Oggetto del Consiglio n. 1826 del 18 maggio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1826/XIII - Reiezione di risoluzione: "Invito a contrastare ogni tentativo di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti al giudizio dei cittadini".
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto che il decreto Ronchi sottrae alle comunità locali la possibilità di scelta sul metodo di affidamento del servizio idrico e le obbliga a vendere un patrimonio prezioso per la collettività che crea le condizioni perché si realizzino monopoli privati, a remunerazione garantita in forza di tariffe, in un settore come quello del servizio idrico integrato, fatto di acquedotti, fognature, depuratori, che per sua natura è sottratto alla possibilità di concorrenza dopo l'affidamento del servizio;
Constatato che intorno all'acqua pubblica c'è un interesse fondamentale per tutti noi e obiettivi irrinunciabili: la tutela di una risorsa scarsa e insostituibile per la vita; la garanzia a tutti, in ogni angolo del paese, di un servizio della massima qualità e a tariffe eque; il rafforzamento del ruolo pubblico nella programmazione del servizio e degli investimenti, nella regolazione e nel controllo restituendo le scelte fondamentali ai cittadini attraverso i loro sindaci e affidando ad una autorità nazionale di controllo il compito di vigilare con poteri stringenti;
Ritenuto che serva una visione di insieme, un quadro di regole certe che ridia stabilità a un settore così rilevante che è stato manomesso dai tanti frammentati interventi della legislazione vigente;
Valutato che insieme a questo va data priorità alla realizzazione degli investimenti con un'attenzione a facilitare con tariffe più basse le fasce sociali disagiate e le famiglie numerose;
Invita
I Parlamentari valdostani
La Giunta regionale
a operare in tutte le sedi di loro competenza, a livello nazionale e regionale, affinché siano contrastati in ogni modo i tentativi di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti al giudizio dei cittadini. Spetta ai cittadini un diritto intangibile ad esprimersi liberamente su questa fondamentale materia.
F.to: Donzel - Carmela Fontana - Cerise Giuseppe - Chatrian - Patrizia Morelli - Rigo - Louvin
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, non si tratta in quest'aula, oggi, di aprire una discussione - che è già stata oggetto in altre sedi e sarà oggetto anche di un'accesa campagna elettorale - nel merito del quesito referendario che ci siamo limitati ad esporre nella sua importanza, cioè voler sottolineare l'importanza e la delicatezza di un argomento come quello che riguarda l'acqua pubblica, una fonte che dobbiamo sempre più renderci conto essere una fonte estremamente rara e preziosa sul pianeta. Le quantità di acqua dolce del pianeta sono estremamente limitate e già oggi una parte enorme degli abitanti del pianeta non vi hanno accesso in modo certo, quindi è un problema estremamente delicato.
Pure nella nostra Regione la presenza dell'acqua non è che sia abbondante, lo dimostra il dibattito che si è acceso anche da noi rispetto allo sfruttamento delle risorse di acqua sotto varia forma, nell'utilizzo privato, nell'utilizzo industriale e, in particolare, per la realizzazione delle centrali. Abbiamo il privilegio di godere di quella straordinaria riserva che sono i ghiacciai, ma a fronte del surriscaldamento del pianeta anche questa nostra straordinaria risorsa è messa in parte a rischio.
Su una questione così importante riteniamo quindi che le forze politiche debbano discutere, fare leggi, eccetera, ma poi riteniamo che da ultimo il cittadino abbia il diritto di esprimersi e credo che una dimostrazione straordinaria di cosa voglia dire "esprimersi" su questioni di importanza generale l'abbia data in questi giorni il referendum sul nucleare tenutosi nella Regione Sardegna. Sapete che il risultato di questo referendum, che per fortuna i sardi sono organizzati per farlo a livello regionale - noi non ne abbiamo avuto bisogno, perché c'è stato un sentire comune da parte delle forze di maggioranza e di minoranza che si sono espresse senza riserve contro il nucleare -, in Sardegna il risultato è stato incredibile, perché anch'io sono stato sorpreso nel vedere che oltre il 97 percento degli abitanti della Sardegna, in modo non legato a questioni di partiti, ma in modo generalizzato, hanno espresso un fermo dissenso all'installazione di centrali nucleari.
