Oggetto del Consiglio n. 1814 del 18 maggio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1814/XIII - Interpellanza: "Ripristino della piena transitabilità sulla strada regionale n. 28 della Valpelline".
Interpellanza
Appreso dagli organi di stampa che da più di due mesi è ridotto il transito sulla strada regionale n. 28 della Valpelline a causa della caduta di alcuni massi all'imbocco della strada regionale medesima, quasi al confine con il comune di Roisan;
Preso atto che, a causa di queste limitazioni al traffico, i commercianti e gli operatori turistici della Valpelline hanno espresso preoccupazione sulle ripercussioni economiche che la "chiusura" della strada regionale ha avuto sul loro lavoro e, a maggior ragione, temono le ricadute sull'ormai imminente stagione estiva;
Ricordato come nella Valpelline, durante l'estate, si tengano diverse ed apprezzate sagre enogastronomiche ed appuntamenti di richiamo turistico che verrebbero messi in seria difficoltà se permanesse l'attuale limitazione al traffico (anche solo notturna);
Concordando sulla necessità, come Amministrazione Regionale, di adoperarsi per garantire il transito sulle proprie strade in situazione di massima sicurezza e, quindi, di privilegiare, innanzitutto, interventi che servano a ridurre le situazioni di rischio;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interpella
l'Assessore competente per conoscere se intenda:
1) ripristinare in tempi rapidi la piena transitabilità sulla strada regionale n. 28;
2) verificare come mai, malgrado la situazione di instabilità del versante nota da tempo, non sono stati adottati provvedimenti atti a risolvere definitivamente il rischio di cadute-massi su tale strada regionale;
3) convocare un incontro con gli abitanti della zona per informarli sulle motivazioni che hanno portato alla chiusura iniziale della strada, alle limitazioni attuali e sui programmi futuri.
F.to: Carmela Fontana
Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Grazie Presidente. Appreso dagli organi di stampa che da più due mesi è ridotto il transito sulla strada regionale n. 28 della Valpelline a causa della caduta di alcuni massi all'imbocco della strada regionale medesima, quasi al confine con il comune di Roisan...a causa di queste limitazioni al traffico, i commercianti e gli operatori turistici della Valpelline hanno espresso preoccupazione sulle ripercussioni economiche che la chiusura della strada regionale ha avuto sul loro lavoro e, a maggior ragione, temono le ricadute sull'ormai imminente stagione estiva; durante l'estate si tengono diverse ed apprezzate sagre enogastronomiche ed appuntamenti di richiamo turistico che verrebbero messi in seria difficoltà se permanesse l'attuale limitazione al traffico (anche solo notturna).
Da quando sono venuta a conoscenza del problema, alcune cose sono cambiate, ma i disagi comunque restano. Anticipo subito che sono perfettamente d'accordo, ma anche gli abitanti della zona condividevano le scelte iniziali sulla chiusura anche totale della strada nei giorni a ridosso della caduta massi, prima di tutto infatti viene la sicurezza e l'incolumità delle persone. Quello però che gli abitanti della zona non condividono è l'incertezza sul futuro, non sapere cosa succederà a breve-medio termine e soprattutto questa chiusura notturna che non risponde a nessuna logica. Infatti la domanda che tutti si pongono è perché si chiude la sera: se il pericolo c'è, la strada dovrebbe essere chiusa sempre; se il pericolo non è così evidente, perché la sera si chiude, creando non pochi disagi soprattutto con l'approssimarsi della stagione estiva e l'arrivo dei turisti. Pare anche che oggi la viabilità diurna sia garantita da un impianto semaforico intelligente, in grado di diventare rosso se gli vengono segnalati degli spostamenti di terreno in quota; questa è già una buona cosa, ma c'è il rischio che, se piove più giorni, la strada venga bloccata senza preavviso.
