Oggetto del Consiglio n. 1282 del 24 giugno 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1282/XIII - Approvazione di risoluzione: "Valutazione delle conseguenze della manovra economica sull'autonomia speciale e sull'ordinamento finanziario della Regione e degli enti locali".
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto dell'incontro della II Commissione consiliare permanente con il Presidente della Regione e con i parlamentari valdostani, delle audizioni con le rappresentanze delle associazioni e dei sindacati e dell'ampio e sereno dibattito avvenuto in Commissione sulla manovra finanziaria, assunta con il corposo decreto-legge 78/2010, ora all'attenzione del Parlamento;
Rilevato l'oneroso impatto che la manovra finanziaria 2011/2013 avrà sulle finanze e sull'economia delle Regioni e del sistema autonomistico nel suo complesso, come sottolineato immediatamente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome;
Segnalato che il decreto-legge in conversione mantiene ferme in capo agli enti territoriali le funzioni ad essi attribuite, ma riduce il complessivo livello di finanziamento erogato, in contrasto con l'art. 119 della Costituzione che prevede che le risorse assegnate debbano consentire l'esercizio integrale delle funzioni pubbliche attribuite;
Ricordato che l'art. 14, comma 1, lett. b), relativo al patto di stabilità, del decreto-legge 78/2010 individua, per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome, l'obiettivo complessivo di finanza pubblica cui sono tenute e che le stesse dovrebbero perseguire con autonomi provvedimenti di riduzione della spesa;
Evidenziato, altresì, che gli articoli 5, 6, 8 e 9 del decreto-legge 78/2010 individuano, invece, misure puntuali e assai dettagliate di contenimento della spesa, le quali si applicherebbero direttamente alle Regioni speciali con l'utilizzo, per giustificare l'inclusione delle stesse, del rinvio all'elenco delle Pubbliche Amministrazioni inscritte nel conto economico dell'ISTAT e rifacendosi espressamente al principio di coordinamento della finanza pubblica alle quali anche le Regioni speciali devono adeguarsi;
Constatato che, ove le misure contenute nel decreto-legge 78/2010 fossero direttamente applicabili alle Regioni speciali, si paleserebbero evidenti profili di illegittimità costituzionale alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale n. 159/2008 con la quale l'Alta Corte, pronunciandosi su alcune disposizioni della legge finanziaria per il 2007, ha ribadito che il legislatore statale può fissare i soli principi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica e non anche vincolare Regioni e Province autonome all'adozione di misure analitiche e di dettaglio comprimendone illegittimamente l'autonomia finanziaria;
Ipotizzato un ulteriore possibile profilo di illegittimità costituzionale nell'adozione con decreto-legge delle misure di contenimento della finanza pubblica, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 27 della legge 42/2009, in materia di federalismo fiscale, che rinvia ad apposite norme di attuazione, concordate tra Stato e Regioni speciali, l'individuazione delle misure per la definizione del Patto di stabilità interno;
Considerato che il taglio dei trasferimenti alla Regione Valle d'Aosta conseguente alla manovra potrebbe compromettere l'efficace esercizio di funzioni regionali di assoluta sensibilità sociale ed economica, invadendo pure campi come quello sanitario, scolastico, degli enti locali a totale autofinanziamento regionale e interessare, in maniera deflagrante, il sistema delle partecipate pubbliche regionali e comunali;
Preoccupato per le possibili ripercussioni sull'occupazione derivanti, in particolare, dalle disposizioni della manovra relative ad aspetti quali il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, la riduzione della possibilità di avvalersi di personale a tempo determinato o precario, nonché gli interventi in materia previdenziale;
Sottolineato il pericolo che la manovra prospettata incida anche sulla discussione in corso relativa al federalismo fiscale;
Esprime
la propria viva preoccupazione per le conseguenze che la manovra avrà sull'autonomia speciale della Regione, sul suo riparto fiscale, sui poteri e sulle funzioni da lei esercitate e, di conseguenza, sull'intera comunità valdostana, nonché per i problemi che potrebbero derivare nella discussione sul federalismo fiscale per l'ordinamento finanziario della Regione;
Impegna
il Presidente della Regione a sostenere con forza, nelle opportune sedi istituzionali, le posizioni assunte dal Consiglio regionale;
Invita
i parlamentari valdostani a farsi portavoce, in sede di conversione in legge del decreto-legge 78/2010 sulla manovra finanziaria 2011/2013, di proposte emendative e correttive della manovra nel senso auspicato dal Consiglio regionale.
F.to: Rosset - Hélène Impérial - Crétaz - Louvin - Salzone - Caveri
Président - Sur la résolution inscrite au point 24.1 de l'ordre du jour a été déposé un amendement que je prie de bien vouloir distribuer à tous les collègues.
Si dà atto che dalle ore 10,19 presiede il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - La parola al Consigliere Rosset.
Rosset (UV) - Grazie, Presidente.
In queste settimane la II Commissione ha effettuato un'attenta analisi sugli effetti che la manovra economica sulle finanze regionali e locali poteva provocare. Ovviamente è una manovra economica ancora in fase di definizione, ma che già in qualche maniera dà delle indicazioni sugli effetti che potrebbe provocare. La II Commissione ha incontrato il Presidente della Regione, i Parlamentari valdostani nonché le varie associazioni sindacali, e quant'altro. Ebbene, dopo un sereno confronto all'interno della commissione, i commissari hanno convenuto sull'importanza di sottoporre all'attenzione dell'Assemblea regionale una risoluzione che possa evidenziare la preoccupazione dell'Assemblea sulle conseguenze che questa manovra potrà avere sulle finanze della Regione.
Preso atto e chiarito anche all'interno della commissione che la Valle d'Aosta dovrà, anche lei, attivarsi su un risanamento della finanza locale attraverso degli sforzi di contenimento, esprime al Presidente che possa essere attento a questa proposta e invita i Parlamentari valdostani, nelle sedi opportune, a portare emendamenti e correttivi a questa proposta di manovra.
Ringrazio i commissari che hanno collaborato nel presentare una risoluzione collegiale, che ovviamente sarà discussa stamani e che - vedo adesso sull'emendamento proposto da ALPE - prende in considerazione anche le ultime dichiarazioni di Tremonti di ieri. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Non vedo una folla di richieste ancora per intervenire, allora apriamo, colleghi, un secondo la discussione, perché questa è una risoluzione non di pura passerella per questo Consiglio regionale, che credo abbia fatto (vorrei darne atto al Presidente Rosset e a tutti i colleghi della II Commissione) con serietà e senso di responsabilità il proprio lavoro, cosciente che la manovra finanziaria che si sta per approvare in sede di conversione da parte del Governo non passerà senza conseguenze sulla schiena della Valle d'Aosta, come delle altre realtà regionali, come di tutto il paese, visti i contenuti robusti non solo della riduzione di spesa, ma anche di taglio vivo che comporta.
Vorrei che cercassimo, in quest'aula, di spogliarci delle motivazioni di possibile contrasto e conflitto fra di noi, di percezione di impostazione della manovra, anche se su alcuni punti già espressi nella risoluzione dobbiamo poter convenire non solo nominalmente, ma con assoluta convinzione. La prima è formale, ma è di difesa di una prerogativa regionale autonomistica che, se ci chiama ad una responsabilità adeguata a quella che compete ad una delle Regioni appartenenti alla Repubblica, non per questo ci deve vedere penalizzati oltre misura. Abbiamo delle regole sul piano costituzionale e sul piano legislativo anche per quanto riguarda le normative in materia di federalismo fiscale, che devono essere rispettate anche da chi, oggi, invoca l'urgenza e l'emergenza della crisi come un pretesto per saltare a piè pari ostacoli che invece devono essere adeguatamente affrontati tutti insieme.
Se ci siamo permessi di aggiungere qualche riga a questa proposta di risoluzione, a cui abbiamo contribuito in sede di commissione, è perché l'attualità di queste ultime ore ha inasprito i toni di un confronto-scontro fra Governo e Regioni, rispetto al quale non penso che possiamo rimanere del tutto indifferenti. Che questo incontro sia stato disastroso, è testimoniato dalla stampa di oggi, su tutte le testate è il Presidente del fronte regionale a dichiarare che è andato malissimo questo incontro, il Governo non intende riequilibrare la bilancia che fa sì che lo Stato contribuisca per l'1,2 percento soltanto delle sue risorse alla manovra, mentre ben il 14 percento viene fatto gravare sulle risorse regionali; Regioni che hanno già contribuito attivamente alla riduzione del debito pubblico in questi anni del 6 percento, mentre lo Stato ha avuto la dinamica inversa, cioè lo ha fatto ulteriormente aumentare.
