia crescente e quindi siamo pronti a fare la nostra parte per uscire da questo.
Il bilancio che ci è proposto è immobile, è immobilista, è anche un po' immobiliarista, se vogliamo, perché congela quantità enormi di risorse con l'indebitamento sulle generazioni future, in una misura che non consente alla Valle di ritrovare la velocità e lo slancio di cui ha bisogno. Noi crediamo, invece, che nelle piccole realtà - e concludo - si possa fare molto. C'è un paese, in Europa, che ha rifiutato la medicina dei grandi finanzieri e delle grandi istituzioni internazionali, si chiama Islanda; ha fatto una scelta molto controcorrente ed ha ritrovato piena sovranità e grande dinamismo economico. Si possono individuare anche in questa regione delle vie diverse da quelle che appaiono segnate. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Empereur.
Empereur (UV) - Merci M. le Président.
M. le Président, chers collègues, après les interventions du rapporteur Rosset et des collègues de Mouvement Prola, Impérial, Caveri, que je remercie pour leur qualifiante contribution au débat, permettez-moi ces quelques ultérieures réflexions à propos d'un argument important, voire fondamental par rapport à notre activité administrative et législative.
La loi de finances, aux termes de l'article 24 de la loi régionale n° 30/2009, adapte les dépenses du budget de la Région aux objectifs de politique économique et dicte les orientations de la programmation financière des trois prochaines années. Elle représente donc la liaison entre l'organisation législative et la loi de budget. Encore, elle représente, je dois dire toujours plus depuis quelques années, l'instrument indispensable d'adaptation du budget aux objectifs de finance publique communautaire et nationale et définit les actions que l'Administration régionale, dans le cadre de ses compétences, met en œuvre pour essayer d'accompagner, de soutenir, de tranquilliser, d'orienter la société valdôtaine dans les affaires économiques globales qui parfois, malgré elle, la concernent.
La tâche que nous attend devient malheureusement toujours plus engageante, difficile et délicate, mais précisément en raison de cela toujours plus importante. La situation économique internationale, de manière particulière celle des Pays de l'Union européenne, a pris une direction tout à fait préoccupante, causée par une crise qui, au cours de ces derniers mois, a rapidement concerné tous les Pays de la zone euro et qui voit l'Italie comme l'un des Pays les plus touchés. Cette difficile situation financière a déjà amené le Gouvernement et le Parlement italien à approuver, à partir du mois de juillet dernier, deux manœuvres de finance publique particulièrement lourdes et la loi de stabilité du mois dernier qui, avec un simple revers de main, a pesé ultérieurement sur la finance de notre Région. De plus a amené l'Union européenne à demander et à obtenir de l'Italie des engagements fondamentaux pour l'application de politiques structurelles visant à la réduction de la dette publique et à la croissance économique, et portera au cours des semaines prochaines le Parlement à approuver une ultérieure manœuvre de finance publique, dont les mesures, très lourdes, nous sommes en train de connaître dans ces jours. Ce cadre économique et de finance publique est en continuel changement et d'une incroyable incertitude, caractérisée par le rythme des marchés financiers, auxquels les institutions et l'administration publique doivent répondre.
Depuis quelques années désormais, lors de l'examen du document du budget, la crise économique et financière et la réduction des ressources publiques sont le leitmotiv du débat; nous voudrions tous que ce ne soit pas ainsi mais malheureusement cette année aussi, et peut-être de manière encore plus forte, l'accent doit être mis sur la situation économique. La reprise économique de l'Union européenne et des principales économies avancées s'est arrêtée, les projections de croissance annuelles du PIB en 2012 laissent peu de place à l'optimisme; à côté de cela sont prévues des aggravations sur le marché du travail également, le chômage reste en effet aux niveaux actuels. La crise que nous sommes en train d'affronter se caractérise et se différencie surtout par un élément: la crise de la dette souveraine, crise de l'endettement qui, tout en trouvant ses origines de la crise financière de 2008-2009, présente une spécificité européenne puisqu'elle a trouvé un terrain fertile dans une Union monétaire qui n'est pas une Union économique et pas encore une Union politique accomplie, en particulier dans les Pays avec des caractéristiques de comptabilité publique avec une majeure fragilité comme l'Italie. La particularité et la difficulté de la situation sont donc évidentes, nous ne sommes pas face à une crise économique exogène aux Etats, aux pouvoirs publics, à laquelle il est possible de remédier avec des politiques fiscales et monétaires expansives, mais nous sommes face à une crise qui naît d'une faiblesse structurelle des institutions publiques et qui touche leurs finances. Les institutions doivent donc trouver dans la réforme de leurs structures les forces nécessaires pour favoriser la croissance économique et réduire la dette, en conjuguant politiques de croissance et politique de rigueur de la dépense. Dans cette situation le risque de récession est plus qu'actuel.
