Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1143 del 7 aprile 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1143/XIII - Discussione generale congiunta del disegno di legge n. 87: "Modificazioni alla legge regionale 19 agosto 1998, n. 46 (Norme in materia di segretari degli enti locali della Regione autonoma Valle d'Aosta)" e della proposta di regolamento n. 6: "Modificazioni al regolamento regionale 17 agosto 1999, n. 4 (Ordinamento dei segretari degli enti locali della Valle d 'Aosta)".

Presidente - La parola al relatore, Consigliere Caveri.

Caveri (UV) - Grazie, Presidente. Come annunciato dal segretario, ci troviamo di fronte a due provvedimenti: un disegno di legge della Giunta regionale e un regolamento che ne è la diretta conseguenza. Nella relazione scritta ho sintetizzato gli elementi principali che sono stati trasfusi in questi provvedimenti nel novellare la legislazione vigente. Mi sia consentito in premessa un breve rappel della legislazione che regolamenta questa figura professionale. È una figura professionale estremamente interessante perché, se è vero, come è vero, che il riferimento più distante è una legge del 1865, è altrettanto vero che in Valle d'Aosta la figura del segretario comunale fino ad un certo punto ha davvero seguito l'evoluzione della legislazione statale, compresi quei provvedimenti di epoca fascista che spostarono il segretario comunale in capo allo Stato, in capo a quel Ministero dell'interno che per molti anni è stato, in una logica un po' paradossale pensando alla democrazia locale, il punto di riferimento di questa figura di dirigente dei Comuni. Vi è poi stata una stagione di riforme, che inizia con la riforma dell'ordinamento degli enti locali del 1990 e da lì in poi si può dire che la situazione della Valle d'Aosta si è sempre più spostata rispetto all'evoluzione della figura del segretario comunale, anche se oggi possiamo dire che con il testo unico del 2000 non esistono delle difformità macroscopiche, essendo questa figura professionale ormai anche in Italia legata ad un'agenzia autonoma. Si tratta di un dipendente comunale a tutti gli effetti, essendo stato nel tempo tagliato questo cordone ombelicale di tipo centralistico. Va detto però della particolarità nell'ordinamento valdostano del segretario comunale, che parte con delle norme di attuazione contenute nella celebre norma di attuazione n. 196/1978, dove erano previste una serie di particolarità per il segretario comunale in Valle d'Aosta: la necessità della conoscenza della lingua francese, un concorso specifico indetto ad Aosta a cui potevano partecipare - questo è un elemento ab origine molto interessante - anche i candidati sprovvisti di laurea per una durata di almeno 10 anni visto il numero di laureati dell'epoca per coprire le sedi locali dei segretari comunali... e va detto che tutti noi abbiamo degli amici e conoscenti che sono segretari comunali non laureati, ma che essi nel tempo hanno dimostrato una grande competenza. Questa norma di attuazione del 1978 poi manteneva ferma una competenza in capo al Presidente della Regione nelle sue funzioni di Prefetto. I passi successivi ho avuto l'onore di seguirli più da vicino: vi è stata la riforma della legge n. 142/1990, laddove si prevedeva nella n. 190 l'individuazione di una legge specifica sullo status dei segretari comunali, però, per quanto riguardava i segretari dei comuni valdostani, si prevedevano anche in questo caso delle eccezioni; possiamo quindi dire che la legge n. 142/1990 portò ad una nuova norma di attuazione sui segretari comunali: la n. 282/1992, che confermò una particolarità del segretario comunale in Valle d'Aosta. Ci fu quella che possiamo considerare una cesura importante: l'ottenimento nel 1993 della competenza esclusiva sull'ordinamento degli enti locali, che ha consentito nella "Bassanini bis" nel 1997 di prevedere delle norme specifiche per i segretari comunali in Valle d'Aosta e nelle altre Regioni a statuto speciale, nelle Province autonome di Trento e Bolzano (a conclusione del mio intervento vi dirò quali sono state le scelte che le altre Regioni a statuto speciale hanno fatto); questo poi ha portato all'approvazione della legge regionale che oggi parzialmente modifichiamo, ossia la n. 46/1998 e il regolamento regionale dell'anno successivo: il n. 4, che regolamenta in maniera originale la figura del segretario comunale in Valle d'Aosta.

Entrando nel merito delle proposte di modifica che sono state avanzate dal Governo regionale, va ricordata una conferma che è stata scritta e riconfermata all'articolo 1, ossia il fatto che i dirigenti degli enti locali, che chiamiamo appunto segretari comunali, fanno parte della qualifica unica dirigenziale; questo è per confermare l'unitarietà del cosiddetto "comparto unico". Viene confermata l'esistenza dell'Albo regionale dei segretari, la necessità di conoscenza della lingua francese e poi proprio nella riscrittura dell'articolo 1 della legge del 1998 ci sono degli elementi nuovi: uno è un elemento nuovo che in parte - lo dirò in conclusione - è già stato adoperato con la scelta da parte degli enti locali di fare un corso per la formazione di segretari comunali, possiamo dire che il corso di formazione professionalizzante e il relativo esame finale sono quell'elemento dominante che caratterizzerà la figura del segretario comunale. Naturalmente non mi riferisco ai segretari comunali di parte prima, perché nel vecchio albo c'era una parte prima e una parte seconda: quelli di parte prima sono segretari comunali e lo saranno fino alla pensione, mentre gli ex di parte seconda, ossia quelli che potevano essere iscritti con determinate caratteristiche, per restare in questo albo devono o aver già fatto questo corso (c'è una norma transitoria specifica) con esame finale, oppure potranno farlo - questo è uno degli elementi concordati nelle modifiche di commissione - entro il 2015 per poter rientrare nell'albo, che adesso è un albo unico, ma che si declina sempre in due parti.

Va detto che si è ritenuto che le materie di insegnamento, i criteri di valutazione dei corsi, le modalità di svolgimento, come richiesto dai sindacati, debbano rientrare nel rispetto delle relazioni sindacali, quindi che su questo aspetto ci sia una sorta di accordo, così come è molto importante il fatto che i crediti formativi che devono essere valutati prima dell'inizio di tale corso professionale tengano conto delle specificità ed è per quello che in un emendamento abbiamo scritto "tenuto conto della posizione di coloro che già appartengono alla qualifica unica dirigenziale del comparto". Questo assicura una maggiore mobilità, perché nella discussione con il Presidente della Regione avevamo manifestato in commissione la preoccupazione che un dirigente della Regione, magari eminente, dovesse fare questo corso dall'inizio quando in realtà poteva esserne tranquillamente docente, quindi d'ora in poi ci sarà questa pesatura che riguarda i crediti formativi.

