Oggetto del Consiglio n. 1911 del 13 luglio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1911/XIII - Relazione della IV Commissione consiliare permanente sul collegamento tranviario intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz ("Trenino Pila-Cogne"). (Approvazione di una risoluzione e reiezione di un'altra risoluzione)
Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Empereur.
Empereur (UV) - Merci M. le Président. Chers collègues, le rapport que je m'apprête à vous illustrer constitue la synthèse du travail que la IVe Commission a décidé de réaliser concernant la liaison Cogne-Eaux Froides-Plan Praz suite à la transmission de la part de l'Assesseur Marguerettaz en automne 2008 des observations de la commission d'experts, créée par le Gouvernement régional afin d'évaluer l'efficacité des projets et des modalités d'exécution, d'identifier d'éventuelles carences et les profils de responsabilité s'y-rapportant et de définir les interventions nécessaires pour la sécurisation de la ligne, et d'un deuxième document de la même commission qui concerne les scénarios possibles d'utilisation de ladite liaison - avec une référence particulière à l'utilisation routière du parcours - et qui évalue pour chacun de ceux-ci la fiabilité, le niveau de service, les coûts de réalisation et de manutention, les temps de réalisation et la sécurité en exercice.
Le 5 décembre 2008 la IVe Commission a commencé les auditions sur ce thème en convoquant l'Assesseur Marguerettaz et les Dirigeants régionaux Pollano, Freppa et Jans. L'Assesseur Marguerettaz a reparcouru les étapes du dossier, en indiquant que jusqu'à 1979 la ligne ferroviaire Cogne-Eaux Froides-Plan Praz était affectée au transport de minerais ferreux extraits des mines de Cogne et destinés à l'établissement sidérurgique d'Aoste. En 1980 le Gouvernement régional a établi de confier une charge pour la préparation d'un projet pour la transformation à but touristique de la ligne de tram. Les années suivantes les divers lots ont été réalisés et les travaux d'aménagement et de ventilation des galeries, de positionnement des voies et d'aménagement des stations avec les guichets et le logement des services ci-rapportant à Plan Praz, à Eaux Froides et à Cogne, où le centre opératif avait été aussi installé, ont donc été achevés. Les wagons et les locomotives ont seulement été livrés dans les années 2006-2007 puisque l'entreprise fournissant les premiers devis était tombée en faillite et il a donc été nécessaire de procéder à des négociations privées avec la nouvelle propriété pour la fourniture du matériel roulant et, par conséquent, il n'a pas été possible d'effectuer immédiatement un essai général sur le tronçon.
Toujours l'Assesseur a informé qu'entre-temps l'Administration régionale a approuvé la loi n° 42/1999 par laquelle elle a identifié Pila S.p.A. comme le gérant de la ligne et que ladite société dans l'exercice de son activité a rencontré quelques problèmes et a eu la nécessité de réaliser des interventions de manutention extraordinaire, qui, aux termes du contrat d'exercice stipulé en 2006 avec la Région, doivent être soutenues par la Région elle-même. Pila S.p.A. a donc demandé une expertise concernant ces interventions et en a ensuite communiqué les résultats à l'Administration régionale dans un rapport datant octobre 2007, dans lequel étaient identifiés des problèmes sur le matériel roulant, en particulier sur le poids excessif des batteries des locomotives, qui a provoqué une usure anormale des rails et sur le revêtement en béton qui sur certains tronçons des galeries était détérioré. L'Administration régionale a donc chargé les bureaux compétents d'identifier une commission d'évaluation, qui a été créée en février 2008 et qui a ensuite présenté la documentation, qui est citée au début.
L'Assesseur a soutenu la nécessité de faire un choix important concernant cette question dans des brefs délais, en précisant que les solutions imaginables permettant de mettre en fonction les tronçons sont principalement quatre: procéder aux interventions nécessaires pour assainir l'ouvrage et le rendre utilisable comme cela avait été imaginé à l'origine, voire avec des variantes d'amélioration; convertir la ligne ferroviaire en un parcours routier; effectuer une activité de conservation de l'état actuel, en démantelant la voie de chemin de fer et en faisant un parcours piétonnier ou praticable avec des moyens de transport sans moteur; prévoir un type de transport public sur route, éventuellement avec conduite bloquée sans contrainte. Il a tout de même fait noter qu'au terme des éventuels travaux de manutention que l'Administration devrait décider de réaliser afin de pouvoir accomplir l'exercice du tronçon comme transport public, il faudrait avoir l'autorisation finale du Ministère des transports et a précisé que la dépense totale soutenue par l'Administration régionale pour l'ouvrage en question a été jusqu'à présent d'environ 30.000.000 d'euros.
L'ingegner Freppa ha precisato che i lavori per la realizzazione del collegamento ferroviario, suddivisi in otto lotti, facevano parte di un unico progetto seguito da un unico direttore dei lavori, che era anche il progettista dell'opera, e ha informato che le principali criticità riscontrate nelle relazioni dei tecnici sono relative: all'impianto di ventilazione, all'impianto antincendio, al disallineamento del binario all'esterno della galleria e alla corrosione e alla relativa disgregazione del calcestruzzo del rivestimento all'interno della galleria del Drinc. In merito alla sorveglianza sull'esecuzione dei lavori, ha precisato che l'Amministrazione regionale si è limitata ad un controllo amministrativo in quanto la direzione dei lavori era affidata ad un professionista esterno e che, in occasione dei collaudi, non sono state riscontrate anomalie, in quanto, all'atto dell'esecuzione dei singoli interventi, le problematiche non erano emerse, perché non percettibili, mentre è ipotizzabile una responsabilità del direttore dei lavori sulle scelte di adeguamento effettuate in corso d'opera rispetto al progetto originario.
In data 9 dicembre 2008 la commissione ha effettuato un sopralluogo al collegamento ferroviario nel corso del quale il Coordinatore del Dipartimento trasporti, l'ingegner Pollano, ha fornito alcuni dati tecnici: la linea ferroviaria nel suo complesso ha una lunghezza di 11.953 metri, di cui 8.223 in galleria (suddivisi nelle tre gallerie di Charemoz, Drinc e Cretaz), la portata oraria sarà di 160 persone e il tempo di percorrenza fino a Cogne si attesterà intorno ai 25 minuti. Ha precisato che i nuovi locomotori, provenienti dal cantiere del Tunnel della Manica, oltre ad essere molto più pesanti di quelli impiegati dall'originaria tranvia mineraria, necessitano di sei batterie di trazione da 3.000 chili ciascuna e questo ha determinato il raddoppio del peso dei locomotori. In più, dalle verifiche eseguite, è emerso che le batterie, nonostante la loro quantità, non sono in grado di assicurare un'autonomia sufficiente per poter svolgere un affidabile servizio passeggeri per 10-12 ore al giorno.
Nel febbraio 2009 la commissione ha proceduto all'audizione della commissione di valutazione formata dagli ingegneri Bandinelli, Grasso e dall'avvocato Serasso. L'avvocato Serasso ha spiegato che il quesito specifico che le era stato posto riguardava la verifica della sussistenza di eventuali responsabilità in ordine alle carenze progettuali ed esecutive riscontrate e la valutazione della rilevanza e dell'imputabilità di tali carenze sia riferite ai singoli lotti, sia all'opera complessiva. Ha sottolineato che le carenze progettuali di un'opera sono addebitabili, in primo luogo, al soggetto che l'ha progettata, ma anche a quello che ha diretto i lavori, il quale - nella sua funzione di guida all'impresa nell'esecuzione dei lavori - deve avere le competenze e la capacità di valutare eventuali errori progettuali. Ha aggiunto che può entrare in gioco anche la responsabilità dell'appaltatore che, dovendo eseguire i lavori secondo le regole dell'arte, diventa responsabile quando, di fronte ad un errore progettuale evidente, vada avanti nell'esecuzione dell'opera; per quanto riguarda le carenze esecutive, invece ha riferito che sono coinvolti: l'impresa in primo luogo, ma anche il direttore dei lavori, che deve vigilare sull'esecuzione degli stessi, e il collaudatore, che ha provveduto a verificare l'opera.
L'ingegnere Bandinelli ha informato che il suo incarico era quello di effettuare un'analisi dell'armamento e del materiale rotabile e che, nell'ambito di questa attività, ha rilevato una mancanza di conformità fra la realizzazione dei lotti relativi all'armamento e i capitolati speciali di appalto e che, per la parte del lotto n. 1, riguardante la galleria del Drinc, si aggiunge il problema che l'armamento è stato ammalorato anche da fattori esterni, come le infiltrazioni d'acqua, le polveri, le cadute dei materiali dalla volta che ne hanno compromesso la funzionalità, ma ritiene che, essendo passati ormai venti anni dal collaudo di tali interventi, il fattore temporale possa aver avuto un'incidenza sullo stato attuale dei manufatti. Con riferimento alla linea ferroviaria, realizzata nel 1926, ha fatto presente che appare essere inadeguata all'utilizzo del materiale rotabile acquisito e presenta dei raggi di curvatura inappropriati. Ha espresso delle perplessità in merito al tipo di locomotore utilizzato per la linea in questione, che ha un carico per asse che è più del doppio di quello che si considera normalmente adeguato per il tipo di armamento adottato per la tranvia; a tutto ciò si aggiunge l'autonomia della trazione a batteria ritenuta insufficiente per poter svolgere un affidabile servizio passeggeri tutti i giorni. Si è soffermato, infine, sulle possibili alternative ai locomotori attuali, sostenendo che un mezzo bimodale - quale un locomotore diesel accompagnato da una piccola batteria ad accumulatori - sarebbe il più idoneo.
L'ingegnere Grasso ha fatto presente di aver svolto il suo incarico ponendo l'attenzione sulle opere e sugli impianti civili del collegamento in questione. Per le prime ha constatato un ammaloramento in alcuni tratti del rivestimento interno delle gallerie e la presenza di acqua che ristagna e intasa i drenaggi, in quanto i tombini non risultano essere posizionati alla giusta altezza per permetterne lo scolo, mentre sugli impianti civili ha riscontrato una mancanza di continuità nelle opere realizzate e dei malfunzionamenti nel sistema di ventilazione. Ha fatto presente che una sistemazione integrale dell'aspetto statico delle gallerie e dei drenaggi è stimata in circa 7.000.000 di euro, mentre il ripristino e la messa a norma degli impianti sono stati valutati in circa 1.000.000 di euro. Ha illustrato poi le diverse soluzioni individuate dalla commissione di valutazione per il completamento dell'opera, che variano da un costo ipotizzato di circa 13.000.000 di euro per il ripristino della struttura attuale fino ad un importo stimato di 200.000.000 di euro per un utilizzo stradale dell'attuale percorso.
Nella stessa seduta la commissione ha audito l'ingegner Devoti, incaricato dalla Giunta regionale nel 1985 di predisporre il progetto esecutivo del progetto di massima della ferrovia Pila-Cogne, di preparare i capitolati speciali per l'appalto delle opere civili del medesimo progetto e della direzione dei lavori stessi. L'ingegner Devoti ha affermato di non essere il progettista unico della tranvia, ma di avere ereditato un progetto presentato nel 1980 e approvato dal Ministero dei trasporti. Ha fatto presente che nel 1984 era stata anche esperita la gara per la costruzione delle carrozzette e quindi di avere ereditato un progetto che prevedeva l'utilizzo di un locomotore già definito, con un armamento ferroviario dimensionato per tale locomotore e che ora risulta non essere appropriato per il locomotore che è stato fornito del peso di 38 tonnellate. Con riferimento ai lavori relativi alla sistemazione della galleria del Drinc, ha riferito che questi sono stati effettuati nel 1985 a seguito di una relazione predisposta da un esperto e di un esame scrupoloso delle singole sezioni relativamente alle condizioni della roccia all'interno della galleria, al fine di garantirne la stabilità, di scongiurare pericoli e deterioramenti nel tempo, di sistemare l'armamento ferroviario e di metterla in condizioni di sicurezza. Ha fatto presente che è stato in seguito realizzato un intonaco in calcestruzzo spruzzato sulle pareti della galleria, che poi negli anni in alcuni punti non ha funzionato a causa dell'azione di acque sotterranee e si è quindi staccato dalle pareti di roccia; ha aggiunto che negli anni non è stata effettuata una manutenzione ordinaria su queste opere, in quanto prima era necessario ultimare i vari lotti, conseguentemente ora la situazione richiede interventi di manutenzione straordinaria. Ha sostenuto che le opere di sistemazione interna delle gallerie possono essere effettuate con delle spese contenute, mentre il locomotore, che non è ancora stato collaudato, andrebbe sostituito in quanto, malgrado il capitolato della fornitura fosse stato predisposto nel dettaglio, alla consegna non si è rivelato adatto all'armamento ferroviario presente sul tracciato e ha posto l'accento sul fatto che il fallimento delle due ditte a cui era stata affidata la realizzazione del locomotore ha rappresentato un elemento di non secondaria importanza in merito ai modi e ai tempi di consegna dei mezzi.
Nel marzo 2009 la commissione ha proceduto all'audizione del Sindaco del Comune di Gressan, Impérial, che ha fatto presente che l'Amministrazione comunale è favorevole ad un collegamento con il comprensorio di Cogne, ma nutre dei dubbi circa il proseguimento di un futuro collegamento ferroviario e ad un'audizione del Sindaco del Comune di Cogne, Zanivan, che ha fatto presente che la comunità di Cogne è interessata da sempre alla realizzazione del collegamento ferroviario Cogne-Pila e ha fatto importanti investimenti in termini economici in vista di un futuro collegamento con il domaine skiable di Pila, che è considerato complementare all'offerta turistica di Cogne. Il Sindaco Zanivan ha affermato che il progetto del trenino, oltre ad una valenza turistica, aveva anche quella di garantire alla popolazione di Cogne una via di uscita permanente e sicura su Aosta considerato che la strada Cogne-Aymavilles era sovente interrotta a causa di frane, valanghe o smottamenti e che, sebbene oggi la viabilità sia più sicura grazie ai notevoli investimenti fatti negli anni dall'Amministrazione regionale, sarebbe auspicabile mantenere in esercizio il collegamento ferroviario per eventuali interventi di protezione civile. Ha sostenuto che la portata oraria del trenino - limitata a 150 persone/ora - sarebbe già un buon risultato per le dimensioni turistiche di Cogne, sebbene non abbia nascosto che le esigenze del turista di oggi, che richiede comodità e rapidità per gli spostamenti, sono diverse da quelle del turista del passato e che il trenino non è particolarmente comodo, né veloce, in quanto il percorso è quasi tutto in galleria. Ha fatto presente che la realizzazione del trenino non apporterebbe dei benefici in termini turistici solo alle due comunità direttamente interessate, ma rappresenterebbe un elemento innovativo e di attrazione turistica per l'intera Valle d'Aosta, soprattutto se venisse inserito in un percorso di valorizzazione turistica, storica e culturale del complesso minerario di Cogne. Ha informato che, a partire dagli anni 1994-1995, visto che il trenino tardava ad entrare in funzione, sono state effettuate delle valutazioni e degli studi, anche da parte dall'Amministrazione regionale, in merito ad eventuali collegamenti funiviari fra le due località, dai quali sono tuttavia emerse alcune criticità dal punto di vista dei rischi idrogeologici, valanghivi e di derivazione delle sorgenti che alimentano l'acquedotto di Gressan.
Nella seduta consiliare del 28 luglio 2009 il Presidente della Regione Rollandin e l'Assessore Marguerettaz hanno depositato una risoluzione per l'abbandono del progetto di portare a compimento il collegamento ferroviario Pila-Cogne. Il Consiglio regionale, a seguito della decisione assunta in merito dalla Conferenza dei Capigruppo, ha stabilito di non iscrivere all'ordine del giorno dell'adunanza la risoluzione e di trasmetterla alla IV Commissione consiliare permanente per le opportune valutazioni.
A novembre dello stesso anno, in seguito all'approvazione da parte del Consiglio comunale di Cogne di una deliberazione con la quale il Comune chiedeva il mantenimento in esercizio del collegamento tranviario, affinché lo stesso potesse essere perlomeno essere utilizzato come via di comunicazione con il fondovalle in situazioni di emergenza, la commissione ha proceduto ad un'ulteriore audizione del Sindaco e della Giunta comunale di Cogne, che hanno ribadito la posizione già esplicitata nella precedente audizione. Nella stessa seduta la commissione ha audito la società Pila S.p.A. nelle persone del Presidente Grange e del Direttore generale Chatrian, i quali hanno illustrato l'attività che la società, in qualità di gestore del collegamento ferroviario Pila-Cogne, ha svolto sulla linea e dalla quale è emersa la necessità di effettuarvi delle manutenzioni straordinarie. Hanno precisato che il costo di esercizio del collegamento in regime di normalità è stimato in circa 1.000.000 di euro annuo, mentre il costo attuale è di circa 200.000 euro annui. Hanno riferito che in passato sono stati effettuati degli studi per individuare delle ipotetiche soluzioni alternative al trenino - in particolare per un collegamento funiviario con la vallata di Cogne -, che però hanno evidenziato delle criticità. Hanno fatto presente che, se l'Amministrazione regionale decidesse di dismettere il collegamento ferroviario, sarebbero comunque ipotizzabili degli eventuali riutilizzi delle strutture, perlomeno dei primi tratti di galleria, per l'utilizzo della centrale di pompaggio dell'acqua per l'innevamento di Pila e dell'anello di congiunzione di Acque Fredde sulla pista Pila-Plan Praz, ribadendo infine che un collegamento fra il comprensorio sciistico di Pila e il paese di Cogne sarebbe positivo visto l'elevato livello delle strutture ricettive di Cogne, che andrebbe ad incrementare l'offerta turistica della città di Aosta.
