Oggetto del Consiglio n. 638 del 24 giugno 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 638/XIII - Illustrazione dell'atto: "Determinazioni in merito alle azioni finalizzate alla attuazione e revisione del piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla l.r. 31/2007, con particolare riferimento al sistema di trattamento finale dei rifiuti".
Président - Je vous propose d'écouter le rapport de l'Assesseur Zublena sur le point 22, comme ça on se laissera pour des réflexions sur les ordures. La discussion continuera demain matin.
La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Zublena Manuela.
Zublena (UV) - Merci, M. le Président. In relazione alla "questione gestione rifiuti", voglio illustrare all'Assemblea il percorso che è stato seguito, il lavoro che è stato svolto a partire dai primi mesi di legislatura, i risultati ottenuti e la scelta che è stata elaborata nell'ambito della maggioranza, che la Giunta ha adottato e oggi propone alla discussione di questa Assemblea.
La situazione decisionale in relazione alle modalità di gestione dei rifiuti ereditata dal nuovo Governo consisteva nell'aver individuato da parte della Giunta, con proprio atto del marzo 2008, la scelta di realizzare un impianto di termovalorizzazione, associato allo smantellamento della discarica di rifiuti ubicata a Brissogne. L'impianto di termovalorizzazione, ipotizzato con forno a griglia, tipologia sicuramente consolidata e diffusa, prevedeva un dimensionamento tale da poter trattare circa 80.000 tonn/anno di rifiuti, di cui più o meno la metà proveniente dalla raccolta dei rifiuti indifferenziati "freschi" nei vari comuni della Regione; per l'altra metà, da rifiuti provenienti dalla coltivazione a cava della discarica controllata di Brissogne. La stessa delibera di Giunta, nell'approvare i vari documenti tecnici relativi all'analisi comparativa e gli approfondimenti complementari richiesti dalla III Commissione consiliare nel 2007, (si tratta dello studio comparativo Genon-Ziviani e degli studi Fanelli, Cossu, Giugliano) dava l'indicazione di effettuare alcune ulteriori indagini conoscitive, rivolte in particolare ad approfondire gli aspetti di caratterizzazione del corpo di discarica e la fattibilità tecnica della bonifica.
Operando quindi nel solco delle indicazioni fornite dagli studi effettuati e dalle determinazioni della Giunta, si è proceduto ad attuare quanto indicato. Innanzitutto si rendeva necessario fornire una caratterizzazione della discarica da un punto di vista geotecnico e geofisico, oltre a descrivere compiutamente da un punto di vista merceologico e del potere calorifico i rifiuti presenti nella discarica, attraverso ulteriori sondaggi per completare le indagini preliminari svolte in tal senso. Queste indagini sono state avviate a partire dal mese di settembre 2008, ultimate nel mese di marzo 2009; hanno visto il coinvolgimento di numerosi professionisti provenienti da autorevoli atenei e università (Politecnico di Torino, Università di Padova). Parallelamente sono state completate le indagini per la caratterizzazione del fondo ambientale che hanno riguardato le matrici ambientali: aria, acqua di falda, suolo e deposizioni totali. Questo importante studio è stato realizzato in parte dalla società Valeco, la quale a sua volta si è affidata a laboratori specializzati per i comparti aria e acqua, in parte da ARPA Valle d'Aosta per le matrici suolo e deposizioni totali.
L'attenzione è stata posta a tutti quegli agenti inquinanti che determinano uno stato di alterazione dell'ambiente considerati dalla normativa, oltre a quelli che possono derivare da un impianto di termovalorizzazione e che sono già presenti nelle attuali condizioni emissive per via delle sorgenti oggi presenti sul territorio, in particolare nella zona della Plaine. Sono state misurate quindi le concentrazioni di inquinanti organici persistenti, come diossina, furani, PCB, eccetera, che sono componenti delle polveri fini (nanopolveri che si vogliano dire). Sulla base di tali indagini è stato possibile stimare l'incidenza dell'inquinamento prodotto dalle emissioni in atmosfera su base modellistica e ricadute sul terreno provenienti da un ipotetico cammino dell'inceneritore, così come previsto da progetto, e quindi valutarne l'entità.
Tenuto conto della complessità della materia e delle molteplici implicazioni, si è ritenuto di avviare fin da subito un modo di lavoro che desse ampio spazio al confronto e al dibattito fra i tecnici incaricati, i funzionari dell'assessorato e i tecnici ARPA, in modo da poter avere una visione il più possibile ampia e approfondita del tema. Tutte le riunioni hanno quindi visto un coinvolgimento diretto di tutti i soggetti competenti, che nelle diverse situazioni hanno potuto fornire e avere indicazioni metodologiche, valutazioni dei risultati, individuare criticità.