A ce point une question se pose de manière spontanée: où notre Vallée d'Aoste se situe-t-elle dans ce contexte international et national? È evidente a tutti - sarebbe miope non rilevarlo - che la nostra Regione, pur presentando alcuni "fondamentali" importanti e indicatori economici sicuramente più positivi rispetto ad altre realtà, deve confrontarsi anch'essa con la realtà internazionale, soffre degli stessi problemi e delle medesime preoccupazioni. È naturale quindi che il bilancio regionale che oggi analizziamo risenta della situazione, pur presentando ancora delle risorse pro capite importanti. Non ripeterò il dettaglio dei principali numeri così ben riferiti dal relatore collega Rosset, che ringrazio per la qualità del lavoro svolto. Qual è quindi il compito della Valle d'Aosta e di questo Consiglio regionale? Certamente non possiamo essere così presuntuosi da pensare di poter risolvere in quest'aula con provvedimenti regionali una situazione di crisi finanziaria di livello mondiale. La crisi non si risolverà neppure a livello nazionale, ma solo un'azione concertata dei Governi europei e delle istituzioni internazionali potrà far tornare a crescere l'economia dei Paesi occidentali e ridare fiducia agli investitori nel nostro "sistema Paese". Ogni istituzione pubblica centrale e territoriale, regionale e locale ha però il dovere di fare la sua parte, di operare in sinergia con gli attori istituzionali e di assumere responsabilmente quelle azioni e provvedimenti necessari a risanare la finanza pubblica, ridurre il debito e favorire la crescita. Credo pertanto fondamentali alcune linee di indirizzo e di lavoro, che si possono enucleare nel disegno di legge finanziaria e di bilancio oggi alla nostra attenzione e che si potranno e dovranno perseguire, miranti in particolare ad assicurare il sostegno alle famiglie ed imprese in un periodo di difficoltà e favorire la crescita economica; riorganizzare e razionalizzare l'organizzazione della pubblica amministrazione ovviamente in sinergia fra tutti gli enti interessati; ridurre e razionalizzare la spesa pubblica attraverso un'attenta analisi delle voci di spesa e utilizzando processi che consentano di valutarne le singole componenti, anche al fine di evitare ripercussioni negative sull'efficacia dei servizi pubblici derivanti solo da eventuali tagli indiscriminati; definire le priorità di intervento e di spesa, cercando di orientare l'azione pubblica verso quei settori che maggiormente possono contribuire al rilancio dell'economia; effettuare una ricognizione delle norme e delle procedure esistenti, al fine di semplificare e ridurre al massimo i costi per i cittadini e le imprese, operando anche su norme e procedure che guidano e vincolano la pubblica amministrazione nella propria attività e nell'erogazione dei servizi, con l'obiettivo di ricercare una maggiore economicità dell'attività amministrativa.
Entrando nel merito dei documenti di programmazione finanziaria, concordati e condivisi dalla maggioranza regionale a guida Union Valdôtaine, credo che si possano evidenziare diverse azioni che vanno nel senso sopraindicato e che rappresentano la traduzione in misure concrete degli sforzi della Regione ad intervenire per rilanciare lo sviluppo e contenere la spesa pubblica. Voglio anch'io in primo luogo sottolineare le misure a favore delle imprese e a sostegno delle famiglie; il mantenimento delle misure anticrisi con risorse adeguate è un elemento importante delle scelte compiute dal Governo regionale al fine di assicurare il sostegno indispensabile alle famiglie, ai cittadini, alle imprese. Una serie di azioni importanti già più volte ricordate e dettagliate molto bene nella "bella", anche graficamente, relazione dell'Assessore Lavoyer, misure in vigore fin dal 2009 e che contribuiscono a sostenere i soggetti in difficoltà e a favorire la ripresa. A queste misure si uniscono poi importanti stanziamenti nel campo dello sviluppo economico, del sostegno all'agricoltura, al turismo e all'artigianato. Un ulteriore sostegno alla ripresa economica credo potrà poi arrivare dalla realizzazione del piano delle opere pubbliche; gli appalti pubblici potranno immettere in particolare nel settore delle costruzioni finanziamenti importanti per il sostegno e la ripresa del settore.
Oltre alle risorse finalizzate a sostenere imprese, lavoratori e famiglie, in questi momenti difficili credo sia necessario definire le linee di intervento ritenute prioritarie, scegliere gli obiettivi su cui puntare orientando tali scelte verso settori ed azioni che possono avere dei ritorni in tempi brevi, in termini di benefici per l'intera collettività. In periodi caratterizzati dalla contrazione di risorse pubbliche diventa più importante il ruolo della politica e quindi anche di questo Consiglio; non è sempre possibile soddisfare tutte le istanze, tutte le sollecitazioni che pervengono al decisore politico, è necessario fare delle scelte basate sulle priorità dettate dalla situazione economica, dal tessuto sociale e dagli obiettivi di governo. In tal senso voglio sottolineare come le risorse destinate alla funzione obiettivo "Sviluppo economico regionale" vengano confermate con cifre importanti: oltre 123.000.000 nel 2012 e 367.000.000 nel triennio, indicando una chiara linea di priorità. Ritengo siano fondamentali, soprattutto nel contesto economico attuale, le risorse volte in generale ad incrementare il grado di attrattività del territorio regionale, alla promozione del comparto industriale, dell'innovazione, della ricerca e l'incentivazione dell'imprenditoria giovanile. Il bilancio conferma le risorse a favore della promozione turistica del territorio, gli investimenti nel settore delle attività ricettive e nel settore degli impianti a fune; risorse importanti, superiori a 22.000.000 di euro nel 2012, che riconoscono il ruolo del turismo quale volano dell'economia valdostana. Accanto alle attività turistiche vorrei sottolineare la conferma delle risorse in agricoltura, settore sviluppato molto bene nell'intervento del collega Prola, un settore fondamentale quello dell'agricoltura per la conservazione e valorizzazione del territorio e, attraverso l'integrazione con il turismo, con sempre maggiori potenzialità di impulso allo sviluppo della nostra regione.
Nell'ambito degli interventi per lo sviluppo economico, vorrei fare anch'io alcune considerazioni su un tema cruciale: quello del lavoro. Sicuramente è un tema prioritario dell'azione di questa amministrazione; il documento di programmazione che stiamo esaminando mantiene importanti risorse per l'attuazione del piano regionale delle politiche del lavoro: nel 2012 quasi 16.000.000 di euro, a cui si aggiungono le risorse del fondo sociale europeo per altri 12.000.000. Anche se la nostra regione presenta un tasso di disoccupazione nettamente inferiore alla media europea e nazionale - lo ricordavano alcuni colleghi stamane -, il suo aumento nel corso del primo semestre 2011 rappresenta un fenomeno che non dobbiamo sottovalutare. È quindi importante attuare pienamente gli obiettivi del piano delle politiche del lavoro al fine di favorire l'assunzione dei lavoratori più giovani, di accrescere l'adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, di mettere in atto azioni di contrasto alla precarietà e di migliorare l'accesso al mercato del lavoro. Il lavoro, la sempre maggiore qualificazione professionale, la valorizzazione del patrimonio umano di conoscenza e di capacità in ogni settore di attività e in ogni posizione lavorativa rappresentano una condizione indispensabile per la ripresa economica; la crescita non può che passare attraverso il lavoro, attraverso il giusto riconoscimento e la pari dignità di ogni condizione professionale, magari anche attraverso la riscoperta di professioni oggi poco valorizzate. Credo quindi che il bilancio che le forze di maggioranza hanno presentato definisca delle priorità concrete dell'Amministrazione regionale, orientate al sostegno alle imprese, ai lavoratori, alla crescita economica, in cui la valorizzazione delle professionalità occupa un posto importante.
