Oggetto del Consiglio n. 907 del 30 novembre 2009 - Resoconto
OBJET N° 907/XIII - Illustration des lois de finance et de budget pour le triennat 2010/2012.
Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Rosset.
Rosset (UV) - Nel presentare la mia relazione di accompagnamento ai provvedimenti finanziari dello scorso anno, accennavo alla necessità di intervenire a livello normativo sulla materia contabile e finanziaria per superare alcune difficoltà, da più parti riscontrate, nell'approccio e nell'analisi dei documenti contabili e di programmazione economica regionali. Non nascondevo, in particolare, le difficoltà di lettura causate da un'impostazione ormai datata e, di fatto, l'inemendabilità delle parti sostanziali, cosa che suscitava qualche preoccupazione sull'effettivo ruolo del Consiglio regionale nella fase di adozione di provvedimenti così rilevanti.
Ad un anno di distanza, devo dire che non si è trattato dell'ennesimo grido nel vuoto e che il tempo trascorso ha dato i suoi frutti ed è stato bene impiegato. Si è proceduto a mettere mano all'intervento di riforma con rapidità e decisione. Disponiamo infatti di una nuova normativa varata nell'estate scorsa con la legge regionale n. 30 del 4 agosto 2009, i cui effetti si sono estesi ai disegni di legge che stiamo esaminando oggi.
La modifica della manovra finanziaria, rispetto all'impostazione tradizionale, è una scelta giusta, fatta dalla nostra Regione nel solco di modifiche analoghe che investono dappertutto i bilanci pubblici. Spesso infatti l'insieme del diritto pubblico, anche in una materia come questa, stenta a seguire l'evoluzione del mondo reale cui si deve riferire la politica e l'amministrazione. Questa corrispondenza fra l'apparente aridità delle cifre e la necessità di fare in modo che le risorse fmanziarie siano l'asse portante di una progettualità politica è lo scopo che dovremmo raggiungere.
Le nuove disposizioni in materia di bilancio e di contabilità generale e i principi in materia di controllo strategico e di gestione ci consentono di dare gambe all'esigenza, manifestata da più parti nel tempo, di una riforma della normativa di settore in grado di offrire maggiore trasparenza e semplificazione attraverso un approccio diverso e più comprensibile dei diversi meccanismi e strumenti contabili e finanziari. Un intervento che conduce ad un'inevitabile velocizzazione rispetto a procedure ormai bizantine, cui non dovrebbe corrispondere - nei nostri "Desiderata" - una sorta di rischio di banalizzazione: una sorta di "mordi e fuggi" su documenti finanziari che restano il volano dell'intera attività dell'Esecutivo e del Legislativo nel prossimo anno e nell'estensione triennale.
Vanno qui sottolineati alcuni aspetti che rendono bene il carattere innovativo della riforma introdotta e la portata di questo provvedimento; tra questi: il miglioramento per quanto attiene la gestione, il potenziamento degli istituti di flessibilità, un indubbio snellimento nella rappresentazione, la possibilità di una maggiore semplicità e trasparenza rispetto alle politiche da porre in atto, l'attenzione alla pianificazione strategica e i principi fondamentali in materia di controllo strategico e di controllo di gestione che potremo verificare in occasione delle prossime tappe del nostro cammino finanziario legate all'esame del rendiconto. Le innovazioni introdotte soddisfano inoltre l'esigenza, da noi più volte rappresentata, di un migliore approccio nell'attività e nell'analisi compiuta dal Consiglio regionale sui meccanismi e sugli strumenti finanziari, favorita, ad esempio, dall'articolazione del bilancio in unità previsionali di base, con una maggiore evidenza delle linee di pianificazione finanziaria.
L'insieme delle finalità sopra esplicitate è realizzato attraverso tre documenti contabili: un bilancio di previsione giuridico, un bilancio di gestione e un bilancio di cassa; di questi, il primo è approvato dal Consiglio avendo contenuti programmatori ed autorizzatori, mentre gli altri due documenti, che hanno una valenza prettamente gestionale, sono approvati dalla Giunta regionale. La ripartizione delle risorse resta un tema fondamentale, perché dalle scelte votate da questo Consiglio si prefigurano indirizzi e priorità da trasformare nell'azione quotidiana, di cui dobbiamo poi rispondere ai cittadini valdostani.
Prima di entrare nella sostanza dei due disegni di legge devo ancora ricordare il lavoro svolto dalla II Commissione consiliare che ho l'onore di presiedere. Insieme ai componenti - che ringrazio per l'impegno e il contributo dato - abbiamo proceduto all'analisi dei due disegni di legge ed abbiamo incontrato, durante le audizioni, i rappresentanti delle parti sociali, sindacali, imprenditoriali ed economiche. Ebbene, che oggi ai meccanismi democratici - compresa finanziaria e bilancio - corrisponda una qual certa pigrizia dell'opinione pubblica è dato inoppugnabile che segna una sorta di varco fra l'opinione pubblica e i decisori politici che non solo ci deve far riflettere, ma spetta a noi il compito di "riconquistare" i cittadini ad una cittadinanza sempre più consapevole e matura, questo per delineare meglio le priorità, le urgenze e i bisogni che le diverse categorie esprimono in questa fase delicata di crisi economica. Mi ribello all'idea che la democrazia possa basarsi su di un qual certo disinteresse in favore di una professionalizzazione della politica in cui non mi sono mai riconosciuto.
