Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1142 del 7 aprile 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1142/XIII - Reiezione di mozione: "Proposte per la selezione delle richieste per la costruzione di nuove centrali idroelettriche nel territorio regionale".

Mozione

Constatato l'elevato numero di domande proposte negli ultimi anni per la costruzione di nuove centrali idroelettriche nel territorio regionale;

Considerata la crescente preoccupazione per il notevole impatto ambientale che la realizzazione delle stesse potrebbe produrre nell'arco di pochi anni sulle attività agricole e sulle riserve idriche, come testimonia il moltiplicarsi di iniziative di contrasto alla realizzazione di tali progetti da parte della popolazione e delle collettività locali;

Ritenuto necessario rafforzare la consapevolezza della necessità di un giusto equilibrio tra l'utilizzo delle risorse ambientali e la salvaguardia dell'integrità del nostro territorio nelle sue molteplici vocazioni e potenzialità, e in particolare di quelle legate all'uso dell'acqua potabile e delle attività agrarie;

Il Consiglio regionale

Impegna

la Commissione consiliare competente:

- ad effettuare entro 90 giorni, attraverso l'audizione degli Assessori preposti, dei responsabili dei competenti servizi, di esperti e di soggetti pubblici e privati titolari di interessi qualificati, un'approfondita ricognizione delle domande presentate e dei possibili impatti complessivi della realizzazione degli interventi prospettati;

- a presentare nello stesso termine al Consiglio regionale eventuali suggerimenti o proposte circa la selezione, ovvero la graduazione, degli interventi di sfruttamento delle risorse idroelettriche della nostra Regione.

F.to: Louvin - Bertin - Chatrian - Giuseppe Cerise - Patrizia Morelli

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie, Presidente.

La produzione di energia idroelettrica in questa regione è un elemento centrale, strategico e direi anche garante di un livello adeguato di funzionamento della nostra società. Da qualche anno si è peraltro fortemente incrementata la pressione per quanto riguarda la volontà di produzione di energia idroelettrica, per motivi comprensibili e anche in funzione del ruolo primario di attore che ha assunto la Regione attraverso la sua controllata, Compagnia valdostana delle acque, in questo settore. Abbiamo un numero molto elevato di domande - le mie informazioni risalgono al 2007-2008 con dei dati che si attestavano su 127 domande di prelievo, di cui 85 per scopo idroelettrico, quindi un numero ragguardevole - e c'è una preoccupazione che sta emergendo in relazione a situazioni puntuali di volta in volta, che vedono non solo agitarsi forze estreme o ideologicamente condizionate, ma comunità locali, consorzi, enti locali, che manifestano apprensione per l'impatto che determinate nuove realizzazioni potrebbero avere non solo nell'immediato, ma anche nella prospettiva futura. Ci sono delle iniziative di contrasto che stanno emergendo, alcune delle quali concorrono a portare ad un'accresciuta attenzione, ma questo avviene in vicende... come è avvenuto per La Thuile, per le centraline proposte nel vallone di Verney.

Apprendiamo d'altra parte dall'Assessore all'ambiente, proprio pochi giorni fa, che un numero elevato di proposte sarebbe stato anche respinto: circa il 40 percento, ha dichiarato l'Assessore - se quanto è stato riportato dalla stampa è corretto -, nell'arco di un decennio. Crediamo che vi sia una necessità di fondo su questo terreno: la necessità che la Regione mantenga gli occhi ben aperti e uno sguardo che non sia solo di tipo economico, ma che abbia la sensibilità di equilibrare l'utilizzo delle risorse in termini produttivi con la salvaguardia dell'integrità dell'intero territorio. Il nostro territorio ha delle molteplici potenzialità nel settore agrario e forestale, naturalmente anche nei settori produttivi e industriali, ma deve poter mantenere questa sua pluralità e non deve dimenticare l'uso delle acque potabili come uso primario.

