Oggetto del Consiglio n. 1296 del 14 luglio 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1296/XIII - Interpellanza: "Interventi per il mantenimento dei livelli occupazionali presso la Verrès S.p.a.".
Interpellanza
Premesso che Verrès S.p.a., industria valdostana dedita alla monetazione, è controllata dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) ed è partecipata da Finaosta S.p.a.;
Appreso
? che nel prossimo mese di agosto sono in scadenza una cinquantina di contratti a tempo determinato e che non sembrano essere in previsione i rinnovi;
? che la carenza di ordinativi potrebbe comportare ulteriori riduzioni del personale sin dall'inizio del prossimo anno;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:
1) quali sono le commesse in corso di produzione, quando andranno ad esaurimento e se ci sono ordinativi significativi per mantenere almeno gli attuali livelli occupazionali;
2) se è a conoscenza dell'esistenza di produzioni difettose o comunque inidonee al conio che sovente non vengono accettate dai clienti;
3) per quali ragioni il quantitativo di euro "italiano" non viene più prodotto da Verrès S.p.a. e quali imprese concorrenti se ne fanno carico;
4) se intende affrontare concretamente la criticità di tale situazione aziendale: in caso affermativo, con quali modalità ed entro quali termini.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Verrès S.p.a.: 10 anni fa viveva l'epopea d'oro dell'euro, della preparazione dei tondelli che sarebbero stati coniati come euromoneta italiana, di conseguenza c'era una commessa molto importante che portava a quel periodo florido per alcuni anni e ad un incremento dell'occupazione veramente importante. Con il tempo l'epopea ha perso i suoi effetti e la Verrès S.p.a. si è arrangiata racimolando qua e là delle commesse sempre meno significative in termini di quantità e di qualità e ovviamente questo ha un riflesso sull'andamento aziendale, che recentemente ci è stato segnalato come preoccupante, di qui la nostra iniziativa, da diverse persone che vi lavorano e che sanno che il loro posto è a rischio. Ci sono lavoratori a tempo determinato, come è naturale che ci siano in industrie di questo tipo, che sono consapevoli che il loro contratto è in scadenza e, quando andrà in esaurimento, non sarà più rinnovato.
Il problema si pone anche non domani, dopodomani, ossia con la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo anno, perché rimangono solo i lavoratori full time a tempo indeterminato, che si stanno chiedendo quali sono le sorti di quest'industria valdostana, che è partecipata anche da Finaosta, nel consiglio di amministrazione mi sembra abbiamo un rappresentante. Questo rappresentante qualche anno fa lo abbiamo ascoltato in commissione, ci ha fatto capire del significato numerico minimale e quindi anche decisionale che poteva portare in seno a quel consesso, però abbiamo constatato in questi anni con i vari Assessori che si sono succeduti una sorta di disinteresse nei confronti di Verrès S.p.a., ossia, finché la barca va, lasciala andare, poi, quando non va più, inizi a remare, però non si sa da che parte cercare i remi. Chiediamo allora all'Assessore se ha qualche remo nascosto da qualche parte, se ha qualche soluzione da suggerire ad un amministratore delegato, che ormai in quell'azienda si protrae da diversi anni, ossia la storia degli ultimi 15 anni ha un nome e un cognome e, di conseguenza, credo che questo personaggio abbia una sua responsabilità nel bene e nel male di quello che è accaduto prima, di quello che sta accadendo adesso in questa azienda. Innanzitutto le chiediamo se lei è a conoscenza di quello che sta accadendo a Verrès, perché talvolta gli aostani hanno un po' una concezione Aosta-centrica della Valle: al di fuori del perimetro del capoluogo tutto il resto è o media valle, o bassa valle. Allora Verrès so che è distante qualche chilometro e può essere snervante occuparsene, ma esiste anche Verrès, esiste una realtà industriale, abbiamo un consigliere che rappresenta onorevolmente quest'area, di conseguenza è giusto che si parli anche di Verrès. Ho notato nella rassegna delle varie iniziative che avete fatto, di Verrès S.p.a. penso di avere il primato non solo perché ho degli input che mi arrivano da quell'azienda, ma ci saranno una quindicina di iniziative di Verrès...
