Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1136 del 7 aprile 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1136/XIII - Discussione congiunta sugli schemi dei decreti legislativi concernenti norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di trasporto ferroviario e di trasferimento di funzioni in materia di assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati negli istituti penitenziari.

Président - Avant de passer au point n° 14 je dois vous communiquer que le Conseiller Caveri a déposé un rapport commun sur le projet de loi n° 87 concernant "Modificazioni alla legge regionale 19 agosto 1998 n. 46, norme in materia di segretari degli enti locali della Regione autonoma Valle d'Aosta", et sur la proposition de règlement n° 6 concernant "Modificazioni al regolamento regionale 17 agosto 1999 n. 4, ordinamento dei segretari degli enti locali della Valle d'Aosta".

Le groupe ALPE a déposé 6 amendements sur le projet de loi n° 87 concernant "Modificazioni alla legge regionale 19 agosto 1998 n. 46, norme in materia di segretari degli enti locali della Regione autonoma Valle d'Aosta".

Nous passons maintenant à la discussion conjointe des points n° 14 et n° 15 de l'ordre du jour concernant les projets de décret législatif portant dispositions d'application du Statut spécial élaborées par la Commission paritaire et soumises pour avis au Conseil de la Vallée, aux termes de l'article 48bis du Statut. Le projet de décret, sur lequel la Ie Commission a donné son avis favorable à l'unanimité, concerne "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di trasporto ferroviario" et "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste recanti il trasferimento di funzioni in materia di assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati negli istituti penitenziari".

La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Molto brevemente. Mi è stato chiesto, nel duplice ruolo di Consigliere regionale e di membro della Commissione paritetica, di riferire all'aula sul contenuto di questo decreto. Non ho capito se posso presentarli entrambi...

Presidente - ...la votazione sarà fatta separatamente, ma se vuole illustrarli assieme può farlo.

Caveri (UV) - Va bene. Per quel che riguarda la prima delle due norme di attuazione, vale a dire la norma di attuazione sulla ferrovia, ci troviamo di fronte ad un avvenimento importante per il Consiglio regionale e per la Valle d'Aosta.

Il tema della ferrovia è un tema veramente antico nella storia della Valle d'Aosta, se si pensa che in tutto l'Ottocento questo è stato il chiodo fisso dei valdostani: la richiesta di ottenere questa tratta ferroviaria ha occupato tutti i deputati che vennero eletti, a partire dallo Statuto Albertino nel 1848 fino all'ottenimento con la legge n. 2279/1865 del finanziamento per la costruzione della ferrovia. Ferrovia che venne costruita in due tratti, la prima venne consegnata nel 1875 (Ivrea/Donnas) e poi nel 1886 ci fu il primo treno che arrivò ad Aosta; la costruzione, invece, dell'altra tratta ferroviaria di cui ci occupiamo ebbe una logica diversa, era per il trasporto del materiale carbonifero di La Thuile, però ci resti stampato in testa il fatto che la realizzazione dell'Aosta/Pré-Saint-Didier iniziò nel settembre 1927 e si concluse il 28 ottobre 1928. Una roba che, rispetto alle tempistiche di realizzazione delle attuali opere pubbliche, e non essendo all'epoca degli schiavi delle piramidi egizie, fa capire che alcune procedure sugli appalti attuali tendono a far slittare di molto i lavori. Ho controllato più volte, non c'è un refuso e devo dire che pensando anche alle complicazioni tecniche della realizzazione della prima tratta, effettivamente ci troviamo di fronte a tempi di realizzazione molto brevi.

Perché è importante questa norma di attuazione? Intanto ci riferiamo all'unica ferrovia esistente in Valle d'Aosta e questo è un elemento non banale, perché invece nelle Regioni a statuto ordinario, dove questi trasferimenti sono avvenuti, ci si riferisce esclusivamente alle linee che hanno un carattere locale, mentre la nostra ha questa caratteristica assolutamente peculiare di avere un carattere locale e anche un carattere nazionale, trattandosi dell'unica proiezione ferroviaria che noi abbiamo. Poi, nell'andare a vedere la storia della ferrovia per una curiosità personale, si vede di come nel tempo purtroppo proprio nell'Ottocento non siano mai stati realizzati quei progetti verso la Francia e verso la Svizzera, di cui esisteva un'amplissima progettualità. È chiaro che una ferrovia come la nostra non ha mai avuto quello slancio per bucare le montagne e arrivare dall'altra parte, e certamente avrebbe assunto un significato diverso.

