Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1886 del 22 giugno 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1886/XIII - Ritiro di risoluzione: "Ipotesi di innalzamento dell'età pensionabile delle lavoratrici".

Risoluzione

Il Consiglio regionale

Premesso che

Ragioneria di Stato e Ministero del Lavoro stanno preparando le misure per la maxi-manovra da 40 miliardi di euro che servirà, in base ai patti europei, a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014;

Appreso che

una delle ipotesi allo studio dei tecnici dell'Economia prevede che si completi l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne con l'estensione al settore privato;

Rilevato che

il governo ha già innalzato l'età pensionabile delle dipendenti del pubblico impiego, che quest'anno è passata da 60 a 61 anni e nel 2012, con un balzo di ben quattro anni in una volta sola, arriverà al traguardo dei 65 anni, raggiungendo quella prevista per gli uomini;

Considerate

le difficoltà che le donne si trovano ad affrontare per conciliare il lavoro, dentro e fuori casa, e la famiglia, nonché l'alto valore sociale ed economico che deriverebbe dalla previsione per le donne di un'età pensionabile che consentisse loro di svolgere a tempo pieno quelle funzioni, di assistenza dei famigliari malati e di sostegno ai propri nipoti, che nella società attuale devono essere delegate, costosamente, ad altri;

Ritenuto che

allungare di cinque anni il tempo di lavoro alle lavoratrici net settore privato, soprattutto in ambiti che implicano un lavoro anche fisico, quale quello dell'operaia in catena di montaggio, rappresenti una forte penalizzazione;

Rilevato infine che

l'aumento dell'età pensionabile diminuisce il numero dei posti di lavoro a disposizione dei giovani e contribuisce pertanto ad incrementare il numero già enorme di lavoratori disoccupati;

Impegna

Il Governo regionale

ad interessare i Parlamentari regionali affinché si facciano espressione dell'indirizzo contrario della Regione Valle d'Aosta nei confronti dell'innalzamento dell'età pensionabile delle lavoratrici, soprattutto del settore privato, e affinché siano contestualmente previste, in caso di ineluttabilità di tale innalzamento, misure più incisive, sia nel settore pubblico che in quello privato, che consentano l'attuazione concreta degli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia, quali ad esempio gli asili nido aziendali, il telelavoro e la flessibilità dell'orario di lavoro per le lavoratrici a tempo pieno.

F.to: Carmela Fontana - Donzel - Rigo - Chatrian - Patrizia Morelli - Bertin - Giuseppe Cerise - Louvin

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie Presidente.

La Ragioneria di Stato ed il Ministero del lavoro stanno preparando le misure per la maxi-manovra da 40 miliardi di euro che servirà, in base ai patti europei, a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. Una delle ipotesi allo studio dei tecnici dell'Economia prevede che si completi l'allineamento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne con l'estensione al settore privato. Il Governo ha già innalzato l'età pensionabile delle dipendenti del pubblico impiego, che quest'anno è passata da 60 a 61 anni e nel 2012, con un balzo di ben quattro anni in una volta sola, arriverà al traguardo dei 65 anni, raggiungendo quella prevista per gli uomini. Considerate le difficoltà che le donne si trovano ad affrontare per conciliare il lavoro, dentro e fuori casa, e la famiglia, nonché l'alto valore sociale ed economico che deriverebbe dalla previsione per le donne di un'età pensionabile che consentisse loro di svolgere a tempo pieno quelle funzioni di assistenza dei familiari malati e di sostegno ai propri nipoti, che nella società attuale devono essere delegate costosamente ad altri; ritenuto che allungare di cinque anni il tempo di lavoro alle lavoratrici nel settore privato, soprattutto in ambiti che implicano un lavoro anche quale quello dell'operaia in catena di montaggio, rappresenti una forte penalizzazione; considerato altresì che l'aumento dell'età pensionabile diminuisce il numero dei posti di lavoro a disposizione dei giovani e contribuisce pertanto ad incrementare il numero già enorme di lavoratori disoccupati, noi vogliamo impegnare il Governo regionale ad interessare i Parlamentari regionali affinché si facciano espressione dell'indirizzo contrario della Regione Valle d'Aosta nei confronti dell'innalzamento dell'età pensionabile delle lavoratrici, soprattutto del settore privato, e affinché siano contestualmente previste, in caso di ineluttabilità di tale innalzamento, misure più incisive sia nel settore pubblico che in quello privato, che consentano l'attuazione concreta degli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia, quali ad esempio gli asili nido aziendali, il telelavoro e la flessibilità dell'orario di lavoro per le lavoratrici a tempo pieno.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

