Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1929 del 27 luglio 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1929/XIII - Disegno di legge: "Modificazione alla legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 (Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella regione)". (Reiezione di un ordine del giorno)

Articolo 1

(Inserimento dell'articolo 40bis)

1. Dopo l'articolo 40 della legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 (Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella regione), è inserito il seguente:

"Articolo 40bis

(Trasferimento di beni immobili)

1. Ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della l. 23 ottobre 1992, n. 421), la Giunta regionale, con propria deliberazione, individua e trasferisce in proprietà all'Azienda USL, anche in più soluzioni, i beni appartenenti al patrimonio immobiliare disponibile della Regione a destinazione sanitaria e socio-sanitaria.

2. I beni di cui al comma 1, con tutte le pertinenze, gli accessori, gli oneri e i pesi, sono trasferiti a titolo gratuito nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. Ai fini contabili, il valore dei beni trasferiti è quello risultante dal conto del patrimonio della Regione.

3. L'Azienda USL, a seguito del trasferimento, dispone del bene nell'interesse diretto e indiretto della collettività ed è tenuta a favorire la massima valorizzazione funzionale del medesimo. L'Azienda USL può alienare il patrimonio immobiliare acquisito ai sensi del comma 1, previa autorizzazione della Giunta regionale.

4. Gli interventi sui beni di cui al comma 1, programmati o in corso alla data del trasferimento, sono conclusi dalla Regione o per il suo tramite.

5. Ai sensi dell'articolo 5, commi 3 e 4, del d.lgs. 502/1992, gli atti di trasferimento di cui al comma 1 sono esenti dal pagamento delle imposte di donazione, ipotecarie e catastali e costituiscono titolo per la trascrizione, la quale è esente da ogni onere relativo a imposte e tasse.".

Articolo 2

(Disposizioni transitorie)

1. I beni immobili con destinazione sanitaria e socio-sanitaria, e relative pertinenze, la cui acquisizione al patrimonio immobiliare disponibile della Regione sia prevista da accordi di programma già sottoscritti dalla Regione alla data di entrata in vigore della presente legge, possono essere trasferiti dal soggetto cedente direttamente all'Azienda USL.

2. Ai trasferimenti di cui al comma 1 si applica l'articolo 40bis della l.r. 5/2000, come introdotto dalla presente legge.

Presidente - Comunico che è pervenuto a questa Presidenza un ordine del giorno su questo oggetto.

La parola al relatore, Consigliere Crétaz.

Crétaz (UV) - Merci M. le Président.

Il trasferimento degli immobili a destinazione sanitaria e socio-sanitaria facenti parte del patrimonio della Regione Autonoma Valle d'Aosta all'Azienda USL di Aosta, già utilizzati a vario titolo (con contratto di comodato o tramite atto di concessione) dall'Azienda stessa, poggia le fondamenta, a livello nazionale, su due decreti legislativi: il decreto legislativo n. 502/1992, avente per oggetto il riordino della disciplina in materia sanitaria, che dispone, all'articolo 5, che il patrimonio delle Aziende Sanitarie Locali sia composto anche da beni immobili trasferiti dagli enti pubblici; il decreto legislativo n. 85/2010, il quale prevede l'attribuzione di un ulteriore patrimonio a titolo non oneroso a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, seguendo i dettami dell'articolo 119 della Costituzione che assicura maggiore autonomia e responsabilizzazione a tutti i livelli di Governo.

1 criteri che reggono l'operazione sono riassumibili in: sussidiarietà, adeguatezza e territorialità - considerando il radicamento al territorio e la vicinanza al cittadino -, semplificazione, in quanto i beni possono essere alienati o dismessi, previa autorizzazione della Giunta regionale.

Dal punto di vista locale, la legge regionale n. 5/2000 aveva già disposto all'articolo 40, comma 2, che i beni immobili di proprietà regionale destinati all'assistenza sociale fossero trasferiti in proprietà a titolo gratuito agli enti locali, con vincolo di destinazione, sulla base quindi del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione. In osservanza della norma regionale, i trasferimenti i cui sopra sono già stati effettuati.

Ciò premesso, il trasferimento degli immobili a destinazione sanitaria e socio-sanitaria già in utilizzo all'Azienda USL si pone come obiettivi: la riorganizzazione e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare della Regione, attraverso lo scorporo dal conto di patrimonio degli immobili oggetto di trasferimento; la dotazione all'Azienda USL di maggiore autonomia gestionale, anche in termini di capacità finanziaria e, al contempo, lo snellimento degli adempimenti burocratici e la semplificazione delle procedure (è sufficiente pensare alle costanti necessità di adeguamento delle strutture sanitarie previste della normativa); infine, poiché il trasferimento avviene a titolo non oneroso e, pertanto, la valutazione, ai fini contabili, è effettuata a valore di conto di patrimonio, non sarà necessario procedere ad una valutazione reddituale-patrimoniale degli immobili trasferiti.

L'idea di trasferire gli immobili all'Azienda USL non è nuova, è da diversi anni che se ne parla, e vi è un'evidente tendenza nazionale analoga in atto. Esistono, infatti, varie leggi regionali che prevedono, per l'appunto, la cessione gratuita di immobili di proprietà delle Regioni alle Aziende Sanitarie Locali (ad esempio la Regione Friuli Venezia Giulia, la Regione Umbria, la Regione Piemonte, la Regione Toscana). Vista inoltre la rilevanza del settore sanitario, è dovere dell'Amministrazione regionale incentivare l'efficienza della gestione dell'Azienda USL e dotarla dei mezzi necessari per affrontare i cambiamenti e le nuove sfide.

