Oggetto del Consiglio n. 1791 del 4 maggio 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 1791/XIII - Interpellanza: "Revisione dei criteri per il sostegno della Regione ai Consorzi di garanzia fidi".
Interpellanza
Nelle scorse settimane, il Presidente della Regione ha espresso l'intenzione di rivedere i criteri di sostegno della Regione ai Consorzi di garanzia fidi (Valfidi artigiani, CTS commercio, Confidi industriali, Confidal turismo e Confidi agricoltori) esercitando una pressione non indifferente nel senso di costringerli a costituire una Confidi unica e dando alle stesse una sorta di ultimatum per la fine dell'anno;
Ricordando come nel vicino Piemonte operino al momento ben 23 confidi attive a vario titolo;
Avendo appreso di possibili integrazioni in atto fra le confidi esistenti, nel senso di portare ad una probabile dualità i soggetti operanti nel settore in Valle d'Aosta;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) quali condizioni abbia fissato esattamente la Giunta regionale alle attuali Confidi per sollecitare il processo di unificazione;
2) quali nuovi criteri di sostegno intenda fissare la Regione ai Consorzi di garanzia fidi;
3) se per gli anni a venire intenda effettivamente chiudere i rubinetti, come annunciato, ad uno o più soggetti che non intendano aderire alla 'suggerita' fusione tra i soggetti esistenti.
F.to: Louvin - Giuseppe Cerise - Chatrian
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Siamo già venuti sull'argomento Confidi in tempi non molto remoti, l'Assessore Lavoyer lo ricorda sicuramente; devo dire che mi ha alquanto sorpreso leggere dichiarazioni energiche su questo tema nei giorni scorsi, ben sapendo che il Governo regionale sollecita una razionalizzazione del sistema dei Consorzi di garanzia fidi (non è l'unico a muoversi in questa direzione, anche in altre Regioni ci sono procedimenti analoghi), ma devo dire che, almeno dal modo in cui sono riportate le notizie dagli organi di stampa, l'iniziativa prende un tono e un sapore particolari.
La posizione dell'Amministrazione è nota: o si crea un unico soggetto per tutti i settori produttivi o la Regione chiude i rubinetti - così riassumono due diverse fonti di stampa il senso delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente e dall'Assessore in una conferenza stampa -, ma in particolare una Confidi unica - ribadisce il Presidente - è la soluzione per spendere di meno e avere risultati maggiori per tutti gli associati, se si sfilano alcuni è chiaro che diventa sempre più debole il processo di aggregazione; comunque entro la fine dell'anno tutti dovranno decidere. Dunque - qui trae le conclusioni l'articolista, ma mi pare che non sia andato tanto al di là del punto di vista che veniva espresso - per i tre Confidi degli industriali, degli agricoltori e del turismo gli scenari sono due: o aderiscono al percorso di unificazione intrapreso da Valfidi e CTS o rimangono ai margini, con il rischio di non ottenere più i contributi regionali e di perdere attrattività. Messa così, converrà l'Assessore, che non è esattamente una prospettiva molto elegante! Siamo sorpresi che, accanto ad un lavoro che possiamo comprendere di sollecitazione e di stimoli, si introducano delle logiche "della carota e del bastone": stiamo parlando di 430.000.000 di euro di affidamenti, di un settore pesante, quindi, sappiamo per quanto riguarda la liquidità, l'accesso al credito da parte delle nostre aziende e siamo già intervenuti su questo settore per segnalare la nostra preoccupazione per il modo in cui si sta muovendo la Regione. Francamente non capiamo perché non si esplicitino chiaramente delle condizioni, dei requisiti e si continui a giocare muscolarmente nei confronti delle categorie produttive.
