Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1815 del 18 maggio 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1815/XIII - Interpellanza: "Misure a sostegno delle aziende in difficoltà del settore industriale della bassa Valle".

Interpellanza

Avendo appreso che la VERRES SpA - Società per la Monetazione e Fonderia di Precisione, ha difficoltà a trovare significative commesse che possano garantire una serena continuità operativa;

Atteso che il settore industriale nella zona della Bassa Valle è strategico per garantire l'occupazione;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere se intenda:

1) confermare una politica di massima attenzione agli specifici problemi registrati dalle singole aziende;

2) mettere in atto delle misure di sostegno preventive e non attendere fatalisticamente il ricorso agli ammortizzatori sociali.

F.to: Donzel - Rigo

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, pecunia non olet dice il proverbio, ma questa volta si alza molta puzza di bruciato dalla fabbrica di Verrès e devo riconoscere che, per quanto mi riguarda, ci sono arrivato con un certo ritardo, nel senso che molto più attento e puntuale di me fu l'anno passato il Consigliere Tibaldi, a cui va riconosciuto di avere con lungimiranza prefigurato la difficile situazione che oggi stiamo vivendo alla Verrès S.p.A.. Mi riallaccio quindi ad un ragionamento che fu fatto in modo estremamente compiuto già un anno fa e di cui quasi per caso io sono venuto a conoscenza, perché, durante le manifestazioni del 25 aprile, ho incontrato degli operai della Verrès S.p.A., che mi hanno sollevato questa forte preoccupazione e a ridosso del deposito dell'interpellanza da parte del nostro gruppo c'è stata una serie di interventi anche da parte del mondo sindacale, un'attenzione anche dai media valdostani sulla situazione di estrema difficoltà. L'amarezza che provo nel rappresentare questa situazione è legata al fatto che la situazione che viviamo era stata richiamata già un anno fa, si era avanzata la necessità di non puntare solo sull'attuale produzione, nettamente preponderante quella della monetazione, su alcune attività di tipo artistico-artigianale e si era già prefigurata un anno fa la necessità di trovare delle soluzioni di diversificazione del prodotto. Adesso ci troviamo in una situazione dove, leggendo i documenti sindacali, ad un anno di distanza si dice che si deve diversificare il prodotto, trovare una soluzione. In un anno di tempo ci chiediamo cosa sia stato fatto; già un anno fa si lamentava la preoccupazione che con la partecipazione del 27 percento di Finaosta non ci fossero sollecitazioni particolari rispetto a questa realtà. In qualche modo le giustificazioni erano scontate: c'è la crisi economica, c'è una difficoltà internazionale, quindi il battere moneta è stato in parte contenuto, in parte era evidenziato il problema delle regole per l'accesso, le gare per l'aggiudicazione di questi appalti sempre più difficili e poi era stato introdotto il concetto di una competizione da parte del sud est asiatico. Questa azienda si era affermata proprio per la qualità e la specificità del prodotto, la monetazione che aveva sia la qualità unica dell'acciaio ereditato dall'esperienza Cogne, sia il fatto che c'era la monetazione bicolore. Ora tutto questo non è più sufficiente, come in tutti i campi bisogna continuamente innovare e non bisogna esclusivamente chiamare in causa come sempre la questione del costo del lavoro. La nostra preoccupazione è evidente, perché la Verrès S.p.A. insiste in un'area come quella della bassa Valle, già fortemente colpita da processi di deindustrializzazione, che noi abbiamo spesso denunciato come gravi, perché gli 80 dipendenti circa più qualche personale a tempo determinato lavorano in un contesto, quello industriale, che dà lavoro tutto l'anno, che non è sottoposto al vincolo stagionale. Non troviamo in questo momento, nonostante ieri in un importante simposio l'Assessore Marguerettaz ci abbia rassicurato sulla situazione del turismo valdostano, alternative che siano in grado di compensare queste difficoltà che permangono nel settore industriale, ripeto, attività che diano un lavoro non stagionale ad un numero così ampio di lavoratori. La nostra preoccupazione è fortissima, siamo già in ritardo in una situazione di emergenza. Quello che chiediamo è che ci sia un profilo maggiormente ritagliato sulla singola azienda, ossia la risposta secondo cui sono state messe in campo le misure anticrisi lo sappiamo, le abbiamo votate, le condividiamo, non è questo il punto. Soprattutto quando abbiamo delle partecipazioni rilevanti come il 27 percento, bisogna essere in grado di intervenire con maggiore tempestività su queste realtà. Non è che possiamo usare...come mi è parso in alcuni articoli che sono comparsi sulla stampa locale: "ah, c'è un problema alla Verrès S.p.A.!". No, non è un problema di oggi, perché questo problema è stato evidenziato in tutta la sua gravità un anno fa. Il resoconto di un anno di lavoro allora non può essere che c'è la crisi economica, non siamo riusciti a trovare nulla...Francamente mi aspetto qualcosa di più per il settore industriale della Valle d'Aosta, per la validità strategica che ha nel garantire l'occupazione in particolare nella zona della bassa Valle. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive, Pastoret.

