Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1024 del 10 febbraio 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1024/XIII - Interpellanza: "Approfondimento delle modalità del trattamento finale dei rifiuti indifferenziati".

Interpellanza

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 3343 del 1° dicembre 2009 nella quale si indica come scenario per il trattamento finale dei rifiuti urbani indifferenziati la valorizzazione energetica da attuarsi attraverso un sistema di gassificazione;

Ricordati anche i continui cambi di orientamento in materia di trattamento rifiuti manifestati in questi mesi dalla Giunta regionale;

Sottolineata la necessità che siano potenziate le attività finalizzate a perseguire livelli importanti di raccolta differenziata e alla riduzione e prevenzione nella produzione dei rifiuti;

Richiamate le affermazioni del Prof. Giuseppe Genon in occasione dell'incontro di Quart, sull'utilità di fare un LCA (life cycle assesment), una valutazione del ciclo nel suo complesso, anche nel caso di una non chiusura del ciclo dei rifiuti indifferenziati sul territorio valdostano;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) se è intenzione della Giunta regionale approfondire con un LCA l'ipotesi di chiudere il ciclo rifiuti al di fuori del territorio regionale;

2) in che tempi e con quali obiettivi si intende potenziare la raccolta differenziata e la riduzione della quantità dei rifiuti prodotti.

F.to: Bertin - Louvin - Patrizia Morelli

Président - La parole au Conseiller Bertin.

Bertin (VdAV-R) - Questa interpellanza prende spunto dalla delibera di Giunta con la quale due mesi fa viene indicata, come nuovo scenario per il trattamento finale dei rifiuti urbani indifferenziati, la valorizzazione energetica con il gassificatore. Dopo i ripetuti cambiamenti di orientamento ai quali abbiamo assistito in questi ultimi due anni... in un primo tempo l'idea principale - del tutto insensata, peraltro - dell'inceneritore, poi un cambio repentino di indirizzo con cui si è ipotizzata la soluzione TOR, in seguito il CDRQ da utilizzarsi come combustibile per il teleriscaldamento e adesso - pare - la gassificazione... se ipotesi, scenario o decisione già assunta in modo definitivo, non si è ancora capito.

Riteniamo che, visti anche i precedenti, sia il caso di valutare tutti gli scenari possibili prima di prendere una decisione definitiva e permettere un confronto aperto con tutta la comunità. Non esiste una sola soluzione per affrontare questo problema, lo abbiamo visto già quando si è cercato di far passare l'inceneritore come unica possibilità per gestire i rifiuti in Valle d'Aosta, abbiamo visto che poi non era tale, dal momento che addirittura voi l'avete accantonata. Non esiste una sola soluzione, ne esistono diverse; si tratta di scegliere quella che meglio si adatta al territorio ed alle dimensioni della nostra regione, tenendo conto che le scelte precostituite e autoritarie rischiano di produrre soltanto dei danni.

È per questo che chiediamo di andare con calma e soprattutto di approfondire tutte le ipotesi; in ragione anche delle piccole dimensioni e dei piccoli numeri della nostra regione chiediamo che venga analizzata e approfondita anche l'ipotesi di chiudere il ciclo fuori del territorio della nostra regione, come era previsto dal piano rifiuti qualche anno fa. Questa ipotesi è anche indicata come alternativa dal prof. Genon, vostro consulente, che ha affermato - quando ha presentato a Quart la gassificazione - che valuta interessante ed utile fare un LCA per valutare il ciclo globale nel suo complesso, anche nel caso di non chiusura del ciclo in Valle d'Aosta. Fra l'altro, correttamente, questa ipotesi è riportata anche nello studio dell'ing. Cout, che poi però non l'aveva approfondita e che è, come diceva lo stesso Genon, al momento è l'alternativa immediata alla costruzione di un gassificatore.

Intanto ci troviamo ancora in una fase preliminare, non abbiamo ancora capito che tipo di impianto faremo come gassificazione, qual è il costo, si tratta di 50-60-70.000.000 di euro, e non abbiamo ancora ben presente le dimensioni di questo impianto. Pertanto, visto che siamo in una fase preliminare, è interessante vagliare tutte le ipotesi, anche in funzione delle dimensioni dell'impianto e quindi dei costi di gestione e di realizzazione, per capire quanta - e questa è la nostra seconda domanda - produzione di rifiuti si intende mandare alla gassificazione, quindi capire in che tempi e in che modi si vuole ridurre la produzione dei rifiuti e quindi il trattamento. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Zublena Manuela.

