Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 723 del 23 settembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 723/XIII - Interpellanza: "Carenza di copertura medica di emergenza territoriale nelle sedi decentrate di Morgex, Châtillon e Donnas".

Interpellanza

Premesso che è unanimemente condivisa l'importanza del decentramento territoriale dei servizi sanitari, attraverso l'implementazione funzionale e professionale delle strutture di emergenza e specialistiche: principio, questo, che è stato ribadito anche nel piano socio-sanitario regionale vigente;

Rilevato che le sedi decentrate "118" di Morgex, Châtillon e Donnas sono spesso sprovviste di copertura medica di emergenza territoriale (MET);

Considerato che l'assenza di MET sul territorio, fenomeno denunciato ormai da anni agli assessori di turno, è in preoccupante peggioramento e costituisce un grave rischio per i pazienti soccorsi oltre a causare pesanti disagi e responsabilità in capo al personale sanitario infermieristico e agli autisti soccorritori;

Constatato che il servizio di soccorso aereo è invece regolarmente provvisto di medici di emergenza ed è garantito H24;

Vista la legge regionale 13 marzo 2008, n. 4 (Disciplina del sistema regionale di emergenza-urgenza sanitaria) che avrebbe dovuto costituire una risposta concreta ed efficace dell'amministrazione regionale, e in particolare di quella sanitaria, ai disagi esposti in Premessa;

tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Regione o l'Assessore delegato per sapere:

1) se è a conoscenza di quanto esposto in Premessa e quali considerazioni esprime;

2) quali ragioni impediscono tuttora di avere una copertura medica H24 anche nelle sedi decentrate di Morgex, Châtillon e Donnas;

3) se e come intende provvedere al ripristino immediato e integrale del servizio medico territoriale affinché siano tutelate l'incolumità e la salute dei pazienti soccorsi e sia garantita la presenza della professionalità medica prevista dalla L.R. 4/2008.

F.to: Tibaldi

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Il problema sollevato in questa interpellanza non è una novità, ma è un fatto che si è verificato e si verifica da tempo ormai, non voglio dire immemorabile, ma sono almeno una decina di anni che prima il gruppo Forza Italia, poi il gruppo del CdL, ora il gruppo del PdL torna sull'argomento della sanità territoriale. Rispettiamo le competenze, la scienza e la coscienza del rinnovato Assessore Lanièce e sappiamo che conosce il problema, anche perché ne abbiamo parlato di persona. Sta di fatto però che questo problema da fenomeno sporadico è diventato estremamente frequente, di conseguenza sta esprimendo con una certa gravità delle carenze che, a nostro avviso, meritano una risposta politica e amministrativa. Una risposta di carattere politico sulla carta c'è già, o perlomeno dovrebbe esserci: è la legge n. 4/2008 che è stata approvata sul finire della scorsa legislatura, che ha riordinato il sistema di emergenza e urgenza sanitaria, ma che di fatto non ha esplicato i suoi effetti, o perlomeno pare non averli esplicati.