(interruzione del Consigliere Caveri, fuori microfono)
...perché forse dalla maggioranza tu, Caveri, non te ne occupi per nulla, perché non ti interessa il problema, non so...
Il discorso allora è questo. Assessore Pastoret, lei è la prima volta che viene interpellato sull'argomento, quindi ha l'attenuante, ma è una prima volta che non vorremmo fosse una delle ultime, perché ci segnalano carenza di ordinativi che potrebbero comportare ulteriori riduzioni del personale, scadenza di contratti a termine di cui non si prevede il rinnovo. È un po' la solita situazione che periodicamente si verificava e che adesso ha raggiunto dei livelli di non sostenibilità, o per guardare dalla parte dei dipendenti, di profonda preoccupazione. Lei avrà sentito parlare, visto che in Giunta ha vissuto qualche anno, e anche in questo Consiglio, che con il tempo Verrès S.p.a. ha rinunciato al reparto di microfusione, un reparto che poteva essere potenziato, anzi vennero avviati degli investimenti di tutto rispetto per lanciarlo sul mercato, la microfusione che faceva anche delle valvole in acciaio speciale per la Ferrari, tanto per citare un cliente. Sono stati fatti degli investimenti, ma improvvisamente dall'alto dell'amministrazione viene deciso di dismettere questo reparto e addirittura di cedere i macchinari appena acquistati e comunque funzionanti non ad un'altra azienda che potesse recuperarli, ma addirittura alla rottamazione secondo quanto ci risulta; quindi delle scelte che hanno dei grossi punti interrogativi, penso che, se uno andasse a mettere le mani nei faldoni di certe decisioni, ci sarebbe anche da spaventarsi.
La fonderia artistica è un lumicino che sembra essere prossimo all'estinzione, l'intermediazione di altri soggetti nel reperimento delle commesse sul mercato mondiale è stata devastante. Ricordo - è un'interrogazione del 2006 - quando ci fu l'intermediazione di VDN Eurocoin che, oltre ad essere intermediario, divenne anche socio di Verrès S.p.a., ma che è poi fallito. Allora feci la domanda a La Torre, che mi ringraziò per l'interrogazione, perché non avevano ancora questa informazione, ma uno dei soci di Verrès S.p.a., nonostante la presenza di Finaosta, era fallito e l'intermediazione di questi soggetti soci in genere costa e va ad incidere sul prodotto finale e la redditività di un'azienda.
Le ho sintetizzato in maniera molto rapida e con qualche volo pindarico quello che sta accadendo a Verrès; adesso le chiedo se ha informazioni che sono analoghe, coincidenti, se ha magari qualche informazione più rassicurante, perché le domande che poniamo non sono state ispirate da notizie positive, ma da notizie negative, da criticità che o da lei verranno smentite, o verranno affrontate.
Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives, Pastoret.