Consentitemi - fatta questa premessa - di proporvi una visione complessiva, che sottintendono le risposte che Governo e maggioranza offrono ai bisogni ed alle necessità della comunità valdostana, con elementi di ovvia continuità con l'azione dei governi precedenti e nel rispetto del programma di legislatura. Non mi attarderò su problemi quali il patto di stabilità o prospettive del federalismo fiscale che saranno certo approfonditi dall'Esecutivo.
Le risorse disponibili, ovvero le entrate al netto delle partite di giro, nel 2010 crescono di 10.000.000 rispetto all'anno 2009 e sono pari a 1.685.000.000. Per gli anni successivi, le entrate regionali sono previste pari a 1.727.000.000 per il 2011 e a 1.750.000.000 per il 2012. La solidità del bilancio regionale e il suo equilibrio prospettico sono stati recentemente confermati anche dall'agenzia di rating che ha assegnato alla Regione il punteggio di AA+. Il buon stato di salute della finanza pubblica regionale è il principale elemento che ha permesso l'importante e tempestivo intervento anticrisi nell'anno 2009 e dà una realistica prospettiva di traghettare la Regione verso la ripresa economica. Alcuni interventi anticrisi sono già riproposti per il 2010 e il Governo ha avviato il percorso simile allo scorso anno per addivenire alla stesura di una nuova legge anticrisi anche per l'anno 2010. L'aumento nel 2010 è frutto di un effetto combinato tra un lieve calo nella previsione delle entrate da tributi propri e l'aumento delle autorizzazioni per l'indebitamento. La riduzione dei tributi propri trova una motivazione importante nella conferma per il 2010 dell'agevolazione IRAP. Inoltre, il nuovo disciplinare della Casa da gioco comporta un ridimensionamento del bilancio regionale sia nella parte spesa, sia nella parte entrata. L'incremento delle entrate dal 2011 è motivato dalla previsione di un aumento del gettito derivante dalle imposte sulla benzina per autotrazione, come conseguenza dell'abrogazione della legge sui buoni carburante.
Per analizzare più specificatamente le funzioni obiettivo, vi propongo l'analisi delle spese riconducendole alle principali leggi regionali con un duplice obiettivo: da una parte, dare un primo giudizio sull'efficacia delle singole leggi verificando in che misura si prevede di dar loro attuazione; dall'altra, di ribadire la centralità del Consiglio regionale che, attraverso l'approvazione delle leggi, determina in modo significativo il bilancio regionale. Per fare ciò prendo in considerazione, per ovvi motivi, solo le leggi più importanti, analizzando in particolare gli stanziamenti dell'anno 2010. Innanzitutto occorre osservare che quasi la metà del bilancio regionale è destinato alle prime tre funzioni obiettivo per stanziamenti previsti: il personale, la sanità e la finanza locale.
Le spese per il personale, che rappresentano il 17,3 percento del bilancio, comprendono quelle del personale regionale, quelle del personale direttivo e docente delle scuole e quelle dei lavoratori assunti con contratti nazionali nel settore dell'agricoltura, delle risorse naturali e dei lavori pubblici. Le spese della funzione sanità rappresentano il 16,6 percento del bilancio ripartite in trasferimenti all'azienda USL e in spese di investimento nel settore sanitario. Alla finanza locale sono infine attribuite risorse pari al 14,6 percento del bilancio regionale.
Le risorse previste per lo sviluppo economico regionale rappresentano 1'8,6 percento del bilancio e permettono il finanziamento per il 2010 nell'ambito del turismo e del commercio: degli interventi, previsti dalla legge n. 8 del 2004, finalizzati allo sviluppo e alla riqualificazione degli impianti a fune per 12.600.000; degli interventi a sostegno delle attività turistico-ricettive di cui alla legge n. 19 del 2001 per 11.000.000, alle leggi n. 6 del 2001 e n. 9 del 2009, concernenti l'organizzazione turistica, per 12.200.000; e degli interventi per lo sviluppo alpinistico ed escursionistico di cui alla legge n. 4 del 2004 per 2.500.000.
Per quanto riguarda l'industria e l'artigianato, 5.500.000 sono destinati agli interventi volti a favorire la ricerca e lo sviluppo, previsti dalla legge n. 84 del 1993, e 7.500.000 contribuiranno al sostegno degli investimenti produttivi previsti dalla legge n. 6 del 2003. Vi sono poi da considerare le misure volte a sostenere i consorzi garanzia fidi, previste dalla legge n. 75 del 1990, per le quali sono stanziati complessivamente 6.000.000. Nell'ambito delle politiche per l'energia sono finanziate le leggi n. 3 del 2006 e n. 21 del 2008 per complessivi 5.800.000.
Per quanto attiene alle politiche del lavoro e della formazione professionale il Piano triennale previsto dalla legge n. 7 del 2003 viene finanziato con 9.400.000 mentre 4.000.000 e 4.600.000 sono destinati rispettivamente alla Fondazione per la formazione professionale turistica (legge n. 20 del 1991) e a quella per la formazione professionale agricola (legge n. 12 del 1982).