Mi è parso... e ho dovuto ricostruirlo, perché non ero in quest'aula e non ho avuto una partecipazione diretta nel seguire in quel momento un provvedimento importante adottato nella primavera del 2008 dalla Giunta regionale, quando furono fissati gli indirizzi agli uffici per l'esame delle domande di derivazione da corpo idrico superficiale a scopo idroelettrico ad integrazione delle disposizioni previste dal piano regionale di tutela delle acque. Questa delibera è la n. 976, l'ho letta con particolare attenzione, perché credo che muovesse da preoccupazioni assolutamente condivisibili circa le risorse idriche presenti che, in quanto esauribili, costituiscono un patrimonio di alto valore ambientale, culturale ed economico; ritengo che sia stata data una corretta definizione, reputo che sia stato anche puntualmente ricordato come la configurazione alpina del territorio dovesse essere assicurata attraverso tutela e gestione integrata di tutti gli usi della risorsa idrica. Nessuno di noi - credo - sia tecnicamente così attrezzato da poter esprimere una valutazione concreta sulla tecnica attraverso la quale sono state date delle disposizioni agli uffici, ma sicuramente questa delibera va guardata come una spia: un elemento rilevatore di una preoccupazione che credo già il Governo regionale avesse nel suo seno.

A noi preme che cosa Presidente Rollandin? Che ci sia semplicemente da parte del Consiglio, e in particolare della commissione, una ricognizione, un momento di informazione, di consapevolezza sulla pressione che esercita l'insieme delle domande... abbiamo avuto modo di interloquire con il Governo regionale a dicembre dello scorso anno sulla costruzione delle nuove centrali da parte di CVA e ci è stato rappresentato che dovrebbero comportare, a regime, un aumento di circa 400.000 kW/h aggiuntivi rispetto alla produzione attuale. Ci preme sapere se, al di là del deflusso minimo vitale, che poi è solo assicurare che i corsi d'acqua superficiali non muoiano, il deflusso minimo vitale è quanto consente di mantenere in vita a condizioni di regime minimo questi corsi d'acqua, ma non è solo questione di sopravvivenza dei corsi idrici: a noi interessa una vitalità dell'ambiente montano che sia più larga. E crediamo, forse sbagliamo, di aver interpretato il piano di tutela delle acque come uno strumento dinamico, non uno strumento rigido che fissa delle condizioni a ghigliottina, ma anche uno strumento - questo è ricordato nelle delibere adottate dalla Giunta regionale sul tema - dinamico che va costantemente tenuto presente.

Vorrei solo, concludendo questa presentazione, segnalare che il piano di tutela delle acque nel momento in cui è stato concepito ha individuato determinati scenari, fra questi segnalo i sub-scenari al 2016, ossia ciò che si immaginava che sarebbe successo nell'orizzonte 2016: per l'industria idroelettrica un andamento secondo previsione del piano energetico incrementato del 3,6 al 2010, poi stazionario. La nostra impressione in relazione al numero di domande che stanno provenendo non solo da operatori valdostani, ma anche da operatori stranieri, da operatori internazionali, da soggetti vari che vedono nella ricchezza delle acque un oggetto di sfruttamento su cui mettere le mani... questo andamento stazionario non corrisponde, a nostro avviso - ma è una valutazione assolutamente spannometrica -, alla realtà delle cose. Ci sono margini di producibilità nettamente superiori e c'è la possibilità che vengano attivate numerose subconcessioni e che quelle che sono delle interferenze reali, pesanti, qualche volta anche drammaticamente pesanti sul contesto rurale e sul contesto dell'approvvigionamento idrico possano essere messe in discussione. Il nostro desiderio è che si esca da un clima sia di scontro, sia di contrapposizione ideologica per poter valutare attentamente la situazione generale delle domande attualmente giacenti, e se vi sono piste per una selezione o una graduazione nel tempo degli interventi di sfruttamento, perché non si faccia tutto e subito e non si sprema il limone fino in fondo, prima di valutare attentamente quali sono le conseguenze sul territorio in termini di realizzazione di opere che possono essere problematiche, come i canali di gronda, che possono prosciugare determinanti versanti... ecco, che questo lo si faccia tranquillamente nelle sedi deputate, che sono le nostre commissioni consiliari e che si possano poi fare, da parte di ciascuno, in primis del Governo regionale, le valutazioni conseguenti del caso. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur aux ouvrages publics, à la protection des sols et au logement public, Marco Viérin.

Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente.

Per meglio chiarire l'argomento è bene che si capisca. Su questo tema ci sono normative statali precise da anni e dal 2006 anche l'approvazione del Piano Regionale di tutela delle Acque, quindi si sta procedendo in maniera precisa rispetto alla normativa legislativa sia regionale che statale. Infatti, per ogni domanda di derivazione viene effettuata un'istruttoria tecnico-amministrativa, regolamentata da una normativa specifica e da atti di programmazione statali e regionali, come dicevo prima; accanto ai principi stabiliti infatti dal Regio decreto del 1933 che limitava caso per caso all'accertamento attraverso gli istituti della concorrenza e del contraddittorio, della razionale utilizzazione del corso dell'acqua, della legittimazione giuridica dell'istanza e della possibilità di rendere compatibili interessi di terzi con la nuova richiesta di utilizzazione, con la legge n. 36/1994 e con i decreti legislativi invece 152/1999 e del 2006 sono stati introdotti, anche da un punto di vista procedurale, i seguenti principi, che sono fondamentali (quello che richiamava prima il collega Louvin).

Il primo è la tutela del corso d'acqua, cioè nelle sue caratteristiche morfologiche, geologiche, geotecniche, pedologiche, idriche e socioeconomiche, secondo il concetto ribadito dalla legge n. 36/1994, che nel sottolineare la necessità di un uso della risorsa secondo criteri di solidarietà allo scopo di non pregiudicarne l'ambiente nei bacini idrografici, caratterizzati da prelievi e trasferimenti, dispone l'obbligo di regolare la derivazione - leggo testualmente - "in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita degli alvei sottesi, e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati".

Il secondo è quello del razionale utilizzo della risorsa idrica: infatti con l'approvazione del piano regionale di tutela delle acque del febbraio 2006 sono state approvate le modalità attraverso le quali dare concreta attuazione a tali principi, stabilendo che i progetti di derivazione devono essere coerenti con i principi del piano stesso e rispettare le indicazioni tecniche stabilite dal piano.

Per ogni domanda di derivazione viene quindi condotta una specifica valutazione di compatibilità con gli obiettivi e le indicazioni tecniche del piano regionale di tutela delle acque, integrata all'interno delle più generali valutazioni di compatibilità ambientale, quando prevista, come si prendono in considerazione anche gli aspetti paesaggistici, di pianificazione territoriale e naturalistici. Da un punto di vista procedurale quindi, allo stato attuale la valutazione positiva anche condizionata di impatto ambientale, prevista dalla specifica normativa regionale in materia, costituisce condizione necessaria per il rilascio della concessione e deve essere acquisita dopo che sia conclusa la fase di pubblicazione delle domande e l'eventuale presentazione di domande in concorrenza.

Per quanto concerne i possibili conflitti sulle interferenze con gli usi agricoli e potabili, ricordo che la normativa oggi in atto, prima, e il piano regionale di tutela delle acque, dopo, hanno stabilito la priorità dell'uso potabile o irriguo, quindi sono già cose definite nell'attuale normativa. Le derivazioni esistenti devono infatti essere salvaguardate nel senso che la nuova derivazione deve garantire sempre il rilascio dei diritti irrigui posti a valle nel tratto sotteso del nuovo prelievo. È da considerare anche che è molto rara la possibilità di conflitti con gli usi potabili, visto che i prelievi per scopo idroelettrico avvengono da corsi d'acqua superficiali e quelli potabili invece da falde che alimentano sorgenti o pozzi.