Pastoret (UV) - Grazie Presidente. Devo dire che sono un po' in difficoltà a rispondere all'interpellanza del collega Donzel, perché, da un lato, nelle premesse si cita velocemente la Verrès S.p.A., poi invece si chiedono altre cose nelle domande che sono fatte successivamente. Cercherò di fare una sintesi evidentemente però la cosa potrebbe presentare qualche "buco" e spero che così non avvenga. In primo luogo, per quanto riguarda la situazione della Verrès S.p.A., noi abbiamo programmato con il Presidente della Regione un incontro con le organizzazioni sindacali, che ci hanno chiesto di rinviarlo di qualche giorno per ragioni organizzative loro e anche perché c'è bisogno di avere un quadro da parte loro un po' più chiaro. Evidentemente abbiamo tutta l'intenzione di intervenire in quella situazione compatibilmente con le possibilità, perché è vero che Finaosta detiene il 27 percento del pacchetto azionario, ma è altrettanto vero che il 51 percento sta in altre mani, quindi il potere decisionale di assemblea appartiene a qualcun altro. Di questo dobbiamo essere tutti consapevoli, lo sono anche le organizzazioni sindacali, però poi tornerò su un paio di questioni specifiche. Vorrei rifarmi un po' alle domande che il Consigliere Donzel pone, che sono sostanzialmente la politica di massima attenzione ai problemi specifici registrati dalle aziende e le misure di sostegno da mettere in atto.

Innanzitutto è sempre bene ricordare che l'Amministrazione regionale non può sostituirsi alle imprese, né in tanto, né in poco, e non può ipotizzare di mettere in campo aiuti "robusti" e significativi interventi economici, come c'era la possibilità di fare in passato. Oggi le regole sono note a tutti: quelle comunitarie e statali, che hanno severamente e rigidamente regolato gli aiuti pubblici nei confronti dei privati; è quindi necessario individuare linee di intervento. I fattori decisivi che consentono all'azienda di crescere e di affermarsi sono principalmente due: poter lavorare in condizioni particolarmente vantaggiose, (costo del lavoro, vantaggiosità delle zone insediative dal punto di vista logistico, delle comunicazioni statali, trasportistiche e informatiche) e possibilità di sviluppare innovazioni legate alla ricerca e allo sviluppo. È prioritariamente attorno a questi due temi che la Regione ha cercato di sviluppare la sua politica di sostegno alle aziende, mettendo in campo strumenti strutturalmente adeguati. In primo luogo, pur con i limiti posti da un'area, quella della Valle d'Aosta, non troppo favorita per quanto riguarda gli aspetti logistici, è necessario poter disporre di una buona offerta infrastrutturale. Sotto questo punto di vista, si può affermare che il patrimonio immobiliare disponibile per mezzo di Vallée d'Aoste Structure è di qualità ed è offerto a condizioni favorevoli sotto l'aspetto dei costi di locazione e di gestione.