Queste norme di attuazione si riferiscono alla questione dell'esercizio della linea. Mi è capitato, ancora nei mesi passati, di leggere su alcuni giornali come Le Travail degli interrogativi di alcuni che dicevano: come mai la Bresso fa l'appalto europeo per la gestione di alcune linee e in Valle d'Aosta non si fa niente? Non si faceva niente perché non era ancora stata trasferita la competenza, quindi non era una cattiva volontà, era una gestione ancora pienamente in carico allo Stato, malgrado gli sforzi che l'Amministrazione regionale negli anni ha fatto, con gli accordi di programma quadro per migliorare la linea ferroviaria, con il pagamento parziale dei treni per migliorare la qualità della linea, con interventi sempre all'interno dell'APQ (Accordi Programma Quadro) per dare vita e vitalità alle stazioni ferroviarie ormai dismesse.

Certo è che ci troviamo - come dicevo - di fronte a punto e a capo; ce ne sono stati tanti, forse un giorno per chi scriverà, anche se di libri ne sono già stati scritti molti sulla ferrovia, manca qualcuno che abbia raccontato gli ultimi anni; certamente il venir meno del Genio ferrovieri oggi consente di poter avere quella modernizzazione della linea che, di fatto, era impedita dalla loro presenza. Questo lo dico perché ogni tanto esiste una specie di nostalgia della presenza del Genio ferrovieri che presidiava le stazioni, ma va ricordato che l'arrivo nel 1914 del Genio ferrovieri e fino al loro spostamento definitivo in Emilia Romagna, questo non ha sortito effetti di modernizzazione, proprio perché l'obsolescenza della linea serviva per quel tipo di istruzione che era utile per il personale del Genio ferrovieri.

Vi dicevo della norma di attuazione: questa si compone di quattro articoli che hanno ripreso il contenuto di norme di attuazione di cui si era già discusso in passato. So che questo può essere oggetto di critica, cioè il fatto che la norma di attuazione non trasferisca seccamente la competenza, ma preveda dei meccanismi di accordi successivi; peraltro, sia per gli aspetti finanziari che per altri tipi di aspetti, questa è quanto normalmente previsto nelle norme di attuazione. Io direi che la dizione così come è stata scritta dovrebbe garantire, se ci sarà una volontà congiunta, di poter ottenere i risultati in tempi relativamente rapidi, perché - questo viene detto dopo aver precisato l'oggetto di trasferimento che è l'intera tratta ferroviaria - all'articolo 2 si parla di questi meccanismi, sia finanziari, sia di trasferimento fisico della competenza, che consente poi di poter avere quell'appalto e di poter considerare appieno la ferrovia nell'ambito della politica trasportistica che la Regione può esercitare con maggior efficacia.

Aggiungerei che viene regolata anche con l'impresa ferroviaria e con il gestore dell'infrastruttura tutta quella questione significativa degli interventi infrastrutturali che dovranno essere svolti, perché la discussione che parecchie volte si è svolta qui è sempre stata falsata da opposti estremismi: chi, da una parte, riteneva che alla fine questa linea dovesse avere nella sua completezza un uso più propriamente metropolitano e chi, invece, riteneva - io fra questi - che questa ferrovia ha un'importanza anche per i collegamenti esterni. E questo - di cui parecchie volte abbiamo discusso con i colleghi - tenuto conto dell'evoluzione del trasporto privato che renderà importante l'utilizzo di questa linea, anche se - ma questo è un tema politico che dovrà essere affrontato in futuro - va operato un distinguo fra la Chivasso/Aosta e la Aosta/Pré-Saint-Didier, che hanno due problematiche diverse. Abbiamo ascoltato più volte, nelle dichiarazioni della Giunta, questa problematica del collegamento con la città, perché l'esistenza storica della linea ferroviaria ha spezzato la città in due e forse un giorno verrà, e ci sono dei progetti che giacciono nelle progettualità che sono state fatte in un passato distante, ma anche in un passato più recente, una riflessione su come collegare queste due tratte ferroviarie.