Pastoret (UV) - Grazie, Presidente. Questa non è una prima da parte del Consigliere Tibaldi, ho avuto modo di ripercorre una parte delle sue iniziative passate. È così corposo il fascicolo delle iniziative che lei ha presentato sul tema che non sono riuscito a rintracciarle tutte, ma sono risalito un po' indietro e ho visto che c'è stato da parte sua un interesse nel tempo significativo rispetto a questa azienda. Lei mi pone delle domande alle quali cercherò di rispondere, immagino che lei abbia già una serie di risposte sue, delle quali non ci esimerà di avere conoscenza nella seconda parte del suo intervento, visto che dispone sempre di buone informazioni, forse migliori anche delle mie all'interno dell'azienda. La Verrès S.p.a., come ha ricordato, è un'industria valdostana dedita alla monetazione, il suo pacchetto di maggioranza azionaria è detenuto dal Poligrafico Zecca dello Stato. Negli ultimi anni l'andamento della società ha denotato dei problemi, in particolare dopo gli utili del 2006: +302.000 euro e del 2007: +952 euro, la Verrès ha chiuso l'esercizio 2008 con una perdita molto significativa: -2.046.000 e l'esercizio 2009 con una perdita di -1.300.000 euro. Nel 2009 i volumi produttivi sono scesi del 19 per cento con un calo di 2.604 tonnellate, al quale ha corrisposto un contemporaneo calo dei prezzi di vendita, il che ha comportato una significativa erosione dei margini industriali. Nel 2009 il Poligrafico Zecca dello Stato ha assorbito il 30 per cento circa delle spedizioni totali dei tondelli della Verrès rispetto al 19 per cento del 2008, il resto è stato appannaggio del mercato estero. Al 31 dicembre 2009 la società occupava 135 persone rispetto alle 107 del 31 dicembre 2008; come ha ricordato, l'azienda ha sempre fatto ricorso ad un certo numero significativo di lavoratori a tempo determinato. Siamo nel 2010 e per il 2010 erano stati previsti dei programmi produttivi che portavano all'ipotesi del raggiungimento delle 15.000 tonnellate annue. Vi è stato però - per questo credo lei ha presentato tale iniziativa - un forte rallentamento delle richieste di offerta per la partecipazione alle gare da parte delle Zecche estere, in linea con quanto già verificatosi con la Zecca di Stato italiano, che ha avuto una riduzione del 30 per cento; ciò ha portato la società a rivedere i programmi produttivi al ribasso e la previsione iniziale di 15.000 tonnellate per il 2010 è stata ridimensionata a 10.000 tonnellate, meno 5.000 sulla previsione iniziale, fatto questo che comporta un significativo ridimensionamento dell'attività produttiva della Verrès.
Tutto ciò premesso, lei pone delle domande alle quali cercherò di dare risposta. Chiede: "quali sono le commesse in corso di produzione, quando andranno ad esaurimento e se ci sono ordinativi significativi per mantenere almeno gli attuali livelli occupazionali". Secondo la Verrès S.p.a., entro agosto andrà ad esaurirsi una parte considerevole delle commesse in corso di produzione provenienti dal Perù e dalla Romania; in seguito e fino alla fine dell'anno la produzione proseguirà ridotta al 50 per cento con commesse provenienti da Italia, Venezuela e Francia. Per il 2011 l'azienda considera acquisita una commessa che viene dall'Italia per 2.000 tonnellate. La società dice di non poter escludere altre commesse, ma non è in grado oggi di dire quali e quante, considerato che il ritardo che intercorre fra l'indizione delle gare e l'emissione degli ordini è di circa 6 mesi. Stante questa situazione, l'azienda ha confermato la risoluzione di quasi tutti i contratti a tempo determinato (circa 50) nel mese di agosto.
Ci chiede se siamo a conoscenza "dell'esistenza di produzioni difettose o comunque inidonee al conio che sovente non vengono accettate dai clienti", qui noi ci basiamo sulle risposte che ci dà la società, che, interrogata in merito, ha detto che ci sono dei reclami relativi a forniture, ma che questi reclami non sono tali da pregiudicare i risultati delle gare. Sotto questo aspetto, ha precisato che la situazione del 2010, stante i cali produttivi di cui ho detto prima, è risultata migliore rispetto al 2009.
La terza domanda è: "per quali ragioni il quantitativo di euro "italiano" non viene più prodotto da Verrès S.p.a. e quali imprese concorrenti se ne fanno carico", la società si è aggiudicata la gara indetta dall'Istituto poligrafico Zecca dello Stato per le forniture di tondelli nel periodo 2009-2011, la stessa azienda, a cui è stato richiesto di chiarire tale punto, ha comunicato che questo non corrisponde alla situazione effettiva, poiché la gara del Poligrafico relativa a tali forniture è stata vinta dalla Verrès S.p.a. per gli anni 2009-2010-2011.