Riteniamo che i cittadini siano consapevoli dell'importanza di questi temi, che non possono essere sottratti al giudizio dei cittadini attraverso anche un voto referendario. Siccome già sul referendum del nucleare rischiamo una clamorosa truffa, nel senso che dovrà esprimersi nel merito la Cassazione, ma probabilmente quel giudizio non basterà per consentire ai cittadini di esprimersi sul nucleare, chiediamo che almeno sull'acqua pubblica questo diritto non venga sottratto e che ci sia, da parte delle nostre istituzioni, l'impegno per dire: lasciamo decidere ai cittadini, lasciamo che i cittadini si esprimano su questo tema; poi saranno i partiti ad operare con leggi per regolamentare l'utilizzo di un'acqua che deve rimanere un bene pubblico. Quindi l'importanza di questo invito che rivolgiamo ai Parlamentari valdostani e alla Giunta regionale, perché nelle sedi in cui operano possano far capire l'intendimento del Consiglio regionale su queste tematiche. È vero che in passato alle volte si è anche utilizzato in modo improprio il referendum, ma è anche vero che i referendum restano una straordinaria prova di democrazia per un paese, e ritengo che su questi temi la popolazione abbia grande interesse e voglia di partecipare.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Intanto volevo solo fare alcune riflessioni sulla questione che è stata portata all'attenzione da parte dei colleghi, che - devo dire - più che entrare nel merito dei referendum hanno posto una questione quasi di metodo, nel senso di dire: cerchiamo di creare le condizioni affinché i referendum possano essere votati il 12 e il 13.
Certamente quando si parla di referendum c'è sempre una situazione un po' particolare rispetto alle elezioni politiche; quando si tratta di elezioni politiche e amministrative è certo che l'invito di andare a votare è esteso da parte di tutti i partiti. Non sempre, invece, avviene nel referendum, ma mi sono fatto un'analisi della cronistoria dei referendum della nostra Repubblica negli ultimi anni e devo dire che sui 59 referendum 35 hanno raggiunto il quorum, 24 non hanno raggiunto il quorum. Il primo referendum, come ricorderete, è del 1974, il referendum sul divorzio, e devo dire che il raggiungimento del quorum è avvenuto nei primi anni a partire dal 1974 fino al 1995 (tendenzialmente, tranne che la caccia e l'uso dei pesticidi, tutti i referendum sono riusciti ad ottenere il raggiungimento del quorum); dal 1995 in poi tutti i referendum - appunto 24 - non hanno raggiunto il quorum.
Il discorso dell'astensione...si discute spesso se è lecito o non è lecito invitare a non partecipare ai referendum; devo dire che la gran parte, anzi tutti i partiti dell'arco costituzionale, c'è persino il Pannella che era il padre fondatore dei referendum, ha invitato anche lui a non partecipare al voto del referendum, ma proprio perché il fatto di non andare a votare il referendum non costituisce violazione del dovere civico, rispetto al voto politico al quale fa riferimento la Costituzione all'articolo 48, che allude al dovere di ogni cittadino di dare il proprio contributo, mentre per quanto riguarda il referendum l'articolo 75 ritiene che ci possa essere la nullità del referendum se non si ottiene la maggioranza degli aventi diritto al voto più uno. Comunque questo è un grande dibattito.
Tornando alla questione che viene sottoposta con la risoluzione, qui voi esprimete un invito ai Parlamentari e alla Giunta regionale; sinceramente ho l'impressione che la richiesta sia quella di operare in tutte le sedi di loro competenza a livello nazionale, affinché siano contrastati in ogni modo i tentativi di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti al giudizio dei cittadini. Penso che questo sia un invito che possiamo estendere certamente ai Parlamentari; molto più difficile, per quanto riguarda la Regione, poter entrare nel merito di intervenire e sulle possibilità di creare delle condizioni per impedire o non impedire il referendum. Come è già stato detto per quanto riguarda il nucleare, che è adesso all'attenzione della Cassazione, sappiamo bene che a maggio 2011 nel decreto sviluppo è stata inserita una norma che ha come obiettivo la riforma della vecchia autorità per l'acqua; questa norma è riuscita a creare delle funzioni di regolazione soprattutto tariffaria del nuovo sistema di gestione dell'acqua pubblica, che oggi sarà regolamentata dall'attuale Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche. Questo impedirà o meno il referendum? Questo non lo so, ma volevo sottolineare un aspetto: se una norma dello Stato dovesse recepire le richieste dei referendari, è inevitabile che il referendum si fermi.
