Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 916 del 2 dicembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 916/XIII - Disegno di legge: "Istituzione del Gruppo europeo di cooperazione territoriale Euroregione Alpi Mediterraneo - Eurorégion Alpes Méditerranée (GECT ALPMED)".

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. La Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, unitamente alle Regioni Piemonte, Liguria, Provence-Alpes-Côte d'Azur e Rhône-Alpes, favorisce una strategia congiunta di sviluppo economico e sociale e di promozione comune nei confronti delle istituzioni europee, al fine di rafforzare i legami economici, sociali e culturali tra le rispettive popolazioni.

2. In conformità al regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) e ai principi della normativa statale vigente in materia, la Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e le altre Regioni di cui al comma 1 istituiscono uno strumento di cooperazione a livello comunitario, denominato gruppo europeo di cooperazione territoriale Euroregione Alpi Mediterraneo-Eurorégion Alpes Méditérranée (GECT ALPMED), per facilitare la cooperazione dei suoi membri, al fine del rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale.

Articolo 2

(Costituzione del GECT ALPMED)

1. Per le finalità di cui alla presente legge, il Presidente della Regione è autorizzato a stipulare una convenzione e ad approvare il relativo statuto, conformi ai contenuti di cui all'allegato A, con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, volti, in particolare, a garantire il corretto funzionamento del GECT ALPMED, definendone le funzioni, le competenze e le modalità di funzionamento.

2. Per realizzare i propri obiettivi il GECT ALPMED svolge i seguenti compiti:

a) promozione, definizione e attuazione di progetti di cooperazione territoriale;

b) promozione degli interessi dell'Euroregione Alpi Mediterraneo presso gli Stati e le istituzioni europee;

c) ricerca e gestione di risorse finanziarie disponibili;

d) adesione ad organismi, associazioni e reti conformi agli obiettivi di cooperazione territoriale del GECT ALPMED;

e) gestione di programmi operativi nell'ambito della cooperazione territoriale europea;

f) avvio di ogni altra azione di cooperazione per il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale.

Articolo 3

(Natura giuridica e sede)

1. Il GECT ALPMED è dotato di personalità giuridica, ha sede sociale in Francia ed è disciplinato dal regolamento (CE) n. 1082/2006 e, in subordine, dalle disposizioni della convenzione e dello statuto e dal diritto francese.

2. Il GECT ALPMED dispone di un ufficio di rappresentanza a Bruxelles.

3. Al fine del funzionamento del GECT ALPMED, le Regioni di cui all'articolo 1, comma 1, partecipano in misura uguale al finanziamento del GECT.

Articolo 4

(Convenzione e statuto)

1. Il GECT ALPMED è dotato di una convenzione e di uno statuto approvati all'unanimità dai suoi membri.

2. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, è autorizzata ad apportare le modificazioni alla convenzione o allo statuto che dovessero rendersi necessarie a conclusione delle procedure statali di approvazione della partecipazione al GECT ALPMED, previste dall'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1082/2006 e dall'articolo 6 della presente legge, nonché le eventuali successive modificazioni approvate dai membri secondo la procedura di cui al medesimo articolo 4 del regolamento (CE) n. 1082/2006.

Articolo 5

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione dell'articolo 3 della presente legge è determinato in annui euro 50.000 a decorrere dall'anno 2010.

2. Con riferimento al bilancio della Regione per il triennio 2009/2011, l'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa nell'obiettivo programmatico 2.2.2.17 (Programmi cofinanziati) e al finanziamento si provvede mediante l'utilizzo per pari importi degli stanziamenti iscritti nell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali), al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti), a valere sull'accantonamento previsto al punto B.2.1 (Riforma dell'organizzazione turistica regionale) dell'allegato n. 1 al bilancio stesso.

3. Con riferimento al bilancio di previsione per il triennio 2010/2012, l'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa nell'unità previsionale di base 1.11.9.12. (Altre spese correnti a sostegno dei programmi comunitari) e al finanziamento si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte nell'unità previsionale di base 1.16.2.10 (Fondo globale di parte corrente) a valere sull'apposito accantonamento previsto al punto E.1. (Istituzione del gruppo europeo di cooperazione territoriale - GECT) del medesimo bilancio.

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 6

(Disposizione finale)

1. La conclusione delle procedure statali di approvazione previste dal regolamento (CE) n. 1082/2006 è condizione per la partecipazione della Regione al GECT ALPMED.