Ma ciò che come Valle d'Aosta - insieme ai colleghi dell'ALPE e del Partito Democratico che hanno sottoscritto questo emendamento - allarma è soprattutto una presa di posizione singolarmente definita "evangelica" dal Ministro Tremonti, secondo cui chi ha di più, più può dare. Sul principio siamo d'accordo, sennonché non abbiamo l'impressione che quando è stato varato lo scudo fiscale si sia ragionato negli stessi termini; non pensiamo che l'aver rifiutato a priori anche solo di discutere di una patrimoniale sui redditi più alti sia una logica molto evangelica; non riteniamo soprattutto che sia tollerabile continuare una campagna pesante contro le Regioni a statuto speciale che fa definire da parte del Presidente Dellai di Trento delle autentiche provocazioni quelle del Ministro Tremonti. Giustamente - si deve rilevare - i problemi non si risolvono mettendo le Regioni le une contro le altre: per questa ragione l'atteggiamento di chiusura e di ostilità del Ministro Tremonti va deplorato, perché portato di una filosofia marcatamente centralista. Il federalismo va interpretato in altro modo, con la condivisione di metodi e obiettivi, e non mettendo sulle spalle delle Regioni - anche di quelle che stanno facendo e faranno anche in sede di federalismo fiscale il sacrificio maggiore - una quota esorbitante di oneri. Questo è semplicemente quello che chiediamo di aggiungere, integrando, al testo della risoluzione che abbiamo sottoscritto. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Grazie, Presidente. Voglio subito dire che non apprezzo l'emendamento presentato dall'ALPE e dal PD, né per il metodo con cui viene presentato, né per la sostanza, e spiego il perché.
Credo che in un momento di crisi riconosciuto da tutti, crisi nazionale, europea, in cui è evidente che uno Stato serio debba presentare delle manovre, credo sia giusto preoccuparsi e sia giusto difendere le nostre prerogative di autonomia. In tal senso la commissione - do atto al Presidente Rosset e ai capigruppo - ha lavorato egregiamente per trasmettere questo messaggio che la Valle d'Aosta vuol dare ad un governo serio che deve fare una manovra, e come alcuni principi di autonomia debbano essere salvaguardati anche all'interno di una manovra necessaria. In questo senso il lavoro ha portato ad un egregio risultato, che è quello di una risoluzione che non è solo approfondita, ma è dettagliata in numerosi punti e passaggi, dà spiegazioni e risposte ad un confronto che deve esserci nel rapporto con il Governo, ma alla fine la cosa più essenziale e più fondamentale è partecipata. Ecco perché non apprezzo il vostro emendamento, collega Louvin, perché tende a strumentalizzare quella che è invece una situazione delicata su cui deve esserci sempre e comunque la ricerca della massima unità all'interno di questo Consiglio. Una strumentalizzazione che tende a dividere... per esprimere cosa? L'ho letto, l'emendamento... è talmente breve... per esprimere un lamento, perché non si aggiunge altro alla risoluzione se non un lamento, un lamento strumentale.
Oggi, caro collega Louvin, non serve lamentarsi nei confronti di una manovra, serve "agire" nei confronti di una manovra attraverso un confronto, la ricerca di un dialogo con lo Stato, nella capacità di presentare le nostre ragioni che sono serie e approfondite, ma che sono ragioni che trovano la forza nell'unità di questo Consiglio. In tal senso il suo emendamento è un emendamento strumentale che tende a dividere questo Consiglio e, per quel che mi riguarda, a titolo personale, non avrà il mio voto.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, visto che la situazione è delicata, evitiamo le strumentalizzazioni da entrambe le parti, intanto perché anch'io riconosco come è estremamente prezioso il lavoro svolto dalla II Commissione e, per quanto ci riguarda, anche se non abbiamo un membro effettivo in quella commissione, un piccolo contributo abbiamo cercato di darlo. Siamo molto soddisfatti del risultato dei lavori della II Commissione, così come abbiamo apprezzato le dichiarazioni del Presidente della Regione, che non hanno nascosto la preoccupazione di fronte a questa manovra.
Colgo l'occasione per dire che qualcuno ha strumentalizzato l'emendamento dicendo: ma qui c'è qualcuno che si lamenta e piange, ma... veramente è tutta l'Italia che si lamenta e piange! Qualcuno spesso ha utilizzato gli atteggiamenti di Di Pietro, li ha irrisi parlando di "dipietrismo", eccetera... scusatemi, ma i Sindaci sono andati in piazza con il cappio al collo; se lo faceva Di Pietro... cosa dicevamo? Cos'è questo show, cosa sono queste manifestazioni? Allora, siccome per la mia storia le manifestazioni sono una cosa naturale della democrazia, lo scendere in piazza, il manifestare è una cosa legittima della democrazia, per quanto riguarda la mia storia ho sempre cercato di farlo in modo positivo, allegro, con i colori, non sono mai andato in giro con cappi al collo o con simboli del lutto! Qui, nella città di Aosta, c'erano bandiere listate a lutto da parte del Sindaco di Aosta che fa parte della maggioranza che lei sostiene, La Torre, e chiama noi "gente che strumentalizza, alza la voce e si lamenta"? Vada a vedere cosa fa il Sindaco nel Comune di Aosta (che io peraltro ho apprezzato nella fermezza della dichiarazione e lo difendo)... ma è solo per dire che qui c'è una situazione grave ed è giusto che qualcuno la denunci; bene han fatto il Sindaco di Aosta ed il Presidente Gerandin a stigmatizzare la situazione che abbiamo davanti perché è una situazione grave!
Adesso stiamo presentando un emendamento sul quale è legittimo discutere, perché qualcosa è accaduto nella serata di ieri. Intanto il testo della commissione è stato emendato due volte in aula, quindi il testo che presentiamo adesso non è il testo che è stato licenziato dalla II Commissione, ma è un testo che è stato fortemente modificato. Devo dare atto al Presidente della II Commissione di un comportamento estremamente corretto, di una squisitezza nei modi, nel fatto che ha esplicitato la ricerca del consenso anche del gruppo del PdL in modo esplicito e noi lo abbiamo accolto, abbiamo detto: sì, bisogna cercare di trovare una convergenza, ma... perché abbiamo detto sì? Le avete lette le dichiarazioni dei Presidenti di Regione della Sardegna? Non sono mica del PD, sono del PdL! Cosa c'entra questa messa in scena, adesso, per dire che l'ALPE e il PD hanno comportamenti strani? Ma il comportamento del PdL in Sardegna... che comportamento è? È un comportamento normale, dice che Tremonti sta mettendo in seria discussione il ruolo delle Regioni a Statuto speciale, dice la verità! Leggete l'ANSA: "Nel corso dell'incontro - dice l'Assessore della programmazione, Giorgio La Spisa, presente a Roma in rappresentanza del Presidente Cappellacci - è emerso addirittura un accenno alla possibilità di alleviare il carico dei tagli previsti per le Regioni ordinarie scaricando un ulteriore peso sulle Regioni speciali, considerate evidentemente come soggetti finora privilegiati; si tratta di un tentativo che mira a dividere il fronte delle Regioni e che deve essere immediatamente stroncato sul nascere". Questo è successo ieri sera, perché quest'ANSA è delle 9, quindi accade qualcosa nel mondo, ci sono delle reazioni; poi possiamo discutere, si modifica una parola di questo emendamento, si trova un'altra formula, ma questo è successo ieri sera, alle 9, e noi ne prendiamo atto, visto che qui c'è un dibattito.
Non possiamo nascondere che se qualcuno tenta di minimizzare quello che sta succedendo non è corretto, perché la stessa maggioranza, lo stesso Presidente della Regione ha fatto capire... sennò questa discussione che c'è adesso non avrebbe da esserci in Consiglio regionale. Di solito quando si parlava della manovra nazionale, si diceva: tanto le nostre risorse ci sono, era quasi una cosa che non prendeva uno spazio di questo tipo; è evidente che se ne parliamo con questa attenzione, da settimane, sui giornali, è perché sta accadendo un qualcosa di molto pesante. Poi se qualcuno dice: ma sono soltanto 25.000.000... questa sarà la sua percezione di cos'è "soltanto"; noi avevamo la percezione che dovevano arrivare delle risorse aggiuntive, mentre adesso è palese a tutti che ci saranno dei tagli. La quantificazione oggettiva di questi tagli non c'è ancora, perché a detta degli esperti dell'Amministrazione regionale è molto complessa questa quantificazione, quindi come dire: non abbiamo sparato cifre, ma esprimiamo una forte preoccupazione.
