Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1798 del 4 maggio 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1798/XIII - Disegno di legge: "Disciplina dell'esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste ai sensi del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 192 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria)". (Approvazione di un ordine del giorno)

Articolo 1

(Finalità e oggetto)

1. La presente legge disciplina l'esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230 (Riordino della medicina penitenziaria, a norma dell'articolo 5 della L. 30 novembre 1998, n. 419), e del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 192 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria).

Articolo 2

(Funzioni della Regione)

1. Ai sensi degli articoli 1 e 2, comma 2, del d.lgs. 192/2010, spettano alla Regione le funzioni, in materia di assistenza sanitaria ai detenuti e agli internati nel territorio regionale, articolate nelle seguenti aree:

a) medicina generale;

b) prestazioni specialistiche e d'urgenza;

c) patologie infettive e terminali;

d) dipendenze patologiche;

e) salute mentale.

2. Le funzioni di cui al comma 1 sono esercitate dalla Regione tramite l'Azienda USL della Valle d'Aosta.

Articolo 3

(Trasferimento del personale)

1. Ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 (Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria), il personale medico incaricato ai sensi della legge 9 ottobre 1970, n. 740 (Ordinamento delle categorie di personale sanitario addetto agli istituti di prevenzione e pena non appartenenti ai ruoli organici dell'Amministrazione penitenziaria), che, senza soluzione di continuità, dal 15 marzo 2008 alla data di entrata in vigore della presente legge, presta servizio nell'ambito del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria presso la casa circondariale di Brissogne è trasferito, a decorrere dalla data di approvazione del decreto di cui all'articolo 5 del d.lgs. 192/2010, all'Azienda USL con la quale mantiene un unico rapporto di lavoro, nel rispetto delle disposizioni legislative e contrattuali vigenti per il personale degli enti del servizio sanitario nazionale.

2. I medici addetti al servizio integrativo di assistenza sanitaria (SIAS) che, senza soluzione di continuità, dal 15 marzo 2008 alla data di entrata in vigore della presente legge, prestano servizio nell'ambito del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria presso la casa circondariale di Brissogne, possono mantenere, a decorrere dalla data di approvazione del decreto di cui all'articolo 5 del d.lgs. 192/2010, nelle more della definizione di profili specifici per la medicina penitenziaria in sede di contrattazione collettiva nazionale e del relativo trattamento economico, il numero delle ore rese all'amministrazione penitenziaria mediante un rapporto di lavoro annuale rinnovabile di continuità assistenziale con il trattamento economico della continuità assistenziale previsto dall'accordo collettivo nazionale per la medicina generale. Le modalità di svolgimento del servizio sono definite dall'Azienda USL, assicurando che lo stesso sia effettuato secondo criteri di flessibilità. Al predetto personale sanitario si applicano le deroghe previste dall'articolo 2 della l. 740/1970.

3. Nelle more della definizione di profili specifici per la medicina penitenziaria in sede di contrattazione collettiva nazionale e del relativo trattamento economico, l'Azienda USL può inoltre attribuire, secondo i criteri previsti dall'accordo collettivo nazionale di lavoro per la medicina generale, incarichi annuali, a tempo determinato, rinnovabili, con il trattamento economico di cui al comma 2. Le modalità di svolgimento del servizio sono definite dall'Azienda USL, assicurando che lo stesso sia effettuato secondo criteri di flessibilità.

4. Per il conferimento degli incarichi di cui al comma 3 l'Azienda USL predispone apposite graduatorie stilate secondo l'ordine di priorità decrescente previsto dalle lettere seguenti:

a) medici inseriti nella graduatoria regionale di medicina generale, settore della continuità assistenziale;

b) medici già titolari di incarico a tempo indeterminato per la continuità assistenziale con l'Azienda USL con precedenza per coloro che abbiano una maggiore anzianità di servizio presso la stessa Azienda;

c) medici inseriti nella graduatoria regionale di medicina generale, settore della continuità assistenziale, già titolari di incarico a tempo determinato per la continuità assistenziale con l'Azienda USL;

d) medici convenzionati titolari di incarico di assistenza primaria con l'Azienda USL operanti nel distretto 2, con un carico di assistiti inferiore a 650. In caso di parità di assistiti, prevale l'anzianità di titolarità dell'incarico con l'Azienda USL;

e) medici convenzionati con incarico provvisorio di assistenza primaria con l'Azienda USL operanti nel distretto 2, con un carico di assistiti inferiore a 650. In caso di parità di assistiti, prevale l'anzianità di titolarità dell'incarico con l'Azienda USL;

f) medici convenzionati titolari o con incarico provvisorio di assistenza primaria operanti nei distretti dell'Azienda USL, con priorità per i medici con un numero inferiore di assistiti. In caso di parità di assistiti, prevale l'anzianità di titolarità dell'incarico con l'Azienda USL;

g) medici non inseriti nella graduatoria regionale di medicina generale.

5. Ai medici di cui al comma 4, lettere b), c), d), e), f), e g), possono essere attribuiti incarichi con impegno orario anche inferiore alle ventiquattro ore settimanali, effettuabili anche in forma frazionata e flessibile nell'arco delle ventiquattro ore, nei giorni feriali, prefestivi e festivi, con il trattamento economico della continuità assistenziale previsto dall'accordo collettivo nazionale per la medicina generale.