Quali sono le altre caratteristiche presenti in legge che si riversano nel regolamento? Vi è, ma fra breve darò i numeri nel senso buono del termine per dimostrare che l'aumento di quelli di parte seconda avverrà con un nuovo metodo di ricalcolo, ma in maniera piuttosto ridotta. Ci sarà quindi un aumento in maniera piuttosto ridotta che, fra l'altro, non andrà ad incidere su quelli di parte prima; questo credo sia uno degli aspetti importanti. Ritengo di aver riassunto più o meno tutti gli argomenti che ritenevo essere meritevoli della vostra attenzione; naturalmente viene confermato con un lieve cambio della tempistica quel principio, presente peraltro nella legislazione nazionale, di uno spoil system, ossia la possibilità da parte dell'amministratore all'inizio della legislatura comunale di potersi scegliere il segretario comunale con questo limite di scelta fra quelli di parte seconda e con la possibilità di reimpiego di quelli di parte prima. Da questo punto di vista, credo sia utile fare la fotografia dei segretari incaricati al 1° gennaio 2010: il totale delle sedi di segreteria è di 59, è vero che ci sono una serie di convenzioni sottoscritte che scadono fra breve, ma se le sedi rimarranno 59 e se nessuno degli 8 segretari ora in servizio presso gli enti del comparto unico rientrerà, tenuto conto dei due pensionamenti, si potrebbe ipotizzare un solo segretario alla fine dell'operazione di parte prima in disponibilità - il che non vuol dire che non faccia niente, perché, come è già capitato, un segretario in disponibilità ha poi lavorato all'interno dell'albo, dell'agenzia, quindi diciamo che non c'è stato nessuno non utilizzato -; quindi il totale dei segretari, parte prima, incaricati in altri enti del comparto unico: 8, totale segretari parte prima, incaricati di sedi di segreteria: 42, però nel corso del 2010 fra luglio e settembre 2 segretari saranno collocati a riposo: Saint-Christophe e, come tutti sappiamo, Verrès; totale soggetti parte seconda incaricati in sedi di segreteria: 15 percento, vuol dire attualmente 14; sedi di segreteria vacanti 1, convenzione Brissogne-Quart coperta da segretari già titolari di altri sedi di segreteria. Aggiungerei ancora il numero totale dell'albo secondo: sono 116 più i 14 iscrivendi che derivano dal famoso corso e ci tengo a dire che i soggetti esterni incaricabili in base alle nuove disposizioni regionali in fase di approvazione dovrebbero essere complessivamente 20, quindi le unità di incremento sono veramente ridotte. In linea di principio la situazione che noi potremmo avere nella nuova legislatura è: sedi di segreteria, 59; segretari di parte prima, 40; sedi coperte da segretari di parte seconda, 20; sedi coperte da segretari di parte prima, 39; potrebbe esserci in questa specie di simulazione l'ipotesi di un solo segretario in disponibilità di parte prima e questo ridimensiona anche alcune preoccupazioni che erano emerse nel corso delle audizioni e direi che francamente non c'è molto da preoccuparsi.

In conclusione, e anche a beneficio della discussione, vorrei dire invece come funziona nelle altre Regioni a statuto speciale. Sicilia e Sardegna non hanno legiferato in materia, quindi si applica l'ordinamento statale; nel Trentino Alto Adige sono dipendenti comunali iscritti in un apposito albo regionale articolato e gestito a livello della Provincia autonoma; nel Friuli Venezia Giulia per adesso si applica la normativa statale, però è in corso di discussione da tempo una legge innovativa che dovrebbe seguire il modello della Valle d'Aosta. Dovessi dire come autonomista, il quadro è piuttosto deprimente, perché se pensiamo che tre Regioni autonome non hanno mai legiferato in una materia così importante, spiace un po' perché si tratta di un argomento di non poco conto.

Credo di aver dato conto, Signor Presidente, di tutti gli argomenti che potevano essere oggetto di riflessione. Mi pare che gli emendamenti che d'intesa con la Giunta sono stati presentati vadano nel senso o di segnalazioni di buon senso, o di segnalazioni di fonte sindacale: come sapete, abbiamo ricevuto due documenti separati: uno di CISL-SAVT-UIL e uno della CGIL, poi abbiamo ricevuto delle segnalazioni da parte del sindacato dei segretari di parte prima.

Mi pare che questa legge dia un'equilibrata modificazione, vorrei dar conto in conclusione di un dibattito che avevo dimenticato svoltosi sulla questione dei titoli, che in questo caso prevedono una possibilità di laurea magistrale universale per così dire e questo è stato oggetto anche della presentazione di alcuni emendamenti. La ratio con cui il Presidente della Regione, che sicuramente interverrà, ha presentato questo provvedimento è quella di immaginare che il corso di formazione e poi l'esperienza consentano alle persone al di là della laurea di potersi dimostrare dei professionisti validi, anche perché, in attesa dei concorsi che pure sono previsti, quelli di parte seconda vengono prelevati con una logica discrezionale da parte degli amministratori, che immagino abbiano il buon senso di prelevare dalla lista delle persone che abbiano le capacità per poter fare i segretari comunali, visto che nella maggior parte dei casi, forse con l'unica eccezione di Aosta, l'unico dirigente è il segretario comunale.

Mi auguro che queste spiegazioni possano risultare utili allo svilupparsi del dibattito.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Zucchi.

Zucchi (PdL) - Grazie, Presidente. In qualità di Presidente della I Commissione, competente per materia, la quale ha sviluppato l'argomento che è stato testè illustrato dal Consigliere Caveri come al solito egregiamente e in modo esaustivo, desidero prendere la parola per dare conto degli iter che hanno caratterizzato l'esame di questa norma e del relativo regolamento in commissione, dandone anche in fase conclusiva un'interpretazione a nome del gruppo nei contenuti medesimi.