Adesso nell'interpellanza si denuncia in particolare il disagio delle sedi decentrate, quindi Morgex, Châtillon e Donnas, ma sappiamo che è un disagio che ha riguardato anche Aosta, la sede centrale, in particolare durante alcuni turni notturni. Ho sottomano i calendari dei turni di intervento del personale medico sulle sedi decentrate a luglio e agosto 2009, che sappiamo essere i mesi centrali della stagionalità estiva, anche sotto il profilo turistico, quindi con una presenza umana decisamente più elevata rispetto a quelle che sono le residenze ordinarie e che vedono anche aumentare la probabilità del ricorso al soccorso medico, quindi creano uno stress del sistema non solo ad Aosta, ma soprattutto sulle sedi decentrate. Ebbene sono turni che evidenziano con una buona dose di preoccupazione che la copertura cosiddetta "H24", sulle 24 ore giorno e notte, si rileva solamente in pochi giorni di luglio e di agosto nelle sedi che ho citato e ci sono la stragrande maggioranza dei giorni che vedono coperture solo diurne o coperture solo notturne. Ciò comporta che i medici di emergenza territoriale non siano sulle ambulanze, non siano disponibili e gli interventi di soccorso siano spesso e volentieri realizzati attraverso infermieri professionali quando va bene o nei casi peggiori con buona volontà e impegno da parte dei cosiddetti "autisti soccorritori". È vero che dalla centrale viene tutto gestito anche per via telefonica, ci sono i cosiddetti "triage" e finora non ci pare che siano emersi casi drammatici, che hanno comportato delle complicazioni o addirittura la perdita di vite umane. Sta di fatto che una Regione con delle disponibilità finanziarie di un certo livello, con una sanità che può permettersi di aumentare il livello di efficienza e quindi di soddisfazione dei cosiddetti "LEA" previsti dalla normativa statale, crediamo che a maggior ragione dopo averlo sottolineato più volte e lo abbiamo fatto ancor prima che non a lei, ai suoi predecessori Vicquéry, a Fosson, che non hanno potuto che constatare questo problema e cercare di dare una risposta... ebbene la risposta purtroppo non solo non c'è, ma noi constatiamo un peggioramento di questo servizio, nel senso che c'è la carenza dei medici di emergenza territoriale. C'è da dire che peraltro io ricordo le parole dell'allora Assessore Fosson, nel momento in cui si diede vita, si varò la legge n. 4/2008 disse: "se i medici dell'emergenza territoriale non riusciamo a reperirli e consolidarli sul territorio, colmeremo questa lacuna con rianimatori e anestesisti che verranno formati ad hoc per questo servizio". Bene, rianimatori e anestesisti sappiamo essere per lo più presenti nell'ambito del soccorso aereo fatto con l'elicottero, forse più remunerativo e più gratificante anche da un punto di vista professionale, sulle più modeste ambulanze questo non accade con l'obiettivo H24. Noi, come utenti e pazienti del servizio sanitario, io lo sono stato anche in diretta in quest'aula, non ho nulla da recriminare, ringrazio coloro che mi hanno assistito e seguito ed è andato tutto bene... però sta di fatto che ci teniamo a far sì che questo servizio territoriale - e il territorio è importante in una Regione come la nostra che vede un'antropizzazione frammentata non solo nel fondovalle, ma anche lungo valli laterali - sia organizzato secondo quel modello che politicamente tutti abbiamo più volte auspicato e richiesto in quest'aula e politicamente anche tutti, se ricordo bene, abbiamo approvato secondo quello schema legislativo della legge n. 4/2008 che sto citando. Assessore Lanièce, visto che è fresco di conferma, credo che lei possa o abbia già fatto, non lo so... per ora non mi risulta dai calendari... possa o voglia mettere mano con energia a questo problema, che è un problema che - ripeto - si sta deteriorando e naturalmente, oltre a chiederle se è a conoscenza di quanto esposto in premessa, quali considerazioni esprime e quali ragioni impediscono tuttora di avere una copertura medica H24 anche nelle sedi decentrate sul territorio, ovviamente la domanda più propriamente politica: se e come intende provvedere al ripristino immediato e integrale del servizio medico territoriale, affinché siano tutelate l'incolumità e la salute dei pazienti soccorsi e sia garantita la presenza della professionalità medica prevista dalla legge n. 4/2008.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente e grazie anche al Consigliere Tibaldi per aver sollevato un argomento che comunque è alla nostra attenzione e devo dire che seguiamo in modo particolare questo settore dell'urgenza e dell'emergenza.

Partirei da una considerazione che ha fatto anche il Consigliere ed è quella che a noi sta più a cuore ossia: il fatto che finora non ci sono state segnalazioni particolari da parte dell'utenza di un malfunzionamento del sistema di emergenza e urgenza e mi auguro rimanga tale. Porto dei dati oggettivi che danno un'indicazione, ad esempio, all'Ufficio relazioni con il pubblico: nel 2008 ci sono state cinque segnalazioni ufficiali e nel 2007 otto, quindi ad oggi il sistema emergenza e urgenza ha funzionato bene.