Dal punto di vista economico il trasferimento degli immobili non comporta, allo stato attuale, una maggiorazione dei costi a carico dell'Amministrazione, sia perché i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono già a carico dell'Azienda USL, in forza dei contratti in essere a valere sulla legge regionale n. 5/2000, sia perché l'ammontare delle risorse finanziarie da trasferire è previsto in legge finanziaria regionale ed è pertanto soggetto all'autorizzazione degli organi politici competenti. Inoltre, essendo l'Azienda USL solo produttrice di servizi ed essendo già finanziata tramite risorse regionali, trasferire la proprietà di immobili a titolo oneroso e, al contempo, dotare l'Azienda USL dei fondi regionali necessari perché possa procedere all'acquisizione, risulta essere un controsenso.

Per quanto concerne gli interventi in atto, i lavori già avviati o comunque già programmati dall'Amministrazione dei beni oggetto di trasferimento saranno portati a termine dalla Regione o dai soggetti operanti per conto della Regione. Ciò per evitare sovrapposizione di ruoli e complicazione dei procedimenti attualmente in corso.

Per quanto concerne l'acquisizione di immobili a destinazione sanitaria e socio-sanitaria, da acquisire in forza di accordi di programma già sottoscritti fra Regione e altri soggetti, possono essere trasferiti direttamente all'Azienda USL senza transitare dal patrimonio regionale. In tal modo si intende evitare la duplicazione di passaggi di proprietà e, al contempo, ridurre i costi amministrativi connessi. Grazie.

Presidente - Ricordo che sul disegno di legge è pervenuto il parere favorevole a maggioranza della II e V Commissione in seduta congiunta, il parere favorevole del CPEL; inoltre sono stati presentati tre emendamenti dall'Assessore Lavoyer ed un ordine del giorno a firma dei colleghi della minoranza.

La discussione generale è aperta.

La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

Prima di tutto permettetemi una considerazione di ordine generale: la proprietà di un bene immobile dovrebbe essere direttamente collegata al potere di gestione del bene stesso. Questo è un principio facilmente comprensibile. Ma allora perché abbiamo manifestato, in commissione, perplessità a proposito di questo disegno di legge che consente proprio la gestione diretta da parte dell'Azienda USL della Valle d'Aosta del patrimonio immobiliare sanitario e socio-sanitario finora di proprietà regionale? In commissione abbiamo avanzato la necessità di poter svolgere alcuni approfondimenti, non tanto sulla questione di principio, ma sulla ricaduta che questo provvedimento potrebbe provocare relativamente ai rapporti fra Stato e Regioni nel complesso, difficile e ancora oscuro almeno per noi, federalismo in campo sanitario ed ospedaliero in particolare.

Andiamo con ordine. Il disegno di legge mira alla razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale consentendo così all'Azienda USL, acquisendo la proprietà degli immobili ove si svolge la sua attività, di ridurre gli adempimenti burocratici, sveltendo gli aspetti operativi, amministrativi e tecnici. Insomma, un passo nella direzione di quella semplificazione amministrativa di cui fa cenno la relazione, semplificazione tanto celebrata ed attesa, che vuol dire rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento della pubblica amministrazione anche - come in questo caso - nel campo dei servizi sanitari e socio-sanitari. Semplificare l'azione amministrativa nella direzione quindi di abbreviare la filiera dei passaggi procedurali, ma anche dei controlli, degli adempimenti normativi e snellire i processi decisionali. Tutto bene, quindi, anche perché, come ha detto l'Assessore Lavoyer in commissione - sono miei appunti, quindi l'Assessore può contraddirmi se non riferisco esattamente il suo pensiero -, "da anni è sul tavolo questo argomento; di conseguenza, la necessità di rendere operativa questa scelta nella direzione dell'efficienza e della rapidità in un'ottica federalista". Bene, ripeto, ed allora perché fino ad oggi non era venuta così prepotentemente alla ribalta l'urgenza dichiarata in commissione?

Come sapete, il decreto legislativo alla base di questo disegno di legge è del 1992, mentre l'acquisto dall'Ordine Mauriziano di Torino dell'immobile, sede del Presidio ospedaliero regionale, il più importante bene immobile oggetto di questo provvedimento, è del 1994. Quindi la Regione avrebbe potuto, da tempo, assumere la scelta politica che oggi il Consiglio regionale approverà. Credo - come già detto dall'Assessore - che l'argomento sia già stato all'ordine del giorno dei lavori delle giunte regionali che si sono avvicendate in questi anni e che le ragioni addotte oggi, per spiegarne l'opportunità, siano ragioni consolidate nel tempo. Sono convinto infatti che i rapporti, non sempre idilliaci, fra la Direzione dei lavori pubblici e la Direzione USL in merito ai cantieri ospedalieri aperti via via siano stati oggetto, anche nel recente passato, di valutazioni politiche in sede di Governo regionale.

Per recepire il decreto legislativo citato, la Regione approvò nel 2000 la legge che oggi andiamo a modificare. La scelta allora fu il comodato, scelta politica che non venne mai messa in discussione, almeno nelle sedi ufficiali, anche quando il Consiglio regionale fu chiamato ad approvare alcune modifiche nel merito dell'articolo 40, oggetto del nostro dibattito. La prima fu a dicembre del 2003 e la seconda ad agosto del 2006, ma sono sicuro che la necessità della semplificazione, evidenziata nella relazione, si ponesse già. Perché allora non vennero riconosciute ed inserite le norme sul patrimonio, in considerazione del fatto che i problemi erano già sul tavolo? Ne fa riferimento la relazione in ordine ai servizi delle micro comunità, ma in particolare il 2006, con l'approvazione dell'articolo 1bis, che vado a leggere: "La Giunta regionale può, altresì, procedere all'acquisto o alla realizzazione di beni immobili, da destinare a fini sanitari o ad altre finalità istituzionali dell'Azienda USL, con le modalità stabilite dalla normativa vigente. I beni acquisiti o realizzati sono ceduti in comodato all'Azienda USL con vincolo di destinazione". Bene, perché allora nel 2006 non si inserì la norma che vogliamo oggi introdurre? Poteva essere quello il momento più opportuno, visto che si metteva mano proprio all'articolo 40 e proprio con quell'articolo 1bis!