Come è stato ricordato dal collega Caveri, l'argomento è stato ampiamente dibattuto, come d'abitudine, quando si tratta di argomenti di una certa importanza come quello in oggetto, audendo diversi soggetti che si sono succeduti in commissione, che hanno avuto modo di esprimere le loro valutazioni, molto ampie, come è stato ricordato: dai sindacati, al CELVA, all'ARSEL, tutti sono intervenuti e hanno posto all'evidenza della commissione le loro suggestioni e osservazioni in merito alla legge e al relativo regolamento, che sono stati oggetto di un riconoscimento di una dovuta attenzione da parte della maggioranza, che ha avuto la responsabilità di stendere questo disegno di legge e che, come abbiamo visto, esaurito l'iter dell'audizione, hanno avuto un parziale seppur minimo accoglimento. Posso dire che le audizioni sono sicuramente servite, hanno posto in evidenza alcuni punti che forse non erano stati messi a fuoco, forse anche per l'estrema frettolosità con cui il provvedimento è giunto all'esame della commissione, che è stata fatta oggetto di richiesta di accelerare un iter su questo tema. Per certi versi, la richiesta è stata accolta, tenuto conto anche dei tempi e delle prerogative di una commissione, che come tale deve sviscerare i punti, per evitare di giungere in aula con una serie di proposte che trovano nella commissione il luogo preposto per raggiungere lì un momento di sintesi.

Al di là degli accoglimenti, che sono stati anche anticipati da parte del collega Caveri, che sono più che mai giustificati, devo anche esprimere il mio rammarico su un punto in particolare, che è stato oggetto dell'ultima parte della relazione del collega Caveri, ossia la parte relativa ai titoli. Da parte di tutti i componenti della commissione di minoranza è stata sollevata la richiesta di giungere se possibile, come si è giunti in altri casi, ad un momento di riflessione legato sia al buon senso, sia all'equiparazione delle altre esperienze che sono state evocate anch'esse da parte del collega Caveri: mi riferisco alla legislazione nazionale e a quanto stabilito dalle altre Regioni autonome che hanno deciso su questo tema di operare in un modo diverso rispetto a quello che si è deciso di operare in tale sede. Mi riferisco all'accesso, quindi ai titoli, che sono dei punti - ma immagino che il collega Louvin, in qualità di proponente degli emendamenti posti all'attenzione, avrà modo di esplicarli in maniera più compiuta - che ci lasciano abbastanza perplessi, ossia l'accesso solo nella nostra Regione in una maniera così ampia ci pone dei dubbi e delle perplessità. Infatti non riteniamo su questa materia, che comunque è abbastanza complessa... a parte Aosta e Saint-Vincent, i 72 Comuni restanti che hanno soltanto come segretario comunale l'unico dirigente, colui che deve porre i visti di legittimità e quindi deve possedere determinati requisiti... di competenze anche molto specifiche in materia... ossia il fatto che egli possa essere di fatto affrancato dal compimento di un corso che, per importante e dovizioso che sia, a nostro modesto avviso, non può assumere quelle rilevanze e quelle competenze che una laurea (come avviene in tutto il resto d'Italia, anche nelle Regioni autonome) può assolvere. In questo senso avevo richiesto alla maggioranza che, nei tempi ritenuti consoni, fosse data una risposta di mediazione su questo punto, anche a nome - mi sento di poterlo dire - dei colleghi di minoranza presenti in commissione; purtroppo non ho avuto alcun cenno né nella forma, né nella sostanza e questo un po' mi rammarica, perché posso testimoniare - lo possono fare tutti coloro che sono intervenuti in commissione - che i lavori di commissione sono stati improntati a maggior ragione su tale tema all'insegna della collaborazione e non all'insegna dell'ostruzionismo. Da parte nostra un segnale di attenzione da parte della maggioranza su questo tema e sulle richieste che i Commissari di opposizione hanno posto in evidenza poteva essere un'ottima occasione per poter dare un segnale di collaborazione, basata su dei ragionamenti diversi che non sempre possono collimare, ma su cui si poteva trovare un'adeguata compensazione o un'adeguata transazione. Il fatto di aprire sic et simpliciter a 360 gradi l'accesso con dei titoli, per cui un laureato in psicologia o in psichiatria possa, attraverso un corso con poche ore di discipline specialistiche in materie giuridiche, piuttosto che tecniche, assumere quelle competenze necessarie per poi apporre con una giusta serenità... e possa mettere nella dovuta serenità anche i consiglieri comunali e le Giunte ad assumere delle decisioni... ecco questo è un fatto su cui ritenevamo si potesse fare uno sforzo in più. In ogni caso è un'occasione mancata. Non per questo il nostro gruppo esprime una valutazione negativa sull'impianto; noi abbiamo espresso, come PdL, un voto positivo in commissione e che confermiamo anche nella giornata di oggi, ma ci rammarichiamo del metodo che è stato utilizzato nella forma e nella sostanza, perché ritenevamo che questa nostra richiesta potesse e dovesse essere ritenuta più meritevole di attenzione.

Ultima questione, mi auguro - è stato un argomento che è stato trattato anche in commissione - che la nascente prevista riforma della legge n. 45, che deve andare a toccare un settore altrettanto importante del pubblico impiego, possa e debba, secondo le assicurazioni portate in commissione da parte del Presidente della Regione, trovare un eguale taglio, perché, se così non fosse, ci troveremmo, così come ha ricordato il Consigliere Caveri, ad una sperequazione fra un medesimo comparto che, se rimane in questa veste, non fa altro che amplificare una diversità fra soggetti che lavorano all'interno della medesima amministrazione. Mi riferisco alle norme riferite ai criteri dell'anzianità e quindi al fatto che le persone che abbiano raggiunto il 65° anno di età non possono più iscriversi all'albo... e quindi su questo ragionamento si vada anche nel settore della legge n. 45, perché difficilmente non si comprenderebbe il senso dell'adozione di una norma del genere.

Presidente - Grazie. Siamo sempre in discussione generale, c'è qualcun altro che intende prendere la parola?

Ha chiesto la parola il Consigliere Louvin, ne ha facoltà.