Articolo 7

(Dichiarazione di urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Allegato A

(omissis)

Président - Nous pouvons reprendre nos travaux. Nos travaux poursuivront en discutant les points n° 9.1, n° 9.2 et n° 12.3, il n'y aura pas de suspensions.

La parole au rapporteur, Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Tout le monde me dit qu'il faut être bref et je serai bref. Quelques mots de prémisse avant d'illustrer le projet de loi. Le point de départ est l'évolution importante des normes juridiques en matière de coopération transfrontalière, un argument significatif pour une région qui, du point de vue historique et géographique, se trouve dans une position particulière, il suffit de lire l'ensemble de notre histoire pour comprendre que les frontières, celles qu'on a appelées "les cicatrices de l'histoire", nous ont lourdement touchés dans le cours de notre histoire et je le dirai dans quelques secondes. Nous avons participé aux instances du commencement de la coopération transfrontalière, je rappelle à ce propos que le Conseil de l'Europe avait signé cette convention cadre sur la coopération transfrontalière, qui est dite "Convention de Madrid", le 21 mai 1980 et entre-temps cette convention a été modernisée avec deux protocoles qui malheureusement n'ont été jamais ratifiés par l'Italie. D'ailleurs je peux témoigner que, quand j'étais Sous-secrétaire d'Etat, il y était une attitude des fonctionnaires plutôt drôle... c'est-à-dire ceux qui à la Présidence du Conseil des ministres s'occupent de la coopération transfrontalière sont pleins de suspects, ils croient que cette coopération soit une espèce d'excuse pour faire de la politique internationale, qui est une chose de l'Etat, donc une vieille vision étatique. Quand j'étais Président de la Commission politique régionale du Parlement européen, avec une série de rencontres avec l'ami Michel Barnier - qui à l'époque était Commissaire de la politique régionale et actuellement a été renouvelé en tant que Commissaire européen - j'avais souligné ce paradoxe: il y avait une coopération transfrontalière suite aux accords du Conseil de l'Europe et par contre, même s'il y avait plein d'instruments européens sur la coopération transfrontalière, il n'y avait pas un cadre juridique. De ce point de vue, il faut dire que finalement après de longues démarches on a eu le règlement n° 1082/2006 relatif à un groupement européen de coopération territorial: le GECT, qui est l'instrument dont nous sommes appelés à nous exprimer aujourd'hui, dans le cadre de notre Eurorégion, c'est-à-dire ALPMED, un nom de compromis, parce que dans cette Eurorégion il y a: Ligurie, Piémont, Vallée d'Aoste, Rhône-Alpes, Provence-Alpes-Côte d'Azur, un ensemble de régions qui ont en commun les Alpes... mais l'autre grande réalité qui est étroitement liée au développement de la civilisation alpine, c'est-à-dire les Alpes qui plongent dans la Méditerranée et avec laquelle ont des rapports historiques et culturels.

Il tutto potrebbe concludersi qui se in realtà poi il cammino non fosse risultato particolarmente facile. Questo regolamento n. 1082 che ho citato è tacitiano, nella logica europea... sono 18 articoletti molto chiari, fra l'altro il regolamento dovrebbe essere immediatamente esecutivo senza aspettare un recepimento, come invece avviene per le direttive, ma in realtà il Consiglio di Stato italiano parecchio tempo fa, nelle lunghe attese dell'applicazione, ha detto: "sì, è un regolamento", ma sembra una direttiva, quindi, fin quando non ci sarà la parte operativa vera e propria, siamo "in braghe di tela". Devo dire che è recentissima la scelta di regolamentare il GECT in Italia, è la legge comunitaria 2008 che, al posto di recepire l'unica cosa che doveva essere eventualmente recepita - quella di indicare l'autorità statale a cui comunicare la nascita del GECT -, ha predisposto una serie di articoli dal 46 fino al 48 che sono particolarmente complessi, è una specie di riscrittura infantile di quanto contenuto nel regolamento comunitario. Intanto lo Stato giacobino e centralista per eccellenza, ossia la Francia, aveva regolamentato, in barba a tutti gli arrière-pensées che si hanno talvolta nei confronti degli Stati nazionali, questo GECT con una modifica alla legge nazionale sulle collectivités locales. È in questo quadro - mi avvio rapidamente a conclusione - che si inserisce la nostra Euroregione. La nostra Euroregione è interessante, avremo probabilmente modo nella discussione sulla legge comunitaria di tornarci, se uno decidesse, partendo dal Trattato di Parigi del 1814 attraverso il Trattato di Vienna, il Trattato di Madrid, il Trattato di Torino del 24 marzo 1860 che sancì l'annessione di Nizza e Savoia alla Francia, vedremo che in questa lunga storia di convivenza fra queste Regioni... ognuna con le proprie caratteristiche: la Liguria aveva grandi differenze fra ponente e levante, Rhône-Alpes una struttura scarsamente riconoscibile per i savoiardi, PACAT è una realtà molto vasta, che ha la propria caratteristica principale nel porto di Marsiglia, ma è vero che la prossimità e i legami umani e culturali hanno sempre caratterizzato questo ALPMED che non è un'invenzione.