Comprendo, perché è molto chiara, la preoccupazione che i colleghi hanno voluto esprimere con questa risoluzione. Però mi permetto di chiedere ai colleghi di fornirci qualche documento, qualcosa di ufficiale che preveda questa situazione, perché a noi non risulta che fra le manovre che sono in atto sia prevista anche questa! Ricordo peraltro che questo tipo di manovre non sono quasi mai state iniziative dei governi che hanno governato questo paese, ma quasi sempre indicazioni perentorie della Comunità europea per uniformare l'età pensionabile nell'intero sistema europeo.

Detto questo, siccome a noi non risulta che questa ipotesi circoli nei ministeri e, se anche così fosse, stiamo parlando di ragionamenti che ancora sono sui tavoli del confronto, quindi non sono proposte che in Parlamento sono arrivate, chiedo ai colleghi: se vogliamo esprimere una preoccupazione possiamo anche farlo...ma qui si aprirebbe un dibattito molto grande, perché sull'età pensionabile giocano centinaia di variabili: il settore pubblico, il settore privato, i lavori usuranti, gli asili nido, i servizi alla persona, alle donne, a cui tutta la società riconosce il doppio lavoro, quello di madre di famiglia anche se oggi le famiglie moderne si sono organizzate in maniera diversa, ma sappiamo che culturalmente e storicamente nel nostro paese il ruolo della donna nella famiglia è già un ruolo "usurante" di per sé, usiamo questo termine. Quindi se vogliamo ragionare su una preoccupazione, possiamo farlo; se vogliamo condannare un'ipotesi che francamente non ho visto scritta da nessuna parte, per quanto ci riguarda sarebbe veramente difficile esprimere una preoccupazione su un'ipotesi che non esiste, sarebbe anche un po' avvilente!

Pertanto chiedo ai colleghi o di fornirci dei supporti concreti che prevedano questa ipotesi, quindi dei documenti ufficiali su questa ipotesi su cui si sta ragionando, oppure, se dobbiamo fare le risoluzioni populistiche perché leggiamo i giornali e su ogni cosa che si sente al bar dobbiamo fare una risoluzione...allora ci sarebbe questa, ma anche molte altre che potremmo disquisire! In assenza di questi chiarimenti chiedo ai colleghi di ritirarla e, in assenza di ritiro, per quanto ci riguarda produrremmo un'astensione, per non dire una contrarietà, perché non si può esprimere una contrarietà su un argomento che non esiste!

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Documentazione non ne ho, collega Lattanzi, ma ne hanno parlato tutti i TG nazionali! Mi hanno insegnato che prevenire è meglio che curare. Siccome c'è già l'aumento da 60 a 61 anni, lo hanno detto il giorno prima e il giorno dopo lo hanno applicato, mi voglio premunire, anche perché voglio che i nostri Parlamentari si preoccupino di questo. La nostra Regione ha predisposto una marea di incentivi per le donne affinché si guardino gli anziani a casa, abbiamo problemi di lavoro per i giovani, e noi...cosa facciamo? Andiamo a penalizzare le donne...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

...mi lasci parlare! Perché deve dire sempre quello che dice lei, si deve esprimere, e poi...io non posso dire quello che penso?