Come ho avuto modo di evidenziare più volte, il raggiungimento degli obiettivi di politica economica e di finanza pubblica, direi cruciale in questo momento, passa attraverso la collaborazione di ogni istituzione e credo passi soprattutto attraverso il dialogo e il confronto di tutti gli attori istituzionali, nel principio di leale collaborazione, di rispetto e di pari dignità.
Ritengo sia particolarmente importante che le istituzioni di un territorio mantengano unità di intenti e sappiano nella reciproca assunzione di responsabilità, operare su un percorso comune. In questo senso considero fondamentale il ruolo svolto e che svolgeranno i nostri Comuni. In tale ottica anch'io mi accingo a fare alcune considerazioni in merito alla finanza locale. Una prima considerazione è relativa al metodo ormai consolidato di definizione delle scelte in materia di collettività locali, un metodo opportunamente previsto e codificato dalla legge n. 54/1998, improntato sul continuo e costante confronto con il Consiglio permanente degli enti locali, che ha permesso di condividere con grande senso di responsabilità reciproca le scelte anche difficili, con riflessi sulla finanza locale, e che deve tenere in giusta considerazione le istanze provenienti dal territorio, pur avendo riguardo alla situazione generale. Un metodo questo che garantisce trasparenza nelle scelte, che permette agli enti locali a loro volta di pianificare le azioni necessarie e che consente di coordinare tempi e scelte che dipendono a volte da diversi interlocutori, tenuto conto dell'intrecciarsi di competenze statali e regionali con riflessi sugli enti locali. In tal senso credo sia molto opportuno e condivisibile l'accoglimento della richiesta avanzata dal Consiglio permanente degli enti locali e contenuta in un emendamento proposto dall'Assessore in merito ad una proroga del termine di approvazione dei bilanci comunali, che consentirà l'effettuazione di scelte maggiormente ponderate, quindi migliori, a seguito delle varie novità che potranno interessare la finanza locale, senza con ciò paralizzare l'attività degli enti con una gestione provvisoria dei bilanci.
Analizzando le cifre della legge finanziaria, voglio sottolineare che, anche in un momento di grande difficoltà come questo, c'è il rispetto del principio sancito dalle legge n. 48/1995, attraverso la destinazione del 95 percento dell'IRPEF, quindi certezza di trasferimenti agli enti locali; è vero, con una distribuzione diversa dei fondi che porta i trasferimenti senza vincolo al 44 percento, i trasferimenti FOSPI al 9 percento e i trasferimenti con vincoli al 47 percento, ma, con il senso di responsabilità a cui facevo cenno, con una sostanziale condivisione del Consiglio permanente degli enti locali. Certo, questo riparto comporta un'attribuzione agli enti di minori risorse di parte corrente senza vincolo pari al 6,56, ma consente di mantenere invariate le risorse nell'area di intervento con ricadute dirette sulle collettività locali, con il finanziamento di servizi, di attività basilari per le medesime collettività quali i servizi assistenziali agli anziani e agli inabili, il servizio idrico integrato, l'assistenza agli interventi a favore delle famiglie, il trasporto locale e gli investimenti a tutela e protezione del territorio.
Un'ulteriore considerazione è relativa alla necessità più volte evidenziata in questo mio intervento, ossia che tutte le istituzioni facciano la loro parte. Sottolineo con piacere la piena disponibilità degli enti locali a partecipare ad un percorso di riorganizzazione e razionalizzazione delle funzioni svolte e dell'erogazione dei servizi, un percorso che deve svolgersi nel pieno rispetto dell'autonomia, del nostro Statuto speciale, delle nostre peculiarità socio-economiche. In tal senso voglio citare l'esercizio in forma associata delle funzioni comunali e previsto da un articolo della legge; un percorso avviato già con la legge finanziaria per il 2011 a cui è seguita un'importante fase di studio dei singoli servizi e delle singole funzioni con il massimo impegno da parte degli enti locali, sfociata nell'elaborazione di linee di indirizzo finalizzate alla revisione delle forme di collaborazione per l'esercizio delle funzioni comunali. Un percorso che rivendica l'autonomia della Regione, rispettoso dei principi generali e degli obiettivi di finanza pubblica, ma che vuole esplicare tutte le proprie prerogative volte a scegliere la via migliore per le collettività locali valdostane, al fine del raggiungimento di tali obiettivi. L'associazionismo fra gli enti locali è sicuramente un atout importante per ottimizzare le risorse disponibili, l'utilizzo del personale e per migliorare, se possibile, i servizi offerti ai cittadini; i risultati attesi da tale processo sono ambiziosi ed importanti per la nostra realtà. È quindi ora necessario passare nel 2012 alla fase di concretizzazione di questo percorso che con il contributo di tutti riuscirà a produrre gli effetti sperati.
Entrando molto rapidamente nei numeri previsti in bilancio, sottolineo l'ammontare complessivo delle risorse a favore di finanza locale, pari a più di 247.000.000 di euro per quanto concerne la finanza locale in senso stretto, con un aumento di 11.000.000 rispetto al 2011, certo, anche con il trasferimento di ulteriori competenze, mentre il totale ammonta a quasi 250.000.000. Le risorse previste testimoniano l'attenzione verso le politiche sociali: anziani, inabili, prima infanzia, famiglia; per tali interventi gli enti locali attraverso la finanza locale avranno a disposizione nel 2012 43.000.000, oltre a 3.000.000 per eventuali investimenti nel settore.