Ovviamente il trasferimento delle infrastrutture consentirà alla Regione anche di chiedere il trasferimento di una serie di beni, che potranno risultare utili, e c'è un ultimo articolo, l'articolo 4, che prevede la possibilità di avere una competenza in materia di sicurezza, ne abbiamo discusso in commissione; questo avviene tuttavia nell'ambito - come avviene, ad esempio, per una materia di sicurezza già trasferita alla Regione, quella sugli impianti a fune - di un sistema di norme di sicurezza che ormai non ha neanche più un rango nazionale, ma addirittura un rango europeo. Credo di poter dire che questa norma di attuazione è, per la sostanza, la norma di attuazione più importante in questa legislatura nel transito che viene fatto per il parere in questo nostro Consiglio.

L'altra norma di attuazione è più semplice da raccontare, riguarda l'assistenza sanitaria ai detenuti; anche questa è una competenza che le Regioni a statuto ordinario hanno già ottenuto. Nella scrittura della norma abbiamo tenuto conto, sulla base dello schema che ci è stato proposto dal Governo regionale, nel dialogo con la parte governativa, abbiamo potuto nei cinque articoli, al nostro parere, aggiungere oggi degli elementi migliorativi della normativa statale che dovrebbe rendere questo trasferimento più concreto ed era un trasferimento molto atteso, soprattutto dalle autorità carcerarie, che più volte in questi anni hanno manifestato la necessità di avere questa norma di attuazione. Norma che, finalmente, con la lettera di trasmissione della norma di attuazione a firma del Ministro Fitto è arrivata sul tavolo del Consiglio e, come tutti sanno, il passaggio successivo è quello con la presenza del Presidente della Regione dell'approvazione della norma al Consiglio dei Ministri.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, intervengo esclusivamente sul punto 14. Condivido pienamente l'analisi fatta dal collega Caveri, che ha ribadito l'importanza di questa norma di attuazione; condivido l'analisi che è stata fatta, per noi ha una grandissima importanza, perché riteniamo che una regione come la nostra abbia bisogno di una pluralità di collegamenti, di forme di collegamento con l'esterno e che questa pluralità di collegamenti con l'esterno, che non possono ovviamente limitarsi ai collegamenti autostradali e stradali, ma che devono essere anche di altro genere, debbano essere dei collegamenti di qualità, debbano avere una certa efficienza, perché da ciò si determina anche la qualità dell'intero sistema Valle d'Aosta. Quindi l'attenzione che è stata data ad altri tipi di collegamento e di trasporto, deve essere data anche a questo tipo di trasporto.

È evidente che questa norma contiene un lunghissimo articolo 2, che la dice lunga sul fatto che è importante acquisire delle competenze, ma è altresì importante che a queste competenze seguano anche degli adeguati finanziamenti e che questi finanziamenti debbano, dal nostro punto di vista, essere in carico allo Stato. Uno Stato che deve diventare uno Stato federale non può, in alcun modo, non tener conto che ci sono delle situazioni che sono meno interessanti dal punto di vista economico di altre. È chiaro che una tratta ferroviaria che collega due importanti città come Milano e Roma, è una tratta che si autofinanzia attraverso il biglietto che pagano gli utenti, mentre ci sono altre tratte, come quella dell'Aosta/Chivasso, che difficilmente si possono autofinanziare con gli utenti, e sono quelle che riteniamo dei servizi di cui la collettività si deve far carico.

La Valle d'Aosta ha allora assolutamente il diritto di chiedere allo Stato che le venga garantito un collegamento di questo tipo e ha il dovere di chiedere allo Stato di finanziare in modo significativo questo tipo di tratta ferroviaria. Questo è il nodo, la questione fondamentale che ci fa essere assolutamente soddisfatti per questo tipo di norma di attuazione e, dall'altra parte - ci rivolgiamo al Governo regionale per l'oggi e anche per il domani -, bisogna rendersi conto che questa cosa comporta una serie di oneri non indifferenti, perché l'abbandono in cui era stata lasciata la tratta ferroviaria è indice del fatto che non era una tratta economicamente interessante, quindi in una logica un po' troppo privatistica si era lasciato decadere questo tratto di ferrovia come un ramo secco. Invece, in una logica di solidarietà federale di uno Stato, è importante che tutti i cittadini possano godere di determinati servizi.