Per rispondere a Louvin anche in merito ad un altro aspetto, bisogna sottolineare che continua ad essere vigente la deliberazione della Giunta regionale, quella che il collega ha richiamato, la n. 976/2008, con cui sono stati fissati alcuni indirizzi per limitare la realizzazione di nuove derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, quali l'indisponibilità al prelievo dei bacini di superficie inferiori a 20 chilometri quadrati, i parametri da rispettare per consentire la costruzione di nuove opere di presa nei tratti già oggetto di prelievo al fine di rispettare le condizioni naturali e geomorfologiche del corso d'acqua. Dopo l'entrata in vigore di questa delibera sono pervenute solo 29 domande nuove di derivazione a scopo idroelettrico di potenza superiore a 30 kW. Oltretutto confermo il dato della collega Zublena, che il 40 percento circa di domande del 2008 non hanno avuto parere favorevole, quindi c'è un'istruttoria da parte degli uffici chiara e corretta.

Queste considerazioni dimostrano come la materia sia ampiamente regolamentata secondo i più avanzati obiettivi di tutela qualitativa e quantitativa dei corsi d'acqua e il considerevole numero di valutazioni negative - come ho accennato prima - di compatibilità ambientale dimostra l'elevato livello di attenzione che viene posto su questa materia. Quindi non abbiamo nulla in contrario - come non è mai stato fatto su altri settori - se i consiglieri vogliono conoscere maggiori dati e dati più precisi, dati peraltro giacenti presso le strutture in qualsiasi settore e in qualsiasi ambito, e quindi anche in questo. Siamo a disposizione, noi e gli uffici, a renderli noti ai consiglieri che ne faranno oggettiva richiesta.

Riteniamo quindi che la normativa c'è, si sta lavorando nel senso che diceva anche il collega Louvin, quindi in base a quella normativa se si vuole disporre di dati, si possono chiedere tranquillamente con gli strumenti che il Regolamento del Consiglio prevede, come è sempre stato fatto.

Chiediamo il ritiro della mozione, altrimenti non l'accoglieremo, respingendola.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie, Presidente.

Rilevo da parte dell'Assessore Marco Viérin una chiusura a nome del Governo che francamente dispiace molto, perché trovo, Assessore, che trincerarsi dietro una presenza di norme, di leggi, di regole, di procedure a partire dal Regio decreto del 1933 - e sappiamo quali sono le procedure che regolano il rilascio di queste subconcessioni - non sia un atteggiamento valido e condivisibile da parte di un Governo regionale autonomista valdostano. Credo che vi sia naturalmente il rispetto delle norme da mantenere, ma ci sia anche quello sguardo prospettico che fa sì che si debba intervenire, se del caso, con strumenti di legge o amministrativi per raffreddare, per contenere determinati fenomeni.

A noi era parso, leggendo quella delibera n. 976 di cui abbiamo parlato prima, vedere nel Governo regionale una preoccupazione che andava più lontano: "Evidenziato - scriveva nelle premesse di quell'atto proposto presumo dall'Assessore dell'epoca, Cerise - che le numerose domande di prelievo presentate a scopo idroelettrico sono distribuite sull'intero territorio regionale, si concentrano o su corsi d'acqua secondari non ancora sfruttati, ma caratterizzati da estrema variabilità delle portate nel corso dell'anno e in ambiti scarsamente antropizzati, oppure su tratti di corsi d'acqua già interessati da consistenti prelievi; rilevato che tale concentrazione di richieste comporterebbe, ove tutte le richieste fossero accolte - Assessore Viérin, se tutte sono in regola e tutte presentano i requisiti potranno naturalmente essere tutte accolte - conseguenze pratiche anche gravi, incidenti non solo sui regimi idrici e sul deflusso vitale dei singoli corsi d'acqua, ma altresì sulla stessa consistenza e continuità dei corsi d'acqua e, di conseguenza, sulla consistenza e continuità delle utilizzazioni che si richiede di realizzare". Allora il Governo regionale si faceva anche carico di valutare gli effetti degli attuali cambiamenti climatici, "abbiamo avuto un assottigliamento di quasi 1/20 delle nostre riserve glaciologiche nel corso degli ultimi 10 anni, abbiamo avuto un periodo di forte assottigliamento che rende opportuno - diceva il Governo - perseguire il soddisfacimento equilibrato, continuo ed equo di esigenze idriche con acque di qualità adeguata". Indicava allora la Giunta regionale un determinato percorso, sul quale non siamo qui a dare giudizi, perché non ne abbiamo una competenza tecnica adeguata.