Louvin (ALPE) - La ringrazio Presidente. A volte le esperienze di vita ci insegnano ad apprezzare ruoli, funzioni e, anche per precedenti esperienze amministrative, sono stato portato a misurarmi a lungo con le delicate funzioni svolte dai segretari comunali, verificare anche direttamente quella che è stata la parabola... comunque la trasformazione di ruolo a cui ha accennato il collega Caveri nella sua ricostruzione della nostra legislazione. Abbiamo visto nel passare del tempo mutare anche sostanzialmente, direi quasi geneticamente l'approccio dei segretari comunali, una volta molto rigidi, molto rigorosi, oggi portati anche da riforme strutturali, come quella che è stata fatta con la legge n. 46, ad intrattenere rapporti più vicini, più di contatto con il vertice dell'amministrazione comunale, a diventare più direttamente funzionali alla volontà dell'amministratore ed in qualche caso meno portati a sottolineare rigore delle norme, la rigidità di alcuni principi che vigono comunque e devono essere rispettati anche in seno alla pubblica amministrazione. Dagli anni '80 in poi peraltro la nostra Regione ha vissuto una situazione anche di evoluzione come dire generazionale del corpo dei segretari comunali, ne abbiamo conosciuti alcuni di ancien régime, di un'epoca nella quale per altro il titolo di studio che era prescritto ed è tutt'ora prescritto a livello nazionale per lo svolgimento di queste funzioni, nella tipologia ben definita delle classi di laurea in materie giuridiche, economiche e di scienze politiche, non era rispettato direi quasi per necessità, per la scarsità anche di reclutamento possibile in seno alla nostra regione. Una situazione devo dire, per fortuna, superata nel tempo, le giovani generazioni offrono da questo punto di vista un numero di laureati giovani anche che ambiscono a svolgere tale tipo di funzioni peraltro particolarmente delicati, che richiedono versatilità non solo rispetto alle materie strettamente giuridiche, ma anche rispetto a materie finanziarie, contabili, anche in ordine alle problematiche ovviamente interne, gestionali, di funzionalità dell'Amministrazione. La conquista della competenza normativa, come è stato ricordato, nel 1993 con la riforma dello Statuto con quella lettera b, dell'articolo 2, quell'ordinamento e circoscrizione degli enti locali, ci ha dato una carta importante che abbiamo giocato per la prima volta a metà degli anni '90 andando ad individuare credo in un ammorbidimento, in un alleggerimento anche di determinati rigori una priorità e soprattutto istituendo... credo sia questo il dato significativo che abbiamo nel nostro ordinamento regionale ormai acquisito... nella scelta anche da parte del sindaco del segretario comunale un dato di estrema importanza. Ora questo credo ci deve motivare ad un lavoro di miglioramento della nostra legislazione, di perfezionamento, ma anche di attenta salvaguardia di connotati di competenza professionale, di serietà e anche di garanzia che devono poter esprimere i nostri segretari comunali.

In quest'aula sette anni fa abbiamo proceduto, in ottemperanza ad un nuovo principio costituzionale che ha sancito la piena autonomia degli enti locali, all'eliminazione dei controlli sugli enti locali, abbiamo piallato quelle funzioni di controllo di legittimità un tempo svolte da un organismo apposito di questa Regione e, ciò facendo, abbiamo messo sulle spalle dei segretari comunali un ruolo accresciuto di baluardo di legalità, anche di parapetto, di protezione, di ultima barriera, che consente di proteggere in primis l'amministratore e naturalmente di garantire cittadino, organi consiliari, minoranza e quanti altri entrano in rapporto con l'esercizio della pubblica potestà nell'assicurare che questo esercizio avvenga in modo legale. La nostra legge n. 46, d'altra parte, in un punto che non è ritoccato, ricorda proprio le funzioni di assistenza giuridico-amministrativa che sono proprie del segretario comunale, è un aspetto che a volte si dimentica: il segretario comunale è per legge tenuto a rogare tutti i contratti nei quali l'ente è parte e autenticare scritture private o unilaterali nell'interesse dello stesso - nell'interesse anche del risparmio dell'ente, perché tante volte si ricorre per comodità al notaio anche quando si può benissimo farne a meno, avendo "in casa" chi questa funzione la può fare per legge, salvo naturalmente diverse indicazioni dell'amministrazione -, ma soprattutto - e questo non è ancora stato mai modificato - esprime il parere di legittimità proprio dei responsabili di livello dirigenziale: quel parere di legittimità per cui gli atti amministrativi di diritto privato sono soggetti, in base alla nostra legge n. 45, al parere di legittimità del dirigente preposto.

A noi sembra che tutto questo... io l'ho voluto richiamare solo en passant per necessità di situare correttamente il nostro modo di vedere il piano di discussione di una legge, che purtroppo ciclicamente viene ad essere oggetto di modifiche sempre in regime d'urgenza. Era successa la stessa cosa cinque anni fa, a quanto ci hanno ricordato le organizzazioni sindacali con un loro documento, succede anche questa volta nell'imminenza di una tornata elettorale che riguarda molti dei Comuni della Valle, quindi la fretta induce anche ad avere in tempi molto ristretti delle discussioni che richiederebbero, a nostro giudizio, molta attenzione, per evitare che la torsione, lo stravolgimento del ruolo del segretario comunale, per effetto di molteplici disposizioni, possa essere ulteriormente accentuato.

È stata richiamata - il collega Caveri lo ha fatto poco fa - la situazione del Friuli e del Sud Tirolo, ci siamo presi la libertà di andare anche a vedere cosa sta succedendo in queste regioni. Vi è un dibattito, in particolare interessantissimo in seno al Consiglio provinciale di Bolzano, sul ruolo di garanzia svolto dai segretari comunali sul quale molti consiglieri sono ritornati, sottolineando proprio, anche nell'interesse delle minoranze: delle minoranze linguistiche, delle minoranze politiche, la necessità di avere un garante di questa situazione, un notaio garante dell'equilibrio della trasparenza dell'amministrazione comunale e in qualche modo qualcuno che possa evitare che sia demandata al giudice la scelta finale per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Io ho percepito in queste regioni, in questa Provincia autonoma, che ha salvaguardato e che intende salvaguardare un livello alto di competenza tecnica dei suoi segretari comunali, un approccio diverso dal nostro, sicuramente sensibile ad esigenze pratiche, ad esigenze concrete di funzionalità interne di amministrazioni, ma non per questo, a nostro giudizio, abbastanza attento a guardare in prospettiva e a quella che vogliamo sia nel futuro la funzione di questo segretario comunale.

I punti sono semplicemente tre e i colleghi avranno potuto constatare che abbiamo limitato al massimo il numero degli emendamenti proprio per assicurarci che potesse essere focalizzato il "fondo" della questione e per evitare di disperderci in aspetti più di natura formale, magari marginale: il primo, garanzia dell'imparzialità, del buon funzionamento dell'amministrazione a termini di Costituzione. Il concorso appare a noi, ma questo "a noi" è riferito anche ad un dettato che non è ancora carta straccia?

Presidente - colleghi, prego...