Ci rallegreremo quindi se vedremo arrivare cospicui finanziamenti da parte dello Stato, perché se non arrivano cospicui non cambia nulla, lo sappiamo benissimo: acquisiamo competenze di una cosa che non riusciremo a far funzionare senza cospicui finanziamenti. Ci attendiamo che ci sia questo segnale, perché non sarebbe accettabile da parte nostra che si scarichino sulla Regione le competenze e, nello stesso tempo, anche degli oneri, in una logica - ripeto - non di rapporto interessato fra Governo, non perché adesso al Governo c'è il PdL, mi sembra di aver fatto un ragionamento molto più ampio, in una logica che ogni cittadino deve godere di determinati servizi e non solo quelli che vivono nelle grandi città e possono usufruire di trasporti che sono economicamente redditizi per Trenitalia.

In questo senso c'è l'assoluto favore del nostro partito a questo tipo di norma di attuazione.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie, Presidente.

Il collega Caveri ha sempre il dono di rendere interessanti anche argomenti in sé e per sé un po' asciutti, un po' indigesti, con un'introduzione che ha avuto il pregio di riportarci alla dimensione storica di questo problema. Dimensione storica che purtroppo è tale anche per chi ha vissuto le vicende ferroviarie sulla propria pelle per generazioni, da studente, da pendolare, da lavoratore e credo che sia di poco sollievo sapere che ci sono stati tempi nei quali questa vicenda era avvertita in modo diverso, come un désenclavement della Regione, come una possibilità di maggiore collegamento, anche se sempre frustrata dalla mancanza di uno sbocco che avrebbe creato dal punto di vista della rete ferroviaria europea un aggancio più largo della Valle d'Aosta.

Qui siamo comunque a volare un po' più basso dal punto di vista della storia, ma sicuramente a fare un passo avanti che ha la sua importanza, un passo lento - come purtroppo già in altri momenti abbiamo avuto modo di sottolineare - per quanto riguarda le norme di attuazione: questa era già in gestazione nel 2007, e devo dire in un testo sostanzialmente identico a quello con il quale è approdato oggi, che siamo nel 2010, in quest'aula. Ci rallegriamo del suo arrivo e purtroppo ci rammarichiamo di altri tre anni persi rispetto a quell'impegno e a quella iniezione di risorse, ma soprattutto di decisioni e di ammodernamento che sono necessari per quanto riguarda questo settore.

Vorremmo solo mettere in avanti alcune preoccupazioni che non fanno venir meno il consenso che diamo all'adozione di questa norma, che crediamo sia quanto fosse possibile portare alla nostra Regione su questo terreno. Abbiamo già avuto modo di approfondire, anche nelle fasi istruttorie di questo provvedimento, la natura particolare di questo trasferimento e il grappolo di provvedimenti che adesso devono fare seguito, perché sembra, quando si dice "otteniamo le competenze", che la macchina sia pronta a partire, il pieno di benzina già fatto - in questo caso la locomotiva già in partenza -, ma temo che non sia così e ne dobbiamo essere consapevoli come Consiglio regionale, perché la dinamica di tutto questo trasferimento è molto macchinosa.

Il collega ha sorvolato per rapidità sulla questione, ma è giusto ricordare che nei 12 mesi successivi all'entrata in vigore, e bisogna ancora che lo deliberi il Consiglio dei Ministri, ci dovrà essere un accordo di programma fra Ministero delle infrastrutture e Ministero dell'economia - è di nuovo il Ministero dell'economia che torna in pista anche in questo campo -, Dipartimento della pubblica amministrazione e Regione per le risorse finanziarie; sarà una trattativa non facile, lo immagino, perché rientra fra quei pacchetti sgradevoli che bisogna ogni tanto aprire ed affrontare. Ma vi farà seguito nei sei mesi successivi un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per l'attuazione dei conferimenti e poi nei sei mesi - ma sappiamo, e lo sappiamo perché abbiamo avuto casi come la Motorizzazione civile che hanno triplicato la durata di questi termini che non sono perentori, ma sono solo ordinatori - nei sei mesi ancora successivi a questi accordi di programma vedremo il contratto di servizio che dovrà essere stipulato e poi ci sarà la procedura di gara per la scelta del gestore del servizio.

Non so a chi mi devo rivolgere, se al relatore o al Presidente della Regione per avere un'idea di quando potremo essere in quella condizione nella quale le Regioni vicine si sono già trovate, il Piemonte e la Lombardia in particolare, per l'assegnazione di tratte ferroviarie regionali, di cui hanno finalmente potuto diventare titolari, mettendo anche in concorrenza soggetti qualificati, soggetti pesanti a livello europeo per la gestione di questi servizi. Questo è uno scenario che ci preoccupa, come ci preoccupano questi specifici accordi di programma e il programma quadro che deve intervenire per gli interventi strutturali; insomma, tutta un'architettura ancora molto pesante e che l'Assessore Marguerettaz affronterà con il piglio che gli conosciamo e con la grande determinazione con la quale sa di dover affrontare questioni di questo calibro.