Mi pare quindi che l'invito che voi avete presentato anche alla Giunta regionale sia eccessivo; forse sarebbe importante estendere l'invito esclusivamente ai Parlamentari valdostani e non alla Giunta.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
Ai colleghi che hanno sottoscritto questa risoluzione e che esplicitano questo invito, vorrei porre due questioni: una di tipo formale e una di tipo sostanziale. Quella di tipo formale: ma perché vi siete limitati al referendum sull'acqua? Se invito a contrastare in ogni modo i tentativi sull'espressione di referendum, che peraltro sono stati indetti per il 12 e 13 giugno regolarmente, con tanto di decreti, va fatto, va fatto su tutti i referendum! Prima questione di forma. Quella di sostanza: lascio politicamente ai colleghi giudicare, riguarda evidentemente la demagogia e l'ideologia che stanno nelle premesse di questo invito. Il collega Comé sottolineava giustamente come la Giunta in questo campo può contrastare poco, ma...altro quesito di sostanza politica: chi è che sta tentando di impedire il legittimo svolgimento dei referendum? Se i referendum sono già stati indetti e la gente non andrà a votare perché riterrà che queste sono competenze che i Parlamenti e i Governi devono risolvere, verrebbe a mancare il quorum e i cittadini hanno deciso, così come in tempi non lontani hanno già fatto su altri inutili referendum; se, invece, riterranno che questi referendum meritano l'espressione del giudizio del popolo, andranno a votarli e si esprimeranno secondo coscienza. Io non riesco a comprendere la "caccia alle streghe" su un singolo quesito, già questo significativo, quello sulla gestione del servizio idrico e non la privatizzazione dell'acqua...dovreste smettere di dirlo alle persone, perché non è della privatizzazione di un bene pubblico che si sta discutendo, ma di una gestione privatistica di un sistema che in Italia costa poco, perché le tariffe vengono imposte per legge e calmierate dalle tasse che gli italiani pagano per finanziare delle situazioni di gestione passiva degli enti che si occupano di questa cosa. Poi, voglio fare riferimento alla Valle d'Aosta: non mi sembra che ci sia questo pericolo di privatizzazione della gestione delle acque, che è molto lontana dal divenire!
Per quanto riguarda a livello nazionale, chi ha promosso l'idea di chiedere ai cittadini, certamente non è stato chi ha promosso la legge, ma chi ha promosso la legge della possibilità di gestire in maniera privatistica un bene pubblico come l'acqua, come è peraltro già l'energia, che non mi risulta essere un bene pubblico meno importante dell'acqua per quanto più è il rapporto diretto che hanno i cittadini con l'acqua piuttosto che con l'energia; vi ricordo che se dovessimo utilizzare il concetto di "gestione pubblica" dell'energia come bene pubblico, essendo l'energia quella che tiene in piedi il Paese, l'economia, la vita degli italiani, lo sviluppo di questo Paese, non avremmo società private che gestiscono l'energia! Mi risulta che a New York, la metropoli più avanzata del mondo, l'acqua e l'energia siano di proprietà pubblica e di gestione privata e, avendo lì Wall Street, il più grande mercato finanziario del mondo, nessuno si è mai scandalizzato perché l'energia viene gestita dal privato o perché l'acqua è gestita dal privato. In Italia, il 30 percento delle risorse idriche vengono disperse in acquedotti inefficaci e inefficienti: è così scandaloso chiedersi se si può migliorare la gestione di questo bene preziosissimo pubblico a tariffe che comprendano anche gli investimenti, che comprendano l'efficienza, che comprendano una migliore gestione di questo bene pubblico, che deve poter arrivare nelle case di tutti gli italiani e non disperdersi come succede in alcune parti del nostro Paese in mille rivoli improduttivi, inefficienti, perché da 30 anni non si fanno investimenti e riqualificazione delle strutture? E su questo ci sono, come sapete, le lunghe mani della politica che, in quelle situazioni di gestione pubblica - oggi, sì, pubblica e politica - si "ciucciano" i soldi e non risolvono i problemi...è così scandaloso?