Louvin (ALPE) - ...della Carta costituzionale, per cui agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge, a noi sembra necessario ripristinare da questo punto di vista un sistema in linea con la legalità costituzionale; in questa regione sono 14 anni che non si svolgono più concorsi da segretario comunale, risale ancora all'applicazione della normativa vecchia, al 1996, l'ultimo concorso da segretario comunale espletato per questa Regione. Si sono verificate quindi delle condizioni per le quali il ricorso alla parte seconda è diventato sempre più frequente e ci è parso necessario per questa ragione intanto fissare un termine, un termine abbastanza breve, abbastanza ravvicinato, perché si svolga. Il Presidente della Regione ricorderà che abbiamo evocato alcuni mesi fa la questione dei concorsi per segretario comunale, aveva assunto in quell'occasione l'impegno a che in tempi ragionevoli si potesse posteriormente a questa modifica legislativa fare luogo a procedure concorsuali, per noi è tempo di iscrivere quanto meno in legge che questa Regione non disattende un principio di questa rilevanza.

Il secondo aspetto è relativo a quello che elegantemente il collega Caveri chiama lo spoil system, ossia la possibilità di scegliere discrezionalmente le reclute nei comuni come segretari comunali. Ora, il suo artificio contabile, la sua ricostruzione numerica non mi pare esattamente coincidente con quella che fa la categoria dei segretari comunali, l'ARSEL, ossia l'Associazione regionale dei segretari degli enti locali, dà una ricostruzione di quello che i relatori della legge definivano una misura non significativa, una quantità leggera dei segretari comunali non di ruolo in modo leggermente diverso: a seguito dell'entrata in vigore della legge si passerà dagli attuali nove, corrispondenti al quindici per cento delle sedi di segreteria, a circa diciotto, venti segretari di ruolo incaricati presso altri enti del comparto... che attualmente è pari a otto. Secondo il calcolo dei segretari comunali, quindi avremo qualcosa come il trenta percento dei segretari comunali, uno su tre, scelto al di fuori dalla parte prima, quindi dai segretari di ruolo. Ora proprio questa cifra deve dare da pensare e non sono pensieri peregrini, perché è stata anche la stessa categoria a sollevare tale problema in modo garbato, in modo anche fermo peraltro, ricordando come qui si salga al di sopra di una soglia di eccezionalità che può essere consentita da eventi particolari. È proprio di pochi mesi fa una sentenza della Corte costituzionale che ha messo un punto fermo sulla questione della scelta discrezionale dei dirigenti, ricordando come le deroghe legislative al principio secondo cui agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso sono sottoposte al sindacato di illegittimità costituzionale, l'area delle eccezioni a concorso deve essere delimitata in modo rigoroso, le deroghe sono legittime solo in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico idonee a giustificarle. Non ci sono, colleghi, nella proposta di legge come è articolata, delle ragioni di straordinaria, di peculiare esigenza di interesse pubblico che giustifichi una deroga di questo genere. Noi abbiamo necessità di rafforzare un corpo amministrativo come quello dei segretari comunali attraverso procedure concorsuali rigorose. Tra l'altro, questa stessa sentenza precisa come sia ritenuta illegittima quella legge della Regione Piemonte che contempla una deroga al principio del concorso pubblico di notevole consistenza: trenta percento dei posti di direttore, esattamente, guarda caso, la percentuale che noi raggiungiamo in questo modo attraverso questo artificio, collega Caveri, che è dato dallo spostare la base di riferimento dal numero dei posti effettivamente disponibili al numero degli enti interessati, noi sappiamo che ci sono convenzioni di segreterie e sappiamo del diverso risultato che porta questo calcolo come effettuato a seconda della base di riferimento che viene assunta.

Il terzo ed ultimo aspetto, proprio perché vogliamo andare all'essenziale, è già stato anticipato dal Presidente della Commissione Zucchi, che ha operato devo dire con molto garbo e con molta fermezza tentando di aprire un dialogo su questo punto non nell'interesse di una parte politica o dell'altra, ma mi pare onestamente, in tutta tranquillità, allo scopo di conseguire un risultato qualitativamente migliore. Ora è vero che gli studi universitari sono stati oggetto di rivoluzione profonda negli ultimi anni e gli sconquassi dal 1999 in poi non sono mancati, ma le lauree magistrali oggi sono un riferimento preciso, un titolo accademico di secondo livello molto ben identificato che però apre un ventaglio piuttosto largo. Apre un ventaglio che va ben oltre quello che così a campione è stato ricordato, perché può spaziare dall'archeologia al design, dall'ingegneria navale alle lingue e letterature dell'Africa e dell'Asia, passando per le scienze della nutrizione umana attraverso le tecnologie della navigazione, le scienze filosofiche, le scienze zootecniche e tecnologie animali e naturalmente la storia dell'arte. Noi abbiamo consapevolezza che si può accedere a buoni livelli di azione lavorativa, amministrativa anche, con diligenza, con caparbietà, ma siamo preoccupati nella linea non del corporativismo o dell'attaccamento a titoli di studio con valore legale, ma nella linea - posso dirlo tranquillamente, collega Zucchi - del buon senso a cui lei si è appellato. Un buon senso che purtroppo ha ricevuto une fin de non-recevoir e ce ne rammarichiamo, perché ci sono possibilità e noi le mettiamo a disposizione dei colleghi come quelle di salvaguardare chi in questi anni ha acquisito attraverso il lavoro, attraverso una professionalizzazione maturata sul campo diritti a partecipare a corsi e a concorsi, lo si è fatto attraverso quella norma della n. 196 che ricordava il relatore, lo si può fare tranquillamente adesso andando a sanare delle situazioni pregresse che hanno aperto la porta, hanno consentito dei percorsi di lavoro e di professionalizzazione. Non ci sono intenti né prevaricatori, né di sanzioni retroattive, ma c'è la necessità di prospettiva, c'è una necessità di fissare una linea di evoluzione futura e una linea tra l'altro che l'Agenzia stessa dei segretari comunali aveva mantenuto all'inizio della sua operatività, quindi di inserire in legge questa prescrizione di un titolo di studio che sia consono, che sia coerente con il percorso lavorativo che si intraprende, i corsi come quelli che si stanno svolgendo, si sono appena svolti o che si dovranno ancora svolgere nuovamente sono lodevoli e utilissimi momenti di approfondimento, di rafforzamento di competenze tecniche e amministrative, ma trecento ore di corso non possono compensare una base di conoscenza generale che deve poter toccare i punti essenziali del diritto, della contabilità pubblica, dell'amministrazione in modo più puntuale. Questo è il nostro punto di vista, lo abbiamo articolato, ripeto, con alcuni emendamenti che abbiamo presentato soltanto questa mattina, c'eravamo riproposti di farlo anticipatamente, ma vi abbiamo rappresentato tutta la difficoltà che c'è stata ad operare su questo terreno complesso anche con tempi molto succinti. Sono sufficientemente chiari nella loro esposizione, speriamo che possano essere accolti, perché il pensiero del nostro gruppo è che potrebbero dare a questa legge un assetto diverso, un assetto rafforzativo e qualificativo del ruolo della figura del segretario comunale di cui c'è oggi particolarmente bisogno.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, abbiamo avuto modo in commissione di prendere coscienza dell'importanza che ha questo regolamento, questo disegno di legge, per regolare la figura del segretario comunale che, come hanno ricordato precedentemente i miei colleghi, è una figura di assoluto rilievo e importanza per il funzionamento dei nostri Comuni. Mi riconosco pienamente in quanto ha riportato il Presidente di commissione, Zucchi, nel senso che c'era un clima favorevole alla discussione, al confronto sui vari punti in commissione, anche se, a dire il vero, per una materia così complessa i tempi erano molto ristretti, quindi non erano forse quelli più agevoli per una commissione per approfondire al massimo alcune questioni. Abbiamo avuto modo in sede di commissione di fare presente alcune perplessità che nutrivamo e che ho visto essere confermate anche dai colleghi anche con emendamenti che, a nostro avviso, sono più che mai opportuni.