Zublena (UV) - Grazie, Presidente.

Prima di rispondere ai quesiti, non posso non rilevare una contraddizione nell'illustrazione dell'interpellanza. Da un lato, infatti, nel testo sembra essere data una sottolineatura negativa al fatto che siano stati valutati più scenari, definendoli "continui cambiamenti"; dall'altro, invece, si auspica di prendere in considerazione tutti gli scenari possibili, quindi senza andare in una direzione preordinata. Credo che si debba fare un po' di chiarezza sulla volontà. Riteniamo che sia opportuno - e in questo senso abbiamo operato - considerare un ampio spettro di scenari, certo non rifacendo il percorso fatto dal precedente Governo, ma cercando di andare avanti e portare contributi ulteriori.

Detto questo, nel primo punto, si richiede un ulteriore approfondimento con l'analisi LCA (life cycle assesment); questo è un metodo ben conosciuto e infatti, negli studi specialistici che l'Amministrazione regionale ha finora commissionato, è presente uno studio di questo tipo. Il documento principale è quello predisposto dal prof. Giugliano, del Politecnico di Milano, nel novembre 2007, uno studio di approfondimento che riguarda il confronto di impatto di due scenari, fra cui il trasporto fuori Valle dei rifiuti, considerando alcuni effetti, tipo: l'effetto serra, l'acidificazione, la tossicità umana, la formazione fotochimica di ozono. Non entro nel merito e rimando per tutti gli approfondimenti agli studi che da tempo sono sul sito dell'area "territorio e ambiente". Anche ARPA ha fatto ulteriori approfondimenti secondo il metodo LCA, illustrati con note di aprile e giugno 2009, anche queste disponibili sul sito.

Che dire, allora, degli studi LCA? Questi rappresentano - credo sia opportuno specificarlo - un metodo di supporto alle decisioni, perché permettono di comparare vari scenari, ma non possiamo avere la presunzione che siano assunti come valutazione unica e decisiva, innanzitutto per le numerose componenti, gli indicatori coinvolti e soprattutto per i pesi attribuiti agli stessi, che sappiamo come possano spostare l'esito finale in funzione della scelta di parametri di scenario. Scelta che inevitabilmente ha degli aspetti di discrezionalità, senza venir meno ad un rigore scientifico. Inoltre gli elementi d'informazione oggi disponibili, che provengono dagli studi LCA, devono essere integrati con altre valutazioni; le informazioni che provengono dall'insieme degli studi sono in grado di condurci ad una decisione strategica, dove però le diverse componenti in gioco devono essere pesate da valutazioni politiche, e soprattutto dagli obiettivi che questa Regione vuole porsi sul tema dei rifiuti.

Credo che, al punto in cui siamo, rimandare a continui ed ulteriori approfondimenti non rappresenti una concreta utilità. Questo non significa che come Assessorato non si stia realizzando il possibile in termini di continuo monitoraggio e valutazione dei fattori coinvolti, che sono fattori ambientali, economici, tecnologici, sociali, normativi, che sappiamo essere in continua evoluzione, e questo anche con la collaborazione - per le parti di competenza - di ARPA.

La chiusura del ciclo fuori o dentro la nostra Regione, se rappresenta senza dubbio una scelta ambientale in termini di impatto globale, ma anche locale, ora deve essere messa in relazione anche ad aspetti normativi, economici e di tempistica; non dimentichiamo anche il fattore di valutazione di urgenza di un intervento e del contesto socio-politico che ci circonda. Quindi ora è il tempo della politica, che può e deve fare la sua parte.

Circa il secondo punto dell'interpellanza, credo che nel merito della tematica sulla riduzione e differenziazione dei rifiuti, con tutto ciò che è stato fatto, detto e pubblicato, sia dai media, sia rendicontato in questa sede, non rimarrebbe che richiamare le numerose risposte che sono state finora fornite - io le ho raccolte, sono già un bel dossier -, nonché richiamare le iniziative assunte. Vi invito a vedere i due brevi video che sono inseriti sul sito della Regione per rendersene conto.

