Oggetto del Consiglio n. 744 del 24 settembre 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 744/XIII - Relazione annuale al Consiglio regionale sull'andamento della gestione della "Casino de la Vallée s.p.a.", ai sensi dell'art. 8 della legge regionale 30 novembre 2001, n. 36, recante "Costituzione di una società per azioni per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent".
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Come è stato ricordato, la legge prevede che sia fatta una relazione annuale sull'esercizio precedente; in questo caso l'esercizio di riferimento è il 2008. Ne riproporrò gli aspetti più significativi, sulla base della relazione sulla gestione allegata al bilancio che contiene una dettagliata analisi dei dati statistici, economici e gestionali che hanno caratterizzato l'esercizio. Per carità di patria, non sto a leggervi la relazione che è un insieme di notazioni che cercano di far capire cosa è successo nei vari ambiti e in quello che è l'esercizio dell'attività a livello di casa da gioco. Ho cercato di sintetizzare i punti essenziali dell'andamento della casa da gioco.
Anche l'anno 2008 ha fatto registrare una flessione generalizzata del mercato del gioco d'azzardo in Italia. Tale situazione è figlia di alcune criticità che interessano specificatamente il mondo dei casinò:
- il persistere della criticità connessa alla normativa sul fumo, la cui valenza continua ad essere rilevante; ne è la dimostrazione il calo impressionante delle attività analoghe in paesi in cui la normativa sul fumo è stata di recente applicazione: Francia, Svizzera, Croazia... nel momento in cui è entrata in funzione questa norma, hanno avuto lo stesso effetto negativo che noi avevamo già sperimentato prima;
- la norma antiriciclaggio entrata in vigore alla fine del 2007 che, pur non avendo ancora piena applicazione perché in attesa del regolamento di attuazione, certamente ha influito sulla riduzione della propensione al gioco da parte dei clienti più facoltosi, i quali vedono nella stessa un pesante controllo delle potenzialità di rischio connesso alla loro posizione fiscale;
- la crisi economica e finanziaria manifestatasi nel 2008 e destinata ad interessare anche l'intero anno in corso che ha contribuito anch'essa alla contrazione della massa monetaria giocata con la logica conseguenza di una riduzione dei proventi;
- la concorrenza dello Stato, che è sempre più agguerrita con la raccolta di gioco sempre più capillare sul territorio nazionale, grazie all'introduzione di nuovi prodotti fra cui si sta sviluppando in modo esponenziale il settore on-line;
- l'offerta di intrattenimento e di servizi del comprensorio in cui si trova la casa da gioco.
Questi sono alcuni degli elementi che sicuramente hanno influito sull'andamento nel 2008.
Il dato negativo degli introiti lordi del gioco nel periodo di esame è pertanto conseguenza dell'effetto combinato dei fattori sopra evidenziati che hanno fortemente condizionato l'andamento della gestione. Questi fattori si accompagnano ad una ormai più che accertata maturità del prodotto "gioco d'azzardo", che sta perdendo attrattiva nei confronti di tutta la clientela. In aggiunta ai fattori tipici del mercato, si devono considerare i fattori specifici del Casinò di Saint-Vincent, di cui molto si è già discusso, primo su tutti l'inadeguatezza strutturale di offerta dei servizi collaterali di accoglienza. La missione dell'azienda attraverso la realizzazione del piano di impresa è quella di riportare attrattiva all'attività di gioco del Casinò di Saint-Vincent e del comprensorio nel medio periodo. Una relazione di accompagnamento al bilancio illustra poi in modo dettagliato le condizioni operative e di sviluppo dell'attività della casa da gioco nel 2008, in termini di andamento degli ingressi, dei proventi lordi di gioco e dei settori di gioco, anche in paragone con altre case da gioco italiane.
Per quanto riguarda gli ingressi, al 31 dicembre 2008 le presenze sono state inferiori di 53.239 unità, con una diminuzione pari all'8,66 percento rispetto al 2007. I proventi lordi di gioco evidenziano un forte decremento, passando da oltre 117 milioni di euro nel 2007 a 102 milioni nel 2008, con una diminuzione di circa 15 milioni di euro, pari a 12,9 percento in meno. Il confronto con le altre case da gioco italiane evidenzia come il dato degli ingressi sia stabile per il Casinò di Venezia, in leggero aumento per il Casinò di Campione, che beneficia ancora degli effetti positivi conseguenti con l'apertura della nuova sede e in forte aumento per il Casinò di Sanremo, ma per effetto dell'introduzione della registrazione di tutta la clientela, in passato non prevista per alcune aree di giochi elettronici. Per quanto riguarda gli introiti di gioco invece, risultati negativi registrano anche il Casinò di Sanremo meno - 10,2 percento - e Venezia - meno 2,9 percento -, mentre è in controtendenza il Casinò di Campione, che peraltro beneficia dell'effetto positivo del cambio franco svizzero.
Per quanto riguarda i singoli settori di gioco, tutte le linee di prodotto della casa da gioco del 2008 hanno manifestato una flessione:
- i giochi francesi registrano una diminuzione degli introiti del 17,25 percento, con un preoccupante calo della roulette e un lieve incremento delle Fairoulette. Va segnalato anche il positivo risultato del Poker Texas Hold'em - gioco in constante espansione a livello internazionale - che però va visto in funzione del diverso periodo di attività essendo stato introdotto nel mese di agosto 2007;
- i giochi americani registrano una flessione minore, pari a meno 4,65 percento, con un decremento delle roulette e del black jack, quest'ultimo condizionato per lungo tempo da tensioni sindacali, e un buon incremento per i Dadi (Craps) e per il Punto Banco;
- in difficoltà sono anche i giochi misti - meno 11,45 percento - e i giochi elettronici - meno 15,9 percento - settore sicuramente condizionato dalla proliferazione delle slot machine nei pubblici esercizi.
Le conseguenze economiche dei dati sopra indicati hanno influito in modo assai negativo sul bilancio della società, che ha chiuso con una perdita di euro 16.631.307, rispetto all'utile conseguito nell'esercizio precedente, pari a 1.976.506.
L'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio, tenutasi il 13 luglio 2009, ha deliberato di approvare il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2008, ribadendo l'assoluta necessità della realizzazione degli investimenti strutturali e infrastrutturali evidenziati nella relazione di bilancio e proponendo la destinazione della perdita di esercizio di euro 16.631.306 come segue:
- copertura mediante utilizzo del fondo costituito allo scopo per euro 4.975.000;
- rinvio a nuovo della perdita residua di 11 milioni.
Un risultato così fortemente negativo che, raffrontato all'anno precedente, dà un peggioramento di oltre 18,6 milioni di euro, trova la sua propria spiegazione in fattori interni oltre a quelli esterni già evidenziati. In particolare, il compenso spettante all'azienda per l'attività svolta relativa al 2008 è stato, come da disciplinare, pari al 60 percento contro il 65 percento effettivo di cui l'azienda ha beneficiato nell'esercizio 2007. Ecco perché c'era stato quel plus di un milione: già questa voce vale oltre 5 milioni di euro.
Un secondo fattore interno di rilevante importanza è quello conseguente all'iniziativa dell'esodo incentivato che ha portato a definire l'uscita di 33 unità lavorative con un costo, tutto a carico del 2008, pari a 2,4 milioni di euro; quindi questi cinque più due milioni di euro naturalmente fanno la differenza rispetto ai sedici. Sono stati registrati conseguenti maggiori costi derivanti dagli ammortamenti dei beni conferiti a seguito dell'aumento del capitale sociale, così come definito dall'assemblea straordinaria del 12 agosto 2008.
Ultimo elemento di natura interna e straordinario che incide su questo bilancio è stato la necessità di azzerare la posta delle imposte anticipate per 1,8 milioni di euro, in quanto sono venute meno le condizioni che ne avevano permesso l'iscrizione in bilancio a causa del significativo calo degli introiti nel 2008. La sommatoria dei fattori interni che hanno contribuito a peggiorare la situazione economica dell'azienda rispetto all'esercizio precedente può essere stimata a circa 10 milioni di euro. Una brevissima nota: questo è per quanto riguarda il 2008, che è a cavallo fra - come dico - il primo semestre... non è cambiato nulla, quindi l'abbiamo vista, rivista, ne abbiamo parlato quando abbiamo analizzato il piano di rilancio e credo quindi che siano dati che abbiamo, già ampiamente letti e scontati.
Solo un breve flash per quanto riguarda l'andamento 2009, poi avremo modo di avere dei dati su questo. L'analisi della situazione attuale rileva che continua a perdurare, anche nei primi otto mesi del 2009, un calo dei proventi lordi di gioco che si attesta al 7,40 percento, quindi 5.000.000 di euro. Situazione, questa, condivisa con gli altri casinò italiani, che perdono rispettivamente: Campione il 9,10 percento; Sanremo il 5,70 percento; Venezia il 13,80 percento. Non è che il fatto che gli altri perdono aggiusti la situazione, ma per dire che purtroppo la situazione dei casinò è abbastanza difficile per tutti. Peraltro detto calo è inferiore a quello registrato nell'esercizio precedente, si cominciano a manifestare timidi segnali di ripresa, relativi soprattutto all'aumento costante delle presenze rispetto al medesimo periodo e del denaro rischiato, pur se la congiuntura economica e la concorrenza del gioco di Stato continua a determinare una minore capacità di spesa pro capite.