Qualche rammarico, purtroppo; anche qui l'indicazione è solo in termini di principio sulla possibilità di chiedere il trasferimento di beni e servizi, vedremo, è un capitolo ancora del tutto aperto, e sulla sicurezza del trasporto ferroviario, che non è relativa alla tratta nel suo complesso, su questo rimaniamo al di fuori. D'altra parte c'è un'autorità competente che ha queste funzioni da svolgere a livello nazionale sulla sicurezza del trasporto ferroviario, ma va ad incidere sulle tratte adibite unicamente a servizi passeggeri in ambito regionale, locale, urbano e suburbano funzionalmente isolate; non ne abbiamo tantissime, sappiamo dove potrebbe andare a cadere questa norma di attuazione, ma la questione del trenino di Cogne fa parte di un capitolo che naturalmente sarà trattato in altri momenti. Comunque è da segnalare che diventiamo titolari di una potestà amministrativa che ci può permettere la regolazione in modo diverso di quanto oggetto per decenni di trattativa, di braccio di ferro con il Ministero delle infrastrutture.

Noi, pur consapevoli di tutti questi limiti, limiti oggettivi di negoziato su un terreno difficile che ci vede non parte a sé stante, ma anche strettamente connessi con la vicina Regione Piemonte, non potremo fare il bello e il cattivo tempo su una tratta che non è esclusivamente valdostana, e quindi la tratta Aosta/Chivasso è soggetta inevitabilmente anche a negoziati che abbiamo già visto - per quanto riguarda il nodo di Chivasso - essere particolarmente delicati; vediamo se con questa carta che finalmente avremo in mano riusciremo a progredire ulteriormente.

Molta soddisfazione invece esprimiamo per l'altra norma che viene sottoposta al parere di questo Consiglio per il trasferimento di funzioni in materia di assistenza sanitaria, il personale e anche le autorità carcerarie, ma direi soprattutto chi opera più direttamente a contatto con la popolazione carceraria si aspetta - e si aspettano anche i detenuti - che ci possa essere un netto miglioramento e che possano essere eliminate alcune pastoie, che finora non hanno consentito di assicurare, in piena eguaglianza di livelli di assistenza, anche a questa parte della nostra popolazione regionale un servizio sanitario adeguato. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Visto che la discussione degli oggetti 14 e 15 è combinata, alcune considerazioni in merito all'assistenza sanitaria penitenziale.

"Educare, anzi, rieducare è lo scopo della pena". Rieducare nel rispetto della dignità umana, precisa la Costituzione, memore delle mortificazioni patite da chi, nel ventennio fascista, assaggiò la galera, "cimitero dei vivi". Mai più un carcere - così dissero i costituenti - aprendo la strada ad una vera e propria rivoluzione: carcere non più inteso come controllo dei corpi, ma come servizio a persone private della libertà. Non un luogo dove si finisce, ma dove si può ricominciare. Un carcere che produce libertà individuale, ma anche sicurezza collettiva. Ogni giorno, però, all'interno del muro di cinta si consuma la contraddizione fra l'obiettivo dichiarato dalla legge - quella ricordata prima - e la gestione quotidiana della vita, dove la rieducazione, o risocializzazione che sia, resta sulla carta e molte, troppe volte anche il rispetto della dignità di tutti quelli che sono presenti in carcere, anche dei lavoratori.

I dati più recenti, approssimati per difetto, raccolti dal DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) sulla salute percepita in carcere, mostrano un quadro allarmante; solo il 20 percento dei detenuti risulta in buona salute, mentre il 75 percento versa in condizioni mediocri o scadenti e il 4-5 percento in condizioni gravi. Peraltro, era quanto meno improbabile che un servizio sanitario organizzato all'interno del Ministero della giustizia privilegiasse le logiche di salute su quelle di controllo/ordine pubblico. Perché, se gli operatori sanitari dipendono gerarchicamente dal direttore del carcere e il Servizio sanitario dal DAP, le priorità saranno stabilite da chi, per professione e cultura, vede nel detenuto l'individuo condannato per un reato più che un cittadino che esprime anche bisogni di salute. Di certo non ha giovato anche il retaggio di secoli del carcere inteso come luogo di espiazione piuttosto che di recupero e rieducazione. Ciò ha comportato una forbice crescente fra il Servizio sanitario nazionale e le prestazioni sanitarie fornite ai cittadini liberi da un lato e il Servizio sanitario penitenziario e le relative prestazioni ai detenuti dall'altro. Tutto ciò per dire che oggi si compie nella nostra regione un passo avanti in quel percorso indicato proprio dalla Costituzione: "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".