Articolo 4

(Trasferimento di risorse strumentali ed organizzative)

1. Le attrezzature, gli arredi e i beni strumentali afferenti alle funzioni di cui all'articolo 2, comma 1, di proprietà del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, individuati con apposito inventario redatto d'intesa tra il Ministero della giustizia e la Regione, anche avvalendosi di personale dell'Azienda USL, sono trasferiti all'Azienda USL con la sottoscrizione di un verbale di consegna. I suddetti beni entrano a far parte del patrimonio dell'Azienda USL e sono sottoposti al regime giuridico di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421).

2. I locali adibiti all'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 2, comma 1, individuati con apposito inventario redatto d'intesa tra il Ministero della giustizia e la Regione, sono concessi in uso a titolo gratuito, per l'utilizzo da parte dell'Azienda USL, sulla base di apposita convenzione predisposta in conformità allo schema-tipo di cui all'articolo 4, comma 2, del d.p.c.m. 1° aprile 2008. L'inventario deve includere anche i locali già utilizzati gratuitamente dall'Azienda USL per le attività connesse alle patologie da dipendenza.

Articolo 5

(Disposizioni finanziarie)

1. Alla determinazione dell'onere derivante dall'esercizio delle funzioni trasferite e al suo finanziamento si provvede con le risorse finanziarie che lo Stato attribuisce alla Regione per l'esercizio delle stesse, ai sensi dell'articolo 5 del d.lgs. 192/2010.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione della Regione per il triennio 2011/2013 nell'unità previsionale di base 1.9.2.10 (Altri interventi nel settore sanitario finanziati con entrate con vincolo di destinazione).

3. La Regione ha inoltre facoltà di stanziare, con la legge di assestamento o di variazione del bilancio regionale, somme eccedenti rispetto a quelle attribuite dallo Stato, ai sensi dell'articolo 17, commi 3 e 4, della legge regionale 4 agosto 2009, n. 30 (Nuove disposizioni in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e principi in materia di controllo strategico e di controllo di gestione).

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 6

(Decorrenza del trasferimento delle funzioni)

1. Ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del d.lgs. 192/2010, il trasferimento delle funzioni di cui alla presente legge decorre dalla data di trasferimento delle risorse finanziarie, ai sensi dell'articolo 5 del d.lgs. 192/2010.

Presidente - Ricordo che è stato presentato un ordine del giorno a firma della Consigliera Emily Rini e dei membri della V Commissione.

La parola al relatore, Consigliera Segretario Emily Rini.

Rini (UV) - Merci M. le Président. Chères collègues et chers collègues, c'est avec une grande satisfaction que je présente aujourd'hui ce rapport sur le projet de loi n° 137 en matière de santé pénitentiaire, déposé par le Gouvernement régional. Enfin, après une longue attente et une procédure particulièrement compliquée, cette Assemblée peut examiner les dispositions qui permettront de transférer les fonctions dans cette matière de l'Etat à la Région.

Tout a commencé en 1999, avec le premier alinéa de l'article 9 du décret législatif n° 230, portant dispositions en matière de réorganisation de la médecine pénitentiaire. Ce texte établit que les fonctions, le personnel et les équipements nécessaires à assurer un système non seulement de prévention, mais aussi d'assistance sanitaire pour les détenus, sont transférée aux Régions à statut spécial par des dispositions d'application, et ce, aux termes des statuts respectifs. Donc, contrairement aux Régions à statut ordinaire, où le transfert en question a été automatique, pour la Vallée d'Aoste la procédure a été beaucoup plus longue. Je me souviens encore que, lors de la visite de la maison d'arrêt de Brissogne effectuée pendant le mois d'août avec une délégation du Conseil et le Président du Conseil Cerise, nous avons pu constater la forte préoccupation et le malaise éprouvé par le personnel médical et paramédical œuvrant dans cette structure, à cause du fait que le transfert des compétences à la Région n'avait pas encore eu lieu. Voilà pourquoi nous ne pouvons que nous réjouir aujourd'hui que cet objectif ait enfin été atteint. Cela est confirmé aussi par une interview du mois de septembre dernier du directeur de la maison d'arrêt, Domenico Minervini, qui à la presse affirmait que "l'un des problèmes les plus importants est sans doute celui de la santé, mais avec le transfert des compétences à la Région, la situation devrait certainement s'améliorer".

Le décret législatif n° 192 du 26 octobre 2010, c'est-à-dire les dispositions d'application du Statut spécial de la Région autonome Vallée d'Aoste, qui encadrent le transfert de fonctions en matière de médecine et de santé pénitentiaire, prévoient, à l'article 3, que la Région réglemente l'exercice desdites fonctions par ses propres lois. Voilà aujourd'hui que nous discutons donc ce projet de loi n° 137, qui compte six articles et dont le contenu trace essentiellement des lignes directrices, c'est-à-dire le cadre des détails qui seront définis au moment de la rédaction de la convention relative au modèle organisationnel à mettre en place entre le centre de détention et l'Agence sanitaire locale.

Je tiens a remercier mes collègues de la Ve Commission, qui nous ont permis d'effectuer une étude rapide, mais en même temps approfondie et précise de la matière. Je rappelle en effet que c'est au sein de la commission que nous avons pu approfondir ce thème important, pendant les diverses auditions, dont celle des syndicats qui œuvrent au sein de la prison et que je veux d'ailleurs remercier pour leur collaboration. Nous avons donc étudié le problème dans une optique particulièrement élargie, grâce au témoignage de ceux qui vivent quotidiennement le monde carcéral, univers si particulier et difficile, et nous ont permis d'y voir encore plus clair.

