Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 745 del 24 settembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 745/XIII - Relazione dell'Assessore all'agricoltura e risorse naturali in merito alla risoluzione sull'agricoltura di montagna, firmata a Krün (Germania) il 10 luglio 2009 dai rappresentanti di diverse Regioni dell'arco alpino.

Relazione

L'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, ha partecipato, in data 9 e 10 luglio 2009, a Krün nel circondario di Garmisch-Partenkirchen in Baviera, al secondo forum sull'agricoltura di montagna, durante il quale è stato consegnato alla Commissaria europea per l'agricoltura, Mariann Fischer Boel, un documento contenente richieste precise per migliorare le condizioni economiche e operative delle aziende agricole operanti in zone di montagna.

Il sopracitato documento ha assunto la veste di risoluzione sull'agricoltura di montagna ed è stato firmato dal competente Assessore delle seguenti Regioni dell'arco alpino: Land Tirolo, Land Voralberg, Stato Libero di Baviera, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Autonoma Valle d'Aosta e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

In occasione del primo forum sull'agricoltura di montagna, svoltosi a Bruxelles, in data 31 marzo 2009, la Commissaria europea Fischer aveva invitato i rappresentanti dell'arco alpino a presentare in un secondo incontro proposte concrete su cui lavorare.

Nel corso degli ultimi mesi i rappresentanti delle sette Regioni dell'arco alpino hanno lavorato alla predisposizione di un documento unitario e condiviso, che consta, in primo luogo, di un preambolo nel quale vengono evidenziati l'importante ruolo svolto dall'agricoltura di montagna e i principali limiti cui essa è sottoposta. Seguono una serie di considerazioni iniziali collegate alle successive richieste, presentate con riferimento al primo e secondo pilastro della PAC (pagamenti diretti e sostegno allo sviluppo rurale) e ulteriori misure ritenute necessarie al fine di creare le condizioni per il mantenimento di un'agricoltura di montagna vitale anche successivamente al 2013 e in vista della futura programmazione comunitaria in materia di politica agricola comune.

Tra le proposte più significative relative al primo pilastro, è stata richiesta una sua sostanziale prosecuzione anche dopo il 2013 con finanziamento al 100 percento con fondi dell'Unione europea, l'introduzione ex novo di un premio per ruminanti, con particolare attenzione rivolta all'allevamento di vacche da latte e possibilità di adeguamento regionale, e un'integrazione al premio unico per le aziende agricole a conduzione familiare.

Per quanto concerne il sostegno allo sviluppo rurale (secondo pilastro della PAC) si è ritenuto fondamentale richiedere un aumento dei limiti superiori dell'indennità compensativa e finanziamenti specifici per le zone montane con percentuali più alte di quelle attualmente ammissibili. Inoltre, è stato chiesto di consentire l'erogazione di aiuti a copertura dei costi di trasporto dei prodotti agricoli, unitamente ad un innalzamento dei limiti superiori di premio e una maggiore flessibilità dei pagamenti agroambientali.

Infine, tra le ulteriori misure necessarie, è stato proposto l'innalzamento dell'attuale limite massimo per l'applicazione del de minimis in agricoltura dai 7.500 euro ad una nuova soglia di almeno 50.000 euro ad azienda, con conseguente innalzamento dei plafond nazionali e di quelli regionali, nonché la creazione di regole semplici e chiare per quanto riguarda i sistemi di protezione dell'origine, di certificazione e di etichettatura dei prodotti dell'agricoltura di montagna, così come una sensibile riduzione dell'onere amministrativo gravante sulle aziende agricole in relazione a registrazioni e conservazione di documenti.

Le richieste contenute nella risoluzione rappresentano importanti obiettivi comuni con riferimento al prossimo periodo di programmazione; proseguiranno pertanto i contatti e la collaborazione con le Regioni dell'arco alpino coinvolte, in vista del raggiungimento degli stessi, dell'organizzazione di ulteriori riunioni e iniziative e dell'allargamento della composizione del gruppo di lavoro a funzionari e rappresentanti politici dei territori montani francesi.

Allegati

(omissis)

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - Grazie, Presidente. Come già anticipato nel corso del dibattito su una precedente interpellanza, noi ci troviamo, in questa fase, a lavorare sulle criticità e sui problemi contingenti, sul PSR in corso 2007-2013, ma non dobbiamo dimenticare - come diceva prima il Presidente sulla questione del casinò - di guardarsi intorno e cercare di impostare le cose per la prossima programmazione.