Dopo due anni esatti dall'entrata in vigore della riforma, che avrebbe dovuto attuare il riordino del decreto legislativo n. 230/1999, la sanità penitenziaria regionale sta diventando finalmente una realtà. Una riforma che riguarda la salute della popolazione detenuta, ma che riguarda anche la salute della collettività; senza cure efficaci le migliaia e migliaia di malati di epatite B e C e quelli sieropositivi e la recrudescenza della tubercolosi sono un pericolo per i detenuti, ma anche per tutta la popolazione. Sappiamo, dalla risposta dell'Assessore Lanièce alla nostra interrogazione di ottobre 2009, che è stato predisposto dai competenti uffici dell'Assessorato un programma di indirizzo rispetto alle criticità ed alle azioni prioritarie di intervento; speriamo che la Commissione paritetica per il coordinamento degli interventi possa al più presto renderlo operativo.

Permettetemi, in conclusione, di ricordare due fatti di cronaca relativi proprio alla situazione sanitaria della casa circondariale di Brissogne. La morte per arresto cardiaco del detenuto Fiorenzo Sarchi, 60 anni, avvenuta il 27 dicembre 2009. L'uomo che stava scontando una pena definitiva era affetto da AIDS conclamato e da gravissime deficienze immunitarie. "Ciò nonostante" - leggo da un'interrogazione parlamentare - "pur essendo le sue condizioni di salute incompatibili con il regime carcerario, continuava a rimanere in cella". L'interrogazione chiedeva di sapere se "era stata garantita quell'adeguata e tempestiva assistenza sanitaria che le precarie condizioni di salute richiedevano". Lo sciopero, il secondo fatto, di medici e di infermieri il 18 gennaio 2010 che, dopo due mesi senza compenso, hanno appeso il camice al chiodo. Certo, un comportamento poco ortodosso, ma la stanchezza e l'esasperazione hanno fatto nascere la protesta.

Lo schema di decreto legislativo è un buon segnale per un'inversione di rotta, un segnale positivo, come lo sono quello dell'inaugurazione della lavanderia il prossimo 19 aprile ed il clima di fiducia e di speranza che circonda il lavoro del nuovo direttore a quanto mi risulta. Forse è iniziato davvero e a passo spedito quel percorso indicato dalla Carta costituzionale; per questo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico anche su queste norme di attuazione.

Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Brevemente, per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per portare a termine questo percorso e questo parere sulla norma di attuazione; speriamo arrivi presto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sicuramente su questo tema - è stato detto dai colleghi - apriamo una fase... i tempi ricordati dal collega Louvin, che ringrazio per la confiance sull'attività, sono dei tempi massimi, speriamo di bruciare le tappe, ma sicuramente sarà un'operazione non da poco.

Dividerei in due le attività da svolgere, perché abbiamo il capitolo delle grandi opere, capitolo dove immaginiamo degli investimenti che vanno a rivoluzionare drasticamente la nostra linea, ma abbiamo nel breve termine la necessità di dare una certezza ai nostri cittadini, perché oggi, al di là delle grandi opere (l'elettrificazione, le gallerie di Montjovet, le gallerie di Ivrea, ammesso che si possano fare, che sono temi che verranno risolti con dei tempi medi), abbiamo la necessità di assicurare ai nostri cittadini il rispetto degli orari, abbiamo la necessità di avere le carrozze pulite, abbiamo la necessità di avere le biglietterie funzionanti; quindi non vorrei che, perdendoci nei grandi temi, non riuscissimo a dare delle risposte immediate.