Pacifico sicuramente è che lo spirito, l'essenza di questo disegno di legge è fondata sul cosiddetto "principio dell'equivalenza", ovvero sul fatto che - e può sembrare scontato, ma credetemi che non lo è - l'assistenza sanitaria sia un diritto uguale per tutti, e quindi, in questo caso, sia per le persone libere che per le persone che si trovano in stato di detenzione. Sanità inoltre intesa e anche analizzata in tutte le sue fasi, dalla prevenzione alla diagnosi, alla cura fino alla riabilitazione. Questo importante principio è sancito in maniera esplicita dall'articolo 1 del decreto n. 230/1999.

Come ho già detto, il progetto di legge che stiamo analizzando si compone di sei articoli. In particolare l'articolo 2, al comma 2, stabilisce le funzioni, suddivise in aree, che spettano alla Regione e che le stesse saranno esercitate dalla Regione tramite l'Azienda USL della Valle d'Aosta.

Non mi dilungo ulteriormente nell'analisi schematica degli articoli, poiché credo che questa legge - come ho detto - vada a fungere più che altro da cornice all'atto successivo importantissimo che deriverà dall'approvazione di questa legge, legge che - a quanto pare - non può che trovare la più ampia condivisione. Assume invece una grande importanza - come dicevo - l'atto successivo, ovvero la convenzione che disciplinerà e conterrà il modello organizzativo. Competenza che, è giusto ricordarlo, spetta alla Giunta regionale. Proprio su questo argomento, e soprattutto per rendere la discussione più ampia e completa possibile, chiedo al Presidente se posso procedere brevemente con l'illustrazione dell'ordine del giorno.

Durante la discussione in V Commissione, soprattutto durante le audizioni dei rappresentanti di tutte le sigle sindacali degli operatori di Polizia penitenziaria operanti all'interno della casa circondariale che, se mi permettete, colgo l'occasione nuovamente per ringraziare, sono emerse alcune problematicità che non investono la legge in discussione, ma piuttosto concernono il modello organizzativo che verrà successivamente attuato. Le perplessità degli operatori si riferivano in particolare alla presenza a livello di fasce orarie del medico all'interno della struttura carceraria.

Credo che la presenza del medico all'interno della Casa circondariale di Brissogne abbia una duplice ripercussione: la prima, più ovvia, si ha all'interno della struttura ove bisogna garantire le adeguate celeri cure ai detenuti che hanno in quel momento la necessità di assistenza medica. Fra l'altro, mai come in questi ultimi tempi il tema dell'adeguata assistenza sanitaria ai detenuti è all'attenzione dell'intera società, visti anche i tristi casi di cronaca avvenuti ultimamente. La presenza di un medico 24 ore su 24 all'interno della Casa circondariale di Brissogne può quindi garantire un rapido intervento in caso di necessità. Dicevo che avrà due tipi di ripercussione...la seconda ripercussione, non certo meno importante, si avrà sull'intera società valdostana, poiché garantire la presenza continuativa di un medico all'interno del carcere permetterà di ridurre in maniera significativa il trasporto dei detenuti al di fuori della casa circondariale, per recarsi al pronto soccorso piuttosto che in altri ambulatori dell'ospedale valdostano. Ricordo che tali uscite, oltre ad impegnare un numero elevatissimo di risorse...mi riferisco ad agenti, a mezzi, all'organizzazione che tali trasferimenti richiedono, ricordando anche che all'interno del carcere di Brissogne si trovano i cosiddetti "collaboratori di giustizia" per i quali è previsto un iter di trasporto particolarmente gravoso e precauzioni maggiori...ma oltre a creare un'ingente spesa di risorse, creano soprattutto disagi per gli utenti che si trovano ad usufruire dei servizi ospedalieri, i quali si trovano in una momentanea paralisi dell'attività dovuta al trasporto del detenuto. Tutto ciò creerebbe un grande disagio in primis ai cittadini, poi agli operatori di Polizia penitenziaria, e anche agli operatori sanitari del nostro nosocomio, perché bisogna ricordare che un numero importante di detenuti sono affetti da malattie altamente infettive, una su tutte l'AIDS; quindi questo spostamento in locali pubblici dell'ospedale potrebbe aumentare il rischio di contagio.

Per queste ragioni siamo qui, oggi...io, a nome dei firmatari della legge, ricordo che c'è stata ampia condivisione, anche da parte degli altri gruppi che non hanno rappresentanti in V Commissione, nel chiedere all'Assessore di farsi carico di garantire, in sede di stesura di questo modello organizzativo...di richiedere la presenza all'interno della Casa circondariale di Brissogne di un medico 24 ore su 24, così da garantire il miglior servizio per i detenuti all'interno del carcere, ma anche per tutta la collettività. Sempre con questo ordine del giorno chiediamo all'Assessore di fare un ulteriore passaggio in V Commissione; le chiediamo di illustrarci la proposta della suddetta convenzione contenente il modello organizzativo, naturalmente prima della sua approvazione.

Concludo ringraziando tutti coloro che hanno portato il loro contributo e lavorato per raggiungere il miglior risultato possibile in un settore così delicato: i colleghi della V Commissione, i rappresentanti delle forze sindacali, ma soprattutto l'Assessore e tutto il suo staff che, ancora una volta, ha dimostrato una grande disponibilità.

