Oggetto del Consiglio n. 951 del 17 dicembre 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 951/XIII - Rinvio alla II Commissione consiliare permanente della mozione: " Invito al Governo e al Parlamento a non prorogare le norme che limitano l'accesso ai punti internet pubblici".
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Colleghi, avete avuto modo di leggere e spero di esaminare questa proposta. A fine anno scade l'operatività di una legge che porta il nome del Ministro degli interni dell'epoca, Onorevole Pisanu, che aveva introdotto, in un momento particolarmente delicato - era all'indomani dei fatti di Londra, dei gravi attentati terroristici del 7 luglio di quell'anno - delle norme particolarmente restrittive che non hanno uguali nelle democrazie occidentali, che vincolano l'accesso in internet su tutto il territorio nazionale alla registrazione dell'identità di chi utilizza la connessione. Anche la biblioteca regionale - oggi non c'è l'Assessore Viérin, ma penso che ve lo potrebbe confermare -, come qualunque altro soggetto gestore di attività internet, è soggetta a norme particolarmente restrittive, alla registrazione obbligatoria dell'identità di chiunque utilizza la connessione. La stessa legge assoggetta anche la concessione dell'accesso ad internet nei pubblici esercizi ad obblighi particolarmente stringenti, come la richiesta di una speciale licenza al Questore e obbliga tutti gli esercizi pubblici che offrono l'accesso ad internet all'identificazione nominale di ciascun utente attraverso registrazione manuale dell'identità dello stesso, con un pregiudizio che non è di poco conto visto che questi oneri rappresentano un disincentivo enorme a creare delle reti wireless aperte, ossia delle reti di accesso libero, senza collegamento fisico alla rete e quindi sono indirettamente anche un rallentamento alla crescita tecnologica e culturale del Paese. Questa è un'osservazione che non ha il pregio dell'originalità. Mi permetto semplicemente di segnalare che proprio in queste ultime settimane analoghe iniziative sono state avviate anche in sede parlamentare, ne ho sotto gli occhi una di una forza governativa: si tratta essenzialmente di parlamentari de Il Popolo della libertà, che propone anch'esso una modifica nel senso liberalizzatore di queste norme, cosa sulla quale anche un gruppo piuttosto ampio di intellettuali di ogni orientamento si è schierato.
Ora in una Regione che primeggia nell'uso di internet, come abbiamo appreso nella giornata di ieri dal forum della pubblica amministrazione, credo che possa venire un segnale preciso nel senso di allentare questa morsa, senza nulla togliere a condizioni di sicurezza di ordine generale, perché l'identificabilità dei segnali è comunque rilevabile, ma crediamo che questo permetterebbe uno sviluppo della tecnologia wireless a più ampia portata e una più libera accessibilità della rete da parte di chiunque. Auspichiamo quindi che le norme che sono contenute nel decreto legge n. 144/2005 e pregherei in questo senso, qualora venisse accolta la mozione, di integrare con una precisazione formale il riferimento... convertito in legge con modificazione dall'articolo 1 della legge 31 luglio 2005 n. 155... che ci possa essere un segnale aperto, di sollecitazione da parte del nostro Consiglio nei confronti del Parlamento, che sarà chiamato fra poco a ripronunciarsi sulla questione. Grazie.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Se è vero che l'uso di internet è stato favorito e si è cercato di attivare tutti i rapporti, le procedure di collegamento che migliorino i rapporti interistituzionali, come è stato detto anche oggi, è altrettanto vero che, come correttamente ha ricordato il collega Louvin, questa restrizione che scade a fine anno era nata per motivi di sicurezza. Voglio solo riferire che proprio oggi da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri è stata presentata la proposta che prevede la proroga della stessa al 31 dicembre 2010, ribadendo che alla base di queste valutazioni ci sono motivi di sicurezza, di contrasto al terrorismo internazionale.