Un altro elemento essenziale della realtà valdostana è il territorio: le risorse per interventi per l'assetto e la tutela del territorio ammontano a 31.600.000, fra cui 6.500.000 per la messa in sicurezza dei territori e l'organizzazione dell'attività di protezione civile, 6.000.000 che finanziano un piano pluriennale di interventi finalizzati alla razionalizzazione di opere di protezione da colate di detriti, frane e inondazioni e quasi 16.000.000 di euro finalizzati alla riorganizzazione dei servizi idrici e l'avvio del servizio idrico integrato. Gli enti locali avranno poi a disposizione 6.500.000 di euro per l'adeguamento e la realizzazione di opere minori di pubblica utilità; sottolineo ancora che la funzione obiettivo "Finanza locale" evidenzia un'attenzione alla formazione scolastica con un finanziamento di 2.000.000 per la prosecuzione del piano di edilizia scolastica.
Permettez-moi une dernière petite considération qui va au-delà de la donnée purement financière et économique du budget. La rationalisation de la dépense publique, la réorganisation de l'administration sont certainement indispensables pour porter des bénéfices nécessaires en termes de reprise économique, réduction de la dette, soutien des coûts de l'administration publique, d'un autre côté je considère que, de manière générale, la rationalisation de la dépense peut et doit être accompagnée d'une rationalisation juridique et procédurale. Une analyse des normes, des procédures, des modalités de prestation des services publics, effectuée par chaque institution en ce qui concerne ses compétences, peut mettre en évidence des éléments importants sur lesquels intervenir en matière de libéralisation, de simplification des procédures à la charge des citoyens et des entreprises, avec un dégrèvement des coûts liés à ces démarches. Enfin une analyse des modalités de prestation des services, de leur standard quantitatif et qualitatif pourrait permettre de réduire la dépense de prestation de ces services, en garantissant une bonne qualité de ceux-ci, mais en établissant un coût mineur à charge aussi bien des usagers que de la collectivité en général. Une application rigoureuse du concept coûts-bénéfices, ayant évidemment comme référence une déclination des bénéfices de nature sociale, territoriale, environnementale et non seulement économique, est probablement nécessaire dans une optique d'utilisation judicieuse des ressources publiques.
M. le Président, chers collègues, je conclus cette analyse partielle du document de programmation en soulignant comme ce budget conjugue, à notre avis, de façon très équilibrée, face à une situation très difficile comme l'a rappelé hier le Président Rollandin, la rigueur nécessaire demandée par la réduction des ressources et l'attention envers les exigences et les difficultés des entreprises et des familles valdôtaines.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Annuncio che è stato depositato un ordine del giorno da parte del gruppo ALPE relativo al servizio sanitario regionale.
La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti con tono pacato e costruttivo, sicuramente consapevoli del momento complesso che non solo la Valle d'Aosta, ma il mondo intero sta vivendo dal punto di vista della situazione economica. Certamente non condivido tutti i contenuti degli interventi, soprattutto mi riferisco a quelli dei colleghi dell'opposizione. Mi è parso comunque che l'atteggiamento non fosse basato solo sul gioco delle parti, quindi mi limiterò nella mia brevissima replica, cogliendo anche il consiglio del collega Louvin di non soffermarmi sui massimi sistemi, ma di andare sui grandi temi che sono stati evidenziati nei singoli interventi.
Andando per ordine, partendo dall'intervento del collega Chatrian, che riteneva, come peraltro i colleghi del suo partito, che questo fosse un bilancio piatto, privo di novità, dove le risposte alla disoccupazione, al turismo, all'agricoltura, all'imprenditorialità erano pressoché inesistenti, io, più che entrare nel dettaglio di questi aspetti, sposo in toto l'intervento del collega Comé, che ha risposto a tali perplessità soprattutto per quanto attiene l'aspetto della disoccupazione e del lavoro. Voglio sottolineare il sostegno alle attività imprenditoriali, lo abbiamo detto tutti, questi provvedimenti anticrisi...poi ci tornerò, perché non sono una panacea...che fortemente sostengono l'imprenditoria locale in questo momento di difficoltà.
Nel settore dell'agricoltura penso si sia fatto uno sforzo importante, anche suggerito - mi pare - da interventi ripetuti del collega Chatrian sui residui dell'Assessorato; questo non penalizzando gli interventi, ne andando a riportare gli stessi sotto un aspetto più legato alla cassa che non all'impegno. Una ridistribuzione quindi, se vogliamo, una rimodulazione e qui trovo fuori luogo l'ironia del collega Louvin, perché questo è uno sforzo di modernizzazione dell'Amministrazione regionale: il fatto che il singolo lavoro venga costruito con rigore, in base all'effettiva capacità di spesa e all'effettiva tempistica degli interventi. Rimodulazione probabilmente meno necessaria in momenti dove le possibilità di bilancio erano più importanti, ma ora è uno strumento, oltre che serio e rigoroso, anche indispensabile. Ritengo che in questi settori le risposte siano più che approfondite.
Sempre sulla riforma dell'amministrazione, relativamente a quello che noi definiamo con il termine di sburocratizzazione, mi pare che all'interno di questo bilancio, proprio nell'azione concreta di tale amministrazione, gli effetti positivi per quanto possibile già si vedono. Cito un esempio per tutti, sarò ripetitivo, ma in questa regione paghiamo mediamente entro cinque giorni i nostri creditori; non è una cosa da poco, quando nelle altre regioni aspettano da 30 a 90 giorni e quando addirittura gli istituti di credito non accettano più neanche gli sconti delle fatture o gli anticipi dei contratti...noi in cinque giorni di media paghiamo il creditore. Questo era anche per rispondere all'osservazione della collega Fontana, quando dice che la politica deve farsi carico dei problemi; questo è un esempio di una politica che si fa carico dei problemi imprenditoriali, ma non solo (ci tornerò poi su tale aspetto).