Gli stanziamenti iscritti in bilancio per finanziare i programmi europei si attestano sui 39.400.000 suddivisi tra il Programma occupazione per circa 12.000.000, il Programma competitività per 10.500.000, il Programma di sviluppo rurale per 8.200.000, il Programma cooperazione territoriale per 5.100.000 e i programmi oggetto di finanziamento FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) per 3.500.000.
Alla funzione obiettivo governo del territorio e destinato il 6 percento delle risorse del bilancio che consentono il finanziamento degli interventi concernenti il sistema idrico integrato, la tutela dai rischi naturali e la protezione civile, la gestione dei rifiuti e l'ambiente. Per quanto riguarda il servizio idrico integrato gli investimenti a carico del bilancio regionale ammontano a circa 26.000.000 suddivisi tra le due leggi di riferimento: la n. 13 del 2008 e la n. 27 del 1999. A questi si aggiungono le risorse di finanza locale pari a 1.000.000. Nell'ambito degli interventi di protezione civile e per la tutela dai rischi naturali, la principale legge di riferimento e la n. 5 del 2001 a cui sono assegnate risorse regionali per 16.600.000 oltre a 6.000.000 di finanza locale. Inoltre sono previsti 9.000.000 per la disponibilità del servizio di trasporto a mezzo elicottero di cui alla legge n. 35 del 1997 e 4.200.000 per il servizio di soccorso sulle piste di sci di discesa. In materia di gestione di rifiuti la legge n. 31 del 2007 è finanziata con 7.800.000, mentre le risorse a disposizione dell'Arpa, di cui alla legge n. 41 del 1995, ammontano a 5.600.000.
Il finanziamento degli interventi previsti nella funzione obiettivo agricoltura è pari al 4,6 percento del bilancio. Per le politiche di sviluppo rurale, previste dalla legge n. 32 del 2007, che al titolo III disciplina gli interventi in agricoltura, sono assegnati 53.400.000. Per quanto concerne la zootecnia, le leggi di riferimento sono la n. 21 del 2001 e la n. 3 del 2002 che sono finanziate complessivamente per 15.800.000. Le risorse previste per la funzione infrastrutture per mobilità e reti rappresentano il 4,5 percento del bilancio. La gestione della viabilità assorbe 27.600.000, mentre le spese previste per i servizi di trasporto pubblico di linea di cui alla legge n. 29 del 1997 ammontano a 24.600.000. Per il finanziamento delle spese per impianti e attrezzature dell'aeroporto Corrado Gex previste dalla legge n. 78 del 1991 sono stati stanziati 3.000.000, mentre per il finanziamento dei servizi aerei la legge finanziaria autorizza una spesa di 2.600.000. L'ammontare delle risorse assegnate alla funzione obiettivo politiche sociali è pari al 3,6 percento del bilancio. In particolare, trovano finanziamento in questo ambito gli interventi di politica sociale a valere sull'omonimo fondo previsto dalla legge 18 del 2001 per circa 32.000.000, nonché le provvidenze economiche a favore di invalidi, ciechi e sordomuti previste dalla legge 11 del 1999 per 28.200.000.
La funzione obiettivo cultura e sport rappresenta il 3,1 percento del bilancio. In essa trovano finanziamento gli interventi per i beni culturali previsti dal decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) per 13.200.000, gli interventi per la realizzazione del Parco archeologico dell'area megalitica di St. Martin de Corléans per 3.000.000, gli interventi per la promozione culturale e scientifica di cui alla legge n. 89 del 1993, tra i quali particolare menzione va fatta alla "Saison Culturelle", per 9.300.000 e il contributo al funzionamento dell'Associazione del Forte di Bard di cui alla legge n. 10 del 1996 per 3.500.000. Per quanto riguarda lo sport, 8.600.000 sono destinati alla realizzazione di infrastrutture sportive previste dalla legge n. 16 del 2007 e quasi 3.000.000 agli interventi a favore dello sport di cui alla legge n. 3 del 2004.
La funzione obiettivo istruzione primaria e secondaria rappresenta l'1,1 percento del bilancio e contiene le spese di funzionamento, al netto delle spese per il personale. Le principali leggi di riferimento sono la legge n. 19 del 2000, per quanto riguarda il finanziamento delle istituzioni scolastiche regionali, che prevede risorse per 5.000.000 e la legge n. 55 del 1986 concernente il finanziamento delle scuole private spese per 3.900.000.
Le risorse attribuite alla funzione obiettivo istruzione universitaria rappresentano l'1,2 percento del bilancio e sono principalmente destinate al finanziamento dell'Università della Valle d'Aosta, previsto dalla legge n. 25 del 2001, per 7.800.000, e della Fondazione Istituto musicale di cui alla legge n. 8 del 1992 per 4.500.000 e agli interventi regionali per favorire il diritto allo studio previsti dalla legge n. 30 del 1989 per 3.400.000. Per quanto concerne gli interventi autorizzati dall'articolo 39 della legge n. 9 del 2008 finalizzati alla realizzazione del polo universitario di Aosta, la spesa prevista è di 5.000.000 nel 2011 e di 6.000.000 nel 2012.
