Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1240 del 9 giugno 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1240/XIII - Interpellanza: "Determinazioni assunte dall'Amministrazione regionale in merito ai ricorsi promossi da alcuni cittadini contro la decisione di revoca dell'assegno di invalidità civile".

Interpellanza

Evidenziato che in questi mesi, presso il Tribunale di Aosta, alcuni cittadini hanno presentato ricorso contro la decisione della Regione di revoca dell'assegno di invalidità civile;

Ricordato che alla base dei ricorsi è stata posta la questione relativa ai requisiti sanitari richiesti per continuare a beneficiare dell'assegno mensile;

Preso atto che il Tribunale di Aosta ha accolto la tesi dei ricorrenti della non restituzione delle somme percepite;

Tenuto conto che la deliberazione n. 1131 del 30 aprile 2010 evidenzia che "ulteriori sentenze che risultano essere già depositate presso il Tribunale verranno notificate alla Direzione Affari legali";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quanti sono i ricorsi promossi innanzi al Tribunale di Aosta dai cittadini valdostani nei confronti della Regione sulla restituzione delle somme percepite a titolo di assegno di invalidità;

2) quanti di essi hanno avuto sentenza favorevole dal Tribunale di Aosta;

3) a quanto ammontano le spese già notificate alla Direzione Affari legali;

4) quali sono le determinazioni e le azioni che la Regione ha avviato o intende assumere.

F.to: Gianni Rigo - Carmela Fontana

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente.

Sicuramente gli argomenti trattati in questa mattinata non sono interessanti, però devo rimarcare l'assenza di parecchi consiglieri della maggioranza, non arriviamo a 13-14; credo sia un dovere la presenza in aula. Credo che la maggioranza dovrebbe fare questo sforzo... sono 14... è una questione di educazione e di rispetto dei lavori del Consiglio!

Detto questo, la problematica relativa all'assegno di invalidità civile, che doveva essere definita attraverso la legge del giugno dell'anno scorso è ancora, purtroppo, di viva attualità. Al di là delle preoccupazioni, nate in queste settimane, relative al decreto sulla manovra economica, contenente, fra le altre, la modifica del limite per poter accedere ai benefici dell'assegno, con questa iniziativa vogliamo conoscere meglio la situazione relativa ai ricorsi dei cittadini (ne avevamo accennato la scorsa adunanza consiliare). Ricordo che la questione, promossa dinanzi al tribunale di Aosta, è relativa ai requisiti sanitari richiesti, e alla decisione assunta dalla Regione di richiedere la restituzione delle somme percepite a titolo di assegno di invalidità. Rispondendo, nel febbraio scorso, all'interrogazione della collega Patrizia Morelli, nella quale si richiedevano informazioni in merito, l'Assessore Lanièce disse che "era necessaria una più compiuta ed attenta valutazione delle motivazioni addotte dal giudice; peraltro altri contenziosi di analoga natura sono tuttora pendenti e saranno a breve, nel mese di marzo, discussi e decisi".

Oggi, vorremmo conoscere le determinazioni assunte dal Governo regionale; però permettetemi alcune considerazioni. L'invalidità civile o, meglio, la pensione agli invalidi civili, è una prestazione di natura assistenziale, a cui hanno diritto persone con disabilità che non hanno redditi personali o ne hanno di modesto importo. La situazione economico-politica del Paese, la necessità di trovare risorse finanziarie rischia di travolgere queste persone. La giusta linea del rigore rispetto ai controlli e agli abusi viene usata per intervenire, mortificando e dimenticando che lo Stato deve farsi carico di un'assunzione di responsabilità nei confronti di questi cittadini. Donne e uomini che, per la loro condizione fisica e sprovvisti di mezzi finanziari sufficienti non sono - per ragioni indipendenti dalla loro volontà - in grado di sostenersi economicamente. Allora credo necessario riprendere il confronto con le parti sociali per individuare, come Regione, una linea corretta e solidale, ovviamente tenendo conto delle condizioni imposte nel decreto che sarà approvato dal Parlamento.

Il dibattito in commissione del giugno scorso sulle modificazioni alla legge regionale in materia di provvidenze economiche a favore di invalidi civili, ciechi civili e sordomuti, aveva portato a risultanze precise.