Nell'ambito di questo obiettivo sicuramente un'opportunità molto interessante si è presentata nel corso di quest'anno a partire dal mese di marzo, con un'apertura di collaborazione fra le regioni alpine e precisamente, a marzo 2009, è stato organizzato un Forum dell'agricoltura di montagna delle regioni tedesche, fra cui Trento e Bolzano come province, il Tirolo, Vorarberg e Baviera, presso gli uffici comunitari un incontro con il Commissario Fischer Boel. Da lì c'è stata un'apertura specifica alle altre regioni alpine e, per quel che ci riguarda, abbiamo avuto da subito un rapporto di collaborazione con Bolzano, con l'Assessore Berger e il coordinatore Parzeller, e a noi si è aggiunto il Friuli e altre regioni ancora sono state contattate, in particolare le regioni francesi. A seguire sono stati organizzati una serie di incontri tecnici e, nel mese di giugno, abbiamo avuto un incontro a San Michele all'Adige per la firma di un documento, da portare all'attenzione della Commissaria europea in occasione di un Forum a Garmisch, a cui abbiamo partecipato assieme ad altre regioni interessate: Baviera, Friuli Venezia Giulia, Slovenia, Alto Adige, Tirolo, Valle d'Aosta, Trentino, Vorarberg. Questa risoluzione, che è stata approvata in quella sede e firmata dai rappresentanti di queste regioni l'avete agli atti.

Credo che sia molto importante esaminare alcuni passaggi di questa relazione; ve li cito velocemente, perché siamo in chiusura del Consiglio, comunque avrete modo di leggerla e il documento è un documento di base per la prossima programmazione, come dicevo.

Tra le proposte più significative relative al primo pilastro, è stata richiesta una prosecuzione, anche dopo il 2013, con finanziamento al 100 percento con fondi dell'Unione europea, e quello che è importantissimo l'introduzione ex novo di un premio per ruminanti, in quanto si è concordato sul fatto che la presenza dell'allevamento soprattutto nelle zone di montagna sia molto importante per la salvaguardia dell'ambiente e la prevenzione dei dissesti ambientali; un sostegno allo sviluppo rurale, un aumento dei limiti superiori dell'indennità compensativa e soprattutto aiuti a copertura dei costi di trasporto dei prodotti agricoli, problema annoso che in Valle d'Aosta è stato sovente oggetto di richiesta da parte degli agricoltori e degli operatori, che è quello in particolare del trasporto del latte ai caseifici. Una richiesta importante è quella sull'aumento del de minimis in agricoltura, che dai 7.500 euro potrebbe, secondo questa proposta, passare a 50.000 euro ad azienda; poi la creazione di regole semplici e chiare per quanto riguarda i sistemi di protezione dell'origine, di certificazione e di etichettatura e soprattutto una riduzione degli oneri amministrativi gravante sulle aziende agricole in relazione a registrazioni e conservazione di documenti.

Le richieste contenute nella risoluzione rappresentano importanti obiettivi comuni con riferimento al prossimo periodo di programmazione, che - ripeto - inizierà nei primi mesi del 2010; quindi il fatto di avere questo rapporto di collaborazione è importantissimo per avere una forza contrattuale maggiore. Proseguiranno i contatti e la collaborazione con le regioni dell'arco alpino coinvolte, in vista del raggiungimento degli stessi, dell'organizzazione di ulteriori riunioni e iniziative e dell'allargamento della composizione del gruppo di lavoro a funzionari e rappresentanti politici dei territori montani francesi. Ad agosto 2009 c'è stato un incontro a Bruxelles dell'Assessore all'agricoltura della Provincia di Bolzano Hans Berger con Loris Hoffman, il referente della Commissione europea, che ha esaminato le richieste contenute nella risoluzione ed è in previsione un convegno finale sull'agricoltura di montagna in Austria, con la partecipazione della Commissaria europea per concludere il lavoro svolto nel corso del 2009, questo a fine 2009. Questo è l'obiettivo conclusivo. Credo che questo sia un passaggio importante in proiezione della prossima programmazione.