La quarta domanda è quella più complessa, rispetto alla quale la risposta diventa più problematica, viene chiesto: "se intende affrontare concretamente la criticità di tale situazione aziendale: in caso affermativo, con quali modalità ed entro quali termini". Ovviamente la risposta non può essere che affermativa, ma bisogna che ci si chiarisca riguardo a "affrontare concretamente la criticità di tale situazione aziendale", perché i margini di manovra, soprattutto dell'Amministrazione regionale, sono ben esigui, rischiamo di non andare al di là delle dichiarazioni di buona volontà e spiegherò il perché, anche se bisognerà fare in modo di andare oltre questa situazione. In primo luogo, la Verrès opera in un settore molto particolare: quello della monetazione e la sua produzione si rivolge in modo quasi esclusivo a questo settore, con un segmento di mercato ben identificato e non modificabile allo stato attuale. Lo stesso Istituto poligrafico, che pure controlla la maggioranza del pacchetto azionario della Verrès, ha ridotto i suoi ordini del 30 per cento e, se il principale interessato al buon andamento dell'azienda si trova ad operare in tal modo, è del tutto evidente che gli strumenti che ci rimangono sono proporzionalmente assai più esigui. La Verrès, come sottolineato in precedenza, lavora alla monetazione anche per altri Paesi europei ed extraeuropei e le aggiudicazioni delle commesse avvengono attraverso gare di appalto che portano a doversi sottomettere ai rischi, impliciti, della concorrenza nel libero mercato. Oggi l'azienda presenta offerte per delle commesse ma, come ho detto prima, al di là delle lunghezze dei tempi, le eventuali aggiudicazioni non sono certe e dipendono in larga misura anche dalla capacità di fare proposte che mirino al massimo contenimento dei prezzi, ciò che ha poi come conseguenza quanto ricordato prima: l'erosione dei margini industriali, quindi gli equilibri di bilancio diventano sempre più complicati.
In tempi di crisi come questo anche gli Stati, che attraverso le loro zecche sono i committenti del "prodotto Verrès", tendono a cercare di ridurre significativamente i loro livelli di spesa rispetto al passato; questo è un tema che è all'ordine del giorno di tutte le discussioni. Come si può immaginare, oggi le monetazioni non sono tra le priorità assolute di molti Paesi, in particolare molti di questi Paesi si trovano in difficoltà economica, e si tratta di soggetti che in larga misura erano o sono clienti della Verrès. In questi tempi si fa ricorso alla monetazione quando non se ne può fare a meno e ciò comunque comporta una significativa contrazione del mercato anche in termini di prospettiva. Ecco che si spiega come le prime ipotesi formulate per il 2010, che prevedevano il raggiungimento delle 15.000 tonnellate, abbiano dovuto essere fortemente ridimensionate riducendosi a 10.000 tonnellate, questa è una delle ragioni. Il clima di incertezza dei mercati congiuntamente alla modesta redditività dei contratti acquisiti non consentono oggi alla società di formulare ipotesi positive in ordine al risultato atteso per il restante periodo del 2010.