Qualcuno mi dice: se arrivano i privati salgono le tariffe. Vorrei invitarvi a fare due conti fra le tariffe che si pagano, parlo dell'Italia, per l'utilizzo del bene pubblico dell'acqua e le tasse che si pagano per ripianare i debiti delle società pubbliche che gestiscono l'acqua, perché bisogna mettere insieme i due costi, poiché il cittadino paga due volte quel bene prezioso pubblico che gli arriva giù dal rubinetto: lo paga con la cartella della tassa dell'acquedotto e lo paga quando si vanno a ripianare i debiti delle partecipate pubbliche politiche, che mal gestiscono questo bene! Non sto parlando della Valle d'Aosta, anche se sulla Valle d'Aosta e su certi consorzi un ragionamento si potrebbe fare...
Mi permetto di dire: ma qual è il senso di questo invito su un singolo referendum per invitare anche la Giunta ad opporsi e contrastare in ogni modo i tentativi di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti a giudizio popolare? Ma chi li sta impedendo? Se si faranno - e, a mio avviso, si faranno, non ho notizie che non si facciano - il popolo si esprimerà. Forse...se la smetteste di strumentalizzare un bene pubblico, dicendo che si va alla privatizzazione di un bene pubblico come l'acqua, forse dareste un contributo di onestà intellettuale ai cittadini, che ne hanno bisogno!
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
È doveroso che anche il gruppo ALPE esprima, oltre che con la sottoscrizione, con un piccolo apporto di considerazioni il sostegno ad una richiesta di posizione da parte di questo Consiglio. Ed è giusto anche che i colleghi si interroghino sulla tecnicità di questo documento, ma anche sulla sua sostanza. È doveroso rispondere subito al collega Lattanzi sul perché questa risoluzione si incentri sui due referendum relativi al servizio idrico e non agli altri. In un caso è già stato perpetrato il tentativo di scippo da parte del Governo nei confronti del pronunciamento popolare, del temutissimo pronunciamento popolare sulla questione nucleare. Il terror panico da parte del Governo Berlusconi è stato tale che ha alzato la bandiera bianca immediatamente e, devo dire, con una figura meschina sul piano europeo, una "euromeschinità" andare a dichiarare all'estero che tanto lui poteva permettersi di fottere gli italiani, dicendo che oggi non lo faceva, ma che si riservava di farlo domani...questa è la sostanza! Chiedo scusa di essere sceso un attimo come livello di linguaggio, ma è in sostanza quello che tutto il mondo ha percepito della posizione del Governo italiano e della disistima da parte del suo Premier nei confronti del corpo elettorale del proprio Paese. Oggi non siamo in grado di far passare la nostra volontà, non siamo in grado di boicottarla alle urne, quindi rinviamo il tutto a domani...in buona sostanza è stato questo, ed è per questa ragione che non chiediamo di pronunciarci, perché la palla è già nel campo della Magistratura, quindi se non verrà interrotto dal pronunciamento della Cassazione, nulla verrà ad essere modificato. Invece l'altro quesito, quello sul legittimo impedimento, non pare essere al momento oggetto di minaccia: è un quesito sul quale la complicità dei media, lo stesso ruolo singolare che sta svolgendo il servizio pubblico radiotelevisivo nel non far capire niente di cosa si stia discutendo in questo momento, fa sì che forse non sarà molto chiaro a tutti su cosa si andrà a votare. In ogni caso è un tema che non è minacciato, Consigliere Lattanzi, quindi non c'è motivo perché chiediamo un pronunciamento da parte di questo Consiglio.
"Giù le mani dal referendum", invece, lo chiede il Comitato referendario per l'acqua pubblica, il Comitato Sì, acqua pubblica ha lanciato un'iniziativa a livello nazionale per chiedere che vengano interrotte le manovre di ostracismo e di boicottaggio nei confronti della procedura referendaria, quindi crediamo utile - personalmente lo considero doveroso - che anche questo Consiglio dica, nelle sedi competenti e nei modi che saranno possibili, che questa Regione ritiene giusto che il popolo si esprima su questo tema. Ha avuto due anni di tempo questa vicenda per maturare, sono state raccolte 1.400.000 firme per richiedere il referendum - in questo convengo con il collega Lattanzi - sulla non privatizzazione del servizio idrico...naturalmente non è in questione la proprietà dell'acqua, ma la pubblicità o meno dei servizi di distribuzione e - aggiungerei - anche la remunerazione per legge che il Governo Berlusconi ritiene di dover mantenere di questi investimenti fatte dalle società private. Richiamarsi al mercato e alla libertà d'impresa è una bella cosa, però farlo quando la legge ti garantisce la remunerazione di quanto tu investi, è uscire già dalle regole del mercato ed è ciò che rischia di avvenire in questo momento, in Italia.