Brevemente le ricordo. La prima riguarda i rapporti con i patronati, enti di tutela e di promozione dei diritti dei cittadini (per questa ragione il rapporto fra la Regione e i patronati deve essere collaborativo e funzionale). La proposta emersa è stata quella di promuovere, sulla scorta di altre esperienze regionali, un protocollo d'intesa che possa essere traccia per buone prassi. La normativa in evoluzione riguardante la materia dell'invalidità civile sarà sempre più complessa e diversificata; per questo, introdurre regole condivise attraverso un protocollo sembrava alla commissione un'idea che potrebbe essere ripresa perché funzionale per entrambe le parti, con un indubbio vantaggio per i cittadini. Il fatto che fra pochi giorni la struttura regionale competente sarà guidata da una nuova responsabile, potrebbe favorire ancor più il dialogo e il confronto e i rapporti positivi con i patronati.

La seconda riguarda il futuro. Il disagio e il disservizio venuti alla luce non dovranno più verificarsi (si è detto); le proposte di emendamento avanzate in commissione avrebbero a mio avviso evitato i ricorsi ed indicavano una strada attenta alla correttezza amministrativa, nel contempo tutelante i diritti di persone che hanno bisogno di una protezione maggiore dell'ente pubblico: la stessa strada che il decreto governativo di questi giorni indica a proposito dei provvedimenti di revoca viziati da errori imputabili alla struttura competente! Allora l'INPS e l'INAIL ci indicavano un percorso possibile anche attraverso le circolari che non si è voluto seguire; la politica, a volte, non dovrebbe fermarsi alle prime difficoltà giuridiche, ma dimostrare con coraggio che si può e si deve guardare oltre, per cercare di tutelare fino in fondo quei cittadini che, senza colpa, sono stati - come in questo caso - vittime di errori dell'amministrazione pubblica.

Consentitemi alla fine una piccola puntualizzazione. Ho visto che il 28 maggio scorso la Giunta regionale ha approvato una delibera concernente la modifica della disciplina dei provvedimenti amministrativi riguardante l'applicazione della legge regionale in materia di invalidità civile, modifica di una delibera della Giunta regionale del 2 marzo 2007, tre anni fa. Orbene, si sapeva che il decreto governativo conteneva modifiche alla normativa nazionale sull'invalidità civile: non era possibile aspettare alcuni giorni per valutare nel merito le modifiche introdotte e quindi, se ritenute applicabili alla Valle d'Aosta, intervenire già nella deliberazione indicando la strada possibile? Una deliberazione quindi in linea con la normativa regionale, a maggior ragione se questa normativa nazionale è più favorevole ai cittadini e - guarda caso - proprio a proposito della revoca viziata da errore. Abbiamo aspettato tre anni, si poteva aspettare 15 giorni e mettere nella delibera alcune indicazioni moderne e innovative, facendo nostre - come non può non essere - le direttive nazionali.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. Risponderò prima ai punti che sono stati sottolineati nell'interpellanza e poi due cose in più rispetto a quello che chiedeva l'interpellanza, visto che sono stato sollecitato dal collega Rigo.

"Quanti sono i ricorsi promossi innanzi al Tribunale di Aosta dai cittadini valdostani nei confronti della Regione": i provvedimenti della Regione di revoca dell'assegno di invalidità civile conseguenti all'accertamento delle percentuali di invalidità inferiori al 70 percento con richiesta di restituzione delle somme percepite, hanno dato origine, alla data odierna, a 10 ricorsi. In particolare, i contenziosi riguardano i provvedimenti di revoca dell'assegno di invalidità disposti nei confronti dei ricorrenti ai quali tale provvidenza era stata riconosciuta in forma di un'accertata riduzione della capacità lavorativa superiore al 66,67 percento, ma inferiore alla nuova soglia del 74 prevista dal decreto ministeriale 5 febbraio 1992, con conseguente recupero dei ratei indebitamente corrisposti. Fra i contenziosi di cui sopra, sette sono già stati discussi e decisi, due saranno discussi a breve, uno è stato notificato all'Amministrazione in data 31 maggio 2010.

"Quanti di essi hanno avuto sentenza favorevole dal Tribunale di Aosta" e "a quanto ammontano le spese già notificate alla Direzione Affari legali": in un solo caso il Tribunale di Aosta si è pronunciato in senso totalmente sfavorevole alla Regione, con la condanna alle spese in giudizio per 3.000 euro, oltre accessori di legge. La sentenza è stata impugnata dalla Regione, l'udienza dinanzi alla Corte d'Appello di Torino è stata fissata il 22 marzo 2011. In altri sei casi il Tribunale di Aosta ha respinto la domanda dei ricorrenti, volta a vedersi riconosciuto il diritto di mantenimento all'assegno di invalidità e decadenza, essendo scaduti i termini per contestare il provvedimento di revoca o per difetto della prova degli altri requisiti: quello reddituale, quello relativo all'incollocamento che, insieme a quello sanitario, costituiscono il presupposto per la corresponsione dell'assegno. Le sentenze hanno però rigettato la domanda riconvenzionale svolta dall'Amministrazione per ottenere la restituzione di quanto ritenuto indebitamente percepito dai ricorrenti. In tali casi il giudice ha anche disposto, in ragione della reciproca soccombenza, la compensazione fra le parti delle spese di giudizio.