Sempre nel mese di novembre del 2009, la commissione ha proceduto all'audizione del Presidente del Consorzio degli operatori turistici di Cogne, Gerard, che ha riferito che il consorzio ritiene opportuno l'abbandono del progetto del trenino Cogne-Pila in quanto vi sono alcuni aspetti che non lo rendono attuale, quali l'inadeguatezza della portata oraria del trenino - anche per le difficoltà che si presenterebbero soprattutto nella fase di rientro dalle piste di Pila - e il fatto che il trenino, dovendo percorrere un lungo tratto in galleria, sarebbe sconsigliato ai turisti che soffrono di claustrofobia. Ha fatto presente che gli operatori turistici esprimono delle perplessità in merito ai tempi stimati per il completamento dell'opera e sottolineano l'esigenza di interventi che permettano un rilancio in tempi brevi dell'attività turistica di Cogne, in particolar modo nella stagione invernale. Ha sottolineato come i consorziati non siano contrari al mantenimento in esercizio del trenino come via di fuga in caso di emergenza, ma esprimono preoccupazione per il fatto che con tale scelta potrebbero venire accantonate eventuali altre ipotesi di collegamento con il comprensorio di Pila, in primis quello funiviario, che rappresenta per gli operatori la soluzione immediata al problema della stagione invernale della località.
È stata audita la Sig.ra Vuillermoz, Direttore della Fondazione Gran Paradiso, la quale ha reso noto che la Fondazione, avendo sede al villaggio minatori, registra un certo interesse dei turisti nei confronti della storia mineraria di Cogne, ma ha sottolineato che un recupero di tutto il sito minerario di Cogne implicherebbe un'attenta analisi costi/benefici, in quanto sarebbe molto impegnativo sia finanziariamente che in termini di tempi per la sistemazione delle aree.
Gli approfondimenti della commissione sono poi proseguiti nel gennaio 2011 con una nuova audizione dell'Assessore Marguerettaz, che ha illustrato una relazione sulle ipotesi di riconversione della tranvia nel caso di abbandono del progetto iniziale, premettendo che la Procura regionale della Corte dei Conti, nell'atto di citazione per la vertenza aperta sulla tranvia Pila-Cogne, ha evidenziato "la sostanziale inutilizzabilità dell'opera, se non a seguito di un ulteriore ingente e sproporzionato investimento pubblico e con costi di gestione a regime anch'essi sproporzionati". L'Assessore ha precisato che il tratto Plan Praz-Acque Fredde si presterebbe ad una riconversione - stimata in 430.000 euro - del tracciato ferroviario in un percorso viario per dare accesso alla frazione a est della telecabina Aosta-Pila, ad un ampliamento del comprensorio della Pila S.p.A. con la riapertura del tratto finale della pista di sci Renato Rosa e alla trasformazione della biglietteria della stazione in uno spazio da destinare ad uso commerciale e che il tratto Epinel-Cogne si presterebbe alla realizzazione di un percorso ciclabile e pedonale con lo smantellamento e l'eventuale rivendita dell'attuale armamento ferroviario. Ha fatto inoltre presente che non si reputa di poter riutilizzare, né di effettuare alcun intervento di manutenzione nel tratto intermedio di galleria da Acque Fredde ad Epinel, salvo particolari situazioni di emergenza che potrebbero verificarsi, peraltro da valutare di volta in volta a seguito di un preventivo sopralluogo che ne autorizzi l'utilizzo. Ha precisato che l'Amministrazione regionale intende rimanere proprietaria dei locali della stazione di Plan Praz, trattandosi di beni funzionali alla telecabina Aosta-Pila, che ben si presterebbero ad un'eventuale riconversione in attività turistiche o commerciali; mentre per la stazione di arrivo del trenino a Cogne, l'Amministrazione comunale ha manifestato un interesse legato al suo recupero per destinarla a funzioni di pubblico servizio.
La IV Commissione ha deciso di proseguire gli approfondimenti con una nuova audizione del Presidente della società Pila S.p.A. e dei Sindaci di Cogne e Gressan, anche alla luce del rinnovo delle Amministrazioni comunali avvenuto nel mese di maggio 2010. In data 15 febbraio 2011 si è proceduto all'audizione del Presidente Grange e dell'ingegner Junod della Pila S.p.A..
Il Presidente Grange ha comunicato che la Pila S.p.A. ha presentato un progetto di riconversione del tratto da Acque Fredde a Plan Praz in percorso stradale di collegamento al villaggio di Plan Praz. Ha precisato che tale soluzione permetterebbe, inoltre, di collegare le infrastrutture presenti ad Acque Fredde - che potrebbero tra l'altro essere riconvertite in strutture ricettivo-turistiche e commerciali - con la stazione intermedia della cabina di Plan Praz.
L'ingegner Junod ha aggiunto che sono state effettuate delle analisi rispetto ai possibili ricavi derivanti dalla suddetta riconversione. In particolare, per le strutture di Acque Fredde si potrebbe raggiungere un valore commerciale stimato intorno a 1-1.500.000 di euro, mentre a Plan Praz, abbinando l'immobile presente ad una pertinenza di circa 1.000 metri quadri di terreno, si potrebbero ricavare dai 120 ai 180.000 euro.
Il Sindaco di Gressan, Martinet, ha espresso il dispiacere della sua Amministrazione rispetto all'ipotesi di un'eventuale chiusura della tranvia Pila-Cogne, in quanto il collegamento permetterebbe a queste due località di avere un'offerta turistica complementare e più completa. Ha ritenuto che le proposte relative alla riconversione dei fabbricati delle stazioni ferroviarie di Acque Fredde e di Plan Praz e al riutilizzo del tratto ferroviario come fondo stradale presentate dall'Assessore regionale al turismo sono da considerare positivamente in quanto gli immobili non verrebbero abbandonati al degrado. Ha valutato favorevolmente l'allacciamento stradale che verrebbe realizzato per la frazione Plan Praz, che permetterà di collegare la frazione alla strada regionale di Pila e ha espresso alcune considerazioni sull'allungamento della pista Renato Rosa.
Il Sindaco di Cogne, Allera, prendendo atto con dispiacere del fatto che ad oggi le possibilità di completare il progetto del trenino non sembrano essere più attuabili, ha auspicato che non si decida di abbandonare completamente la tratta in questione, anche per i notevoli investimenti finanziari sostenuti, e che si consideri di riutilizzare per altri scopi le gallerie di Acque Fredde e del Drinc, per esempio, come cunicoli tecnici per il trasporto dell'acqua a Pila a fini irrigui e d'innevamento artificiale, come condotti tecnologici e come via di fuga in situazioni eccezionali di emergenza che dovessero verificarsi in futuro. Se invece la scelta di chiudere la galleria sarà definitiva, il Comune di Cogne ipotizza che:
- nel tratto Epinel-Cogne si possa realizzare una pista ciclabile;
- nei locali della stazione di arrivo del trenino a Cogne potrebbero trovare collocazione i Carabinieri, i Vigili del fuoco, la Protezione civile;
- il materiale rotabile potrebbe essere riutilizzato per la valorizzazione della parte bassa dell'ex villaggio minatori di Cogne, dove il Comune ipotizza un recupero a fini museali del patrimonio edilizio esistente per uno sviluppo del sito dal punto di vista turistico e culturale.
In data 11 aprile 2011 la commissione ha concluso l'analisi della tematica con un ulteriore confronto con l'Assessore Marguerettaz, che ha espresso piena condivisione per il lavoro svolto dalla commissione stessa.
Sulla base dell'importante documentazione esaminata e delle numerose audizioni svolte, la commissione, a maggioranza, è giunta alle seguenti conclusioni. Quest'opera pubblica ha vissuto un iter realizzativo estremamente tormentato:
- per ragioni di reperimento delle risorse, negli anni è stato necessario suddividere i lavori in ben 11 lotti;
- alcune delle aziende costruttrici sono fallite in corso d'opera, dilatando ulteriormente i tempi realizzativi;
- le difficoltà tecniche insite in questo tipo di infrastruttura sono state tutt'altro che trascurabili.
Alcuni aspetti rilevanti vanno attentamente valutati:
- la portata oraria della tranvia (160 persone/ora) è decisamente ridotta: nell'arco delle giornate di maggior afflusso, gli utenti potrebbero quindi essere al massimo solo qualche centinaio;
- la limitata appetibilità turistica del collegamento derivante dalla preponderante lunghezza delle gallerie, dall'esigua sezione delle stesse (lo spazio angusto tra le pareti e il convoglio potrebbe provocare disagio ai passeggeri) e dalle caratteristiche poco confortevoli dei vagoni utilizzati;
- i costi per adeguare/convertire l'infrastruttura sono molto elevati: a seconda della modalità prescelta, si ipotizza una spesa che oscilla tra gli 11.000.000 di euro e i 200.000.000 di euro;
- vi sono poi notevoli incertezze in merito all'ottenimento delle autorizzazioni prescritte in materia di sicurezza;
- i costi di gestione, infine, sono stati stimati in 1.000.000 di euro all'anno; per fare un confronto, si pensi ad esempio che la nuova telecabina Aosta-Pila, che ha una portata di 2.400 persone/ora e registra ben 300.000 utenti all'anno, costa all'Amministrazione regionale circa 800.000 euro all'anno.
A così tanti anni dall'ideazione di quest'opera, ormai più di 30, pare perlomeno lecito chiedersi se il suo completamento sia ancora oggi di attualità. Dubbio che, esaminando la documentazione agli atti, è sorto anche a chi ha avuto il compito di indagare in merito a questa vicenda per l'individuazione di eventuali responsabilità per danno erariale. Peraltro, nel corso delle audizioni, sono emerse delle considerazioni e delle proposte in merito ad un altro tipo di collegamento, di tipo funiviario, che parrebbe essere oggi più adatto alle esigenze turistiche. Così come è anche stato fatto rilevare che la tranvia doveva rappresentare il primo tassello di un progetto ben più ambizioso - il recupero integrale delle miniere di Cogne - sul cui futuro non sono state fatte ad oggi delle scelte per i possibili sviluppi, soprattutto se si pensa ai costi e alla complessità realizzativa, verosimilmente molto elevati. D'altro canto, sono emerse diverse possibilità di destinare ad altro uso pubblico rilevanti parti dell'infrastruttura: come indicato nel documento che ho citato, con investimenti decisamente più limitati, si potrebbe realizzare un tratto di strada pubblica nel comune di Gressan, mantenere inalterato il tratto di gallerie tra Acque Fredde ed Epinel per eccezionali casi di emergenza che potrebbero verificarsi, ottenere una pista ciclopedonale lato Cogne e riutilizzare gli edifici esistenti a fini turistici, commerciali e per pubblici servizi.
Nel momento in cui un ente pubblico si trova ad effettuare delle scelte, anche in merito ad un'equilibrata e ragionevole ripartizione delle risorse disponibili, non può prescindere da un approfondito esame dei benefici indotti in rapporto ai costi d'investimento e ai costi di gestione da sostenere. La rinuncia all'idea iniziale della tranvia tra le due vallate potrebbe quindi apparire come una sconfitta ma, di fronte a condizioni cosi incerte e sfavorevoli per il completamento dell'opera, s'impone una profonda riflessione per il miglior utilizzo oggi possibile delle risorse pubbliche.
Concludo ringraziando il Presidente per la pazienza, ma anche con una serie di altri ringraziamenti: al Consiglio per avermi ascoltato, ai colleghi Commissari della IV Commissione per la collaborazione, all'Assessore Marguerettaz, a tutti i soggetti auditi, ai dirigenti e ai funzionari, insomma a tutti coloro che hanno interagito e collaborato con me in questo lungo periodo, che è stato di conoscenza, di approfondimento, di analisi, di riflessione e di proposta su un tema di riconosciuta complessità, che ha caratterizzato un lungo periodo della vita politico-amministrativa della nostra Regione. Infine, annuncio che, come forze politiche di maggioranza, presentiamo su questo tema una risoluzione, che è stata sottoscritta dai Capigruppo di maggioranza. Grazie.
Presidente - Prima di dare la parola alla Consigliera Fontana, comunico che è stata depositata alla Presidenza una risoluzione a firma dei gruppi PD e ALPE.
La parola alla Consigliera Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Grazie Presidente. Vorrei anzitutto ringraziare il Presidente della IV Commissione e tutti i Commissari per il lavoro di approfondimento svolto su un tema così delicato. La vicenda del trenino di Cogne è una vicenda simbolica della politica valdostana e merita un'ampia riflessione non solo per l'enorme danno finanziario e ambientale, ma perché interroga un'intera generazione di amministratori. Per avere un quadro chiaro della situazione, occorre anzitutto inserirla nel suo contesto: stiamo parlando di una vicenda nata nel 1979, quando fu proposto alla Giunta regionale della Valle d'Aosta di valutare la trasformazione della linea ferroviaria, prima adibita al trasporto di materiale ferroso estratto dalle miniere allo stabilimento siderurgico di Aosta, in un servizio di trasporto di persone, che, oltre alla valenza turistica, avrebbe garantito alla popolazione di Cogne un percorso più sicuro considerato che in quegli anni la strada di Cogne a Aymavilles subiva frequenti interruzioni a causa di valanghe, frane o smottamenti. Di qui nasce una prima riflessione: il progetto di cui stiamo parlando sicuramente non è più in linea con i tempi, dal momento che 32 anni fa i collegamenti tra Cogne e Aosta non erano così semplici, molte persone ancora non possedevano un'automobile, la strada non era protetta dalle valanghe come è oggi, non c'era un servizio di protezione civile con elicotteri che potesse garantire l'evacuazione di persone ferite o in difficoltà in tempi rapidi. Insomma, una linea ferroviaria di emergenza poteva avere all'epoca un significato che oggi non ha certo più, ma non ce l'ha nemmeno dal punto di vista turistico, in quanto ogni stazione turistica, e quindi anche Pila e Cogne, hanno costruito delle loro identità che rispondono a domande diverse e la loro integrazione è garantita dalla rapidità dei collegamenti stradali e funiviari straordinariamente migliorati.
Stiamo parlando formalmente del collegamento tranviario intercomunale Cogne-Acque Fredde-Plan Praz, ma, se vogliamo essere onesti con noi stessi e nei confronti della popolazione valdostana, dobbiamo dire che stiamo parlando del disastro economico e politico del trenino di Cogne. Il mio intento non è quello di fare polemica, ma di invitare tutti a riflettere sugli errori fatti nel passato per evitare di ripeterli nel futuro. Non possiamo cambiare quello che è stato, ma possiamo fare in modo che lo spreco di denaro pubblico cessi una volta per tutte. Per farlo, occorre che ognuno di noi metta da parte le proprie convinzioni di parte e presti la propria azione a servizio del bene pubblico. Proverò quindi a ripercorrere alcune delle tappe che hanno segnato il lungo percorso del trenino di Cogne, evidenziando alcuni passaggi che mi sembrano importanti nella ricostruzione della vicenda.
Stando alle cifre forniteci nel febbraio 2009 dall'Assessore Marguerettaz, la Valle d'Aosta ha bruciato nel trenino di Cogne oltre 30.000.000 di euro. Non aprirò alcuna polemica sulle somme spese perché, anche solo stando a questa cifra e considerando che non è servita a produrre alcun bene o servizio per la collettività, lo spreco assume dimensioni enormi. Si tratta di una cifra che consentirebbe di pagare almeno una parte dei lavori di rettifica del tracciato e di elettrificazione della linea ferroviaria Aosta-Torino e che in ogni caso in un periodo quale quello attuale, in cui il bilancio regionale vede ridurre drasticamente la capacità di investimento, rappresenta un vero disastro economico. Se vogliamo essere onesti con noi stessi e nei confronti della popolazione valdostana, dobbiamo dire con chiarezza che è giunto il tempo di chiarire quali siano le responsabilità affinché sprechi di questo genere non si verifichino più. Nessuno di noi e di chi ci ha preceduto a rappresentare il popolo valdostano è esente da una verifica di responsabilità, perché dobbiamo ai valdostani una risposta chiara e convincente. Non è questa una caccia al colpevole, anche perché un disastro di tal genere e di tali dimensioni non può essere il frutto di un'unica persona o anche di un ristretto numero di persone. In questo caso le responsabilità sono multiple e ciascuno di noi deve sforzarsi di capirle ed eventualmente assumersene le conseguenze.
Vorrei invitare tutti a una riflessione sulle scelte fatte nel corso degli anni in relazione al trenino di Cogne. In primo luogo la decisione presa nel 1980 dalla Giunta regionale di commissionare uno studio sulla fattibilità della trasformazione di carrelli per il trasporto di sassi in vagone per il trasporto di persone. È vero che all'epoca non c'era una diversa idea dei rischi di infrastruttura, ma con un po' di logica si poteva capire che sassi e persone hanno esigenze diverse. In secondo luogo la scelta della Giunta regionale negli anni successivi di acquistare il terreno con le gallerie e di dare avvio al progetto di realizzazione della tranvia. Forse qualcuno, anche senza essere un esperto in materia, avrebbe potuto intuire che una galleria che non avesse la sagoma standard poteva comportare dei problemi. In effetti, il progetto, mantenendo la sagoma della galleria originale molto piccola rispetto agli standard ferroviari, ha reso necessaria l'adozione di materiale rotabile speciale con un'abitabilità striminzita per nulla confortevole e in più costosissimo perché creato appositamente e non di serie. La svolta operativa fondamentale è avvenuta però nella decima legislatura, quando vennero avviati i lavori e investiti altri soldi pubblici, forse l'idea di fondo era quella giusta, ossia puntare sullo sviluppo della ferrovia. Non si capì però che lo sviluppo della ferrovia non era costruire il trenino di Cogne, ma investire quei soldi nel miglioramento dell'infrastruttura fra Aosta e Torino, lasciando perdere la tranvia.
Ancora un'ulteriore riflessione va posta sulle scelte operate dalla Giunta e dalla maggioranza nell'ultima parte della scorsa legislatura, avrebbero potuto chiudere per sempre e senza più investire un euro la ferrovia intercomunale di cui oggi trattiamo. Un dubbio doveva pur esserci sulla bontà delle scelte fino ad allora fatte...e, se la decisione fu quella di affidare un incarico di valutazione delle opere già realizzate - studio che ha poi consentito di prendere coscienza dell'impossibilità del completamento dell'opera e delle responsabilità progettuali e realizzative connesse -, oggi siamo tutti chiamati ad un'ulteriore prova di responsabilità. Possiamo nasconderci dietro problemi tecnici, ipotizzando soluzioni più o meno costose per la gestione di questa "patata bollente", oppure possiamo dire con chiarezza di mettere una pietra tombale su tutto il progetto. Per quanto mi riguarda, penso che non si debba più spendere un euro, se non quei pochi che sono necessari a mettere in sicurezza l'accesso alle gallerie. Capisco che possa fare male al cuore pensare che tutti questi soldi spesi non possono essere utilizzati in nessun modo, ma proprio questo è stato il meccanismo che ha portato per tanti anni a non prendere atto della situazione e continuare a sprecare i soldi. Mi auguro che con saggezza e senso di responsabilità questo Consiglio regionale sappia fare la cosa giusta, ponendo la parola fine ad un buco nel bilancio regionale che non possiamo più permetterci. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi.