Il disegno di legge alla nostra attenzione è stato presentato dalla Giunta regionale il 5 luglio 2011, assegnato alle commissioni competenti il 7 luglio, nominato il relatore il 12 luglio, emesso il parere - dopo uno sbrigativo dibattito - il 20 luglio ed arriva in Consiglio regionale inserito nell'ordine suppletivo. Un iter veloce, che dovrebbe essere conseguenza di un'urgenza indifferibile. Così non è, o almeno crediamo non sia! La necessità di giungere oggi alla sua approvazione non è stata motivata, se non dalle ragioni addotte e che ho riferito prima. Non è stata data informazione su quali siano oggi le novità non emerse durante questi lunghi anni, silenzi che, di fatto, impediscono ai consiglieri una riflessione più serena, puntuale, attenta. Non si capisce la fretta, anche perché nel piano regionale per la salute ed il benessere sociale 2011-2013, approvato lo scorso ottobre, questa scelta non viene minimamente affrontata e neppure accennata. Anzi. Nella parte relativa agli investimenti si dice che: i trasferimenti finanziari da destinare alle spese in conto capitale dell'Azienda USL devono tenere conto del patrimonio inventariato esistente; gli interventi in conto capitale in ambito sanitario devono essere realizzati attraverso una procedura definita a livello regionale realizzando anche un osservatorio regionale sui lavori. A mio parere si potrebbe dire: ma cosa ci azzecca questo con il provvedimento di oggi?

Infine, leggo quello che è scritto nel piano: "In attesa della realizzazione dell'ampliamento ad est del Presidio ospedaliero Umberto Parini, si rende necessario procedere ad un coordinamento complessivo dei numerosi interventi di ristrutturazione intraospedalieri"...coordinamento, non si parla di trasferimento delle proprietà, della possibilità diretta di assumere la gestione, si parla di coordinamento! Altro che dismettere il patrimonio! Mi sembra di capire che invece si volesse, allora, ottobre 2010, rafforzare la presenza della Regione nella gestione proprio degli investimenti. Il piano quindi non sembra essere stato elaborato con la visione oggi all'attenzione del Consiglio. Osservazioni, queste, che a me sembrano legittime e che meritino l'attenzione dovuta. Francamente, non mi sembra sufficientemente articolata la risposta del tipo: "voi volete solo perdere tempo, allungare a dismisura i tempi necessari per l'approvazione dei disegni di legge"! Per la verità poi, non mi sembra questo, in genere, l'atteggiamento tenuto in questa legislatura dalle forze di opposizione. Ma quello che più preoccupa è la possibile ricaduta, dico "possibile", perché non abbiamo potuto approfondire l'argomento sulla questione più generale dei rapporti fra Stato e Regioni in materia di sanità ospedaliera.

Siamo tutti consapevoli che quello attuale è - meglio, sarà - il tempo della realizzazione di importanti e necessarie riforme istituzionali. La salute sarà sempre più legata a modelli e standard nazionali anche per una regione come la nostra che da tempo ha rinunciato ai trasferimenti del Fondo sanitario nazionale e dove, anche per le politiche sociali, la quota proveniente dallo Stato è una parte molto residuale della spesa per i servizi regionali offerti. La futura dinamica della ripartizione delle spese sostenute dalla nostra Regione nelle aree della prevenzione collettiva e sanità pubblica, nell'assistenza distrettuale e nell'assistenza ospedaliera, potrebbe essere influenzata dalle scelte che oggi siamo chiamati ad approvare? Voi dite di no...vogliamo esserne convinti anche noi!

Abbiamo chiesto un approfondimento non certo per allungare i tempi del dibattito, di un dibattito che per la verità si prolunga ormai da tempo, ma perché affrontare la questione della gestione del patrimonio immobiliare sanitario, senza approfondire i temi del risanamento economico e dei relativi costi sostenuti, connessi con una diversa cultura dell'organizzazione e con il tipo di processi che si intenderanno realizzare in campo nazionale, significa non voler mettere sul tappeto le eventuali ricadute - positive o negative - determinate dall'approvazione di questo disegno di legge. Abbiamo chiesto un approfondimento per verificare i possibili scenari che si apriranno o che si potrebbero aprire nel futuro prossimo. Ci sembra una richiesta legittima che ci permettiamo di avanzare ancora qui, in aula, oggi, attraverso l'ordine del giorno. Andare a settembre non compromette la funzionalità di un provvedimento da tempo all'attenzione della Giunta regionale. E vado anche oltre: anche se questo disegno fosse diretta conseguenza di operazioni immobiliari in corso - i giornali parlano di una correlazione con i parcheggi dell'ospedale -, non capisco la fretta di chiudere oggi la questione. Grazie.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.

Con la spigliatezza che lo contraddistingue sempre in modo positivo, l'Assessore Lavoyer, in commissione, ha esordito al grido: "tutto si modernizza, diamo efficienza"; ha esordito su questo disegno di legge con cui la Giunta regionale sancisce in modo rapido ed alquanto sbrigativo il passaggio di proprietà degli immobili sanitari regionali all'Azienda USL.

Ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo n. 502/1992, con un confronto durato un'ora circa, si tronca, su una questione che è stata ritenuta quanto meno delicata, come ha ricordato il collega Rigo, per quasi un ventennio e si trasferiscono - senza "se" e senza "ma" - i Poliambulatori di Donnas, Châtillon, Antey, il Centro traumatologico di Gressan, gli uffici per la prevenzione di Quart, l'ambulatorio di Aosta di Igiene, l'ex Maternità, l'Ospedale Beauregard e l'Ospedale Parini costruito e costruendo, parcheggi compresi. È una scelta pesante, con cui la Regione si spoglia della proprietà di immobili di valenza strategica lasciando libera l'USL di disporne. Anche le complesse operazioni in corso, fra cui la costruzione dei parcheggi dell'ex Residence Mont Blanc, le ristrutturazioni e gli ampliamenti, potranno procedere indisturbati, senza alcun controllo da parte delle strutture regionali competenti, che attualmente gestiscono appalti, affidi, e sono responsabili dei procedimenti, oltre che nessun controllo sarà più esercitato da parte del Consiglio regionale. Infatti, in virtù dell'articolo 2, disposizioni transitorie, i beni immobili la cui acquisizione al patrimonio della Regione sia prevista da accordi di programma transiteranno direttamente all'Azienda USL.

"C'è confusione sugli interventi, ci sono stati dei disguidi" - ha affermato l'Assessore Lavoyer - a sostegno di questo trasferimento di proprietà, riferendosi alle lungaggini delle procedure burocratiche e "il fatto che vi siano più soggetti coinvolti è stato causa di ritardi in questi anni" - gli ha fatto eco l'Assessore Lanièce - ribadendo che bisogna favorire la facilità di intervento. Sono preoccupazioni condivisibili, non fosse che i soggetti coinvolti fanno tutti capo all'Amministrazione regionale, all'interno della quale si presuppone ci siano canali di dialogo e possibilità di razionalizzazione effettiva degli interventi. Preoccupazioni che sono state oggetto di valutazione fin dal 1992, anno del riordino della disciplina in materia sanitaria, a partire dal quale il trasferimento di proprietà sarebbe stato possibile, non obbligato. E le valutazioni fatte hanno sempre portato a mantenimento al patrimonio della Regione di questi immobili.

Assistiamo oggi ad un'inversione di rotta rispetto ad una posizione che dalla Giunta Viérin, dalla metà degli anni '90 in poi, era sempre stata considerata strategica per la nostra Regione, un'inversione che giustamente il collega Rigo diceva non essere sostenuta da nuovi elementi, oltre a quelli già risaputi, ma che, al contrario -secondo noi -, in questo momento storico dovrebbe essere valutata con un'attenzione sicuramente maggiore. Il momento, caratterizzato dalla crisi e dalle trasformazioni politico-amministrative in atto, dovrebbe infatti portarci ad analizzare e ad avere ben chiare le motivazioni che portano questa maggioranza a spogliarsi di questi beni, scaricandoli sull'Azienda sanitaria. Le difficoltà di gestione più volte menzionate, i disguidi dovrebbero al contrario spronare la macchina amministrativa a mettere in campo efficienza e professionalità, che esistono e che sarebbero in grado di ottimizzare gli iter, sia nella gestione ordinaria che straordinaria.

Tutto questo per ribadire da parte nostra la necessità di mantenere la proprietà nelle mani dell'Amministrazione regionale, anche per garantire una totale trasparenza, il controllo e la coerenza con il programma politico in essere. Lo ricordava già il collega Rigo: il piano socio-sanitario approvato lo scorso anno non fa menzione di questo trasferimento. Le professionalità che esistono internamente alla Regione sono una garanzia che consideriamo irrinunciabile e assolutamente da valorizzare; inoltre vogliamo ricordare che la spesa sanitaria è più che mai sotto il controllo centrale, il dibattito sui costi standard sembra ancora lontano dalla definizione di elementi certi e, in questo quadro ancora non chiaramente definito, ci pare che l'approccio debba essere assolutamente cauto e prudente.

Trasformando da patrimonio indisponibile regionale a patrimonio indisponibile dell'USL beni pubblici per il valore di svariate centinaia di milioni di euro, si fa una scelta di comodo, oggi, che potrebbe costare cara domani. Non sottovalutiamo il fatto che l'Azienda sanitaria, con il decreto legislativo n. 571/1993 ha perso il carattere di organo della Regione, acquisendo una sua soggettività giuridica pubblica con un'autonomia che ha poi assunto anche carattere imprenditoriale, con quanto ciò comporta in termini di responsabilità. Non dobbiamo infatti dimenticare che la natura di questi enti potrebbe essere in futuro suscettibile di cambiamenti; la competenza legislativa della Regione in materia sanitaria non è esclusiva ed un'eventuale privatizzazione delle USL metterebbe in gioco beni che hanno per la nostra comunità carattere di unicità.

Riteniamo che in questo momento sarebbe più saggio assumere una posizione prudente, analoga a quella adottata da altre realtà autonome a cui facciamo riferimento, perché portatrici di situazioni ed esperienze simili alla nostra, come la Provincia autonoma di Bolzano che, mantenendo la proprietà, si limita ad assegnare i beni immobili alle aziende sanitarie. Ci limitiamo ad osservare, riguardo a quanto affermava a titolo di esempio il relatore Crétaz, che le altre Regioni presentano altri livelli di complessità e di pluralità di situazioni, che non corrispondono alla nostra che, al contrario, presenta una situazione di unicità. In questo senso chiediamo che il Consiglio non accolga questa sorta di "cambiale in bianco" senza che si sia ben chiarito il quadro di definizione, e senza aver approfondito adeguatamente le possibili ripercussioni future. In questo senso, con i colleghi del PD, abbiamo predisposto un ordine del giorno in cui, sulla base delle valutazioni che entrambi abbiamo condiviso, si chiede l'impegno da parte delle commissioni competenti a rinviare ulteriormente la decisione ed a programmare ulteriori approfondimenti riguardo al trasferimento di proprietà, in considerazione della mancanza di un quadro ancora ben definito a livello nazionale. Grazie.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.

Lavoyer (FA) - Grazie Presidente.