Considerando le necessità come Amministrazione regionale di adoperarsi per garantire il transito sulle proprie strade in situazione di massima sicurezza e quindi di privilegiare innanzitutto interventi che servano a ridurre le situazioni di rischio, voglio fare un'ultima analisi richiamandomi al tema della sicurezza, che è quello fondamentale. Mi accodo ad un'altra osservazione degli abitanti, preoccupati dal fatto che, se dovesse succedere di notte un problema a qualche persona del posto, l'ambulanza o i mezzi di soccorso avrebbero non poche difficoltà a raggiungere i paesi della Valpelline passando dall'interpoderale di Doues. Un infartuato o una persona bisognosa di soccorso urgente correrebbero sicuramente rischi maggiori, non solo per il paziente, ma anche per gli operatori del soccorso, perché scendere con un'ambulanza nel tratto Doues-Valpelline magari a velocità sostenuta è molto pericoloso per la conformità del tracciato, molto stretto e con tante curve e oggi anche con tante buche che non aiuterebbero di certo un paziente barellato in condizioni critiche. Volevamo sapere dall'Assessore di verificare come mai, malgrado la situazione di instabilità del versante nota da tempo, non sono stati adottati provvedimenti atti a risolvere definitivamente il rischio di caduta massi su tale strada regionale e convocare un incontro con gli abitanti della zona per informarli sulle motivazioni che hanno portato alla chiusura iniziale della strada, alle limitazioni attuali e sui programmi futuri. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente. Ringrazio la collega Fontana, che ultimamente presenta parecchie iniziative su questi temi, diciamo che però bisogna fare una premessa per capire bene in che situazione si trova la Valle d'Aosta su tale tematica. Oltre a questa situazione, che vorrei illustrare con il tempo a disposizione, vorrei solo precisare un certo stile di approccio a tali tematiche. Devo constatare che su temi così delicati e difficili purtroppo c'è una minima partecipazione agli incontri con i tecnici, con gli esperti anche di livello internazionale per approfondire le conoscenze su tali argomenti del rischio e sul fatto che il rischio non può essere cancellato: può essere diminuito, può essere per alcuni versi controllato: dipende se si tratta di valanghe, di esondazioni, di frane, di caduta massi. Abbiamo varie tipologie e quindi mi rammarica anche il fatto che anche nell'ultimo workshop non ci siano stati praticamente amministratori pubblici presenti; questo è anche un rammarico espresso dalla Dirigenza dell'Assessorato. Sul carattere generale poi vorrei dire che basta pensare che l'82 percento del territorio valdostano è a rischio di frane e il 44 percento dell'intero territorio regionale è classificato come ad elevato rischio, mentre il 38 percento è a medio rischio di frana. Si ha poi che il 45 percento dell'intera rete stradale della regione in aree classificate a rischio di frana e di questo il 13% ad elevato rischio per circa 265 chilometri, mentre il 32 percento a medio rischio per circa 642 chilometri, quindi abbiamo quasi 1.000 chilometri da proteggere in senso preventivo. Qui sorge la prima domanda: quante decine di anni, di impegno finanziario anche se destinassimo tutte le risorse, per poter fare un ragionamento del genere? E mi fermo.