Ci auguriamo che ci si possa pronunciare diversamente; non siamo dei pubblicisti a tutti i costi, non riteniamo che sia sempre e solo bene ciò che è pubblico, ma ci sono tuttavia dei beni comuni e dei servizi pubblici essenziali che devono essere garantiti al di fuori delle logiche di mercato. Non è tempo, questo, per fare un dibattito approfondito sulla questione; ciò che chiediamo è che ci sia condivisione sulla necessità di salvaguardare il diritto di esprimersi liberamente da parte dei cittadini su questa fondamentale materia. È implicito anche nel ruolo che hanno i nostri amministratori, la Giunta e il suo Presidente, e il Presidente del Consiglio per parte sua, nel consentire che questa consultazione referendaria avvenga anche in termini di informazione, di regolarità di tenuta nel modo più idoneo.
È una questione che riteniamo capitale, è una questione sulla quale speriamo ci possa essere in questa Regione un atteggiamento diverso da quello che ha avuto il Governo Berlusconi...che cosa ha fatto? Aveva due appuntamenti elettorali: uno, in particolare, quello di domenica scorsa, in cui bastava dire - come si è fatto in altre circostanze - mettiamoli insieme; in questo modo avremmo risparmiato in Italia 300.000.000 di euro, esattamente quanto è costato il sacrificio finanziario imposto dalla "manovra Tremonti" a tutte le province italiane! Esattamente quell'importo è stato buttato nella spazzatura dal Governo Berlusconi per fare tenere il referendum nella data più lontana.
Collega Lattanzi, ci viene a chiedere perché diciamo di tenere giù le mani dal referendum? Ma vogliamo scherzare! È stato fatto l'impossibile da parte del Governo Berlusconi per boicottare questa consultazione e per mandarla a monte; quindi noi, con molta delicatezza e con un garbo che le consente, se lo vuole, di sottoscriverlo senza che questa risulti una presa di posizione a smentita delle sue dichiarazioni...ma almeno di dire: da adesso in poi ci sia un atteggiamento di massimo rispetto nei confronti dei diritti degli elettori. Sulle vicende internazionali, poi, sul fatto che a New York l'acqua sia gestita da un sistema privato...le ricordo che Berlino due mesi fa ha votato, con un referendum, di pubblicizzarla; Parigi lo ha fatto poco tempo fa con ottimi risultati...quindi ogni tanto guardiamo anche solo all'Europa, visto che oggi siamo in sessione comunitaria, e guardiamo anche al buono che sta venendo fuori in Europa su questi temi, senza lasciarci incantare dalla Grande Mela, dalla grande metropoli di New York, che purtroppo con l'Europa, in questo periodo, qualche problemino anche comunicativo e di vicende di alta risonanza ce l'ha.
Noi guardiamo alla questione referendaria con il massimo interesse; ci fa piacere che quest'aula dica, a chi si sta impegnando civicamente per una pronuncia popolare, sì, questo referendum si tenga nel modo più tranquillo possibile. Spero con questo avere anche chiarito i dubbi che poteva avere il collega Comé, sul fatto che ci si indirizzasse, oltre che ai Parlamentari valdostani, alla Giunta; non è un mettere vincoli e catene a questa Giunta regionale, ma solo esortarla a fare il possibile, sensibilizzarla ulteriormente alla tenuta di questa consultazione. Grazie.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
La risoluzione presentata sul referendum, al di là delle premesse, pone un invito ad operare in tutte le sedi a livello nazionale e regionale, affinché siano contrastati in ogni modo i tentativi di impedire che i quesiti referendari sulla privatizzazione dell'acqua vengano sottoposti a giudizio dei cittadini. Allora, vorrei capire in che termini si possono mettere in atto dei presupposti che vanno contro un diritto sancito dalla Costituzione che, nel momento in cui rende ammissibile il referendum, il referendum non può che tenersi. Vorrei sapere quali sono gli ostacoli contro cui devo lavorare, per dire dove mi impegno, perché questo è l'impegno che mi viene chiesto contro gli ostacoli. Io ostacoli non ne vedo, perché c'è un referendum che deve tenersi secondo delle regole che non abbiamo scritto come Regione, sono state scritte a livello nazionale con le leggi che prevedono e governano questa votazione come tante altre. Non entro nel merito della scelta delle date, su cui potremmo dire molto, è un discorso diverso su cui ci sono delle valutazioni diversificate.