Le previsioni originarie di incasso sono state riformulate a seguito del perdurare dello stato di crisi del settore, crisi purtroppo acuitasi non solo a livello nazionale, ma anche a livello mondiale. Il futuro del mercato rimane altamente incerto e di difficile previsione, la dimostrazione più evidente è la diminuzione degli incassi, addirittura superiori percentualmente, da parte di case da gioco (Venezia, Campione, Lugano, Mendrisio, Montecarlo) dove gli investimenti strutturali avevano portato ad aumenti consistenti del fatturato negli ultimi anni. Quindi all'inizio c'era stata, in conseguenza di questo, una crescita importante ed oggi avete sentito quali sono i dati.
Grazie ai primi interventi effettuati, Saint-Vincent sta recuperando quote di mercato, ha invertito lentamente la diminuzione costante dei proventi, soprattutto è riuscito ad aumentare su base annua il numero dei clienti dove, da ormai 12 anni, il livello di diminuzione era pari mediamente al 6 percento a prescindere dall'apertura delle sale ai residenti. Uno degli obiettivi prioritari del nuovo disciplinare era quello di dotare la casa da gioco di risorse necessarie per il proprio sostentamento, che evitasse continui interventi sul capitale e consentisse gli investimenti di cui ormai da un decennio si sentiva necessità. Tale risultato sembra essere stato raggiunto, in quanto la nuova distribuzione percentuale dei proventi, sommata ad una costante ricerca del contenimento dei costi, i cui effetti si manifesteranno pienamente a partire dall'anno prossimo, hanno portato il bilancio infrannuale al segno positivo. Il risultato economico del bilancio intermedio, redatto alla data del 31 luglio 2009, evidenzia un risultato positivo di oltre quattro milioni di euro al netto delle imposte di competenza. È importante sottolineare come il contenimento dei costi sia stato accompagnato da un aumento degli investimenti sulla clientela, sulla struttura, attrezzature di gioco, in pratica si è riusciti nel difficile esercizio del contenimento dei costi generali, da un lato, e dell'incremento degli investimenti sulla produzione, dall'altro.
Con l'approvazione del piano industriale, del piano di sviluppo e del nuovo disciplinare, si sono poste le condizioni essenziali per avviare il rilancio della casa da gioco. Il miglioramento del conto economico a seguito dell'applicazione del disciplinare, gli investimenti, le strutture, il rinnovamento dell'offerta di gioco saranno le leve su cui poggerà la nuova strategia aziendale per il prossimo triennio.
È da sottolineare, non tanto riferito alla situazione 2008, ma alla situazione attuale, che a fronte di questa situazione è sempre più imminente l'apertura di nuove case da gioco con riferimento a quelle storiche, come Taormina; credo che addirittura - da quello che si sente - potrebbe essere legato ad un decreto di prossima approvazione che porterebbe a far aprire alcune case da gioco al sud, ma anche al nord. Come avevamo già detto in altre discussioni, è evidente che sotto questo profilo non vanno ad aiutare quella che è già una crisi del settore, però sotto questo profilo il discorso dell'abbinamento casinò-turismo - e quindi grandi sale da gioco - è un principio che si sta allargando e, di fatto, credo che quanto prima sarà una realtà a livello nazionale. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. Bisogna riconoscere che la relazione sulla situazione della società e l'andamento della gestione del Casinò di Saint-Vincent è esposta nel documento in visione, cui ha fatto riferimento il Presidente, in maniera puntuale e corretta. Riconosciamo quindi all'Amministratore Unico, Luca Frigerio, una congrua lucidità nell'esposizione e, nello stesso tempo, un'altrettanta onestà intellettuale nel presentare la situazione di grave crisi che investe la nostra casa da gioco.
Di fatto, il 2008, che siamo qui a commentare, rappresenta la punta dell'iceberg della crisi, una fase in cui le perdite raggiungono cifre intorno ai 18 milioni di euro se raffrontate con l'anno precedente. L'incasso dei proventi lordi si chiude con un calo del 12,9 percento, diviso fra tutti i giochi, ed è stato pesantemente condizionato da una serie di fattori negativi, soprattutto l'assenza di innovazione dei giochi e l'inadeguata offerta di intrattenimento, sono tutte cose che abbiamo già detto; scarsa attrattività da parte del comprensorio soprattutto sotto l'aspetto ricreativo e turistico, le condizioni di degrado del Grand Hôtel Billia, il ritardo nell'adeguamento di alcuni servizi, fra cui aree più grandi per i giochi elettronici, il salone delle feste, gli spazi dedicati all'intrattenimento. Infatti persiste un'immagine della casa da gioco fortemente caratterizzata dall'azzardo, piuttosto che dal divertimento. Tutto ciò ha inciso fortemente sull'andamento negativo delle presenze che, rispetto all'anno precedente, ha visto una perdita di 53.200 ingressi; ma ciò che è fortemente preoccupante è che rispetto ai concorrenti italiani, il Casinò de la Vallée è l'unico a peggiorare il risultato degli ingressi.
Il calo della clientela è stato trasversale rispetto al tasso di frequentazione, ma la perdita dei clienti VIP è significativa di una gestione sempre in difficoltà. Dall'analisi fatta anche dall'amministratore delegato si evince in modo chiaro che la crisi del mercato e la congiuntura economica negativa penalizzano ulteriormente il settore, tanto che l'insieme di queste situazioni non fa certo presagire la possibilità di una ripresa nell'immediato; peraltro lo diceva anche lei, un momento fa. Le strategie di marketing, se non sono caratterizzate da forte aggressività e capaci di individuare interventi idonei al momento, produrranno l'effetto di avvantaggiare ulteriormente la concorrenza. Sarà necessario quindi accelerare la programmazione degli interventi previsti per la casa da gioco che consentano di razionalizzare sia le aree di gioco, sia gli spazi, i servizi e l'intrattenimento. Tutto ciò per cercare almeno di difendere la propria quota di mercato.
Ci si dice che è stata ridisegnata la struttura organizzativa con lo scopo di ridefinire la promozione, l'immagine e la comunicazione dell'azienda, così come l'ospitalità e quindi la gestione dei clienti privilegiati. Ci è stata manifestata la volontà di fondare una cultura di metodologia e un piano di promozione del "prodotto casinò" con l'obiettivo di aumentare la frequentazione, la fidelizzazione della clientela con lo scopo di consentire una ripresa nel biennio 2009-2011, ma già dai primi dati di quest'anno - come diceva anche lei - non vediamo prospettive confortanti e attendiamo risultati concreti.
Pesa poi l'incertezza del quadro normativo riguardante le case da gioco sia a livello comunale, sia nazionale, vedi la normativa antiriciclaggio e la questione dell'apertura di nuovi casinò in Italia. C'è poi il problema dei contenziosi, che riveste particolare attenzione, anche in considerazione del fatto che, oltre ad interessare il bilancio attuale, peserà comunque negli esercizi futuri. In questo quadro si evidenzia in generale un peggioramento di tutti gli indici che nell'esercizio 2008 presentano tutti valorizzazioni di segno negativo. Ricordiamo tutti che l'esercizio 2008 era regolamentato dal disciplinare che prevedeva una ripartizione degli introiti fra Regione e gestore basata sulle percentuali predeterminate 40-60 percento e che successivamente alla chiusura dell'esercizio si sono dovute rimarcare perdite consistenti, tanto che il 31 maggio gli introiti lordi dei giochi registravano una flessione del 12,7 percento, pari a 5,5 milioni di euro. Dall'analisi svolta allora dalla società, emergeva chiaramente la proiezione del dissesto societario, tanto da dover imporre la convocazione dell'assemblea straordinaria.
I fatti successivi sono cronaca recente: il 24 giugno è stato approvato il nuovo disciplinare in Consiglio che prevede, a partire dal 1° gennaio 2009, una quota di riparto dei proventi da gioco a favore del Casinò de la Vallée del 90 percento, quelli che io chiamo i 9/10. All'inizio del mio intervento sottolineavo la concretezza di questa relazione, mettendo in evidenza la puntualità con cui l'amministratore unico ha proceduto all'analisi della situazione, e con altrettanta puntualità ha rilevato che l'esercizio 2009 sarà certamente caratterizzato dalla progressiva riduzione dei proventi lordi - un po' quello che diceva lei - rispetto ai risultati già gravemente negativi del 2008. Le cause-effetto sono molto ben spiegate nella relazione, per cui evitiamo di ritornarci; però, proprio in virtù di quanto afferma lei, vogliamo aggiungere alcuni elementi di ragionamento facendo, per così dire, "i conti della serva".
Nel mese di agosto il Casinò ha realizzato incassi per 9,5 milioni di euro circa, che realizzano un incremento ad agosto rispetto all'anno precedente di circa 750mila euro, ma dall'inizio dell'anno la flessione degli incassi ammonta a 5.120.000 milioni di euro. Negli ultimi 12 mesi gli incassi ammontano a circa 97 milioni di euro, che rappresentano una flessione rispetto ai precedenti 12 mesi di 9,01 percento, pari a 9,6 milioni di euro. Se negli ultimi quattro mesi il Casinò tenesse gli stessi incassi del 2008, chiuderebbe l'anno con un introito intorno ai 92,5 milioni di euro, che per 83,3 milioni di euro sarebbero di competenza del Casinò per effetto di quelli che io chiamo 9/10. In questa ipotesi le mance, che sono in calo di circa il 15 percento sull'anno precedente, potranno assicurare un incasso di 9 milioni di euro, quota di pertinenza della società. Il Casinò quindi chiuderebbe l'esercizio 2009 con ricavi totali di circa 92,5 milioni di euro.