Non ci sembra inutile dedicare qualche ora del nostro tempo a sentire anche da parte degli esperti - dei soggetti pubblici e privati che sono titolari di interesse qualificato in questo campo, non solo nell'associazionismo, ma anche da parte di esperti delle università, di esperti in materia di risorse idriche, dei nostri servizi - naturalmente cosa si pensa dell'attuale fase, cosa si pensa del pompaggio continuo di risorse, e se questo è attuato, non in termini di legge, perché siamo convinti che tutto sarà rispettato in termini di legge, non abbiamo motivi di dubitare né della correttezza degli uffici, né del suo personale operato, Assessore, ma questo non toglie niente al problema di prospettiva che abbiamo di fronte: quanto possiamo prelevare. È di questo che si sta discutendo nel mondo intero rispetto alla risorsa idrica; sorprende che qui ci si fissi al decreto del 1933, abbiamo l'impressione che non sia un angolo visuale opportuno. Il deflusso a cui fa riferimento lei, Assessore, è definito come limite al di sotto del quale il corso d'acqua è biologicamente morto, ben poca vitalità e naturalità resta all'ambiente montano in questo caso.

Un soggetto, che non è uno scatenato ambientalista, scrive che gli effetti recentemente osservati di questo intervento - parla proprio della realizzazione di numerosi interventi di centrali, per lo più realizzati su residui piccoli corsi d'acqua montani - fanno presagire che il valore dei danni ambientali così prodotti, soprattutto qualora fossero concesse le numerose ulteriori richieste pendenti, possa superare di molto quello dei benefici energetici previsti. Il Club Alpino Italiano non è forse il più scatenato fra le forze verdi, ma si pone anche lui questo problema, come dovremmo credo porcelo noi; porcelo non vuol dire tirare il freno, vuol dire intanto almeno togliere un po' di appannamento dal lunotto e vedere cosa può succedere a distanza di 5, di 10 o di 20 anni.

Prendiamo atto che il Governo regionale non è disponibile a questo tipo di lavoro. Giustamente lei, Assessore, si attiene anche qui alle norme di legge per quanto riguarda la collaborazione con i consiglieri regionali e il fornire le dovute informazioni, e noi utilizzeremo questi strumenti. Bisognerà sicuramente che questo dibattito su quanto si pompa dell'energia disponibile sul nostro territorio diventi materia di dominio pubblico, diventi materia di discussione pubblica e, se del caso, di iniziative ulteriori forse non episodiche, come quelle che oggi stanno contrassegnando il contrasto con questa o con quella iniziativa, ma di carattere sicuramente più generale.

La mozione è mantenuta. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie.

Credo che l'Assessore, nel ricordare le norme di riferimento, sia partito dal 1933, non perché ci si sia fermati al 1933, ma perché quella è ancora la legge di riferimento, checché se ne dica. Credo che sotto questo profilo abbiamo già avuto modo e occasione di dire che l'attenzione su questo tema è massima, ne è una riprova l'esame che viene fatto secondo la normativa vigente, che - vorrei ricordare - tiene nella massima considerazione due aspetti che si mescolano volentieri con l'utilizzo per fornitura di energia, il quale ieri non era e oggi è ammesso. La sottolineatura fatta da Louvin è quella di dire: attenzione, voi continuate a sottovalutare il discorso dell'utilizzo dell'acqua come energia idroelettrico, quindi a sfruttamento idroelettrico, sottovalutando l'impatto sul discorso dell'approvvigionamento idrico (umano) e dell'uso agricolo, oltre che per gli altri, che sono fatti residuali, c'è ancora qualche piccolo utilizzo dell'acqua per uso artigianale, qualche piccola derivazione frutto della storia, ma sono marginali.