Allora l'autonomia della Valle d'Aosta che ha sempre fatto del federalismo una bandiera, che ha sempre portato avanti la battaglia del federalismo, vantando addirittura degli ideologi valdostani... lei stesso, La Torre, spesso l'ho vista con il volume di Salvadori... insomma adesso non facciamo finta che Salvadori lo abbiamo di nuovo messo nel cassetto! No, è sempre lì, ecco! Allora se più di una persona, che sia dell'area del centro-destra che sia dell'area del centro-sinistra, quindi è una cosa bipartisan, dice che non si trova traccia in questi provvedimenti della "riforma delle riforme", ossia del federalismo, che non si trova un solo atto del Governo che vada nella direzione giusta, che per adesso si viaggia con un federalismo di facciata e un centralismo sostanziale... allora, queste cose sono cose che dicono sia da destra che da sinistra. Siamo una Regione che sostiene il federalismo, che difende le autonomie speciali oppure no? O diciamo va bene quello che fa Tremonti, perché c'è bisogno della manovra finanziaria? Lo diciamo tutti che c'è bisogno della manovra, ma diciamo che se ne faccia carico in percentuale maggiore lo Stato rispetto alle Regioni e agli enti locali!
Poi ci sono dei problemi molto più gravi, è proprio l'intera filosofia del provvedimento che non funziona. Come abbiamo visto in II Commissione, le preoccupazioni arrivano anche su alcuni aspetti organizzativi che colpiscono duramente la Valle d'Aosta e alcune Regioni che hanno più piccoli Comuni rispetto ad altre. È una filosofia centralistica dirigistica, la classificazione dei Comuni rispetto alla possibilità di costruire società, questo è un problema che ha sollevato il Presidente di Finaosta in II Commissione, fino a 30.000 abitanti non si può avere nemmeno una società: allora è o non è un problema della Valle d'Aosta questo qui? Stiamo raccontando delle fanfaluche o stiamo dicendo delle cose serie? Qual è quel Comune della Valle d'Aosta che ha più di 30.000 abitanti? Solo Aosta...
(interruzione del Consigliere Segretario Tibaldi, fuori microfono)
...ma allora siete per l'abolizione dei piccoli Comuni... e diciamolo! Però qua si dice 30.000, neanche Châtillon può avere una società, neanche Sarre, cosa c'entra, non stiamo parlando di Rhêmes! Vuoi abolire Rhêmes, abolisci Rhêmes, ma cosa c'entra con Châtillon! Neanche Châtillon e neanche Saint-Vincent... mi metto in causa, perché abbiamo un Sindaco a Rhêmes, dico vai, prendiamocela con il Sindaco del più piccolo Comune... Allora un Comune con 50.000 abitanti può avere una sola società, sopra i 50.000 abitanti quante ne vuoi. È chiarissimo, si può accettare il principio che ci sono troppe società e che si possono abolire, ma può darsi che in un piccolo Comune ci sia una partecipata che funziona bene e magari in un grande Comune, tipo le città di Milano, Roma e Napoli ce ne siano alcune che sono dei carrozzoni. Allora, è un ragionamento di qualità o... è un ragionamento a casaccio? Ci teniamo i carrozzoni di Milano, di Roma, di Napoli perché lì non bisogna toccare, lì ci sono i bacini di voto, e spazzoliamo via le partecipate che magari sono funzionanti, magari ci sono dei consigli di amministrazione dove uno non becca il piffero di una lira in un piccolo Comune, ma quelle le togliamo perché dobbiamo fare chiarezza e trasparenza! Penso che queste cose siano gravi e vadano denunciate.
Il nostro ragionamento che, per quanto riguarda il PD, non è assolutamente provocatorio perché le parole contro il Ministro Tremonti vengono da fonti PdL...
(interruzione del Consigliere Zucchi, fuori microfono)
...ma siamo in aula, abbiamo modificato qualunque cosa, dimmi cosa vuoi cambiare di quelle parole lì che non abbia detto il PdL in Italia! Dicci quali sono e le cambiamo, non è volontà di provocazione, ma non vogliamo che in Valle d'Aosta ci sia un tentativo di minimizzare la portata negativa della manovra. Allora la manovra è sbagliata perché colpisce le Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale, i Comuni, i particolare i piccoli Comuni; diciamo, noi della Valle d'Aosta: siamo contrari, caro Ministro, devi sederti lì, facciamo una chiacchierata e vediamo se si può modificare.
Un ultimo passaggio riguarda la formulazione della risoluzione, vado a memoria, è stata modificata due volte ieri. Siamo assolutamente favorevoli a queste modifiche con una piccola precisazione, visto che siamo fra persone leali mi permetto di farla, ovviamente qui si lancia già, e questo dice tutta la gravità di quello che cercate, si dice: bisognerà predisporre misure di risparmio per la finanziaria regionale 2011. Qui aggiungo una cosa, che sia ben chiaro che queste misure di risparmio non devono incidere sugli investimenti nei settori produttivi e non vadano a colpire i deboli, cioè i servizi sociali. Benissimo fare risparmi, ma chiariamoci, non cose che taglino la possibilità di sviluppo e non cose che tolgano possibilità di intervenire sui servizi; quindi anche questa precisazione mi sembrava doverosa. Dopodiché, dopo aver accolto più volte emendamenti a questa cosa, aver proposto un emendamento ed essere tacciati come quelli che vogliono spaccare il Consiglio regionale... non lo accetto, perché siamo qui per ragionare e, per quanto ci riguarda, abbiamo spesso ritirato emendamenti quando c'era la necessità. Però, ribadisco: come mai in tutte le Regioni, da parte di esponenti del PdL, si parla chiaro, si dice questa cosa non va.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Dopo l'intervento del collega Donzel rinuncerei a fare l'intervento, ma chiederei, cercherò di spiegarmi meglio...
L'approccio mi sembra un approccio sbagliato rispetto a quelle che erano le intenzioni, non sto a entrare nel merito. Noi abbiamo lavorato molto bene in commissione, lo ha detto anche il collega Donzel; abbiamo anche steso una risoluzione che ci ha trovati partecipi, tutti i gruppi, abbiamo fatto delle modifiche affinché si raggiungesse un accordo per avere una voce unica del Consiglio regionale nei confronti del Governo. Se l'atteggiamento è questo, è evidente che non raggiungiamo lo scopo che ci siamo prefissi!
Non ho molto da aggiungere, ma se tutti crediamo che la risoluzione sia lo strumento giusto per far sentire una voce univoca del Consiglio regionale, forse vale la pena fermarci cinque minuti, fare un minimo di riunione fra di noi per capire qual è la strategia che vogliamo avere rispetto ad un documento che ritengo importante, non tanto per la nostra dialettica interna, ma per i cittadini.
Presidente - C'è una proposta di sospensione, il Consiglio è sospeso per 10 minuti.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,49 alle ore 11,36.
Presidente - Riprendono i lavori.
La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Ricomincerei dall'inizio per arrivare poi alla fine, perché la discussione è partita su degli elementi dell'ultima ora e io vorrei, prima di arrivare agli elementi dell'ultima ora, dire come si era sviluppata la questione.
Lo ha già fatto nell'apertura della discussione sul punto il Presidente Rosset, vorrei però ricordare qual è stato lo sforzo della II Commissione, a cui ho avuto l'onore di compartecipare, ed era lo sforzo che mi auguro arrivi comunque a conclusione di avere un documento unitario, frutto - direi - nella firma di ieri, nella navetta della ricerca di un testo positivo, che nasce da un senso di responsabilità, che porta sempre a trovare quel che unisce, pur sapendo che ci sono delle diversità anche profonde nella valutazione della manovra finanziaria. Da questo punto di vista il documento alla nostra attenzione, mi occuperò successivamente dell'emendamento, è un documento serio che parte da una preoccupazione generale, che è quella di una manovra che è stata effettuata con lo strumento del decreto-legge, quindi immediatamente applicabile, che ha dato il via ad una discussione parlamentare alla vigilia della pausa dei lavori parlamentari su temi importanti, perché 56 articoli non sono bagattelle!