Qual è la preoccupazione? È che in base all'andamento della gestione e ai dati di bilancio degli esercizi precedenti, la società, per chiudere il bilancio 2009 in pareggio, dovrà realizzare ricavi totali per almeno 90 milioni di euro; quindi la forbice di 2 milioni in più che ci crea un'evidente situazione di preoccupazione, anche perché, se è vero che rispetto al 2008 gli introiti lordi sono in calo e non mantenessimo quindi il parametro con il 2008, rischieremmo anche qui, tanto per essere chiari. Ma, signor Presidente, al di là dei numeri, non possiamo non condividere nella sostanza l'analisi sui fattori di crisi che provengono dall'esterno e che, come per gli altri casinò, colpiscono anche la nostra casa da gioco. Lei sa bene però che la nostra tesi sulla crisi specifica del Casinò de la Vallée riguarda in particolar modo i fattori endogeni della società.
Come dicevamo, tralasciamo in questa fase l'analisi della situazione economica generale e la concorrenza indiretta di tutte le tipologie di giochi e scommesse autorizzate dallo Stato e introdotte dall'utilizzo di Internet, tutti fattori che non aiutano certo l'attività delle case da gioco, dando per scontato quindi che rispetto a questi fattori è difficile non condividerne l'analisi, vogliamo ancora una volta ribadire la nostra tesi sulla crisi del Casinò di Saint-Vincent, che ha radici nel passato, che ci conducono alle strategie gestionali deficitarie, alla conduzione del personale inadeguata, all'organizzazione dei giochi priva di competenza, gestioni che per ottenere una semplice riduzione di costi hanno puntato su una clientela di tipologia medio-bassa scegliendo politiche promozionali e di rapporti con i clienti tali da allontanare la clientela medio-alta, clientela più redditizia, senza riuscire a conquistare una quantità di clientela di massa sufficiente a tenere almeno invariato il livello degli incassi. Si è così innescato un meccanismo a spirale negativa che ha del tutto vanificato in termini di risultati di bilancio gli sforzi compiuti per incrementare i margini lordi, tentando di migliorare il rapporto costi-ricavi.
La crisi è iniziata quando la conduzione dell'azienda ha progressivamente perduto la clientela più prestigiosa, deteriorando la qualità di gestione della sala da gioco e svilendo progressivamente l'attività di organizzazione di eventi e manifestazioni, con danni sempre più gravi all'immagine dell'azienda e alla capacità di richiamo a supporto dei giochi, ma anche quando l'azienda ha sottoscritto una serie di accordi sindacali privi di una corretta visione degli effetti che si sarebbero determinati nel tempo sull'efficienza e sulla funzionalità della gestione aziendale. La gestione ha operato sempre avendo come preoccupazione e cura principale il vantaggio e il rafforzamento del proprio ruolo, piuttosto che l'armonica ed equilibrata crescita della società.
La crisi si è poi progressivamente accentuata dal 2004 in conseguenza delle scelte di una specifica filosofia gestionale che ha negativamente inciso sugli incassi e sul numero degli ingressi. Da allora, preso atto del peggioramento dei bilanci e della progressiva erosione dei margini, si è valutato che fosse indispensabile incrementare i margini lordi di gestione, puntando esclusivamente, ancora una volta, solo sulla riduzione dei costi. Si tenga conto che l'amministrazione della società era stata affidata ad esimi professionisti quasi tutti di cultura ed di estrazione economica contabile con poca esperienza nel management aziendale. Ugualmente sono stati eliminati i porteurs, certamente utili, ma difficili da gestire, sono stati ridotti i fidi ai clienti in numero e in livello per ridurre il rischio di insoluti, sono state burocratizzate e appiattite le forme di ospitabilità, si è accentuata la standardizzazione e la banalizzazione delle manifestazioni e dell'organizzazione di eventi, togliendo incentivo alla frequentazione di quei clienti che non cercano solo il gioco o che devono dare qualche motivo di interesse a chi li accompagna. In concreto, per trovare soluzioni non rischiose, né difficili, si è semplificata e dequalificata l'offerta di un casinò che storicamente era preferito dalla clientela che predilige i cosiddetti "giochi lavorati". Purtroppo questa è la conseguenza di non aver voluto e di non aver avuto in azienda manager esperti del mestiere, capaci di mettere in atto le regole della buona conduzione societaria.
Da pochi mesi si è aperto un nuovo corso, con una nuova gestione; secondo noi bisogna concretizzare alcune proposte chiare di indirizzi strategici. Ci riferiamo in particolar modo alla già ventilata possibilità di una razionalizzazione della gestione STV Casinò, una società unica faciliterebbe e snellirebbe il percorso verso una ripresa auspicabile, così come il realizzo di una s.p.a. di altissimo livello abbinata ad una piscina coperta, ma anche il tiro a volo, il golf, tutte cose che abbiamo già detto.
Ci pare prematuro in questa fase esprimere un pronunciamento definitivo, anche se abbiamo la consapevolezza che le difficoltà contingenti obbligano alla ricerca di soluzioni miracolistiche e i tempi però giocano un ruolo fondamentale. Pertanto sospendiamo in questa fase ogni giudizio, ci sentiamo di concedere ulteriore tempo all'Amministratore Unico, che a questo punto dovrà essere in grado di tradurre con concretezza il suo impegno e le sue proposte, rigettando le dicerie di chi sostiene che abbia un mero ruolo di esecutore. Siamo convinti che Luca Frigerio abbia le capacità, l'esperienza e forse anche la giusta fantasia per indirizzarci verso traguardi che, nonostante tutto, sono ancora possibili. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Ascoltando la relazione del Presidente abbiamo udito un tono decisamente meno brioso di quello di ieri e che ovviamente si propone per un documento contabile, qual è quello che oggi ci viene esposto: non poteva essere diversamente, anche perché le cifre e le argomentazioni che sono qui scritte non permettono di gioire.
Facciamo anche noi alcune considerazioni nell'ambito della consueta "canonica" relazione annuale, che arriva con nove mesi di ritardo rispetto alla chiusura dell'esercizio 2008, ma questo rientra nei tempi tecnici di approvazione del bilancio da parte della s.p.a., prima, e di comunicazione del medesimo agli organi consiliari e di Giunta, poi. Quindi a fine settembre facciamo una riflessione che - se vogliamo - è retrodatata, ma che non ci permette neanche di fare qualche esame ed esprimere qualche pensiero in prospettiva.
La prima cosa che balza agli occhi - e direi che è stato correttamente riportato dal Presidente relatore - è che il 2008 potremo definirlo l'annus orribilis, perché una cifra così elevata e spiccata di perdita in bilancio penso che non si sia mai storicamente registrata per la Casa da gioco di Saint-Vincent. A quel trend di declino, di calo che abbiamo visto verificarsi ineluttabilmente in tutti questi anni - il 2008 qualcuno lo ha definito la punta dell'iceberg - io dico invece che questo è, spero che sia il profondo dell'abisso, e che arrivati al profondo dell'abisso ci sia una lenta risalita della china, perché più giù di così non si può andare! A flessione si è aggiunta flessione, diceva il Presidente; a dati negativi si sono aggiunti dati negativi negli anni a seguire. Oggi potremmo dire, con un gioco di parole, che a flessione è seguita flessione e ormai il casinò è genuflesso dinanzi ad un mercato che presenta, sì, delle criticità congiunturali, ma che vede anche dei virtuosismi che sono presenti in altre tipologie di gioco, che attirano l'appeal dei clienti tipo i giochi di Stato o i giochi on-line e che non possono essere sottovalutati o additati come il nemico che avanza. Però è un nemico che avanza e noi siamo lì, genuflessi, peraltro paradossalmente in un regime di oligopolio perché di case da gioco ce ne sono sempre solo quattro! Si sventola spesso e volentieri lo spauracchio dell'apertura di nuove case da gioco, magari adesso sarà la volta di questo decreto, però in regime di oligopolio l'economia ci insegna che gli oligopolisti in genere fanno affari, si siedono sui loro allori e poi, via via, il mercato si cancrenizza; però qui siamo arrivati proprio al fondo, direi che peggio di così non poteva andare: i dati, infatti, sono drammatici.
Teniamo presente che nel 2008 c'è stata una robusta ricapitalizzazione, 9,9 milioni di euro di liquidità che sono stati immessi nel luglio 2008 non appena la Giunta si è insediata, il capitale è stato ridotto e, ai sensi di legge, ricostituito per un valore di 14,6 milioni di euro e lì c'è già stata una prima iniezione per sostenere questo "malato", perché ci sono dei problemi congiunturali, ma ci sono anche delle carenze strutturali che ormai da anni si sono consolidate e le conosciamo. C'è da dire che la Regione, la politica regionale, in questo caso la maggioranza, generosamente è ancora una volta intervenuta nei confronti di questa azienda, perché dal primo di quest'anno il riparto Regione-Casinò passa da 60 a 90 percento a favore della casa da gioco. Forse addirittura con questo riparto estremamente munifico si arriverà a malapena al pareggio, se però il trend del 2009 riuscirà a dare un colpo di reni, perché sappiamo che i dati del 19 settembre 2009 vedono un calo di volumi, di ricavi quindi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di 6,5 milioni di euro. Quindi il trend del 2009 è già ulteriormente negativo rispetto a questo 2008 di cui oggi stiamo facendo le nostre riflessioni a viva voce in quest'aula.