"Quali sono le determinazioni e le azioni che la Regione ha avviato o intende assumere": quanto alle determinazioni da assumere, la Regione - come detto - ha appellato la prima sentenza integralmente sfavorevole e altrettanto ritiene di fare rispetto alle altre pronunce, per le quali il termine di impugnazione andrà a scadere prima della decisione in appello sulla prima sentenza. In tale esito al giudizio di secondo grado la Regione assumerà le determinazioni conseguenti. È da sottolineare che fino all'esito dei giudizi la Regione non procederà al recupero coattivo dei crediti, non solo di quelli in contestazione, ma anche di quelli relativi ai soggetti in analoghe situazioni che non hanno finora proposto ricorso attraverso i provvedimenti di revoca. A completamento della questione, che è nata all'inizio del 2008... prima sono stati citati nel preambolo del collega Rigo coloro che non hanno reddito o un reddito molto basso... ecco, ricordo che nella modifica della legge dello scorso anno per queste categorie non è previsto il recupero, quindi direttamente non restituiranno nulla... poi le 120 rate che sono previste rispetto alle 60 di prima. Naturalmente stiamo attentamente seguendo quello che sta succedendo con il decreto legge n. 3178 del maggio 2010, perché sta introducendo un'ulteriore restrizione, si tratta di un settore molto complicato: sembra, dalle prime interpretazioni, che l'applicazione dell'85 percento valga solo per le nuove domande, ma non è nulla scontato da questo punto di vista.

Per quanto riguarda il discorso dell'applicare ciò che veniva già applicato prima in merito ai recuperi da parte dell'INPS e dell'INAIL, il fatto che in questo decreto legge, all'articolo 10, sia stato specificato che anche in campo di assistenza adesso si provvederà a non recuperare, conforta la nostra interpretazione perché prima non era previsto, tant'è vero che all'articolo 10 del decreto del 2010 si dice (e se lo specifica, vuol dire che prima non era previsto): "alle prestazioni di invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità, nonché alle prestazioni di invalidità a carattere previdenziale, si applica l'articolo 55 della legge n. 88", che dice che in caso in cui siano state riscosse prestazioni non dovute non si dà luogo a recupero... e questo era in campo previdenziale. Adesso questo decreto legge lo prevede anche in campo assistenziale, quindi se lo prevede adesso, vuol dire che prima non era previsto. A maggior ragione questo non è che ci conforta, nel senso che siamo contenti di non averlo potuto applicare, ma adesso abbiamo un punto di riferimento legislativo preciso. Con questo seguiremo tutta la normativa che sta evolvendo, quindi nel momento in cui ci saranno delle novità, sarà nostro compito comunicarle in Consiglio e in commissione.

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Ringrazio l'Assessore per i dati che ci ha fornito, ha sgombrato un po' il campo da alcune confusioni che erano apparse anche sui "si dice" e sui "sentito dire". La normativa era complicata prima e sarà complicata anche domani, è molto delicata per la categoria interessata, quindi rivolgo ancora un invito - lei non lo ha accolto - che si possa cominciare un rapporto migliorativo con chi è tenuto, per legge, a tutelare queste categorie. Mi rifaccio ai patronati, ricominciamo con difficoltà, certo, ma un rapporto collaborativo è necessario, e quindi l'invito a collaborare.

Per quanto riguarda la considerazione che lei ha fatto rispetto al decreto, il fatto che il decreto abbia evidenziato quello che non si poteva fare e che da domani si farà, se lo stesso verrà approvato, lei ha ragione, ma noi avevamo detto in commissione - lo ribadisco qui - che l'INPS, in particolare attraverso le sue circolari, si era resa conto delle difficoltà interpretative e aveva diramato circolari nel proprio territorio nazionale per uniformarsi alle pensioni... così è avvenuto. Avevamo chiesto uno sforzo da parte dell'Amministrazione regionale per seguire anche la via indicata dall'INPS, che il Governo, in questo caso, ha fatto propria. Per quanto riguarda la delibera, ribadisco che forse la fretta di voler produrre dei provvedimenti che datavano di anni... doveva suggerire di fare una riflessione per introdurre alcune novità, che forse verranno approvate in questa settimana dal Parlamento. Grazie.