Va ricordato che, per quanto riguarda le infrastrutturazioni informatiche, che soprattutto le due aree industriali di Aosta e di Pont-Saint-Martin offrono una qualità e una potenza di rete eccellenti; in particolare, l'area di Pont-Saint-Martin è praticamente senza confronti rispetto al vicino Piemonte e Lombardia e rivaleggia direttamente con alcune eccellenze urbane di Milano. Per quanto concerne lo sviluppo dell'innovazione, ricordo che le aziende che hanno saputo sviluppare progetti di alto profilo innovativo sono riuscite a conquistare mercati importanti a livello mondiale, ne abbiamo alcuni esempi in Valle d'Aosta, che non sto a citare, ma che sono noti a tutti, anche in caso di recenti insediamenti. Evidentemente non tutte le imprese sono in grado di modernizzarsi, di spingere il loro sviluppo sulla base di innovazioni conseguite con progetti di ricerca complessi e queste sono le aziende che soffrono maggiormente, ma qui il problema è essenzialmente di mercato: o esse riescono ad essere inserite in processi anche complessi che richiedono i loro prodotti o sono destinate ad arrabattarsi e a lavorare in un clima di incertezza. Come dicevo prima, però, possiamo offrire delle buone condizioni contrattuali alle aziende, puntuali aiuti in campo economico, ovviamente nel rispetto delle disposizioni. Ricordo anche che tutte le aziende in Valle d'Aosta possono fare ricorso ai benefici della legge n. 6, la quale, così come la legge n. 19 del commercio ricordo, quella che è gestita dall'Assessore Marguerettaz, eroga i contributi a sportello e non a graduatoria. Ciò significa che i fondi disponibili lo sono per tutti coloro che chiedono di accedervi e, sotto questo punto di vista, credo che noi si sia una sorta di eccezione rispetto ad altre volte. Noi ovviamente non ci possiamo sostituire alle aziende nella progettualità organizzativa e nella capacità di trovare sbocchi di mercato per le loro produzioni, ma, tornando al tema di prima, le possiamo aiutare in un campo, perché è ovvio che l'innovazione è la miglior garanzia per un successo futuro. Sotto questo punto di vista, voglio citare alcuni dati di risultato e ricordare anche che, per poter assicurare lo sviluppo dell'innovazione, il Consiglio ha deciso di mettere sul tavolo non solo denaro legato alla legge sulla ricerca e sviluppo, ma anche importanti risorse nella convenzione con il Politecnico di Torino, che a Verrès non offre solo percorsi formativi agli studenti, ma anche sostegno e collaborazione alle aziende che intendono sviluppare innovazione e ricerca. Parrà strano, perché se ne parla poco, ma l'insieme di queste misure ha prodotto alcuni risultati che desidero citare. Tempo fa il Consiglio regionale ha deliberato l'aumento dei massimali per il sostegno nella ricerca dell'area di Pont-Saint-Martin, questa semplice in sé e quasi banale iniziativa, unitamente al fatto che quest'area sia particolarmente ambita per l'altissimo livello di infrastrutturazione informatica, ha fatto sì che in poco meno di un anno siano state ben otto le imprese che hanno richiesto di iniziare il loro start up nella pépinière della bassa Valle. Si tratta di imprese orientate allo sviluppo di nuove e innovative attività, conseguenza ciò di quanto dicevo prima. Altre richieste sono state annunciate; il vero problema, l'ho già detto in questo Consiglio, è che forse non avremo spazi per ospitare numerose richieste. Ad Aosta nell'area ex Cogne si stanno prorogando i vecchi contratti, poiché non abbiamo lo spazio per ospitare le imprese che, finito lo start up, dovranno insediarsi a titolo definitivo e per questa ragione Vallée d'Aoste Structure ha proceduto alla progettazione di un nuovo immobile per ospitare le imprese che, dopo i previsti cinque anni di accompagnamento, dovranno abbandonare la pépinière di Aosta. La Regione intende favorire la riconversione delle imprese in settori innovativi, anche qui iniziative sono in corso. Evidentemente uno dei grandi temi riguarda il fatto che siamo tutti consapevoli che i grandi insediamenti industriali del passato non sono più ipotizzabili; difficilmente si ripeteranno le presenze di concentrazioni industriali con elevati numeri di addetti, andremo sempre più verso imprese con pochi addetti e sovente ad alta specializzazione e noi dobbiamo fornire alle ditte la possibilità di sviluppare tecnologie e innovazioni con l'ausilio delle autostrade informatiche e la qualità dell'assistenza e della ricerca, ma anche della formazione. Ho avuto modo di dire che Vallée d'Aoste Structure ha progettato un centro per la formazione, che è stato ora concessionato dal Comune di Aosta.