Vengo all'invito che mi viene fatto con la risoluzione. Questa parte della risoluzione personalmente non so quindi che significato abbia, perché non vedo chi possa mettere ostacoli alla tenuta di un referendum; se qualcuno pone ostacoli a questo, va denunciato! È un diritto quello di esprimere il proprio voto, quindi spetta ai cittadini - la parte dopo lo dice - il diritto intangibile di esprimersi liberamente, e così è. Questa parte è la verità. Al che dico che questa risoluzione, per quanto ci riguarda, è senza senso, perché nella presentazione è stato detto: vogliamo esprimerci sul concetto dell'acqua come bene pubblico...e fin lì siamo tutti d'accordo, è un bene pubblico. C'è da discutere su una legge che di per sé può avere delle varianti, liberalizzazioni se ne sono fatte tante; qualcuno ha fatto l'esempio dell'energia, ricordo la grossa discussione che c'è adesso sul fatto che si carica sul prezzo dell'energia l'incentivo per il fotovoltaico, per cui tutti noi stiamo dietro a seguire qual è il percorso. Quelli del fotovoltaico si ribellano contro i premi che vengono a mancare, perché in quel caso andrebbe aumentata la spesa per il trasporto dell'energia, trasporto che è parte pubblica! Allora, io credo che se si voleva far esprimere il Consiglio sul referendum...di solito ogni forza politica si esprime e fa la sua campagna elettorale nel modo che ritiene più opportuno e, per quanto ci riguarda, ogni forza farà le sue dichiarazioni nel merito.
Il discorso dell'acqua pubblica: questo non è mai stato messo in discussione. La gestione: è un discorso aperto che si fa in tante sedi, con delle opzioni diversificate...quindi questa risoluzione non ha nessun senso! Pertanto o la ritirate oppure noi non possiamo votarla, perché non sappiamo cosa votiamo e quale sarebbe l'impegno: cosa ci impegniamo a fare? È un non senso e, come tale, vi chiedo di riflettere e magari ripensare al dibattito che volete portare: se lo volete portare su una questione più politica, credo che qui è anche la sede, ma non è l'argomento, avete sicuramente presentato una risoluzione che non ha quella volontà che voi avete espresso, su cui si può discutere. Se voi ci dite: siete per l'acqua come bene pubblico? Per carità, è un bene pubblico! Sulla gestione, lì le posizioni sono varie, anche nell'attuazione del sistema idrico integrato che si è fatto a livello regionale: è stato un sistema che coinvolge il pubblico, che coinvolgerà il privato, c'è di tutto! Ci sono in Valle dei Comuni che hanno la gestione degli acquedotti fatta da privati, messi in appalto; non mi risulta che ci sia una situazione univoca in Valle d'Aosta. Questo è un ripensamento, una volontà, che si può fare, ma non c'entra niente con quanto è scritto nella risoluzione che, francamente, non ha alcun senso!
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, se il Manzoni avesse voluto trovare degli esempi per uno dei suoi famosi personaggi, l'Azzeccagarbugli, avrebbe potuto trovare, oggi, in quest'aula, delle ottime referenze per cui poi operare nel suo romanzo...
Riteniamo che la questione che abbiamo posto sia estremamente chiara e posso capire che le forze politiche che in questi giorni non amano aprire i giornali, non abbiano seguito con attenzione il dibattito, perché probabilmente le notizie non sono confortanti in questo periodo. A parte il caso citato dal collega Louvin, il caso del nucleare, dove il Governo è intervenuto con un decreto-truffa per impedire lo svolgimento del referendum, è un decreto chiaramente truffa e noi speriamo che la Cassazione possa esprimersi, ma sappiamo che è talmente contorta la procedura giuridica, che non sarà sufficiente il parere della Cassazione e bisognerà andare in consulta. Il rischio è quello di non riuscire a tenere il referendum sul nucleare e l'obiettivo è chiaro per il Governo, cioè non avere una sonora bocciatura su un tema come quello. A livello nazionale sono state espresse, da più fonti, delle valutazioni rispetto ad ipotesi di interventi da parte del Governo sulla legge, per impedire lo svolgimento del referendum; in questo senso ci sono delle relazioni molto intense. Ci è stato raccontato per mesi che ci sono dei rapporti strettissimi fra il Governo Berlusconi e questa maggioranza regionale, che basta andare a Roma e si ottiene la DEVAL e tutto quanto. Quindi si può andare a Roma e dire: caro Presidente del Consiglio, non fare un decreto e lascia che i cittadini possano esprimersi.