La perplessità - che peraltro non è un'iniziativa esclusiva del Partito Democratico, ma è stata sollevata da più parti ed è una perplessità che, a mio avviso, attraversa gli anni rispetto alle scelte che vengono fatte - è quella riguardante i titoli di accesso. Per quanto riguarda i titoli di accesso, abbiamo visto nel corso degli anni un po' di tutto: dal libera tutti, qualsiasi titolo, ad una delibera che poi invece restringeva il numero di lauree, quindi metteva dei paletti, adesso si va di nuovo alla riapertura. Quali sono le perplessità esistenti dal nostro punto di vista? Intanto non vogliamo che ci siano ripercussioni negative in senso retroattivo, ossia coloro che sono inseriti nell'albo in seconda fascia e non hanno determinati titoli non devono essere rimossi. Non vogliamo mettere quindi dei paletti che abbiano valore retroattivo, vogliamo però che vi sia una chiarezza per quelli che si avvicinano a queste attività e io avevo avuto modo in commissione - e devo dire che il relatore Caveri ha sempre mostrato massima attenzione alle cose che abbiamo sollevato, ma poi non abbiamo visto significativi cambiamenti - di illustrare come sempre più i giovani si trovano di fronte a scelte relative agli studi che impongono loro dei vincoli molto forti. Citavo un caso per tutti: la laurea in scienze politiche era una laurea che una volta consentiva l'insegnamento in quasi tutte le materie e a partire dagli anni '90 consentiva almeno di insegnare diritto nella scuola secondaria di secondo grado. Oggi un laureato in scienze politiche non ha più accesso all'insegnamento, ossia non può insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado, cosa che invece altre lauree possono tranquillamente fare. La domanda allora è: i giovani che tipo di indirizzo prendono, che tipo di laurea scelgono? Faranno la fatica di prendere percorsi di studio impegnativi se poi non troveranno sbocchi lavorativi? Di colpo si scopre che chi anche ha fatto percorsi assolutamente dignitosi come il sottoscritto, che ha una laurea in materie letterarie, può accedere a fare addirittura il segretario comunale senza nessuna competenza in materie giuridiche e amministrative... Mi sembra che non sia una corretta indicazione quella che diamo ai nostri giovani, ossia non stiamo dando loro l'indirizzo a fare il massimo sacrificio, stiamo dicendo loro: "prendetela comoda", tanto poi qui si apriranno le porte a tutti anche per dei ruoli che tutti abbiamo condiviso essere ruoli di massima responsabilità e ruoli che richiedono la massima competenza. Mi si dice: "è però vero che ci sono dei corsi di formazione", benissimo, questo è lodevole, noi abbiamo molto apprezzato non solo per quanto ci ha riferito il Presidente della Regione, ma è stato riconosciuto da tutti che questi sono dei corsi impegnativi di altissimo profilo, però sappiamo che anche a livello universitario non è che l'accesso ai master è per tutti, non è che tutti possono diventare professionisti di qualcosa. Comunque anche i corsi di formazione di alto livello... anzi quanto più un corso di formazione è di alto livello, tanto più ne viene limitato l'accesso, tanto più sono richiesti dei pre-requisiti, come a dire che non è che un corso di formazione può trasformare completamente la preparazione di un individuo e naturalmente nell'ottica che spesso hanno le leggi ad personam, che in questo caso possono diventare anche delle leggi contra iuvenes, si citano i casi sporadici, ossia si dice: "il più bravo di tutti è uno che non ha una laurea specifica". Ebbene, ben venga che ci siano questi casi, ma tali casi non sono la regola e la legge deve disciplinare in modo ordinato e non essere un provvedimento che va a risolvere il singolo caso, ribadendo per l'ennesima volta che non si vuole precludere a quelli che hanno avuto accesso a questi corsi l'accesso alla graduatoria, ma si dice che la legge norma per il futuro, per chi verrà domani, quindi sarebbe stato importante che, rispetto ai titoli di studio, vi fosse stata una maggiore attenzione; in questo caso non c'è stata, magari fra 5 anni, quando ci saranno le prossime elezioni comunali, modificheremo il regolamento, speriamo in senso migliore.

Un'altra grossa perplessità che, a mio avviso, andava tenuta in conto è quella che hanno sollevato i sindacati con un certo sforzo ed era che gli iscritti in parte seconda non venissero in alcun caso depennati. Questo alla luce di un'ottica che è abbastanza riconosciuta a livello generale: quella che, una volta acquisito un diritto, esso non possa essere messo in discussione, nel senso che chi teoricamente era in grado di fare il segretario comunale l'anno scorso non si capisce perché quest'anno non possa più essere in grado di farlo: la cosa non regge! È auspicabile poi che sia dato a tutti l'obbligo di fare un corso di formazione; come in tutte le attività, il sollecitare le persone a migliorarsi è assolutamente doveroso da parte dell'Amministrazione, ma andrebbe assolutamente chiarito un problema che è sorto all'Università della Valle d'Aosta, quando partirono - non per responsabilità dell'Amministrazione regionale, lì fu il Ministero a fare confusione - i corsi di formazione per gli insegnanti, non venne immediatamente specificato quante volte uno poteva essere respinto all'esame, il che provocò una impasse. Una persona che faceva il corso di formazione e non lo superava non lo poteva più fare per tutta la vita? C'era la possibilità di rifarlo? In che caso lo poteva rifare, quante volte? Ci sono delle casistiche previste rispetto al fatto che se io mi ammalo... quindi il motivo per cui non supero il corso è legato non ad una mia non capacità o non volontà, ma è che fisicamente non ho potuto... la malattia è causa del non poter più esercitare una professione per tutta la vita? Io, forse per l'incapacità mia di leggere questi complicati regolamenti, non sono venuto a capo di tutte queste cose. Un po' sulla stessa riga in legge il collocamento in disponibilità andava meglio specificato, indicando le casistiche, indicando specificatamente coloro che non hanno avuto l'incarico, i revocati e i privi di titolarità di sede.