Vorrei ricordare che nel 1982 era nata la COTRAO, ossia la comunità di lavoro delle Alpi occidentali, di cui facevano parte anche i cantoni romandi della Svizzera, che ci auguriamo prima o poi possano far parte dell'Euroregione, poi questa COTRAO era morta proprio per la limitatezza delle norme giuridiche collegate alla Convenzione di Madrid. Il percorso dell'Euroregione è che essa nasce in un primo incontro politico in Francia nel 2005, nell'estate del 2006 c'è una prima firma a Torino, poi finalmente nell'estate del 2007 si firma un'intesa, peraltro notificata al Governo italiano e dai francesi alle autorità francesi, che è stata la premessa alla presentazione di questo disegno di legge della Giunta regionale concordato anche con le Regioni italiane, che legiferano, mentre in Francia non lo faranno, perché non hanno potere legislativo. È stato un po' travagliato ed è rimasto fermo per un certo periodo in commissione per la semplice ragione che forse improvvidamente la Regione Liguria l'aveva approvato facendo un po' da spartineve vista la stagione.

Va detto che questa legge è giacente alla Corte costituzionale, ma alcune modifiche che noi inseriremo qui, che potrebbero anche apparire un po' ridicole, come la richiesta dello Stato di togliere "politico", perché l'elemento politico turba, ma credo che alla fine, anche se lo togliamo, quali tipi di rapporti possono esserci fra degli eletti delle Regioni? Solo nella fantasia di un "burosauro" del Ministero degli affari esteri o di un "burosauro" della Presidenza del Consiglio dei ministri si può pensare che alla fine non si faccia politica; la politica è la nostra attività, quindi, quando incontreremo, come è già avvenuto per i Presidenti che si sono succeduti, gli altri Presidenti, si parlerà di economia, di cultura, ma poi naturalmente si parlerà anche di politica. Adesso, sulla base di alcune modifiche che sono state concordate con il Dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio, la legge è entrata sulla dirittura di arrivo, il Presidente ci confermerà che il 16 di questo mese in Piemonte ci sarà un summit importante dei Presidenti, che servirà per fare lo stato della situazione, ma anche per andare avanti con questo accordo che è fatto nel nostro caso della legge e della Convenzione dello Statuto, anch'esso sottoposto a qualche taglio tecnico dagli occhiuti funzionari ministeriali. Personalmente, oltre ad aver presentato alcuni emendamenti di fonte Presidenza della Regione, ho poi presentato anch'io qualche piccolo emendamento che mira a dare dignità all'acronimo ALPMED, a mettere nella nostra legge la dizione bilingue: "Eurorégion Alpes-Méditerranée" e non solo in italiano, poi c'è una parte che è stata addolcita, che è quella che riguarda la conclusione delle procedure statali, che consentiranno di dare vita definitivamente al GECT; poi naturalmente, tenendo conto della lunga attesa, anche un emendamento che riguarda la dichiarazione d'urgenza.

Concludo davvero dicendo che questa è una materia estremamente appassionante, molto importante, è una dimensione politica che poteva sembrare assurda in passato, non lo sarà in futuro. Uno dei protagonisti della Dichiarazione di Chivasso, Gustavo Malan, il più giovani dei presenti a Chivasso, raccontava di aver parlato nelle fasi preparatorie della Dichiarazione di Chivasso con Emile Chanoux, questa è una testimonianza che ho raccolto personalmente e diceva che Chanoux immaginava per la prospettiva futura della Valle d'Aosta la nascita di una sorta di République du Mont Blanc, ossia quella che oggi potremmo immaginare essere una dimensione più piccola dell'attuale Euroregione e forse un giorno verrà in cui gli Stati nazionali non avranno più quella forza e quel significato e tornerà invece quella logica naturale e politica dei rapporti di vicinato e di amicizia.

Président - Je vous rappelle en ouvrant la discussion générale qu'on discute sur le nouveau texte approuvé par la Ie Commission.