Voglio solo ricordare che guardarsi intorno è importantissimo. Oggi si parlava di difficoltà nella gestione della situazione attuale, ricordo solo che a volte ci sono delle criticità, ad esempio quelle sulla gestione dei pagamenti legati alle superficie, che non sono una prerogativa della Valle d'Aosta, ma l'applicazione di certe regole comporta degli interventi da parte delle amministrazioni interessate che siano di supporto e di attenzione agli agricoltori. Ricordo una cosa per tutte. Non ho l'abitudine di menare il can per l'aia e di non affrontare le cose per quel che sono, però una sola cosa voglio citare ed è una notizia di ieri. Quest'anno, consci delle difficoltà per quel che riguardava la necessità di anticipazioni per il 2008, a prescindere dalla risoluzione delle problematiche, avevamo impegnato all'inizio di quest'anno una considerevole risorsa per queste anticipazioni, che sono state fatte nei primi mesi dell'anno, quindi circa il 65 percento di anticipazione sulle spettanze. La notizia di ieri è che Coldiretti Piemonte ha fatto un comunicato stampa, rendendo nota di aver chiesto formalmente all'organismo pagatore del Piemonte, ARTEA, l'erogazione degli anticipi del 2008. Per dire che certe problematiche non sono sicuramente delle problematiche solo riguardanti la nostra Regione. Evidentemente i problemi che abbiamo noi dobbiamo risolverceli, sia per quel che riguarda la situazione attuale, sia in previsione della prossima programmazione. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Prola.

Prola (UV) - Merci.

Devo subito dire che sono estremamente soddisfatto nel vedere che per la prima volta viene presentato un documento comune sulla montagna da parte di tutti i governi regionali delle regioni dell'Arco alpino. Questo documento ha sicuramente una valenza politica importante e, dopo vari tentativi perseguiti nel corso degli anni per arrivare ad avere percorsi comuni, oggi vediamo nascere questa comunione di intenti per cercare di sensibilizzare l'Unione europea sulle problematiche dei territori di montagna. Unione europea che, nel corso degli anni e fin dal 1990, ha attuato varie riforme nella politica agricola comunitaria, senza riuscire a restituire alla montagna un vero ruolo produttivo. I territori montani che, vista la scarsa rappresentanza politica, vedono diminuire la loro forza contrattuale, non riescono a rispondere alle istanze degli operatori del territorio e vedono innescare un circolo vizioso che ne determina, attraverso la marginalizzazione economica causata anche dall'insufficiente sostegno, l'ulteriore decadimento.

La nostra Regione è stata comunque molto attenta alla sorte di questo settore, dove è stata attuata la via sicuramente positiva della valorizzazione dei prodotti locali, attraverso una politica di marchi, e dove si sono attivate, nel corso degli anni, adeguate misure di sostegno e, nella fase di applicazione regionale delle varie normative, regolamenti e orientamenti comunitari, di adattarle con notevole difficoltà alla situazione territoriale.

È facilmente dimostrabile che la nostra situazione della montagna è ben diversa dalla condizione generale dei territori montani, confermando il percorso positivo che abbiamo fatto, ma si evidenzia un elemento fondamentale: che gli obiettivi di tutela siano perseguibili dedicando la necessaria attenzione alle esigenze tecniche ed operative degli agricoltori e soprattutto assegnando agli addetti del settore la quantità di risorse sufficienti a controbilanciare gli effetti della concorrenza per certi versi quasi sleale, esercitata dalle aree più favorite. Comunque il fatto che utilizziamo risorse locali è indicativo dell'insufficienza di fondo delle risorse assegnate a questi scopi dai livelli di programmazione superiori.

Con l'avvio dei due nuovi cicli di programmazione strutturale 2000-2006, 2007-2013, il processo di uniformazione degli interventi imposto a livello comunitario ha rapidamente smantellato nel nome della libera concorrenza il dispositivo di tutela che avevamo eretto a difesa dei nostri agricoltori, quindi in conseguenza dei nostri territori. Questo fatto presenta alcuni aspetti positivi: elimina, in alcuni casi, situazioni di ingiustificato privilegio a volte accumulatesi nel tempo, però vi è il fondato timore che l'applicazione rigida di norme generali che non tengono in debito conto la specificità dei soggetti a cui sono applicate, possa distruggere quello che rimane delle montagne dell'Arco alpino. L'orientamento produttivo attuale vede, infatti, la funzione produttiva della montagna confinata in spazi sempre più ridotti; al suo posto emerge sempre più la salvaguardia ambientale, che non può essere l'unica funzione. Il pericolo che si corre, non proteggendo sufficientemente l'esercizio della funzione produttiva generale delle aree di montagna, è quello di vedere trasformare ed abbandonare gradualmente il territorio, soprattutto nelle aree, in determinati luoghi o fasce altimetriche dove le condizioni sono estremamente difficili e vedere, per la parte restante, un luogo simile quasi ad un'area protetta dove l'agricoltura ha una funzione di mantenimento territoriale e la produzione, legata alla presenza di prodotti di nicchia, che sicuramente hanno una valenza economica importante, ma esclusiva per pochi.