Infine - e non voglio tediare oltre - alcune perplessità anche sulla cosiddetta "funzione di vicesegretario", laddove la responsabilità è tale che solo essa può essere in capo al segretario e, se non in situazione di assoluta emergenza, essa può venire meno, proprio per la qualità che abbiamo detto essere... per l'importanza del ruolo del segretario comunale. Ecco dunque che in un impianto che non può non essere condiviso, in un impianto che ha una sua validità, queste erano le poche devo dire... perché non è che chiedevamo chissà quali rivoluzioni di regolamento, la messa in discussione, eccetera, erano pochi problemi su cui abbiamo cercato di attirare l'attenzione della commissione, ma non abbiamo ben capito se era perché c'era fretta di fare la legge o se non c'era alcuna disponibilità a prendere in carico le nostre questioni, sta di fatto che non le ritroviamo nel testo definitivo e questo non può che lasciarci perplessi.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. L'esposizione fatta dal relatore ha messo in evidenza qual è l'interesse di fare questa legge sui segretari, che ci è permessa grazie a delle norme che di volta in volta hanno avuto un'evoluzione e che mantengono una certa autonomia, perché dobbiamo anche dirci che i riferimenti alla norma nazionale permangono: dico questo, perché il riferimento puntuale credo sia necessario da ricordare in questo momento.

Rispetto alle valutazioni effettuate dai colleghi che hanno preso la parola per illustrare alcuni emendamenti o dire quali sono alcuni punti che sono ancora motivo di non completa soddisfazione rispetto al testo oggi presentato, l'assunto da cui si è partiti come proposta è stato quello di avere un confronto molto serrato sia con le organizzazioni sindacali, sia soprattutto con l'Associazione dei sindaci. Credo che su questo il punto di fondo era ed è quello di capire qual è l'interesse dei sindaci nei confronti di una modifica di una legge che aveva avuto delle fasi alterne nell'ambito della sua applicazione; questo confronto con i sindaci ha portato a chiarire alcuni aspetti direi basilari in tale situazione. L'impianto della legge parte da un assunto: quello di avere oggi una parte prima e una parte seconda; qualcuno ha ricordato che non si fanno concorsi da 14 anni, è un caso? O non c'erano invece delle ragioni che hanno portato a dire che nel tempo si è creduto opportuno di inventarsi la parte seconda? Perché qualcuno ha dimenticato che la parte seconda non è stata un'invenzione venuta per caso, ma è venuta perché c'erano delle situazioni da gestire che portavano ad allargare questa fascia, legate a quelli che avevano fatto, parte prima, i concorsi e a dare la possibilità di avere nei Comuni persone con una preparazione molto diversificata e che comunque venivano iscritte nella parte seconda. Parte seconda che ancora oggi vede iscritte persone diplomate, che hanno già svolto la funzione di segretario con molta competenza, sono iscritti tutti i dirigenti regionali, quindi dirigenti dei dipartimenti più vari: Dipartimento sanità, Dipartimento lavori pubblici e con lauree di qualsiasi tipo, perché il Dirigente del Dipartimento dei lavori pubblici è un ingegnere, è iscritto alla parte seconda; questa era la situazione ad oggi esistente.

Rispetto a questa situazione... e con un altro particolare: che nella parte seconda il diplomato, il laureato con qualsiasi laurea che era dirigente, perché abbiamo dirigenti con qualsiasi laurea: laurea in psicologia, laurea in ingegneria, laurea in architettura, laurea in medicina... tutte queste lauree che sono state lette come un errore, come se fosse qualcosa di strabiliante, queste sono tutte lauree che corrispondono a dei dirigenti regionali, che sono iscrivibili nella parte seconda; quindi se guardiamo al settore di oggi, mantenendo la legislazione vigente, tutto questo era ancora possibile. Qual è stato il ragionamento fatto dai sindaci per primi? Che attraverso l'agenzia che, come è stato detto, era quella che reggeva il rapporto fra quello che succedeva in particolare per l'accesso alle lauree... c'è stato un periodo in cui si arrivava solo alle lauree in giurisprudenza, in economia, in scienze politiche, lauree magistrali e non altre lauree; poi c'è stato un cambiamento di tendenza e si è esteso a tutte le lauree purché... e lì si è fatto il salto di qualità voluto dai sindaci, lo ripeto, si è detto: "ci accorgiamo che il punto di base non è sostanzialmente la laurea: quello che ci interessa molto è trovare il modo di far sì che vi sia una formazione di persone che comunque hanno come base una laurea magistrale - quindi si è già fatto un distinguo rispetto a prima: non più diplomi - e quelle che hanno una laurea magistrale, se ne hanno voglia, perché non tutte sono obbligate, fanno il corso e con il corso l'esame finale..." e qui chi ha superato questo primo corso ha fatto due esami: un primo esame per accedere al corso, un altro esame finale alla fine del corso...