La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Brevemente, su un argomento per me assolutamente nuovo che ho avuto modo di conoscere e di poter approfondire in I Commissione; devo ringraziare i Consiglieri che hanno consentito questi approfondimenti, in particolare il Consigliere Caveri per la sua competenza e per come è riuscito a farci comprendere la posta in gioco in tale questione. Siamo in un periodo in cui viviamo un po' i paradossi della storia, pochi giorni fa abbiamo esultato per la firma del Trattato di Lisbona e abbiamo detto: "è stato fatto un passo avanti verso l'Unione europea, verso quello spirito di fratellanza dei popoli", idee che nell'Ottocento personalità come Carlo Cattaneo avevano sostenuto con forza nel nostro Paese ed ecco che, nel momento in cui sembra essere fatto un grande passo avanti verso l'Unione europea, poi tanti segnali ci fanno capire che invece gli Stati si chiudono di nuovo a riccio, ossia, nel momento in cui c'è un'apertura, gli Stati si chiudono di nuovo. Ecco che la Germania, la Francia immaginano di nuovo un'Europa dei Governi e non un'Europa dei Parlamenti e non un'Europa delle Regioni, quindi, se abbiamo fatto un passo avanti con la firma del Trattato di Lisbona, dobbiamo poi registrare un grosso arretramento, perché di nuovo una logica governativa, statalista si impone in Europa; allora che fare: rassegnarsi, piangere, disperarsi? Siamo una piccola realtà. Ecco che un segnale importante a mio avviso viene da questi piccoli, ma importantissimi passi, come quello dell'Euroregione ALPMED. È vero che, se leggiamo nella voce di Wikipedia su internet la definizione di "Euroregione", leggiamo proprio quello che ci diceva prima il Consigliere Caveri: si tratta di istituzioni che non corrispondono ad alcuna istituzione legislativa o governativa, non hanno potere politico. Penso che la politica non sia una cosa che si autodefinisce così facilmente; certo in questo momento non sarà possibile fare chissà quali leggi come ALPMED, ma è importantissimo stabilire relazioni fra queste Regioni, è importantissimo ricollocare la Valle d'Aosta in un contesto che ci mette forse a nostro agio rispetto al nostro percorso storico. Ci sono Regioni come quelle italiane... noi ci troviamo in mezzo, siamo l'unica di queste Regioni che è bilingue, quindi i nostri cittadini sono avvantaggiati nei rapporti sia con le Regioni francofone, sia con le Regioni italofone, ovvero siamo in una situazione privilegiata all'interno di questo contesto, ritroviamo una centralità perduta. A nostro avviso quindi questo è un piccolo passo, ma la nostra Regione può lavorare con intensità e fiducia su tale strada, perché, secondo me, può trarre grossi benefici e possiamo contribuire ad un'idea di Europa che non sia un'Europa governativa, in cui tutte le decisioni sono in capo ai grandi Governi nazionali, ma in qualche modo si possa far arrivare la voce delle Regioni. Probabilmente da soli avremmo fatto più fatica, insieme a Piemonte, Liguria, Provence-Alpes-Côte d'Azur e Rhône-Alpes ci sarà la possibilità di far sentire di più la voce, in particolare in un territorio che sfocia nel mare, ma che ha questa spina dorsale delle Alpi: portare la voce della montagna in Europa come fatto fondamentale, quindi noi vediamo positivamente questo passaggio e lo sosterremo anche con il voto.

Si dà atto che dalle ore 19,04 presiede il Vicepresidente André Lanièce.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie. Sarebbe un peccato se la decisione del rilievo di quella che ci accingiamo a prendere passasse in quest'aula come une lettre à la poste, come qualcosa di meccanico, di burocratico; altri forse guardano a questo in termini burocratici, ma non credo che si possa e si debba permettere questo lusso il Consiglio regionale. Sono contento che il relatore, collega Caveri, fra l'altro firmatario dell'accordo di promozione dell'ALPMED, abbia richiamato anche - e non credo per pura poesia - dei presupposti storico-politici della cooperazione nel quadro alpino, del rapporto di vicinato, di fraternità, di cooperazione che è già stato immaginato in tempi molto lontani, quando le frontiere erano una realtà ben più impermeabile di quanto non siano oggi. Noi oggi, all'indomani dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, in un quadro europeo in movimento, anche se in sofferto movimento, visto che il Trattato appena entrato in vigore dà un assetto più leggero all'Europa che noi immaginavamo, leggero in quanto ha permesso un recupero di potenza e di interdizione ai governi centrali dei diversi Stati e anche dei margini di sindacato e di contrasto agli stessi Parlamenti nazionali... che forse nei prossimi anni renderanno difficile il lavoro di integrazione europea, al di là degli sforzi che il nuovo Presidente del Consiglio d'Europa, da poco insediato, ma con funzioni prevalentemente notarili e di raccordo potrà svolgere. Noi qui collochiamo il nostro tassello a dispetto di chi ha reso difficile finora il percorso di questo atto normativo; noi abbiamo salutato con favore l'approdo al Consiglio regionale nel corso della primavera passata di questo disegno di legge, la riteniamo una scelta intelligente di costruzione di un percorso, che porta a concepire un luogo istituzionale nuovo in sostituzione di altri strumenti che hanno fallito, hanno fatto le loro prove.