Quali considerazioni? La prima amara considerazione è che dall'epoca delle "vacche grasse" degli anni '80 siamo passati all'epoca delle "vacche magre" degli anni '90 e adesso, all'inizio del terzo millennio, ormai le vacche sono estinte, non le troviamo più e nemmeno più ne vediamo l'ombra, perché se questo è il trend, basterà a malapena al 100 percento e potremo dire, con amara certezza, che la Casa da gioco di Saint-Vincent non renderà nemmeno un euro alla casse dell'ente Regione, ente concedente per l'esercizio del gioco. Questo è un dato triste, credo che oggi stiamo consacrando un aspetto veramente storico in questa regione, perché il 2008 non ha avuto precedenti di questo tipo. Il 2008, e a seguire il 2009, segnerà il pareggio dei conti fra Regione e Casinò, nel senso che la Regione difficilmente potrà vedere proventi, se non cambierà non solo il trend, ma anche l'impostazione aziendale. Diciamo, a onor del vero, Presidente, che c'è stata da parte sua un tentativo di cambiare questa impostazione e questo tentativo si chiama piano di sviluppo, che ha avuto anche una revisione in corso d'opera rispetto agli originari propositi dei suoi predecessori; c'è stato un piano industriale, c'è o ci dovrebbe essere un piano di marketing, ma - anche qui - dobbiamo fare alcune osservazioni.
Il piano di sviluppo, che è un tassello importante per far sì che si inverta questa tendenza negativa e quindi si diano quegli atout alla casa da gioco, quei presupposti, quelle condizioni per rimetterlo velocemente in sesto sul mercato, il piano di sviluppo a fronte di un mercato che avanza a passi felini e con una aggressività felina - perché il mercato è estremamente aggressivo, oggi - avanza a passi di lumaca, perde la bava. Noi abbiamo la velocità della lumaca innanzi al felino che ci passa davanti: come possiamo essere competitivi, oggi, con un mercato che ci vede così penalizzati? Perché non siamo in grado di dare un colpo di accelerazione, e questo lo abbiamo chiesto più volte - lei, Presidente, ne è buon testimone, se lo ricorderà -, perché non riusciamo a nominare un commissario, o si assuma lei i poteri del commissario ad acta, il commissario unico (non penso che sia una questione al di fuori della norma) per poter riassumere quelle funzioni che spettano al Comune, che spettano alla casa da gioco, che spettano alla Regione, per poter decidere in fretta, perché la fretta qui non è cattiva consigliera, ma è un'esigenza necessaria per poter riposizionare la casa da gioco su un mercato che ha una velocità decisamente superiore rispetto alle nostre capacità non solo di azione, ma anche di reazione. Oggi il casinò è sonnolento, non è in grado di rispondere in maniera immediata ed efficace alle aggressioni del mercato.
Allora non possiamo sempre crogiolarci attorno a questo capezzale piangendoci addosso: "ma lo Stato ci fa concorrenza, adesso inizieranno le case da gioco ad essere aperte anche in altre Regioni, l'on-line è pericoloso, sta segmentando ulteriormente il mercato"... no, noi dobbiamo essere in grado di reagire! Dovevamo già esserlo tempo fa, a onor del vero, purtroppo molto tempo è stato sprecato, adesso abbiamo toccato il fondo; normalmente quando la molla si comprime poi c'è anche una capacità di rilancio. Facciamo "tesoro" di questa esperienza negativa, ma raccogliamo le nostre energie e diamo a questa lumaca una spinta, cioè facciamo diventare la lumaca un animale più lesto in questo scenario che, oltre ad essere selvaggio, è estremamente competitivo.
Per quanto riguarda il piano industriale, strumento che è stato votato dalla Giunta nel febbraio scorso, per adesso ha visto l'esodo di una sessantina di dipendenti, in prevalenza sono dipendenti che erano già in età pensionabile o in età prossima alla pensione, quindi erano degli esuberi; quelli che noi chiamiamo esuberi, ma che una società di analisi primaria come la KPMG o la TBridge avevano già decretato come personale in eccesso rispetto alle esigenze funzionali del casinò.
Anche per il resto sul management effettivamente bisogna fare delle riflessioni. Si parlava prima del marketing... credo che le nuove caselle che sono state riempite nell'organigramma del marketing e non solo del marketing, meritino un'analisi più approfondita. Chi ha la responsabilità di questo settore è veramente all'altezza, visto quello che non è successo in questi mesi, per rendere il casinò più competitivo? Ha le caratteristiche professionali per poter individuare gli strumenti, gli eventi, le iniziative da porre in essere per rilanciare la casa da gioco? Noi abbiamo dei seri dubbi su questo e crediamo che anche lei abbia qualche dubbio in merito. Sappiamo che le nomine sono fiduciarie, sono state proposte dall'amministratore unico, saranno vagliate da una giunta, però sta di fatto che il marketing è il grosso anello mancante in questo disegno aziendale. Una volta c'erano i rabatteurs che, con le loro lucrose provvigioni, portavano anche dei clienti. Ovviamente i rabatteurs sono una moneta a due facce: da un lato, il vantaggio di trascinarsi una certa mole di clienti in una casa da gioco o di più case da gioco; dall'altro, delle richieste particolarmente esose (per usare un eufemismo) e in questo caso all'aspetto positivo che ho detto prima si aggiunge la nota dolente del loro costo. Ma qui si vogliono abolire i rabatteurs, si vogliono mantenere i rabatteurs, si lasciano andare verso altri lidi... Venezia, Campione, Sanremo? Quali sono le strategie che sta mettendo in piedi Saint-Vincent: li mantiene o non li mantiene? E se non li mantiene, come compensa la lacuna che si viene a creare? Non è che si debbano mantenere per forza, ma vorremmo capire quali strategie di penetrazione sul mercato sta utilizzando Saint-Vincent, visti i risultati che ci vengono proposti anche quest'anno.
Presidente, su queste cose lei ha la responsabilità primaria per dire: accendo questa macchina che parta oppure la lascio, lì, dormiente? Noi confidiamo nella sua intelligenza, nella sua lungimiranza, nella sua capacità di mettere in moto questo meccanismo. È un meccanismo molto complesso e anche contorto, ma un meccanismo che deve essere rimesso completamente in moto, altrimenti questo casinò nel 2009 si ferma lì e il prossimo anno che saremo qui, a discutere dei valori della casa da gioco, constateremo che il 90 percento o è bastato a malapena o non è nemmeno stato sufficiente quel 90 percento che è stato generosamente concesso all'azienda dall'inizio di quest'anno. E poi quali considerazioni trarremo, al di là di queste lacrime che sembrano più di coccodrillo che versiamo ogni anno, in quest'aula?
Crediamo poi che il Casinò si innesti in un comprensorio che ne costituisce un contorno essenziale e indispensabile per il suo buon funzionamento, quindi Saint-Vincent in particolare, ma anche altri Comuni come Châtillon hanno modellato le loro strutture ricettive, turistiche, commerciali per soddisfare un certo tipo di clientela, che oggi è scesa non solo come quantità, ma anche come qualità. Un certo tipo di clientela che oltre all'aspetto ludico del casinò, in passato aveva anche l'aspetto sportivo del centro ippico, l'aspetto sanitario delle terme di Saint-Vincent e tante altre soddisfazioni in termini di tempo libero, come ad esempio il tiro a volo che giace dimenticato come un dinosauro sulla collina di Saint-Vincent, di cui a parte i numerosi studi e consulenze che sono state fatte e i concorsi di idee che sono stati portati a definizione, non mi pare che si sia facendo nulla. Anche l'ipotesi del golf, prima si parlava di un golf a nove buche, poi a diciotto, poi solo un campo pratica... cioè tutte nelle idee che sono fioccate in quest'aula e anche in altre aule consiliari o in altri luoghi più o meno istituzionali, ma che dal livello della parola non si sono mai trasformate né in scritti, né in fatti. Il comprensorio che è nato e cresciuto intorno al casinò oggi è estremamente sofferente, vuoi perché è stato dimensionato e costruito in funzione di una casa da gioco che è diventata sempre più dominante in questo contesto, vuoi anche perché con la crisi che si sta vivendo precipita in un buco molto profondo.
In questo comprensorio si innesta anche il Grand Hôtel Billia che è diventato, da qualche anno, un altro carrozzone regionale che - come più volte abbiamo detto - da quando è regionale ha annoverato perdite su perdite, meno 8,2 milioni di euro nel biennio 2007-2008, che dovrebbe essere un elemento sinergico con la casa da gioco e, nello stesso tempo, questo elemento sinergico dovrebbe interfacciarsi con tutto il comprensorio di cui stavo parlando. In realtà ciò non sta succedendo, allora abbiamo il declino di una casa da gioco che sta precipitando nel baratro più profondo, abbiamo il comprensorio che ha queste condizioni di criticità che sono sempre più evidenti, alberghi e negozi che chiudono a Saint-Vincent rispetto a qualche anno fa, dove c'erano attività economiche più o meno fiorenti e comunque mancano le risposte aziendali di quello che dovrebbe essere il perno: il perno è il Casinò di Saint-Vincent.
