Oggetto del Consiglio n. 1939 del 27 luglio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1939/XIII - Interpellanza: "Realizzazione di un nuovo acquedotto per l'alimentazione della rete idrica del comune di Aosta".
Interpellanza
Appreso dagli organi di informazione della volontà da parte del Comune di Aosta di realizzare un nuovo acquedotto per alimentare ulteriormente la rete idrica della città;
Constatato che per l'impianto sopra citato si preannuncia un investimento di circa 20 milioni di euro, finanziato con fondi regionali per il servizio idrico integrato, e che si prevede la captazione dell'acqua della centrale CVA di Valpelline;
Sottolineata la sempre maggiore importanza di un uso razionale delle risorse idriche e finanziarie a disposizione;
Constatato, ad esempio, che l'acquedotto della comunità montana Grand Combin, convenzionato con il Comune di Aosta al fine di garantire il fabbisogno idrico di quest'ultimo, è sotto utilizzato;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere:
1) la portata prevista del nuovo acquedotto previsto dal Comune di Aosta;
2) a quanto ammonta il fabbisogno idrico della città di Aosta;
3) il ruolo della controllata regionale CVA nel progetto voluto dal Comune di Aosta;
4) se è intenzione dell'Amministrazione regionale realizzare un'indagine sulle risorse idriche a disposizione, al fine di ottimizzare lo sfruttamento delle fonti idriche già impiegate.
F.to: Bertin - Giuseppe Cerise
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente. Qualche tempo fa abbiamo appreso dagli organi di informazione la volontà da parte del Comune di Aosta di realizzare un nuovo acquedotto per alimentare la rete idrica della città. Credo che l'obiettivo sia quello di eliminare i pozzi, dai quali adesso viene pompata l'acqua che alimenta in gran parte l'acquedotto di Aosta, obiettivo positivo, anche perché pompare dai pozzi ha un costo più alto e anche la qualità dell'acqua credo non sia la stessa, di per sé l'obiettivo è assolutamente condivisibile. Abbiamo constatato che per questo nuovo acquedotto si vogliono impiegare circa 20.000.000 di euro, finanziati con i fondi regionali per il servizio idrico integrato, e che si prevede la captazione dell'acqua della centrale di Valpelline, portando l'acqua fino ad Aosta. Constatiamo anche che l'acquedotto di Aosta ha da lungo tempo una convenzione con la Comunità montana Grand-Combin per alimentare in parte il proprio acquedotto. L'acquedotto di tale Comunità montana è sottoutilizzato, nel senso che è utilizzata una parte, circa il 60 percento, e ha ancora un 40 percento di potenzialità superiore che al momento non viene utilizzato da nessuno. Fra l'altro, l'obiettivo del Comune di Aosta nel realizzare questo nuovo grande investimento sarebbe quello di fare un acquedotto intercomunale, da quanto ho appreso dai giornali, con i Comuni di Sarre, Saint-Christophe e Quart, ma al momento bisogna dire che il comune di Saint-Christophe è servito integralmente dall'acquedotto della Comunità montana già esistente, che funziona bene e che ha avuto anche in questi anni dei notevoli investimenti legati sia all'utilizzo del Comune di Aosta che degli altri. Ci chiedevamo pertanto qual era la portata prevista dal nuovo acquedotto per il comune di Aosta e a quanto ammonta il fabbisogno idrico reale della città.