Il Presidente Rollandin credo abbia presieduto la COTRAO 20 anni fa, ne fu uno dei promotori, fu un'esperienza sicuramente interessante, un primo contatto. Si vide allora però tutta la difficoltà - credo che lo possa confermare - nella gestione del multilaterale regionale fra entità così diverse, in un contesto reso particolarmente arduo da un Trattato di Madrid che non facilitava un lavoro comune. Allora si tentarono queste esperienze, ma purtroppo nello spazio di pochissimi anni tale assetto, che era abbastanza vicino in termini geografici all'attuale configurazione, fu abbandonato. Abbiamo visto con interesse e con favore la ripresa di questo cammino attraverso uno strumento nuovo che il Commissario europeo Barnier ha perseguito con intelligenza e serietà e ci troviamo nella curiosa situazione - noi che spesso siamo critici nei confronti di una complessità legislativa, di una farraginosità legislativa di Bruxelles - di dover constatare come lo strumento messoci in mano dall'Unione europea attraverso il regolamento n. 1082/2006 sia uno strumento sostanzialmente semplice e ben architettato nella sua funzionalità e non richieda se non una normalissima norma di ricezione, qualche piccolo adeguamento e qualche messa a punto per l'armonizzazione con il quadro legislativo italiano. Chiedere all'Italia la semplicità e chiedere a quelli che il collega poco fa ha definito i "burosauri" di procedere nel modo più logico ed elementare è sicuramente richiedere uno sforzo al di sopra, più che delle forze, della mentalità di chi costantemente opera nella complicazione degli affari semplici. Abbiamo per la verità il timore che quella che ha il collega relatore ha definito una riscrittura infantile in realtà nasconda un disegno non troppo infantile, piuttosto malizioso. Nella rapidità e concisione della relazione si è indicato come un po' farraginosa questa norma della legge comunitaria italiana... della n. 88/2009, che ha recepito la normativa sul GECT; in realtà è una norma devastante.

Colleghi, i membri potenziali di un GECT, ossia dei soggetti che hanno semplicemente deciso di cooperare insieme in un quadro europeo per la cooperazione territoriale, presentano la loro istanza al Consiglio dei ministri, chiedendo di essere autorizzati a partecipare alla costituzione del GECT e bisogna acquisire i pareri conformi del Ministero degli affari esteri per quanto attiene alla corrispondenza con gli indirizzi nazionali di politica estera - se volessimo dichiarare guerra alla Francia, certamente non sarebbe molto compatibile fare con queste Regioni un gruppo di cooperazione territoriale -; del Ministero dell'interno per quanto attiene la corrispondenza all'ordine pubblico e alla pubblica sicurezza, perché siamo sicuri che gli incontri che si svolgeranno a Lione o a Genova potranno essere di affiliati ad una nuova carboneria; del Ministero dell'economia per quanto attiene alla corrispondenza con le norme finanziarie e contabili; del Ministero per lo sviluppo economico per quanto attiene i profili concernenti la corrispondenza con le politiche di coesione, della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento politiche comunitarie, per i profili concernenti le compatibilità comunitarie, del Dipartimento degli affari regionali per quanto attiene alla compatibilità con l'interesse nazionale per non essere tacciati di essere sovversivi, tutto questo rispetto alla partecipazione al GECT. Non sappiamo delle marche da bollo che sono da apporre alle relative domande, ma riteniamo che onestamente il cappio nel senso del vincolo sia pesante, che l'idea preconcetta che si continua ad avere a Roma in particolare per quanto ci riguarda, poi la dinamica potrà essere diversa negli altri Stati che hanno altre problematiche, sia assolutamente di totale sfiducia nei confronti di queste iniziative!