Giungiamo al punto: il perdurare di un tale stato di difficoltà, che non sappiamo dire quanto potrà durare, porta a doversi interrogare sul futuro dello stabilimento, in ordine anche alla possibilità di diversificare e/o di allargare le produzioni, ma qui si pongono alcuni interrogativi: ciò sarà possibile?, ci saranno le condizioni per agire in tal senso?, ne varrebbe la pena?, soprattutto il peso che la Regione oggi può avere interloquendo in questo tema può essere in grado di orientare in tale senso l'andamento dell'azienda? Non so dirlo in questo momento. È vero però che va segnalato un fatto: che, proprio sull'onda di queste preoccupazioni, Finaosta e Istituto poligrafico dello Stato, al fine di avere maggiori elementi per affrontare la situazione, hanno chiesto di comune accordo alla società la redazione di una situazione semestrale al 30 giugno 2010 che è in corso di predisposizione. Aspettiamo il risultato di tale lavoro, non so quanto questo ci potrà portare avanti sulla strada dell'individuazione di nuove iniziative, ma questo è un passo che ci aspettiamo di veder compiuto. Siamo in attesa di questa prima ricognizione, che permetterà di avere maggiori precisazioni rispetto alla situazione e di poter immaginare altri sviluppi rispetto all'attività della Verrès, tenendo conto però che qui ognuno ha i suoi i ruoli da giocare, questi vanno distinti e vanno pesati per l'effettivo coinvolgimento, l'effettiva capacità, l'effettivo peso che ogni soggetto può mettere sul piatto di una situazione così complessa. Spero che per questa prima... di averle fornito un numero sufficientemente esauriente di informazioni.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - La sua risposta, per la quale la ringrazio, non fa una grinza, anche a livello di dati forniti noto una coincidenza; di conseguenza, è stato esaustivo nel dare una risposta a tutti i quesiti proposti. In questa replica vorrei cogliere l'occasione per fare due riflessioni. La domanda più importante è la quarta - perché le altre sono domande di conoscenza - e, se lei ha guardato le interpellanze del passato, è una domanda che si ripete, perché? Non per il gusto di "girare il coltello nella piaga", perché questo è un problema concreto come lei ha detto, ma è per il tentativo di trovare una soluzione al problema e il problema è che la Regione, tramite Finaosta, è socia di Verrès S.p.a., problema nel senso che è stato un virtuosismo negli anni d'oro, è stato un insieme di rendicontazioni positive sotto tutti i profili - produzione, immagine, perché Verrès S.p.a. ha avuto anche il clamore di produrre il contingente italiano, quindi il primo contingente... sotto il profilo del lavoro e dello sviluppo... - ma, di fatto, è un fuoco che con il tempo si è estinto. Da tempo Finaosta S.p.a. ha una quota residuale: il 27 per cento, comunque è una minoranza, ma è una minoranza che non deve essere considerata insignificante, è una minoranza che nel corso di questi anni è di fatto rimasta piuttosto silente, ma non per colpa del rappresentante di turno che in seno al CdA veniva nominato: per colpa dell'Esecutivo che lo ha abbandonato o li ha abbandonati a sé stessi, come se tutte le decisioni dipendessero esclusivamente e imperiosamente dal socio principale: il Poligrafico Zecca dello Stato, che è vero ha la maggioranza assoluta; di conseguenza, è naturale che dica la sua e la possa anche imporre con la forza dei numeri ma, primo, l'insediamento è sul territorio valdostano, quindi il socio valdostano, anche se pesa il 27 per cento, ha voce in capitolo e, secondo, si tratta di occupazione e di sviluppo nella nostra regione. Lei, come me e come altri qua dentro, ha notato che questo disinteresse di Finaosta e della Regione ha lasciato un margine di azione così ampio al Poligrafico che, qualunque tipo di scelta sia stata intrapresa, ci ha condotti a tale stato di cose. Oggi Verrès S.p.a. ha una vocazione monoproduttiva: la monetazione, ma le monete si producevano in quantità notevole nel momento in cui la moneta era il bene di scambio circolante per antonomasia; oggi la moneta gira sotto forma di carta di credito, di bancomat, di modalità informatiche che lo hanno superato largamente. Oggi se pensiamo alla vocazione monoproduttiva di Verrès come a quella industrietta italiana che pensa a rifornire periodicamente il contingente di moneta necessario al fabbisogno interno, sappiamo che lì bastano 10 persone.