A differenza di decreti-legge del passato che talvolta erano di pochi articoli, nei 56 articoli ci sono cose molto importanti e - come abbiamo avuto modo di dire nell'incontro con il Presidente della Regione - soprattutto, visto il loro ruolo nel lavoro di conversione del decreto-legge da parte dei due Parlamentari valdostani, abbiamo concordato che i 56 articoli hanno al proprio interno una serie di misure che devono essere approfondite. L'impatto immediato del taglio dei 25.000.000 è significativo, ma non è mostruoso per un bilancio come il nostro, lo è nella misura in cui viene meno quel principio di pattuizione che dovrebbe precedere ogni tipo di manovra finanziaria, perché uno degli elementi importanti del nostro ordinamento valdostano è l'intangibilità dell'ordinamento finanziario quando non c'è un accordo. Quindi non è una questione di dire 25 sono tanti, sono pochi, così come non è questione di dire se dobbiamo, vogliamo fare i sacrifici; i sacrifici - come è stato detto ampiamente nella discussione in commissione -, sono sacrifici dovuti, perché il rientro dal debito della finanza pubblica da parte dell'Italia deve avvenire, i nostri bilanci che sono in regola fanno sì che la nostra Regione sia stata virtuosa, ma non si può pensare di essere chiamati fuori da una manovra finanziaria. Quindi che non ci siano - e lo diciamo nel documento - ambiguità da questo punto di vista, perché ognuno deve fare la propria parte.
Ciò detto, c'è però una serie di articoli di cui dobbiamo capire l'impatto; c'è un impatto sui settori autofinanziati come scuola, sanità, enti locali; c'è un impatto sulle partecipate... insomma, ci sono degli elementi che portano a dire che dalle audizioni delle parti sociali ci sono dei temi, alcune parti sociali (probabilmente lo ricorderà Lattanzi) si sono dette entusiaste della manovra come Confindustria, altre meno, come i sindacati, ma il nostro ruolo dovrebbe essere quello che qualunque Governo governi, quando ci troviamo di fronte ad una legislazione è quello di dire: questa legislazione - che il Governo sia verde, giallo, blu o rosa - come impatta sul nostro ordinamento valdostano?
Quindi al di là delle valutazioni politiche, il Consiglio è chiamato ad esprimersi in maniera, se possibile, neutra rispetto all'impatto che quelle norme hanno su di noi e credo che onestamente è quello che abbiamo fatto. Apprezzo molto il fatto che l'area autonomista, al posto di presentare un documento di maggioranza in solitudine, abbia cercato nelle scorse ore, dando un colpo a destra ed uno a sinistra, di trovare un documento unitario, ritenendo che se un documento del Consiglio Valle arriva unitariamente a Roma la nostra voce è più autorevole.
Ciò detto, il tema contingente che ha animato di più la giornata deriva da avvenimenti di cronaca di ieri, cioè ieri il Ministro Tremonti ha incontrato le Regioni... Il Sole 24Ore ieri titolava: "Il Governo apre alle Regioni"; Il Sole 24Ore di oggi titola: "Tremonti difende l'impianto della manovra e delude le Regioni, incontro molto negativo". È chiaro che questo è un elemento nuovo a cui si somma un infelice commento del Ministro Tremonti all'uscita, dove ha detto sostanzialmente: ferma la manovra, la sua composizione e la distribuzione, possiamo discutere con le Regioni e vorremmo farlo mettendo insieme tutto in un unico comparto, ma fra le speciali ce ne sono alcune che hanno moltissimo, alcune del nord, penso per esempio al Trentino, presumo che possano concorrere un po' di più. E aggiunge: chi più ha, più può dare. Era presente il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Dellai, che - anche avendo chiuso, loro, la trattativa del federalismo fiscale - si è arrabbiato, perché ha accusato Tremonti di una logica del divide et impera, cioè tu vuoi far bisticciare le ordinarie e le speciali, che è sempre stato un gioco antico, come chi ha avuto posti di responsabilità qua sa bene... così come appare anche interessante il fatto che ieri ci sia stata un'apertura con i Comuni e una chiusura con le Regioni... è chiaro che il Governo deve portare a casa questa manovra, costi quel che costi! Però non si può negare che quest'affermazione sia stata infelice ed è un peccato che, a fronte di una serie di proposte che tutte le Regioni italiane, di qualunque colore, avevano avanzato al Ministro Tremonti, non si sia riusciti a trovare un risultato. Credo, fra l'altro, che su questo punto ci torneremo come Consiglio regionale, perché abbiamo un prossimo Consiglio a metà luglio e un secondo alla fine di luglio, che avverrà nel momento in cui i contenuti della legge di conversione del decreto-legge saranno cristallizzati, quindi sapremo esattamente i contenuti della manovra finanziaria.
Ciò detto, mentre ieri è stato un grande agitare di diplomazie - lo dico scherzosamente - e alla fine c'è stata una firma dei membri della commissione e di tutti i capigruppo, questa mattina, com'era comprensibile, è arrivato un emendamento al testo della risoluzione che, devo dire con dispiacere... mentre tutti i cambiamenti di ieri erano frutto di un va e vieni di accordi, come ha sottolineato il collega La Torre, questo è stato un emendamento secco presentato dalle forze di opposizione di sinistra, che hanno posto il Consiglio di fronte ad una discussione, fra l'altro, con un testo di emendamento che - mi si consenta - esce dal tecnicismo della risoluzione che avevamo scritto. È una risoluzione che esprime delle tematiche già molto politicizzate, penso per marcare una propria presenza politica; di questo capisco, potrei scrivere un documento anche molto più autonomistico, ve lo assicuro, ma credo che il problema fosse portare a casa il risultato, come abbiamo cercato di dire nell'interruzione che mi sembra non abbia sortito l'effetto sperato, cioè la ricerca di un punto di equilibrio, anche se penso che nel momento in cui verrà rigettato l'emendamento, anche se - ripeto - sulla critica all'atteggiamento di Tremonti non si può negare... fosse stato zitto e non avesse fatto queste valutazioni sulle Regioni ad autonomia speciale vinceva un premio, perché aveva già rotto con le Regioni, però rientra in un tratto non solo politico, ma anche personale del Ministro Tremonti.
Credo che si possa proseguire la discussione, sapendo, come mi sembra di capire anche con il respingimento dell'emendamento di cui vi ho dato la chiave di lettura, che posso dire è quella dell'intera maggioranza, quindi non viene per nulla pregiudicata la possibilità di tornare su un commento futuro alla manovra finanziaria... credo che si possa proseguire nella discussione dicendo che il voto contrario non ha una chiave di lettura in negativo, ma una chiave di lettura che consente di avere un voto unitario.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Non entreremo nel merito della nostra richiesta di sospensione, visto che il collega Caveri ha già esposto la posizione, anche se abbiamo il rammarico di non aver raggiunto un equilibrio per quanto riguarda il discorso dell'emendamento.
Vogliamo invece cogliere l'occasione più in generale per dare un giudizio su questa manovra economica, che non può prescindere, a nostro avviso, dalle conseguenze che potrà avere rispetto ai problemi che deriverebbero dalla discussione del federalismo fiscale. L'importante comunque, come ha detto il Capo dello Stato, è considerare la manovra finanziaria una priorità, avendo un approccio costruttivo e positivo nella consapevolezza che quasi sempre, a fronte di sacrifici necessari ed utili, il sistema dell'economia può ripartire con risvolti positivi per tutti. A questo proposito non possiamo dimenticarci che il nostro paese ha il terzo debito pubblico mondiale, anche se è vero che adesso i calcoli si fanno meglio con l'indebitamento privato che ci consente di avere una situazione migliore. Però siamo passati in poco tempo dalla crisi dei subprime all'attacco speculativo dell'euro: entrambe le crisi hanno causato uno tsunami devastante per l'economia mondiale, tanto che si profila inevitabilmente un impatto negativo in termini di crescita economica e di tensioni sociali.
Questa manovra, quindi, nasce nella consapevolezza di dover fare un provvedimento in cui i sacrifici sono assolutamente opportuni per tutti, se non vogliamo rischiare la bancarotta. Nel frattempo dalla Grecia al Portogallo, dall'Irlanda alla Spagna, ma anche dall'Inghilterra alla Francia fino al nostro paese tornano di attualità parole come austerità e sacrifici. In Italia è in arrivo una manovra da 25.000.000.000 per il biennio 2011-2012 e si ipotizzano strette su pensioni di invalidità e finestre di anzianità.