Questa norma ci permetterà, appena troverà una sua concretezza, di avere delle leve del comando per interloquire con Trenitalia, in modo da avere dei contratti di servizio che vengono rispettati. Su questo tema c'è il nostro massimo impegno e riteniamo di poter dare delle risposte immediate. Cercheremo di avere al più presto la definizione delle varie questioni. Vi ricordo che già oggi c'è una fase di confronto molto dura fra Trenitalia e il Ministero, perché il servizio che viene prestato oggi Trenitalia lo quota 25.000.000 di euro, mentre il Ministero gliene riconosce solo 23, quindi abbiamo già 2.000.000 che ballano: rispetto a questo abbiamo la consapevolezza di fare delle azioni che vogliono dare delle risposte subito.

Pregherei... e ringrazio per il tono e l'aiuto che è stato dato da tutti i gruppi, nel proseguire questo dossier evitando di mettere un'azione in concorrenza con l'altra, perché molte volte che abbiamo delle cose che non ci convincono diciamo: ecco, fanno queste cose perché non si occupano della ferrovia! Vorrei dire a tutti che noi, della ferrovia, ci occupiamo costantemente e in modo assoluto, e non è che se facciamo delle altre iniziative nel contempo dimentichiamo la ferrovia. La ferrovia non è patrimonio di una forza politica di maggioranza o di opposizione, è un patrimonio di tutti e lo stiamo seguendo con attenzione per tutti. Quindi evitiamo, ogni volta che abbiamo qualcosa che non ci convince, di dire: ecco, perché non si occupano della ferrovia... della ferrovia ce ne occupiamo, e ce ne occupiamo tanto!

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente.

Naturalmente, nell'esprimere la mia soddisfazione per un percorso che si sta concludendo, questo delle norme di attuazione legate al trasferimento di funzioni in materia di assistenza sanitaria, per portare a conoscenza che, come ho detto in sede di un' interpellanza alcuni mesi fa, e per aggiornare i passaggi che sono stati fatti, già da un anno c'è questa Commissione paritetica in materia sociosanitaria che si è insediata il 22 maggio scorso, appunto questa commissione dovuta al protocollo d'intesa fra il Ministero della giustizia e la Regione Valle d'Aosta. Questa commissione ha già lavorato in modo importante su dei punti precisi: l'individuazione di modelli organizzativi per il trasferimento delle funzioni, la presa in carico della strumentazione dei locali adibiti e da adibire a presidio sanitario, il trasferimento dei rapporti di lavoro delle figure sanitarie, la definizione chiara delle priorità di intervento sanitario delle comunità carcerarie. Abbiamo già fatto due sopralluoghi a luglio 2009 con il dottor Mazzeo e, in seguito all'insediamento del nuovo direttore, dottor Minervini, circa un mese e mezzo fa abbiamo fatto un nuovo sopralluogo per definire in modo preciso quali siano i requisiti minimi per le strutture da adibire ad ambulatori, eccetera. La Commissione paritetica sociosanitaria ha elaborato un documento, linee di indirizzo di trasferimento dei rapporti di lavoro del sistema sanitario e del personale sanitario operante in materia di sanità penitenziaria, che stabilisce i punti summenzionati, quindi un documento operativo, per cui appena saranno licenziate queste norme di attuazione, saremo pronti a lavorare in modo operativo. Grazie.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente.

Volevo solo, oltre ai ringraziamenti che sono già stati fatti al relatore per aver voluto ricordare la storia della ferrovia, e quindi agevolare la comprensione dei problemi che ancora oggi abbiamo, malgrado siano passati anni da quando abbiamo la ferrovia... ma di ammodernamento non si è mai parlato: praticamente abbiamo la ferrovia e dall'inaugurazione è sempre la stessa, quindi possiamo essere tranquilli, guardando le fotografie, non abbiamo da cambiare soggetto, è sempre lì.

Due brevissime osservazioni sul discorso della ferrovia. Nel tempo intercorso fra la predisposizione della norma e il tempo di approvazione, purtroppo dobbiamo dire che in questo caso i tempi sono stati troppo lunghi, soprattutto per mettere un punto fermo non ad una definizione, ma ad una partenza che prevede una serie di percorsi molto difficili e lunghi. Su questo voglio sicuramente confermare che è importantissimo che si chiuda una fase di indeterminatezza per quanto riguarda le competenze, ma si apre una fase di grandi scelte, e credo che su questo anche in Consiglio non sarebbe sbagliato portare su questo tema una riflessione. Riflessione che si rivolge a tre aspetti fondamentali: il primo, è la linea Aosta/Chivasso, che - come ha ricordato Caveri - incide non solo per la Valle d'Aosta, ma anche per il Piemonte. Credo che su questo asse lo sforzo sarà importante per riuscire a capire se vogliamo una ferrovia degna di questo nome, il che significa rifare un percorso che permetta di avere delle velocità compatibili, oppure si vuole fare qualche galleria, dopodiché il risultato sarà sempre quello che abbiamo.