Visto che veniva coinvolta la CVA in questa operazione, poi ci chiedevamo il ruolo della stessa in tale disegno e soprattutto - è anche un invito -, visto che l'acqua è una risorsa importante e deve essere utilizzata in modo razionale, che d'altra parte le risorse finanziarie per gli enti pubblici stanno sempre diminuendo e pertanto è importante utilizzare bene le risorse a disposizione, ci chiedevamo se è intenzione dell'Amministrazione regionale realizzare un'indagine sulle risorse idriche a disposizione, al fine di ottimizzare lo sfruttamento delle fonti idriche già impegnate, come ad esempio quella del Grand-Combin, che potrebbe servire il Comune di Aosta in modo maggiore. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Ringrazio il collega Bertin per tale iniziativa, che, insieme al Consigliere Cerise, ha voluto portare all'attenzione del Consiglio, perché questo è un tema che viene trattato da oltre 30 anni, quindi è molto importante, basti pensare che esso è "partito" con il lancio dell'idea dell'acquedotto del Monte Bianco, 30 anni fa, quindi partiamo da lì. Tramontata quella ipotesi già nel 2004 - faccio un po' di cronistoria per portarci nell'argomento -, il Comune di Aosta aveva affrontato il tema della ricerca di acqua da destinarsi al consumo umano a monte della città di Aosta attraverso uno studio di fattibilità per la captazione in quota di risorse idriche sull'asta del Buthier e adduzione al sistema di distribuzione dell'acqua potabile nella città di Aosta. Il progetto prevedeva il prelievo di circa 100 litri/secondo dal sub-alveo del torrente Buthier nel comune di Roisan per integrare le disponibilità comunali, quindi lì c'era l'idea di integrare l'acqua dei pozzi con questa necessità di litri/secondo mancanti. Nel 2006 poi il Comune di Aosta e la Regione concordarono di puntare alla sostituzione integrale dei pozzi cittadini, ipotizzando di utilizzare alcune centinaia di litri al secondo dell'acqua proveniente dall'invaso di Place Moulin, ossia quella idea che era quella dell'acquedotto del Monte Bianco, di non portare nei rubinetti della popolazione di Aosta acqua da pozzo, ma portare acqua derivante direttamente dai nostri monti. Questa idea divenne uno degli obiettivi di razionalizzazione dell'approvvigionamento idrico regionale e con la legge regionale del 18 aprile 2008, n. 13: "Disposizioni per l'avvio del servizio idrico integrato e il finanziamento di un programma pluriennale di interventi nel settore dei servizi idrici". È la legge con un impegno finanziario di 180.000.000 di euro, e della quale abbiamo già approvato in Giunta tre piani attuativi, dobbiamo ancora approvare il quarto. L'intervento è stato inserito fra quelli di rilevanza regionale all'articolo 3, comma 1, lettera b) della stessa legge, che fra gli altri prevede la realizzazione di un approvvigionamento idrico della piana di Aosta e relativa connessione con l'acquedotto comprensoriale dei comuni di Valsavarenche, Villeneuve, Introd e Saint-Pierre. La legge quindi prevedeva e prevede una razionalizzazione, che non è solo per ciò che riguarda il Comune di Aosta, ma il collegamento dei vari acquedotti delle varie località per poter meglio utilizzare il bene acqua. Fra marzo e luglio 2009 l'ipotesi progettuale relativa alla realizzazione dell'approvvigionamento idrico della piana di Aosta mediante prelievo di acqua a valle della centrale di Valpelline prese corpo e si sviluppò a livello tecnico. Tale idea progettuale è stata presentata ufficialmente per la prima volta nella riunione del 6 ottobre 2009 al Conseil de la Plaine, i cui rappresentanti si sono tutti espressi favorevolmente mostrando il proprio interesse a sviluppare il progetto per l'utilità non solo di Aosta, ma anche di altri comuni, in particolare Sarre, Saint-Pierre ad ovest e Saint-Christophe e Quart ad est. È stata quindi una richiesta condivisa dei Comuni che circondano Aosta: "non guardiamo solo Aosta, ma troviamo una soluzione che possa razionalizzare meglio gli acquedotti esistenti e permettere una maggiore certezza di avere ogni secondo l'acqua potabile nei propri rubinetti". In tale occasione il Conseil de la Plaine ha preso atto della necessità di chiedere alla Regione di coordinare l'intervento complessivo, il cui sviluppo avrebbe coinvolto altri Comuni, oltre al capoluogo regionale. Successivamente si decise fra Comune di Aosta e Regione che fosse il Comune di Aosta a completare la progettazione preliminare dell'intervento, integrandola con la documentazione necessaria alla verifica di assoggettabilità ambientale, di cui all'articolo 17 della legge regionale n. 12/2009. Il Comune di Aosta ha informato che il 25 maggio di quest'anno è stato consegnato dai professionisti incaricati lo studio di fattibilità per l'alimentazione dell'acquedotto comunale mediante il prelievo di acqua dal bacino di Place Moulin, per un importo complessivo di spesa stimata in circa 20.000.000 di euro e che lo stesso è attualmente in fase di istruttoria da parte dei tecnici dei competenti uffici comunali.