Vogliamo chiederle, Assessore...ci dica quali condizioni fissa esattamente la Giunta regionale alle Confidi nel processo di unificazione; presumo che lei non mi verrà a dire che l'obbligo è l'unificazione, l'obbligo sarà raggiungere degli standard di efficienza, di convenienza per quanto riguarda le imprese, perché il fatto che ci siano una, due, cinque aziende, non credo che sia una questione sulla quale il Governo regionale - come nessun altro Governo, mi pare -, in sistemi di mercato, possa dare un'indicazione di questa natura. Quindi cosa intenda mettere in campo come criteri di sostegno, per garantire attrattività, economicità nel funzionamento di questo sistema. Assessore, confido vivamente che lei smentisca questa terminologia e questo approccio della "logica dei rubinetti"; aspettiamo veramente con seria preoccupazione la sua risposta, perché riteniamo che sia una questione a fronte della quale non possiamo giocare solo al gatto e al topo fra l'Amministrazione regionale e questa o quella Confidi. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie Presidente. La premessa dell'intervento del collega Louvin è una premessa non corretta: nessuno mai ha sollecitato un'unica Confidi con delle condizioni che potevano poi creare i presupposti di una "politica dei rubinetti".
Abbiamo chiesto come Amministrazione regionale, in un confronto che, le posso assicurare, è tutt'altro che muscoloso con i rappresentanti delle Confidi, anzi, il clima è ottimo, è un clima di totale collaborazione...quindi non c'è assolutamente alcuna dichiarazione di tipo energetico per far sì che le Confidi diventino una sola. Le sollecitazioni che, secondo noi, l'Amministrazione regionale fa correttamente sono che le Confidi - una, due o cinque - assumano determinate caratteristiche nel loro ruolo. Successivamente entrerò nel merito del perché queste caratteristiche torneranno a vantaggio non solo degli associati, ma anche di chi deve erogare dei soldi pubblici a sostegno degli associati.
L'invito di questo Governo non è quindi di fare un'unica Confidi, ma l'invito di questo Governo - che peraltro sta scritto nelle cose - è che in tempi accettabili il ruolo delle Confidi diventi un ruolo che può essere esercitato correttamente solo se le stesse sono iscritte all'ex "107", ora "106", ma...perché questo? Semplicemente per il fatto che se le Confidi hanno questo tipo di caratteristica, la loro forza contrattuale nei confronti degli istituti di credito è molto più forte. Il 75 percento che le Confidi prestano di garanzia, i finanziamenti che le stesse erogano agli associati, garantiti con fondi pubblici...se le Confidi hanno questa caratteristica di intermediario finanziario, queste garanzie vengono iscritte in bilancio, da parte degli istituti di credito, in un determinato modo; se le Confidi non hanno questa caratteristica, queste garanzie valgono zero dal punto di vista del bilancio dell'istituto di credito (servono qualora il soggetto abbia una situazione di fallimento, e a quel punto la banca risponderà per il 25 percento e, per il 75 percento, la Confidi). Nell'altra condizione queste garanzie vengono iscritte nel patrimonio, perché sono garanzie tutelate dalla Banca d'Italia. Questo è il motivo di fondo essenziale per cui c'è questo invito, peraltro recepito, anzi c'è uno spirito di collaborazione ed una convinzione da parte di tutte le Confidi che si debba andare in questa direzione.
Prima di concludere, per smentire categoricamente che non c'è stata mai nessuna minaccia di applicare una "politica dei rubinetti" nei confronti di alcuna delle Confidi, le volevo sottolineare quali erano i punti principali che stanno alla base di una modificazione dell'attuale legge n. 75 che regola i rapporti fra Regione e Confidi. Modifiche che portano nella direzione di far sì che le stesse debbano avere una certa caratteristica e loro ne sono ben consapevoli, prova ne è che, in una recente riunione, due delle principali Confidi - la società Confidi industriali e la Confidi albergatori - hanno già presentato un progetto di fusione, un protocollo d'intesa ed un percorso per l'iscrizione delle stesse all'articolo 106 (il 107 diventa di nuovo il 106 adesso).