Teniamo poi presente che anche l'aspetto termale poteva essere un'occasione di rilancio, coniugato con la Casa da gioco di Saint-Vincent, ma anche l'aspetto termale è stato completamente abbandonato e ignorato. C'era addirittura l'occasione di avere un Ligresti che dieci anni fa rilanciava le Terme di Saint-Vincent: è un'occasione che è stata sprecata per un'insipienza comunale che non ha precedenti e che, oggi come oggi, è in cerca di risposte, risposte che però mancano a fronte di mercati che avanzano e che ci tagliano sempre più le nostre quote di pertinenza.
Alla luce di queste considerazioni, Presidente, sentiamo le sue eventuali controdeduzioni, credo che sia difficile negare l'esistenza di queste criticità che sono state anche segnalate da chi mi ha preceduto, ovviamente forse con toni più morbidi anche per il ruolo di appartenenza ad uno schieramento di maggioranza, però sono fatti inconfutabili che attendono risposte. Lo abbiamo detto tutti gli anni, quest'anno è l'ennesimo rituale, è l'ennesima omelia che si ripropone in quest'aula, come si ripropone anche la lettura e l'analisi del bilancio, ma sono parole che riteniamo necessarie, non sempre e solo sprecate, sperando che prima o poi qualcuno che ha responsabilità di governo sia capace di coglierle.
Président - La parole au Vice-président Chatrian.
Chatrian (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Qualche riflessione, qualche pensiero.
Il Presidente citava i numeri che oggi andiamo ad approfondire; il bilancio che oggi andiamo ad affrontare è già stato visto diverse volte in questi ultimi 8-9 mesi del 2009, inerente il 2008. Ho trovato una relazione pesante, una relazione cruda, conosciamo le azioni fatte dal nuovo Governo; non abbiamo condiviso, dal luglio 2008, i vari passaggi, le varie forzature o accelerazioni a livello più politico che amministrativo. Mi soffermerei sulla prima parte: più politica, perché per quanto riguarda quella amministrativa non c'è tutta questa accelerazione, o quanto meno noi non la percepiamo.
Un anno fa, nel settembre 2008, si affrontava la stessa relazione in quest'aula e lei, Presidente, affrontava la relazione 2007 in un'altra posizione, giustamente diversa, una posizione in cui lei non aveva dato il suo apporto. Oggi, invece, affrontiamo una relazione dove il suo Governo ha sei mesi di percorso, e oltre ai sei mesi, i primi nove mesi del 2009. In un suo intervento, per chiudere la premessa, l'anno scorso ci disse - e anche in altri interventi sempre inerenti il casinò - che "il punto di riferimento in questo momento è di vedere chi perde di meno", questa è la base di partenza. Vorrei fare qualche riflessione proprio su questa "base di partenza", pur sapendo che non siamo dei manager del casinò, non ho quelle competenze, ma seguiamo i percorsi tracciati.
Oggi, in questa relazione, viene messo nero su bianco che il nostro casinò è il fanalino di coda. Tanti numeri sono stati detti dai colleghi: nel 2007 la quota di mercato, il totale degli introiti era intorno a 500 milioni di euro; nel 2008 c'è una leggera flessione sul totale del quattro percento, la nostra casa da gioco - è stato detto - è il fanalino di coda... quindi il riferimento è quello di vedere che il nostro perde in assoluto più di tutti, circa il 13 percento. Non vorrei ripetere tutte le considerazioni fatte, che sono state ben esplicitate in relazione: dall'assenza di innovazione alla concorrenza, alla congiuntura, ma vorrei soffermarmi su questo fanalino di coda, al 20 settembre 2009, anche questo già detto da altri colleghi, però importante fermarsi.
La nostra quota di mercato 2008 la conosciamo molto bene: i primi 9 mesi del 2009 portano intorno al 9 percento la flessione. Penso che questo sia il punto di riferimento, questo sia il dibattito, oggi è solo una presa in esame della relazione del 2009, ma i primi 9 mesi del 2009 danno il secondo tracciato, il secondo risultato nero su bianco, un'ulteriore grande perdita, una grande flessione. È stato detto: "altri casinò stanno perdendo", ma noi arriviamo al 13 percento del 2008 e, nel 2009, la flessione continua. Sono state fatte delle azioni, vorrei soffermarmi un attimo sulle azioni fatte dal Governo: decisioni affrettate, piani di sviluppo portati nelle varie commissioni e poi in aula, ma percepiamo che dall'approvazione di questi piani, di queste modifiche in aula consiliare e in commissione non ci sia il momento "gamba", Presidente. Ci risulta, e faccio un piccolo esempio, che per la famosa sala multiuso di cui si parla da 5-6 anni, in gara già nel 2006-2007... ad oggi, i lavori non siano iniziati.
In questa relazione si dice che a fine estate inizieranno i lavori: oggi è il 24 settembre e i lavori non sono iniziati. Mi sembra che ci sia un'accelerazione dal punto di vista politico, da noi non condivisa, ma mi sembra che manchi la seconda parte, quella amministrativa, cioè dare gambe alla seconda parte. Mi sembra quasi che ci sia una mancanza di coordinamento a livello amministrativo per dare gamba alle decisioni che la maggioranza ha assunto in quest'aula legate al piano di sviluppo e, al dare gamba dal punto di vista amministrativo. Lego anche la posizione del Grand Hôtel Billia: l'indirizzo è stato modificato, una scelta politica è stata messa sul tavolo nero su bianco, è stato anche annunciato in commissione e in Consiglio, ma ci sembra, da nostre informazioni, che l'elefante sia pesante, lento a dare queste risposte, le stesse risposte inserite in questa relazione come fattore totalmente negativo.
Non vorrei soffermarmi sui dati. È stato detto: "prendiamo per buono che il fanalino di coda per il 2008 è Saint-Vincent"; nel 2009 il nostro trend è purtroppo negativo e parallelamente le scelte politiche che la maggioranza ha fatto in quest'aula, i vari passaggi, dall'amministratore unico all'iniezione di denaro fresco nei mesi di luglio e settembre e poi i vari adempimenti, dal piano industriale al piano di sviluppo, non solo non sono attuati, non solo sono stati accelerati dal punto di vista politico, ma non hanno gamba, non hanno risposta dal punto di vista operativo! Il piano industriale, solo nel gennaio-febbraio 2009, citava introiti pari a 102-104 milioni di euro; con il trend che ha la nostra casa da gioco, potremmo parlare eventualmente di un introito vicino a 91-92,5 milioni di euro (dette sette mesi fa non di più), quindi ci sembra che ci sia uno scollamento forte e uno scollamento soprattutto di risultati. Pertanto dalla politica non c'è la concretezza sul singolo dossier.
Termino facendo due riflessioni per quanto riguarda gli andamenti dei costi. Il Presidente ci ha dettagliato e motivato cosa è stato inserito all'interno del bilancio 2008; quindi costi aggiuntivi legati anche all'esodo che è stato creato per il 2008. Dettagliando bene gli andamenti dei costi notiamo tutta una serie di costi che aumentano: dall'acquisto delle materie prime, agli incrementi dei servizi interni, dalle spese per consulenze legali, notarili, professionali, a tutta una serie di costi che portano l'andamento e i costi di produzione da 85 milioni a 87 milioni. Conti alla mano, fra tre mesi termina il 2009; ci sembra che tutto quello che è stato detto e dato per fatto in questi 12-14 mesi non abbia tutta questa veridicità e soprattutto non vediamo delle prospettive positive, da una parte, e legate anche agli altri fattori importanti di tipo economico che sarebbero legati al Comune di Châtillon/Saint-Vincent, è stato detto, ma legati realmente alle partecipate regionali nel Comune di Saint-Vincent. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, non ho esitazione a dire che non sono un esperto di questa materia, mai nella mia modesta esistenza avrei pensato di dovermi occupare di casinò, di un ambiente che non conosco, ma il dovere della politica mi ha chiamato a questo e, insieme al gruppo, ho condiviso alcune riflessioni che ritengo importante riportare in quest'aula.
Intanto riconosco anch'io, come hanno fatto altri colleghi, la schiettezza di questo documento, la schiettezza con cui il Presidente lo ha riportato in aula e mi riconosco negli interventi di coloro che mi hanno preceduto. Se dovessi usare una metafora anch'io come altri hanno fatto, parlando di punta dell'iceberg, di un momento negativo o addirittura di fondo dell'abisso, come altri hanno fatto, direi che questa è la fotografia di un disastro. Quindi non so se il 2008 passerà più alla storia per l'anno in cui furono accantonati i buoni di benzina o per il casinò messo al tappeto. Certamente c'è un nesso fra queste due vicende, è che sono due vicende che non possiamo - qui non condivido la relazione - legare alla crisi economica, non c'è un nesso. Il gioco, nella sua parte ludica, nella sua parte che non è legata a criteri di logica economica, ha logiche diverse, il gioco cresce anche nella crisi economica. Ovviamente cresce in altri settori, sappiamo di questa concorrenza, e qui condivido la concorrenza dei grandi giochi organizzati dallo Stato, dall'enorme pubblicità mediatica che lo Stato può mettere in campo. Sicuramente non possiamo immaginare che, vista l'induzione al gioco che sta praticando lo Stato, perché è un'induzione al gioco attraverso fenomeni pubblicitari straordinari, si possa entrare in competizione con una macchina come quella.