Non entro, come può capire il collega, nel merito della scelta, però le ragioni che sono state apportate credo possano ancora essere convincenti. Ritengo che anche quel poco che è apparso sui mezzi di comunicazione tramite stampa e video abbia risollevato questo tema dell'utilizzo di tali mezzi da parte di organizzazioni terroristiche e così via. Tenuto conto che c'è questa impostazione da parte del Ministero dell'interno - e, per quanto ci riguarda, non abbiamo elementi per dire che non sono reali le motivazioni -, chiedo una valutazione al collega se a fronte di questo ritiene di ritirare la mozione, altrimenti ci asteniamo per le ragioni che ho appena detto, ribadendo che noi crediamo all'aspetto della liberalizzazione, ossia del fatto che non ci siano più questi vincoli ma, fintanto che ci sono ragioni di sicurezza, non abbiamo altre ragioni da contrapporre a questa che è una ragione valida. Ripeto: è notizia di oggi, se vuole, le do la copia del deliberato. Con queste motivazioni ci rimane difficile intervenire in modo difforme da tali proposte.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Quella che speravamo fosse una questione condivisa sulla base di un ragionamento che fa astrazione dall'eccezionalità dei momenti viene purtroppo di nuovo ad essere segnata da reazioni a me pare qualche volta esagerate a fronte di pericoli reali, comunque, che non sottovalutiamo. Do lettura, colleghi, di ciò che scrivono nella loro relazione i Parlamentari che hanno proposto di rimuovere questo vincolo, ne do lettura, vi faccio perdere qualche secondo, ma lo credo utile in relazione a questo problema che ha evidenziato il Presidente della Regione: "È opportuno evidenziare che in nessun Paese occidentale, neppure laddove sono più rigorose le misure contro il terrorismo, è prevista una normativa tanto restringente in materia di necessità e modalità di identificazione di chi accede ad internet tramite postazioni pubbliche. Si pensi - scrivono i promotori di questa proposta di legge, che tendeva a sopprimere queste limitazioni, primo firmatario il Deputato Cassinelli e fra essi numerosi parlamentari molto noti anche in Parlamento, quindi non frange isolate - che neppure all'interno della legge n. 107/1956 degli Stati Uniti, il cosiddetto "USA Patriot Act", che è stato firmato dal Presidente George Bush il 26 ottobre 2001 a seguito degli attentati dell'11 settembre, si trovano disposizioni di simile tenore". In un momento di serena valutazione è stato ritenuto che queste norme fossero decisamente al di là del necessario.
Ora, noi possiamo astrattamente capire... fra pochi minuti discuteremo una risoluzione che propongono anche i colleghi del centro-destra, che darà spero il segno di un atteggiamento pacato di quest'aula, ma noi siamo su posizioni non maroniane in questo, non legate alla valutazione che fa il Ministro degli interni dal suo punto di vista e non riteniamo di doverle sottoscrivere e condividere. Posso capire che il Presidente della Regione abbia delle remore sul piano del ruolo istituzionale in questo momento... mi rivolgo peraltro ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione, che non hanno un ruolo prefettizio, quindi anche posso capire il dovuto riserbo su una questione sulla quale saranno chiamati eventualmente ad intervenire nell'esercizio di funzioni diverse. Sul piano politico, colleghi, questa Assemblea è sollecitata da noi a prendere una posizione che, a nostro modo di vedere, non può che essere liberale rispetto all'accesso alla rete e alle possibilità di libera comunicazione, ribadisco, attentamente valutate non solo da parlamentari, ma da autorevoli personalità e dallo stesso ex Garante della privacy che ha voluto sottoscrivere, il prof. Rodotà, questo appello, il cosiddetto "appello dei 100", affinché queste norme, a nostro giudizio illiberali, potessero essere espunte dal nostro ordinamento. È una norma inutile che nuoce alla libertà e all'economia; non ci sono delle ragioni che ne richiedano il mantenimento, fra gli altri la Presidente Bresso, ma molti altri autorevolissimi personaggi hanno sottoscritto questo appello e noi lo riteniamo condivisibile e ne auspichiamo l'approvazione.
Président - La parole au Conseiller Caveri.