Quali sono le modificazioni? La prima grande innovazione è che il contributo che diamo del 75 percento sull'abbattimento del costo del denaro come Amministrazione regionale su intermediazione delle Confidi, che va ad abbattere il costo degli interessi di un finanziamento, avverrà sull'effettivo costo di questo finanziamento. Sinora questo 75 percento faceva riferimento - come per altre Confidi a livello nazionale - ad un tasso di interesse di riferimento a livello nazionale, questo per evitare anche una situazione dove si rischiava che il contributo che veniva dato o che potenzialmente poteva essere dato all'associato, potesse addirittura superare il costo del denaro del finanziamento stesso. Quindi la prima modifica è che il 75 percento sarà applicato all'effettivo costo del denaro a livello attuale della tipologia di mutuo erogato agli associati. Questa è una premessa non da poco, che sta alla base della seconda innovazione, ovvero la condivisione che bisognerà arrivare ad un'unica convenzione. Unica convenzione non vuol dire scritta nello stesso modo, unica convenzione per quanto attiene i criteri e le modalità ed i costi del denaro delle singole operazioni. Allo stato delle cose avevamo cinque Confidi, rapporti con 11 banche e 55 convenzioni diverse; cosa vuol dire una "convenzione diversa"? Non è il problema del protocollo d'intesa con l'istituto bancario che fa la prestazione, ma vuol dire che per lo stesso tipo di mutuo se vado dalla Confidi A il costo del denaro dalla banca è il 5 percento, per l'altra Confidi è il 6 percento. Allora non possiamo per lo stesso tipo di mutuo pagare ad un soggetto perché sceglie una certa Confidi, il 75 percento di un costo del denaro con un punto percentuale in più; noi dobbiamo cercare di pagare il 75 percento, perché è denaro pubblico, al costo ottimale dal punto di vista delle convenzioni. E questo anche per il fatto che costa meno come denaro pubblico erogato, ma costa meno anche per il soggetto che ottiene il finanziamento, perché noi paghiamo meno se paghiamo il 75 percento di un onere tassato al 5 percento rispetto al 6, ma anche l'imprenditore se paga il 5 percento anziché il 6 ha un onere inferiore. Quindi il primo punto è che tutte le Confidi trovino una situazione di avere un'unica convenzione coordinata con i vari istituti di credito, in modo che la forza contrattuale delle Confidi nei rapporti con le banche sia di avere un'unica convenzione e pertanto di avere dei rapporti dal punto di vista finanziario uniformi: questa ci pare una cosa estremamente logica e razionale.
L'altro aspetto è l'impegno da una parte delle Confidi di iscriversi nel "106" del testo unico bancario, perché sarà di nuovo il 106: era il 106, era il 107, adesso diventerà di nuovo il 106...ho già spiegato prima qual è la forza maggiore di essere in 106, e diciamo che questo non è un invito, ma è una condizione che tutte le Confidi condividono. Quindi l'Amministrazione regionale non ha detto che applicheremo la "politica dei rubinetti", abbiamo detto che, se questo non avverrà entro la fine del 2011, probabilmente dal 2012 in poi, non perché lo vogliamo noi, non potremo più dare i contributi alle Confidi che non hanno queste caratteristiche; le stesse Confidi ne sono consapevoli.
Allo stato delle cose abbiamo, sul nostro panorama regionale delle Confidi, un'unica sola Confidi che è iscritta al "106", la Valfidi, e le altre che stanno iniziando questo percorso. Dalle ultime comunicazioni che abbiamo ci sarà un'aggregazione fra la Valfidi e la CTS commercianti e un'aggregazione fra le altre tre Confidi rimanenti. Nessuno dice che deve essere un'unica Confidi, diciamo che le Confidi devono avere queste caratteristiche, nel momento in cui la CTS farà questa aggregazione con la Valfidi automaticamente avrà questa caratteristica. Per quanto attiene gli albergatori e gli industriali, ci hanno già presentato - le posso fare avere una copia della comunicazione - il loro accordo di fusione e anche il loro percorso per l'iscrizione in "106". Quindi, proprio per salvaguardare questo iter che è stato formalizzato per iscritto da queste due Confidi, ci sarà all'interno della modificazione della legge - che sarà oggetto di condivisione con tutte le associazioni Confidi - una norma transitoria per il 2011 per queste Confidi che hanno intrapreso questo percorso e che raggiungeranno questo obiettivo presumibilmente entro la fine dell'anno.