Zucchi (PdL) - Prima di entrare nel vivo dell'argomento in discussione ora, permettetemi di rivolgere un franco ringraziamento al Presidente Empereur, che ci ha letto con dovizia di particolari una relazione, frutto di un lavoro lungo, copioso, che ha comportato una serie direi molto prolungata di iniziative, di sopralluoghi e di audizioni...e che sono state, per certi versi, il frutto di quello che per il PdL è stato un "punto" molto particolare di attenzione fin dai primi momenti dell'insediamento di questa legislatura. Credo sia a tutti noto quanto il PdL si sia speso su tale argomento fin dal primo giorno di Consiglio, dove il nostro gruppo ha posto in evidenza la necessità di discutere di questo argomento e di risolvere in qualche modo un tema, che era ormai all'ordine del giorno e che aveva coinvolto diverse legislature, con l'obbligo di giungere ad una soluzione...che oggi arriva ad una fine, una fine che noi auspichiamo non debba essere solo definita tale, ma che coincida con un doveroso rilancio.
Come abbiamo sentito dal Presidente Empereur, una disamina dei fatti avvenuti nel passato ci sembra doverosa. Non li ripeto, ma credo che tutti, o quasi, i punti che sono stati toccati abbiano dimostrato come, purtroppo, su questo progetto disgraziato non se ne sia azzeccata praticamente una: fin dall'affidamento, mi permetto di dire, del progetto forse a persone che non erano pratiche di questo argomento specifico, che necessitava una competenza invece molto attenta e professionale in materia, non che il professionista non fosse tale, ma su questo argomento riteniamo che fosse preminente la necessità di individuare nel tema ferroviario una competenza molto più attenta, fino alle modalità di esecuzione dell'opera, fino alla scelta del materiale rotabile, ai raggi di curvatura, alla scelta dei locomotori, insomma il Presidente Empereur ha inanellato una serie di situazioni in modo molto compiuto ed evidente che hanno dimostrato che, purtroppo, questa scelta è stata disgraziata fin dall'inizio.
Noi, peraltro anche consapevoli del nostro nuovo ruolo all'interno della maggioranza, non amiamo guardare al passato, ma riteniamo che sia doveroso guardare al futuro. Mi permetto solo di evidenziare - anche un poco "tirato per la giacca" dall'intervento della collega Fontana sul meccanismo della responsabilità che vogliamo dire in questa sede - che è riduttivo definire soltanto dal punto di vista tecnico...implica certamente anche delle responsabilità politiche, che la collega Fontana ha ammesso anche per quanto riguarda le esperienze di governo del proprio gruppo e mi auguro che altrettanto lo possano fare, se decideranno di intervenire, i colleghi dell'ALPE, che non sono stati certo a guardare nei 20-25 anni passati su questo argomento, anzi hanno avuto un peso non certamente secondario. Le responsabilità non attengono in questo momento al nostro interesse, perché, com'è stato ricordato, esse saranno anche appurate - almeno ce lo auguriamo - dalla magistratura contabile, che sappiamo sta facendo le proprie indagini, per cui speriamo che, di fronte ai soldi che sono stati ricordati - che assommano a circa 30.000.000 di euro di denaro purtroppo speso e che non avrà un effettivo utilizzo -, ci sarà in qualche modo un'assunzione di responsabilità da parte di qualcuno. Ripeto: responsabilità che non può essere solo ascritta al mondo tecnico, ma anche al mondo politico. In questo senso permetteteci di dire, perché siamo stati "tirati per la giacca", che il nostro gruppo, anche per una questione tecnica...nel tempo in cui si è prodigato in quest'aula, posso dire che, da un punto di vista politico, non credo possa essere ascritto nel novero delle responsabilità politiche, perché su tale punto non tanto il sottoscritto quanto i miei colleghi, che molto probabilmente dopo prenderanno la parola, hanno sempre testimoniato in quest'aula le perplessità più o meno forti sulle modalità gestionali nell'esecuzione di quest'opera. Detto questo, chiusa la parentesi della parte del passato, siamo ora concentrati sul futuro.
Collega Empereur, se si trattasse solo di finire e dare questa relazione nei termini di chiusura, al di là di quelle che sono state le indicazioni di riconversione...dei vari progetti di riconversione parziale stradale, piuttosto il mero aggiustamento degli immobili presenti ad uso turistico, non possiamo che definirla un'opera fallita. Per evitare che si possa parlare di un fallimento bello e buono, pensiamo che sia doveroso oggi...e in questo senso mi sento di ringraziare la maggioranza...e tengo a precisare agli organi di informazione, anche per chiarire il senso della risoluzione che è stata annunciata e che mi accingo ad illustrare insieme agli altri colleghi che vorranno intervenire, che è una risoluzione frutto di una condivisione all'interno della maggioranza, in primis con l'Assessore, che ringrazio, il quale ha voluto condividere con noi le preoccupazioni circa lo sviluppo futuro della materia. Riteniamo che, se ci fermassimo soltanto ai primi punti della parziale riconversione, sarebbe un fallimento. Reputiamo anche, e non solo per le posizioni espresse dalle comunità interessate, Cogne e Pila - che, come è stato detto hanno creduto e investito tantissimo in questo progetto, che purtroppo per insipienza altrui non è giunto al termine, e che meritano di per sé stesse un'attenzione da parte di tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio e non solo -, che per lo sviluppo della nostra regione si debba andare oltre e apprendere dagli errori per rilanciare immediatamente e approfittare di questa situazione fortemente negativa per riportarla in un bilancio positivo. Pensiamo che, nel doveroso senso e spirito di rilancio del settore che consideriamo traente e primario della nostra regione: il settore turistico, si debba a tutti i costi perseguire la strada di verificare le condizioni...fino al limite della prova contraria..., occorre collegare i due comprensori - che, come dicevo, meritano un'attenzione e una risposta -; è necessario un nuovo rilancio...per giungere ad un collegamento fra le località, non solo Cogne e Pila, bensì anche il comune capoluogo. Noi - mi riferisco alle forze di maggioranza - abbiamo sottoscritto insieme un patto per la città capoluogo definendola capitale dell'autonomia; riteniamo che Aosta abbia e debba avere un ruolo centrale nel rilancio turistico e debba passare dallo spirito di vocazione turistica alla realtà turistica, all'azione turistica. In questo modo siamo indotti a trovare ogni soluzione...che i tecnici dovranno illustrarci per verificare, fino a prova contraria, se sia possibile unire Aosta, Pila e Cogne senza soluzione di continuità, per dare un'offerta ai nostri turisti in una città, quella di Aosta, che necessità di attrarre con delle nuove offerte i turisti, unendo le peculiarità importantissime culturali della nostra città capoluogo, su cui abbiamo investito politicamente e non solo attraverso le iniziative che sia la Regione che il Comune stanno ponendo in essere e per mettere a disposizione una vera offerta, che possa consentire alla città di reggere la concorrenza degli altri comprensori. Mi chiedo quale sia il capoluogo di Regione che ha certe peculiarità e che può permettere in 18 minuti di raggiungere un comprensorio sciistico e poi di proseguire in un altro che ha altre peculiarità, come Cogne, e viceversa. Gli esempi sono tali e tanti nell'arco alpino, quindi non si tratta di chimere, o di fantapolitica, sono tante le realtà che hanno compiuto anche recentemente delle scelte di questo tipo; ho preso come spunto la città di Innsbruck, che mi sembra assimilabile alla realtà di Aosta. La città di Innsbruck è più grande di Aosta, ma consente dal proprio centro di raggiungere in pochi minuti - con un'opera che è stata progettata nel giro di un anno da un architetto di fama mondiale e realizzata in due anni - un comprensorio attraverso un'opera funicolare esterna e sotterranea e di per sé rappresenta un'attrattiva di livello mondiale. Il PdL pensa che per la Valle d'Aosta sia necessario investire le risorse su questo terreno. Pensiamo ad investire in tre grandi comprensori, che sono costituiti da La Thuile e Courmayeur...potenzialmente collegati insieme, stiamo investendo tantissimo con la nascente funivia del Monte Bianco in questo senso. Analogamente nella parte est sarebbe importante ragionare sui collegamenti già importantissimi costituiti da Champoluc, Gressoney, collegati con Cervinia. Quest'altro comprensorio, che io considero formato da Aosta, Pila e Cogne, deve costituire un'offerta turistica di livello mondiale capace di rilanciare la nostra regione e i nostri comprensori ad un livello mai esistente in passato. In questo senso ribadisco il mio ringraziamento, ringrazio le forze di maggioranza che hanno creduto in tale progetto, di volere quindi dare nella parte finale della risoluzione - diversamente sarebbe stato un risultato che avrebbe lasciato non solo a noi, ma credo a tutti l'amaro in bocca - un immediato senso di rilancio; di cercare, sulla base della documentazione esistente - perché la Regione ha già fatto determinati studi in materia dal punto di vista geologico, che peraltro difettano delle evoluzioni tecniche in materia e necessitano di un aggiornamento -, di passare da una negatività ad una possibile e doverosa positività. In questo senso la parte finale della risoluzione, in cui si chiede di passare senza indugio all'affidamento di un incarico ad uno studio da definire, capace nel settore e che possa individuare una, due, tre soluzioni, non sta a noi giudicare, perché non siamo dei tecnici, che vadano nella direzione che ho descritto. È un punto doveroso che la nostra comunità deve porsi come elemento primario per lo sviluppo e il rilancio non solo turistico, ma economico della nostra regione. Per questo ringrazio tutti i componenti della maggioranza, ma mi auguro che anche i componenti dell'opposizione possano ragionare sulla necessità e sulla sfida che ci attende su tale terreno e vi ringrazio per l'attenzione.
Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. Qualche considerazione, poi altri colleghi del gruppo ALPE interverranno sull'argomento così importante che ha fatto parlare quest'aula da 30 anni a questa parte. Sono trascorsi due anni dal 29 luglio 2009, quando il Presidente Rollandin e l'Assessore Marguerettaz presentarono in quest'aula una risoluzione finalizzata alla chiusura definitiva della tranvia Cogne-Eaux Froides-Plan Praz, risoluzione poi ritirata con queste motivazioni: "Etant donné que certains approfondissements ont été demandés et donc il y a aussi l'exigence d'avoir la possibilité de travailler comme commission, je crois qu'on retient important de renvoyer le tout à la reprise des travaux en automne". Voglio associarmi ai ringraziamenti e ringraziare il Presidente Empereur per la sua disponibilità in IV Commissione, non solo su questo dossier, ma anche sul dossier che affronteremo più avanti: quello della petizione sulla linea ferroviaria Aosta-Torino, proprio per la disponibilità nei confronti di richieste che sovente come Consiglieri di minoranza avanziamo in sede di commissione.
Sono passati 30 anni da quando l'Amministrazione regionale scelse di riqualificare e riutilizzare la galleria e la vecchia ferrovia mineraria fra Cogne e Acque Fredde nell'ottica di un collegamento misto con la telecabina Aosta-Pila. L'idea iniziale era buona per vari motivi: da un lato, dava a Cogne un collegamento di riserva con il resto della Valle in caso di chiusura dell'accesso stradale; dall'altro, l'investimento avrebbe permesso il riutilizzo della vecchia linea ferroviaria in un contesto di valorizzazione di un patrimonio storico minerario di enorme valore. Come è stato detto prima dal Presidente del Consiglio, i gruppi ALPE e PD hanno presentato una risoluzione che va nell'ottica di non solo mantenere e valorizzare...ma soprattutto valorizzare per il futuro, con l'obiettivo di acquisire in seno alla Regione il sito minerario di Cogne e di recuperarlo a scopo museale.
Sicuramente più di qualcosa non ha funzionato, sicuramente il dossier sul trenino di Cogne, dal punto di vista amministrativo e procedurale, urla vendetta - è stato detto più volte in quest'aula in questi ultimi anni -, nonostante l'impegno del Comune di Cogne a non demordere mai, o quasi mai. Un punto interrogativo: la politica regionale cosa ha fatto in questi 30 anni? Probabilmente la politica doveva essere più attenta, più performante, doveva da subito pressare, controllare, entrare più in dettaglio, per dirla in parole povere, forse metterci più energie a tutti i livelli, ma questo è passato, anche se dagli errori del passato molto sovente c'è da imparare. Per quest'opera sono stati spesi circa 30.000.000 di euro, sono state discusse e approvate tante delibere in questi anni sulla questione, tanti sono stati gli interventi con legge finanziaria a copertura, ma torniamo ad oggi. Il trenino purtroppo non è mai partito; nel febbraio 2008 la "Giunta Caveri" ha nominato una commissione di valutazione, che sarà incaricata di approfondire le criticità e le problematiche relative alla tranvia. Gli scenari e le criticità vengono dunque messe nero su bianco e vengono ipotizzate alternative di vario genere, che non voglio neanche citare, addirittura si è arrivati ad immaginare un collegamento stradale.
Ritirata la risoluzione in aula, la IV Commissione ha iniziato il suo iter di audizioni mettendo a confronto dati di ogni genere e cifre varie e nel frattempo si sono svolte le elezioni comunali sia a Cogne, sia a Gressan. Dico questo perché le nuove Amministrazioni hanno proposto ipotesi diverse dalle precedenti, indirizzando - forse a maggioranza, forse neanche tutta la maggioranza, parlo dei Consigli comunali - la loro preferenza verso la riconversione e dunque lo smantellamento del collegamento ferroviario tra le due località. I primi cittadini neoeletti si sono detti dispiaciuti in prima battuta, ma favorevoli ad utilizzare e riconvertire parte del tracciato. Le nuove Amministrazioni hanno proposto il riutilizzo del tratto ferroviario come fondo stradale o, nel caso di Cogne, l'Amministrazione comunale ha ipotizzato lo smantellamento dei binari e dell'attuale sedime ferroviario e la realizzazione di una pista ciclabile sullo stesso tracciato per una lunghezza di circa 3.000 metri, di cui 900 in galleria. Per quanto riguarda la stazione di arrivo del trenino di Cogne, il Comune vi ha immaginato l'insediamento della centrale unica del soccorso, carabinieri, sede dei vigili del fuoco, Protezione civile, 118, ambulanza. Le due Amministrazioni hanno pensato bene di mettere sul tavolo proposte concrete, partendo dal presupposto molto chiaro che probabilmente il Governo regionale aveva già deciso di chiudere. Voilà i due anni di incontri, voilà le valutazioni che sono state fatte, i colloqui, le ricerche di soluzioni per le due nuove Amministrazioni, per il confezionamento del "pacco", che a sorpresa con il vecchio progetto - a questo punto non più sorpresa - si chiude e le Amministrazioni potranno fare qualche piccolo investimento, qualche strada, qualche operazione immobiliare, ma la soluzione finale è una sola: si chiude!
Altro che riduzione dei costi! Nella relazione della IV Commissione, votata a maggioranza, troviamo la soluzione: nel corso delle audizioni, sono emerse delle considerazioni e delle proposte in merito ad un altro tipo di collegamento, quello funiviario, che parrebbe essere oggi più adatto alle esigenze turistiche. Da come ho potuto capire dal collega Zucchi, vi è l'intenzione della maggioranza di approfondire il discorso del collegamento funiviario.
Se l'idea di 30 anni fa era buona, ci domandiamo se rimane valido un eventuale recupero a fini turistici delle aree minerarie come offerta turistica culturale per Cogne? Lo lasciamo come punto interrogativo. L'offerta di un viaggio storico Aosta-Cogne, miniere e un contesto museale possono avere ancora senso nel momento in cui la politica sceglie di chiudere definitivamente il collegamento ferroviario Pila-Cogne? Ha senso smantellare tutto e guardare esclusivamente ad un riutilizzo forse casereccio? In Svizzera, in Alto Adige, in Lombardia, intorno alle miniere sono stati realizzati complessi museali che ogni anno ricevono migliaia di visitatori. Questo collegamento ha un senso se si decide di acquisire le miniere da Fintecna, o si tenta la strada del trasferimento della concessione, con relativi oneri di bonifica e messa in sicurezza del sito, ciò che permetterebbe di creare un percorso turistico culturale della memoria sulla vita in miniera. Del resto l'Amministrazione regionale nel 2006-2007 si è già premurata di commissionare a Finaosta uno studio di fattibilità sul recupero e la valorizzazione delle aree minerarie, l'area è vasta e molto interessante e lo studio ne mette in rilievo le tante potenzialità, oltre ad evidenziarne le criticità e i punti di debolezza. Il riferimento è alla Liguria, a Torino, a Brescia e a Bolzano. Il patrimonio che abbiamo è unico, autentico e gli interventi possono essere portati a termine in diverse fasi, occorre però una buona pianificazione ben integrata in un contesto a valenza regionale. Ci sono già stime, analisi, costi di gestione, ricadute, tempi contestualizzati e armonizzati; ciò che manca è la volontà di entrare nel merito e compiere una scelta, o la scelta è diversa. Il nodo, a nostro avviso, è tutto qui: se ci si vuole limitare semplicemente al collegamento funiviario fra le due località, allora ha un senso "mettere una pietra sul passato" e chiudere tutto ciò che è stato fatto finora; se si vuole invece contestualizzare il collegamento ferroviario in un ampio programma di valorizzazione del turismo museale, culturale e minerario, occorre compiere uno sforzo supplementare.