Comunque, per non apparire ripetitiva, rinvio a tutti gli interventi per gli opportuni approfondimenti; non volendo neppure essere scortese, fornisco ancora una volta alcune brevi considerazioni. Gli obiettivi di riduzione di raccolta differenziata sono contenuti sia nella legge regionale n. 31/2007 che nella direttiva del novembre 2008 del Consiglio del Parlamento europeo, che sono in corso di recepimento da parte dello Stato italiano. Allo stesso modo le disposizioni richiamate fissano i tempi entro i quali i vari Stati membri sono tenuti a provvedere. Tuttavia, questi obiettivi sui quali - sia come Amministrazione regionale, sia a livello di Amministrazioni locali - siamo impegnati, sono comunque obiettivi che consideriamo sterili, senza un reale coinvolgimento ed un'adeguata sensibilizzazione della popolazione. E non è una questione di sanzioni o di obblighi, ma una questione di civiltà e di responsabilità, alla quale mirano innanzitutto le iniziative che abbiamo avviato, anche con la Settimana europea sulla riduzione dei rifiuti del novembre scorso, e con quelle che proseguono o prenderanno avvio dopo averle discusse in seno all'Osservatorio regionale dei rifiuti, la cui convocazione è prevista per inizio marzo.

Président - La parole au Conseiller Bertin.

Bertin (VdAV-R) - Grazie, Presidente.

Per venire alle due risposte dell'Assessore, nella seconda risposta è importante capire in che tempi e in che modi si vuole ridurre la produzione e poi il trattamento dei rifiuti, anche in rapporto alle dimensioni che si vuole dare al nuovo impianto che si farà. Indipendentemente dall'impianto che si farà, una cosa è trattare 50.000 tonnellate o 20.000, l'impianto cambia, cambiano i costi e cambiano anche i costi di realizzazione e di gestione, per cui è importante capire già da ora, fra tre anni, quando l'impianto sarà realizzato, che tipo di scenario da questo punto di vista ci sarà in Valle d'Aosta, perché questo permetterebbe di avere qualche dato più preciso rispetto ai costi di questa operazione, che è uno degli aspetti non molto chiari della gassificazione, nel senso che non si sa bene quanto costerà, anche perché, in Italia, di impianti di gassificazione ce n'è solo uno funzionante da solo un anno e ha caratteristiche del tutto diverse da quelle ipotizzabili in Valle d'Aosta. È l'impianto di Roma che gestisce quantità enormi di rifiuti e che, tra l'altro, prevede anche un pretrattamento dei rifiuti, quindi un rifiuto omogeneo che viene poi portato alla gassificazione con rendimenti che sono diversi rispetto ad un sistema che non prevede un pretrattamento, con costi superiori. Per questo ci interessava sapere quante tonnellate si volevano gestire fra due o tre anni a Brissogne; la risposta non ci è stata data e non siano soddisfatti. Poi, giustamente, si faceva l'elenco delle iniziative fatte dall'Assessorato come la settimana per la riduzione dei rifiuti, di cui però alla fine abbiamo visto che i risultati concreti sono ben pochi, come è inevitabile da un certo punto di vista.

Per quanto riguarda la prima domanda siamo insoddisfatti, perché a nostro avviso vanno approfondite tutte le ipotesi e, come abbiamo visto ultimamente, gli scenari e anche gli stessi studi cambiano. Infatti gli stessi vostri consulenti, appena 24 mesi fa, concludevano uno studio alla III Commissione, riferito al gassificatore, come un impianto del tutto inadatto alla situazione valdostana, quindi - se prendessimo soltanto in considerazione gli studi già fatti - questa nuova ipotesi andava già scartata, dunque spendere qualche soldo per approfondire di più tutte le ipotesi è indispensabile, soprattutto perché la scelta che faremo, oltre che costosa perché richiederà un investimento di decine di milioni di euro, avrà delle conseguenze sul futuro della Valle d'Aosta. Siamo comunque, anche in questo caso, evidentemente insoddisfatti. Grazie.