Non ho capito la critica da parte del collega Chatrian sull'articolo della finanziaria che eleva di qualche decina di migliaia di euro l'importo degli appalti, sia delle opere che dei servizi, con un metodo fiduciario, anziché con gara...mi sembra che questo vada nella direzione di evitare, soprattutto nei lavori di piccola entità, che le imprese giochino la loro partecipazione con l'unico meccanismo che è quello del massimo ribasso, lasciando poi lavori non finiti o finiti male e situazioni di disagio per i cittadini. Il tutto nel pieno rispetto della normativa e attuando anche una competenza statutaria che fino a certi limiti dà un'autonomia alla nostra Regione, quindi penso che questo sia un provvedimento da sostenere, non da criticare.
L'IRAP: caro collega Chatrian, noi da anni abbiamo fatto e manteniamo la riduzione di questa imposta del 25 percento, praticamente di un punto percentuale: da 3,9 a 2,9. Cita Bolzano, ma occorre una norma di attuazione; allo stato delle cose noi l'IRAP la teniamo al minimo ed è inutile che lei scuota la testa, non possiamo ridurla di più! Possiamo intraprendere un percorso che è quello delle norme di attuazione, paritetica e norma costituzionale, per creare i presupposti di avere una maggiore elasticità. Allo stato delle cose la situazione è questa.
Relativamente agli enti locali mi pare che l'ultimo intervento del collega Empereur sia stato dettagliato, soprattutto sottolineando che le decisioni non sono calate dall'alto, ma sono state oggetto di un confronto, come è tradizione fra Amministrazione regionale e CELVA, e i dati che ha elencato con precisione stanno a significare che assolutamente non sono stati mortificati. Respingiamo quindi il termine del collega Chatrian: "mortificazione degli enti locali" o "dinamica mortale" del collega Louvin; questi termini catastrofici noi non li abbiamo percepiti nel confronto che abbiamo avuto con i nostri Sindaci. Chiaramente i 236.000.000, che sono diventati 247.000.000 nel mantenimento del 95 percento dei 9/10 dell'IRPEF, sono un aumento che poi subisce una diminuzione rispetto ad una serie di competenze conferite in accordo con gli enti locali; d'altra parte, quando noi dobbiamo costruire un bilancio non in base alle entrate, ma in base a delle manovre che impongono dei patti di stabilità, dei limiti di spesa, dobbiamo ridurre tale cifra di 110.000.000 non perché mancano le risorse, ma perché questo viene imposto dalle manovre. Non possiamo pensare che il sistema Valle d'Aosta, dove gli enti locali sono uno strumento importante per l'autonomia dell'Amministrazione regionale, possa essere esclusa da un percorso di modernizzazione, non solo di riduzione di risorse.
Il famoso trasporto locale che viene spesso citato...finora la Regione pagava cash con delibere che autorizzavano il trasporto alunni...ma i mezzi giravano vuoti, con le mamme in fila davanti alle scuole ad inquinare con le proprie auto. Mi pare quindi che questo sia un esempio calzante di come l'ente locale possa verificare i servizi che possono essere classificati come sprechi o le cose che possono essere mantenute. Il fatto di responsabilizzare su questo e su altri settori gli enti locali ci sembra una scelta molto oculata.
La collega Fontana diceva che la politica deve farsi carico dei problemi, a noi pare di averlo fatto, certo tutto è migliorabile e criticabile, ma poi diciamocela tutta: in 25 anni di amministrazione non ho mai sentito un intervento dell'opposizione a favore di un bilancio regionale! Prendo atto che negli interventi c'è una grossa onestà intellettuale e la volontà di migliorare, o di sottolineare posizioni e modalità di vista diverse...anche se non sempre condivisibili. Prima di approvare il bilancio abbiamo coinvolto una cinquantina di associazioni fra sindacati, Confcommercio, Confesercenti, Centro Servizio per il volontariato, Federazione Coldiretti, Chambre, Confindustria, Finaosta, Patto per lo sviluppo... quindi non potete dire che questo bilancio nasce senza un confronto! Non mi pare poi che da questi confronti ci sia stata una critica a 360 gradi come ho percepito in alcuni interventi dell'opposizione. Cito ad esempio il comunicato stampa che ha fatto Confindustria - che notoriamente in questo momento non è filogovernativa -, la quale esprime giudizio positivo al disegno di legge sulla finanziaria, per gli sforzi fatti dalla Regione nonostante i tagli dovuti alle manovre, al federalismo fiscale, per avere confermato anche per il 2012 le misure anticrisi, soprattutto la riduzione generalizzata dell'IRAP (argomento anche questo in discussione, frutto di un confronto approfondito). Come maggioranza, avevamo cercato di portare avanti la proposta di una riduzione dell'IRAP solo a favore delle imprese che con questa riduzione creano nuovi posti di lavoro, ci rendiamo conto che il 2012 è ancora un anno difficile, ma questo è comunque un obiettivo condiviso e valuteremo le modalità con cui andremo a mantenere tale agevolazione. Direi che i provvedimenti anticrisi dunque non sono dei palliativi, collega Fontana, non solo per il sostegno alle imprese, ma per il sostegno alle famiglie e alle categorie più deboli, che a lei stanno particolarmente a cuore. Andiamoli a vedere questi provvedimenti: nel momento in cui riduciamo la capacità di spesa del bilancio di quasi 100.000.000 di euro, non abbiamo tolto un euro a tutti questi provvedimenti anticrisi, non un euro! Poi si può anche fare la proposta, di portare il buono riscaldamento da 300 a 1.000, per carità tutto si può fare, ma cerchiamo di essere obiettivi, guardiamo cosa succede fuori da questa regione.