Il problema oggi è rivolto a come sarà la manovra, il decreto-legge presentato rischia di avere delle ripercussioni molto preoccupanti per le Regioni e soprattutto sugli enti locali. Dopo che il Governo centrale ha annunciato tagli alle Regioni per quasi 10.000.000.000 di euro, molti hanno dichiarato che l'entità della manovra è insostenibile e costringerà i Governi locali ad aumentare le tasse e a ridurre la quantità e la qualità dei servizi pubblici e i risparmi vengono blindati, consentendo alle Regioni pochi margini. I tagli sui trasferimenti infatti paiono una scure sugli enti locali e i fondi FAS, ad esempio, non si sa che fine faranno.
Con questa situazione presenteremo anche noi degli emendamenti, anche se la preoccupazione è forte per la possibilità che tutto venga blindato da un voto di fiducia. Le misure adottate impongono sacrifici impossibili agli enti territoriali, incidendo pesantemente oltre il 50 percento dei tagli, tagli che - come dicevamo - mettono in discussione lo stesso impianto del federalismo fiscale, imponendo alle Regioni e agli enti locali di concorrere al patto di stabilità con importi così alti che porteranno un risultato senza dubbio penalizzante per l'autonomia della spesa pubblica, bloccando l'attuazione di politiche locali a sostegno dell'autonomia e dell'occupazione.
In particolare noi valdostani rischiamo di essere oltremodo penalizzati, sia perché dovremo contribuire al fondo di solidarietà per attuare il federalismo, sia perché dovremo concorrere con risorse importanti per gli obiettivi di finanza pubblica previsti dal patto di stabilità. Noi, di Stella Alpina, siamo fra coloro che ritengono indispensabile un approccio però costruttivo nei confronti di una manovra che deve necessariamente tenere conto dell'importanza della grave crisi economica, e che sono quindi necessari sacrifici in tutte le direzioni. Riteniamo altrettanto necessario però, in nome del federalismo, salvaguardare il diritto delle Regioni di scegliere come decidere, razionalizzare e ridistribuire le risorse; gli sprechi vanno combattuti da tutti, dallo Stato, dalle Regioni e dagli enti locali.
La manovra finanziaria quindi ha parti anche condivisibili, in modo particolare quando si fa riferimento alla lotta agli sprechi, che stanno penalizzando tutti, per questo diciamo "finalmente", anche perché l'unica alternativa sarebbe quella di aumentare le tasse; dall'altro, invece, pare che la manovra non risponda compiutamente alle reali esigenze del momento. Ci lascia perplessi là dove è evidente una mancanza di interventi strutturali, infatti il provvedimento prevede solo consistenti tagli, i servizi quali sanità, interventi sociali, istruzione, saranno ridimensionati proprio quando i bisogni in questa situazione di crisi generale crescono. Mancano, in un momento in cui la crisi occupazionale sta drammaticamente diventando un problema sociale, misure capaci di rilanciare l'economia reale per aiutare il paese ad uscire dalla crisi. La manovra non ci soddisfa quando è sperequativa, quando cioè il rapporto dell'intervento fra Ministeri e Regioni è da 1 a 15, e non possiamo pensare che nei Ministeri a Roma ci sia poco da tagliare: basterebbe andare a farsi un giro!
Per quanto ci riguarda la manovra finanziaria ha un impatto sulle nostre finanze senza dubbio oneroso, anche se non è certo l'importo di 75.000.000 di euro in due anni a rendere la situazione drammatica. È invece l'incertezza imperante sulle conseguenze che i tagli imposti produrranno sulla nostra economia ad avere un peso preoccupante. Il lavoro della II Commissione, dopo aver audito il Presidente della Regione ed i Parlamentari valdostani, le associazioni e i sindacati, si è indirizzato verso una risoluzione in cui si esprime viva preoccupazione per l'iter che la manovra sta percorrendo e sulle ripercussioni che avrà sull'ordinamento finanziario della nostra Regione.
Non ci rimane quindi che auspicare che gli interventi del Presidente della Regione e dei Parlamentari nelle sedi istituzionali opportune si facciano portavoce delle proposte emendative e correttive della manovra, nel senso auspicato dal Consiglio regionale.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Visto che il Presidente Rollandin gradisce avere le mot de la fin e non presentare il punto di vista del Governo regionale... aspettavamo di sentirla, Presidente, perché non abbiamo notizie della sua partecipazione alla Stato-Regioni... altri Presidenti di Regione si sono pronunciati. Ci sembrava normale - prima di intervenire noi, come forze politiche, in sede di dichiarazione di voto - sentirla, ma questa è una cosa che dipende... io sarei contento personalmente, e non per tendere trappole e trabocchetti, ma solo perché mi sembra normale che ci posizioniamo rispetto ad un orientamento che è del Presidente della Regione. Grazie.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente.
Su questo tema pensavo di aver già detto quella che era la posizione delle Regioni, che non è cambiata, al di là delle delegazioni che hanno partecipato d'accordo con la conferenza agli incontri con i ministri, al di là del primo incontro a cui ero presente con i Ministri Fitto, Tremonti e Calderoli, che erano i primi interlocutori per questa richiesta dell'apertura di un tavolo. Sia in quel momento, che in commissione, credo di aver detto in modo chiaro e piuttosto evidente qual era la posizione approvata all'unanimità dalle Regioni con un documento che ancora è valido e che mette in evidenza le cose che oggi venivano richiamate anche dalla stampa, che il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha richiamato ancora oggi nella sua intervista, e che ho sentito rileggere, qui, in quanto riportate dagli organi di stampa, cioè dei rapporti fra i tagli previsti delle Regioni rispetto ai Ministeri, di una risposta in ambito di una riforma strutturale, di un punto di vista di tutte le Regioni che è molto semplice: non contestiamo l'esigenza - voluta fra l'altro dall'Unione europea - che ci sia un intervento a livello nazionale, che porti ad un impegno previsto di 25.000.000 di euro, quindi il saldo non si tocca. All'interno di questo saldo noi chiediamo tre cose: la rimodulazione dei rapporti fra chi è interessato a questo taglio - ho sentito una parte, ma credo che il collega Caveri e altri hanno già ripreso, adesso il collega Salzone lo ha riproposto -, nel senso che i rapporti fra i tagli delle Regioni e i tali dei Ministeri sono sproporzionati e quindi si chiede una revisione di questa parte; chiediamo che, come Regione a Statuto speciale, chiamata in base al federalismo ad una partecipazione diretta nell'ambito della solidarietà rispetto a questa manovra, si venga tenuti in considerazione; che le Regioni possano avere, nell'ambito del rispetto del patto di stabilità e dell'eventuale rimodulazione interna dei sacrifici, un margine di manovra da poter giocare quello che sarà il risultato del confronto che è ancora in atto.
Abbiamo chiesto che le decisioni vengano prese alla fine di questo tavolo che, come per i Comuni, là dove si è ipotizzata una nuova tassa... anche le Regioni stanno scegliendo le nuove modalità di intervento per riuscire a far breccia a questo tavolo e riuscire a far valere le proprie buone ragioni, come hanno fatto i Comuni e gli altri organi che intendono far valere le proprie critiche nei confronti del documento, comprendendo benissimo che il tutto deve essere visto - come ho sentito ripetere correttamente - nell'ambito di una politica di tagli che è sicuramente da affrontare, tutti assieme. Questa è la sostanza della presa di posizione che è corale, di tutte le Regioni; il documento che è stato approvato è stato approvato all'unanimità da tutte le Regioni, quindi sotto questo profilo non ci sono difficoltà a sostenere, ancora oggi, che queste sono le posizioni meditate che abbiamo preso assieme, e che qui riconfermo, anche con queste notazioni relative alle Regioni a Statuto speciale.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Ringrazio per la cortesia del Presidente Rollandin, che oggi deve fare un po' di corse, anche perché ci sono degli impegni istituzionali, quindi forse non ha avuto neanche il tempo e il modo di calarsi totalmente nel dibattito in corso, ma lo vogliamo informare più approfonditamente della riflessione che è stata nostra, del nostro gruppo, dei colleghi del Partito Democratico sulla necessaria maggiore sottolineatura di questo passaggio, perché non è parso irrilevante quello che ieri è successo nell'incontro fra le Regioni e il Governo.
Lei, Presidente, ha giustamente ripetuto che non è cambiata la posizione delle Regioni sulla manovra nel suo complesso; è cambiata la posizione - mi pare - del Governo, o almeno è stata annunciata una posizione diversa da parte del Governo rispetto a quanto aveva anticipato il Ministro delle Regioni Fitto, che ha significativamente fatto delle aperture nei giorni precedenti, ma quando sale in cattedra il professor Tremonti c'è una forte frenata e un cambiamento di linea.