Caveri (UV) - Anch'io inviterei il collega Louvin a ritirare questa mozione non perché oggi non ci si possa esprimere, nel senso che questo è un argomento che è dibattuto da moltissimo tempo, fra l'altro caso vuole che l'Onorevole Cassinelli del PdL sia ben noto in Valle d'Aosta, perché è stato Commissario straordinario della liquidazione della Tecdis, ma è vero che tale questione adesso si mischia da una parte con la proroga del provvedimento governativo di cui al momento non conosco (essendo una persona interessata ad una massima liberalizzazione del Wi-Fi), nel contenuto e secondariamente credo sia interessante capire cosa nel prossimo Consiglio dei ministri andrà in materia di Internet, tema strettamente collegato, essendo previsto da parte di Maroni un disegno di legge che inerisce questa materia. Credo sia logico poterne discutere in II Commissione, che si occupa del sistema informativo per vedere in aula se e come presentare un provvedimento.
È vero che il "decreto Pisanu" fu scritto all'indomani di vicende terroristiche che hanno reso particolarmente difficile sia per chi commercializza Wi-Fi, sia per chi utilizza Wi-Fi, l'utilizzo di queste reti che sono naturalmente il futuro, perché chi viaggia all'estero (lei è appena stato a Barcellona), capita a Bruxelles, o capita a Londra... ormai i Wi-Fi liberalizzati sono la realtà del futuro di Internet. È anche vero che il problema che il "decreto Pisanu" poneva, che era quello del controllo dei computer anonimi, quindi l'identificazione... io ci sono passato, nel senso che, se non ci fosse stato il "decreto Pisanu", mai sarebbe stato preso l'autore materiale di chi mandava contro il sottoscritto e la sua famiglia dei blog anonimi sulla rete. Il "decreto Pisanu" su un cybercaffé, ossia sull'identificativo di un computer anonimo, ha consentito di identificare fisicamente chi era la persona che, per navigare a quell'ora, aveva dovuto lasciare un documento di identificazione.
Credo che il tema non sia così banale, perché dobbiamo essere liberi di poter navigare laddove il nostro identificativo consente di poter capire chi ha usato quel computer o io stesso devo dire che ho usato quel computer; molto più difficoltoso è laddove, come nelle biblioteche pubbliche o negli internet caffè, uno può usare quel computer ed eventualmente... perché questa era la ratio con cui Pisanu aveva reagito con delle norme che esistono in pochi Paesi del mondo e paradossalmente gli Stati Uniti sono più liberali... Io ritengo che oggi, non conoscendo il testo del Governo, non sapendo cosa il Governo scriverà su Internet - e non è indifferente -, perché c'è un interesse del Governo che non sappiamo ancora come si concretizzerà rispetto alla possibilità di scrivere sui social network - che sono ormai intimamente collegati dal punto di vista contenutistico e culturale -, rispetto alla questione della liberalizzazione della rete, sarebbe logico, per poter trovare una posizione che sia condivisa al massimo e non sia sterilmente una contrapposizione - ha ragione il Presidente... Noi, alla luce di un decreto, oggi non potremmo che astenerci, mentre il tema mi sembra più complesso -, riportarlo in II Commissione, sapendo che l'argomento avrà delle implicazioni ulteriori con il nuovo disegno di legge governativo.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Il suggerimento è sicuramente apprezzabile e non abbiamo un'urgenza diretta a chiedere il voto sulla questione se c'è questa disponibilità da parte della maggioranza agli approfondimenti che si rendono utili o necessari. Avevamo delle notizie leggermente diverse dalle sue, Presidente, avevamo notizia che vi fosse semplicemente (ma è un dispaccio delle 14,00) un'intesa sul disegno di legge con cui verranno individuate nuove norme per il Web e non sull'approvazione già oggi di una norma vera e propria. Se questa è la necessità - e ci sono state rappresentate delle ragioni che mi paiono di assoluto buon senso - e se il Presidente del Consiglio acconsente ad un affidamento della questione immediato alla II Commissione, affinché nelle prossime settimane faccia i dovuti approfondimenti, siamo perché questo venga fatto e si possa discutere della questione con la dovuta attenzione. Non è intento di questo gruppo "strattonare" su una pronuncia che non sia sufficientemente meditata da parte di tutti i colleghi. Grazie.
Président - Si j'ai bien compris, la motion est retirée et le contenu de la motion est envoyé à l'examen de la IIe Commission. Tout le monde est d'accord?
Il Consiglio prende atto.