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

...tre, un altro a metà, addirittura tre, corretto... questi tre esami, quindi, la dicono lunga su quello che è stato il percorso per avvicinarsi alla parte seconda novellata, la quale prevede che tu puoi avere la laurea che vuoi. Prima di tutto non è detto che chi ha la laurea di un certo tipo voglia fare il segretario ma, se lo vuole fare, deve aggiornarsi, deve essere motivato a trovare il tempo e avere la voglia di apprendere tutte le nozioni relative alla parte giuridico-amministrativa, che è legata alla buona amministrazione di un Comune. Questo è il percorso, un percorso voluto dai Comuni quello di fare il corso-concorso, tant'è che si è detto anche nella legge, perché si parla di concorsi, non è che non parliamo di concorsi! Qui è stato detto: "vorremmo riportare la legalità e i concorsi", i concorsi ci sono, sono previsti e, quando si riterrà con i Comuni di farli, si faranno, sempre però preceduti da un corso e chi ha già fatto questo corso può accedere direttamente. Quando ci sarà un numero sufficiente di posti vacanti, si farà il concorso. Ho detto tutto questo per far capire che tutta questa filosofia legata alle lauree... chissà cosa succede se ci sono lauree che non siano quelle quattro lauree magistrali, mentre prima non c'era nemmeno quella magistrale, c'era addirittura solo il diploma, ora di colpo con tutto questo cosa potrà succedere! Ma ad oggi la situazione è questa, non è che scendiamo con il paracadute dalla navetta spaziale, è questa la situazione! Allora, fino ad oggi?

(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)

...appunto, pensiamo al domani e domani ci saranno i concorsi che si faranno dopo aver fatto un corso di formazione con esame finale, dopodiché si faranno i concorsi, che sono legati naturalmente a tutti quelli che hanno questa disponibilità e questa preparazione. Cosa c'è di più? Più esauriente di questo quindi...

Credo che oggettivamente, per quanto riguarda alcune lauree, gli interessati non faranno probabilmente mai i segretari con tutta onestà... è vero, uno può anche dire: "faccio la lista di quelli che sono esclusi". Ho visto l'emendamento, oltre alle 4 lauree che sono state qui ricordate, ci potrebbero essere lauree che dignitosamente prevedono una formazione di base... che potrebbero tranquillamente in amministrazione... adesso ci sono lauree anche... perché il problema era che nel momento in cui si fa una lista automaticamente si va a dire: "quello non lo farai più e quello sì" ed è questo che non va bene. Oggi c'è l'apertura, vediamo cosa succede, se per caso ci saranno degli elementi tali..., nulla vieta... per carità, non è che qui voglio garantire che questo sistema è il migliore, ma ripeto che ad oggi, secondo la volontà dei sindaci, questa è la formula che più è garantista per il loro supporto. Tutti hanno giustamente sottolineato che i sindaci devono avvalersi del segretario e loro cosa vogliono? Vogliono questa formulazione, allora perché non seguire un'indicazione corale da parte dei sindaci, che credo abbiano ripetuto anche in commissione, quindi non sto dicendo una cosa che non corrisponde al vero. Essendoci tale disponibilità, non vedo perché ci debba essere questa preoccupazione che concentra tutto su un dato di fatto: "chissà cosa succederebbe se...", quando oggi ho nell'effetto trascinamento e nel ragionamento che mi fa anche il collega Donzel con correttezza... il quale dice: "attenzione, nel futuro tutto quello che è successo fino adesso, tutta la parte seconda facciamola salva", io ho il retaggio di tutta quella che è la parte seconda. Avrei allora comunque una discrepanza nell'ambito di quella che oggi sarebbe la parte in cui vengo a trovarmi, perché ho tutta la parte seconda di prima e in più ho la parte nuova se modificassi la legge, dove sarebbe allora la correttezza? Questo sarebbe un aspetto che stride con la volontà di andare verso una riqualificazione. Ritengo che il modello vero di riqualificazione sia quello che giustamente i sindaci hanno indicato: un corso estremamente stringente, un corso estremamente valido fatto da persone qualificate, che danno la possibilità di arrivare a determinare se queste persone hanno le basi per fare il segretario: credo che questa sia la garanzia per tutti i segretari e penso che su questo non ci debbano essere preoccupazioni di sorta. Ritengo che quindi sia un passo avanti significativo, voluto - ripeto - dagli amministratori comunali.

Per quanto riguarda le altre formule, si è detto che il metodo di conteggio sarebbe tale da bypassare il discorso del 15 percento: questo è un discorso legato al modello temporaneo, perché faccio il calcolo in funzione del discorso dei consorzi esistenti, come è stato detto, il numero è variabile, non è fisso, quindi oggi può darsi che superi il 15 percento...

(nuova interruzione di un consigliere, fuori microfono)

...no, è più alto, perché ci sono anche quelli che oggi... ma oggi è una situazione che si pone in una certa logica che ci può stare, credo che nel contempo ci siano tutte le possibilità di verificare. Quello che è sicuramente interessante è verificare cosa succederà alla prossima tornata elettorale dei Comuni rispetto alla parte prima e alla parte seconda, perché c'è questa possibilità minima e, come è stato ricordato dal relatore, potrebbe esserci che nell'insieme ne rimanga uno a disposizione, tenendo conto che noi nella legge abbiamo messo che quelli a disposizione possono essere utilizzati anche nelle società partecipate, in modo da non avere l'obbligo di rimanere solo in funzione dell'Agenzia dei Comuni.

Ritengo che nell'insieme questa sia una legge rigorosa, che permetterà di fare un salto di qualità per quanto riguarda la preparazione dei segretari, come tutti ci auguriamo nell'interesse delle amministrazioni, perché chi va a fare il segretario, come è stato detto, tranne quelle due eccezioni di Aosta e Saint-Vincent, è l'unico dirigente esistente nell'ambito dei Comuni. Qualcuno ha detto: "come farà se non ha una patente di base giuridica per fare i contratti?". Non credo che, per registrare i contratti o per verificare i contratti, ci sia l'esigenza di base di avere... e solo chi ha una laurea in giurisprudenza possa leggere un contratto o avere questo tipo di competenza, credo sia possibile analizzare queste materie senza necessariamente avere tali competenze. Ne dico una: il segretario è colui che segue anche gli appalti e allora con gli appalti come la mettiamo con chi ha solo competenza giuridica? È solo la parte giuridica, o è preminente la parte di valutazione tecnica, come succede, tant'è che gli appalti oggi non sono fatti dall'Ufficio legale, ma sono fatti dal Dipartimento dei lavori pubblici, dove abbiamo degli ingegneri che fanno gli appalti, non abbiamo dei legali che fanno gli appalti; che poi ci sia un supporto anche legale va benissimo. E così per tante altre materie: il segretario svolge una serie di mansioni e di funzioni a livello comunale che sono poliedriche per natura, quindi è inimmaginabile avere una laurea che possa coprire tutto. Ci sono delle lauree sicuramente preminenti che possono essere più idonee, questo lo capiamo da soli, però ribadisco che il corso di formazione è quello che meglio copre la possibilità di avere una competenza tale da essere a garanzia di chi è il vero utente finale, ossia il cittadino attraverso il sindaco che gestisce il Comune.