Con riferimento poi - a questo punto rispondo puntualmente ai quesiti - al primo quesito, sulla base di quanto riferito dagli uffici del Comune di Aosta, il progetto prevede il prelievo e il trattamento della portata, a pieno regime, di circa 380 litri/secondo a Valpelline, la realizzazione di una condotta che attraversi i comuni di Valpelline, Roisan, Gignod, Aosta, Sarre e Saint-Pierre, dove è previsto l'arrivo ai locali serbatoi e dove si può realizzare la prevista interconnessione con l'acquedotto comprensoriale dei comuni di Valsavarenche, Villeneuve, Introd e Saint-Pierre; un altro ramo della condotta è previsto verso i comuni di Saint-Christophe e Quart. Questa è la dimostrazione che si vuole ottimizzare l'utilizzo dell'acqua potabile in buona parte del territorio del Conseil de la Plaine, ma anche dei comuni viciniori.
Con riferimento al secondo quesito, il fabbisogno idrico di Aosta ammonta a circa 250 litri/secondo di portata massima e di circa 180 litri/secondo di portata media, sempre secondo i dati forniti dal Comune di Aosta.
Con riferimento al terzo quesito, la CVA è coinvolta perché l'approvvigionamento idrico al punto di prelievo dell'acquedotto è garantito dalle infrastrutture della società relative alla centrale di Valpelline, quindi il Comune di Aosta in questo momento è obbligato a fare un ragionamento con CVA, perché la captazione avviene grazie ad opere già in essere e non da costruire, di proprietà di CVA. Il prelievo va quindi coordinato con le normali attività di produzione idroelettrica della CVA al fine di minimizzare gli eventuali disagi.
Per quanto riguarda il quarto e ultimo quesito, intendo rassicurare i firmatari dell'interpellanza, perché il progetto così come concepito ha tenuto conto di indagini già effettuate e intende rispondere all'obiettivo di ottimizzare lo sfruttamento delle fonti idriche già impegnate, quelle a cui faceva riferimento il collega Bertin dei comuni della Valpelline...e inoltre c'è il logico coinvolgimento a pieno titolo del BIM che segue l'evoluzione della situazione giornalmente, verificando la salvaguardia degli interventi già effettuati dalle altre Realtà Locali.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie. Come dicevo in premessa, ritengo utile superare la questione dei pozzi per alimentare l'acquedotto di Aosta: è una questione di qualità dell'acqua e anche di costi, perché bisogna pomparla dalle fonti sotterranee. La perplessità che avevo evidenziato anche in premessa è rispetto ad un acquedotto che viene utilizzato al 60 percento e che potrebbe essere utilizzato in modo totale.
Secondo aspetto: mi sembra di ricordare che questo acquedotto della Grand-Combin sia stato ammodernato e ingrandito anche in funzione dei fabbisogni della città di Aosta, che è convenzionata con l'acquedotto con la Comunità montana, al quale fornisce una percentuale di acqua per Porossan e altre zone di Aosta. Pertanto quello che mi chiedevo e che era l'invito di questa interpellanza era usare in modo razionale le strutture già esistenti; se l'acquedotto della Comunità montana Grand-Combin ha un potenziale maggiore, prima di andare a fare altri interventi, utilizziamo in modo razionale questa risorsa che è già presente e poi dimensioniamo il resto sui reali fabbisogni, non partendo da un progetto teorico e di grandi dimensioni per poi lasciare che tale impianto appena realizzato non possa svolgere il ruolo che può svolgere. Questa era l'intenzione dell'interpellanza, dalla risposta qualche dubbio mi rimane ancora, anche se poi nel quadro complessivo è bene intervenire con una visione più ampia rispetto ai singoli Comuni; ma, come chiedevo nell'iniziativa, è utile andare a vedere le strutture presenti e utilizzare al massimo queste prima di realizzarne delle altre e soprattutto, se ne vogliamo realizzare delle altre, farlo in funzione dell'esistente, esistente fra l'altro fatto recentemente e pienamente funzionante, altrimenti si creano degli sprechi che, visto il momento, non è proprio il caso. Grazie.