C'è quindi un clima tutt'altro che teso, non c'è nessun diktat particolare da parte del Governo regionale in questa direzione, e diciamo che la volontà è di andare tutti nella stessa direzione che porterà dei vantaggi, sia per gli associati, sia per quanto attiene l'utilizzo del denaro pubblico.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Ringrazio l'Assessore, ben lieto di sentire le smentite che però dobbiamo sollecitare attraverso delle iniziative pubbliche in Consiglio regionale, quando è molto più semplice emettere un comunicato e dire: signori della stampa, sturatevi le orecchie perché non avete assolutamente capito niente! Diverse fonti riproducono testualmente dichiarazioni degli amministratori regionali e poi sentiamo qui, con piacere, che l'intento è tutt'altro! Usciamo tranquillamente dalla polemica "ho detto, non ho detto", però ci sembra strana questa insistenza, questo leitmotiv è un po' che lo si sente. Siamo ben felici di sapere che c'è un clima quasi natalizio, poi non si sa mai chi è il tacchino sul piatto...siamo felici di sapere che lei ritiene che c'è un buon clima, ma l'eco che abbiamo dall'esterno non è esattamente uguale.
Volevamo soprattutto dire che stiamo seguendo con attenzione quello che succede parallelamente nelle altre Regioni, i vicini piemontesi hanno lo stesso problema, anzi l'hanno addirittura più ampio del nostro, sono anche più compromessi dal punto di vista finanziario, perché sono presenti attraverso la Finpiemonte in un uno degli organismi di garanzia fidi, quindi devono sfilarsi da lì, ma c'è un clima molto più dialogante di quanto a noi non sembri. Qui abbiamo la sensazione che invece la pressione sia stata messa in modo molto forte, non vogliamo polemizzare su questo, ma ci permettiamo di ricordare che il ruolo della Regione non deve essere il ruolo di fare la voce grossa con le categorie, bensì quello di fissare, invece - come lei stava facendo in termini tecnici -, degli obiettivi da raggiungere, indicare dei percorsi. La Regione non è il bancomat, quindi deve poter mettere - a condizioni eque e valide per tutti i soggetti - a disposizione delle risorse e giustamente perseguire l'obiettivo che lei mi dice. Noi siamo perfettamente contenti che si giunga al risparmio, ma quello che ci colpisce è che giornali anche economici diano conto per le Regioni vicine di percorsi che vanno ad individuare questi key point, che stanno ad indicare che non c'è una convenzione fissa, bensì che ci sono dei punti in sostanza sui quali bisogna accordarsi. Che poi non è molto diverso da quello che lei ci ha detto, ma ci permetta, guardando dall'esterno quello che succede e quello che ci viene riferito, abbiamo una sensazione diversa e - ripeto - sentire o leggere che o si crea un soggetto unico per tutti i settori o la Regione "chiude i rubinetti"...la parola "chiude i rubinetti" non se la inventano i giornalisti, è stata detta ed è stata detta anche fra le mura delle discussioni che sono state in corso!
Assessore, la invitiamo ad essere molto attento; so che dedica molto tempo a questa questione che è fondamentale, qui ci giochiamo il credito per circa 6.000 aziende valdostane fra piccole e grandi, abbiamo una pluralità di soggetti interessati a che questo funzioni bene. Noi siamo spettatori e sollecitatori di una soluzione equa. Non forzi la mano e abbia la cortesia di riferirlo - data l'assenza - al Presidente, che è colui che ha pronunciato - stando ai giornalisti - queste dichiarazioni...non forzate la mano, date i tempi ed i percorsi necessari e fate in modo che ci sia questa marcia di avvicinamento, ma nelle condizioni e con le forme che le categorie economiche ritengono utili. Se ha un senso la sussidiarietà orizzontale, il rispetto della società civile da parte della società politica, questo è un terreno sul quale dobbiamo essere molto, molto cauti.
Grazie Assessore comunque della sua disponibilità a darci concretamente, se possibile, anche le linee sulle quali si intende muovere la Giunta regionale; naturalmente ci saranno tempi per la formalizzazione del disegno di legge, ma se avrà la bontà di farci conoscere nel dettaglio i suoi contenuti che state discutendo anche nelle commissioni competenti, non ci sottraiamo all'ascolto ed all'interlocuzione. Grazie.