Un altro dato poi che può aiutarci a comprendere la vastità dei fenomeni con i quali ci si confronta non da oggi, ma da sempre...sono le 1.604 situazioni note, registrate nel catasto regionale dei dissesti negli ultimi anni, perché anche nel passato si sono registrati eventi più o meno gravi con similitudini per tipologia a quelli della strada regionale n. 28, meno gravi, ma simili. L'annullamento totale del rischio non è tecnicamente sostenibile, tesi peraltro che emerge in tutti i momenti di confronto con i tecnici nelle varie sessioni di lavoro svolte in convegni, workshop, incontri, eccetera. Così come anche il termine "massima sicurezza", è stato più volte ribadito sempre in tali incontri, assume un significato solo in termini relativi poiché il rischio non è possibile definirlo, ovvero si attenua il rischio e si risolvono i problemi, però il rischio non può essere eliminato soprattutto in relazione a fenomeni di caduta massi (fenomeno che è molto più difficile da identificare e da affrontare rispetto ad altre calamità). A tale proposito rimando la collega con la memoria alle risposte da me fornite in occasione dell'interpellanza del 26 gennaio scorso, dove ribadivo che il rischio zero non può esistere e illustravo come sono utilizzate le somme a bilancio. La collega ricorderà che avevamo parlato in quella occasione soprattutto di come utilizzare le somme a bilancio. I tecnici dell'Assessorato sono costantemente impegnati ad intervenire sulle situazioni d dissesto, cercando di garantire il transito sulle strade quando esse sono interessate da eventi, per evitare di isolare le località della vallata colpita. Nel corso di questi eventi sono comunque privilegiati gli aspetti della sicurezza; è chiaro che l'Amministrazione regionale procede solo dopo che sono state tecnicamente valutate le situazioni e definiti gli interventi più efficaci da realizzare e qui c'è una prima parte della risposta. Non è che possiamo politicamente decidere come intervenire, dove quando e perché; ci basiamo come è giusto fare su delle definizioni tecniche e quindi su questo evento si sta lavorando in tale senso. Questa procedura è alla base di un'amministrazione per realizzare delle opere più efficaci e per un equo utilizzo delle risorse finanziarie disponibili, questa è la procedura seguita, dicevo prima, anche per la strada regionale n. 28.
Rispondendo in maniera precisa ai tre quesiti, con riferimento al primo, ricordo che la strada è transitabile nelle ore diurne sulla base di una precisa tecnica di gestione del traffico - la collega Fontana ricordava prima il semaforo e quant'altro -; inoltre va ricordato che per la strada in questione si ha la fortuna di poter beneficiare della presenza di una viabilità alternativa, lei me l'ha messa quasi come un discorso di svantaggio, ma io ricordo che, quando abbiamo chiuso la strada per Valgrisenche, per Valsavarenche, per Rhêmes e in altre occasioni, purtroppo, non avevamo una viabilità alternativa, perché una viabilità alternativa la si crea in decenni. Non è possibile soprattutto nelle vallate che abbiamo noi da un punto di vista morfologico creare viabilità alternative in un anno o due di tempo, è un discorso molto complicato che ha dei costi molto elevati. Tutti concordiamo con l'obiettivo da lei sollevato di garantire una piena transitabilità in tempi rapidi, ma per conseguirla è necessario disporre delle informazioni tecniche necessarie e utili e per la strada regionale n. 28 i tecnici stanno concludendo l'indagine e le valutazioni di natura geologica. Le prime risultanze indicano la necessità di un intervento complesso e oneroso, con tempi di realizzazione non immediati, ma a medio termine.
In riferimento al secondo quesito, richiamo l'attenzione sui dati che ho comunicato prima delle aree a rischio e del numero dei dissesti e che un'idea dell'ampia diffusione sul territorio regionale che hanno le frane. Sempre i tecnici rilevano che i fenomeni di caduta massi sono fra i dissesti che accadono in montagna quelli più complicati da gestire sia sotto il profilo tecnico, sia sotto il profilo economico come il costo delle opere. Per questi tipi di dissesto non è tecnicamente ipotizzabile alcun sistema di monitoraggio puntuale tale da indicare quando avverrà il crollo. Il caso della strada regionale n. 28 non era diverso da tanti altri prima che si verificassero i relativi crolli. Visto il rilevante numero di casi, la programmazione degli interventi del programma dei lavori pubblici o di settore può prevedere solo una serie limitata di interventi in senso programmabile, in genere quelli che tecnicamente rivestono carattere di maggiore urgenza. Ad esempio, ricordo qui che la Giunta regionale ha recentemente approvato il progetto di un intervento di protezione della strada regionale fra Valtournenche e Cervinia, inserito proprio nel programma dei lavori pubblici del 2011 e già in Giunta alcune sedute fa abbiamo approvato il relativo progetto; quindi questo è un intervento di quelli che abbiamo potuto programmare. Come riferito nel passato, ci sono anche gli eventi inattesi come quello della strada regionale n. 28, che sono quelli in cui si interviene in via d'urgenza e che hanno la precedenza, perché noi abbiamo tolto dal programma alcuni altri lavori per intervenire su tale strada. Da circa un anno, come Assessorato, stiamo lavorando per migliorare la capacità di realizzazione di opere programmabili, pur mantenendo la capacità di intervento in casi di emergenza, e a breve sarà definito un piano regionale tecnico-finanziario di difesa dai rischi idrogeologici. Stiamo lavorando quindi affinché i tecnici ci dicano una priorità da seguire e, rispetto a quella priorità, fare un piano finanziario per intervenire in anticipo.