Il nostro quesito è quindi chiarissimo, è solo questa piccola cosa che a voi fa ridere; a noi non fa ridere per niente, perché tante persone si sono impegnate con umiltà a raccogliere le firme, nonostante i "sorrisini" del signor Lattanzi, hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo e per ottenere il diritto di dire: noi cittadini riteniamo che su un argomento di importanza notevole come questo dell'acqua pubblica ci sia la possibilità che il cittadino si esprima. Non mettono in discussione, come altri hanno fatto, le istituzioni, anzi utilizzano uno strumento a disposizione della Repubblica democratica com'è il referendum per dire: anche se abbiamo un Governo ed un Parlamento, su questo argomento i cittadini si prendono la libertà di dire direttamente la loro: questo è il significato del referendum, che qualcuno probabilmente vorrebbe anche togliere di mezzo!
Una piccola replica poi a tutti questi tentativi di mettere in discussione il contenuto della risoluzione: si parla solo di acqua pubblica perché - naturalmente noi non ne siete informati e ne prendo atto - esistono tre diversi comitati: il comitato per il nucleare, un comitato per i due sì dell'acqua pubblica, un comitato che si è occupato del legittimo impedimento. Probabilmente a voi questi particolari sono sfuggiti, quindi è assolutamente normale che a livello di comitato dell'acqua pubblica - perché il comitato del nucleare purtroppo si vede alle prese con la Cassazione per ottenere la possibilità di esercitare il diritto di voto dei cittadini - si ritenga importante chiedere questo impegno. Lo ritenete inutile, lo ritenete superficiale, volete farvi la solita risata? Fatevi la risata, dite che non ha senso! Noi riteniamo che questa cosa sia profondamente sensata, perché esprime il rispetto verso tante persone che hanno lavorato, hanno fatto un piccolo passo per la democrazia nel nostro Paese.
Volutamente non abbiamo aperto un dibattito come altri hanno ritenuto di fare, già entrando in campagna elettorale su "acqua pubblica sì/acqua pubblica no"; abbiamo detto che non abbiamo timore di confrontarci su questa cosa, lo faremo nelle piazze, nei convegni e fra la gente e siamo sicuri che sta crescendo tantissimo il consenso intorno alla volontà dei cittadini di dire "sì" a questo referendum. Qui, nel merito, c'era un impegno istituzionale a far sì che dei cittadini non venissero gabbati per l'ennesima volta dal Governo Berlusconi. Abbiamo capito che qualcuno non si vuole prendere neanche questo impegno, ne prenderemo atto alla fine del voto.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
Collega Donzel, con la sollecitazione del Presidente della Giunta di chiarire il senso di questa richiesta, finalmente siamo arrivati a capire che voi volevate invitarci a fare una cosa che non ha nulla a che vedere con quanto sta scritto qui, al punto che inviterei il collega Donzel a continuare ad occuparsi del Manzoni, perché se si dovesse mettere lui a scrivere i requisiti referendari, probabilmente il popolo non è che andrebbe al mare, proprio non andrebbe neanche a leggere i quesiti...sono incomprensibili! L'invito è incomprensibile, perché? Perché tu, Raimondo, dici una cosa, ma ne vuoi ottenere un'altra! Tu dici: invitare...qualunque tentativo di impedire il referendum...quando il Presidente ti dice che i referendum non sono impedibili...ma chi li potrebbe impedire! Berlusconi impedisce i referendum...guarda che per il referendum sul nucleare, forse ti è sfuggito, perché tu leggi solo Manzoni, non leggi i giornali, il Governo ha fatto un decreto che prendeva atto di un accordo preso dall'Italia in sede europea che invitava tutti i Paesi europei a sospendere ogni iniziativa di ampliamento delle centrali, di costruzione delle centrali, di smantellamento delle centrali, rinviando ad un altro momento una riflessione di tipo europeo, al punto che anche la Merkel, Sarkozy e tutti gli altri hanno condiviso questa riflessione. Ed è quello che ha fatto il Governo, punto!