Si dà atto che dalle ore 18,10 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale. Si discuterà il disegno di legge assieme all'ordine del giorno e poi si procederà prima alla votazione dell'ordine del giorno e poi al disegno di legge.

La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

Non si può che condividere per intero la relazione della collega Rini, che ringrazio per aver esposto in maniera molto chiara e dettagliata il provvedimento che stiamo andando a votare. Non siamo in V Commissione, abbiamo condiviso il provvedimento, mi ha fatto piacere che lei lo abbia ricordato così come mi ha fatto piacere sentire i ringraziamenti a tutti quelli che hanno, con diverso ruolo, partecipato alla costruzione di quella che possiamo oggi chiamare "un'opportunità" per la Valle d'Aosta, perché da una parte limita i costi e, dall'altra, migliora un servizio. Credo però sia altrettanto giusto ricordare chi ha materialmente costruito questo disegno di legge, l'Onorevole Caveri, che fu il primo a portare all'attenzione del Parlamento questo provvedimento, e quindi tutti i passaggi successivi. Questo va riconosciuto, perché oggi portiamo a compimento un lavoro che qualcuno, in tempi non sospetti, aveva pensato e va riconosciuto, anche se poi possiamo essere di idee diverse su altre questioni...chi ha redatto di pugno il provvedimento che adesso andremo ad approvare e che la paritetica ha già licenziato. Volevo, come PdL, riconoscere questa cosa.

Naturalmente mi asterrò dalla dichiarazione di voto, che sarà positiva, e volevo riconoscere che questo provvedimento risolve, da una parte, una questione etica ed umana e, dall'altra, anche una questione economica, perché riduce gli impegni finanziari che la Regione doveva impegnare per andare a gestire "finte malattie" che dovevano essere trasferite - diciamocelo con grande chiarezza -, magari per accertamenti, a Torino...qualche detenuto su quelle opportunità di attenzione ci giocava un attimo. Invece, avendo lì un presidio sanitario 24 ore su 24, costante e localizzato, c'è la conoscenza della persona che in quel momento è in quelle condizioni e quindi c'è l'opportunità di servire meglio chi, per un periodo della sua vita - purtroppo per lui! - si trova a dover passare nel carcere di Brissogne il suo tempo.

Quindi ringraziamo la collega Rini che ha chiuso un percorso a nostro avviso troppo lungo; questa cosa doveva essere chiusa molto prima. Anche noi, a Roma, con i nostri governanti, ci abbiamo messo del nostro...sono contento che sotto il Governo Berlusconi questa cosa in paritetica si sia conclusa, anche - ripeto - con il contributo dell'Onorevole Caveri.

Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Naturalmente per ringraziare il Capogruppo Lattanzi di questo riconoscimento, ma credo che, al di là di quello, sia estremamente interessante di tanto in tanto - visto che oggi abbiamo il tempo per farlo - riflettere su alcune questioni che concernono la nostra autonomia speciale, e questa è una di quelle occasioni nelle quali può capitare di poter, per due minuti, fare questo esercizio di stile.

Questa è una questione molto profonda, che nasce nel 1999 quando nel passaggio parlamentare ci fu, da parte dei Parlamentari alla Camera dei deputati delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, la sottolineatura che non si poteva immaginare un trasferimento tout court di questo tipo di competenze in capo alle autonomie differenziate, in assenza di una norma di attuazione dello Statuto. È vero che questa norma di attuazione dello Statuto l'abbiamo a lungo sofferta, perché effettivamente c'è stata da parte dell'Amministrazione penitenziaria una sorta di "miopia" che portò, ad un certo punto, ad una lettera del Sovrintendente - non attualmente, era un suo collega - che scrisse alla Regione Valle d'Aosta: "da domani vi trasferiamo la sanità penitenziaria". Quindi è questa una cartina di tornasole estremamente interessante di come talvolta le amministrazioni statali, qualunque governo governi, abbiano una sorta di ignoranza nei confronti dei meccanismi statutari che sono, invece, a tutela della nostra autonomia differenziata.

È vero e lo potrebbero testimoniare tutti coloro che hanno fatto parte della paritetica, che questo è stato un argomento masticato e stramasticato, in cui la Regione, come sa bene anche l'Assessore Lanièce, si è trovata in Commissione paritetica di fronte alla situazione grottesca di volersi assumere i costi, perché qui comunque ci assumiamo i costi della sanità penitenziaria. Fra l'altro, una sanità complessa, perché non ci troviamo di fronte al vecchio carcere aostano dove c'erano quattro rubagalline e dove tutta una ricca aneddotica racconta di un clima talmente familiare che ogni tanto le celle si aprivano, le persone uscivano e rientravano in un clima di embrassons-nous, derivato dal fatto che effettivamente in quel carcere c'erano dei rubagalline...ma da quando hanno costruito questo carcere, che ha dimensioni e popolamento completamente diversi, abbiamo una popolazione carceraria estremamente problematica perché questo è un carcere problematico, e quando si dice che ci sono i "collaboratori di giustizia" vuol dire che già solo dal punto di vista della guardiania siamo di fronte a temi delicati.