È solo una questione di volontà, di capacità organizzativa, di programmazione del domani, quanto meno poniamoci ancora una volta la domanda: ha senso deviare il dibattito sul collegamento funiviario oggi, sì o no? Mi pongo questa domanda e me ne pongo un'altra importante: è un'alternativa credibile per Cogne, si identifica con l'immagine della bella località valdostana? Tecnicamente si può fare? Sicuramente sì, ma qual è il sacrificio ambientale, quali sono i costi non solo ambientali, ma economici e di risorse comunque pubbliche? È sempre una questione di volontà politica e non assolutamente ideologica, come qualcuno vorrebbe far trapelare. "Mettiamo in pista" questo collegamento ferroviario e parallelamente si cerchi di dare corso - volontà politica... - al recupero a fini turistici delle aree minerarie di Cogne. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente. Il collegamento Pila-Cogne è stata una delle vicende fra le più lunghe e le più complesse che la nostra Regione abbia affrontato in ben 30 anni, sostenendo una spesa di 30.000.000 di euro senza ottenere purtroppo nessun risultato. Era il 1979 quando i Sindaci di Cogne e di Gressan si dichiaravano entusiasti per la proposta di utilizzare la galleria Cogne-Eaux Froides, galleria che era stata chiusa in quell'anno, ma che era stata utilizzata per anni dalla miniera di Cogne per trasportare ad Aosta il ferro per la sua lavorazione. Nasce quindi l'idea della tranvia, alla base della quale vi erano due motivazioni forti: la prima consisteva nella volontà di evitare alla comunità di Cogne periodi di isolamento causati da frane e slavine; la seconda di realizzare una nuova sinergia dal punto di vista turistico fra le due già affermate stazioni invernali che, unendo le rispettive forze, avrebbero aumentato il prodotto turistico complessivo. Certamente è sotto gli occhi di tutti che dal 1980 ad oggi la Regione si è impegnata con interventi costosissimi, spendendo milioni di euro per costruire gallerie, paravalanghe sulla strada statale n. 47 per poter garantire la percorribilità e l'accessibilità agli abitanti di Cogne e ai suoi turisti nell'arco dell'intero anno. Possiamo pertanto sostenere che oggi la prima motivazione che aveva spinto i Sindaci a dire di "sì" alla tranvia è superata. Oggi quindi la nostra attenzione si focalizza sulla realizzazione di un collegamento fra le due stazioni turistiche, per creare reciprocamente nuove opportunità che completino le rispettive offerte ai turisti, ossia riuscire a colmare la carenza di piste di discesa per alcuni e quella da fondo per altre stazioni. Oggi sentiamo e leggiamo anche sui giornali che fra le più probabili soluzioni si prospetta anche la funivia; noi di Stella Alpina non possiamo che compiacerci con chi dopo circa 20 anni si sta allineando alle nostre dichiarazioni e alle nostre posizioni. Certamente allora eravamo da soli e un po' derisi; forse, ci fosse stato più sostegno e condivisione, l'opera sarebbe stata stoppata da anni. Voglio in effetti riprendere le numerose iniziative che noi abbiamo iniziato nel 1993, con cui chiedevamo all'allora Assessore Riccarand di prendere in grande considerazione la possibilità di un collegamento funiviario e di abbandonare il trenino. Nel 1998 nel nostro programma elettorale avevamo presentato un punto, dove si parlava di collegamento funiviario fra Pila e Cogne. Vorrei solo rileggervi molto brevemente una delle iniziative del nostro gruppo nel 1999, vi leggo il passaggio così come è stato citato in Consiglio: "qui si rischia fra 4 o 5 anni di costruire un muro al tunnel di Cogne e un muro in quello di Acque Fredde e dopo aver speso 50.000.000.000 di vecchie lire. Siamo fortemente preoccupati anche per i futuri elevati costi di gestione" e nel 2008 abbiamo fatto presente la necessità di riesaminare il discorso della funivia, da noi sempre sostenuta. Veniamo a noi: oggi non possiamo che prendere con grande positività...ci rifacciamo alle considerazioni finali elaborate dalla commissione competente, anche a seguito delle valutazioni predisposte dalla società incaricata e che sono state illustrate molto bene da parte del collega Empereur.
Noi quindi sulla risoluzione che oggi viene presentata e che è sottoposta all'attenzione del Consiglio non possiamo che esprimere la nostra totale adesione: il fatto di rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz, di effettuare...il secondo e il terzo punto, ovvero definire, di concerto con gli enti locali, le misure necessarie per la valorizzazione, il riutilizzo e la riconversione dell'infrastruttura e degli immobili.
Vorrei qui rivolgermi con particolare attenzione all'Assessore, al quarto punto si dice: "approfondire con gli enti locali interessati le proposte per la realizzazione di un collegamento fra i comprensori di Pila e di Cogne, attraverso la predisposizione di uno studio che - e voglio sottolineare questo passaggio - partendo dai dati e dai documenti esistenti...", perché l'Assessore sicuramente è a conoscenza, ma qui di studi ne sono stati fatti. Ricordo che nel 1994 è partito il primo studio fatto dalla società Pila insieme agli operatori turistici di Cogne, addirittura con questo studio si era arrivati a fare i rilievi ed era stato picchettato il percorso! Nel 1996, come è stato detto dal collega Empereur, c'è stato lo studio predisposto su incarico del Consiglio comunale di Cogne, affidato al professor Janin: "Le développement du tourisme hivernal à Cogne", in cui si concludeva che il collegamento funiviario, relativamente alla stazione invernale, era la soluzione da adottare. Nel 1997 - ultimo studio di cui sono a conoscenza, ma sicuramente l'Assessore ne avrà molta più di me - era stato dato incarico all'ingegner Bonini per una relazione sulla fattibilità della realizzazione di un impianto funiviario a Cogne al di sotto dell'elettrodotto Superphoenix. Io direi, prima di incaricare tecnici e supertecnici, partiamo effettivamente da questi studi e analizziamo con grande attenzione quello che già sia i cittadini di Cogne, sia alcuni tecnici di Cogne e la società Pila avevano e hanno già elaborato.
In conclusione permettetemi di fare una semplice battuta sulla risoluzione presentata dal gruppo ALPE, proprio per la posizione che abbiamo sempre assunto: errare è umano, ma perseverare è diabolico!
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Grazie Presidente. Mi permetto di fare qualche considerazione anch'io in merito ad una questione, che, se è giusto guardarla in termini prospettici come è stato anticipato dal collega Zucchi, credo sia altrettanto giusto non dimenticare che ha comportato un dispendio di tempi e di energie sotto tutti i profili, in un passato che è recente, ma che ha una sua dimensione, una sua spazialità notevole. È stato ricordato che nel 1979 e nel 1980 si era agli albori delle idee di sviluppare un progetto che collegasse Pila e Cogne, nel 1985 si ha una prima deliberazione della Giunta regionale per affidare uno studio di fattibilità. Ironia della sorte, quella Giunta era presieduta dallo stesso Presidente che oggi, con un'altra Giunta, dovrà ricondurre il progetto alla sepoltura, o alla riconversione se vogliamo, ossia alla rinuncia di un completamento di un'iniziativa che era stata fortemente caldeggiata. Questo sostegno nei confronti del trenino Cogne-Pila è stato per anni il leitmotiv di Amministrazioni regionali e di maggioranze che hanno sostenuto le medesime e che "prendevano a schiaffi" letteralmente chi osava avere pensieri diversi. Ho fatto una rassegna delle diverse iniziative effettuate all'epoca da Forza Italia e da CdL poi. Non vogliamo dire: "lo avevamo detto", ma avevamo espresso scetticismi e perplessità a più riprese con il collega Lattanzi, che forse per primo, essendo particolarmente vicino a quella comunità, aveva manifestato determinate perplessità, ma lo stesso anch'io e il collega Frassy, che componevamo il gruppo.
La prima cosa che vorrei dire è che, se la relazione fatta dal Presidente Empereur è stata una relazione che ha ripercorso le tappe di una vicenda, puntualizzando più o meno oggettivamente le varie audizioni e le questioni affrontate in commissione, con questa risoluzione c'è perlomeno il riconoscimento di un'azione politica svolta dal centro-destra non solo dal 2008, ma anche nel passato...viene in qualche maniera confermata. Non può che farmi piacere il fatto di leggere che si rinuncia al completamento di quello che fin dall'inizio avevamo decretato essere un probabile fallimento, non solo in termini di investimenti strutturali e infrastrutturali, ma anche in termini gestionali, perché, se ben vi ricordate, nel 1999 venne votata una legge da questo Consiglio dove si stimava una perdita annua secca di 1.500.000.000 di vecchie lire. Non solo quindi i costi di investimento non sarebbero mai stati ammortizzati - e, essendo un'opera pubblica, ci poteva anche stare -, ma addirittura la gestione era perennemente in rosso.
Evito di riprendere i commenti fra la nostra parte politica e altre parti politiche che rispondevano per cercare di sostenere l'insostenibile. Se noi siamo stati insistenti, qualcun altro è stato recidivo e oggi la risoluzione che i quattro Capigruppo di maggioranza propongono perlomeno pone un punto fermo: pone il punto fermo del riconoscimento - mi consenta collega Empereur - di una sconfitta, ma non solamente tecnica, anche politica. Se è vero che ci sono state delle difficoltà, delle complessità fin dallo studio geologico, fin dal momento in cui sono stati affidati i primi incarichi progettuali, fin dal momento in cui c'è stato il fallimento delle ditte, i vagoncini che non funzionavano o non erano adatti, eccetera, è altrettanto vero che tutte le componenti tecniche ed esecutive che sono intervenute in questo processo hanno ricevuto degli impulsi politici: dalla scelta del progettista alla continuazione dei lavori suddivisi in 11 lotti ci sono sempre stati degli impulsi politici che "schiacciavano il pulsante" e dicevano: "sì, si va avanti". Il trenino era diventato un punto fermo di orgoglio per qualcuno ed era assolutamente irrinunciabile e sarebbe stato imbarazzante rinunciarci.
Respingo allora al mittente, collega Fontana, certe dichiarazioni, quando lei dice: "nessuno di noi è esente da una verifica di responsabilità". Io e i miei colleghi siamo completamente esenti dalla responsabilità politica in questa materia, perché non abbiamo mai votato alcun finanziamento parziale di tale opera, l'abbiamo contestata, perché ne eravamo perplessi e scettici fin dall'inizio, perché nella nostra conoscenza generale della vicenda avevamo acquisito informazioni sufficienti per capire che questo era un buco non solo topografico, ma soprattutto finanziario! Non ci va bene allora essere coinvolti in questa responsabilità politica e non ci sentiamo assolutamente coinvolti, però mi piacerebbe - lo dico a titolo personale - che le responsabilità non fossero comodamente ascritte alla componente tecnica, perché è comodo scaricarle su una componente tecnica! I tecnici in fondo sono degli interpreti delle volontà politiche. Mi piacerebbe oggi che qualcuno dicesse: "sì, forse abbiamo sbagliato"; questo, secondo me, sarebbe un passaggio importante, perché non sarebbe un atto di vergogna, ma un atto di coraggio! Se oggi la "Giunta Rollandin" dicesse: "rinunciamo", sarebbe un atto di coraggio, Presidente, che io apprezzerei e lo apprezzerebbe anche il nostro gruppo...ma non disconosciamo e non ignoriamo gli errori che sono stati fatti negli anni precedenti perché si voleva andare avanti in tale direzione!
Aggiungo un'altra considerazione. Questa risoluzione è ampia, è generale, dà una vasta possibilità di azione alla Giunta regionale e, in particolare, a coloro che saranno demandati a darne applicazione sul campo. Va bene allora la rinuncia al completamento della tranvia; va bene l'effettuazione dell'alienazione dei beni e delle strutture convenientemente collocabili sul mercato; va bene definire, di concerto con gli enti locali interessati, le misure per valorizzare il territorio e riconvertire ad altro uso le infrastrutture e gli immobili di Plan Praz e Eaux Froides; va anche bene "approfondire con gli enti locali interessati - riprendo il passaggio che ha citato il collega Comé - le proposte per la realizzazione di un collegamento fra i comprensori di Pila e Cogne..", però ci piacerebbe capire in quale direzione vogliamo approfondire questi studi, in quale direzione verrà messo a fuoco l'obiettivo che vogliamo traguardare. Si parla di funicolare, si parlava di funivia, si parlava anche di strada carrozzabile normale con spese che lievitavano a centinaia di milioni, mi piacerebbe anche qui sentire da chi in questo momento ha il timone nelle mani qualche cenno in più sulla direzione in cui si intende andare, perché nel 1985 ci fu molto entusiasmo - ed era anche legittimo avere entusiasmo su un progetto che aveva le caratteristiche per essere, senza conoscerne ancora le difficoltà, idealizzato e coltivato -, ma oggi, dopo 30 anni e dopo 30.000.000 di euro, è opportuno riflettere tenendo i piedi ben fermi per terra. Sarebbe infatti drammatico ripetere l'errore, o ripetere un percorso che è stato molto costoso in termini di tempo e soprattutto di energie finanziarie, che non dimentichiamolo sono risorse finanziarie pubbliche. Non a caso la Corte dei Conti con la sua Procura ha "acceso una lampadina" e ha fatto capire a qualcuno che ha delle responsabilità decisamente più elevate delle mie, che c'è il rischio di completare un'opera inutilizzabile, quindi questa "illuminazione" non può essere ignorata, anche perché le responsabilità politiche sono responsabilità amministrative e provocano danni erariali. Mi verrebbe da dire che, oltre al danno erariale, c'è anche il danno politico, il quale però viene valutato su scala elettorale e non mi sembra che la popolazione valdostana l'abbia particolarmente valutato da questo punto di vista o, meglio, il trenino Cogne-Pila è stato un episodio che è stato ben utilizzato in termini di propaganda, ma sono altrettanto convinto che verrà facilmente dimenticato come esperienza negativa. È purtroppo una conferma di un fallimento, un fallimento del tipo di quelli che si vedono nel sud d'Italia, quando gli ospedali non vengono conclusi, le strade vengono lasciate a metà con i piloni di un viadotto che non vengono terminati. È una pagina da chiudere e da dimenticare non come esperienza, ma sicuramente da chiudere come ipotesi da non ripercorrere. Nel dichiarare il voto favorevole nei confronti della risoluzione che è stata condivisa dalla maggioranza, quindi mi auguro di avere qualche risposta in più alle semplici domande che ho posto in questo intervento.
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président, la première délibération concernant la voie ferrée minéraire Cogne-Pila, comme a déjà été cité par de nombreux collègues, remonte à 1980: la n° 2591 du 23 mai, il y a 31 ans. Le Président s'en souvient sûrement, il était à l'époque un brillant Assesseur. Entre autres je vous raconte brièvement un fait qui m'est arrivé: j'ai demandé de pouvoir visionner cette délibération, mais, à cause de quelques signatures manquées, je n'ai pas pu l'avoir. Les délibérations actuelles sont toutes disponibles sur le site, une délibération de 1980 ne peut être disponible qu'à travers toute une série de demandes officielles envoyées par connaissance à tous les Présidents.
Les mines de Cogne venaient d'être fermées l'année d'avant, le 23 mars 1979, pour les gens de Cogne c'était la fin d'une époque qui a profondément influencé l'identité sociale, économique et même culturelle de cette petite et fière communauté, au point que pour certains "cognein" - ceux qui ont vécu directement le travail de la mine, mais même ceux qui l'on ont vécu indirectement et assistaient au passage de ces longs trains qui transportaient les minéraux - la possibilité de voir revivre ce moyen de transport a représenté un rêve. Quelqu'un pourra observer que c'est un rêve qui a coûté et coûtera encore cher et qui peut-être ne sera jamais réalisé, mais combien pèsent les rêves dans l'histoire de l'humanité? Combien de sacrifices est-on disposés à faire pour réaliser un rêve? La question qu'il faut se poser 31 ans après cette première délibération est la suivante: ce rêve a-t-il encore un sens? L'idée de transformer la vieille ligne ferroviaire Cogne-Eaux Froides dans un parcours touristique et culturel inséré dans un parc minier est-elle encore valable, ou faut-il se résigner et abandonner le projet, en adhérant à cette sorte de braderie où l'on liquide tout et où l'on récupère au moins en partie l'argent dépensé? Car le rêve du train Cogne-Pila peut aussi être lu comme un cauchemar qui a duré 30 ans et qui constitue pour la Région, dans laquelle nous nous identifions tous, majorité et minorité, un exemple d'incapacité administrative, une somme de circonstances négatives, d'entraves, mais aussi d'erreurs et d'inefficacité, que nous avons tous la tentation d'effacer pour ne plus y penser. C'est à cause du train de Cogne qu'une région comme la nôtre, qui jouissait et jouit normalement d'une certaine honorabilité, d'une certaine appréciation dans la gestion de la chose publique, a vu une tache se produire à la blancheur de son manteau. Nous savons qu'elle n'est peut-être pas la seule, mais c'est à cause de ce train que la Vallée d'Aoste a été citée, à tort ou à raison, dans les médias comme une région non dispensée d'un mal qui semblerait affliger surtout les régions du sud, comme le disait le collègue Tibaldi. Ce train est devenu à l'extérieur l'emblème du gaspillage public valdôtain, de ce fait découle la tentation assez généralisée de clore définitivement la partie, mais serait-ce une sage décision? Ne finirait-on pas par ajouter un énième gaspillage au gaspillage passé? Car l'idée de réutiliser la vieille voie ferrée s'insère encore pleinement dans un contexte de valorisation d'un patrimoine historique, industriel et minier de portée énorme, internationale, à même de constituer une attraction qui conjugue l'archéologie industrielle avec la beauté environnementale du site; à même d'avoir une retombée positive sur toute la Vallée d'Aoste, non seulement sur la communauté de Cogne, outre à représenter une offre supplémentaire pour le tourisme de Cogne en particulier à travers la mise en communication avec le domaine skiable de Pila et à garantir une voie de secours en cas d'inaccessibilité survenue de la route.