Non accetto in via generale che si dica...poi è vero che ci possono essere delle situazioni difficili e complesse e alcune le conosciamo...che la Valle d'Aosta che è una regione a vocazione turistica, ha le infrastrutture e le vie di accesso drammatiche...ho sentito questo termine...mi risulta che, al di là dei due collegamenti delle strade statali, per tutte le altre strade regionali, comprese quelle che sono diventate regionali in un trasferimento di competenza senza risorse da parte dello Stato, tutti quelli che circolano su queste vie di comunicazione fanno i complimenti alla Regione per la pulizia, l'attenzione, la sicurezza. Direi quindi che le vie di comunicazione della nostra regione sono tutt'altro che drammatiche, ovvio che qua non siamo in Pianura Padana, la conformazione del territorio della Valle tutti la conosciamo! Sulla cartina i collegamenti sono vicini e facili: ad esempio, se dobbiamo andare da Bionaz a Valtournenche sulle mappe sono due chilometri; ma, se si devono percorrere con le vie di comunicazione esistenti nel territorio i costi del mantenimento di queste infrastrutture sono dei costi, seppure elevati, che siamo riusciti a mantenere, e questo per favorire la presenza della gente sul territorio, proprio grazie all'autonomia. Direi che non si può generalizzare su alcune cose, oggettivamente se parliamo di ferrovia, l'argomento lo conosciamo...ma non è l'unica via di accesso alla regione, che è articolata con tante vallate e comuni che stanno anche a 2.000 metri, dove il presidio sul territorio delle persone ha fatto sì che la nostra regione al di là di tante dichiarazioni teoriche di salvaguardia dell'ambiente, abbia una certa solidità rispetto ad altre realtà dell'arco alpino.
Collega Bertin, ho trovato abbastanza fuori luogo la critica sui mutui, definiti "artifici contabili". A parte il fatto che quest'anno non vi è nessuna novità, perché già l'anno scorso noi dicevamo che l'investimento complessivo era di 369.000.000, poi c'era l'elenco degli interventi sui quali facevamo i mutui. Qui non vedo una grande novità, semmai la novità è sulla difficoltà che in questo momento si ha per ottenere dagli istituti di credito il finanziamento sui mutui, la crisi rende difficile anche la contrattazione di un mutuo garantito dall'Amministrazione regionale. Non diamo delle cifre a vanvera sui costi degli interessi di questi mutui, perché dai contatti che hanno i nostri uffici con la Banca europea degli investimenti parliamo di tassi del 2,8 percento più 1 punto di spread, quindi del 3,8 percento. Sono tassi che vanno raffrontati con la situazione attuale e, nel limite degli investimenti determinato dalla finanziaria, mi pare che si raggiungano dal punto di vista dei depositi bancari dei tassi ben più alti. È un percorso ancora aperto, non è che in questo momento la Regione si butta a fare dei mutui a dei tassi stratosferici, e comunque sarebbero dei mutui che vanno nella direzione di creare sviluppo e non come è stato detto che le uniche due volte che la Regione si è indebitata è stato quando ha comprato l'ENEL e nel momento dell'alluvione. Lasciando perdere l'alluvione, sul debito per l'ENEL mi pare che la Regione sia stata lungimirante! Altre volte la Regione ha acceso mutui, per esempio quando è stato acquistato il Billia, ma non è l'unica volta. La scelta di contrarre dei mutui in questo momento per sostenere lo sviluppo penso sia molto positiva.
Concludo velocemente. Louvin parla di logiche di prelievo extra bilancio: sul bon chauffage lo prendo come un complimento; visti i vincoli del patto di stabilità, la possibilità di utilizzare delle risorse che indirettamente sono della Regione o di partecipate regionali, senza che vadano a restringere ancora il nostro bilancio diminuendo la possibilità di fare investimento...penso che tutto ciò debba essere preso come un complimento per la scelta dell'amministrazione.
Sul rimodulare ho già detto; sullo statico non ripensato, riprendo la citazione della collega Morelli: "solo Dio ha ragione, portiamo i dati", ossia la Morelli ci ha fornito dei dati per sostenere le sue tesi. Allora sfido Louvin, o i suoi colleghi che stamani si complimentavano con Chatrian: facciamo un raffronto fra quanto si diceva nel 2009 e cosa diciamo oggi nel bilancio 2011. Forse Dio poteva prevedere la situazione di crisi internazionale che abbiamo dovuto affrontare, quindi l'idea forte di riprogrammare il nostro futuro, come diceva Louvin, una forza progettuale rispetto al 2009...in questo momento il fatto di avere un bilancio credibile che senza spocchia dà delle risposte concrete e sicurezza non solo per quanto attiene il bilancio regionale, ma anche per quel che riguarda il sistema Regione ed Enti locali, questo penso sia un aspetto molto positivo.
Ringrazio tutti i colleghi della maggioranza, i colleghi Prola, La Torre, Comé, Lattanzi, Impérial, Salzone, Caveri e Empereur, che hanno saputo con precisione sottolineare i punti di forza, gli aspetti positivi del bilancio. Ringrazio anch'io il relatore, la commissione, tutti coloro che sono intervenuti, le categorie sociali ed economiche che hanno contribuito alla costruzione di questo strumento finanziario, le strutture dell'Assessorato e in particolare i Dirigenti Bieler, Borney, Nuvolari e Barmasse, che hanno dovuto costruire il bilancio con ritocchi ripetuti in base alle manovre che arrivavano da Roma.
En conclusion cette année encore l'Administration régionale s'est fixée un certain nombre d'objectifs, dont notamment celui d'aider les citoyens à accéder à ses services de façon simple et rapide, sans que ceux derniers doivent faire face à d'inutiles procédures bureaucratiques qui ralentissent la satisfaction de leurs requêtes. Le budget prévisionnel des trois prochaines années, en dépit de sa rigueur, représente un instrument concret, qui nous laisse bien augurer de l'avenir, conscients qu'un travail soutenu nous permettra d'atteindre les objectifs fixés pour le plus grand bien de la communauté valdôtaine.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Anch'io mi associo ai ringraziamenti per gli interventi dei colleghi sia della maggioranza che dell'opposizione, che hanno voluto sostenere l'impianto del bilancio 2012 e di quello pluriennale. Un bilancio che sicuramente è anomalo, perché nasce dopo tre manovre consecutive nel 2011 (decreti n. 38, n. 98 e n. 128), che davano degli orientamenti per il 2012-2013 che poi si contraddicevano...e finalmente l'ultima manovra, manovra annunciata, che ci è stata spiegata domenica senza documenti e nel documento che è apparso come bozza risultava prima un importo a carico delle Regioni di 1.000.000.000 di euro, poi 1.035.000.000, infine 860.000.000 con più 60.000.000 per le quattro Regioni a statuto speciale, in forza del rapporto con la finanza locale. Voi capite che le modifiche sono in corso e anche per le Regioni a statuto ordinario ci sono stati cambiamenti, in quanto per il TPL e la sanità si stanno trovando meccanismi per non infierire nelle modalità con cui avevo annunciato...che c'erano obiettivamente dei problemi grossissimi. Il bilancio che oggi abbiamo presentato quindi è un bilancio che potrà avere ulteriori modifiche nel corso del 2012 con riferimento alle norme relative alle fiscalizzazioni, a tutta una serie di norme, IRPEF...e tutte le proposte che dovranno essere in qualche modo, non so se con la fiducia, o comunque con dibattito parlamentare, poi approvate e conseguentemente essere attuate.