Vi dispiace perché non potete andare a dire "no" al nucleare? Lo direte il prossimo anno, state sereni, abbiate pazienza! Andate avanti con le vostre battaglie politiche, non preoccupatevi, ma almeno non tentate di venire qui a fare il gioco delle tre cartine, perché noi a quel gioco, siccome non abbiamo l'anello al naso, non ci caschiamo! Noi questa risoluzione abbiamo capito che era demagogica e strumentale, ma avete fatto finta di venirla a porgere come se fosse un documento super partes, che invita a chissà quali cattivi tentatori che impediscono i referendum... Il referendum l'11 e il 12 ci sarà, magari invita i tuoi ad andare a votare, perché se andate a votare qualche elezione la vincete anche...provate a fare così, che poi vediamo!
(vivaci proteste dai Consiglieri del Partito Democratico)
Presidente - Colleghi, un po' di silenzio!
Lattanzi (PdL) - State buoni, quello che dobbiamo fare è capire cosa bisogna fare di questa risoluzione. Come Popolo della Libertà le idee le abbiamo chiarissime: siccome abbiamo capito il giochino, dopo l'invito che il Presidente vi ha fatto e che mi pare di aver capito sia caduto nel vuoto, a questa risoluzione voteremo contro, perché dovete essere onesti, venire qua e avere il coraggio di presentare un documento di tipo politico, e allora apriamo un bel confronto di tipo politico! Ma siccome voi la politica la sfuggite e la buttate in caciara, noi, a questo gioco, non ci stiamo!
Presidente - La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Dalla posizione fisico-geografica in cui sono nell'emiciclo, credo di poter parlare in una logica ni droite, ni gauche, ma non in un termine ideologico, bensì in un termine puramente geografico.
Capisco che c'è questa preoccupazione che possano saltare i referendum, ma come ha detto il Presidente, siamo al 18 maggio, il Parlamento è chiuso fino al ballottaggio che è alla fine del mese, la Cassazione ha dei tempi sui quali esprimersi che sono tempi fissati dalla legge. Francamente, al di là degli aspetti di contenuti, sui quali le forze politiche avranno la possibilità di esprimersi, perché tutta l'azione amministrativa dal dopoguerra fino ad oggi porta ad una certa impostazione sull'acqua, non solo sotto il profilo di difesa di una competenza statutaria, ma anche sotto il profilo della concorrenza, mi sembra che anche gli atti che si stanno compiendo dimostrano che non solo riteniamo che l'acqua è pubblica, bensì che anche la gestione debba essere pubblica. Tuttavia, oggi, invitare i Parlamentari e il Governo regionale a prendere un randello in mano a difesa dei referendum sull'acqua sembra quanto meno ingenuo. Francamente il Presidente della Repubblica ha già chiarito che con decreto-legge non si può intervenire in materia referendaria, tanto che sul nucleare è stata modificata una legge in itinere.
Mi piacerebbe sapere chi oggi possa lontanamente pensare che esistano i tempi tecnici per approvare una norma di legge che non sia un decreto-legge, tenendo conto che nella settimana successiva al ballottaggio ci sarà la fiducia alla Camera, quindi è impensabile, se non che si decida di fare una specie di manifesto pro referendum di un referendum che oggi è immodificabile, perché sarà il 12 e 13 giugno; quindi, ripeto, non ci sono neanche i tempi tecnici. Allora credo che l'invito al ritiro sta nel fatto che mi sembra che tutti si siano espressi comunque perché questo referendum venga tenuto, quindi mi sembra che il risultato politico nella discussione si sia avuto!
Presidente - Viene mantenuto il documento? Sì.
Pongo in votazione la risoluzione in oggetto:
Consiglieri presenti e votanti: 32
Favorevoli: 7
Contrari: 25
Il Consiglio non approva.
Presidente - Prima di passare alla discussione sul punto 21.2 dell'ordine del giorno, colgo l'occasione, a nome del Consiglio regionale, per salutare alcuni giovani del Comune di Torgnon presenti in tribuna, accompagnati dagli amministratori e guidati dal Sindaco Machet.