Tornando a Finaosta, al suo rappresentante e all'Esecutivo che ci sta dietro, a prescindere da chi c'era, chi c'è e chi c'è stato a livello di organo esecutivo, ci siamo resi conto che sono state prese decisioni, come quella di chiudere la microfusione, che poteva essere un embrione da sviluppare, senza colpo ferire da parte nostra... senza che noi, nonostante le sollecitazioni di quest'aula, dicessimo: "ma la pensiamo così...", "siamo d'accordo", "non siamo d'accordo", "sarebbe meglio forse..." e abbiamo peraltro finanziato degli investimenti! Penso che i dati che lei ci ha fornito degli ultimi due esercizi in perdita del 2008, con 2.500.000 circa, e del 2009, con 1.300.000 circa, dovremmo pagarli pro quota, penso che Finaosta con il suo 27 per cento sarà chiamata all'assemblea dei soci: ci mancano dei soldi, qui bisogna ripianare le perdite, giusto? Funziona così in una società? Non possiamo continuare ad essere, se questa è l'intenzione della Giunta, il socio passivo spettatore che paga il biglietto per vedersi lo spettacolo e paga il biglietto ancora più caro se lo spettacolo è indecente. Questo è il ruolo che abbiamo giocato come Regione Valle d'Aosta tramite Finaosta in Verrès S.p.a.. Adesso, a prescindere dalle sue risposte, che sono corrette e ineccepibili sotto il profilo dell'insieme dei quesiti che le abbiamo posto, ancora adesso siamo lì a guardare attoniti ad un declino il cui epilogo sembra segnato.
Lei ha detto: "purtroppo la produzione da 15.000 previsione iniziale scenderà a 10.000 tonnellate", io dico che, se così fosse, sarebbe ancora buono, perché, se guarda i dati del passato, oscillavamo intorno alle 10.000 tonnellate, ma penso che sia una previsione largamente ottimistica. Vediamo che il Poligrafico dello Stato sta marginalizzando ulteriormente Verrès S.p.a., perché ha ridotto del 30 per cento l'ordinativo in termini di tondelli e basta. Paghiamo quindi la nostra quota, assistiamo e abbiamo persone che lì lavorano, valdostani come noi, molti saranno coetanei nostri, di Caveri che ha abitato anche a Verrès, di Prola, di Lanièce - che conoscono meglio la zona -, che dall'oggi al domani si trovano in difficoltà e ci chiedono - in questo momento tramite il PdL, però siamo tutti coinvolti - cosa facciamo essendo comproprietari di tale industria.
Le sue risposte: non poteva darmene altre, Assessore, perché si continua a rimestare questo pastone senza cercare di guardare oltre, di volerne uscire fuori, o perlomeno di dare degli input ai nostri rappresentanti in un senso o nell'altro? Che ci stiamo a fare lì dentro? Ci stiamo per pagare i deficit di bilancio? Se le prospettive sono quelle di una monetazione che va verso la conclusione di un ciclo, decidiamo qualcosa, magari è una decisione drastica; la riconversione non l'abbiamo nemmeno vista, perché non c'è stata, un'idea molto flebile di riconversione è stata bocciata dall'Amministratore delegato, che - ripeto - ha delle grosse responsabilità in questo settore, a livello suo carrieristico toccherà il massimo, ma a livello di gestione industriale ha toccato il fondo! La riconversione però ci è passata davanti e non siamo stati capaci di acchiapparla, nemmeno noi con il 27 per cento! Se questo è il trend, da qui a qualche mese, o forse un paio di anni di Verrès S.p.a. ne torneremo a parlare, ma in altri termini! Adesso è un sollievo momentaneo, un pannicello caldo quello che lei dice: "il Poligrafico ha chiesto, in tandem con Finaosta, un bilancino semestrale perché l'amministratore ci faccia vedere cosa stanno facendo". Bene, adesso lo faranno, siamo a metà luglio, ma un amministratore che guarda con più oculatezza al futuro non solo il suo professionale, ma anche dell'industria che dirige ormai da anni dovrebbe averlo già presentato. La situazione di preoccupazione permane anche da parte nostra, spero che, anche alla luce di questa sua risposta complessa e completa, ci sia anche da parte sua un monitoraggio più continuativo di quello che sta accadendo a Verrès.