Sul bilancio, come tutti gli anni, abbiamo sentito interventi molto puntuali e qualificati, in alcuni interventi devo dire che la differenza sostanziale è stata di cercare di caratterizzare con termini che bucano lo schermo, come "iniquo", "strangolare i Comuni", è chiaro che fa effetto. È vecchio, e fin lì ci sta, speriamo che abbiano un po' di pazienza per i vecchi, ma tutti questi termini di per sé dicono poco, perché vogliono esasperare i toni per far dire che è tutto sbagliato o (alla Bartali) è tutto da rifare e cose del genere. In effetti il bilancio è molto leggibile e facilmente decifrabile, perché la legge che ha cambiato l'impostazione del bilancio rende questo strumento più facilmente utilizzabile per le finalità che il bilancio ha: quella di programmare. E noi cosa abbiamo cercato di fare? Di tenere conto da una parte delle entrate, che sono ad oggi garantite dalla modifica della legge n. 690. Oggi le due Regioni che stanno discutendo - una con la volontà di arrivare in fondo, l'altra non so - già in questo decreto hanno delle penalizzazioni. E il fondo di solidarietà a cui noi partecipiamo, con un taglio progressivo che parte da 107.000.000.000 di euro in su, fino ad arrivare a 200 nel 2017, ci piacerebbe capire al di là di tappare i buchi di bilancio a cosa serve? Perché se solidarietà era e se un qualche residuo di federalismo rimane, vorremmo capire dov'è che va a perequare, dov'è che va a fare solidarietà...con qualcun altro...perché la logica era che si partiva dalle Regioni a statuto speciale, che erano considerate con una situazione più favorevole nel dare e noi abbiamo attuato quello che la legge prevedeva, ma non tutti lo hanno fatto e noi teniamo a dire che tale distinguo ci deve essere.
Siamo arrivati a questo bilancio sapendo delle entrate, dove il lavoro fatto è stato molto consistente, perché non dimentichiamo che il dialogo con la Ragioneria dello Stato non è banale in tempi in cui si modificano continuamente i punti di riferimento, poi abbiamo cercato di tener conto delle esigenze che per quasi l'80 percento sono esigenze e spese correnti, spese quasi obbligatorie. Abbiamo poi quell'alea di spese che sono da utilizzare in modo oculato e noi, in questo bilancio, abbiamo fatto, da una parte, proposte chiare e, dall'altra, scelte molto chiare. Le proposte vanno nella direzione di seguire un canale che, secondo noi, è importantissimo, ossia quello di garantire i tre settori: sanità, sociale e scuola e credo che questo sia abbastanza importante. Non ho capito francamente l'accenno che mi ha spiazzato: "il mantenimento del welfare è una non risposta", io non l'ho capito; questa è una risposta molto importante, anzi una risposta che ci ha impegnati non poco, perché oggi mantenere il welfare con il sistema attuale è una delle cose più impegnative che ci siano! Ritengo quindi che, sotto questo profilo, la scelta sia stata molto importante e credo che vada nell'ottica da tutti auspicata.
Si è cercato poi con il bilancio, a differenza di quello che si è detto...ho apprezzato anche l'intervento del collega Chatrian che ha cercato di enunciare alcune delle scelte opzionali che potevano essere a suo dire diverse dalle nostre. Quando arriveremo agli emendamenti, potremo entrare nel merito per spiegare che noi alcune di queste opzioni già le abbiamo esercitate; molti hanno parlato della green economy, noi molto più semplicemente parliamo di energie rinnovabili non inquinanti che comprendono tutta una serie di aspetti. Come ho avuto modo di dire, però non possiamo, da una parte, dire che questi sono capitoli importanti della nostra autonomia e, dall'altra, che non si può più attivare nessun intervento per l'utilizzo a livello idroelettrico delle nostre acque. Riteniamo che ci sia un piano di utilizzo e di valorizzazione delle acque che si sta applicando con le regole del minimo deflusso, che sono correttamente attivate con meccanismi sperimentali che arriveranno quest'anno a conclusione, quindi si tireranno le somme. Le stesse partecipate che utilizzano l'idroelettrico si sono riconvertite sia nel fotovoltaico che nell'eolico, non qui in Valle, ma fuori per cercare di utilizzare al meglio le energie rinnovabili. Credo quindi che, sotto questo profilo, abbiamo cercato di utilizzare al meglio il settore e le capacità che vanno nella logica di un utilizzo ottimale. Qualcuno ha accennato alle acque minerali, alla defiscalizzazione, ma abbiamo cercato di non appesantire la situazione dell'unico stabilimento di acqua minerale esistente in Valle, questo è il terzo anno, è vero, ma con la concorrenza attuale dobbiamo anche tener conto di alcuni fattori legati al problema dei trasporti e nella nostra Valle rispetto a chi è in location molto diverse a chi è situato in zone più avvantaggiate. Questo come il discorso delle terme...stiamo cercando di sviluppare tutte le potenzialità regionali e lo facciamo perché abbiamo fatto delle scelte puntuali, e le proposte quali sono state? Sono state quelle di incentivare il lavoro attraverso l'impegno, che è stato molto ben ricordato dai colleghi Empereur, Comé e altri, sul programma per il sostegno del lavoro, il piano di attuazione per una formazione professionale che altri hanno ricordato, dell'apprendistato che finalmente arriverà a buon fine dopo anni di attesa, oltre agli istituti professionali. Non vorrei confondere l'istituto professionale con la formazione professionale, che è altra cosa in quanto quella è propedeutica ad uno stato di utilizzo ottimale dei giovani.