Per quanto riguarda le novità, perché questa è la seconda domanda: "mettere in atto delle misure di sostegno preventive e non attendere il ricorso agli ammortizzatori sociali", ho due risposte da dare. In questo momento è presente in commissione consiliare un disegno di legge sulle nuove imprese innovative, avremo modo di discuterlo in Consiglio, credo però che il Consigliere Donzel qui faccia riferimento al preambolo della sua iniziativa, ossia guardando alla Verrès cosa si potrà fare; ho detto prima che ora la prima cosa che faremo sarà di incontrare i sindacati e di definire con loro un'analisi e un percorso. Per quanto concerne la Verrès - lo abbiamo detto in questo Consiglio e penso sia parere condiviso da tutti -, credo che si debba andare verso una diversificazione, perché quel tipo di produzione oggi ha dei forti limiti: è legato alle gare, è legato al fatto che l'aggiudicazione delle gare, soprattutto per i Paesi di certe zone del mondo, non è poi necessariamente sicura dal punto di vista dei pagamenti, quest'azienda è rimasta ferma su un'offerta che aveva un senso fino a quando le nuove disposizioni europee non avevano imposto anche alla Zecca dello Stato di procedere alle gare attraverso aggiudicazione. Sappiamo che questo è un problema grosso, è uno dei nodi ai quali bisognerà mettere mano, teniamo conto però che, sotto questo punto di vista, la concentrazione azionaria sta nelle mani del Poligrafico dello Stato, Finaosta possiede il 27 percento con il quale non si decidono le strategie delle aziende. Da tale punto di vista, dovremo immaginare quale ruolo dovrà assumere Finaosta, soprattutto in relazione in questo momento di crisi rispetto alla situazione della Verrès, per quanto riguarda due temi: la possibilità di diversificare l'attività di tale azienda potendo rilanciare la produzione o eventualmente sciogliendo l'accordo che in questo momento esiste con il Poligrafico per quanto riguarda l'assetto azionario dell'impresa.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, non posso non ringraziare l'Assessore per l'ampia ed esaustiva ricostruzione dell'impegno del suo Assessorato in questo delicato frangente: ampia ed esaustiva nonostante la scarna e umile interpellanza che avevo presentato. Da questo quadro emerge sicuramente un atteggiamento positivo, lo abbiamo più volte riconosciuto, rispetto all'impegno a promuovere innovazione, a continuare a lottare per avere insediamenti industriali. Vi è però anche una sorta di eccessiva filosofia liberista, secondo la quale le imprese che non vanno si chiudono, se ne aprono di nuove in un ricambio continuo. Non è questo quello che avviene neanche nei Paesi più liberali del mondo, che, laddove hanno delle produzioni con un certo numero di dipendenti o che vengono individuate come strategiche, vengono "difese con le unghie e con i denti". Ne è una dimostrazione l'impegno "dell'Amministrazione Obama" nel difendere l'industria automobilistica americana, che, dovesse essere esposta ai "venti" della concorrenza internazionale, avrebbe già da mo' rinunciato vista la competizione che anche lì arriva dal mondo asiatico. Servono quindi anche scelte strategiche di difesa e tutela di un patrimonio industriale che naturalmente viene implementato costantemente, ci fa piacere che non abbiamo più spazi per ospitare imprese e speriamo che questa cosa si traduca anche nello start up di occupazione e non solo di insediamento di imprese. Apprezzo quindi quello sforzo generale, ma mi riservo questa piccola puntualizzazione. A ciò aggiungo una considerazione riguardante il fatto che è vero che Finaosta ha soltanto il 27 percento, quindi non è titolata a decidere alcunché, però le faccio notare - e magari lei lo avrà già fatto di suo - che non sarebbe male se un azionista minoritario sollecitasse con dei documenti ed idee l'azionista di maggioranza. Se lo ha fatto, mi piacerebbe conoscere le proposte di Finaosta che sono state bocciate nel Consiglio di amministrazione dall'azionista di maggioranza e quindi dire: "miseria, Finaosta ha proposto questo e quest'altro", ma questi non vogliono sentire ragioni, non hanno ascoltato le giuste sollecitazioni provenienti da Finaosta. Ho invece l'impressione che ogni volta si arrivi quando ormai è sempre troppo tardi con il piano delle proposte.