Pensavamo che fosse storia vecchia, come lo è stata negli anni '70 quando questo Consiglio regionale votava l'accordo con la Regione somala del Basso Scebeli, impugnato davanti alla Corte costituzionale e poi annullato, con la Regione Franche-Comté poco tempo dopo, impugnata anche questo, perché non si poteva fare un protocollo di amicizia con quella Regione, era presupposto sicuramente per una politica eversiva. C'è stata tutta una fase nella quale si è poi aperta questa potenzialità non dico di politica estera o di criptopolitica estera, ma di politica relazionale, di vicinato di prossimità anche per le nostre Regioni e devo dire che la stessa riforma costituzionale del 2001, collega Caveri, l'ha messa sul tavolo, l'ha segnalata questa competenza delle Regioni. Non stiamo a fare il gioco delle parti, Centro-Destra, Centro-Sinistra, ma qualche tempo dopo il Ministro La Loggia con la legge n. 131 di nuovo la valvola l'ha stretta anche pesantemente, perché ha imposto questi nulla osta, queste autorizzazioni governative alla politica di tutte le Regioni, che chiedono solo di operare in dialogo, nel nostro caso, dialogo di vicinato. Questo ritorno all'indietro, che trova oggi negli ultimi strumenti un ulteriore appesantimento, a nostro avviso, è un pesante arretramento e non lo consideriamo positivamente. Abbiamo per questo in commissione voluto rimarcarlo pesantemente, non solo stigmatizzare il fatto che venissero messi "i bastoni nelle ruote" a questa procedura, ma far capire il fastidio che proviamo e devono provare credo tutte le Regioni nello svolgimento di loro competenze riconosciute. In aula però, nel momento in cui dobbiamo valutare una decisione di adesione o meno alla Regione ALPMED, credo che il nostro regolamento di conti dal punto di vista politico e il rapporto che intendiamo avere anche nel sottolineare questi arretramenti con il Governo centrale ceda il passo alle priorità politiche di contenuto di questo momento. Non sarebbe comprensibile, né condivisibile che venisse meno in quest'aula un'omogeneità di volontà; noi ci rivogliamo con questo atto non al Governo di Roma rispetto al quale vorrei che venisse alta e chiara la nostra distanza rispetto a un certo modo di operare, ma vorrei che venisse altrettanto alta e forte rispetto ai nostri partner, alla Liguria, al Piemonte, alla Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur e a Rhône-Alpes, la voce di una Valle d'Aosta che spero unanimemente si esprima a favore della costituzione di questa Euroregione. Non è per noi affatto un sacrificio, siamo posti in questa direzione in modo naturale e con la stessa naturalezza porteremo avanti, per quanto riguarda l'indirizzo politico che cercheremo di dare al Governo e a chi sarà intermediario fra noi Assemblea e questo organismo, anche la volontà di un sostegno di trasformazione all'interno di quest'area dei soggetti che ne fanno parte.

Il collega Caveri ci riportava molto indietro con le lancette della storia: al 1860 e al Trattato di Torino. Quel trattato sancì l'annessione della Savoia alla Francia, una Regione, la Région Savoie, che in questo momento diffusamente sta ripensando la propria identità. All'interno di una macroregione nella quale è "annegata" e noi sappiamo qual è la nostra posizione rispetto ad ipotesi macroregionali in Italia, il versante a noi più vicino in Francia, che ha un'identità storica consolidata e che è il pendant storico e geopolitico della Valle d'Aosta, sta facendo riaffiorare questa sua volontà, che noi consideriamo legittima di esistere in quanto soggetto politico-amministrativo. Questo non porta a stravolgere il quadro di un rapporto di cooperazione, che è più ampio e che dal Mediterraneo porta fino al Monte Bianco, ma porta semplicemente a ritenere che in tale quadro ci possa essere anche una diversità di organizzazione istituzionale per quanto riguarda il versante francese, a cui noi continuiamo a guardare con molta attenzione, nel rispetto della volontà che avranno le popolazioni locali, le collettività locali, che potranno decidere o meno. Noi crediamo sia abbastanza in una linea storica di recupero e di valorizzazione di identità che ci sono state in passato e che sono state cancellate da disegni più generali, che possa quindi ritrovare questo suo momento e se così sarà... siamo contenti che ci possa essere un domani questo quadro multilaterale evoluto e che anche la piccola Regione Valle d'Aosta, che si trova ad essere in una collocazione curiosa di soggetto microscopico in mezzo a giganti, possa avere in questo quadro un suo interlocutore non dico di pari dimensione, ma di dimensioni affini, che ci consenta un riposizionamento. Questo, collega Caveri, rispetto alla sua visione della République du Mont Blanc, mi pare che aggiunga un piccolo tassello e possa anche avvicinarsi molto alla nostra concezione. Siamo a sperare che questa ALPMED sia quello che Paul Guichonnet 20 anni fa in un convegno promosso a Saint-Vincent dalla Regione Valle d'Aosta e che si intitolava "L'effet frontière dans les Alpes"... definiva la nascita di laboratori politici autentici, "forum-terres" li chiamava lui: forum di popolazioni di prossimità che vanno a rielaborare la loro convivialità sulle Alpi. È nostro auspicio che questo succeda, è nostro desiderio che questo, che oggi è uno strumento ancora embrionale, con non tutte le potenzialità scritte messe su carta, possa svilupparsi in futuro e trovare tale nuova dimensione. Questo non spoglierà nulla rispetto all'esistenza e al funzionamento dei grandi Stati nazionali, ma darà migliore funzionalità alla nostra esistenza in un contesto alpino, nel quale crediamo che la Valle possa prosperare meglio se posizionata in un ruolo di centralità, di collaborazione e di forte coesione territoriale. Questo è il voto di speranza che diamo nell'aderire, come gruppo, alla proposta che la Valle d'Aosta sia parte attiva e ci auguriamo efficacemente propositiva all'interno della futura Regione Alpes-Méditerranée.