Infine, per quanto riguarda le spese concernenti le opere di rilevante interesse regionale, l'apposito fondo previsto dalla legge n. 21 del 2004 contiene la previsione degli oneri destinati al finanziamento degli interventi relativi al Presidio unico ospedaliero Umberto Parini per un importo complessivo di 145.500.000, di cui 1.500.000 nel 2010, 17.500.000 nel 2011 e 17.000.000 nel 2012.
In sintesi alcune considerazioni. II totale della spesa corrente e per investimenti è pari a 1.637.800.000 circa, di cui il 69,10 percento destinato alla parte corrente e il 30,90 percento a quella degli investimenti che risulta in linea con l'anno precedente. II settore delle spese per investimenti presenta, per il 2010, una previsione pari a 506.160.000. Passando invece ad analizzare la spesa corrente per il 2010, va innanzitutto evidenziato che questo ammonta a 1.131.600.000. Tra i principali interventi vanno evidenziati i seguenti: contributo per il sostegno economico alle famiglie per il concorso alle spese di riscaldamento domestico con un onere stimato nel 2010 pari a 17.700.000; l'aumento dei trasferimenti in parte corrente all'USL per una cifra che si attesta sugli 8.700.000; la restituzione allo Stato di una cifra pari a 7.700.000 relativa alle tasse automobilistiche di anni precedenti; l'aumento delle provvidenze economiche a favore di invalidi civili, ciechi civili e sordomuti per circa 3.700.000; l'aumento della previsione di spesa dell'imposta sugli spettacoli SIAE relativa agli introiti della Casino S.p.A. per una cifra pari a 3.400.000.
Abbandonando questa lunga sequela di dati e di percentuali mi avvio alla chiusura dell'intervento, sottolineando la centralità dei provvedimenti che stiamo per approvare. Proprio in un periodo di difficoltà legate alla delicata e non ancora conclusa fase di congiuntura economica, va ribadita la necessità di mettere in campo strategie politiche adeguate e di sostegno alla vita e alle esigenze dei valdostani. Alla luce di quanto analizzato, possiamo contare su un bilancio e su una manovra finanziaria che a livello regionale sono in grado di garantire un punto di riferimento preciso, con risorse certe ed orientate a concretizzare il programma politico del Governo e della maggioranza, arricchito di risposte nuove e adeguate per raggiungere l'obiettivo, che rimane quello di garantire possibilità di sviluppo e di benessere socio-economico alla comunità valdostana.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et au patrimoine, Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Grazie, Presidente. Grazie al relatore, grazie ai componenti la II Commissione permanente per l'egregio lavoro di approfondimento svolto, che certamente faciliterà il dibattito all'interno del Consiglio regionale sul documento di programmazione triennale.
La situazione economica internazionale, visto l'elevato grado di integrazione dell'economia globale, ha esteso al resto del mondo la crisi economico-finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel 2008. Significativo è stato anche l'impatto della crisi finanziaria sull'economia reale. La crisi è divenuta più profonda all'inizio del 2009, quando si è registrata la contrazione del commercio mondiale più forte del secondo dopoguerra. I paesi industrializzati sono stati i più colpiti dalla crisi, anche se alcuni paesi in via di sviluppo hanno subito uno choc molto severo. I paesi in via di sviluppo hanno visto ridursi gli afflussi di investimenti esteri e sperimentato un forte deprezzamento dei tassi di cambio, accompagnato da un aumento dei differenziali di rendimento sui titoli pubblici. La velocità di peggioramento della congiuntura ha raggiunto un picco massimo nel primo trimestre di quest'anno. A partire dal secondo trimestre sono emersi i primi segnali di stabilizzazione e poi di graduale ripresa, in particolare per l'economia dell'area asiatica. Gli indicatori sembrano concordi nel prospettare un recupero dell'attività economica diffusa alle principali aree geografiche, anche per effetto delle misure di politica economica adottate dai vari governi.
Le tensioni sui mercati finanziari si sono fortemente ridotte rispetto alla fase acuta della crisi. I differenziali dei titoli del debito pubblico rispetto a quelli di riferimento si sono molto attenuati. I mercati internazionali hanno evidenziato un significativo recupero rispetto ai minimi raggiunti nella primavera scorsa. L'inflazione al consumo, entrata in territorio negativo nella prima parte dell'anno in diverse aree geografiche, è sulla via di seguire un processo di graduale normalizzazione. Restano ampie le perdite registrate nel mercato del lavoro per effetto della crisi. Rimane elevata l'incertezza sull'intensità e sulla solidità della ripresa economica mondiale, soprattutto nel medio periodo. Vi è il rischio che, con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari, e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata in molte economie da una disoccupazione elevata e crescente, dalla limitata disponibilità di credito e dall'esigenza delle famiglie di risanare i propri bilanci.
Secondo le previsioni degli organismi internazionali, la crescita mondiale si collocherebbe nel 2010 in media attorno al 3 percento, quella dei paesi avanzati appena al di sopra dell'1 percento. L'indicatore dell'economia dell'area euro, prodotto dalla Banca d'Italia, ha assunto in settembre un valore positivo per la prima volta negli ultimi 15 mesi. Gli indicatori del clima di fiducia delle imprese e delle famiglie sono ulteriormente migliorati; l'indice delle piccole e medie imprese, dei responsabili degli acquisti del terziario, si è riportato al di sopra della soglia compatibile con espansione dell'attività, rimanendone poco al di sotto nell'industria. Il rialzo della produzione industriale è proseguito in agosto. Le più recenti valutazioni degli organismi internazionali prospettano per la media di quest'anno un calo dell'attività intorno al 4 percento, seguito, secondo le previsioni del fondo monetario internazionale, da un rialzo di pochi decimi di punto nel 2010.