J'ai lu avec beaucoup d'intérêt des dossiers qui nous ont été fournis, en particulier les propositions de l'Administration actuelle de Cogne, qui vont dans le sens de la réutilisation raisonnable du patrimoine à des fins différentes et j'ai apprécié l'effort qui a été fait, mais je considère cet effort, ce choix trop limité et complètement antithétique par rapport aux choix qui ont été opérés par d'autres peuples de montagne ayant des mêmes caractéristiques, ce qui a déjà été cité par les collègues qui m'ont précédée: je pense à la Suisse, au Tyrol du sud, des Pays à prendre en exemple pour la revalorisation des petites lignes ferroviaires et des mines à des fins touristiques. Réfléchissons, n'allons pas compromettre à tout jamais une opportunité de développement futur, qui en même temps met en valeur des éléments identitaires qui ne sont pas secondaires d'après moi et qui devraient être considérés à juste titre importants pour une région ayant l'histoire et l'autonomie de la Vallée d'Aoste et de la communauté de Cogne aussi. Pour s'en rendre compte, il suffirait de lire les témoignages rendus par les "cognein" dans les nombreux ouvrages consacrés à la mine et au train. La valorisation de cet aspect identitaire historique aurait des retombées positives sur l'offre touristique de la Vallée d'Aoste toute entière et donc en ce sens nous croyons qu'il soit nécessaire un effort supplémentaire pour rendre enfin utilisable la ligne dans le contexte d'un parc d'archéologie industrielle.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, probabilmente non avessi ricevuto in dono un libro abbastanza particolare che si intitola Suspension e che parla del ponte di Brooklyn, non sarei intervenuto oggi in Consiglio regionale. Uno potrebbe dire: "il ponte di Brooklyn...è paragonare l'elefante alla cimice", ma, siccome Zucchi imperterrito cita il caso Innsbruck - non so se è lei il primo che ha avuto l'idea o io, l'ho citato più volte anch'io -, ho cambiato citazione. Perché il ponte di Brooklyn? Perché è un'opera assurda pensata da un immigrato tedesco - non da un cittadino americano - che, mentre stava studiando dove realizzare le enormi torri, morì in un incidente; il figlio poi riprese l'opera del padre, ma dopo due anni di lavoro si ammalò, diventò paralitico e rischiò di perdere questo lavoro: dovette seguire i lavori da un appartamento dell'East River e affidare alla moglie - che non era un ingegnere, né un architetto e dovette imparare in fretta e furia il linguaggio degli ingegneri e degli architetti - il compito di portare ogni giorno le indicazioni di lavoro agli operai, mentre lui da casa con il cannocchiale seguiva quotidianamente la costruzione del ponte. Insomma un sogno che diventò realtà grazie ad una forza straordinaria di volontà...ossia l'uomo può realizzare delle cose impressionanti. Quando fu costruito, il ponte di Brooklyn era il più grande ponte che mai fosse stato realizzato al mondo. Come dire...c'è un potenziale straordinario nell'essere umano: laddove c'è una forza, una dedizione totale che va al di là delle proprie esigenze personali, essa può portare l'uomo a realizzare cose incredibili.
Noi invece a cosa assistiamo? Ad una resa incondizionata, io ringrazio veramente la collega Fontana, perché, a differenza di quanto asserito da altri, non ha scaricato colpe su predecessori, su gente che non c'era - ricordo che la collega Fontana non ha mai fatto parte di nessuna maggioranza regionale -, ma si è sentita (come il sottoscritto) corresponsabile di scelte. Qui sembra che l'Union Valdôtaine non abbia mai governato la Valle d'Aosta, sembra che i suoi alleati, che si sono risvegliati questa mattina con dichiarazioni di fuoco sulle ANSA, non sappiano con chi sono alleati. Scusate, siete alleati con l'Union Valdôtaine e il Sindaco di Cogne Ruffier era iscritto all'Union Valdôtaine all'epoca, non so oggi. Chiaramente poi fa comodo dire che tutta la responsabilità dell'opera...i Presidenti della Giunta della Valle d'Aosta sono stati tutti dei comunisti, lo sappiamo, è cosa nota e torniamo al linguaggio berlusconiano, allo scarica barile. Abbiamo scoperto che la politica dei Ponzio Pilato è tornata in auge, ovviamente la maggioranza attuale non sa nulla di questa opera, non ne ha mai voluto sapere nulla, aveva le idee chiare fin da subito. Magari c'è qualcuno che è seduto sugli scranni di questa Giunta da tempo immemorabile, ma fa finta di non sapere niente del trenino di Cogne, non ci ha mai messo le mani, è tutta roba della sinistra questa roba... Perché, se va male, è colpa della sinistra, era la sinistra che sceglieva i tecnici, che decideva di trasformare un progetto nato per collegare opportunamente due realtà, un progetto che aveva una sua sensatezza inequivocabile all'epoca in cui fu fatto...non era assolutamente niente di folle e, se non è stato realizzato, come ha dimostrato la corretta ricostruzione del collega Empereur, tanti sono i fattori che hanno contribuito all'insuccesso di questa opera, ma non perché fosse un'opera non realizzabile. Hanno fatto il ponte di Brooklyn, non venitemi a dire che non si può far funzionare il trenino di Cogne! Diciamo che qualcuno non è stato politicamente e tecnicamente in grado di trovare le condizioni progettuali e tecniche per farlo funzionare, ma non venite a dire che è un'opera impossibile da realizzare: nulla è impossibile, andiamo sulla Luna, facciamo cose straordinarie! E non è una questione solo di costi: è una questione anche di scelte che, come si è rivelato in questa corretta costruzione, alle volte non sono state corrette sia per parte politica, sia per parte tecnica.
Lungi quindi da parte nostra di fare come Ponzio Pilato e dire che non c'entriamo niente, anzi assisto con tristezza a questo ennesimo teatrino della politica che arriva nella Lampedusa valdostana a promettere immediatamente un'altra grande opera in sostituzione di quella che viene sotterrata con un po' di terra: "si scava una buca, mettiamoci un po' di terra davanti al trenino di Cogne, non è mai esistito...". Il trenino di Cogne invece è esistito, sarà che ne sono legato anche dal punto di vista affettivo, perché mi ricordo, ragazzino, avevo 7-8 anni, ho passato degli splendidi Natali nella casetta di Acque Fredde, dove c'era questo trenino straordinario che funzionava. Noi bambini piccoli eravamo affascinati da questo trenino, che riusciva a funzionare allora e che oggi, con le moderne tecnologie, non siamo in grado di mettere in opera. È una cosa piuttosto triste, ma, sull'esempio del grande maestro Berlusconi, si arriva a Lampedusa: "campi da golf, avanti...costruiamo", eccetera, noi diciamo: "cognein, state tranquilli, sparisce il trenino, ma ecco qua: c'è una funivia che vi porterà di qua e di là da Pila - naturalmente in una giornata come oggi chissà come funziona quella funivia... - sarà un collegamento sicuro, costante - eccetera - con l'altra stazione sciistica". Naturalmente architetti e ingegneri di tutto il mondo unitevi che la Valle d'Aosta è pronta a consegnarvi l'ennesimo progetto da costruire! Visto che siamo un'epoca in cui bisogna risparmiare soldi, andiamo anche a tirare via i binari prima, perché non ci basta dire che non facciamo più funzionare il trenino, ma gli tiriamo pure via i binari che abbiamo messo, tanto non costa nulla, quindi tiriamoli via...quelli per tirare via i binari sono soldi di chi? Non è che lasciamo lì, pure tiriamo via! C'è una casetta? Ma ci sono sicuramente i vigili del fuoco, Protezione civile, carabinieri, c'è sempre qualcuno da ospitare...una pro loco, o quant'altro da mettere in un edificio pubblico, e i costi di gestione quelli non li contiamo! Questo è l'atteggiamento classico della politica che c'è oggigiorno, quando c'è un problema, invece di assumersi le responsabilità, si scarica su chi è numericamente minoritario in un'assemblea; si dice: "quelli sono minori di numero, noi siamo più forti, facciamo la voce del padrone e diciamo: "guardi che è colpa loro se il treno non funziona, è colpa di Donzel!"". Domani leggeremo sul giornale: "è colpa di Donzel se il trenino di Cogne non ha funzionato, per fortuna, siamo arrivati noi che adesso costruiamo una funivia!". Ma stiamo scherzando! In questo momento di difficoltà, di forti manovre finanziarie che salasseranno, noi andiamo a raccontare di nuovo favole ai cittadini e soprattutto cancelliamo insieme alla storia del trenino l'altra grande promessa fatta ai "cognein": quella di sviluppare il sito minerario di Colonna. Altri colleghi hanno ricordato la straordinarietà di questo sito, una cosa che ci è invidiata, perché l'archeologia mineraria è di interesse, lo è anche in Valle d'Aosta, tant'è che questa Regione ha finanziato il recupero di un sito minerario a Saint-Marcel e in altri luoghi, quindi stiamo andando a recuperare delle piccole miniere e non recuperiamo la più grande! Come dire...andiamo in giro a distribuire qualche denaro in qualche comunità e la perla dell'archeologia mineraria valdostana la lasciamo andare, ossia il villaggio di Colonna andrà per la sua strada, perché adesso è diventata prioritaria una nuova fantasiosa opera, che permetterà di aiutare ad allargare il tappeto sotto cui spazzeremo la polvere del trenino. Naturalmente la risposta sarà: "è tutta colpa dei comunisti!" Quando qualcosa non va, per forza funziona così! Sarebbe invece il caso di essere un po' più responsabili; almeno all'inizio, quando si era partiti con i ragionamenti rispetto a questo delicato problema, l'atteggiamento è stato molto diverso, poi devo riconoscere al PdL un'accelerazione e nel finale è spuntata la funivia. Noi dobbiamo discutere di cosa fare del trenino, tanto, per non parlare di esso, abbiamo "ficcato dentro" una funivia ex novo, tanto per allargare la discussione...ma il mandato non era riferito alla costruzione di funivie: era riferito a che fare del trenino. Dal nostro punto di vista, quindi, questa è davvero una vicenda che si conclude nel modo più triste possibile, perché i cittadini non capiranno chi è il responsabile di tale vicenda. Si dirà che è tutta colpa della minoranza, che non si sa perché ha voluto insistere nel fare un'opera che invece altri non volevano.
Vorrei ricordare che il tema della sicurezza delle valli laterali è ad oggi ancora all'ordine del giorno. Io qualche volta ci sono passato, in 9 anni di lavoro, a Cogne e ho visto gli straordinari lavori che sono stati fatti sulla strada; va dato atto alla Regione di aver fatto un lavoro straordinario di messa in sicurezza della strada di Cogne, ma ricordo che spesso quella strada è chiusa ancora oggi per valanghe, frane, eccetera, e che i casi recenti della Valpelline e di Rhêmes rammentano che nessuna valle può mai essere messa in completa sicurezza. Il concetto di un collegamento turistico per fruire di impianti sciistici quindi non è detto che risponda al tema generale del collegamento e della messa in sicurezza di due realtà. Abbiamo visto spesso le risposte dell'elicottero come soluzione a tutti i mali di questo mondo; non apro una discussione enorme, ma vorrei solo dire che il concetto della strada messa in sicurezza sappiamo quanto conta in Valle d'Aosta, ma è un concetto difficilmente realizzabile in toto per via della natura particolare dell'accesso alle nostre valli. Da questo punto di vista, quindi non sarei così sicuro che tutti i problemi siano stati risolti con gli interventi sulla strada di Cogne.
La tristezza maggiore riguarda il fatto che nella relazione di maggioranza, in cui si parla di funivia, non viene fatta nessuna considerazione rispetto al recupero effettivo dell'area mineraria e dello sviluppo dei siti minerari...che a Cogne vedono la realizzazione di musei ad hoc, di associazioni ad hoc...ossia chiuderete queste attività, oppure direte ai cittadini di Cogne: "guardate, siccome i soldi li diamo al progettista della funivia, tutto il discorso minerario va a farsi friggere, o perlomeno lo mettiamo lì per 20 anni?". Bisognerebbe dire con chiarezza tali cose ai cittadini; quindi tutta questa parte mi sembra non chiarita. Noi molto modestamente cerchiamo solo di dire che, quando un'opera è già costata tanto ed è realizzata, prima di sradicarla e di buttarla in un cestino, bisogna farci forse una riflessione, che non sia quella affrettata di oggi...si dice: "è tutta colpa della sinistra al Governo", come se non vi foste accorti che vi siete alleati con chi ha guidato le Giunte regionali che hanno progettato e fatto tali opere...ripeto: con un'ottica che più fa emergere responsabilità politico-tecniche che non rispetto all'idea del progetto in sé, dal momento che nel mondo vediamo realizzate opere ben superiori e con costi ragionevoli rispetto a questa. Da tale punto di vista, quindi, c'è molta delusione rispetto a questo tentativo di camuffare la questione del trenino di Cogne dietro ad una nuova grande opera delle tante che vi siete inventate e che farà il paio con quella del metrò ad Aosta, quelle opere messe lì per far propaganda e non per dare concretezza a quello che serve ai cittadini.
Si dà atto che, dalle ore 18,16, assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - La parola al Consigliere Agostino.
Agostino (UV) - Grazie Presidente. Intervengo solo per dare una piccola risposta al collega Donzel. "Decisione affrettata", questo mi ha fatto un po' inalberare, io ho la nausea a forza di sentir parlare di tale tema! Siamo andati, sono andato in ginocchio - e qualcuno se lo ricorda che si è fermato a darmi una mano, ero stato appena operato - dentro a 80 centimetri di neve! Se questa è una decisione affrettata...assolutamente non ci sto, perché sono due anni e mezzo che stiamo dietro a tali conclusioni, quindi mi sembra di poter dire tranquillamente che questa non è assolutamente una decisione affrettata...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...ma questa è un'altra cosa...se questa è una decisione affrettata, cosa ci stiamo qua a fare? Ma veramente a scaldare i banchi! Noi siamo responsabili e delle decisioni le dobbiamo prendere, perché questo è il nostro compito di Amministratori del Governo regionale e non solo su questo. La stessa cosa ho sentito dire...e parlare di decisione affrettata...un ulteriore confronto con il Comitato rifiuti...ma sono tre anni! Se qua non prendiamo le decisioni...è compito del Presidente della Regione, della Giunta, della maggioranza decidere. Se queste sono cose affrettate, allora mi sembra veramente di essere qua a scaldare la sedia e basta! Non mi pare il caso assolutamente, dopo tantissime riunioni, sopralluoghi e tutto quanto, non condivido queste sue ultime parole. Solo questo, grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Ho avuto la fortuna di sedere in quest'aula per la prima volta 23 anni fa e quindi di aver preso parte ad una quota considerevole di questo lungo periodo di gestazione, di evoluzione di un'idea, di un progetto, che ha visto grandi aspettative, grandi entusiasmi da parte principalmente della comunità di Cogne e intorno alla comunità di Cogne da parte del resto della regione. Se oggi tagliassimo il nastro, sentiremmo altri discorsi: la vittoria ha sempre molti padri, le eventuali sconfitte sono sempre orfane. Vedo disegnarsi con molta chiarezza questo scenario anche in tale aula, devo dire che prendo per la prima volta la parola su questo tema in 18 anni di consiliatura...ma credo di doverlo fare con sincerità e la doverosa lucidità, senza farci prendere nel gioco delle posizioni, né nell'irruento giacobinismo di tagliare le teste di chi ha avuto strane idee, di chi ha coltivato quello che è stato bollato da parte dei banchi della destra come un fallimento politico, né nelle dissociazioni di seconda generazione politica, di seconda generazione familiare, a seconda dei casi che vediamo e sentiamo in quest'aula. Ritengo che ognuno di noi abbia il diritto oggi di ragionare nei termini dell'interesse della nostra comunità, senza farsi necessariamente massacrare su quella che è stata l'opinione personale del proprio padre, del proprio suocero, che hanno seduto eventualmente in quest'aula, ed eventualmente riconoscendo, se lo si ritiene, di avere preso abbagli, di avere commesso errori. Siamo perché si creda, fino a prova del contrario, nell'onestà di tutti, nell'onestà personale degli amministratori, nell'onestà personale dei dirigenti, dei funzionari che hanno accompagnato quest'opera per decenni, dei tecnici anche, con un'assoluta presunzione di innocenza, mentre questo non mi pare risuoni molto chiaramente nel rapporto che è consegnato dalla commissione, nelle conclusioni che ne sono state tratte. Non chiederemo all'Union Valdôtaine di oggi di portare il cilicio e la gogna per delle decisioni passate, in quanto è libera di avere dei ripensamenti, di condurre diversamente le proprie opinioni in campo amministrativo.
Noi, peraltro, ricordiamo che quest'opera è frutto di una forte aspettativa della comunità di Cogne, in particolare - e mi piace che questo nome risuoni almeno una volta in tale dibattito - del suo grande Sindaco Ruffier, al quale riconosco non solo la grandissima e da tutti riconosciuta rettitudine morale, ma anche l'attaccamento ad una certa idea dello sviluppo della propria comunità dopo la chiusura della miniera, con quello che ha rappresentato quell'evento storico nello sviluppo della comunità di Cogne. Certo, ci sono oggi altre generazioni che la possono pensare in modo diverso, ma riteniamo che l'aver visto due obiettivi precisi, sui quali mi permetterete di tornare fra qualche minuto: il désenclavement, ossia la possibilità di avere sempre una via di uscita per quella comunità - ci tornerò, perché il discorso è stato trattato con una certa superficialità in alcuni interventi - e la questione del turismo culturale, della vocazione di memoria storica della comunità di Cogne e dell'economia valdostana nel suo insieme, che per decenni ha poggiato sulla scelta industriale, mineraria di Cogne...il voler oggi comunque riportare un po' di chiarezza su quel progetto originario non crediamo sia di troppo. È stata una vicenda molto sofferta, perché ho letto anch'io con attenzione la relazione e ho provato a ricostruirla anch'io dai documenti ponderosissimi che abbiamo consultato in questi mesi - parliamo di malloppi non indifferenti che si sono riversati sulle nostre scrivanie, ma che non hanno preso polvere, ne abbiamo fatto oggetto di approfondimento -: è stata una vicenda che è stata condotta nel segno di un'idea della Regione in grado di risolvere amministrativamente da sola, in prima persona, ogni situazione. Così si pensava negli anni '70-'80, nella crescita di potenza dell'Amministrazione regionale, e si è pensato che la realizzazione di un'opera di questa taglia potesse essere condotta sulla base di scelte di tecnici capaci...e io sono convinto che lo fossero e lo siano, che abbiano potuto fare il meglio del loro lavoro...ma sempre tenendo presente che è stato scelto di fare direttamente da un'amministrazione pubblica un'opera di questa taglia, che sempre viene devoluta all'esterno quando assume tali caratteri. Oggi, per affrontare questioni importanti come quella dell'università, o quella dell'ospedale, come è stato il caso dell'autoporto o del Forte di Bard, ci siamo affidati a dei soggetti organizzativi, a delle società esterne per condurre a buon fine; se alla fine degli anni '80, primi anni '90, quando si decise la riconversione a scopo culturale del Forte di Bard, si fosse dato un incarico e si fosse iniziato ad agire attraverso la lentezza e la difficoltà dell'amministrazione pubblica, non credo che saremmo oggi ad inaugurare delle mostre culturali, penso che saremmo in tutt'altro contesto. È un errore non tenere conto di questo - se vogliamo - vizio di carattere tecnico-amministrativo, di cui un'intera generazione politica di classe dirigente della Valle d'Aosta si deve fare carico, perché così si organizzava l'attività amministrativa allora e non era questione di un partito o dell'altro: fra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 si operava per perseguire degli obiettivi considerati strategici.