Non sono persone che lavorano in un ufficio, pure se mi dispiace anche per loro, perché la donna è penalizzata, in quanto fa un doppio lavoro, ma penso anche a quelle donne che lavorano in una catena di montaggio. Lei si metta al loro posto e veda se fa piacere lavorare fino a 65 anni! Non me ne frega niente se mancano dei soldi...vorrei chiedere anche al Ministro Sacconi dove vanno tutti i contributi di quei lavoratori che versano magari per 19 anni e 11 mesi, perché non hanno i requisiti...vanno in un calderone e rimangono lì, e chi ci guadagna è il Governo! Allora, non andiamo a dire cavolate! Qui sarebbe meglio, prima di portare l'età pensionabile a 65 anni, riflettere un attimino, specialmente su quelle considerazioni che ho espresso nella mia risoluzione. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Molto brevemente. Sicuramente l'argomento è di peso, perché non è su questi temi che si può tranquillamente dire o sì o no. Credo che tutti abbiate seguito quello che è successo in altri paesi, non adesso in Italia, perché l'ultima riforma è di qualche anno fa. In Francia, per le modifiche delle pensioni ci sono stati dei fatti notevoli, con sollevamenti di popolo, e poi la conclusione è stata che a livello comunitario una delle poche riforme vere che sono state considerate fatte dalla Francia è stata quella delle pensioni. Sicuramente questo tema impone una riflessione seria su come tener conto di una serie di fattori, se abbiamo l'allungamento della vita di ognuno di noi, ma nel contempo le valutazioni fatte dalla collega hanno il loro peso. Non credo che oggi possiamo esaurire, a fine giornata, una materia del genere!

Sulla possibilità di discutere, ad esempio, delle pensioni contributive...credo sia anche un argomento da estendere alle pensioni integrative che, voglio richiamare, è un tema molto delicato e non lo dico a caso...perché se guardiamo i giornali, le ultime a livello...non dico americano, ma anche nostro, credo che la tendenza sia quella di andare progressivamente verso una pensione integrativa che aiuti la pensione di vecchiaia, perché quella sarà sempre più deficitaria nei confronti delle attese. Dico questo perché il sistema valdostano ha creato le premesse per attivare questo meccanismo di pensione integrativa, che purtroppo non funziona ancora per una serie di lavoratori, perché a livello sindacale non c'è l'adesione totale. Questo è un tema delicato su cui bisognerà prima o poi avere chiarezza, perché la Regione ha messo i fondi a disposizione, altri privati hanno messo i fondi a disposizione, però manca ancora un'adesione totale perché molti lavoratori non aderiscono, con nocumento forte di questo sistema delle pensioni integrative.

Detto questo, credo che sul tema, così come posto, non ci sentiamo di intervenire senza capire su cosa si basa; quindi noi obiettivamente ci asterremo, non sottovalutando - ripeto - il tema posto e siamo convinti che bisognerà riprenderlo quando avrà un qualche fondamento, per capire con che logica si andrà a proporre un innalzamento della pensione. Di più non direi, perché parliamo di ipotesi che obiettivamente non ho visto in nessun documento ad oggi; c'è questa preoccupazione, che è legittima, e che ha fatto bene a sollevare la collega, ma non ci sono altri elementi. Quindi ci esprimiamo con un'astensione, ma con un riguardo a riprendere questo tema nel momento in cui ci saranno degli elementi che ci permetteranno di fare una discussione su basi solide.

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Volevo solo fare un chiarimento: che la preoccupazione del Presidente, quando parlava delle pensioni integrative...lei pensi che già non funziona: un operaio "Cogne" che arriva a prendere 1.050 euro ha già problemi di sopravvivenza!

Ma pensate al futuro di questi benedetti giovani, che hanno fatto dei contratti Co.Co.Co., a part-time, che non hanno il lavoro...un indomani, dopo dieci anni, la pensione di 5-10 euro all'anno...lei pensi come sono messi questi giovani!

Allora dico: facciamo veramente una riflessione come si deve; io la posso anche ritirare questa risoluzione se c'è la volontà di affrontare questo problema, ma pensiamo al futuro di questi giovani che non hanno speranza, perché se noi riusciamo ad andare a casa cinque anni prima, diamo lavoro ai giovani. E anche perché, una volta - io non dico che non si debba aumentare -, l'età pensionabile era a 55 anni e poi gradualmente l'hanno portata a 60; ma adesso non danno nemmeno la possibilità...l'hanno appena aumentata dal 2011 e già parlano di portarla a 65...mi sembra veramente una cosa scorretta!

La ritiro; però, come ci sarà qualche altra novità con degli elementi, noi affronteremo questo problema. Grazie.

Presidente - Con questo oggetto abbiamo ultimato i nostri lavori.

La seduta è tolta.

---

L'adunanza termina alle ore 19,42.