Per quanto riguarda la problematica sottolineata dal Consigliere Tibaldi, che naturalmente ho potuto evidenziare e che è presente da dieci anni, come è stato ricordato, vorrei solo fare una considerazione di carattere generale, su come è nato e come è organizzato il sistema emergenza nel nostro Paese rispetto ad altri Paesi. Sin dalla metà degli anni '70 quando è nato il sistema emergenza, in particolare con la nascita del servizio sanitario nazionale, il nostro sistema di emergenza è stato subito ampiamente medicalizzato, ossia probabilmente uno dei motivi fondamentali era la presenza, la cosiddetta "pletora" di figure mediche che c'erano negli anni '70 fino a metà anni '80, ha fatto sì che fosse distribuita in modo massiccio in tutto il territorio nazionale la quantità di figure mediche, guardie mediche a gestire postazioni di "118" a differenza di quanto è successo nei Paesi anglosassoni o altri Paesi del nord Europa, dove fin da allora si era optato di gestire il sistema sanitario soprattutto sul territorio con figure tecniche: i cosiddetti "paramedics" dei Paesi anglosassoni. Questo perché... e poi naturalmente anche il nostro Paese è arrivato a ruota, con molti anni di ritardo però... si era deciso di agire seguendo dei protocolli, secondo delle tecniche ben precise, quindi riservando le figure mediche nel momento più critico o comunque sarebbero intervenute in un secondo momento. Questo cosa ha portato? Premetto ancora che ci troviamo di fronte, da dieci anni a questa parte, non a caso, ad una carenza importante di medici laureati in medicina e chirurgia, porto solo un esempio: basti pensare quest'anno alle tre borse di studio che l'Assessorato mette a disposizione: quella riservata all'ortopedia è andata deserta non c'è nessun medico valdostano che ha colto questa opportunità di specializzarsi totalmente a spese della Regione; alle altre due, fortunatamente, proprio in medicina di urgenza - che è nata quest'anno come specialità, infatti la scelta è stata precisa, perché l'idea di potenziare questo settore è una delle nostre priorità, abbiamo deciso di finanziare due borse di studio in medicina di urgenza proprio per far sì che ci siano delle risorse nostre a disposizione in un futuro prossimo -, hanno aderito due nostri laureati in medicina. Questa è un'importante considerazione, in virtù del fatto che da dieci anni a questa parte si continua a sottolineare la mancanza di medici sul territorio. Perché mancano? Perché i medici di emergenza, i MET, possono accedere a questa posizione senza specialità, quindi spesso rappresenta un secondo o un terzo, non dico ripiego, ma una possibilità di lavoro per alcune professionalità. Vi è da dire che spesso i medici di emergenza, i MET sul territorio - questo l'ho già ricordato in aula - non hanno la possibilità, stando dislocati sul territorio - adesso da quest'anno è prevista una rotazione con il personale del Dipartimento di emergenza e rianimazione, quindi medici del pronto soccorso e rianimatori, una turnazione e una rotazione sul territorio e in ospedale viceversa -, non hanno assolutamente, soprattutto nella nostra regione, la possibilità di potersi adeguatamente formare e soprattutto di mantenere una professionalità che è dovuta alla quantità di interventi di emergenze che uno gestisce. È chiaro che se uno sta sempre a Morgex o Donnas, non ha sicuramente la possibilità di effettuare una serie di attività comprese intubazioni, eccetera, che potrebbe fare in ospedale.

Tenendo conto quindi di questa mancanza di personale e del fatto che non solo da noi in Valle d'Aosta, ma in molte Regioni italiane si comincia a ragionare in termini di impiego sul territorio non solo di personale medico, ma di personale infermieristico che può essere molto utile per la gestione delle sedi periferiche in termini di applicazione di protocolli ben precisi. Ricordo qui cosa sta succedendo a Trento e Bolzano: a Trento è stata da poco sperimentata un'auto infermieristica sul territorio, perché anche loro hanno preso atto della mancanza di MET e comunque si sta prendendo coscienza del fatto che la presenza di personale non medico, ma in grado di applicare un protocollo ben preciso può essere più utile e può velocizzare il fatto di portare il paziente il più presto possibile in pronto soccorso; a Bolzano addirittura il medico resta a casa e arriva l'ambulanza se necessario a prenderlo a domicilio, ci sono due medici di notte... praticamente su tutta Bolzano, che è il 70 percento della popolazione. Il fatto quindi che la figura medica, ossia che non ci sia questa quantità, come effettivamente previsto dalla legge... rivedendola... praticamente dice che dovrebbero esserci queste figure presenti in tutte le sedi, ma anche - e noi abbiamo dato come obiettivo all'Azienda di applicare l'articolo 12 della legge -, ossia "Adempimenti di competenza dell'azienda USL", nei punti c) e f) in particolare che l'azienda deve definire - adesso che c'è la legge -: "... modalità organizzative di integrazione dei medici e del personale dipendente... criteri di rotazione sia nelle strutture ospedaliere, sia sul territorio...; definisce le modalità organizzative delle sedi di ambulanza..." e ancora l'ultima parte all'articolo 7, punto n. 2: "sino alla completa ridefinizione dell'organizzazione territoriale dell'assistenza primaria da parte dell'azienda, nelle sedi territoriali operano i MET". La legge quindi dice che siamo in applicazione, in fase di ridefinizione dell'organizzazione. Con questo siamo disponibili a vedere se ci sono dei punti critici e a rivedere alcuni punti della legge stessa.