Questo documento è il primo tentativo politico comune ai territori alpini di fermare questo processo. L'introduzione offre alcuni elementi di riflessione ricavati dall'osservazione e dalle risultanze dell'oggettiva realtà; vengono evidenziati i numerosi caratteri essenziali che stanno alla base del ruolo svolto dall'agricoltura di montagna e i limiti ambientali, culturali, economici cui viene sottoposta; vengono poi esplicitate alcune richieste fondamentali sia sul primo che sul secondo pilastro, che ritengo fondamentale per la sopravvivenza dell'agricoltura montana stessa.

Mi soffermo solo su alcuni aspetti che ritengo importanti della risoluzione.

Nel primo pilastro l'introduzione di un premio ex novo per ruminanti, con possibilità di adeguamento regionale, ci offre la possibilità di compensare adeguatamente le aziende che lavorano bene, che forniscono prodotti di qualità, che applicano le innovazioni che derivano dalla ricerca applicata e possono rispondere adeguatamente alle sollecitazioni provenienti dal mercato e dai consumatori. Ugualmente importante è l'integrazione del premio unico, con l'orientamento principale dell'incentivo sull'impiego della mano d'opera, in quanto conosciamo come sono organizzate le nostre aziende sia di piano che di alpeggio.

Nel secondo pilastro essenziali sono i finanziamenti specifici con percentuali più elevate per le piccole aziende, per gli investimenti di importo modesto: attrezzature, meccanizzazione per migliorare le condizioni, la sicurezza del lavoro e il benessere animale, che altrimenti per le loro dimensioni non potrebbero giustificare gli investimenti stessi. Sull'indennità compensativa già all'epoca della prima stesura e discussione del PSR 2000-2006 avevamo presentato un articolato studio dell'Istituto nazionale di economia agraria sull'equo indennizzo delle aziende agricole nelle zone montane, dove veniva ampiamente dimostrato che l'indennità compensativa assegnata all'azienda valdostana, pur essendo la più alta d'Europa, era sottostimata ed era necessaria un'integrazione soprattutto nel caso della zootecnia bovina da latte ed era fortemente consigliabile nel caso della viti-frutticoltura. L'ipotesi suffragata e ampiamente dimostrata dai dati e dallo studio in questione, non fu accolta nella prima programmazione, tanto meno nella seconda; quindi sono assolutamente concorde nel richiedere di elevare i limiti superiori.

Altro aspetto da evidenziare è l'eccessivo carico burocratico al quale tutte le misure sono sottoposte. Per finire, vorrei sottolineare anche le eccessive restrizioni di qualsiasi natura, siano essere tecniche, economiche e sanitarie, alle quali sono sottoposte le forme tradizionali di produzione, coltivazione e allevamento.

In conclusione, dovremmo arrivare ad ottenere dall'Unione europea che la politica agricola comunitaria di montagna venga inserita in una strategia complessiva di sviluppo sostenibile, che metta sullo stesso piano sia la funzione di protezione ambientale e il suo ruolo con lo sviluppo rurale, ma anche la funzione economica delle aziende. Questa strategia richiede un'impostazione interregionale transfrontaliera e necessita di misure economiche e sociali di accompagnamento, affinché la sopravvivenza delle nostre aziende e dei nostri agricoltori non sia messa in pericolo dall'applicazione rigida di criteri, numeri, coefficienti, indicatori puramente ed esclusivamente economici in nome della libera concorrenza. Quindi un plauso all'Assessore per questa fondamentale iniziativa e questo primo importante risultato.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - C'è il momento della critica dell'interpellanza, e questo è stato ieri.