Dopo aver fatto questa panoramica sulla situazione internazionale, andiamo a verificare qual è la situazione economica a livello nazionale. In Italia l'attività produttiva, caratterizzata da una forte propensione all'esportazione e da un peso rilevante dell'industria manifatturiera sul valore aggiunto, ha particolarmente risentito del crollo degli scambi internazionali e della forte riduzione degli investimenti. Tale dinamica non è dissimile da quella registrata in Germania. La riduzione degli investimenti è connessa ai bassi livelli di utilizzo della capacità produttiva, all'inasprimento delle condizioni di credito bancario, al calo della profittabilità delle imprese; infatti, gli effetti indiretti della crisi sono rilevati non meno intensi di quelli diretti.
L'economia italiana risulta meno esposta ai fattori specifici della crisi finanziaria, l'indebitamento delle famiglie è inferiore rispetto alla media dell'area euro (60 percento del reddito disponibile contro il 93 percento alla fine del 2008) e il settore immobiliare è meno vulnerabile. Il recente recupero della produzione industriale è stato in parte rivolto alla ricostituzione di un adeguato livello di scorte, scese in alcuni comparti a livelli molto bassi. La domanda finale interna non mostra ancora una netta inversione di tendenza; si è consolidato soprattutto nelle componenti prospettiche il miglioramento del clima di fiducia delle famiglie e, in misura meno decisa, delle imprese. Continuano però a peggiorare gli indicatori relativi all'andamento del mercato del lavoro e alle intenzioni di acquisto di beni durevoli. Nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione è salito al 7,4 percento dal 6,7 di un anno prima, pur in presenza di una consistente riduzione dell'offerta di lavoro. La propensione ad investire delle imprese rimane molto bassa in presenza di margini inutilizzati di capacità storicamente elevate.
Secondo le previsioni degli organismi internazionali il calo del PIL sarebbe di circa il 5 percento nel 2009, seguito da un rialzo dello 0,5 nel 2010. Quali sono stati i pacchetti di stimolo fiscale a livello nazionale? A seguito dell'acuirsi della crisi finanziaria, i governi nei principali paesi avanzati sono intervenuti con un'azione concertata volta a fronteggiare la recessione con misure di stimolo fiscale. Dal punto di vista della politica fiscale, l'utilizzo della politica di bilancio in funzione anticiclica ha dovuto misurarsi con la presenza di un elevato peso del debito pubblico e con la necessità di evitare effetti negativi, legati ad un potenziale aumento dei tassi di interesse.
La strategia del governo è stata pertanto quella di coniugare l'esigenza di massimizzare l'efficacia degli interventi, a fronte di vincoli di bilancio più stringenti che in altri paesi, con la volontà di aderire pienamente ai principi concordati in ambito europeo. Il piano anticrisi stanzia, a livello nazionale, un ammontare di 27.300.000.000 di euro nel quadriennio 2008-2011 e risulta significativamente inferiore ai pacchetti di stimoli messi in atto negli altri paesi avanzati in termini percentuali sul PIL. Le tabelle successive stanno ad indicare la ricaduta sull'economia di questi provvedimenti a livello nazionale.
Veniamo ora alle funzioni del bilancio regionale. In questa situazione abbastanza complessa la funzione principale del bilancio è una funzione di stabilizzazione del quadro congiunturale in funzione anticiclica; funzione che è risultata prioritaria, nel corso del 2009, a seguito della grave crisi economica e che vedrà confermata la sua importanza anche nel corso del 2010, stante la bassa visibilità sulle prospettive dell'economia globale per l'anno prossimo. Il bilancio deve avere poi una funzione di redistribuzione delle risorse in senso perequativo. È una funzione che ha sempre avuto un peso determinante e decisivo nell'allocazione di spesa della Regione. Terza funzione, quella di allocare efficientemente delle risorse per lo sviluppo economico: è la funzione che assumerà massima priorità nei prossimi anni, a partire già dalla seconda metà del 2010 nel mondo post-crisi. Il quadro a livello regionale... nel corso del 2009 abbiamo una Regione che è intervenuta con un consistente pacchetto di misure anticrisi finalizzate a sostenere i poteri di acquisto dei redditi, e a sostenere e rilanciare la competitività del sistema produttivo regionale; la legge anticrisi, la n. 1 del 23 gennaio 2009, è stata tempestiva nel suo intervento. Il peso dell'intervento regionale ha avuto un carattere preponderante e suppletivo rispetto all'intervento attuato dal Governo nazionale. Le tipologie di intervento si distinguono secondo le diverse aree, interventi a favore delle imprese e interventi a favore delle famiglie. Non sto a leggere l'elencazione dei provvedimenti che tutti ben conosciamo.