Ricordo che negli ultimi tempi una delle più grosse tendenze era quella di utilizzare le cadute degli acquedotti per fornire energia idroelettrica, vale per tutte le centrali, quella di Pontey piuttosto che altre, la centrale del Gran San Bernardo, e così via, ce ne sono diverse, cioè sempre più si cerca di utilizzare le due cose. In tempi nemmeno tanto remoti c'era la paura di questa commistione, di dire: ma se utilizzo l'acqua per far funzionare le turbine, chissà cosa succede, poi bevo quest'acqua... Oggi questo è un dato che per fortuna è stato sfatato, quindi c'è questo utilizzo razionale, perfetto, molto pratico, che risolve il problema a livello di economia di quella che è la valorizzazione di una presenza di acqua che ha una duplice funzione.

Nel settore agricolo c'è un'attenzione massima a tenere in considerazione i diritti dei ru, quelli che erano i diritti legati all'attività agricola, con la sottolineatura che, là dove ci sono stati impianti d'irrigazione artificiale che sono stati fatti, si è tenuto conto dell'uso e, anche lì, del connubio fra cadute per l'utilizzo dell'acqua in questo modo e la produzione di energia idroelettrica. Si è cioè fatto di tutto per evitare che ci fosse una sottovalutazione del problema, anzi, su questo si è avuta un'attenzione estrema da parte di tutti i settori e i comparti dell'Amministrazione regionale interessata.

Quello che vorremmo chiarire, perché c'è stata la voglia da parte di Louvin di dire: ma voi non volete accettare suggerimenti (non so da chi), non volete confrontarvi... Non è così, noi diciamo che se sono allo studio tutti i suggerimenti possibili, la norma che prevede l'analisi puntuale con tutti i dati che sono oggi attivabili, soprattutto per quanto riguarda il minimo deflusso vitale, che era ed è ancora fatto a livello sperimentale per riuscire a capire quale dei vari sistemi è meglio utilizzare... dico tutto questo, perché con questa mozione la voglia è quella di entrare nel merito della valutazione delle singole iniziative, perché è scritto chiaro: "ricognizione delle domande presentate e dei possibili impatti complessivi della realizzazione degli interventi prospettati". Questi possibili impatti sono già ben chiari, perché tutte le relazioni tengono conto del bacino idrico nel suo insieme, quindi con le proiezioni pluviali, la riduzione degli impatti dei ghiacciai, tutto questo è previsto nell'ambito dell'analisi che viene fatta. Non è quindi una retrospettiva, ma anzi si guarda avanti per quello che è successo nei singoli bacini. Giustamente, è stato sottolineato, la riduzione dei ghiacciai: 1/20 in certe zone, in certe zone meno e in altre di più, non è omogeneo neppure nella nostra Valle l'aumento - in pochissimi casi - e la riduzione del sistema nivologico. Questo per dire che questa mozione... per quello che si è chiesto di ritirarla, non ha senso, perché o si accetta una procedura, quella fatta dagli uffici, o ci sono degli elementi per dire che si modifica la procedura - e non ce ne sono, perché se ci sono vengono presi in considerazione -, oppure la procedura fa il suo corso e, rispetto alle domande, se ci sono domande plurime, è evidente che vanno in concorrenza e viene data ad una e non a tutte. Non è che si distribuisce in base alle domande, le domande possono essere 20, 10 o 2... ognuna fa il suo percorso e l'attivazione finale del responso è per una, se possibile, oppure zero, come è successo in tantissimi casi.

Non c'è quindi assolutamente bisogno di fare questo rapporto, cioè di presentare nello stesso termine suggerimenti o proposte circa la selezione, ovvero la graduazione, degli interventi: se ci fosse stata questa esigenza l'avremmo già proposta; ad oggi, anche da parte degli esperti, non è arrivato nessun suggerimento, se non quelli che già stiamo attuando. Ecco perché siamo contrari a questa mozione, non certo perché non vogliamo il confronto, ma perché il confronto vale se abbiamo degli elementi da apportare rispetto alla logica che viene seguita per l'analisi, fatta con molta attenzione da parte di tutti i settori interessati: ambientale, idrico in senso puro e nel senso di come si interviene anche a caduta nell'ambito del settore che è interessato nelle singole zone e nei Comuni, e in accordo con i Comuni interessati.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, noi - come peraltro nello scorso Consiglio - abbiamo mostrato particolare attenzione al tema dell'acqua, perché sicuramente la vediamo come una delle risorse più preziose che vanno valorizzate e tutelate nella nostra regione e, se l'altra volta pareva atipico parlare di problemi di centrali rispetto alla questione degli invasi, abbiamo tutti convenuto che in un successivo Consiglio questo tema potesse essere oggetto di discussione e di dibattito.