Per tornare alle domande precise, mi sembra di aver toccato alcuni punti importanti. Per quanto riguarda la volontà di implementare la figura dei medici che sono presenti e che lavorano nell'ambito del sistema di emergenza, proprio domani partirà un concorso per sei rianimatori. Ricordo che nella sede di Donnas, che è la più distante, da qualche mese a questa parte operano come medici sempre i rianimatori, perché si è visto che è più importante nelle sedi più decentrate la presenza di personale medico particolarmente qualificato. Noi stiamo quindi attentamente valutando e prendendo atto di quello che sta succedendo non a livello regionale, ma a livello nazionale, per quanto riguarda l'organizzazione del servizio di emergenza ed anche della presenza sull'ambulanza non solo del medico, ma anche dell'infermiere che rappresenta una risorsa importante. Siamo disponibili naturalmente ad un confronto e soprattutto a rivedere alcuni punti, che in questi mesi possono rappresentare un momento critico.

Per quanto riguarda - chiudo - l'elisoccorso, esso rappresenta uno dei punti qualificanti del nostro sistema di emergenza. Partirà entro la fine dell'anno l'elisoccorso notturno e in questo modo andremo a coprire dei punti importanti. È chiaro che sull'elisoccorso, essendo l'elicottero chiamato per i casi particolarmente gravi e critici, c'è la presenza del rianimatore, perché spesso è proprio la presenza del rianimatore che salva la vita umana.

Si dà atto che dalle ore 15,57 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Assessore, lei ha fatto una disamina abbastanza ampia della situazione che ormai si protrae, come abbiamo constatato entrambi, da un decennio; ci ha detto a più riprese: "stiamo valutando...", "stiamo prendendo atto...", è un argomento che è alla vostra attenzione e va bene. Sinceramente però non è che abbia sentito molto quelli che sono i vostri intendimenti per un ripristino immediato ed efficace del servizio medico territoriale; probabilmente sì ha instillato qualche intenzione buona nell'ambito di questo suo discorso, ma di fatto non vi è una chiarezza di idee: "vogliamo fare questo, questo e questo per cercare di dare una risposta concreta e immediata al problema".

Mi permetto quindi alcune considerazioni: la prima è che lei dice che non ci sono segnalazioni, cosa che peraltro ho detto anch'io nell'illustrazione... beh, non dobbiamo aspettare che accada il fattaccio infausto o nefasto, ossia il peggio per poter dire: "qui ci vuole la risposta", credo che abbiamo gli strumenti, le risorse, le capacità per dire: "preveniamo, piuttosto che interveniamo successivamente", perché, quando accade il peggio, c'è poi l'emergenza vera e propria e allora abbiamo un sistema di emergenza che è in emergenza totale, con tutte le conseguenze anche politiche che poi ne possono derivare. Direi che possiamo essere un pochino più previdenti ed evitare il peggio. Lei sa - e ce lo insegna vista la sua competenza ed esperienza medica - che il primo soccorso è il momento più cruciale per salvare una vita, o addirittura per evitare che una situazione più o meno grave degeneri; ecco perché, secondo noi, ma penso secondo tutti, è importante la massima assistenza qualificata in quel momento. Fra l'altro, il Responsabile del "118", se ricordo bene, due o tre anni fa disse: "i MET sono incompetenti, sono figure professionali incompetenti", lo disse al TGR in un'intervista che andò in onda su RAI 3 e creò scalpore presso lo stesso comparto professionale. La cosa fu ribadita e sottolineata non solo dal diretto interessato di questa affermazione, ma anche dall'Assessore di turno all'epoca in V Commissione; allora, se ne riconosciamo i limiti in termini di competenza di intervento, per favore troviamo la soluzione. La soluzione è stata tracciata nei rianimatori, che allora vennero individuati come figure che potevano sostituire questi MET che esistono ad intermittenza: per lo più sono medici che arrivano da fuori Valle, anche molto distanti dalla Valle d'Aosta, hanno una loro presenza più o meno garantita secondo quei turni che vengono confezionati dalla sede centrale per un arco di 10-15 giorni e poi spariscono, poi o qualcuno sopperisce, quindi c'è la corsa a giocare a scacchi fra le varie sedi per cercare di tappare i buchi che per lo più emergono, oppure il servizio rimane completamente scoperto. Sappiamo che gli infermieri, ma soprattutto gli autisti soccorritori hanno competenze che, per professionalità, ma anche per legge, possono arrivare fino ad un certo punto, eppure siamo a conoscenza tutti quanti, non solamente io, che più volte sono gli autisti soccorritori ad intervenire, forse per i casi meno gravi, è vero, perché c'è anche quel minimo di coscienza che permette di intervenire a seconda dei codici con personale di un certo tipo, però i casi possono anche aggravarsi improvvisamente, una situazione può essere sottovalutata in un primo istante e poi presentare sintomatologie o conseguenze inaspettate ed impreviste che degenerano durante il tragitto. È vero, la casistica non ci ha portato a segnalazioni estreme, gravi o estremamente gravi, però non aspettiamo il caso, sarebbe veramente da persone imprudenti, da persone che non amministrano, ma attendono che l'evento avvenga e, di conseguenza, si deteriori e poi generi il peggio.