Il peso complessivo delle misure anticrisi stimato - i dati IRAP hanno una componente importante nel mese di dicembre - per l'anno 2009 è di circa 92.000.000 di euro; l'economia valdostana ha mostrato, nel corso del 2009, un andamento parzialmente in controtendenza al resto del paese, grazie alla solidità della struttura economica, all'incisività degli interventi effettuati. La disoccupazione, che rappresenta a livello continentale e globale il principale fattore di preoccupazione, è rimasta limitata a livelli fisiologici; rimane il timore che l'utilizzo massiccio della cassa integrazione guadagni nel 2009 possa rientrare, nel 2010, nei limiti passati.
Quali sono gli indicatori principali di solidità della nostra economia? La Regione Valle d'Aosta presenta una solidissima struttura finanziaria con un margine operativo superiore al 30 percento delle entrate correnti, un livello di indebitamento contenuto, pari a circa il 30 percento delle entrate operative ed una flessibilità di bilancio che consente di limitare il ricorso al debito a progetti di maggiore rilevanza. La Regione Valle d'Aosta presenta quindi una struttura finanziaria ideale, che è in grado di fronteggiare le crisi più violente e ha la possibilità di investire per rafforzare la propria posizione competitiva, alto margine operativo, basso livello di indebitamento - checchè ne dica il collega Chatrian -, buona disponibilità di risorse liquide e flessibilità di bilancio.
Tre indicatori sintetici riassumono la solidità del bilancio regionale anche per il 2010 e per il triennio 2010-2012. Nel bilancio di previsione del 2010 gli indicatori più importanti sono: indicatori di incidenza tributaria, entrate tributarie ed entrate correnti 95 percento, l'indice mostra un elevato grado di correlazione delle entrate alla fiscalità del territorio regionale; indicatore di correlazione entrate correnti-spese correnti, 1,3 percento, il valore della Regione Valle d'Aosta molto superiore all'unità indica una gestione sana che permette, oltre al mantenimento dell'attuale livello di spesa, anche una capacità di destinare risorse ai nuovi investimenti; indicatore di rigidità della spesa, spese per il personale, entrate correnti 20,2 percento, la dimensione non preponderante della spesa per il personale permette di evidenziare la flessibilità e l'ampiezza del margine di operatività. A tal proposito la società di rating ha assegnato alla Regione Valle d'Aosta il rating AA+ con prospettive stabili. Nella sua analisi la società di rating prende in considerazione fattori istituzionali, fattori finanziari e fattori economici.
L'analisi del quadro istituzionale considera lo Statuto speciale di autonomia un fattore essenziale per creare un legame fra le entrate tributarie con andamento dell'economia locale e una maggiore flessibilità che consente di assorbire eventuali impatti negativi. L'analisi del quadro finanziario evidenzia la solidità della struttura di bilancio della Regione caratterizzata da un debito modesto e da un ampio margine operativo. L'analisi del quadro economico sottolinea la solidità della struttura economica valdostana, caratterizzata da basso livello di indebitamento delle famiglie e da un mix di industria con vocazione all'export e di piccole e medie imprese di servizi meno esposte al ciclo economico.
La struttura delle entrate del bilancio di previsione: la previsione di entrate complessiva della Regione Valle d'Aosta si attesta a 1.874.000.000 per il 2010, 1.900.000.000 per il 2011, 1.930.000.000 per il 2012; gli importi totali sono significativamente inferiori rispetto ai bilanci degli anni passati solo a causa del ridimensionamento delle contabilità speciali, che si riducono fortemente in conseguenza della partenza del nuovo sistema nazionale di tesoreria unica mista dal 1° gennaio 2009, quindi le partite di giro in particolare non vengono inserite in questo tipo di previsione. Il totale delle risorse disponibili per il 2010 ammonta a 1.685.000.000 con una leggera crescita rispetto al 2009. L'avanzo di amministrazione è pari a 160.000.000 che abbiamo iscritto in questo bilancio (e tutti sappiamo che lo abbiamo iscritto vincolati dal patto di stabilità).
L'analisi del Titolo I, "Tributi propri e gettito di tributi erariali", conferma l'elevato grado di indipendenza, che è stato sottolineato anche dalla società di rating, e di autonomia fiscale, mostrando un peso superiore all'80 percento anche per il 2010. L'analisi disaggregata delle componenti del Titolo I mostra andamenti diversificati per dinamica e intensità; il calo dei tributi propri da 180.000.000 a 135.000.000 è scaturito da due fattori: diminuzione del gettito IRAP, determinato dalla riduzione (mi pare condivisa da tutti) dell'aliquota dal 3,9 al 2,98 percento per tutte le imprese sul territorio valdostano, misura riproposta con finalità di stabilizzazione anticiclica, stante l'attuale incertezza del quadro macroeconomico, anche per il 2010, importo stimato 17.000.000; riduzione della tassa di concessione casa da gioco, come stabilito dall'apposito disciplinare con impatto di circa 30.000.000 di euro; incremento della compartecipazione ai tributi erariali da 1.221.000.000 a 1.236.000.000 per il 2010, crescita ulteriore a 1.291.000.000 per il 2011 a 1.312.000.000 per il 2012, sostanzialmente questo incremento è dovuto alla dinamica della voce relativa alle imposte erariali sul reddito e patrimonio, IRE, ex IRPEF, ora mi pare di nuovo ritornerà IRPEF, che ha dimostrato un andamento positivo nel periodo gennaio-agosto 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, per effetto del maggior gettito accertato derivante dal recupero di versamenti IRE effettuati nell'anno dai soggetti residenti fuori dal territorio regionale e spettanti alla Regione.