Ora, poiché non mi pare che le commissioni siano così oberate di lavoro da non riuscire a trovare spazio per affrontare alcune questioni, rispetto a questa - per come l'abbiamo letta noi - ci è parso che qui non si è messa in discussione la singola procedura amministrativa, ma si voleva una fotografia complessiva di quello che sta... se l'abbiamo interpretata correttamente, e sulla base di una fotografia complessiva fare delle valutazioni generali. Quindi non si mette in dubbio, almeno come la leggiamo noi, il corretto operare rispetto alla singola domanda, alla singola questione; si vuole solo capire fin dove ci si spinge...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...ognuno ha le sue interpretazioni e legge a modo suo le mozioni; noi l'abbiamo letta così, e riteniamo che non sarebbe male avere una fotografia complessiva, anche perché su uno stesso bacino idrico potrebbero insistere più domande e potrebbero esserci diverse valutazioni rispetto all'interesse per un'opera o per l'altra. Per cui, dal nostro punto di vista, questa cosa qui, se l'Amministrazione ritiene che sta operando correttamente e non ha nessun problema ad un confronto in commissione, non vedo perché non si dovrebbe andare ad un confronto con tutti questi dati in commissione. Questa cosa non dice: il Governo ha lavorato bene...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...Presidente, lo dico in modo sereno, indipendentemente dalle voci che girano oggi nell'aula, è una battuta, mi permetta, volevo dire che non c'entra niente quelle voci che girano nell'aula, la nostra valutazione sulla mozione è indipendente.

Era che su questa cosa, se un Governo ritiene che sta operando in modo corretto e nulla ha da cambiare, non capiamo perché tutti questi dati non possono essere congiuntamente messi sul tavolo e sottoposti all'esame di commissioni che stanno lavorando in modo sereno e pacato, e quindi non mi sembra che ci siano condizioni per non affrontare un dibattito sulla questione dell'acqua e dello sfruttamento delle risorse, anche alla luce del fatto che ci sono, per esempio nel settore agricolo, tantissime voci preoccupate rispetto al timore che vengano meno risorse. Sappiamo che la Valle d'Aosta è un territorio in cui l'acqua è indispensabile per l'attività agricola, quindi anche da questo punto di vista ci pareva importante rasserenare gli animi, spiegare ai nostri agricoltori e allevatori che nulla hanno da temere e che le risorse idriche per l'agricoltura sono un'assoluta priorità in Valle d'Aosta, perché quello è un settore che riteniamo strategico quanto quello energetico, quindi... perché non rasserenare gli animi di tutti con un dibattito sereno su questo tema?

Noi del Partito Democratico l'abbiamo letta non come una questione di procedure da mettere in discussione, ma come un'analisi sulla risorsa acqua; noi, come l'altra volta abbiamo votato a favore della costruzione dei bacini perché li riteniamo indispensabili, allo stesso modo riteniamo che un dibattito su questa cosa sia utile per tutti. Noi l'abbiamo letta così, quindi votiamo a favore...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...voi direte che la procedura è perfettamente funzionante.

Presidente - Pongo in votazione la mozione:

Consiglieri presenti: 31

Votanti: 30

Favorevoli: 8

Contrari: 22

Astenuti: 1 (Alberto Cerise)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Dopo questa votazione dichiaro conclusi per questa mattinata i lavori dell'adunanza del Consiglio regionale. I lavori riprenderanno alle 15,30 con la discussione dei punti 16 e 17 all'ordine del giorno.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 13,04.