Mi stupisce un po' il fatto che ci sia una critica relativa alla velocità dell'iter del procedimento, anche perché questo procedimento arriva dopo un lungo lavoro fatto da un gruppo di lavoro interdisciplinare, composto da esponenti della sanità, dei lavori pubblici, e quando il risultato di questo gruppo di lavoro è pervenuto all'Amministrazione regionale, la Giunta ha avviato immediatamente le procedure. In ogni caso, in questa situazione, la celerità dell'approvazione e dell'esame della procedura dovrebbe essere un motivo di vanto anche per il Consiglio regionale, visto che questa non è un'invenzione della nostra Amministrazione, come ha ben sottolineato il relatore, elencando tutte le altre Regioni che hanno già adempiuto a quello che è un adeguamento ad una tendenza nazionale, sulla base del decreto legislativo n. 502/1992, che dispone che il patrimonio delle Aziende USL è costituito anche da beni immobili trasferiti da enti pubblici. Inoltre la legge n. 5/2000 aveva previsto il trasferimento gratuito degli immobili a destinazione socio-assistenziale agli enti locali, un'operazione che peraltro si è conclusa; pertanto questo trasferimento a titolo gratuito, anche degli immobili con destinazione socio-sanitaria, è una naturale conseguenza di quanto già previsto dalla legge del 2000.

Se vogliamo anche affrontare l'argomento dal punto di vista costituzionale, l'articolo 117 dispone che la tutela della salute rientra nelle materie di legislazione concorrente, quindi non esclusiva dello Stato, e in particolare la modifica della legge n. 5 non fa altro che dare attuazione a quanto già disposto a livello nazionale con la "502". Quindi può essere condivisa, se vogliamo la critica del perché non è stato fatto prima, ma nel momento in cui lo andiamo a fare, non c'è una motivazione...non ho visto, negli interventi, delle motivazioni che andassero nella direzione di dire che questo disegno di legge non doveva essere approvato!

Per rispondere alla collega Morelli anche sull'economicità dell'operazione, la Regione non perde il controllo dei beni trasferiti all'Azienda USL, sia perché la legislazione nazionale e quella regionale prevedono l'approvazione da parte della Regione del piano socio-sanitario regionale - comunque concordato con l'Amministrazione -, sia perché eventuali alienazioni dovranno essere preventivamente autorizzate dalla Giunta regionale. Inoltre sull'economicità dell'operazione non è che nella realtà attuale italiana sia ipotizzabile un mercato immobiliare degli ospedali, quindi diciamo che la funzione rimarrà sempre una funzione di tipo pubblico.

Volevo anche rispondere alle preoccupazioni sul parcheggio dell'area denominata "ex Mont Blanc"; tale parcheggio rimane di proprietà della Regione, gestito come previsto dall'accordo di programma del Comune di Aosta. Anche qua, come già detto in commissione, c'è chiarezza della gestione di questi beni. Sul versante degli appalti, l'Azienda USL, essendo ente pubblico economico, è soggetta alla disciplina prevista dal codice dei contratti pubblici per lavori, servizi e forniture; quindi non è che quando questi beni vengono conferiti all'USL, questa non eserciti più le procedure che attualmente vengono esercitate per gli appalti. È vero invece che, essendo il gestore che conosce nel maggior dettaglio i fabbisogni degli interventi, conosce le problematiche degli interventi, perché intervenire sulle strutture ospedaliere...il più delle volte con la necessità di mantenere la presenza dei degenti nelle strutture...chi più dell'USL sa articolare meglio una gara di appalto? Il più delle volte, se non sei bene a conoscenza di queste procedure, rischi di creare, nel momento dell'avvio, dei contenziosi con l'impresa perché ha delle modalità di esecuzione totalmente specifiche. Direi che anche questo aspetto è un aspetto che va nella direzione di semplificare e modernizzare un settore importante.

Detto ciò, diamo pieno sostegno all'approvazione di questo disegno di legge. Non riteniamo motivati i contenuti dell'ordine del giorno, soprattutto nelle premesse, quando si dice: "Constatata la non obbligatorietà del passaggio"...ho già detto che andiamo a dare attuazione ad una tendenza nazionale, poi le motivazioni...al di là del fatto di una tendenza che altre Regioni come il Friuli, l'Umbria e la Provincia di Trento hanno seguito...sono delle motivazioni forti che snelliscono certe procedure e rendono più efficienti i settori di interventi.

Termino con l'illustrare brevemente gli emendamenti che sono prevalentemente di carattere formale. È stato emendato l'articolo 1 per una questione di chiarezza; infatti gli uffici ci hanno suggerito di inserire una frase iniziale che permette di far comprendere il collegamento fra l'articolo 40 della legge n. 5/2000 e l'approvando articolo 40bis di cui stiamo discutendo. Per questo motivo sono state aggiunte all'inizio del comma le parole: "fatto salvo quanto previsto dall'articolo 40". Si è anche deciso di togliere la parola "disponibile", perché poteva creare della confusione; chiaramente l'immobile che viene trasferito viene reso disponibile all'USL, cioè di volta in volta viene identificato l'immobile che eventualmente deve essere trasferito, non c'è una distinzione fra patrimonio disponibile ed indisponibile dell'Amministrazione come per la cessione di altri immobili. Quindi, per evitare questa confusione, tecnicamente ci hanno detto di togliere la parola "disponibile". L'emendamento successivo relativo agli accordi di programma è reso necessario per una questione di chiarezza: in luogo di dire "i beni possono essere trasferiti", si dirà "i beni saranno trasferiti". Abbiamo inoltre sostituito la parola "soggetto cedente" con la parola "ente pubblico proprietario". Sempre in relazione all'articolo 1 sugli accordi di programma, si è meglio specificato quali comma dell'articolo 40bis sono applicabili ai beni trasferiti in forza di accordi di programma, quindi sostanzialmente sono degli aggiustamenti di carattere tecnico.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie Presidente.