Si dà atto che dalle ore 19,06 riassume la presidenza il Presidente Alberto Cerise.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. La necessità di uno strumento politico per facilitare la cooperazione fra le Regioni è uno strumento che può essere riconosciuto come un obiettivo politico, d'altronde non avrebbe senso parlare di Europa se non si ponesse la questione di creare delle condizioni di integrazione economica, sociale e anche culturale. Non possiamo però nascondere che dietro questa operazione di integrazione economica, sociale e culturale la mano forte dei finanziamenti europei gioca un ruolo determinante, sappiamo che la condizione sottostante a questa volontà politica è l'opportunità di finanziamenti europei se non altro non percorribili se non attraverso strumenti giuridici, legislativi di integrazione delle varie realtà economiche. Diciamocelo con grande franchezza! Non possiamo immaginare di avere delle cooperazioni transfrontaliere oltre a quelle che abbiamo già avuto come Valle d'Aosta con la Francia e con Paesi a noi vicini, se dietro a questa opportunità politica di integrazione non ci fossero i soldi. Ci permetterete altrettanto di evidenziare come in passato operazioni analoghe a queste per arrivare a utilizzare finanziamenti di tipo europeo hanno visto disperdere gran parte di quelle risorse europee in carrozzoni di comitati di gestione di queste relazioni. È su tale perplessità che noi esprimiamo il parere su questa legge. Non c'è dubbio che questa legge è un atto dovuto, perché non si potrebbe non farlo, non esprimere la volontà della Valle d'Aosta ad integrarsi in termini culturali, sociali ed economici con le altre località a noi vicine, ma anche altre Regioni italiane come Piemonte e Liguria. Non possiamo non essere presenti in una Euroregione dalle Alpi al Mediterraneo, non possiamo non tentare di cogliere l'opportunità finanziaria che l'Europa ci mette a disposizione, ma voi ci permettete di essere un attimino scettici sul fatto che alla fine questi carrozzoni riescano a realmente utilizzare le risorse e gli investimenti della Comunità europea per creare reale integrazione e non per mettere in piedi delle caste di gente che si mette attorno ad un tavolo, fa delle gigantesche mangiate, mettono insieme dei progetti che hanno 15 anni per essere realizzati e alla fine disperdono non solo l'intento politico, ma anche le risorse ad essi destinate. Su questo provvedimento ci asterremo, colleghi, e voi capite perché.

Président - S'il n'y a pas d'autres conseillers qui souhaitent intervenir, je ferme la discussion générale.