Ricordo che nella scorsa legislatura questo Consiglio si preoccupò quando venne aperta una sezione del carcere di Aosta che era dedicata a persone che avevano particolari perversioni sessuali, quindi un tema di grande spessore. Ancora oggi il carcere viene adoperato con facilità come una sorta di porta girevole per una serie di delinquenti che stanziano normalmente nelle carceri del circondario del Piemonte e questo rende impossibile quella vocazione che le carceri dovrebbero avere, di riabilitazione alla persona secondo il dettato costituzionale, perché è estremamente difficile poter operare una riabilitazione del detenuto quando questo sta qui, per un certo periodo, e se ne va...per non dire poi del tema delicatissimo della percentuale elevatissima di extracomunitari, senza dare a questo alcuna nozione xenofoba, ma per sottolineare come ci siano problemi di convivenza interna che diventano estremamente delicati. Ecco perché la sanità penitenziaria finisce per essere un'assunzione di responsabilità, di cui alla fine la parte statale ha capito l'importanza, e la norma è stata limata in modo che una legislazione regionale potesse successivamente occuparsi di questa materia.

Però, ripeto, è estremamente interessante ogni tanto proporre uno spaccato di una realtà giuridica che finisce per riflettersi nella nostra realtà locale, per vedere come non ci sia nulla di semplice nel rapporto con lo Stato, perché spesso capita purtroppo di sedere al tavolo con dei funzionari statali, probabilmente persone preparatissime ed integerrime, ma che hanno il "prosciutto sugli occhi" perché non hanno alcuna conoscenza dei meccanismi particolari, di cui siamo fieri, della nostra autonomia speciale.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Rigo.

Rigo (PD) - Grazie Presidente.

L'articolo 32 della Costituzione italiana dispone: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Il diritto alla salute di coloro che si trovano in condizioni di privazione della libertà trova quindi tutela e garanzia quale diritto inviolabile della persona. Il Servizio sanitario all'interno degli istituti penitenziari ha previsto anche delle regole minime, ribadite dall'ONU, per il trattamento dei detenuti, approvate il 30 agosto 1955 e ribadite dal Consiglio d'Europa il 19 gennaio 1973. L'articolo 11 della legge sull'ordinamento penitenziario n. 345/1975 citato in sede di audizione in commissione, stabilisce che ogni istituto sia dotato di "servizio medico e servizio farmaceutico rispondenti alle esigenze profilattiche e di cura della salute dei detenuti e degli internati e che disponga di almeno uno specialista in psichiatria". Con le espressioni "servizio medico" e "servizio farmaceutico" il Ministero della Giustizia precisava, in una sua nota, qualche tempo dopo, che si deve intendere l'organizzazione in ogni istituto, anche di dimensioni ridotte, di un servizio che assicura un armadio farmaceutico, un'infermeria, attrezzature diagnostiche e cliniche e la presenza continuativa di un medico, mentre gli istituti di maggiore dimensione dispongono di strutture sanitarie organizzate e personale presente nell'intero arco della giornata e possono disporre di centri diagnostici terapeutici.

Visto che finiranno molto presto oggi i nostri lavori, vorrei leggervi l'articolo 11 che definisce quelle che erano allora le attività sanitarie interne agli istituti e che non sono cambiate, perché questa legge non è stata abrogata: l'obbligo di visita all'ingresso nella struttura, la discrezionalità di visita medica dei detenuti indipendentemente dalla richiesta, la disponibilità del medico per le visite quotidiane dei malati, l'adozione di misure per l'isolamento sanitario in caso di malattie contagiose e, nel rispetto delle norme in tema di malattia psichiatrica e salute mentale, particolare attenzione alla tutela della salute delle detenute madri e dei loro figli. Dagli anni '70, come si dice, tanta acqua è passata sotto i ponti e oggi siamo chiamati a completare il trasferimento delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria nei confronti dei detenuti della Casa circondariale di Brissogne dal Ministero della Giustizia al Servizio sanitario regionale. Quello che ci apprestiamo a votare, quindi, è l'atto conclusivo di un lungo percorso e di un non facile processo - lo ha ricordato prima il collega Caveri - di riflessione, di ricerca e di lavoro, che ha visto progressivamente coinvolti gli organi politici, i funzionari e gli addetti ai lavori di questo non secondario settore della società. Vorrei ricordare alcune tappe di questo percorso.

Nel 1998 la legge n. 419 aveva affidato ad appositi decreti legislativi il "riordino della medicina penitenziaria" e, proprio in attuazione di quelle disposizioni, il decreto legislativo n. 230/1999 citato dalla relatrice, inseriva tale settore nel sistema sanitario nazionale, definendo gli ambiti di intervento degli enti interessati - in questo caso Regioni, Ministero della Salute e Ministero della Giustizia - e, in quell'occasione, veniva evidenziata la necessità di norme di attuazione (articolo 9) per le Regioni a Statuto speciale. All'Azienda sanitaria locale veniva assegnata la funzione di erogare prestazioni sanitarie, mentre l'Amministrazione penitenziaria manteneva i compiti relativi alla sicurezza. Lo stesso decreto legislativo disponeva il transito immediato, a decorrere dal primo gennaio 2000, delle funzioni relative alla prevenzione, assistenza e cura dei detenuti tossicodipendenti e prevedeva il trasferimento delle altre funzioni sanitarie al termine di un periodo di sperimentazione da realizzarsi presso alcune Regioni.