Gli investimenti sono già stati elencati, nei vari settori abbiamo fatto scelte importanti, abbiamo mantenuto alto l'intervento nel settore della forestazione, ma vogliamo fare di più. Nel settore della forestazione, come spiegheremo quando esamineremo gli emendamenti, riteniamo che la Valle d'Aosta ad oggi utilizzi ancora poco il suo patrimonio forestale per tante ragioni, perché il costo dell'utilizzo del legname è ancora troppo alto e questa è un'osservazione che ci fanno in tanti. Noi parliamo di biomasse, ma poi il legname lo facciamo venire dalla Francia dove ci sono grandi coltivazioni; ci sono delle idee per utilizzare dei sistemi di coltivazione e di utilizzo delle nostre foreste, che potrebbero dare un supporto molto alto e così per tante altre situazioni.
Sulle grandi opere, le abbiamo elencate e chiaramente dobbiamo finanziarle, ma le grandi opere sono l'ospedale, dove con cinque anni di ritardo andiamo a fare quello che cinque anni fa costava meno, abbiamo perso cinque anni; oggi siamo a recuperare il tempo perso, cercando di andare nella direzione del riordino del sistema, del riutilizzo ottimale e accorpando le tre funzioni. Se fossimo ancora fermi all'idea...oggi siamo già all'attuazione del parcheggio, che sta andando avanti. Abbiamo fatto questo blocco di cui si parlava non per l'inaugurazione, ma quel blocco che abbiamo appena aperto per i prelievi ha risolto un problema dove tanti in questa sala avevano fatto presente che c'era una situazione scandalosa; quella è una risposta...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...ma non è detto che quello costava meno. Intanto questa struttura l'hanno montata in 41 giorni ed è già funzionante! Guardiamo quanto tempo impieghiamo nelle opere pubbliche, ma non per colpa nostra, non voglio parlare dello Splendor, però cerchiamo di guardare quali sono i tempi, perché ogni volta che c'è un appalto c'è un ricorso che porta via almeno un altro anno e tutto il resto! Quello non è indebitamento, quello è investimento! Il dramma è che si continua a voler far passare per indebitamenti i veri investimenti, dove noi, insieme a tutte le Regioni, anche a livello nazionale abbiamo chiesto la nettizzazione per il patto di stabilità degli investimenti per non farli pesare! Qui invece si continua ancora a dire: "ma avete fatto degli indebitamenti"...non facciamo degli indebitamenti per le spese correnti! Cerchiamo di essere onesti nel fare un'analisi più corretta di quello che si sta facendo, perché si può sempre fare meglio, ma, sotto questo profilo, gli investimenti vanno nella logica che tutti a parole auspicano, poi, quando si fanno, non si devono più fare. Abbiamo cercato anche a livello di investimenti di sostenere quelli per l'autoporto, quelli per Aosta capitale li abbiamo appena passati su un'altra legge: quelli non sono investimenti? Non vanno a livello di forza lavoro?
L'ultima annotazione riguarda i Comuni: a questo riguardo, deve essere fatta chiarezza prima di tutto. I Comuni oggi hanno sicuramente avuto un momento di confronto importante per l'applicazione della legge n. 48, che non è che dica, come qualcuno ha letto qui, che il 50 percento deve essere per...ma si dice anche all'articolo 7 che "le norme di cui alla presente legge saranno riviste: a seguito di modificazione della legislazione statale avente significativa incidenza sulle entrate proprie degli enti locali; a seguito di modificazione significativa della legislazione statale relativa all'imposta sul reddito delle persone fisiche". Noi, quindi, abbiamo previsto queste modifiche e i primi a rendersene conto sono stati i Comuni, che hanno giustamente valutato gli interventi che abbiamo proposto, portando una responsabilizzazione sempre più forte nella valutazione sulle attività che possono essere svolte attraverso il trasporto locale, i servizi sanitari e infermieristici che oggi vengono erogati e che saranno sempre più collegati responsabilmente con l'attività dei Comuni.
Credo che obiettivamente su questo...come sulle misure anticrisi, collega Fontana, abbiamo fatto un'apertura di dialogo con tutti per chiedere cosa era necessario, tutti hanno detto - ci sono le registrazioni - che le misure anticrisi andavano bene, quindi non abbiamo ritenuto di doverle modificare. Infatti, malgrado ci fosse qualche perplessità, le abbiamo mantenute, perché tutte le categorie, le associazioni e le forze sociali hanno detto che dovevano essere mantenute. Non ci sembra su questo che fosse logico cercare di cambiare quando una cosa funziona, quando c'è un'impostazione che è apprezzata. Tale bilancio risponde oggettivamente, al di là della logica con cui ognuno lo legge in questo momento di difficoltà estrema ad una possibilità per i Comuni: i Comuni sono gli unici in Valle che sanno come fare i bilanci, noi diamo le garanzie per il finanziamento ai bilanci comunali, ma provate ad andare fuori da Carema...non sanno come preparare i bilanci!
Teniamo conto quindi di come è cambiato il sistema, di quello che sentiamo tutti i giorni; mi auguro che con questa manovra si arrivi alla fine, che non se ne preannunci un'altra come tutte le volte, insomma, siamo alla quarta manovra in un anno! Non è che sia proprio banale il tener conto che su tutta una serie di servizi abbiamo cercato di mantenere l'asticella molto alta. Che poi ci sia da migliorare in certi servizi, giustissimo, crediamo che questo sia corretto, si può e si deve fare, però abbiamo fatto tutto quello che era possibile per mantenere alta l'attenzione ai servizi, alla famiglia, alle imprese e cercare di far reggere il costrutto economico che va nella direzione che tutti qui hanno auspicato. Riteniamo quindi che sia un bilancio non solo equo, ma giustamente proiettato al sostegno dell'economia.