I tempi poi si sono dilatati, qualcuno ha dimenticato che, fra le più grandi difficoltà che ci sono state e sono state affrontate in questo contesto, ci sono state delle pastoie burocratiche legate alle autorizzazioni ministeriali, ai pareri, ai nulla osta che sono stati un'autentica via crucis per chi ha condotto sia nell'amministrazione che sul lato tecnico questa vicenda. Peccato che lo si dimentichi, perché il centralismo amministrativo di allora ha condotto a determinate difficoltà di interpretazione su come si potevano realizzare determinate opere e io vorrei ricordarlo, perché non se ne trova traccia nella relazione che il Presidente Empereur ha illustrato al Consiglio, ossia che questa competenza amministrativa da un anno è in transito verso la Regione. Nel decreto n. 194/2010, la norma di attuazione in materia di trasporti, si dice che "per le tratte ricadenti nel territorio regionale adibite unicamente a servizi passeggeri in ambito regionale, locale, urbano e suburbano e funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario - traduco: il trenino di Cogne...non ce n'è un'altra in tutta la Valle d'Aosta! Credo che lo ricorderà bene chi ha discusso all'epoca questa norma di attuazione in seno alla Commissione paritetica - sono trasferite alla Regione le funzioni in materia di sicurezza, nel rispetto dei principi...". Questo vuol dire che oggi, diversamente da allora, c'è un contesto normativo diverso per chiudere le partite e di questo credo se ne debba tenere opportunamente conto.
Vi sono poi stati gli incidenti di percorso, perché accadono anche questi e non sempre bisogna crocifiggere qualcuno, perché i fallimenti - che sono giustamente stati ricordati anche dalle persone intervenute in audizione in commissione -, succedono e non sono certamente imputabili né ad un amministratore, né ad un tecnico: si tratta di vicende esterne che hanno allungato di molto i tempi di questa opera e, se poi ci saranno delle responsabilità amministrative, contabili, o altro, chi di dovere se ne occuperà, se ne sta già occupando in sede di accertamento. I revirements, i cambiamenti di orizzonte dell'Amministrazione sono una moneta molto più corrente di quanto non si possa credere. Vorrei ricordare che il Teatro Splendor, che, tra l'altro, rappresenta una vicenda molto complessa e rallentata sul piano amministrativo, fu acquistato dalla Regione per farne degli uffici. Cambiare di orizzonte si può, bisogna avere motivazioni, ragionarle, ma non decidere sull'onda delle emozioni e delle paure, perché qui abbiamo considerato come ricordano bene i colleghi, perché se ne parlò due anni fa in quest'aula nello stesso mese di luglio...quando la Giunta regionale molto rapidamente, anzi il Presidente e l'Assessore portarono una risoluzione di chiusura tombale della questione del trenino di Cogne, avevamo l'impressione che vi fosse una volontà di scaricare una "patata bollente", di chiudere una partita che non si sapeva come definire diversamente. Certo erano finiti i tempi della gran cassa su questo tema, ma qui si trattava di chiudere un'operazione che si era realizzata finanziariamente - lo sappiamo oggi in base alla discussione in commissione - per tre quarti, ossia tale opera non è all'inizio, non siamo in Val Susa dove si stanno aprendo i cantieri: qui siamo in un contesto totalmente diverso dove l'opera è pressoché finita, ci sono delle manutenzioni straordinarie, degli interventi ripristinatori da fare, ma su 30.000.000 spesi si parla di 10-12.000.000 per la chiusura di questa opera e il suo avvio. Questo perché si abbiano le dimensioni, poi ciascuno è libero di assumere le proprie decisioni, ma non di creare quella dinamica emotiva per cui bisogna a tutti i costi disfarsi del problema in modo brutale. E soprattutto noi non accettiamo che si lavori ulteriormente sull'equivoco: questo non è mai stato il trenino della neve, perché adesso sembra che tutto sia collegato al fatto che tale strumento, che è stato immaginato - ripeto - in funzione della comunità di Cogne, di un turismo culturale per il ripristino di quella struttura, non funziona perché non è comodo per gli sciatori, perché non ne porta abbastanza, perché non siedono in modo abbastanza comodo nelle carrozze, eccetera: esso è nato con altra filosofia, allora dimenticarsi questo è un errore ed è un errore gravissimo credo confrontarne i costi di gestione con la telecabina Aosta-Pila, ma come si può? Sono due strutture che hanno una natura e delle finalità totalmente diverse!
Negli emendamenti che state presentando alla finanziaria voi chiedete di svincolare la Regione dal rapporto di popolazione, dite che qui siamo un contesto diverso e non è forse questa una struttura con una sua identità e anche un costo diverso? Vogliamo confrontare i costi di gestione del Forte di Bard con quelli di qualche struttura di valenza culturale, come i musei di Firenze o Venezia? Allora non ne chiudiamo uno, ne chiudiamo tre di Forte di Bard, perché sono delle realtà totalmente diverse! O si crede in una certa vocazione...si può decidere poi che sia troppo la spesa, ma, se ci si crede, non la si confronta arbitrariamente con delle funzioni che sono totalmente diverse. Sottraiamoci quindi, colleghi, al sottile ricatto: trenino o funivia? "A questo punto quasi quasi, visto che ci siamo, mettete sul tavolo qualche soldino, facciamo la funivia e morta lì per il trenino", ma come, finita la traversata del deserto, si chiede: "vuoi mangiare o bere?"! "Vorrei tutte e due". "No, o mangi, o bevi, perché non te li diamo i soldi per tutti e due". Non è così che si lavora, non è così che la Regione Valle d'Aosta tratta le sue comunità! O c'è bisogno della funivia e si farà anch'essa...ma non aut aut. Si va a vedere di cosa c'è bisogno e soprattutto non si lascia un'opera interrotta con delle motivazioni come queste. Un'attenta rilettura di tutto il lavoro che è stato fatto, dalla "relazione Grasso" in poi, ha portato a riconoscere che l'impatto economico del completamento dell'opera e della sua gestione, o anche solo del suo utilizzo in via emergenziale è molto minore di quanto non si fosse paventato all'inizio. Noi poi ci permettiamo, visto che non siamo noi a tenere i cordoni della borsa, di ricordarvi che i cordoni a volere e a piacere ogni tanto si allargano, perché quando c'è qualcosa in ballo che si ritiene meritevole...quest'opera si sarebbe potuta chiudere già solo con quanto è stato l'aumento dei costi della funivia del Monte Bianco, l'aumento dei costi che si è verificato fra un appalto e l'altro! Tale opera si può chiudere già solo con una quota minima di quello che si stima di dover mettere per grandi opere che sono in corso di realizzazione, con meno della metà di quanto si pensa di investire in svincoli stradali, con una quota di un terzo, un quarto di quello che si pensa di "buttare" nel metrò della città di Aosta, ma non ci sono più i soldi...no, qui è uno spreco indecoroso e non si deve fare! Noi crediamo che in questa discussione si sia portato il discorso troppo in là, non lo vogliamo seguire, non lo condividiamo in tali termini perché, quando vuole, la Regione autonoma Valle d'Aosta trova i soldi per concludere e la grossa vergogna sarebbe, o sarà purtroppo - perché sappiamo qual è il posizionamento della maggioranza attuale - di non avere chiuso il cerchio che si poteva e si può chiudere e quindi "si farà la macelleria".
Guardate, ho trovato di scarsa lungimiranza l'idea adesso di far balenare alle amministrazioni locali gli interessi di utilizzo immobiliare localizzati sui due versanti. Certo, capiamo benissimo che le strutture inutilizzate debbono essere riconvertite, ma adesso, se avete letto con attenzione il posizionamento delle amministrazioni, fra quelle della passata legislatura e quelle dell'attuale legislatura c'è un cambiamento di orizzonte, un cambiamento di rotta. Adesso "c'è una casa, utilizziamola per lecite e lodevoli attività di soccorso per i mezzi", eccetera, "c'è il problema dell'attraversamento della Renato Rosa", "c'è il problema di utilizzare una tratta ferroviaria", "facciamo una pista ciclabile"... È in questi termini che ragiona la Regione autonoma Valle d'Aosta, su un'opera che per 30 anni è stata considerata - e, a nostro modo di vedere, lo è ancora - strategica, ossia ragioniamo in termini di "frattaglie"? No, non è così che si fa, non lo condividiamo.
Crediamo che, al di là dell'utilizzo singolo e anche giustificabile, sia un errore precludere il domani. L'errore catastrofico è pensare che le cose come le viviamo noi oggi...con il trend turistico di oggi, quello che porta il collega Zucchi a dire: "andiamo tutti sui grandi poli turistici: a Courmayeur, a Cervinia, a Champoluc, il resto della Valle conta poco, voti ce ne sono pochi, facciamo il grosso del lavoro turistico sulle grandi località", eccetera, noi su questo non siamo d'accordo. La Valle d'Aosta è un tutt'uno, è grande nel suo genere a Pontboset come a Courmayeur, ciascuno ha i suoi diritti, ha la sua vocazione e deve essere rispettata e, se c'è un'opera con una valenza strategica - dirò anche il perché -, è proprio questa. Colleghi, con quale tranquillità d'animo si può venire a dire che, siccome abbiamo fatto dei lavori importanti - e lo sono stati -, sulla strada regionale n. 47 a Cogne, ormai la questione è chiusa? Ma dove viviamo? Nel 2009 la Valgrisenche non è stata chiusa per più di due mesi? In questo momento il nostro Assessore non è alle prese con qualche problemino su per Valpelline e non si sta parlando di tenere chiusa per mesi la statale a Courmayeur? Ma voi credete che Cogne...io auguro a Cogne di avere un'assoluta...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
...no, ma se non ci dicessimo, caro Lattanzi, che la Valle d'Aosta potrebbe subire altre alluvioni, sapendo che ne ha avute 4 all'anno per 2000 anni...scusate, volevo dire 1 ogni 4 anni statisticamente...se non lo sapessimo e non lo prevedessimo, saremmo degli incoscienti! Pensate veramente che non possano presentarsi problemi di viabilità sulla strada di Cogne? Pensate veramente quello che c'è scritto nella vostra risoluzione: che in ogni caso con le moderne tecnologie, due rotazioni di elicottero e via...il problema di una comunità di 1.000 persone come quella di Cogne? E noi tiriamo veramente su il muro dai due lati per dire che questo è finito? Oppure li portiamo su con la funivia e giù con gli sci qualora dovesse mai succedere qualcosa e li facciamo andare su di nuovo, perché naturalmente la vita continua... Ma sappiamo cos'è Cogne? Sappiamo che realtà particolare è stata? Che storicamente non ha neanche gravitato sul centro Valle, perché gravitava sull'altro versante delle Alpi, come sa bene chi l'ha vissuta? Allora in riferimento all'unica valle che ha un doppio collegamento, noi chiudiamo e via, morta lì...tanto, se succede qualcosa, ci pensa Air Vallée! No, non è così che pensiamo si possa chiudere tale vicenda, ci rammarichiamo che altri che in passato hanno avuto credo convintamente l'idea di essere custodi di una visione prospettiva di civiltà...insomma abbiamo fatto dei musei a Cogne per questa memoria che deve esserci, questo che è il pezzo forte: impegnarsi per recuperare turisticamente le miniere...e io ricordo 10 anni fa autorevolissimi personaggi della politica italiana chiederci impegno per l'inserimento delle miniere di Cogne nel patrimonio dell'UNESCO, vero o no?
Potrà essere un'idea altisonante, ma oggi si vuole chiudere per questo differenziale economico, per riconoscere la fondatezza di una posizione politica arrembante, come quella che è stata oggi manifestata, si vuole chiudere una partita come questa. Noi lo crediamo un passaggio disinvolto, un passaggio non equilibrato e soprattutto un sacrificio ingiusto per la comunità di Cogne e per una certa idea della Valle d'Aosta che, a nostro avviso, si collegava e si collega ancora con tale opera.
Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Intanto ringrazio vivamente l'attività attenta e approfondita della IV Commissione e del Presidente, che ha voluto fare un'azione seria, ha voluto mettere a disposizione di tutti coloro che fanno parte della commissione e a coloro che hanno voluto partecipare a questo lavoro tutti gli elementi per poter valutare. Vi è stata quindi la possibilità di ascoltare tutte le voci, sicuramente 30 anni di progettazioni, di lavori, di delibere, di dichiarazioni non sono poca cosa e immaginare di assumere una decisione senza questo approfondimento sarebbe stato veramente poco serio. Credo che converrete tutti sul fatto che anche la risoluzione che è stata predisposta è una risoluzione che tiene conto in modo equilibrato, ragionevole e soprattutto senza voler andare a cercare colpevoli e capri espiatori, ma è un'analisi seria da offrire alla nostra comunità. Vede Louvin, noi possiamo avere tutti i difetti di questo mondo, ma ci riteniamo delle persone serie e, quando andiamo a Cogne, non andiamo per "lisciare il pelo", o per cercare del consenso, andiamo per confrontarci e le assicuro che siamo accolti sempre molto bene. Non abbiamo bisogno di escamotages per raccogliere del consenso, non è la nostra ricetta, non so se è la ricetta di tutti. Oggi andiamo a fare dei ragionamenti, dove dobbiamo tenere conto della situazione attuale; non stiamo dicendo che 30 anni fa avevamo degli scellerati, il mondo è cambiato: è cambiata la tecnologia, sono cambiate le condizioni di sicurezza e probabilmente, se si fosse realizzato nell'arco di 5-10 anni, oggi non avremmo questo problema. Vi ricorderete, il dramma del Monte Bianco ha cambiato il mondo delle gallerie: dall'oggi al domani le gallerie che erano autorizzate non lo sono più e non è che quelli che avevano progettato le gallerie prima fossero degli stupidi, sono cambiati i requisiti di sicurezza. Tale decisione arriva in quest'aula dopo un confronto e quando sentite le comunità, mi spiace che lei voglia considerare le comunità così povere, perché lei ha detto: "avete fatto balenare...", ma cosa abbiamo fatto balenare? Abbiamo ricevuto delle istanze, sono loro che sono venuti a farci delle proposte, nessuno ha fatto balenare niente! Le comunità, di fronte ad un problema, seriamente hanno fatto delle proposte; lei dicendo: "avete fatto balenare" dice un falso, non è così, li offende, perché non è così!
C'è stato un dibattito, c'è stata un'analisi realistica, poi si può non essere d'accordo, ma è "farina del loro mulino", non c'è nessuno che è andato a far balenare nulla. Anche rispetto a dei ragionamenti che lei ha fatto e che sono stati ripresi, non voglio adesso personalizzare gli interventi, ma l'idea di Colonna e l'idea del recupero non è una cosa nuova. Anche lì credo sia sufficiente andare a guardare la documentazione, la collega Morelli ha tribolato a trovare documenti degli anni '80, ma è sufficiente andare a vedere la discussione che abbiamo fatto nella precedente legislatura sul recupero del sito su Colonna e su quelli che potevano essere i costi e gli investimenti. Il Consiglio regionale della precedente legislatura ha preso atto, non ha detto "no, assolutamente", ma ha preso atto di quelli che potevano essere gli sforzi, di quello che poteva essere un rapporto costi-benefici. Dopodiché, se lei mi dice che l'UNESCO è pronta a finanziare il recupero, io sono subito con lei, ma l'UNESCO, soggetto qualificato che ha tutta la nostra considerazione, non è un soggetto finanziatore. Quando si dice: "dobbiamo assicurare un'altra via di collegamento"...vada a vedere gli studi, c'è scritto, ma il costo non è 10.000.000, ma 200.000.000...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
...no, lei non si permetta di dire: "cosa sta dicendo"; lei deve solo andare a leggere! Non sto affermando che lei deve fare delle grandi elaborazioni: deve andare a leggere la documentazione che c'è in commissione! È troppo facile venire qua e fare delle grandi dichiarazioni, basta andare a leggere; nell'ambito delle dieci valutazioni che sono state analizzate dai tecnici, ce n'è una che dice: "quella che ha una ragionevolezza, un'utilità effettiva è la strada, 200.000.000", quello è scritto! Se parliamo di via di collegamento, quindi parliamo di questo, non diciamo che con 10.000.000 assicuriamo un collegamento: con 10.000.000 facciamo un rattoppo, facciamo qualcosa che non ha nessun significato e lo studio lo dice! Ecco perché noi non veniamo qua a carpire la buona fede delle persone dicendo: "guardate..." E badate bene nell'ambito della documentazione, io non sono un amante come altri colleghi delle valutazioni dell'organo di controllo, ma quest'ultimo esordisce dicendo: "non è possibile utilizzare questa infrastruttura senza investimenti sproporzionati"; quindi qua non abbiamo neanche bisogno di aspettare valutazioni ex post, lo dice già nelle premesse della valutazione. Louvin e Donzel, abbiate pazienza, capisco che il gioco delle opposizioni sta sempre nel mettere in discussione, ma, per la stima che ho nei vostri confronti, evitiamo di fare il gioco delle parti quando l'universalità della nostra comunità dice che noi dobbiamo assumere una decisione! Se qualcuno mi dice che i cittadini non capiscono, se qualche cittadino ha seguito questo dibattito e non ha capito quello che qualcuno di voi ha detto e quello che avete scritto (perché qualcuno di voi ha detto: "non si spende più un euro, si chiude" e poi scrivete delle cose diverse); se c'è qualcuno che non capisce, non capisce quello che dite voi, quindi non state a guardare gli altri! Noi stiamo facendo una valutazione onesta, diciamo: c'erano delle condizioni diverse, oggi fatti i rapporti costi-benefici, il cambio della normativa, le esigenze, si sta facendo tutto un ragionamento in coda sull'ultima fase di tale risoluzione.