Successivamente, nel 2002, abbiamo un decreto ministeriale con cui veniva costituita una commissione di studio e quindi la definizione di quei modelli organizzativi a cui faceva riferimento prima la collega Rini; nel mese di maggio 2007 con la costituzione ufficiale presso il Ministero della Salute di un gruppo tecnico, riprendeva il cammino per l'attuazione del decreto legislativo citato dalla relatrice. Con la legge finanziaria 2008 si confermava il definitivo transito in questione da attuarsi mediante l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la definizione delle modalità e dei criteri per il trasferimento dal Ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale di tutte le funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali afferenti alla sanità penitenziaria. Il primo aprile 2008 finalmente veniva emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, corredato dalle linee di indirizzo per gli interventi del Servizio sanitario nazionale a tutela della salute dei detenuti e degli internati negli istituti penitenziari e dei minorenni sottoposti ad un provvedimento penale. Da qui inizia anche il cammino che ha coinvolto in questa legislatura l'Assessorato regionale alla sanità e questo Consiglio. Ricordo la costituzione, con deliberazione di Giunta regionale del dicembre 2008, della Commissione paritetica per l'esame delle problematiche relative alla medicina penitenziaria e per il coordinamento degli interventi di assistenza sanitaria, socio-riabilitativa e di educazione presso la casa circondariale; ricordo il parere del Consiglio, ad aprile 2010, sullo schema di decreto legislativo e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 19 novembre scorso delle norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione, recanti il trasferimento di funzioni in materia di assistenza sanitaria ai detenuti della casa circondariale.

Al disegno di legge in oggetto è affidato il compito di definire, in una cornice legislativa, gli obiettivi per la tutela della salute dei detenuti che la Regione deve trasmettere all'Azienda USL della Valle d'Aosta. Obiettivi che devono essere precisati mediante l'individuazione e la stesura di uno specifico modello organizzativo. Da tempo un gruppo tecnico sta elaborando questo documento che è già stato inviato al Ministero della Giustizia che, a sua volta, ha trasmesso alla Regione alcune considerazioni. Il modello organizzativo predisposto dall'Assessorato competente, d'intesa con l'USL della Valle d'Aosta, è stato in questi giorni illustrato, per sommi capi, alla commissione competente, che ha svolto nel merito di questo disegno di legge una serie di audizioni. Modello organizzativo di cui, seppure esplicitamente richiesto, non è stata data copia ai membri della commissione, così come abbiamo potuto conoscere solo indirettamente le cifre relative al disavanzo fra le spese preventivate e le risorse finanziarie certe. Se non ricordo male, il modello organizzativo costa 550.000 euro e le risorse riconosciute al trasferimento di funzioni alla Regione è pari a 360.000 euro, con un disavanzo di 190.000 euro, che andrà ad aumentare - se l'ordine del giorno collegato otterrà l'approvazione dell'Assemblea - questo disavanzo. Chiedo quindi all'Assessore Lanièce se questo onere aggiuntivo di 190.000 euro più i successivi, dovuti all'approvazione dell'ordine del giorno, sarà coperto dal bilancio regionale, come immagino, ma vorrei una conferma dall'Assessore: questa preoccupazione era stata espressa in commissione.

La collega Rini ha già bene riassunto i risultati emersi dal lavoro della commissione e l'ordine del giorno è testimonianza concreta di quel confronto, in particolare i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno evidenziato alcune criticità del modello organizzativo predisposto, criticità - in particolare quella del Servizio di guardia medica nell'arco delle 24 ore - che sono spesso dipendenti dalla reclusione, dalla tipologia dell'assistito, dalla struttura carceraria, dalla gestione stessa della vita quotidiana, dalle procedure di sicurezza.

Da parte mia non c'è nulla da aggiungere, perché siamo soddisfatti, come gruppo del Partito Democratico, dell'impegno assunto con il documento unitariamente presentato; nulla da aggiungere, se non una considerazione. Le risposte ai bisogni della popolazione valdostana e alle attese sociali, in questo caso di un particolare settore della società civile, possono e debbono venire dal Consiglio regionale. Gli strumenti a disposizione sono le leggi, gli atti amministrativi che devono favorire il cambiamento e l'innovazione come in questo caso. Risposte che però non sono neutre, perché i loro effetti dipendono da quali valori li ispirano e da quali finalità perseguono. Ecco quindi che compito della politica deve essere quello di verificare che questi atti, che vanno ad incidere sulla vita dei valdostani, siano caratterizzati da equità, giustizia sociale e garanzia dei diritti irrinunciabili. Per raggiungere questo obiettivo nella definizione di questo disegno di legge, la V Commissione ha lavorato nel segno della democrazia partecipata, ovvero con le audizioni ha cercato di dare voce direttamente ai protagonisti, a chi vive ogni giorno quella realtà, in sostanza un lavoro di ascolto e di trait d'union fra i cittadini, in questo caso gli agenti, il direttore e il volontariato, portavoce di chi non poteva avere voce, e il Consiglio regionale. Un lavoro di approfondimento che ha ottenuto un risultato concreto, utile per tutti, anche per la popolazione non detenuta, perché la salute della popolazione detenuta riguarda anche la salute della collettività, e lo ha ricordato molto bene la collega Rini.

Questo risultato, lo voglio ricordare, anche quello sul disegno di legge sull'avvocatura o quello di stamani sui Vigili del fuoco, deve stimolare tutti quanti noi nel riconoscere il lavoro e l'impegno delle commissioni, un lavoro che, se sostenuto politicamente e aiutato a crescere, potrebbe essere vitale per l'autonomia funzionale proprio di questo Consiglio.

Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (ALPE) - Grazie Presidente.

Il decreto legislativo sul riordino della medicina penitenziaria stabilisce che i detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, all'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute, e dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali. È un articolo che esprime un concetto fondamentale, un giusto principio di uguaglianza per quanto riguarda il diritto alla sanità, che mette su un piano di parità i reclusi e i cittadini liberi a prescindere dalle ragioni dell'incarcerazione, un principio che riteniamo irrinunciabile in una società civile. Eppure l'evidenza che si ricava dalle statistiche redatte in Italia negli ultimi dieci anni, in cui emergono 1.740 decessi, è che i detenuti muoiono con una frequenza venti volte maggiore rispetto ai loro coetanei liberi. Dostoevskij sosteneva che la qualità della società si misura dalla qualità delle sue prigioni.

Con il trasferimento delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria, la nostra Regione acquisisce la facoltà di disciplinare direttamente l'esercizio di dette funzioni e di determinare in modo diretto, per un settore nevralgico come quello della salute, la qualità della sua prigione. Come è stato ricordato, l'iter è stato lungo, l'argomento è stato dibattuto in V Commissione con l'impegno e l'interesse di tutti i commissari e della relatrice Rini. Ne è scaturito un quadro preoccupante con la presenza di 280-290 detenuti in uno spazio che ne conteneva in origine 190, con detenuti che presentano particolari problematiche, come è stato ricordato. Finora la casa circondariale ha affrontato come ha potuto le necessità di cura dei detenuti e ha dovuto sopperire alle insufficienti attenzioni a questa problematica da parte delle politiche sanitarie statali.

Ora, secondo quanto ci è stato comunicato, un nuovo modello organizzativo su base regionale è in via di definizione; questo nuovo modello dovrà tenere conto di tutte le problematiche che sono state sollevate in commissione e del fatto che le risorse a disposizione del carcere non saranno sufficienti a dare piena attuazione. Il trasferimento delle competenze medico-sanitarie alla Regione ha fatto emergere, in particolare, due criticità che già sono state ricordate da chi mi ha preceduto, ma che ritengo utile ribadire: la prima, legata alla necessità dell'assistenza medica nell'arco delle 24 ore e non di sole 6 ore come era stato ipotizzato; la seconda, correlata agli accertamenti diagnostici da effettuarsi al di fuori del carcere presso le strutture pubbliche, che comportano ingenti misure per garantire adeguate condizioni di sicurezza e sono causa di evidenti disagi all'interno delle strutture pubbliche stesse.

Chiediamo quindi che l'impegno della Giunta regionale vada nella direzione della presa in carico delle spese eccedenti e nella ricerca di soluzioni adeguate alle problematiche che sono state sollevate; in questo senso abbiamo sottoscritto la risoluzione che è stata già presentata dalla Consigliera Rini.

Presidente - Se nessuno chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie Presidente. Due brevi considerazioni, prima di tutto per ringraziare la V Commissione e chi, anni fa, ha seguito questo iter, che poi - come è stato ricordato - ha visto la fine con il decreto n. 192/2010 concernenti le norme di attuazione recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria.

Due considerazioni su quello che ci troviamo a dover gestire come Amministrazione regionale. Coloro che devono scontare una pena rappresentano una popolazione molto particolare, tant'è che nel disegno di legge, all'articolo 2, sono specificati i settori che vedranno un particolare sviluppo all'interno della casa circondariale. Appunto le aree interessate sono la medicina generale, le prestazioni specialistiche e d'urgenza, le patologie infettive e terminali, le dipendenze patologiche e la salute mentale; queste tre specialità sono le specialità che coinvolgono la maggior parte dei detenuti, quindi il fatto di aver inserito nella legge subito queste specialità ha una sottolineatura particolare, perché evidenzia come la popolazione carceraria sia particolarmente difficile.

C'è da dire che prima, e ancora adesso che la legge dovrà essere approvata...con il decreto del Presidente del Consiglio, che darà definitivamente il via al passaggio delle competenze e che ci darà i finanziamenti per poter gestire questo settore di sanità...c'è da ricordare che l'Amministrazione regionale interveniva già prima e sta intervenendo tutt'ora per quanto riguarda la spesa farmacologica: noi abbiamo a disposizione circa 50.000 euro all'anno di spesa con cui sosteniamo la casa circondariale. Mi viene in mente inoltre, tutto il settore del SERT, che è già in carico da anni alla sanità valdostana, quindi in realtà abbiamo dei settori che sono già a totale carico della sanità valdostana e questa sarà l'occasione per migliorarne ulteriormente alcuni aspetti.