Per chiarire questo aspetto faccio un esempio per tutti: le ritenute sulle pensioni, che vengono versate fuori allo Stato e poi reintrodotte nel bilancio regionale. L'IRE, uguale a 327.000.000, è la principale imposta nel nostro sistema contributario e continua ad evidenziare un trend crescente negli ultimi anni. Dall'anno 2011, a concorrere alla dinamica espansiva delle entrate da compartecipazione sarà anche l'incremento del gettito derivante dall'imposta sulla benzina e sugli oli da gas per autotrazione, che avrà, per la prima volta, il suo impatto concreto sul bilancio dal 2011. Nel complesso la previsione totale del Titolo I mostra un calo estremamente contenuto di meno 2,1% nell'anno in cui si è verificato lo scenario globale internazionale più sfavorevole e complesso degli ultimi decenni. Si può affermare con fiducia che la struttura di base portante delle entrate della Regione ha superato con successo uno stress test di grande rilievo.
L'andamento del Titolo II, "Contributi e trasferimenti statali e dall'Unione Europea", mostra un andamento lievemente crescente in termini assoluti: da 40.000.000 a 41.000.000 nel 2010, con un'incidenza sul bilancio del 2,8 percento.
L'andamento del Titolo III, "Entrate extratributarie", presenta una crescita nel 2010 da 25.000.000 a circa 30.000.000, per stabilizzarsi vicino ai 30.000.000 nel 2011 e nel 2012. I proventi dei servizi pubblici derivano da attività poste in essere da diverse strutture regionali, fra le quali prevalgono i proventi legati alla concessione di energia elettrica e calore, prodotti dal cogeneratore di Brissogne, e di proventi derivanti dalla gestione dei castelli e di varie mostre ed esposizioni. I canoni e le concessioni vedono l'introito più rilevante provenire dai canoni per concessioni e subconcessioni di acque pubbliche, 7.500.000.
Le entrate afferenti al Titolo V, "Entrate da mutui e prestiti", aumentano da 47.000.000 a 78.000.000 nel 2010; l'indebitamento si riferisce al finanziamento di opere già contemplato da leggi regionali, in particolare per il servizio idrico integrato 23.000.000, e dall'autorizzazione al ricorso al debito per spese di investimento ai sensi dell'articolo 7 della legge di bilancio per beni culturali, viabilità e rischi naturali. Il ricorso all'indebitamento per la copertura di spese di investimento e per il pareggio del bilancio degli anni 2011 e 2012 è previsto in 170.000.000 annui.
Eviterò di ripetere i dati, che sono stati già in modo diffuso e preciso illustrati dal relatore, sulla struttura della spesa, quindi se si escludono le contabilità speciali, la spesa per il 2010 ammonta a 1.685.000.000 e, per l'esercizio 2010, il peso delle spese correnti è del 69,1 percento e il peso delle spese di investimento è del 30,9 percento. Nel complesso la spesa corrente della Regione non mostra una dinamica espansiva preoccupante, in un momento storico in cui tutti i governi nazionali ricorrono massicciamente alla spesa corrente per finanziare le misure di stabilizzazione.
Voglio sottolineare che questo rapporto fra spese di investimento e spesa corrente nel 2010 tiene conto degli oltre 110.000.000, di cui buona parte sono per spese correnti a sostegno dell'economia nella direzione dei provvedimenti anticrisi, quindi in una situazione di eccezionalità diciamo che il rapporto fra spese correnti e spese di investimento è in linea con gli anni precedenti. Più del 30 percento del bilancio regionale rimane disponibile per spese di investimento, destinate a finanziare la fase di sviluppo e di rilancio dell'economia che seguirà necessariamente all'attuale fase di stagnazione degli aggregati economici.
La flessibilità operativa e l'autonomia di programmazione della Regione, come è stato sottolineato anche dagli esperti del rating, rimangono intatti e costituiscono il fattore critico di successo per affrontare gli anni futuri. Qua vengono elencate alcune voci (non le sto a leggere, perché sono le voci che conoscete tutti sui provvedimenti anticrisi 2010), che manterremo; qui abbiamo solo alcune voci che sono quelle che abbiamo già recepito negli articoli della finanziaria regionale, ma il provvedimento anticrisi complessivo del 2010 conterrà anche tutta una serie di provvedimenti che faranno parte di una legge ad hoc che il Consiglio approverà - spero - nella prima adunanza del 2010.
Il bilanciamento settoriale della spesa tiene conto del contemperamento delle funzioni che il bilancio regionale andrà a svolgere nel 2010, dove, ad una prima fase in cui l'esigenza di stabilizzare una realtà anticiclica dell'economia avrà ancora necessariamente il sopravvento, seguirà una fase più focalizzata sulla funzione di allocazione di risorse, finalizzate allo sviluppo, sempre in un quadro di fondo in cui la spesa perequativa rimane la più importante e strutturale.