Mi sembra giusto fare due considerazioni dal punto di vista sanitario, dove vi sono da considerare solo i vantaggi derivanti da questa operazione, perché - come è stato detto in precedenza - uno dei motivi è stato aver preso atto, che in questi tre anni di amministrazione, il fatto di andare avanti in questa situazione con la proprietà a capo di un ente ed il comodato d'uso, ha fatto sì che un altro ente abbia portato avanti l'attività in questa struttura e dunque abbia così creato una serie di criticità. Criticità che vogliamo e intendiamo risolvere a favore dei cittadini, poiché si tratta di strutture sanitarie dove vi sono dei malati, e abbiamo visto come più volte, in questi casi, si sono creati dei contrasti inevitabili, perché quando bisogna ristrutturare un reparto di degenza bisogna scontrarsi con le necessità che ne derivano. Quindi quando si tratta di un unico ente che è proprietario e porta avanti i lavori, queste criticità si abbattono notevolmente. Un esempio sono i cantieri che sono stati gestiti totalmente dall'Azienda USL.

Per quanto riguarda più in generale, faccio notare che tutte le volte si richiamano situazioni di sanità risalenti a dieci anni o venti anni fa. Ricordo come negli ultimi due anni sia cambiata radicalmente la situazione sanitaria in Italia - non sto a richiamare tutto quello che è accaduto - e quindi occorre che anche noi ci attrezziamo per gestire nel migliore dei modi e dare all'USL la possibilità di gestire al meglio le problematiche legate alle varie ristrutturazioni. Ci siamo permessi di portare avanti dei lavori di ristrutturazione che altre realtà italiane evidentemente non si possono permettere. Sottolineo ancora una volta che in altre Regioni e Province autonome vi sono decreti legislativi e leggi che prevedono il trasferimento del 2010, questo avviene sia nella Regione Friuli Venezia Giulia che nella Provincia di Trento, quindi questa non è un'idea stravagante anzi dobbiamo cercare di accelerarla il più possibile.

Ultima cosa per quanto riguarda il controllo del Consiglio e della Giunta sull'Azienda USL: il controllo è rimasto invariato, l'attività dell'USL viene deliberata con atto aziendale deliberato dalla Giunta regionale. Ricordo anche che tutte le spese in conto capitale vengono discusse dal Consiglio regionale nella legge di bilancio che viene fatta ogni anno; inoltre l'articolo che non permette all'Azienda USL di alienare i beni senza previa autorizzazione della Giunta regionale va a chiudere il cerchio e permette un controllo più che stringente del Consiglio e del Governo regionale sull'Azienda USL.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

A dire il vero, pensavo che l'atteggiamento dei colleghi consiglieri fosse quello di rimarcare il ritardo con cui si arriva a questa conclusione...invece mi accorgo che c'è paura di fare questo trasferimento troppo in fretta! Vorrei ricordare che la legge n. 833/1978 prevedeva il trasferimento dei beni all'articolo 66, quando si è partito con i beni che erano degli ex istituti di assistenza medica, INAM, eccetera...perché dico questo? In Valle d'Aosta avevamo la situazione che altri hanno già ricordato correttamente, del Mauriziano, che in quei tempi non ha permesso di fare questo perché non era di proprietà, fino al 1994, come correttamente ha ricordato il collega Rigo.

Ma detto questo, voglio sottolineare che il problema della proprietà, qui, in Valle, non è mai stato vissuto come è stato vissuto nelle altre Regioni, dove il finanziamento è pubblico e il debito conseguente di alcune unità sanitarie locali è stato tale per cui, per avere dei finanziamenti autorizzati dallo Stato, dovevano dare in pegno i beni! Queste unità sanitarie locali, se non avevano la proprietà degli immobili, non potevano sopravvivere, non potevano pagare, erano in ritardo con i pagamenti dei fornitori di due anni, due anni e mezzo, per cui non arrivava più il carico di medicinali! Le varie ditte si rifiutavano di rifornire le USL! Questa è storia, ma recentissima, non di vent'anni fa, per cui noi questo problema non lo abbiamo mai nemmeno sottolineato, però in tutte le altre Regioni...guardate che questa era una delle ragioni per cui hanno accelerato. Da parte nostra non c'era questa motivazione, perché il finanziamento è regionale, ma il trasferimento non solo era previsto dal '78, bensì anche successivamente. Quindi ci sembrava il minimo, adesso che il quadro è chiaro, che ci sono le condizioni, fare in modo che non ci fosse più il rimando di posizioni, che è continuo, e che, come normalmente succede fra chi registra che c'è una difficoltà strutturale, fa la letterina...ma scusate, andate a vedere questa copiosa letteratura, prima di dire che prima si fa e meglio è! Questo perché ognuno deve assumersi la responsabilità: chi è proprietario gestisce ed è responsabile anche di quello che succede, perché oggi qui le lettere sono purtroppo anche di fuoco in alcuni casi, poiché ci sono responsabilità! Nell'ospedale ci sono i malati, il problema della sicurezza molte volte evocato passa attraverso un intervento efficace, e soprattutto in tempi rapidi, cosa che non sempre è avvenuta per diverse ragioni, tutte compatibili, ma non sempre scusabili. Adesso, con questo sistema, si chiude il cerchio nel momento più opportuno, in modo che ognuno si prenda la responsabilità di quello che viene fatto; c'è una posizione dell'ospedale che è positiva, si sta predisponendo un nuovo ospedale con le nuove strutture, gli ambulatori è giusto che vengano gestiti dall'Unità sanitaria locale.