Abbiamo un osservatorio sulla casa circondariale, che dal 2007 coinvolge diverse persone e che è presieduto dal Presidente della Regione, dove si hanno i vari attori; voglio ricordare la presenza del direttore del carcere Minervini, che ha contribuito in modo importante anche al lavoro che si sta ancora facendo con l'USL per definire un modello sanitario il più consono possibile alla casa circondariale. In questo osservatorio sarà possibile monitorare questo nuovo modello, formato da due commissioni: una commissione paritetica sulla sanità e l'altra paritetica che riguarda maggiormente gli aspetti educativi che sono a capo dell'Assessorato all'istruzione, quindi c'è possibilità di monitorare questo nuovo modello che - come ricordato - impegna particolarmente l'Amministrazione anche dal punto di vista economico. A questo riguardo volevo ricordare che la famosa delibera del CIPE che trasferisce i fondi per la sanità penitenziaria alla Regione Valle d'Aosta, soprattutto prendendo in considerazione l'impegno dell'ordine del giorno, ovvero il fatto di prevedere una guardia medica 24 ore su 24, copre la metà del fabbisogno di questo nuovo modello carcerario, quindi sicuramente il Consiglio regionale si prende un impegno che viene visto come un impegno a favore di una migliore situazione all'interno della casa circondariale; pertanto è un aspetto positivo che comporterà - questo per rispondere al quesito del collega Rigo - la possibilità di avvalersi del comma 3 dell'articolo 5 della legge, secondo cui la Regione ha facoltà di stanziare, con la legge di variazione del bilancio, somme eccedenti rispetto a quelle attribuite dallo Stato. Questo modello, quindi, costerà maggiormente; ricordo che il modello precedente prevedeva, fino ad un anno fa, la presenza del medico 24 ore su 24. È chiaro che erano altri contratti e costava molto meno, ma questo raccoglie anche la sollecitazione dei sindacati e dei professionisti nella casa circondariale e rappresenterà una possibilità di maggiore tranquillità anche per i detenuti, perché sapere che c'è un medico nella struttura permette una serie di interventi già da subito.

Ricordo che il medico 24 ore su 24 è un medico di continuità assistenziale, non ha funzioni di emergenza o di 118, come anche tutta una serie di trasferimenti in ospedale non si possono evitare, perché quando si tratta di necessità di diagnostica per immagini, ecografie, radiografie, TAC, visite specialistiche, ecc...che necessitano di una serie di apparecchiature, si ha l'obbligo di trasferimento, mentre alcune branche specialistiche come l'odontostomatologia (dentista) e altre branche, come ho detto prima, di carattere medico come lo psichiatra, il neurologo, eccetera, saranno fatte prioritariamente nella struttura senza ricorrere al trasferimento. Ricordo che nell'ospedale c'è una stanza apposita per i detenuti; quindi, nel momento in cui vi siano delle necessità di ricovero, è previsto nella struttura ospedaliera uno spazio che è adeguatamente riservato ai casi particolari.

Questo per dire che questo ordine del giorno verrà recepito dal Governo regionale nell'ambito della costruzione di questa organizzazione che da alcuni mesi vede impegnati l'Assessorato con l'USL e la casa circondariale, organizzazione che dovrà essere la più completa possibile. Devo anche sottolineare un aspetto che il Consigliere Rigo aveva sollevato, sto parlando delle prestazioni medico-legali a favore del Corpo della Polizia penitenziaria; è previsto uno schema di convenzione che si chiama schema di convenzione tipo per le prestazioni medico-legali a favore del Corpo della Polizia penitenziaria del 29 ottobre 2009, quindi nel momento in cui ci sarà il passaggio definitivo, si recepirà questa convenzione. Questo per dire che anche gli aspetti medico-legali legati alle visite del lavoro verranno presi in carico da parte dell'Azienda USL, che individuerà un medico competente per la struttura carceraria.

Detto questo, concludo questa relazione ringraziando la V Commissione, la relatrice e ringraziando tutti coloro che hanno voluto intervenire; sicuramente è una nuova sfida per la sanità valdostana, perché si tratta di farsi carico di una popolazione estremamente debole e che è molto particolare per tanti punti di vista, ma credo che riusciremo a portare avanti anche questa sfida nel modo più giusto e concreto possibile.

Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno, che recita:

Ordine del giorno

II Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Constatato che il disegno di legge in discussione ("Disciplina dell'esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste ai sensi del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 192 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria")) disciplina, in attuazione del decreto legislativo n. 192/2010, il trasferimento alla Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria;

Considerato che l'erogazione dell'assistenza sanitaria ai detenuti nella Casa Circondariale di Brissogne rappresenta un servizio che occorre fornire nella misura e con le modalità necessarie a soddisfare pienamente le esigenze della persona;

Ritenuto pertanto necessario che nella definizione del modello organizzativo volto a garantire l'assistenza sanitaria ai detenuti nella Casa Circondariale di Brissogne sia assicurata una adeguata presenza di personale medico;

Preso atto dei suggerimenti e delle indicazioni emersi duranti i lavori della V Commissione consiliare permanente;

Impegna

L'Assessore competente a:

- presentare, in quinta commissione consiliare, prima della sua definitiva approvazione, il modello organizzativo e le linee di indirizzo degli interventi di sanità penitenziaria trasferiti all'Azienda U.S.L. della Valle d'Aosta;

- impartire direttive all'Azienda U.S.L. della Valle d'Aosta affinché la stessa, nella predisposizione del modello organizzativo volto a garantire l'assistenza sanitaria ai detenuti nella Casa Circondariale di Brissogne, assicuri la presenza del medico in struttura 24 ore su 24.

F.to: Emily Rini - Crétaz - Lanièce - Hélène Impérial - Patrizia Morelli - Rigo - Maquignaz

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 28

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato.

Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato del disegno di legge.

Pongo in votazione l'articolo 1:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Articolo 2: stesso risultato. Articolo 3: stesso risultato. Articolo 4: stesso risultato. Articolo 5: stesso risultato. Articolo 6: stesso risultato.

Pongo in votazione la legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.