Oggi, di fronte a questa relazione, effettivamente le riconosco, Assessore, di averci portato un documento di estrema importanza in cui pienamente ci riconosciamo, intanto per una considerazione politica generale. Più volte, anche su questioni che non erano specifiche dell'agricoltura, abbiamo sollecitato l'Amministrazione regionale a non agire isolata, ma a costruire dei percorsi insieme ad altre regioni che abbiano delle caratteristiche similari alle nostre, per essere più forti ed incisivi, sia nei confronti dello Stato nazionale, sia nei confronti dell'Europa; quindi, nella veste di "Ministro degli esteri della Valle d'Aosta", le faccio i complimenti per questo risultato, che giudico molto importante, che più volte avevamo sollecitato. Importante, perché è un incontro che va sul tema della montagna, all'interno del quale noi abbiamo più volte sollecitato che bisogna avere anche atteggiamenti che siano il più possibile non confinati nella nostra Regione, ma che riescano anche a mettere insieme realtà e rappresentanze politiche di tipo diverso, cioè che ci sia una trasversalità politica che possa consentire di vincere delle battaglie sulla questione della montagna. Le firme di queste regioni dimostrano che questa trasversalità politica su contenuti concreti è possibile trovarla.

Nel merito, proprio perché l'interpellanza di ieri aveva sollecitato la presa di coscienza... era anche rivolta non solo all'interno, ma all'esterno della Regione... a sottolineare l'importanza e il ruolo dell'indennità compensativa, il fatto di veder riconosciuto in un documento quello che ieri abbiamo sostenuto non può che rallegrarci. Non può che rallegrarci il fatto che nella nostra interpellanza di ieri dicevamo che non erano sufficienti le misure messe in campo adesso, ma ne servivano di aggiuntive; il fatto di ritrovare in questo documento queste misure aggiuntive vuol dire che non stavamo farneticando. Insieme c'era un dialogo, una sollecitazione e noi troviamo quindi, in questo documento, la possibilità di incrementare questa indennità compensativa che - come ha bene detto il Consigliere Prola - è una misura indispensabile per creare condizioni con almeno il tentativo di metterci a livello di altre aziende e di altre realtà. L'indennità compensativa deve quindi uscire dalla logica di un contributo aggiuntivo dato alle aziende, ma deve essere assolutamente percepita come la base di partenza necessaria perché le aziende possano operare. Mi sembra che questo documento abbia in pieno questa filosofia, così come ritengo assolutamente importante quello dell'introduzione ex novo di un premio che vada in particolare a riconoscere l'allevamento di vacche da latte in situazione di territori di montagna, perché è la strada per poter tutelare non solo la nostra esperienza economica che caratterizza la tradizione dell'allevamento in Valle d'Aosta, ma è proprio la possibilità di mantenere una nostra tradizione culturale: quella dell'insediamento e dello spostamento dei nostri capi di bestiame dal fondovalle negli alpeggi. Quindi anche questa è una misura estremamente significativa, come quella dell'innalzamento del limite del de minimis.

Ci rendiamo conto che questo è un documento, non è una realtà, però questo davvero è un passo fondamentale per percorrere quella strada che immagino non sarà facile, né semplice, nei meandri delle Commissioni e del Parlamento europeo per ottenere questi riconoscimenti. Per quanto riguarda il Partito Democratico, terremo fede agli impegni che abbiamo preso in modo informale questa estate attraverso i nostri Parlamentari e comunicheremo ufficialmente questa relazione ai nostri Parlamentari del Partito Democratico in Europa, perché possano, per quanto loro compete, sostenere queste iniziative.

Président - La parole au Conseiller Giuseppe Cerise.

Cerise G. (VdAV-R) - Merci, M. le Président.