La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Merci, M. le Président. Je remercie avant tout le rapporteur pour avoir su faire comprendre quel était l'engagement qui avait été porté de l'avant pendant ces années pour aboutir à un résultat que nous retenons sans doute un aspect qualifiant du rôle que notre Région doit avoir vis-à-vis des Régions environnantes. Je crois qu'on a rappelé pas seulement l'histoire, mais la participation de notre Région aux différents niveaux et à différent titre avec les Régions de la Suisse et de la France, qui ont porté de l'avant une politique soit pour ce qui est du problème du tourisme, de l'agriculture, de l'environnement, de la culture qui encore aujourd'hui sont à la une et qui ont donné des retombées importantes et qualifiantes pour l'activité de notre Région. Je crois donc que l'expérience de la COTRAO avec toutes les entraves qu'on avait connues avait donné la possibilité d'avoir des rencontres périodiques sans des appointements pour qui travaillait pour la COTRAO, sans des frais supplémentaires. Il y avait des démarches que chacun était à même de soutenir et donc de participer à ces rencontres avec la Commission des travailleurs dans l'intérêt d'une Région qui allait préparer un discours de raccord pour l'utilisation optimale des fonds nécessaires pour soutenir avant tout la montagne. Je crois qu'à ce moment-là si on avait pu parler de la montagne, c'était en faisant force sur une idée qui était importante: de voir quel était le système pour soutenir de façon correcte l'économie montagnarde. J'invite les collègues à relire certains travaux qui avaient été préparés à ce sujet et qui donnent l'aspect du travail qui avait été accompli dans ce temps et aujourd'hui, le moment où on a approuvé la loi sur la montagne... j'avouais que beaucoup des aspects qui ont été approfondis étaient déjà annoncés en ce moment.

Comme a rappelé le collègue Caveri, le 16 décembre il y aura une rencontre organisée par la Région Piémont, qui est actuellement le Président qui à tour de rôle gère dans l'attente d'entrer dans le plein fonctionnement ALPMED et à ce moment il devrait y être tous les avis des trois Régions italiennes et des deux partenaires francophones qui puissent donner l'élan à la création du GECT. J'avoue en même temps que s'il y a eu des entraves de la part des Ministères compétents... et le collègue Louvin a énoncé tous les Ministères qui avaient été concernés pour donner leur avis par rapport à ce qu'on allait prédisposer, si on va lire le Statut et les compétences, on comprend qu'ils pouvaient être intéressés, mais qu'il n'y avait pas cette nécessité d'approfondir un thème qui avait déjà fait l'objet d'un débat au niveau européen. N'oublions pas que c'est une décision qui avait été adoptée avec un élan de la part de ceux qui avaient soutenu ce thème pour favoriser un accord entre Régions qui aient la possibilité de développer ensemble une certaine économie.

Je crois que l'aspect important c'est de dire qu'avec ce pas on va de l'avant pour démarrer avec les travaux de ce groupe de travail, qu'il y a la possibilité de reprendre le thème du laboratoire, qui est un thème très intéressant pour ce qui est soit la montagne que la mer, dans ce sens ALPMED c'est la possibilité de voir ensemble ce qui peut se passer avec une liaison très étroite avec la politique économique qui concerne les Régions qui ont une partie montagnarde et de la même façon de voir qu'est-ce qu'on peut faire pour agréger la politique estivale du tourisme de la mer. Il y a déjà des approfondissements qui ont été faits dans l'attente de démarrer avec les travaux, il y aura là la possibilité de faire un bon travail.

Je comprends le scepticisme de la part du Conseiller Lattanzi à l'égard de ces organismes, mais si on essaie de voir le bon service que peut donner une confrontation sans alourdir les passages, sans préparer une nouvelle structure qui aille prévoir du personnel, qui ait des engagements extraordinaires, mais seulement quelque chose de souple, qui puisse permettre des échanges... Là aussi il y a eu l'exigence de faire comprendre quelle est la façon de travailler du point de vue administratif des Régions concernées, pour qu'il n'y ait pas de difficultés le moment où on prend une délibération de la part de la Vallée d'Aoste ou du Piémont. Qu'est-ce qui se passe de l'autre côté par rapport aux mêmes intentions? Par exemple même pour cette loi ici on est en train d'approuver une loi, d'autre côté on attend l'avis du préfet. Ce n'est pas une loi qui doit être approuvée, mais c'est un accord de la part des institutions. Je crois donc qu'il y ait là un instrument qui peut donner de très bons résultats s'il est utilisé de la façon la meilleure et je pense que dans ce sens on essaiera de concerter toutes les forces politiques afin qu'il y ait la possibilité de discuter de ces thèmes et trouver un essor qui puisse satisfaire tous les membres et le Conseil dans son unité.

Président - On passe à l'examen article par article.

Je soumets au vote l'article 1er:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 29

Abstentions: 3 (Benin, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président - Article 2: même résultat. Article 3: même résultat. Article 4: même résultat. Article 5: même résultat. Article 6: même résultat. Article 7: même résultat. Annexe A: même résultat.

Président - Je soumets au vote la loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 29

Abstentions: 3 (Benin, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.