Quello che mi preoccupa, e che hanno rilevato bene gli interventi di coloro che mi hanno preceduto, sono i dati. I dati non dicono che tutte le case da gioco vanno male, questo è il punto. I dati dicono che è la Casa da gioco di Saint-Vincent che va molto peggio. Alcune hanno addirittura dei dati interessanti in positivo, la tenuta degli ingressi di Venezia, la crescita che rappresenta un trend di Campione, non è una crescita di quest'anno, è un trend in crescita; non cito Sanremo, prendo per buono il fatto che abbiano deciso di contare anche quelli che passano davanti al casinò e che abbiano altri metodi di conteggio, quindi è un dato falsato. Ma quello che preoccupa di Saint-Vincent non è la caduta degli ingressi di quest'anno, è il trend perdurante, costante di crollo degli ingressi, è una linea continua, inarrestabile, inesorabile. Anche sulle entrate, se è vero che nei "francesi" tutti vanno male... però il calo percentuale di Saint-Vincent è il doppio rispetto agli altri e addirittura altri casinò nei giochi americani e nelle slot machine registrano un attivo; quindi qualcosa si può fare, si poteva fare. Si ha l'impressione che qui non si sia fatto, allora su una cosa voglio intervenire.
A differenza di altre forze di opposizione, noi abbiamo avuto un atteggiamento critico sulla situazione reale, ma non abbiamo avuto un atteggiamento oppositivo rispetto alle decisioni della maggioranza sulle scelte da fare sul casinò, cioè abbiamo detto: "accettiamo le proposte che vengono fatte, abbiamo apportato anche noi delle idee, e vediamo come va", però... qui non ci siamo! Qui non ci siamo e, a mio avviso - non ho nessuna intenzione di ripetere gli interventi degli altri -, ritengo che ci siano delle contraddizioni palesi anche in quella che qualcuno ha chiamato "la strategia sul casinò"; direi che manca proprio anche una filosofia intorno a questa casa da gioco e provo ad evidenziare alcune contraddizioni, Presidente... poi lei potrà dire se ci prendiamo oppure no.
Continuiamo a dire casinò dei VIP, facciamo venire i VIP, oppure casinò che ha tanti ingressi, ecco una prima grossa contraddizione: o noi abbiamo due sale da gioco all'interno dello stesso contenitore, cioè una casa da gioco che si occupa dei VIP e una casa da gioco che si occupa degli ingressi di massa, oppure siamo sempre costantemente in una palese contraddizione in quella casa da gioco... perché? Una casa da gioco dei VIP è una casa da gioco con personale altamente professionalizzato, cosa che abbiamo, quindi si giustificano le elevate retribuzioni, ma una casa da gioco che punta su "venga chi vuole", la massaia a giocare, eccetera... ha bisogno di un personale altamente professionalizzato e altamente retribuito? Una casa da gioco che punta sui VIP non ha bisogno di masse di dipendenti, perché avrà un numero più limitato di giocatori. Una casa da gioco che punta su masse di persone che frequentano ha bisogno di più dipendenti. Bisogna scegliere, bisogna dire dove si va, altrimenti rimaniamo a metà, dove c'è una parte che vuole andare in una direzione, una parte nell'altra, ma poi bisogna fare delle scelte in concreto all'interno di questa cosa!
Io... come riportato al punto b) di pagina 3 fra le giustificazioni della crisi del casinò: scarsa attrattività da parte del comprensorio su cui opera la casa da gioco, eccetera... ma, anche qui, c'è la seconda grossa contraddizione! Scusate, Saint-Vincent è una tranquilla e serena stazione termale dove la gente viene a rilassarsi, a riposarsi, come qualcuno auspica alle volte? Oppure un brioso luogo tutto luci, animazione, movimento, come mi pare alle volte di vedere in qualche immagine televisiva di Las Vegas, una cosa dove c'è movimento, rumore, caos? Questa cosa bisogna deciderla, bisogna condividerla con gli abitanti di quella comunità. A me pare che non ci sia questo fertile dialogo, questo fertile incontro fra gli abitanti di quella zona... alcuni che probabilmente aspirano al turismo della quiete e altri che aspirano a una... cioè bisogna decidersi, altrimenti rimaniamo nella terra di nessuno! Altrimenti vengono meno le scelte!
Altra contraddizione che non riesco a sciogliere, almeno io per incompetenza, non lo so: è la casa da gioco il perno dell'attrazione e alcune scelte sembrerebbero dire che siamo andati in quella direzione con il grande salone delle feste, tutto dentro la casa da gioco, e quindi la casa che cerca di vivere con una sua indipendenza; oppure la casa da gioco ha bisogno di tutto ciò che sta intorno? Qui qualcun altro lo ha citato, il famoso tiro a volo che mi risulta essere stato inserito nel piano industriale di rilancio fra le iniziative che dovevano essere prese e che invece non solo è bloccato, ma mi si dice che addirittura non si vuole più fare. Allora le chiedo: ma risponde al vero che non si vuol più fare il tiro a volo? Spero che siano solo indiscrezioni, perché se tutte le energie che abbiamo messo per girarlo invece di sparare verso sud, adesso spariamo verso nord, poi spareremo verso ovest e poi verso est... adesso mi si dice non si fa più? È abbastanza curioso! Non vediamo partire...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...lei replicherà e dirà che avremo il tiro a volo nel più breve tempo possibile e saremo ben contenti di questa cosa.
Altro punto della relazione su cui voglio soffermarmi: assenza di innovazione dell'offerta di gioco proposta alla clientela; lei, Presidente, non c'era. Mi è capitato di andare con la commissione che si occupava del casinò proprio in visita, spero ci siano degli atti, non so se ci sono degli atti, ma sicuramente l'onestà con cui si comporta l'amministratore le potrà dare conferma, in quella sede ho fatto una domanda, ho chiesto "voi che siete gli esperti, mi dite almeno una cosa nuova che proponete alla clientela?"... l'anno scorso, eh... almeno una, da dire: "facciamo questa cosa qui".
Non sono io, politico, che devo dire qual è l'offerta nuova che mi deve dare il casinò, sono loro che mi devono dire qual è la nuova e noi diciamo sì, va bene... fatelo! Ma non me lo hanno detto; hanno continuato a parlare del salone delle feste... quello lo abbiamo detto più volte come Partito Democratico, facciamo questo salone delle feste; anzi, abbiamo detto: visto che per realizzarlo ci vorranno anni, cioè prima del 2013 non ci sarà nessun salone delle feste, nel frattempo organizziamo uno spazio all'interno, in cui si possa cominciare a festeggiare qualcosa, e il risultato è che tecnicamente non è così facilmente realizzabile questa cosa qui. Quindi non è che ostacoliamo le scelte, ma non ci viene detto qual è l'idea! Sappiamo che adesso c'è questa iniziativa del gioco del poker interessante, bene, però non basta scrivere "assenza di innovazione"; noi vorremmo sapere qual è l'elenco delle novità che vengono proposte.
Questa, in sostanza, l'analisi che abbiamo fatto, che esprime una grossa preoccupazione perché noi riteniamo che la casa da gioco possa ancora svolgere un ruolo importante all'interno della nostra regione. Una regione che ha una vocazione turistica non può perdere una casa da gioco di prestigio. Che poi ci siano tanti altri concorrenti, che poi venga ridimensionato in parte il suo ruolo storico... ma io vorrei ricordare che la Casa da gioco di Saint-Vincent è stata in grado di proporre un'offerta che era vincente addirittura sul piano europeo. Mi risulta che noi facevamo formazione ad altri casinò, i nostri tecnici del gioco erano talmente qualificati e professionalizzati che eravamo noi a proporre all'esterno il gioco. È su questa strada che bisogna continuare a credere ed investire, cioè di fronte alla fotografia di un disastro, Presidente, mi rivolgo a lei, quello che si vuole sentir dire è che non è che andiamo alla rassegnazione lenta di una lenta chiusura della casa da gioco, ma è che nonostante tutte le avversità, nonostante la concorrenza, c'è la grinta, la voglia di mettercela tutta per dire che questa casa da gioco troverà il modo di stare sul mercato! È chiaro che quando lanciamo una politica di esodi incentivati abbiamo una perdita di 2,4 milioni di euro - se non vado errato - che tradotti sulle unità di personale vuol dire circa 72.000 euro a testa; è chiaro che se questa è la strada, rischiamo di nuovo di andare a prosciugare delle risorse enormi nel tentativo di contenere i costi del personale, cioè più che contenerli andiamo a dilatare le perdite.
Diciamo che il casinò deve avere una prospettiva, deve avere un futuro, ma non è semplicemente con il rielencare quelle che sono le costanti, cioè rapporto con il Comune, eccetera... adesso francamente mi risulta la massima disponibilità degli amministratori del Comune di Saint-Vincent a confrontarsi, a ragionare, a mettersi a disposizione per un progetto condiviso rispetto alla casa da gioco, non è che c'è un'ostilità, quindi penso che non possiamo continuare a ripetere ossessivamente un elenco di limiti, ma che da una dura fotografia che ci è stata presentata in questa sede possa partire invece un input forte che dia quella sensazione di una vera voglia di riscatto di questa casa da gioco, come elemento cardine, imprescindibile della globale offerta - qui guardo l'Assessore Marguerettaz -, offerta turistica della Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta, fra tutte le cose che ha: piste di sci, montagna, eccetera, ha il casinò, di questo non può fare a meno - questo è il ragionamento che facciamo noi - ma certo non può essere la Regione che tiene in piedi una casa da gioco in queste condizioni, deve essere invece la casa da gioco che aiuta la Regione in una fase che è difficile come questa. Grazie.