La domanda, come ho fatto in illustrazione, sorge spontanea: perché sull'elisoccorso sì e sulle ambulanze no? Perché da una parte sì? C'è l'indennità di volo? Ci sono trattamenti retributivi forse più vantaggiosi? Da una parte c'è la corsa all'accaparramento del turno, dall'altra parte c'è la fuga: questo lei lo sa, Assessore. A Donnas c'è questo rianimatore, speriamo che sia l'inizio di una serie che bene o male va a colmare le lacune che stiamo denunciando. C'è un fattore retributivo forse anche per i MET, anche in passato è stato sollevato questo problema; altrove tale fattore retributivo ha altri riconoscimenti, da noi sembra che non sia a certi livelli. Adesso non sono qui per esporre le problematiche sindacali della categoria, non è il mio compito, però prendiamo anche ad esempio realtà regionali o provinciali che sono più virtuose delle nostre, non prendiamo ad esempio realtà che sono più o meno come noi o addirittura peggio. Credo che noi, come Valle d'Aosta, vista la nostra specialità, viste le nostre capacità finanziarie e direi anche amministrative e organizzative, possiamo dare di più e dare di più anche a cittadini che pagano le tasse e che io credo pretendono un'assistenza sanitaria equanime sia che intervenga l'elicottero, sia che intervenga l'ambulanza e che ci sia un medico in grado di tutelare al meglio la salute delle persone soccorse.

Lei ci ha detto ancora l'articolo 12 della legge in due punti prevede determinati adempimenti; ebbene, è vero che è stata impugnata in una sua parte e poi corretta in un accordo Roma-Aosta, però è una legge che, a parte quel segmento giuridico sul quale giaceva un punto interrogativo, vige da 18 mesi ormai. È auspicabile che una legge votata 18 mesi fa, o anche prima, e studiata io ricordo in Commissione con un girotondo di concertazioni, di limature affinché tutte le parole stessero al loro posto, affinché fossero soddisfatti i volontari, gli effettivi, i sindacati, le varie figure professionali del comparto sanitario e parasanitario, è stata - poi, se lo ricorderà Caveri, che era allora Presidente - tassellata come un mosaico in maniera proprio certosina. Bene, vista questa ampia condivisione e concertazione, credo che lei, Assessore, sia "la continuità" del suo predecessore, non penso che voglia rinnegare l'operato di Fosson su quello che è stato perlomeno questo aspetto della sanità valdostana, a maggior ragione alla luce di questa ampia adesione politica e non solo politica. Bene, a 18 mesi noi suoniamo l'ennesimo campanello, Assessore Lanièce, per lei stamattina è ripartita una corsa con ampio suffragio della sua maggioranza, questo è un problema della sanità valdostana, è un problema che merita una risposta e noi siamo convinti che lei abbia tutti gli strumenti e le risorse per dare una risposta efficace e immediata al medesimo. Grazie.