Ora, questa scelta si inserisce in quella che è la trattativa del punto 2 del secondo comma dell'articolo 2, che è la più difficile, perché si parla dell'esigenza di arrivare fra Regione, Ministeri e il gestore, e i punti sono: adeguamento delle infrastrutture, realizzazione di nuove opere. Evidentemente su questo c'è lo sforzo più consistente, perché qui si deve decidere cosa si vuole fare e dove sono le risorse per farlo, altrimenti rischiamo di avere, come per la "Lunetta" di Chivasso - per la parte piemontese - 20.000.000 di euro congelati da quattro anni e non si è fatto ancora nulla! Se per fare la "Lunetta" in quattro anni non si è ancora deciso come si fa, immaginiamoci per la tratta Aosta/Chivasso! E questo è il punto n. 1, là dove l'impegno parte da domani.

Poi c'è l'altro punto: Aosta. Credo che la ferrovia su Aosta abbia un impatto importantissimo. Ricordo che ci sono dei progetti allo studio per l'interramento della stazione ferroviaria, il che è un altro punto importante; ci sono progetti finanziati a livello comunitario che stanno seguendo questa fase. Anche questa parte diventerà uno dei punti qualificanti oppure che andranno di nuovo a memoria per quanto riguarda la politica per la città di Aosta. Collegato con l'interramento della stazione c'è, per Aosta, il discorso dell'eventuale metropolitana per quanto riguarda il punto est-ovest, il trasferimento e anche adesso che abbiamo parlato di people mover, cioè del collegamento nord-sud, è emerso con chiarezza l'utilizzo possibile di una tratta, di parte della ferrovia come metropolitana, come trasferimento leggero da est a ovest. Ora, da domani, c'è una nuova possibilità di incidere su questo punto in termini credo molto più consistenti.

Il terzo punto è l'Aosta/Pré-Saint-Didier, là dove le soluzioni si sbizzarriscono, credo che sarà un tema di grande rilievo.

Queste tre tematiche potrebbero fare oggetto di una discussione che almeno fissi le linee, dopodiché sui singoli punti ognuno vedrà come attivare le risorse per riuscire a dare corpo all'interesse per queste tre soluzioni, se sono condivise, in modo che anche con il Comune di Aosta, che dovrà prendere in mano questo, ci sia chiarezza sugli indirizzi. Ho voluto sottolineare questo aspetto, perché mi sembra sia la base dello sforzo che in futuro dovrà essere fatto. Vorrei anche ricordare che sulla gestione... correttamente l'Assessore Marguerettaz ha detto che molte delle difficoltà emergono dalla gestione dell'attuale sistema ferroviaria, che oggi è RFI... domani sarà un appalto pubblico per vedere la gestione.

Non credo sia necessario essere profeti per dire che l'interesse per la nostra tratta sarà residuale, cioè non è che ci sarà tanta voglia di venire a gestire la Torino/Aosta, quindi mi immagino che, anche qui, bisognerà attivare dei meccanismi compensativi, perché non ci sarà "grasso che cola" da questa tratta, non mi risulta che abbiano fatto degli utili, al di là della discussione che c'è ancora con il Ministero, 2.000.000 in più o in meno, sulla gestione attuale. Questi sono i problemi veri che da domani, con questa norma di attuazione, avremo in carico, e non sono pochi, perché anche tutte le altre norme si riferiscono a tempi che sicuramente dovranno essere visti con molta attenzione.

Sull'ultimo punto, il discorso del sistema sanitario nelle carceri, credo che questa norma sia stata fatta in tempi molto più rapidi, perché questo servizio è stato sempre garantito, poiché non c'è mai stata assenza di assistenza. In questo caso viene normato, è un favore che viene fatto ad una struttura che giustamente è presente e a cui abbiamo sempre dato le risposte in tempi rapidi. Ci auguriamo che oggi con la stabilizzazione - come è stato ricordato dal collega Rigo - del direttore ci sia anche un interlocutore che ci permetta di lavorare in termini più rapidi e più efficienti. Grazie.