Président - La parole au Conseiller Agostino.
Agostino (UV) - Grazie, Presidente. Ho sentito parecchi consiglieri dire la loro, in ultimo ho sentito anche il Consigliere Donzel che diceva: "è impossibile che la casa da gioco vada male, perché il gioco è in aumento, quindi c'è qualcosa che non funziona". Ma, Consigliere Donzel, il casinò va male proprio perché c'è un aumento dei giochi, ma non in quel senso lì, da tutte altre parti! È proprio per questo che le case da gioco vanno male!
Una volta c'era quasi solo quello e le case da gioco usufruivano di maggiore utenza, e poi i VIP non è che sono così numerosi, sempre lì a pescare, se li devono contendere in quattro casinò! E poi non è che sono sempre disposti a farsi pelare, perché ogni tanto qualche mazzatina al casinò gliela danno anche; è proprio da quelli che i casinò perdono la gran parte di volte! Quindi non è che i VIP poi sono così numerosi in tutta Italia da scialacquare i casinò, non è così!
Intervengo a nome personale, e dico che, alla luce di quello che ha detto il Presidente, dei dati riportati, sono sempre più convinto che sono maturi i tempi per aprire la casa da gioco ai valdostani, perché bisogna aumentare, non c'è santo che tenga, bisogna aumentare il bacino di utenza del casinò. Noi, rispetto alle altre case da gioco, non siamo assolutamente favoriti, perché la Valle d'Aosta ha dei numeri piccoli, devono venire per forza da fuori per venire in Valle d'Aosta! Quindi gli altri casinò perdono un po' meno, ma perché hanno veramente un bacino di utenza molto più grande vicino a loro, in quanto in Valle d'Aosta devono venire appositamente da fuori... non è che possiamo contare sempre sui turisti anche se la vocazione della Valle d'Aosta è turistica... quindi di poter contare di riempire per forza il casinò, giustamente, perché adesso è nata una miriade di altri giochi dove la gente del ceto medio purtroppo gioca tantissimo: Gratta e Vinci, Superenalotto, Lotto, tutto questo va a favorire le casse dello Stato, ma non quelle dei casinò e, di conseguenza, della Regione.
Continuo a sostenere che, una volta messe tutte le telecamere... mi sembra che in questo momento si stiano preparando per installare le telecamere dappertutto... quindi non venite più a dire... ho sentito un mucchio di gente che dice: non è il caso lì, poi c'è il cugino che lavora lì... ma non scherziamo! Cosa c'entra questo! Una volta che ci sono le telecamere che tu vieni controllato dalla A alla Z, tutto questo viene a cadere e finiamo anche di dire che aprendo ai valdostani roviniamo i valdostani, perché sono più intelligenti di quello che pensiamo! Chi vuole giocare, va a giocare nei casinò limitrofi e cioè a Chamonix, a Montreux, a Megève e quando vanno in ferie vanno negli altri casinò; quindi non voglio più sentire assolutamente dire questo, che i valdostani si rovinano se apriamo... sembra che siamo poco intelligenti, che siamo una razza da tutelare, ma non diciamo cretinate!
Già ho sentito delle lamentele dei valdostani che vanno a giocare alle slot machine al casinò, ho già sentito dire...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...allora a maggior ragione che va aperto totalmente a tutti! Siamo mica cittadini di serie B che andiamo lì, chiusi in un buco... apriamo! Questo che ho detto è il mio pensiero personale, bisogna aprire totalmente la casa da gioco ai valdostani, i valdostani sono più intelligenti di quello che qualcuno pensa, se vogliono rovinarsi vanno a rovinarsi all'estero come a Saint-Vincent, quindi su questo non ci sto!
Ritengo che, alla luce di quei dati, soprattutto i numeri che il Presidente ci ha proposto... perché la bacchetta magica penso che nessuno l'abbia, noi possiamo mettere un bellissimo casinò e del personale qualificatissimo, ma se lo mettiamo in cima alla Becca di Nona può essere anche a sette stelle, nessuno viene! Nessuno ha la bacchetta magica! Quindi penso che, alla luce dei dati forniti dal Presidente e dell'andamento continuo in decrescendo del casinò, siano maturi - io parlo a nome personale - i tempi per aumentare il bacino di utenza e quindi portare al nostro casinò un po' di valdostani che vi possano giocare.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - L'occasione di una relazione sul casinò è evidente che porta ad una serie di analisi e soprattutto di voglia di guardare cosa succede anche nel 2009 e negli anni prossimi. Nella relazione mi sono attenuto al risultato 2008 e ho dato qualche piccolo spunto per il discorso del 2009. Ora le relazioni... ringrazio i colleghi per gli interventi, anche se su alcuni mi diventa più difficile inquadrare in questa ottica la relazione del 2008... capisco l'interesse per vedere lo sviluppo di quello che potrà succedere.
Vorrei anche dire che, nell'ambito dell'analisi fatta, sicuramente nell'analisi mi sono attenuto ai dati e i dati sono sempre abbastanza oggettivi, nel senso che le cose non vanno, puoi abbellirle come vuoi, non vanno. Poi credo che l'analisi delle cause fatta, credo che per la maggioranza sia stata condivisa; qualcuno non ha visto un nesso fra la crisi che è scoppiata nel settembre 2008 con quello che è un appesantimento che è stato generale di tutti i casinò. Questo dato è invece purtroppo realtà. Anche il 2009, ho letto gli andamenti nelle altre case da gioco, non a caso, dove per quanto ci riguarda c'è un meno 7,40, Campione meno 9,10, Sanremo meno 5,70, Venezia meno 13,80! Sono sempre gli stessi casinò!
Ora questi dati, io non ho delle chiavi di lettura particolari, voi sapete anche che c'è un'associazione, la Federgioco, che analizza assieme lo stato delle cose e le difficoltà che hanno i casinò, quindi nell'analisi fatta a quel tavolo quello che tutti hanno visto è ad esempio la difficoltà ad avere una corrispondenza fra il numero di presenze e il giocato: ci può essere anche un aumento del numero di presenze, ma il giocato è molto meno, addirittura per le slot machine il gioco è diminuito, le puntate che fanno alle slot machine sono diminuite!
Una lettura obiettiva... non ho nessun motivo e poi ci sono dei dati, quindi non c'è nessun motivo per dire... questo è continuato per tutto il 2009. Questa è la stessa crisi che ha coinvolto non solo i casinò italiani, ma tutti i casinò! I francesi li hanno chiusi, gli svizzeri, gli olandesi... c'è un discorso generale, questa è la realtà che per quanto riguarda questo periodo ha una giustificazione seria, legata a questa crisi che ha profondamente inciso anche in questo settore. Questi sono dei dati, poi, lo si voglia commentare anche con il tema: ma, è inadeguato, non si è fatto; su questo non voglio adesso entrare nel merito su quello che si è fatto per il 2009, avremo modo di analizzarlo molto dettagliatamente, punto per punto, vedere quello che è stato fatto, come è stato fatto e i risultati che sta dando. Non si è stravolto nulla, si è invece cercato di ottimizzare una serie di procedure, di attivare dei meccanismi che passavano per la prima volta attraverso la riduzione del personale, voglio sottolinearlo, nel 2008 e nel 2009 è la prima volta che tocchiamo il personale, la prima volta! E credo non a caso il passaggio che si è fatto adesso nel 2009 di andare nella direzione di ridurre il personale amministrativo e di riciclarlo per una parte nel personale operativo e personale al tavolo da gioco, sono dei dati. E così via, tutto quello che è stato il recupero del rapporto, grazie anche ad uno sforzo fatto dalle singole organizzazioni sindacali con i lavoratori e con la gestione, che ha avuto sempre delle grosse difficoltà. Non dimentichiamo che il 2008 è stato un anno quasi fino ad agosto, quando si è insediato il commissario, con scioperi continui, legati a delle situazioni che avevano una serie di problematicità che non voglio qui ricordare, però scioperi continui! Questi problemi sono purtroppo dei dati oggettivi, legati ad una serie di fattori non risolti che hanno influito negativamente.
Credo che le possibilità di fare una valutazione per il 2008, al di là degli apprezzabili interventi dei colleghi, da Salzone che ha voluto ricordare una serie di esigenze che noi riconosciamo, l'attivazione per una gran parte di quello che ha chiesto è stato progressivamente stato fatto, non nel 2008, ma nel 2009 si sono fatti una serie di interventi sotto questo profilo abbastanza importanti. Vorrei qui intervenire su un dato che è stato comunemente ricordato, cioè che va più in proiezione con il futuro che per l'analisi 2008, ma mi sembra giusto rispondere: qual è il rapporto fra la casa da gioco e i Comuni vicini e gli investimenti dei Comuni vicini?
Per quanto riguarda l'ex tiro a volo, è un anno che stiamo cercando di definire con esperti e sopralluoghi fatti per avere le misurazioni acustiche nella zona, per avere tutte le valutazioni che termineranno questa settimana, il 30 c'è la riunione definitiva, per poter dire qual è il sistema di intervento che non crei alcun tipo di problema in base alla legge esistente. Legge che abbiamo approvato a livello regionale sull'acustica. Sono situazioni che bisogna gestire, allora dove c'è l'ex tiro a volo, c'è un vecchio stabile al centro che creava e crea dei problemi, c'è l'intenzione provata da tutte queste riunioni con gli esperti a livello nazionale che sono venuti a Saint-Vincent e hanno fatto una serie di misurazioni, per riuscire a dirci che si può fare, come si fa, però è passato un anno. Quindi confermiamo la voglia di farlo, però con un rallentamento che è dovuto a queste situazioni, non certo alla carenza di volontà di intervenire. L'Assessorato al turismo lo ha seguito dall'inizio, ma quando non ci sono gli elementi non si può forzare la mano, e questo lo dico anche per l'accelerazione.