Rispetto al terzo quesito, è prassi consolidata di questa Amministrazione confrontarsi con i cittadini per illustrare gli interventi che riguardano il loro territorio. La situazione e le azioni avviate sono state oggetto di due incontri nel mese di aprile con i sindaci interessati per condividere le prime azioni messe in atto, e non solo, con loro si è convenuto anche una programmazione per i prossimi mesi. Circa 40 giorni fa, nel secondo incontro, si è parlato del problema di come illustrare alla popolazione la situazione, che ha necessità di sapere sull'evoluzione e sugli interventi da realizzare, ma solo una volta che gli stessi sono definiti dai tecnici. Incontrare la popolazione senza avere dai tecnici le varie ipotesi di intervento definitivo, vuol dire andare a presentarci alla gente e non saper dire di quale intervento dovremmo farci carico rispetto alla panoramica che i tecnici ci faranno sia sui rischi che sugli interventi da fare. Stiamo finendo tutti gli studi per avere questo dato e già nella programmazione avevamo definito di fare una riunione presso il Comune di Valpelline, con le Amministrazioni di tutti i Comuni interessati. Ritengo che questo sia un comportamento serio di un'Amministrazione, che informa i cittadini quando possiede gli elementi utili ad illustrare compiutamente una situazione anche per il futuro.
Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.
Fontana (PD) - Ringrazio l'Assessore per tutti i dati che mi ha fornito e per il lavoro che è stato fatto. Sono andata di persona a verificare com'era la situazione prima di parlare, perché forse se si vedono le cose come sono, abbiamo un altro modo di giudicare anche il lavoro che si sta facendo. So che sono fortunati che hanno un'alternativa, ma la mia domanda, come quella che i cittadini si pongono, era questa: di giorno è aperta, di notte viene chiusa, se è pericoloso di notte, è pericoloso anche di giorno? È su questo che i cittadini vorrebbero un chiarimento per capire, perché chi riesce ad andare in quella strada tutta piena di curve impiega venti minuti in più per arrivare a casa. In un momento di sicurezza questo si deve fare, però loro sono preoccupati: andiamo incontro all'estate, ci sono una marea di manifestazioni, se un turista viene a mangiare su e poi deve scendere e trova la strada chiusa, non è facile trovare anche quella strada, perché è comunque un po'...era questa la preoccupazione. Si sta facendo tanto, io dico: diamo un maggiore chiarimento di tranquillità ai cittadini, con questo nessuno sta togliendo all'Amministrazione...che non è stato fatto niente, ho visto che è stato messo tale semaforo, sono state messe delle reti, l'unica cosa che mi è sembrata strana è che con una chiusura, con questi lavori che c'erano da fare, non ho visto nessuno che lavorava, se era così urgente...non riuscivo a capire come mai non si stava facendo niente. Lei ora me lo ha spiegato, io so com'è la situazione e a quelli che mi chiedono glielo spiego, però penso che anche il Sindaco doveva fare una riunione e cercare di spiegare anche questo ai suoi cittadini, perché è un dovere. Grazie.