In quest'ultima frase è scritto "approfondire", non è scritto altro, non stiamo prendendo in giro nessuno, nessuno ha fatto balenare delle soluzioni elettorali, c'è scritto: "approfondire con gli enti locali interessati le proposte per la realizzazione di un collegamento fra i comprensori di Pila e di Cogne, attraverso la predisposizione di uno studio che, partendo dai dati e dai documenti esistenti, sviluppi valutazioni e scenari aggiornati, coerenti con gli assetti socio-economici turistici attuali e con l'evoluzione tecnologica avutasi in questi anni nel settore". Nessuno è andato su a dire: "guardate è successo questo", c'è scritto "approfondire"; nel libro di Brooklyn non c'è il significato di approfondire? Approfondire vuol dire studiare, verificare, fare un'analisi; non c'è nessuno che è andato a dire: "guardate, abbiamo risolto il problema, facciamo una funicolare"... Lì studiamo, dopodiché ognuno sarà libero di dire come la vede, ma approfondire vuol dire questo, così come abbiamo fatto per Colonna e per gli altri progetti.
Oggi facciamo un cattivo servizio alla nostra comunità dicendo sempre che la maggioranza fa delle operazioni propagandistiche, che, anziché spendere a destra, possiamo andare a sinistra, perché poi l'altro giochino è quello di mettere in competizione gli investimenti. Siamo riusciti a mettere in competizione la comunità di Cogne con quella di Courmayeur dicendo che potevamo fare il trenino di Cogne con l'aumento dell'investimento relativo alle funivie del Monte Bianco. Ricordo semplicemente che le funivie del Monte Bianco sono un'operazione con una valenza non solo regionale e nazionale, ma internazionale, che questa dovrebbe essere un'operazione dove c'è un grosso cartello all'inizio di Pont-Saint-Martin con un countdown: "fra x giorni aprirà la funivia del Monte Bianco", questa sì bellezza unica nel mondo! Ecco la differenza, con dei numeri che possono essere un traino per tutta l'economia turistica della Valle d'Aosta, ecco quello che dobbiamo fare e dire che quello è un investimento che ha avuto un aumento di costi non perché l'Amministrazione regionale lo ha scelto, ma perché, purtroppo, una cantierizzazione e un appalto fatto a 3.000 metri hanno dei costi che sono elevati e la parametrazione fatta prima teneva conto di costi standard, che si sono rivelati non sufficienti, tanto che l'appalto è andato deserto. Questo è il ragionamento, ma non lo facciamo solo noi, il Presidente a Roma si è confrontato e tale operazione del Monte Bianco è considerata di interesse nazionale, con valutazioni positive in ambito CIPE. Da questo punto di vista, credo non sia corretto continuamente fare paragoni, perché fra un po' - sono veggente -, quando parleremo dell'elettrificazione, cominceranno a tirare fuori: "ma perché mettere nell'aeroporto, possiamo mettere nell'elettrificazione", perché questo, perché quest'altro, sempre cercare di mettere in competizione! Non è un gioco particolarmente onesto, perché sono argomenti totalmente diversi, su piani totalmente diversi!
Credo che la maggioranza, partendo dal lavoro della commissione, abbia predisposto una risoluzione che ci permette di avere delle certezze e di non sprecare. Qui qualcuno ha parlato degli espropri, sono quelli che ci consentono - perché sugli espropri stiamo parlando del tratto nuovo da Acque Fredde a Plan Praz - di risolvere un problema di collegamento con una frazione, ossia, nell'ambito di questo argomento, ritengo sia un'azione responsabile e che i nostri cittadini apprezzeranno molto.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. È stato evocato l'inizio di questa avventura, che oggi sottoponiamo all'attenzione del Consiglio per mettervi la parola fine. La collega Morelli aveva citato una delibera del maggio 1980, ero allora Assessore alla sanità e posso dirvi che ero impegnato nella riforma sanitaria, non ho allora forse visto nei dettagli quello che era l'incarico - perché di questo si trattava -, perché il tutto nasce nel 1984 con la presentazione del famoso disegno di legge concernente la realizzazione del collegamento ferroviario per il trasporto di persone Cogne-Charemoz. In quella occasione gli attori di allora - li leggo non in ordine, ma perché è giusto ricordarli - si erano così espressi: Millet (PC) "sono d'accordo", Maquignaz (ADP) "concordo", Riccarand (Nuova Sinistra) "anche il nostro giudizio su questo collegamento ferroviario Cogne-Pila è favorevole", Torrione "favorevole", De Grandis (PRI) "favorevole", Stévenin (UV) "favorevole", Beneforti (DC) "favorevole", Tonino "favorevole", Aloisi "favorevole" e l'Assessore di allora, Borbey, che portava avanti questo discorso, che adesso non so dove si colloca, credo abbia degli amici in Consiglio...adesso è difficile la mappatura tranne per l'Union, dove è abbastanza facile dire quelli che c'erano e quelli che ci sono...e qualcuno è passato da un'altra parte...
(interruzione del Consigliere Louvin, fuori microfono)
...non facciamo commenti su quello che è successo, tenendo conto di quelle che sono le valutazioni, però l'Assessore Borbey, che si era lamentato di essere arrivato in ritardo alla discussione, non si ricordava più i nomi dei progettisti, che erano allora Berthod e un altro di cui non ricordo il nome...e così iniziò l'avventura della ferrovia. Ho detto questo perché si è voluto ricordare e allora ricordiamole le situazioni. Sotto tale profilo, tutti erano concordi, vorrei ricordare una discussione molto accesa sul dopo 1979, perché il problema era lo choc della chiusura della miniera e di lì è iniziato...per cui nel 1980 c'era stata questa prima delibera di incarico per arrivare alla definizione. Questa è la storia che qualcuno ha detto - correttamente - poteva avere un esito diverso, ma su questo ci sono state delle sottovalutazioni sul modo di condurre...delle difficoltà nel riuscire a far capire che quel tipo di ferrovia, quel tipo di tranvia non poteva convivere, secondo i Ministeri, con un trasporto di persone e questo si trova nella documentazione. Ora non sto cercando scuse, ma quando qualcuno dice: "si prendono la responsabilità del fallimento"...attenzione, all'origine era una situazione che doveva governarsi...e forse poteva avere un esito diverso se in quel momento avesse avuto una realizzazione anche diversa. Non possiamo quindi né scandalizzarci, perché allora è stata presa tale decisione, né immaginare che erano tutti cretini perché l'avevano presa. È stata adottata con un'idea, io onestamente oggi non sono dell'idea di continuare questa esperienza non solo per i soldi che ci sono da mettere, ma perché è superata come concezione di trasporto.
Diverso è invece quanto avete detto sulla questione dell'eventuale utilizzo parziale della miniera. Domenica ero con l'Assessore Lanièce a Cogne, dove è stato proiettato un filmino di 120 minuti prodotto dai giovani del posto nell'ambito del progetto MOTO, dove intervistavano gli ex minatori, c'era tutta la storia e alla fine gli chiedevano: "cosa vorreste farne di questa miniera?", molti hanno detto: "se è possibile valorizzare almeno la parte alta, il collegamento...", qualcuno ha spiegato come sostanzialmente sotto questo profilo...tutti si sono resi conto che la miniera in sé...che non è ancora di proprietà regionale, perché la Regione insiste nel chiedere a Fintecna che abbia l'accortezza, prima di passarcela, di metterla in sicurezza, perché la messa in sicurezza è il vero costo della miniera, dopodiché, per quanto riguarda la gestione, non abbiamo mai detto di essere contrari a tale utilizzo. Non abbiamo mai detto che non è immaginabile uno studio collegabile con un valido utilizzo a fini di turismo culturale, che abbia tali possibilità; questo lo voglio chiarire, altrimenti vi è il rischio di sentirci dire: "voi volete chiudere, non volete niente, non volete fare e ci contrastate su tutto", non è così! Abbiamo portato all'inizio di questa legislatura una mozione, che discutiamo due anni dopo, discutiamo dopo l'approfondimento...noi l'avevamo portata allora solo per dire qual era l'evidenza, ossia che non si poteva più continuare a far finta che su questo ci fossero ancora perizie e controperizie. Noi su questo abbiamo detto: "non si può più andare avanti" e abbiamo deciso di portare tale proposta, che oggi troviamo articolata in una risoluzione completa e corretta, con degli spunti di riflessione molto diversi che ritengo siano un fatto positivo; questo credo sia l'anello di congiunzione fra i due sistemi.
Noi riteniamo, come è stato detto da chi è intervenuto, che la comunità di Cogne abbia gli stessi diritti delle altre, sicuramente ha patito quel periodo, chiede di essere collegata con la zona di Pila da sempre, le modalità sono da accertare, ma attenzione il désenclavement di cui parlava Louvin non dobbiamo viverlo come se la soluzione potesse passare solo attraverso tale metodo! Oggi abbiamo, per fortuna, una strada che ha già avuto degli investimenti per più di 200.000.000 di euro per la messa in sicurezza, cosa che sicuramente quando avevamo parlato di questi temi...non dimentichiamo che la strada di Cogne era chiusa d'estate e d'inverno alla minima pioggia! Per venire a quello che dicevano i colleghi sulla presa di responsabilità, la responsabilità di aprire molte volte se la prendevano persone che hanno anche rischiato e in modo molto diverso da oggi: la responsabilità di dire: "si passa" seguiva delle regole più pratiche, ma che coinvolgevano direttamente la gente del posto. Credo quindi che non sia questa realizzazione o non realizzazione quella che risolve i problemi dell'isolamento di Cogne, ormai l'isolamento non c'è più, come sicuramente è stato detto, ci sono moderni mezzi di raccordo che fanno capo alla protezione civile, perché è stato evocato il rischio di alluvioni e noi ci auguriamo che questo non succeda con la frequenza di prima, ma non possiamo dire che non succederanno più. L'essere allertati e l'aver fatto dei piani che i Lavori pubblici stanno seguendo con la Protezione civile vuol dire essere oggi in grado di intervenire dove ieri non potevamo farlo; quindi tutto questo ha una valenza del tutto diversa. È stato detto: "ma adesso c'è anche la norma di attuazione: la n. 194, che ci permette di intervenire", la norma di attuazione dice solo che abbiamo la possibilità di intervenire su questo tratto sempre rispettando le regole normali, che sono quelle che già abbiamo seguito fino adesso, non cambia niente, non è che noi possiamo dettarci le regole! La norma di attuazione l'abbiamo voluta, l'abbiamo discussa, eravamo assieme in Commissione paritetica, quindi ci ricordiamo anche del perché, di come ci siamo fermati su questo dicendo cosa potrebbe cambiare e abbiamo visto che le conclusioni sono di poter avere, da un punto di vista amministrativo e gestionale, delle potenzialità che oggi non avevamo, ma tutto finiva lì.
Sulla questione degli impegni non voglio farla troppo lunga. In quest'aula è stata ricordata la storia, le difficoltà che si sono incontrate per il tentativo di realizzazione, che oggi con questo capitolo si chiude. Dobbiamo trovare delle alternative pensando a Cogne come ad un territorio che ha il diritto di essere ricollegato...se ci sono delle possibilità...e il collega Comé ha ricordato tutti gli studi fatti a suo tempo, che non sono dimenticati: serviranno come base per dire che da questo partiamo per capire.
Già quando nel 1984 ne aveva parlato Riccarand - aveva parlato di una cremagliera -, aveva chiesto di valutare da subito le possibilità di altre soluzioni, quindi non inventiamo nulla; siamo solo oggi malauguratamente a prendere atto che abbiamo avuto difficoltà che hanno portato a non poter chiudere tale opera, che, se fosse stata chiusa allora, avrebbe forse dimostrato una sua validità, con tutte le remore che conosciamo, sapendo quanto questa veniva a costare, quanto questo avrebbe inciso nell'ambito di un fatto gestionale che sarebbe stato a carico della collettività.
Con questo noi riteniamo che il lavoro svolto...e mi associo anch'io ai ringraziamenti alla commissione e a tutti quelli che sono intervenuti, perché hanno messo in evidenza aspetti diversi, mentre quello che meno capiamo è riprendere la polemica su chi è il responsabile: parliamo di livello politico. Credo che la partenza sia stata decisa "al botto", tutti contenti, tutti pensando di fare un'opera che avrebbe avuto un suo significato e che era positiva. Io lo dico: quando si era immaginato questo, si aveva tale sensazione, purtroppo oggi dobbiamo dire che questo progetto non è andato a buon fine e ci sembra corretto dire che dobbiamo cambiare registro. Questa è la prospettiva, le soluzioni ci sono sia per l'utilizzo della parte mineraria di Cogne, sia per quanto riguarda le strutture emergenti, come ha detto l'Assessore, quindi su questo lavoreremo senza perdere tempo e investendo quanto che è necessario, affinché le collettività locali siano rispettate nell'ambito delle loro aspirazioni. Grazie.
Presidente - Il Consiglio prende atto della relazione della IV Commissione.
Il Consiglio
Premesso che:
- nel corso della seduta consiliare del 28 luglio 2009 è stata depositata, a firma del Presidente della Regione, Augusto Rollandin, e dell'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Aurelio Marguerettaz, una risoluzione per l'abbandono del progetto di portare a compimento il collegamento ferroviario Pila-Cogne;
- il Consiglio regionale, ritenuto opportuno approfondire ulteriormente la materia, ha concordato di non iscrivere all'ordine del giorno dell'adunanza la risoluzione e di trasmetterla alla IV Commissione consiliare permanente per le opportune valutazioni;
- che la risoluzione in questione è stata trasmessa, con nota in data 3 agosto 2009, all'attenzione della IV Commissione consiliare;
Considerato che la IV Commissione consiliare aveva già avviato l'approfondimento in merito al collegamento tranviario intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz a seguito della documentazione trasmessa da parte dell'Assessore regionale al turismo, sport, commercio e trasporti con nota prot. n. 15183/SAF del 16 ottobre 2008;
Atteso che la IV Commissione ha ultimato i propri lavori con l'approvazione, a maggioranza, di una relazione;
Visto che il Presidente della Commissione, con nota del 28 aprile 2011, ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio la relazione di cui trattasi, con la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno di una prossima adunanza consiliare;
Esaminata l'allegata relazione conclusiva della IV Commissione consiliare sul collegamento tranviario intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz.
Prende atto
della relazione stessa.
Allegato
(omissis)
Presidente -Procediamo alla votazione delle due risoluzioni inerenti l'oggetto: la prima è quella presentata dai gruppi ALPE e Partito Democratico.
La parola al Vicepresidente Chatrian, per dichiarazione di voto.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente. Ho ascoltato attentamente il dibattito avvenuto questo pomeriggio in aula, si tratta di un dossier importante. Registriamo il posizionamento di questa nuova maggioranza, posizionamento che il Presidente della Regione ha ulteriormente specificato. Nessuno vuole incriminare la caccia al colpevole dal punto di vista politico, quindi condividiamo quelle considerazioni. La nostra non è una risoluzione di buon senso, ma va nella direzione che...30 anni sono passati, sicuramente le esigenze sono cambiate, come pure le normative; "non si poteva fare meglio, si doveva fare meglio" è stato detto da parte di tutti, anche da parte nostra.
Conosco abbastanza bene lo studio di fattibilità commissionato nel 2006 a Finaosta dall'Assessorato del bilancio: avevo un ruolo completamente diverso, ma lo conosco molto bene, ne conosco i punti di forza e i punti di debolezza. Parliamo di risorse importanti, ma non spaventose, il Presidente della Regione prima ha detto che il problema principale con Fintecna non è tanto il valore dell'acquisizione della concessione, ma è il costo della bonifica, tant'è vero che lo studio di fattibilità parla di un primo step importante di 15.000.000 di euro di investimenti, non sono noccioline, ma non sono neanche delle risorse stratosferiche considerato che è un qualcosa di autentico, di valenza non solo regionale, ma forse nazionale. Dico questo perché la nostra risoluzione segue due strade importanti: la prima, il fatto di non smantellare tale infrastruttura poteva ancora dare la possibilità di comunque collegare le due comunità, "10-11.000.000" è stato detto questo pomeriggio, 30 sono stati spesi... Non è vero che le esigenze sono totalmente cambiate, chiudere quest'opera vuol dire - speriamo di essere smentiti - chiudere il secondo obiettivo: quello non solo dell'acquisizione alla Regione del sito minerario di Cogne, ma soprattutto il suo recupero, perché poteva avere un fil rouge...questo è quello che abbiamo scritto nella risoluzione.
"Il gioco delle parti" ha detto l'Assessore Marguerettaz - al quale sovente piace utilizzare questo termine, non solo su tale dossier -, non sempre c'è il gioco delle parti, penso che si debbano approfondire e dettagliare meglio le posizioni che i gruppi politici possono avere su dei dossier importanti, che hanno avuto dei dibattiti e delle ricadute completamente diverse in questi 30 anni.