Non posso sottoscrivere tutte le volte che si parla di "accelerazione", però bisogna anche tener conto delle competenze. Voglio ricordare due tentativi nei piani che sono stati fatti anche a livello nazionale, già fatti allora: tentativi di accelerazione, i piani famosi di investimento; purtroppo non hanno dato esito, perché alla fine le potestà dei Comuni, delle Regioni, in altre situazioni delle Province, non sono bypassabili. Sono possibili con interventi che riducono in parte i tempi, ma queste situazioni non si risolvono, perché ci sono i ricorsi. Basta guardare le grandi opere... dove non sono state realizzabili è perché hanno avuto questa difficoltà: non sono bypassabili! Ci sono delle regole che si possono vedere, adesso si prova a nominare i commissari, anche i commissari si trovano di fronte ad alcune norme che giustamente devono essere rispettate, vuoi per il VIA, adesso per il VAS, adesso per le norme sull'acustica, che sono delle norme cogenti e assolutamente da rispettare e che creano tutta una serie di tempi che si allungano.
Per dire il ruolo delle infrastrutture vicine, sicuramente le terme sono una vicenda, e qui condivido l'esigenza che si vada verso un utilizzo ottimale delle terme; è una vicenda che sta seguendo il Comune, anche lì con delle grosse difficoltà. Non so se si arriverà ad una definizione tenendo conto di quello che sta succedendo, ma non è che non supportiamo le terme, non possiamo mica sostituirci al Comune per realizzare le terme! Il golf... è da trent'anni che diciamo che vogliamo fare un golf a 18 buche, ma non si realizza non perché non ci sono i soldi o non c'è la volontà, ma perché non si trova la disponibilità dei terreni, sennò si deve arrivare all'esproprio! A Fénis era già tutto pronto, la zona era pronta, c'erano i soliti venti proprietari che non davano la disponibilità, risultato: bisognava espropriare per tutti! E ci si è fermati, c'era ancora la buonanima Pollicini! Questa è la realtà!
Possiamo anche dire: si potrebbe..., ma la realtà è che non si può fare e tutti cozzano contro gli stessi temi. Dove si fanno i grandi campi di golf è dove hanno la grande disponibilità di terreni, lì si possono fare; qui non è una questione di non poter intervenire, la questione è che non c'è la disponibilità dei terreni! Si è provato a media Valle, nella zona Châtillon/Saint-Vincent c'è stato un progetto, ad Arnad e Issogne... non si arriva mai al dunque! Non voglio fare altri commenti su questo, ma le infrastrutture non è che si possono inventare!
Per quanto riguarda il fatto... non credo che l'atteggiamento del casinò sia quello di rassegnazione o genuflessione... credo che ci siano delle situazioni obiettive di difficoltà. Il casinò sta cercando di seguire tutti i nuovi giochi possibili, l'on-line appena sarà possibile anche per i casinò, come sembra, verrà seguito. Non dimentichiamo, a proposito dell'iniziativa a cui qualcuno ha fatto riferimento, che forse sono state delle occasioni perse, vorrei ricordare la storia dei Bingo. Qui qualcuno pensava di aver fatto Bingo quando è uscita la legge sui Bingo: all'inizio ne erano stati previsti 220, raddoppiati a 440, autorizzati 863 a livello nazionale, realizzati nemmeno 200! Tutti in perdita, perché il discorso dei Bingo era quello di fare dei minicasinò, perché nei Bingo con il gioco della tombola ci mettevano anche le slot machine degli altri giochi... finito questo gioco, finiti i Bingo! Tutti i megascienzati che avevano seguito i Bingo, pollice verso! Cioè, qui non so se gli esperti di casinò devono essere chiamati "casinisti" o altro, però so solo che ce ne sono di tutti i tipi. Ho sentito tantissima gente bravissima a fare programmi, non ne ho mai visto uno vincente, qui, all'estero, da altre parti; hanno preso i porteurs, se li prendono sulla spalla, se li portano a volte a Sanremo, un'altra volta li portano qui, questi qui guadagnano, i casinò guadagnano nel periodo in cui vogliono farli scendere, poi bagnano, i dati sono lì. Dobbiamo essere anche onesti rispetto a queste figure, dobbiamo anche capire cosa vogliamo fare.
C'è una relazione e ci sono delle situazioni che sono da gestire in modo corretto. Non è che possiamo dire basta... allora, mi affido ai porteurs, questi arrivano, come è successo, la storia dei casinò la conosciamo tutti perché la leggiamo, c'è la puntata, benissimo, ha guadagnato... finita la benzina, ploff! Questo è il risultato dei porteurs! Di formule magiche per i casinò non so se ne esistano, ma non ne ho ancora viste e aspetto sempre che qualche profeta venga a proporle, ma non ne ho ancora viste. Sicuramente questo non vuol dire fermarsi.
Un'ultima annotazione sulle contraddizioni. Apprezzo sempre gli interventi del collega Donzel; ho avuto qualche difficoltà a capire perché ci sono, secondo la sua chiave di interpretazione, queste contraddizioni e vorrei per correttezza nel rapporto spiegare come a mio avviso queste contraddizioni non ci siano. I casinò, in quanto case da gioco... corretta l'osservazione fatta da Salzone: meno azzardo e più collegamento con il divertimento, ma la distinzione VIP - massa la si fa con l'organizzazione del gioco all'interno, non è che c'è il casinò VIP e il casinò di massa. L'atteggiamento di chi segue il giocatore è, come ci auguriamo e come è stato sempre previsto, uguale! Non è che se arriva la massaia, è trattata come una massaia; la massaia viene, ha tutto il diritto, giocherà di meno, ma il VIP va nel privé, si fa le sue giocate, un altro tipo di gioco, non è che c'è contraddizione: vogliamo i VIP o vogliamo la massa! La massa... c'è anche la massa di giovani che vanno alle slot machine, dove la relazione dice che purtroppo allora c'erano poche macchine nuove, adesso sono state messe 800 macchine nuove in poco tempo! Saint-Vincent deve diventare Las Vegas o rimanere Saint-Vincent? Io credo che debba rimanere Saint-Vincent, il casinò faccia il casinò, sia un punto di riferimento che aiuta Saint-Vincent, tant'è che quando va bene il casinò va bene anche Saint-Vincent - questo altri lo hanno ricordato - perché c'è gente che gira e che spende, quando va male il casinò va male anche Saint-Vincent. Las Vegas è un caso anomalo, fra l'altro va a bagno anche adesso, Las Vegas è ai minimi termini, non a caso! Quindi non c'è nessuna contraddizione.
Sul tiro a volo abbiamo detto... oggi confermiamo che il tiro a volo lo vogliamo fare, non c'è nessuna contraddizione; sui nuovi giochi siamo andati subito, è uscito il Texas Hold'em, siamo stati fra i primi a fare i corsi, funziona, stiamo facendo il secondo corso per i giovani che svolgono questo ruolo, quindi credo che siamo stati sempre attenti. E il fatto che il Casinò di Saint-Vincent era il primo in Europa è vero, quando c'erano i casinò che funzionavano come allora con determinate regole, con una presenza di giocatori che - si ricordava - avevano disponibilità economiche molto alte. Per quanto riguarda la formazione, ancora adesso il Casinò di Saint-Vincent dà formazione ad altri casinò, quindi si sta facendo ancora adesso. I croupiers del Casinò di Saint-Vincent sono unanimemente considerati come fra i migliori, questo dobbiamo riconoscerlo e ancora oggi si dà la disponibilità per formare altri croupiers, quindi questo lo si sta ancora facendo. Francamente non riesco a vedere contraddizioni che forse il collega aveva visto. Credo di aver spiegato perché queste, a nostro avviso, non ci sono.
Morale: questa relazione è una relazione che dà in modo crudo la realtà del 2008; vediamo, nel 2009, una serie di cambiamenti che hanno portato ad un'inversione di tendenza, con una riduzione già ad oggi delle perdite, perché non è che non perde più nel 2009, nel 2009 perderà ancora; perde meno.
Ultima notazione. Sicuramente ho apprezzato l'invito, il suggerimento, quello di andare verso una situazione di migliore collegamento fra Billia e Casinò, questo è un aspetto su cui stiamo lavorando, stiamo cercando di vedere quali sono le tappe per ridurre al minimo le situazioni attuali, se possibile collegare i due nel modo più efficace perché si possa intervenire presto. Per quanto riguarda i lavori previsti, qualcuno ha detto: "i lavori erano previsti a fine estate". I lavori sono già stati consegnati, ma adesso i lavori nuovi della sala da gioco nuova nel famoso tunnel sono stati consegnati e dovrebbero iniziare nel mese di ottobre, i lavori del tunnel con i giochi, perché sono stati consegnati e sui computi specifici stanno andando avanti, quindi stanno tenendo i tempi. Fra l'altro, riferito al 2008, non è che possa dire molto; sul 2009 avremo modo e tempo per intervenire con dovizia di particolari. Grazie.
Président - Merci, Président.
Le Conseil prend acte du rapport.
Rapport
(omissis)