Il mese di aprile avevamo presentato un'interpellanza per sollecitare l'attenzione riguardo alle politiche comunitarie a sostegno dell'agricoltura di montagna. Interpellanza che prendeva spunto dai risultati del Forum di Bruxelles del mese di marzo, che aveva visto, quale capofila della sensibilizzazione sui problemi di questo settore importante della nostra economia, l'Assessore dell'agricoltura della Provincia di Bolzano, Berger. Forum che aveva registrato la partecipazione in quell'occasione di solamente alcune regioni dell'Arco alpino - lo ha ricordato bene l'Assessore Isabellon - sostanzialmente le zone dell'Arco alpino di lingua tedesca: la Provincia di Bolzano, Trento, Tirolo, Voralberg e Baviera. Incontro comunque significativo, perché per la prima volta la Commissaria Fischer ha dimostrato la disponibilità di rivisitare le proprie convinzioni riguardo all'agricoltura di montagna, che aveva fino a quel momento considerato alla stregua di qualsiasi altro settore. Non è presente il collega Caveri, ma potrebbe dirne molto al riguardo. In quell'occasione si era spinta, al di là di tutta una serie di considerazioni, a prevedere - nella sua ipotesi di programmazione per il periodo 2013-2018, un concreto sostegno a livello europeo - in questa proposta uno specifico asse riservato all'agricoltura di montagna. Era veramente una svolta epocale per come concepiva questo settore qua, dicevo prima; da sostenere, ma non unicamente con risorse finanziarie, anche con un proprio ambito di manovra, nonché agevolazioni ad hoc sotto il profilo burocratico per chi opera in quelle zone.

La Commissaria aveva, in quell'occasione - annunciando il secondo Forum dedicato ai problemi del settore, che si sarebbe tenuto giustamente a Krün, Garmisch, come diceva l'Assessore, in Germania, nel mese di luglio - chiesto ai rappresentati delle regioni dell'Arco alpino di fornire delle proposte concrete su cui lavorare. Avevamo ritenuto, come dicevo, significativa questa inversione di tendenza della Commissaria e la nostra interpellanza al momento aveva lo spirito di sollecitare la presenza dell'Assessore a quell'incontro e ad registrare un ruolo attivo. Ci rallegriamo che la nostra sollecitazione sia stata accolta, l'Assessore era infatti presente; siamo convinti che al di là della presenza fisica che sicuramente non sarà passata inosservata (perché abbiamo la stessa stazza), più o meno si sia anche connotata nella sfera dei protagonisti.

Credo che udendo la relazione che condividiamo, e leggendo il documento alla predisposizione del quale l'Assessore ha partecipato, non abbiamo alcuna ragione di dubitare di un suo ruolo di primo piano. Di conseguenza, mi associo a quanto detto dal collega Prola e dal collega Donzel, che sono intervenuti prima, del fatto che l'Assessore sia stato presente e che abbia portato anche il pensiero e le problematiche della nostra Regione, avendo partecipato - credo - alla stesura del documento, sul quale non entrerò nel merito perché penso che la risoluzione che è stata approvata sia condivisibile.

Gradiremmo invece che l'Assessore, nella replica, ci chiarisse alcuni aspetti che riteniamo non marginali.

Il primo è che registriamo l'assenza a questo Forum di una significativa porzione del territorio montano dell'Arco alpino (mi riferisco al Forum di Garmisch): Piemonte, Lombardia, Liguria, Rhône-Alpes, Provence-Alpes-Côte d'Azur; praticamente, a parte la Valle d'Aosta, tutto il territorio montano dell'Euroregione. Mi pare un'assenza significativa... vorremmo sapere le ragioni di questa assenza: cosa si è fatto o non si è fatto per coinvolgerli, per dare maggiore peso contrattuale affinché la risoluzione che condividiamo non resti semplicemente una bella dichiarazione di principio, ma si possa concretizzare anche nei contenuti.

Considerato che le proposte della Fischer per il periodo di programmazione 2013-2018 prevedrebbero delle semplificazioni burocratiche che poi, se ragioniamo, sostanzialmente si possono tradurre in un risparmio tutt'altro che insignificante per le aziende, specialmente in questo periodo di particolare sofferenza del settore, avevamo, in merito nella nostra interpellanza di aprile, proposto di richiedere nell'incontro di Krün...

Président - ...collègues, si vous plaît...

...l'anticipazione di questa... già da subito, in quanto la stessa non comporta impegno di risorse finanziarie aggiuntive. Vorremmo sapere dall'Assessore se questo è stato ipotizzato o meno. Riterremmo inoltre opportuno per il futuro, in vista di appuntamenti importanti come quello in oggetto, una confrontazione e un confronto dell'Assessore con la commissione consiliare competente che potrebbe - almeno speriamo - avere un ruolo propositivo, come pure crediamo che possano giocare un ruolo positivo tutte le associazioni di categoria, come avevamo già evidenziato nell'interpellanza di aprile.