Quello che vorremmo fosse chiaro a tutti è la piena condivisione della valutazione che è stata fatta in commissione sulle negatività della manovra in termini di metodo, in termini di contenuto, soprattutto nel fatto che questa finanziaria non è neutra. Non basta dire: c'è da fare i sacrifici, tiriamo tutti la cinghia; il Comune di Roma non tira la cinghia, ma incassa dalla manovra 500.000 in più!
Non è esatto, collega Salzone, in termini di chiarimento, dire che questa sia una manovra di soli tagli, questa è una manovra anche di nuove entrate; il Comune di Roma incamera 300.000.000 di euro di tasse di scali aeroportuali in più e 200.000.000 - unico in Italia - di nuove tasse di soggiorno... c'è una scelta politica, e questo fa parte della discussione generale che dovremo tutti sostenere.
A nostro avviso, nel momento in cui si stringe la valvola da parte del Ministro Tremonti e in modo non esattamente vellutato... ha messo i guanti di carta-vetro il Ministro Tremonti, qualcuno dirà che è un tratto caratteriale, io ritengo che queste cose abbiano un loro peso, e a nostro avviso quella coralità, Presidente Rollandin, che lei auspica sia mantenuta e che noi auspichiamo sia mantenuta da parte delle Regioni, fa sì che nel momento in cui oggi, 24 giugno, ci esprimiamo su questa questione, ci sia sintonia dalle Regioni. Le Regioni sono state esplicite, il Presidente Errani è stato adamantino nel condannare pesantemente questa sterzata e questo irrigidimento da parte del Governo. Onestamente non ci sembra che aggiungere qualche linea - poi emendabile - che deplori l'atteggiamento di chiusura del Governo e la filosofia marcatamente centralista che la ispira... poi si può togliere la "filosofia marcatamente centralista", si può dire tutto e di tutto, ma che non ci sia la deplorazione di questo ci sembra fare del documento un ottimo documento a ieri, allo stato della discussione che c'era ieri!
Noi auspichiamo che ci sia questo piccolo passo avanti, chiediamo che sia mantenuto questo passo avanti. Il collega Caveri ha parlato ieri di "grandi sforzi di diplomazia interna" e di "un'area autonomista che si muoveva fra destra e sinistra"; significo incidentalmente che l'area autonomista è qualcosa di diverso dalla versione che ne dà forse pregiudizialmente il collega Caveri, che gli autonomisti che noi siamo hanno partecipato, per parte loro e indipendentemente da un balletto di destra e di sinistra, al lavoro serio e scevro, siamo degli autonomisti progressisti che non amano esattamente determinate etichette estreme, ma questo fa parte di una questione di colore locale che approfondiremo in altri momenti.
Restiamo al punto nel dire che ci sembra giusto votare e sostenere convintamente la risoluzione per come è stata collegialmente confezionata, ci pare utile arricchirla di una posizione che rafforza quello che speriamo sia il rigore, la spina dorsale del Presidente Rollandin quando si presenterà al tavolo della trattativa, dicendo che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta non ha gradito le sgridate, le tirate d'orecchie tremontiane, che non siamo tutti nella condizione solo di dover dare perché troppo ricchi e ben pasciuti, ma che vogliamo fare proporzionalmente agli altri la nostra parte in modo serio e costruttivo. Questo è il nostro punto di vista, che vuole spogliarsi da ogni altra ragione di polemica, ma mettere avanti la preoccupazione che questo atteggiamento del Governo Berlusconi, in particolare del Ministro Tremonti segna un difficile cammino anche per il federalismo fiscale, di cui all'articolo 119 e che sarà anche il piatto più delicato e più duro da mandare giù dei prossimi mesi. Grazie.
Noi manteniamo la richiesta che sia messo ai voti il nostro emendamento che ha il senso di arricchire e di dare la tonalità di oggi a questa risoluzione del 24 giugno.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Cari colleghi, penso che la II Commissione, mantenendo aperto il testo che aveva approvato in sede dei lavori, avesse due obiettivi assolutamente condivisibili: uno, quello che giudico estremamente positivo, di acquisire al voto anche l'approvazione da parte di una forza politica come il PdL, significativa in questo Consiglio regionale, come è avvenuto in tante altre Regioni d'Italia; non si capiva perché, anche qui, non poteva esserci un responso unanime, quindi in questo senso era auspicabile il lavoro del Presidente della II Commissione di cercare di recuperare ulteriori voti. Non ci pare che da questo punto di vista ci sia stato alcun ostacolo da parte nostra in questa direzione. Nello stesso tempo avevamo detto che il documento era aperto per ulteriori suggerimenti e modifiche e qualcosa è accaduto nel frattempo.
Mi chiedo se ieri sera, ci fosse stata la dichiarazione dell'intesa avvenuta fra il Ministro Tremonti e le Regioni, se avessimo mantenuto questo testo, saremmo stati nell'irrealtà, saremmo stati dei marziani, cioè: la Valle d'Aosta approva un testo e lo manda a Roma quando l'accordo fra Regioni e Ministro è fatto? Ma dove vivono i valdostani? Ma li leggono i giornali, li leggono i comunicati stampa? In che mondo vivono? Se l'accordo ci fosse stato... l'accordo non c'è stato, e ci sono state delle dichiarazioni molto pesanti. Naturalmente siamo abituati che si lancia il sasso, si toglie la mano, tutto questo modo di fare in politica è così: si racconta in campagna elettorale che arriva l'età dell'oro... adesso è scappato il collega Salzone... fiumi di denaro, potenziamento dei servizi, megacostruzioni, adesso si dice a tutti che bisogna tirare la cinghia perché ce lo dice l'Europa! No, non ce lo dice l'Europa, ce lo dicono i conti in rosso, una pessima politica economica del Governo nazionale che per vincere le elezioni fa certe scelte, taglia le tasse qua e là, poi dopo dice: adesso bisogna far tornare i conti.
Ovviamente cosa si può fare per non perdere il consenso? Si dice ad altri soggetti: siete voi i birichini, non è il Governo nazionale che non fa bene il suo lavoro, ma sono queste Regioni sciupone, questi enti locali in cui si fanno dei bagordi incredibili: mettono i pulmini per portare a scuola i ragazzi (ma ci vadano a piedi che fa loro bene alla salute!), garantiscono mense di qualità... ma stiamo scherzando? Si torni all'antico, quindi basta con questo sciupio delle Regioni, in particolare quelle a Statuto speciale, grande serietà! Quindi noi ci teniamo i Ministeri pieni zeppi di ministeriali e di gente che non si sa bene cosa fa e gli altri operino i tagli; saranno gli altri a fare i cattivi, saranno i Sindaci a dire: non ti do più questo servizio, caro cittadino!
Certo, bisogna passare questo momento difficile, ma poi i cittadini, quando non avranno il servizio, se la prenderanno con il Presidente della Regione, con il Sindaco e non andranno a reclamare il loro servizio che non c'è più al Governo! Questo è lo scenario che abbiamo davanti, questa è la cosa che non una sinistra estremista sta denunciando, ma che coralmente l'insieme delle forze politiche responsabili che credono nel federalismo, credono in una forma seria di decentramento stanno cercando di dire. Vediamo di valutare che, sebbene ci sia la necessità di un intervento per una pessima politica finanziaria del Governo, quindi c'è questo senso di responsabilità, vediamo di non scaricarlo in modo esagerato su Regioni a Statuto speciale e a Statuto ordinario, Province ed enti locali, vediamo di riequilibrare questo percorso! Mi sembra che questo sia un ragionamento unanime.
La tensione è alta perché non erano dell'Italia dei Valori e di Di Pietro quei Sindaci che avevano il cappio al collo e avevano le bandiere comunali in segno di lutto, non erano degli esaltati estremisti, ma erano persone tranquille e serene che si rendono conto che la situazione è grave e difficile. In questo senso le dichiarazioni del Ministro sono, quelle, una provocazione, non l'emendamento presentato da ALPE e PD, ma le provocazioni del Ministro! Voglio sentirmi dire: è il Ministro che ha provocato, ma questo non lo sento dire. Sento dire che siamo noi che provochiamo. Non provochiamo niente; noi prendiamo atto di dichiarazioni gravissime e le stigmatizziamo in quest'aula, perché vanno stigmatizzate.