La collega Morelli dice: ma non è che poi privatizzate...ma guardate che l'Unità sanitaria locale è la struttura pubblica per eccellenza, non è privatizzabile nemmeno volendo! Si privatizzano i servizi, si possono dare i servizi in convenzione, ma non privatizzare l'USL, non esiste! Quindi è un falso problema, non c'è un elemento, uno, che sia ostativo a questo, che - ripeto - è da 40 anni che doveva essere fatto! Come si fa a dire: aspettiamo ancora e andiamo a vedere...a vedere cosa? La legge è chiarissima e doveva già essere fatto! E non ci sono che benefici nel farlo, non c'è un elemento che sia negativo, non uno! Su cosa possiamo dire...chissà cosa può succedere? Può solo succedere che finalmente alcune cose si fanno prima, tutto lì! Quindi una discussione su questo mi sembra molto difficile da sostenere, che arriviamo troppo in fretta, tenendo conto del fatto che le normative lo prevedevano.

C'erano delle buone ragioni per dire perché in un certo momento si voleva mantenere il comodato: perché allora c'erano delle situazioni, anche sui finanziamenti, che erano da discutere; adesso il discorso è molto chiaro. Abbiamo la procedura che ci permette di attivare questo passo che chiarisce una volta per tutte le responsabilità, che il piano sanitario già dà. Il fatto che il piano sanitario appena approvato avesse questo...il collega Rigo ha richiamato quello che dice il piano sanitario, che obiettivamente non poteva prevedere questo passaggio...

(interruzione del Consigliere Segretario Rigo, fuori microfono)

...lo dico perché non si sapeva come poteva essere articolato in futuro il discorso del nuovo che qui abbiamo adesso proposto. Sicuramente...ammetto che si poteva fare un riferimento di una possibilità, questo poteva essere fatto, non è stato fatto, ma questo non porta a dire che la soluzione che proponiamo non sia quella ottimale per gestire, che è quello che ci interessa di più, e gestire con risparmi! Perché a questo punto ci sarà una struttura che si occupa di questo, mentre oggi la struttura che si occupa di questo non c'è, è una struttura part-time, che sono i lavori pubblici, che sono presi da mille e una funzione, e che devono attivarsi anche per le urgenze dell'ospedale, cosa che stride con i tempi ristretti, urgenti con cui bisogna intervenire! Questa è la situazione!

Quante volte anche la collega Morelli ha lamentato dei disservizi, la giustificazione è stata quella del "forse arriverà, adesso devono ancora fare tutta una serie di procedure"...mentre adesso, con questo, si taglia una volta per tutte riducendo i tempi ed i costi, perché quando si interviene efficacemente e nei tempi si riducono le conseguenze di alcune anomalie, dalla perdita dal tetto o da disguidi che sono collegati agli impianti che portano delle conseguenze molto più ampie. Andate a vedere le lettere, le mail che si mandano...sono più le missive degli interventi! Quindi ribadiamo che finalmente si arriva a questo punto che è previsto dalla norma e che per diverse ragioni non si è potuto fare prima, ma adesso è giusto farlo con questa tempistica perché l'USL si organizzi.

Presidente - Si passa all'esame dell'ordine del giorno.

La parola al Consigliere Segretario Rigo per dichiarazione di voto.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

L'Assessore Lanièce ci ha spiegato i vantaggi dell'operazione e il Presidente Rollandin ha rafforzato questa tesi. Noi riconosciamo la validità delle ragioni esposte, una per tutte: è indubbio che l'azienda ha sicuramente più attenzione per i malati e l'Assessorato ai lavori pubblici più per l'impresa e per la costruzione del cantiere; sappiamo bene quante volte l'Assessorato alla sanità è stato coinvolto rispetto ai rapporti non idilliaci a cui facevo riferimento prima: non c'è alcun dubbio! Lo abbiamo riconosciuto all'inizio, nella premessa generale; la gestione diretta del bene è sicuramente positiva in particolare la gestione di un bene immobiliare come un ospedale, e non solo.

Abbiamo chiesto un approfondimento non tanto sulle questioni evidenziate dall'Assessore Lanièce e dal Presidente, ma su un aspetto che è maturato in questi anni ed è ancora oscuro per noi. Se è stata avvertita da parte del Governo regionale la necessità di costituire un gruppo di lavoro che potesse aiutare nella scelta politica la Giunta a determinare questo provvedimento, quindi se si è sentita la necessità di mettere attorno ad un tavolo i tecnici dei diversi Assessorati e i tecnici dell'Azienda USL...bene, non è legittimo che anche l'opposizione - che non ha avuto la possibilità di relazionarsi con questi tecnici, di leggere la documentazione - abbia la possibilità di un approfondimento su una questione che non riguarda tanto l'organizzazione interna dell'USL o dei lavori pubblici, ma i rapporti fra la Regione e lo Stato, rispetto ad una questione che è ancora sul tappeto?

Ha ragione il Presidente che dice che la questione diretta è un aspetto positivo, ma vorremmo essere anche noi pienamente convinti e, visto che pochissime volte l'opposizione ha chiesto al Governo regionale la possibilità di un approfondimento su temi in discussione nel Consiglio, se ci possono essere delle ricadute positive anche fra lo Stato e la Regione, bene, questo ci fa ancora più piacere, e vorremmo esserne certi noi, e non solo fidarci delle parole del Presidente Rollandin!

Abbiamo chiesto un approfondimento di 45 giorni, non è tantissimo, visto che la Giunta ha sentito la necessità di attivare un gruppo di lavoro, di parlarne per mesi e, come facevo osservare, nel piano regionale della salute, dove potevamo anche discutere di queste cose, non è stato accennato anzi nel piano si parla di coordinamento, necessario, legittimo, bene! Allora vorremmo approfondire questa questione, essere sicuri che il trasferimento di oggi non possa implicare, nel futuro scenari negativi, non tanto rispetto alla privatizzazione, ma nel rapporto tra i costi standard che riguardano la sanità e, in particolare, quella in campo ospedaliero: questione drammaticamente sul tappeto nelle Conferenze Stato-Regioni. Queste sono le ragioni e per questo invitiamo il Consiglio a dare una prova di fiducia nella richiesta dell'opposizione, e riconoscere la necessità, per alcune forze politiche, di approfondire un tema che non è secondario per il futuro della Regione. Grazie.

Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bertin, Patrizia Morelli, Chatrian, Giuseppe Cerise, Carmela Fontana, Donzel e Rigo, che recita:

Ordine del giorno

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Preso atto del Disegno di legge n. 151 "Modificazione alla legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 (Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate dalla Regione)" che individua e trasferisce in proprietà all'Azienda USL i beni immobili regionali a destinazione sanitaria e socio-sanitaria;

Constatata la non obbligatorietà del passaggio, reso possibile fin dal 1992 dal decreto legislativo 502, ma finora ritenuto non opportuno dalle giunte regionali che si sono succedute;

Considerata la necessità di approfondire le eventuali sopravvenute ragioni di tale trasferimento, peraltro non contemplato dal Piano regionale per la salute e il benessere sociale 2011-2013;

Considerato il particolare momento di dibattito politico nazionale, in cui la definizione di elementi certi riguardo al controllo della spesa sanitaria è ancora in divenire;

Impegna

le Commissioni competenti a programmare ulteriori approfondimenti riguardo al trasferimento di proprietà degli immobili regionali a destinazione sanitaria e socio-sanitaria all'Azienda USL, per valutare gli effetti di tale passaggio e i possibili rischi e le ripercussioni future.

F.to: Bertin - Patrizia Morelli - Chatrian - Giuseppe Cerise - Carmela Fontana - Donzel - Rigo

Consiglieri presenti e votanti: 31

Favorevoli: 7

Contrari: 24

Il Consiglio non approva.

Presidente - Si passa all'esame dell'articolato.

All'articolo 1 c'è l'emendamento n. 1 dell'Assessore Lavoyer, che recita:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 40bis della legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 (Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella regione), è sostituito dal seguente:

"1. Fermo restando quanto stabilito dell'articolo 40, la Giunta regionale, con propria deliberazione, può individuare i beni appartenenti al patrimonio immobiliare della Regione a destinazione sanitaria e socio-sanitaria da trasferire in proprietà all'Azienda USL, anche in più soluzioni.".

Pongo in votazione l'articolo 1 nel testo così emendato:

Articolo 1

(Inserimento dell'articolo 40bis)

1. Dopo l'articolo 40 della legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 (Norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella regione), è inserito il seguente:

"Articolo 40bis

(Trasferimento di beni immobili)

1. Fermo restando quanto stabilito dell'articolo 40, la Giunta regionale, con propria deliberazione, può individuare i beni appartenenti al patrimonio immobiliare della Regione a destinazione sanitaria e socio-sanitaria da trasferire in proprietà all'Azienda USL, anche in più soluzioni.

2. I beni di cui al comma 1, con tutte le pertinenze, gli accessori, gli oneri e i pesi, sono trasferiti a titolo gratuito nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. Ai fini contabili, il valore dei beni trasferiti è quello risultante dal conto del patrimonio della Regione.

3. L'Azienda USL, a seguito del trasferimento, dispone del bene nell'interesse diretto e indiretto della collettività ed è tenuta a favorire la massima valorizzazione funzionale del medesimo. L'Azienda USL può alienare il patrimonio immobiliare acquisito ai sensi del comma 1, previa autorizzazione della Giunta regionale.

4. Gli interventi sui beni di cui al comma 1, programmati o in corso alla data del trasferimento, sono conclusi dalla Regione o per il suo tramite.

5. Ai sensi dell'articolo 5, commi 3 e 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della l. 23 ottobre 1992, n. 421), gli atti di trasferimento di cui al comma 1 sono esenti dal pagamento delle imposte di donazione, ipotecarie e catastali e costituiscono titolo per la trascrizione, la quale è esente da ogni onere relativo a imposte e tasse.".

Consiglieri presenti e votanti: 31

Favorevoli: 24

Contrari: 7

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 2 ci sono gli emendamenti n. 2 e n. 3 dell'Assessore Lavoyer, che rispettivamente recitano:

Emendamento

Al comma 1 dell'articolo 2, le parole: "possono essere trasferiti dal soggetto cedente direttamente all'Azienda USL" sono sostituite dalle seguenti: "sono trasferiti dall'ente pubblico proprietario direttamente all'Azienda regionale sanitaria USL della Valle d'Aosta, rilevando ai fini contabili il valore del bene trasferito iscritto al conto del patrimonio dell'ente cedente.".

Emendamento

Il comma 2 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:

"2. Ai beni trasferiti ai sensi del comma 1, si applica l'articolo 40bis, commi 3 e 5, della l.r. 5/2000, introdotto dall'articolo 1.".

Pongo in votazione l'articolo 2 nel testo così emendato:

Articolo 2

(Disposizioni transitorie)

1. I beni immobili con destinazione sanitaria e socio-sanitaria, e relative pertinenze, la cui acquisizione al patrimonio immobiliare disponibile della Regione sia prevista da accordi di programma già sottoscritti dalla Regione alla data di entrata in vigore della presente legge, sono trasferiti dall'ente pubblico proprietario direttamente all'Azienda regionale sanitaria USL della Valle d'Aosta, rilevando ai fini contabili il valore del bene trasferito iscritto al conto del patrimonio dell'ente cedente.

2. Ai beni trasferiti ai sensi del comma 1, si applica l'articolo 40bis, commi 3 e 5, della l.r. 5/2000, introdotto dall'articolo 1.

Stesso risultato.

Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti e votanti: 31

Favorevoli: 24

Contrari: 7

Il Consiglio approva.