La ringrazio comunque, Assessore, per aver voluto cogliere la nostra sollecitazione a questa partecipazione attiva in questo momento importante.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.

Isabellon (UV) - Per una replica e per fornire alcuni elementi in più.

Per quel che riguarda la predisposizione del documento, cito solo i passaggi della partecipazione ai lavori. Noi, il 27 aprile 2009, avevamo inviato una nota contenente le linee strategiche da esaminare e condividere con i rappresentanti delle regioni in vista dei successivi incontri tecnici, perché ogni regione forniva una documentazione sulla base delle esperienze di ogni singola realtà. Il 30 aprile 2009 tutto questo è stato condensato in una riunione tecnica a Bregenz ed è stato redatto dal gruppo di lavoro, a cui partecipavano dei nostri funzionari; di nuovo una riunione tecnica a Monaco, l'8 giugno 2009, con la partecipazione di due nostri funzionari del dipartimento agricoltura in cui ha preso corpo questa risoluzione. Evidentemente c'è stata dai vari apporti una condensazione delle varie proposte, quindi noi, all'interno della risoluzione, ritroviamo molti aspetti peculiari della nostra realtà, come è stato già ricordato in precedenza da chi è intervenuto e ha esaminato il documento. Poi il 30 giugno 2009 nell'incontro sia tecnico che politico a San Michele all'Adige si è fatto l'esame finale e la firma di un documento-risoluzione che poi è stato portato a Garmisch; quindi c'è stato tutto un percorso di lavoro per arrivare a questo.

In merito al coinvolgimento di altre regioni, a Garmisch era presente anche un rappresentante delle regioni svizzere e quelli che sono in corso sono contatti con le regioni montane della Francia. Per quel che riguarda invece le altre regioni italiane, le difficoltà sono maggiori, perché qui, guarda caso, troviamo le Regioni a Statuto speciale: Friuli, Trento, Bolzano, le due Province e la Valle d'Aosta. Purtroppo nelle altre regioni la realtà montagna è molto più marginale, sia nelle attenzioni che nelle prospettive. Questo non vuol dire che non ci sia un coinvolgimento, ma non c'è la stessa sensibilità. L'obiettivo, visto che l'Assessore Berger è anche Vicepresidente della Commissione politiche agricole, l'obiettivo, anche in quella sede, è di trovare un coinvolgimento per la realtà di montagna, ma sappiamo benissimo qual è la realtà anche delle zone di montagna, basta andare nel vicino Piemonte, dove le vallate del Piemonte a volte lamentano una disattenzione e a volte fanno anche qualche confronto con la Valle d'Aosta. Non a caso ci sono certe iniziative che guardano alla Valle d'Aosta nelle valli più vicine a noi; quindi c'è tutto un percorso anche di tipo storico, che porta ad avere una situazione che è quella che è. In ogni caso c'è un'evoluzione anche in questa direzione e noi abbiamo anche la possibilità di fare delle azioni soprattutto nei confronti delle regioni francesi. Con l'Assessore Berger di questo abbiamo parlato recentemente.

In merito al coinvolgimento della commissione consiliare, sono perfettamente d'accordo. Le associazioni sono state coinvolte in questa predisposizione di documenti, perché c'è una stretta collaborazione con le associazioni, in particolare con l'associazione agricoltori e i rappresentanti degli agricoltori, ma anche con l'AREV per quel che riguarda gli aspetti della zootecnia. Sulla commissione consiliare sono perfettamente d'accordo e mi impegno a proseguire per arrivare ai successivi passaggi e avere la predisposizione del documento, che poi dovrà essere la base di contrattazione all'inizio del prossimo anno per quel che riguarda la nuova programmazione, a coinvolgere pienamente la commissione consiliare, sia per fornire i documenti che non sono tutti contenuti qui dentro nella risoluzione, ma sono anche le nostre proposte che si possono comunque ripresentare e integrare con le proposte dei consiglieri, dei gruppi consiliari e dei commissari della commissione, ma anche per valutare eventuali altre iniziative; quindi questo mi impegno a farlo.

Président - Le Conseil prend acte.

Il Consiglio

prende atto della relazione dell'Assessore all'Agricoltura e risorse naturali in merito alla risoluzione sull'agricoltura di montagna firmata dai rappresentanti di diverse regioni dell'arco alpino.