Non abbiamo posto nessuna preclusione al voto della risoluzione rispetto all'accoglimento dell'emendamento, ma ci saremmo aspettati almeno un tentativo di limare l'emendamento, tagliuzzarlo qua e là... no! C'è un diktat del PdL: o si fa così o noi non votiamo più. Allora il diktat non lo pone la sinistra, il diktat lo pone il PdL, non siamo disposti a modificare di una virgola la risoluzione presentata... bene, lo si dica! Noi dimostreremo senso di responsabilità, ma non vogliamo che sia imputata, a noi, la non presa d'atto che di fronte ad una manifestazione importante di Sindaci e quant'altro l'atteggiamento rimane duro da parte del Governo, i tagli rimangono pesanti e la trattativa rimane molto tesa, quindi si rende necessaria una presa di posizione forte e chiara. Altri lo stanno facendo da settimane, a noi - continuo a leggere - tutto sommato tagliano poco; ma come, fino a due giorni fa ci dovevano riempire di soldi, adesso tutto sommato ci tagliano poco? Questo è il tenore delle dichiarazioni valdostane, gli altri dicono: qui si taglia tantissimo, e noi: ma no, tutto sommato qui ce la caviamo. Decidiamo: o è un fatto grave oppure no!
E poi vengo al fatto più grave, che non è per noi una questione, lo abbiamo detto in un discorso con La Torre sulla questione economica, alle volte ci sono questioni valoriali e mi pare che il collega Salzone l'abbia messa in evidenza questa cosa. Qui si va a toccare la possibilità della Valle d'Aosta di decidere come gestire il suo bilancio e come intervenire nei tagli: questa è una cosa molto grave! Ovviamente non è definita ancora con chiarezza, abbiamo visto le difficoltà di lettura del testo della finanziaria, ma questo è un fatto che bisogna stigmatizzare con forza: non può essere un ministro del livello nazionale a dire: tu, Regione Valle d'Aosta, devi tagliare lì, devi fare questo e quello, perché qui ne va dell'autonomia come la intendiamo noi, non solo quantità di denaro che arriva da Roma, ma capacità di decidere le voci di spesa in Valle d'Aosta. Questo è un fatto estremamente rilevante, questo tipo di impostazione della manovra invece incide non solo nelle cifre, ma nella tipologia di impostazione del taglio. Quello che colpisce è che si possa decidere sui contratti di lavoro, sull'entità delle assunzioni, questo è un tema delicato su cui non possiamo non porre l'accento, non sottolineare la negatività, e mi pare l'atteggiamento tenuto non solo da esponenti di sinistra, perché ridurre questo ad una questione di quanto sono bravi gli Autonomisti... qui c'è gente dell'area del PdL come Formigoni, che ha fatto una battaglia condivisibile, quindi non è una questione che sono più bravi gli Autonomisti, è più bravo il PdL o il PD, ma è una questione che questo tipo di impostazione va denunciato, va detto con chiarezza che il Ministro non può permettersi di rilasciare questo tipo di dichiarazioni così a vanvera!
Noi riteniamo opportuno che la politica stia al passo con le dichiarazioni e con gli avvenimenti degli ultimi giorni e avevamo dato anche massima disponibilità a rivedere il testo dell'emendamento, ma... non c'è stata nessuna disponibilità!
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente.
Guardate, con grande sincerità ad ascoltare certi interventi verrebbe voglia di ritirare la firma a sostegno di questa risoluzione e farsi prendere dallo sconforto. Ci aspettavamo di vedere almeno riconosciuta la voglia di rappresentare, insieme a voi, questa comunità; prendiamo atto che il teatrino della politica non si sottrae all'esercizio che non ci appassiona, di dibattere sulle cronache politiche giornalistiche, che hanno necessità di cogliere battute e posizioni. Non comprendiamo dove sia la novità tra le Regioni che da un mese, firmando un documento unitario, dicono una precisa posizione politica di voler condividere i tagli di una manovra condivisa, ma di volerla condividere nei contenuti, e una posizione di un ministro che ribadisce, da un mese, al di là delle battute quotidiane che i giornalisti strumentalizzano ed enfatizzano, una posizione molto chiara: "a saldi invariati" diteci cosa volete fare.
Perché ci asteniamo dal dibattere su questo teatrino? Vedete, saremmo tentati... adesso voteremo contro l'emendamento, perché lo riteniamo strumentale e lo è anche nella forma: arrivare stamani sull'ultima dichiarazione dell'ANSA del Ministro Tremonti per marcare il territorio politico, lo comprendiamo, ma è stato veramente avvilente non riconoscere il lavoro che, a partire dal Presidente della II Commissione, dei capigruppo e delle forze politiche tutte, comprese le vostre, ieri è stato fatto per raggiungere un obiettivo che è di più alto livello che non la pura cronaca della politica che stamani avete voluto strumentalizzare e stiracchiare a fini politici e strumentali, cioè quello di esprimere un sentimento unitario di una comunità, quella della Valle d'Aosta che, come amministratori locali, rappresentiamo... perché non siamo Parlamentari a Roma, siamo Consiglieri regionali e rappresentiamo le giuste preoccupazioni di una comunità rispetto ad una situazione generale, peraltro chiarissima al popolo e a chi lavora, forse meno chiara a certi amministratori pubblici o politici, su una situazione non grave, ma epocale gravissima.
Qualche settimana fa uno Stato stava fallendo e non è uno Stato indebitato come il nostro, ma molto meno indebitato del nostro, stava fallendo, e si parlava a domino del fallimento della Spagna, del Portogallo e il 22 maggio è partita una speculazione finanziaria sui titoli di Stato italiani che sono quelli che hanno le nostre mamme nelle banche - BOT, BTP e CCT -, al fine di deflagrare il valore di una moneta unitaria che è l'euro.
Noi stiamo qui a discutere sul cortile, della gallina, dell'uovo e ci sfuggono le situazioni epocali che hanno portato un governo - credo senza piacere, ma con senso di responsabilità - a dover affrontare una manovra. Certo la manovra affronta un obiettivo, quello di salvare il nostro paese dalla speculazione, di sostenere l'euro ed è un accordo preso a livello unitario europeo da tutti i governi che hanno fatto manovre più pesanti di quanto non le stia facendo il Governo italiano, di qualunque colore fosse stato avrebbe dovuto farla, perché ci dobbiamo ricordare che governi di destra e di sinistra da Zapatero a Brown a Sarkozy, Merkel compresa, stanno facendo manovre che sono sei volte le nostre, pur senza avere il debito pubblico che abbiamo noi; quindi credo che un governo serio, responsabile, di destra o di sinistra, avrebbe preso in atto la considerazione di aderire ad una manovra europea di riduzione dei costi delle amministrazioni pubbliche, degli sprechi, dei tagli, perché siamo in una situazione di crisi globale.
Certo è stata fatta una scelta politica nel nostro paese rispetto ad altri paesi che hanno alzato le tasse, come ha fatto Zapatero, di tre punti sul PIL, o di Brown che ha alzato di due punti la tassazione nel loro paese, certo più bassa della nostra, o l'IVA sui consumi su altri paesi ancora. Il Governo italiano, in considerazione del fatto che siamo i possessori del più grande debito pubblico europeo - ma siamo anche il paese che ha la più alta tassazione con il 43 percento sui redditi, per cui fino a fine luglio si lavora per lo Stato, le Regioni, i Comuni e le Comunità montane -, per mantenerne l'apparato, non se l'è sentita di alzare ulteriormente le tasse, perché avrebbe indebolito drasticamente l'opportunità di questa flebile ripresa economica, che è il vero salva economia e salva paese. Se questo paese non cresce in termini economici, non cresce il PIL, né la tassazione, perché abbiamo la tassazione percentuale sulla creazione di valore, cioè dell'aumento del fatturato di un paese; se questo fatturato decresce decrescono anche le entrate degli Stati, delle Regioni e comunità locali.
Allora voglio solo precisare quali sono i punti che ci hanno portato, con senso di responsabilità e anche con costo politico, a sottoscrivere una risoluzione unitaria, per rappresentare anche noi, insieme a tutti voi, la preoccupazione sul fatto che questa manovra venga fatta in maniera concordata e condivisa. Aggiungo: abbiamo anche condiviso gli emendamenti che sono stati inviati ai Parlamentari valdostani per difendere il nostro diritto di autonomia nella scelta dei tagli da fare, perché non siamo qui a fare il teatrino a salvare Berlusconi o Prodi a seconda delle partite politiche! Siamo degli amministratori locali del Popolo della Libertà ed esprimiamo, insieme a voi, il sentimento di disagio e di preoccupazione.