Oggi è una giornata importante: la maggioranza decide di chiudere il "buco" esistente, i lavori fatti in questi 30 anni, questa è la scelta. Noi non siamo d'accordo per le motivazioni appena esplicitate. Si gira pagina...secondo noi, lo si poteva fare in maniera diversa ed eventualmente valutare il discorso del collegamento funiviario, mentre oggi si decide politicamente che si chiude tale strada. Magari si aprirà la strada della valorizzazione della miniera di Cogne, "magari" è stato detto, ma si apre un altro scenario: si approfondirà nel dettaglio il collegamento funiviario. A nostro avviso, le due cose non vanno di pari passo, sono due argomenti del tutto diversi, ma questo è quanto registriamo. Oggi si chiude il collegamento fatto e politicamente è una scelta che non condividiamo. Grazie.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente. Nell'esposizione, abbiamo cercato di illustrare...avevamo presentato la proposta della miniera che è disgiunta dal collegamento. Il collegamento che era stato fatto...evidentemente la nascita del trenino era collegata con la miniera, ma, quando si era pensato a rifare il collegamento fra Pila e Cogne, non era per utilizzare la miniera a fini turistici, ma era per il discorso turistico vero, ossia fra i collegamenti...questo è da dire. Noi, nell'ottica dell'utilizzo ottimale della miniera a livello museale, ribadiamo che non solo siamo disponibili, ma aspettiamo queste considerazioni per poter andare avanti con l'Assessore all'ambiente e con l'Assessore al turismo, per fare le valutazioni del caso. Il che ripeto non deve, né può essere collegato con il trenino, come invece fate nel primo comma, questa è la differenza. Siamo quindi contrari a tale tipo di impostazione.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dai gruppi PD e ALPE, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Evidenziato il contenuto della deliberazione della Giunta regionale n. 413 del 15 febbraio 2008 in cui veniva istituita una Commissione di esperti al fine di valutare l'efficacia delle scelte progettuali e delle modalità esecutive, di individuare eventuali carenze e relativi profili di responsabilità e di delineare gli interventi necessari per la messa in sicurezza della tranvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz;
Vista la relazione in data 22 ottobre 2008, predisposta dalla società Geodata di Torino;
Preso atto delle diverse relazioni predisposte dalle commissioni appositamente costituite nonché della relazione presentata dalla IVa Commissione consiliare, della quale non si condividono le considerazioni finali, palesemente in contrasto con quanto precisato, sostenuto e richiesto nelle diverse audizioni ante 2010 sia dagli amministratori che dai tecnici auditi;
Ritenuto indispensabile mantenere in essere e rendere operativo quanto sinora fatto a livello di infrastrutture al fine di non precludere l'utilizzo del collegamento ferroviario tra le due località, di limitare i danni economici sostenuti dall'Amministrazione regionale e di dar seguito ad un'idea lungimirante, largamente condivisa a livello politico e istituzionale ed oggi indubbiamente ancora interessante per il sistema turistico regionale;
Considerata la finalità dell'opera fissata con unanime consenso 30 anni fa e a tutt'oggi valida nonostante le enormi difficoltà procedurali e politico-amministrative, ai fini della valorizzazione e dell'integrazione dell'offerta turistica delle località di Cogne e Pila, che necessitano di un ampliamento della gamma di opportunità per attirare l'interesse di nuovi target e per fidelizzare ulteriormente gli attuali estimatori;
Ricordata l'importanza di mantenere operativa una via di accesso alternativa per l'abitato di Cogne, posto al vertice di una valle dalla morfologia particolare e non del tutto al riparo da possibili eventi franosi che possono comprometterne l'accessibilità;
Nella convinzione che sia indispensabile valorizzare l'offerta turistico-culturale museale e che il trenino offrirebbe ai visitatori un viaggio nella storia attraverso un itinerario industriale-minerario unico e indimenticabile per la nostra comunità, che non può e non deve essere banalizzato ed ancor meno dimenticato;
tutto ciò premesso
Impegna
il Governo regionale
- a presentare in tempi brevi alla IVa Commissione consiliare una proposta esecutiva che, partendo dall'infrastruttura finora realizzata, renda finalmente fruibile la linea ferroviaria al fine di rispondere alla duplice necessità di collegare, da Acque Fredde, il fondovalle con il sito minerario di Cogne, in funzione della realizzazione di un parco minerario a carattere turistico-culturale che valorizzi la memoria della vita in miniera e di garantire alla popolazione di Cogne una via di soccorso permanente e sicura;
- a perseguire con determinazione l'obiettivo dell'acquisizione alla Regione del sito minerario di Cogne e del suo recupero a scopo museale.
F.to: Bertin - Giuseppe Cerise - Chatrian - Donzel - Carmela Fontana - Louvin - Patrizia Morelli - Rigo
Consiglieri presenti e votanti: 32
Favorevoli: 8
Contrari: 24
Il Consiglio non approva.
Presidente - Procediamo ora alla votazione della risoluzione presentata dalla maggioranza.
La parola al Consigliere Louvin, per dichiarazione di voto.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Intervengo per fare una brevissima considerazione sulla risoluzione come prospettata dalla maggioranza e per una puntualizzazione. Non ritorniamo sugli argomenti che abbiamo ampiamente sviscerati, ci sono posizioni diverse, ci sono linee e ripensamenti, è inutile calcare la mano su entusiasmi e abiure, ma una cosa deve essere puntualizzata in quest'aula e lo devo fare non per puntiglio di diritto, ma perché ha un senso politico particolarmente grave: è il richiamo come argomento...di autorità per questa scelta, alle valutazioni effettuate da quello che è stato definito l'organo di controllo. Io ero rimasto che dal 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione, di organi di controllo sulla Regione non ve ne fossero più e sono rimasto interdetto nel sentire che l'organo di controllo ha già detto che un eventuale intervento di completamento e ripristinatorio è sproporzionato. Ho capito poi a cosa ci si riferiva con l'organo di controllo: è una citazione puntuale che abbiamo ritrovato in atti...il documento della Procura della Corte dei Conti, ossia l'organo di accusa in un procedimento che è in corso...e che sta facendo le sue valutazioni e all'interno di tali valutazioni ritiene sproporzionato...e questo perché la Corte dei Conti, che non è organo di controllo...non stiamo parlando della futura Sezione di controllo che non è ancora stata istituita: stiamo parlando di un atto di accusa. Di atti di accusa della Corte dei Conti ne abbiamo conosciuti nel passato di pesantissimi, anche nei confronti di amministratori regionali e locali, ma mai è stata utilizzata una valutazione di un organo di accusa per fondare una decisione amministrativa di questa Regione. Questo lo respingiamo totalmente e invitiamo l'Assessore Marguerettaz a fare un'accurata riflessione sull'utilizzo di certi argomenti. Chiudo la parentesi, questa è una questione a sé stante, l'Assessore, nel riferirsi a quel documento, ha commesso un errore gravissimo, perché non è la Procura della Corte dei Conti che decide amministrativamente se è ragionevole o no fare un'opera: è una decisione politico-amministrativa dell'Amministrazione attiva e semmai sindacata in altra sede dall'organo giudicante, ma mai dall'accusa in un procedimento che riguarda una persona ben definita e non altri soggetti.
Detto questo, perché "no" all'impegnativa proposta dalla maggioranza? I due termini utilizzati sono emblematici: "rinunciare" e "vendere". L'epilogo di tutta la vicenda è rinunciare al completamento della tranvia ed effettuare l'alienazione dei beni, come se l'urgenza fosse nell'alienare dei beni... Noi abbiamo spiegato - e lo ribadiamo - che è un errore privarsi funzionalmente delle due testate per eventuali utilizzi futuri della linea, che siano di natura turistica o meno; che è un errore gravissimo pregiudicare la proprietà pubblica di queste due sezioni dell'opera. Dissentiamo quindi sull'idea di tale riconversione, che, se tenuta nella "mano pubblica", avrebbe ancora una sua giustificata possibilità, vendere no...: vendere è un errore gravissimo in questo momento per una parte funzionale di un'opera...che potrebbe anche nei vostri intendimenti non essere attuale, realizzabile. Presidente, non siamo d'accordo con lei, con la sua Giunta e con la sua maggioranza, però abbiamo ascoltato le sue valutazioni circa la non attualità. Oggi non è l'eternità ...quella che viviamo oggi non è la situazione che potrà esserci in futuro, pregiudicarci le opportunità alienando delle parti funzionalmente necessarie è un errore.
Da ultima la medaglia di latta di cui sono così orgogliosi alcuni neo-colleghi di maggioranza. "Approfondimento con gli enti locali interessati le proposte per la realizzazione di un collegamento fra i comprensori di Pila e di Cogne attraverso la predisposizione di uno studio che, partendo dai dati e dai documenti esistenti, sviluppi valutazioni e scenari aggiornati...": qui è "aria fritta", qui non c'è niente, qui non c'è nessun impegno. Ci sono due anni di lavoro di una commissione e una maggioranza che imbocca la strada della rinuncia e dello smembramento, ma non si dice nient'altro. Riteniamo che questa medaglietta, questo futuro ipotetico eventuale - credo che in greco si dicesse ottativo, di auspicio - sia veramente poca cosa. Che se ne accontenti una parte della maggioranza è comprensibile, deve portare a casa qualcosa per dire: "noi abbiamo ottenuto". In tale risoluzione purtroppo non c'è niente.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Vorrei far capire che l'aver votato a favore della nostra risoluzione non ci esime dal fare una valutazione rispetto agli impegni che vengono presi nella risoluzione di maggioranza. Come ho avuto modo di spiegare, l'immagine di un "Governo del fare" sta diventando l'immagine di un Governo che approfondisce, che progetterà, ossia che non realizza in questa legislatura, ma che trasmetterà dei progetti, dei dossier di studio. Ho capito che ci sarà un dossier di approfondimento sulla funivia, l'eventuale collegamento, quindi altra carta da trasmettere alla futura legislatura, e si procede sulla linea tracciata dallo stop ai buoni di benzina, stop al trenino di Cogne, ossia qui liquidiamo le partite e andiamo a fare degli altri studi.
Mi permetta, Presidente, con la pacatezza che ha usato in tale confronto, di dire, per quanto riguarda il punto n. 3, proprio perché scopro oggi - per mia ignoranza - che c'è questo interesse per il recupero del sito minerario...al di là delle difficoltà esistenti con Fintecna, per quanto ne sappiamo noi, il progetto di recupero complessivo della miniera è legato anche alla parte della stazione, eccetera. Rischiamo quindi al punto n. 3 di tale risoluzione di lanciarci in un recupero, in una ristrutturazione che dovrebbe essere studiata anche insieme a Colonna, se volete fare quel museo minerario...questo lo dico come problema esistente, perché si era anche accennato a questo in commissione.
Quanto agli approfondimenti, non me ne voglia l'Assessore Marguerettaz, siamo sempre disponibili ad approfondire e ascolteremo anche noi con umiltà i "cognein" che ci parleranno a seguito di studi tecnici dell'eventuale realizzazione di un impianto. Lei sa meglio di me, è più consapevole di me dei costi di questi impianti: sono costi che hanno delle cifre incredibili! I "cognein" quindi li lasciamo in questo momento senza collegamento e con la promessa di un futuribile recupero di Colonna e di un futuribile impianto, in cui bisognerà "futuribilmente" recuperare enormi risorse ad oggi non esistenti. Forse quindi dovremo dire ai "cognein" che per adesso ci guadagna il solito architetto di turno, ci fa piacere, speriamo sia un giovane e coraggioso architetto come l'ingegnere che progettò il ponte di Brooklyn e magari un giorno, se riuscirà a tenere duro per tanti anni, avremo una funivia. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Guardi, collega Louvin, sicuramente lei ha colto una mia espressione non adeguata e non corretta, la ringrazio; d'altra parte, la sua posizione accademica ci consente di avere una professionalità che permette di utilizzare la giusta espressione. Parlavo proprio della Corte dei Conti, ho voluto dirlo però...io non mi appassiono, purtroppo molte volte in quest'aula l'abbiamo sentita evocare fin troppo...quindi quello che lei dice mi trova perfettamente d'accordo. L'unica cosa che volevo precisare è che "inserirci" in un dossier dove la Corte dei Conti non solo ha chiesto della documentazione, ma addirittura ha iniziato un processo, ci pone nella condizione di avere una grande cautela. Non si tratta quindi di subordinare la nostra azione a valutazioni esterne a questo Consiglio, ma di prendere atto che su tale argomento c'è già un'espressione per cui io facevo tale discorso. Nessuna subordinazione quindi, condivido con lei, noi facciamo delle valutazioni politiche. Probabilmente - ma non questa volta per spirito di rivalsa - ha letto male il secondo e il terzo capoverso "dell'impegna", perché noi stiamo parlando di "effettuare l'alienazione dei beni e delle strutture convenientemente collocabili sul mercato". Le ricordo che ci sono apparecchi, telecamere, sistemi di bigliettazione, che devono essere venduti, tant'è che, quando si parla delle infrastrutture - terzo capoverso -, si dice: "definire, di concerto con gli enti locali interessati, le misure necessarie per la valorizzazione, il riutilizzo e la riconversione...". Non parliamo quindi di vendita, forse nella fretta ha confuso, ma stiamo parlando di un'alienazione onestamente delle telecamere che ci sono nelle stazioni e di una serie di sistemi di cui non ci facciamo nulla, dunque quelli vanno venduti: ecco perché abbiamo parlato di alienazione, ma sul resto è stato detto anche dal Presidente della commissione che c'è la volontà di riutilizzare.
Concludo con la preoccupazione del collega Donzel, il ragionamento non ha una ripercussione negativa in un'eventuale futura valorizzazione. Come lei ben sa, proprio dalla stazione di Cogne parte un tunnel che arriva al centro del villaggio minerario, dove veniva messo il materiale. Partendo da quel punto, quindi, possiamo ricostruire tutto il percorso del minerale e la decisione che stiamo prendendo non compromette alcuno sviluppo futuro, nel senso che possiamo partire da lì e andare a Costa del Pino, a Colonna. Lei ha avuto modo di passare dei bellissimi momenti a Acque Fredde, io ho passato dei bellissimi momenti a Cogne, quindi conosco bene questo percorso e questa decisione non compromette nulla, pertanto, se ci saranno le risorse, potremo fare tutte le operazioni possibili e immaginabili!
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dalla maggioranza, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto della Relazione della IV Commissione consiliare permanente "Sviluppo economico" avente ad oggetto "Collegamento tranviario intercomunale Cogne - Eaux Froides - Plan Praz ("Trenino Pila - Cogne")" illustrata nella seduta del Consiglio regionale del 13 luglio 2011;
Richiamate le considerazioni finali sviluppate nella predetta Relazione relativamente all'iter realizzativo dell'opera e agli aspetti rilevanti in merito al completamento dell'infrastruttura, che evidenziano come tutte le possibili soluzioni per la messa in esercizio e l'utilizzo dell'infrastruttura per finalità di trasporto pubblico presentino elevati costi di intervento, lunghi tempi di realizzazione, notevoli incertezze in merito all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni in materia di sicurezza e deficit gestionali considerevoli, rispetto ai benefici che potrebbero derivare per lo sviluppo turistico dei comprensori di Pila e di Cogne;
Considerato che anche le ipotesi di utilizzo parziale dell'infrastruttura, come galleria di emergenza nel caso di situazioni che impediscano la percorribilità della strada regionale n. 47 per Cogne, comporterebbero importanti investimenti sia per la riconversione dell'infrastruttura sia per i successivi interventi manutentivi, ordinari e straordinari, per garantirne l'utilizzo nelle condizioni di sicurezza richiesta dalla normativa vigente e che comunque i benefici di tali investimenti sarebbero minimi in quanto tale utilizzo di emergenza sarebbe meramente eventuale e comunque assai limitato, considerati i pochi casi di chiusura della strada regionale n. 47 verificatisi negli ultimi anni, gli interventi realizzati per la messa in sicurezza della strada regionale n. 47 e le ordinarie modalità di intervento in emergenza da parte del sistema regionale di Protezione Civile;
Considerato altresì che sono state formulate - e condivise da parte delle amministrazioni comunali di Cogne e di Gressan - diverse ipotesi che propongono la destinazione ad altro uso di rilevanti parti delle infrastrutture esistenti, che con investimenti contenuti potrebbero portare a benefici concreti e immediati nelle due località, quali:
- la soluzione dell'interferenza tra la pista di sci Renato Rosa e la strada privata di accesso al Villaggio Plan Praz in Comune di Gressan, attraverso l'utilizzo del sedime ferroviario per realizzare una nuova strada comunale di accesso al villaggio;
- la realizzazione di una pista ciclabile e pedonale tra Epinel e Cogne attraverso l'utilizzo del sedime ferroviario;
- il riutilizzo degli edifici esistenti a Plan Praz, Eaux Froides e Cogne a fini ricettivo-turistici, commerciali e per pubblici servizi;
Ritenute quindi non sostenibili le ipotesi di utilizzo del collegamento tranviario Cogne - Eaux Froides - Plan Praz per finalità di trasporto pubblico in considerazione degli ingenti investimenti che sarebbero ancora necessari per il completamento dell'opera e dei relativi costi di gestione alla luce dei benefici conseguibili;
Ritenuto inoltre che, sulla base della relazione in data 11 settembre 2008 della Commissione di valutazione incaricata di approfondire le criticità e le problematiche relative alla tranvia intercomunale Cogne - Eaux Froides - Plan Praz, istituita con Deliberazione della Giunta regionale n. 415 del 15 febbraio 2007, della relazione in data 22 ottobre 2008 predisposta dalla società GEODATA di Torino avente ad oggetto possibili scenari di utilizzo dell'infrastruttura nonché degli approfondimenti svolti dalla IV Commissione consiliare, sia necessario effettuare in via definitiva una scelta sul destino futuro dell'opera;
Rilevato che le amministrazioni comunali di Cogne e di Gressan hanno comunque evidenziato l'importanza della realizzazione di un collegamento, adeguato alle esigenze e alle aspettative del comparto turistico, dei due comprensori alla luce delle sinergie che potrebbero essere sviluppate per il completamento dell'offerta turistica delle due località e del bacino della Plaine di Aosta;
Impegna
la Giunta regionale a:
- rinunciare al completamento della tranvia intercomunale Cogne - Eaux Froides - Plan Praz, ponendo in essere ogni opportuno adempimento finalizzato alla chiusura definitiva dell'opera e dei rapporti in corso con imprese costruttrici e fornitrici, professionisti e soggetto gestore, ferme restando le responsabilità che dovessero essere accertate dall'Autorità giudiziaria contabile;
- effettuare l'alienazione dei beni e delle strutture convenientemente collocabili sul mercato, nel perseguimento costante della massima economicità e redditività, ponendo in essere, se utili ed economicamente convenienti, gli opportuni interventi di smantellamento;
- definire, di concerto con gli enti locali interessati, le misure necessarie per la valorizzazione, il riutilizzo e la riconversione ad altro uso delle infrastrutture e degli immobili di Plan Praz, Eaux Froides, Epinel e Cogne;
- approfondire con gli enti locali interessati le proposte per la realizzazione di un collegamento tra i comprensori di Pita e di Cogne, attraverso la predisposizione di uno studio che, partendo dai dati e dai documenti esistenti, sviluppi valutazioni e scenari aggiornati, coerenti con gli assetti socio-economico-turistici attuali e con l'evoluzione tecnologica avutasi in questi anni nel settore.
F.to: Empereur - La Torre - Lattanzi - Salzone
Consiglieri presenti e votanti: 32
Favorevoli: 24
Contrari: 8
Il Consiglio approva.