Mi avvio alle conclusioni: il 2009 è stato l'anno in cui si è verificato lo scenario di crisi più profondo del secondo dopoguerra. La visibilità sull'evoluzione della situazione macroeconomica globale e internazionale è estremamente limitata e gli organismi di previsione sono molto cauti nella definizione degli scenari futuri che rimangono molto incerti. A fronte dei primi segnali di ripresa un atteggiamento cauto, volto al rafforzamento delle condizioni di sviluppo, sembra il più opportuno e realistico. All'interno di questo quadro il bilancio della Regione ha permesso, in primis, nel corso del 2009, di svolgere una funzione keynesiana di stabilizzazione anticiclica della ricchezza con pieno successo; l'intervento anticrisi e la flessibilità operativa, resa possibile dall'autonomia finanziaria, tributaria ed economica della Regione, hanno concorso a rendere molto più limitato l'impatto della crisi sull'economia regionale. Il PIL regionale è previsto in calo del 2 percento, mentre a livello nazionale è previsto un calo del 5, a livello europeo del 4 percento. La disoccupazione rimane a percentuali fisiologicamente basse, anche se uno dei problemi principali che vengono affrontati nei vari capitoli del nostro bilancio regionale, come è stato sottolineato dal Presidente, uno dei settori centrali sul bilancio è il settore del lavoro... la disoccupazione rimane - dicevo - fisiologicamente bassa, il reddito medio rimane molto al di sopra della media nazionale.
Il 2010 sarà il primo anno di una nuova era. A fronte della riproposizione di misure importanti di stabilizzazione del ciclo, anticipando la tendenza al rinnovo degli stimoli annunciata da molti governi nazionali, il 2010 sarà l'anno in cui la funzione di allocazione di risorse per lo sviluppo tornerà ad avere una valenza strategica. Nel caso della nostra Regione non esiste la necessità di attuare un exit strategy da una crisi profonda, ma è di vitale importanza consolidare prospettive di crescita presenti a livello potenziale nel nostro tessuto economico. Gli elevati margini di bilancio e l'elevata flessibilità operativa consentono gradi di libertà e di innovazione crescente, l'anticipazione della riduzione dell'aliquota IRAP, molto discussa a livello nazionale, costituisce un passo concreto verso un approccio fiscale più espansivo e più aperto verso il mondo delle imprese dell'economia reale. La previsione sancita dallo statuto di autonomia di zone franche, ove attuata nella forma di zona franca di impresa, fornisce altre opzioni potenziali sul terreno dell'incremento della base produttiva ed economica, in linea con l'esperienza storicamente maturata a livello di altre realtà federali, come il cantone Zugo della vicina Svizzera.
La necessità per la nostra Regione è quella di approfondire le problematiche istituzionali e finanziarie del sistema montagna per giungere alla definizione degli aspetti di coesione territoriale e, quindi, poter sviluppare politiche mirate per i territori montani. Le zone franche di montagna, simili a quelle urbane, potrebbero essere uno strumento in grado di sostenere e attrarre piccole e medie imprese con benefici per l'occupazione. Il basso livello di indebitamento del bilancio regionale, unito alla gestione conservativa e prudente - come peraltro sottolineato dalla società di rating - fornisce nell'attuale scenario di tassi di interesse molto contenuti, l'opzione per scelte strategiche di investimento di grande rilievo. L'allocazione settoriale delle principali partecipazioni della Regione Valle d'Aosta è concentrata in settori molto difensivi e correlati rispetto all'andamento dell'economia generale. La partecipazione in CVA, assetto strategico molto prezioso di grande redditività attuale e in prospettiva, continua a fornire ritorni economici eccellenti.
Una nuova era sta arrivando e forse molte cose nel mondo non saranno più come prima; partendo da questo assunto, la realtà che presenta il bilancio regionale consente di guardare al futuro con la serenità e la fiducia necessaria per affrontare le sfide che il tempo ci proporrà. Concludo ringraziando le strutture dell'Assessorato per l'egregio e puntuale lavoro svolto, per la totale disponibilità alla collaborazione concessa all'Assessore, al Governo regionale, ma penso all'intero Consiglio regionale, in particolare il coordinatore Peter Bieler, la dott.ssa Luigina Borney e il dottor Nuvolari. Grazie.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente.
Ai sensi degli articoli 66 e 116 della legge regionale n. 54, è previsto che ci sia, in occasione della presentazione del bilancio al Consiglio, anche una relazione sulle attività svolte dal Consiglio permanente degli enti locali. Darò solo due brevi note, e pregherei di distribuire la relazione... vedo che la stanno già predisponendo.
Vorrei solo far notare che nel complesso, al di là dei contatti e delle attività svolte dal Consiglio nel suo insieme, c'è il problema della finanza e della contabilità - là dove viene fatta un'analisi puntuale da parte del Coordinatore responsabile del servizio, dottor Lucat - sulle principali attività che si sono portate avanti, in modo particolare quelle che sono state le misure messe in atto e le leggi regionali concernenti gli enti locali, che vengono recepite nella relazione perché fanno parte integrante del compito, in questo caso richiamato dagli articoli che ho appena letto.
Sono a disposizione per i chiarimenti che fossero necessari nell'ambito della discussione successiva sulla finanziaria e sul bilancio. Grazie.
Président - La séance est enlevée. Merci.
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La séance se termine à dix-huit heures et vingt-huit minutes.