Abbiamo anche condiviso l'impegnativa di dare mandato al Presidente della Regione, anche se non credo ne avesse bisogno, di andare a fare gli interessi della Valle d'Aosta e ai Parlamentari per fare quello che è il loro mestiere, cioè difendere gli interessi della Valle d'Aosta. Questo abbiamo condiviso! Vogliamo buttarla nel teatrino della politica? Buttatela! Non ci presteremo al gioco del teatrino della politica su un momento come questo di responsabilità; crediamo sia più serio, da parte del nostro gruppo, assumersi il costo politico di una condivisione di questo tipo, perché sarebbe stato molto più facile e - credeteci - ne abbiamo anche le capacità di dimostrarvi che il bicchiere è mezzo pieno, che è necessaria non solo questa manovra, ma che ne condividiamo profondamente l'indirizzo! Perché qui si è sentito parlare in questi giorni solo di chi è contro questa manovra, e... chi si è espresso contro? Gli amministratori pubblici, per forza, se togli loro le risorse, hanno meno potere di gestione; gli amministratori locali, i sindacati, i lavoratori del pubblico impiego, chi fra l'altro nelle frattaglie ha buttato dentro anche la pensione a 65 anni, indicazioni di tipo europeo.
Noi abbiamo ascoltato in commissione una serie di interlocutori che giustamente esprimono un disagio, perché la manovra tocca loro, tocca quella parte del paese più privilegiata che non ha bisogno di produrre qualcosa per sostenere il paese, ma che si è arricchita di vantaggi spropositati! Non sto parlando solo della Valle d'Aosta, sto parlando di comunità che hanno 178 sedi nel mondo per rappresentare Comuni, Regioni e città. La Corte dei Conti cita gli sprechi delle istituzioni nelle partecipate; vi dice qualcosa la parola "partecipate" in Valle d'Aosta? Partecipate con consigli di amministrazione plurimi, dove si infilano persone dappertutto perché sono funzionali non all'Amministrazione, ma alla politica e al consenso e noi lo sappiamo! Che qui ci sia bisogno di una riforma di questo paese è cosa nota e, se volete, anche comprensibile.
Allora noi assumiamo il nostro senso di responsabilità e credo in maniera seria condividiamo una risoluzione di preoccupazione di questa autonomia, della nostra Regione di poter essere padroni del nostro destino. Rimandiamo al mittente le strumentalizzazioni politiche che o sono in malafede oppure non si rendono conto di quello che sta succedendo... se ci fosse stato Prodi al posto di Berlusconi probabilmente avrebbe fatto la manovra comunque, ma magari con scelte diverse, tipo alzare le tasse.
Voglio ricordare qui, - perché non si fa e la stampa non lo scrive -, che a questa manovra, in questa regione, i commercianti, gli artigiani e gli industriali hanno plaudito. Lo volete scrivere, per cortesia? Hanno plaudito, ad eccezione di alcuni rappresentanti che sono fortemente collusi con l'amministrazione pubblica e vivono solo di questo, che non rappresentano il popolo delle partite IVA che noi, insieme a voi, pensiamo di poter rappresentare. Il popolo delle partite IVA è contento che non si toccano le tasse delle aziende, ma che si vada a ridurre l'apparato degli sprechi. Ci permettete di esprimere questa cosa? Qui la chiudiamo; per quanto ci riguarda è più importante la Valle d'Aosta, la nostra autonomia, e poter decidere noi, insieme, dove e come tagliare, senza dimenticare in che momento siamo e in che paese viviamo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento del gruppo ALPE e PD che recita:
Emendamento
Come primo punto della parte impegnativa della risoluzione, inserire:
"Deplora vivamente l'atteggiamento di chiusura espresso dal Governo per il tramite del Ministro dell'Economia che, applicando una filosofia marcatamente centralista, persiste nel porre a carico delle regioni la parte più cospicua del sacrificio imposto dalla crisi, svaluta pesantemente l'esperienza di amministrazione delle autonomie speciali come la nostra e mette di fatto in condizioni di inattuabilità il federalismo fiscale dell'art. 119 della Costituzione."
Consiglieri presenti: 32
Votanti: 12
Favorevoli: 8
Contrari: 4
Astenuti: 20 (Agostino, Bieler, Caveri, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, Isabellon, La Torre, André Lanièce, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rollandin, Rosset, Salzone, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione nel nuovo testo firmato dai commissari della II Commissione allargata ai capigruppo, che recita:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto dell'incontro della II Commissione consiliare permanente con il Presidente della Regione e con i parlamentari valdostani, delle audizioni con le rappresentanze delle associazioni e dei sindacati e dell'ampio e sereno dibattito avvenuto in Commissione sulla manovra finanziaria, assunta con il corposo decreto-legge 78/2010, ora all'attenzione del Parlamento;
Chiarito che la Valle d'Aosta deve compartecipare agli sforzi di risanamento della finanza pubblica e ai sacrifici richiesti anche in sede europea;
Rilevato l'oneroso impatto che la manovra finanziaria 2011/2013 avrà sulle finanze e sull'economia delle Regioni e del sistema autonomistico nel suo complesso, come sottolineato immediatamente dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con il rischio di violazione del principio costituzionale di una corrispondenza fra risorse assegnate e funzioni attribuite alle Regioni e agli enti locali;
Ricordato che l'articolo 14, comma 1, lett. b), relativo al patto di stabilità, del decreto-legge 78/2010 individua, per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome, l'obiettivo complessivo di finanza pubblica cui sono tenute e che le stesse dovrebbero perseguire con autonomi provvedimenti di riduzione della spesa;
Evidenziato, altresì, che gli articoli 5, 6, 8 e 9 del decreto-legge 78/2010 individuano, invece, misure puntuali e assai dettagliate di contenimento della spesa, le quali si applicherebbero direttamente alle Regioni speciali con l'utilizzo, per giustificare l'inclusione delle stesse, del rinvio all'elenco delle Pubbliche Amministrazioni inscritte nel conto economico dell'ISTAT e rifacendosi espressamente al principio di coordinamento della finanza pubblica alle quali anche le Regioni speciali devono adeguarsi;
Constatato che, ove le misure contenute nel decreto-legge 78/2010 fossero direttamente applicabili alle Regioni speciali, si paleserebbero evidenti profili di illegittimità costituzionale alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale n. 159/2008 con la quale l'Alta Corte, pronunciandosi su alcune disposizioni della legge finanziaria per il 2007, ha ribadito che il legislatore statale può fissare i soli principi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica e non anche vincolare Regioni e Province autonome all'adozione di misure analitiche e di dettaglio comprimendone illegittimamente l'autonomia finanziaria;
Ipotizzato un ulteriore possibile profilo di illegittimità costituzionale nell'adozione con decreto-legge delle misure di contenimento della finanza pubblica, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 27 della legge 42/2009, in materia di federalismo fiscale, che rinvia ad apposite norme di attuazione, concordate tra Stato e Regioni speciali, l'individuazione delle misure per la definizione del Patto di stabilità interno;
Considerato che il taglio dei trasferimenti alla Regione Valle d'Aosta conseguente alla manovra potrebbe compromettere l'efficace esercizio di funzioni regionali di assoluta sensibilità sociale ed economica, con il rischio di invadere quei settori autofinanziati (quali scuola, sanità, enti locali) e il sistema delle partecipate regionali e comunali;
Preoccupato per le possibili ripercussioni sull'occupazione derivanti, in particolare, dalle disposizioni della manovra relative ad aspetti quali il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, la riduzione della possibilità di avvalersi di personale a tempo determinato o precario;
Sottolineato il pericolo che la manovra prospettata incida anche sulla discussione in corso relativa al federalismo fiscale;
Esprime
la propria viva preoccupazione per le conseguenze che la manovra avrà sull'autonomia speciale della Regione, sul suo riparto fiscale, sui poteri e sulle funzioni da lei esercitate e, di conseguenza, sull'intera comunità valdostana, nonché per i problemi che potrebbero derivare nella discussione sul federalismo fiscale per l'ordinamento finanziario della Regione;
Impegna
il Presidente della Regione a sostenere con forza, nelle opportune sedi istituzionali, le posizioni assunte dal Consiglio regionale sulla manovra finanziaria e a predisporre misure di risparmio per la finanziaria regionale 2011;
Invita
i Parlamentari valdostani a farsi portavoce, in sede di conversione in legge del decreto-legge 78/2010 sulla manovra finanziaria 2011/2013, di proposte emendative e correttive della manovra nel senso auspicato dal Consiglio regionale.
F.to: Caveri - Crétaz - Empereur - Carmela Fontana - Impérial Hélène - La Torre - Lattanzi - Louvin - Rosset - Salzone
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 32
Il Consiglio approva all'unanimità.