Sempre nell'ottica di permettere un ampio dibattito è stato costituito l'Osservatorio regionale dei rifiuti, che vede la partecipazione - come già avuto modo di illustrare a questa Assemblea - di numerosi enti e soggetti portatori di interesse. Ci sono infatti rappresentanti tecnici e politici dell'Amministrazione regionale e degli enti locali, ARPA, associazioni ambientaliste, associazioni dei consumatori e rappresentanti di imprese operanti sul territorio per la raccolta e gestione dei rifiuti. L'osservatorio ha funzioni molto ampie in materie che sono date dalla legge regionale sui rifiuti, la legge n. 31/2007, ma evidentemente fra i primi temi su cui è chiamato ad esprimersi attraverso il confronto e il dibattito per fornire indicazioni c'è proprio la scelta della gestione futura dei rifiuti in Valle d'Aosta.
Sulla base dell'importante insieme informativo, dei dati, delle valutazioni, dei confronti, delle risultanze, è stata analizzata con particolare attenzione la seguente criticità della soluzione, così come prospettata con l'atto della Giunta dello scorso anno: la costruzione di un impianto, ancorché di tecnologia collaudata e nota, nelle dimensioni di progetto creerebbe un impatto su scala locale non trascurabile rispetto alla situazione ambientale di fondo, con riferimento alla dimensione locale. L'impianto, inoltre, per il tipo di concezione progettuale, necessiterebbe di essere alimentato con un continuo e importante flusso di rifiuti. Un altro elemento che è stato preso in considerazione nella definizione delle scelte è rappresentato dall'evoluzione tecnologica che mette a disposizione tecniche innovative, nuove opportunità e sperimentazioni che via via si affermano.
Alla luce di queste considerazioni, nell'ambito della maggioranza, il dibattito ha portato a prospettare la seguente soluzione alternativa: non procedere alla realizzazione di un impianto di termovalorizzazione nelle dimensioni e tecnologie ipotizzate nello studio comparativo, non procedere altresì allo smantellamento (landfill mining) della discarica di rifiuti di Brissogne, per ottenere combustibile necessario all'alimentazione dell'impianto di termovalorizzazione, attuare un trattamento del rifiuto indifferenziato al fine di ottenere un combustibile da rifiuto di alta qualità attraverso la sperimentazione di tecnologie innovative. Il CDR (combustibile da rifiuto) dovrà essere tale da permettere un'ulteriore riduzione degli impatti sull'ambiente e sarà da destinare ad impianti di co-combustione e anche di co-generazione e teleriscaldamento, in parziale sostituzione o co-utilizzo dei combustibili utilizzati. La sperimentazione dovrà essere avviata al più presto, non appena individuata la tecnologia più idonea alle esigenze regionali, sulla base di un'attenta e approfondita valutazione che terrà conto di elementi tecnici, economici, tariffari, tempistiche e modularità, ma soprattutto attenta a ridurre gli impatti sull'ambiente. Il trattamento dei rifiuti così ipotizzato consentirà anche di sottrarre rifiuto da conferire in discarica, con conseguente allungamento di vita della stessa almeno di qualche anno.
Questo scenario prevede in parallelo che da parte dell'Amministrazione vi sia un forte impegno per perseguire livelli importanti di raccolta differenziata attraverso azioni che la Regione deve avviare, in continuità con quanto già si sta svolgendo, e che vede la massima collaborazione con gli enti locali attraverso le autorità di sub-ATO. Per questo sono già in corso degli accordi con il CPEL, che peraltro si è già attivato anche per prime riunioni per avviare le necessarie sinergie. Nell'ambito di tali confronti saranno valutate, in funzione delle varie realtà locali, le migliori soluzioni per potenziare sia in termini quantitativi che di qualità le frazioni da differenziare, considerando fra queste anche la frazione umido, o putrescibile, se volete, del rifiuto.
Prioritaria importanza poi è data all'asse di intervento riguardante l'avvio di un programma di minimizzazione dei rifiuti per prevenirne la produzione. Si tratta, nell'ambito delle competenze regionali, di mettere in atto delle azioni incentivanti che riducano a monte la quantità dei rifiuti. A tal fine abbiamo già riunito l'Osservatorio regionale dei rifiuti il 18 giugno scorso, per formulare prime proposte di interventi e, fra l'altro, in questa occasione abbiamo già illustrato, come assessorato, alcuni indirizzi che riguardano gli imballaggi (grande e piccola distribuzione); adesso non sto ad elencare tutte le azioni che abbiamo già ipotizzato e che andranno viste nell'ambito dell'osservatorio per arrivare in tempi brevi con una proposta di Giunta... Poi i punti acqua, per esempio, per sostituire la distribuzione delle bottigliette di plastica, così come il compostaggio domestico, il cosiddetto "green public procurement"; tutte azioni volte a garantire la sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione introducendo dei criteri ambientali nel processo di razionalizzazione dell'acquisizione di beni e servizi e lavori nell'Amministrazione; iniziative nel settore dell'accoglienza turistica con albergatori, gestori di rifugi, per esempio, per promuovere la distribuzione di prodotti privi di imballaggio, la riduzione dell'uso di stoviglie di plastica a favore di stoviglie biodegradabili oppure riutilizzabili: pensavamo a sagre, feste e cose del genere, e altre. Su questo c'è una grande attenzione, c'è già un lavoro che è in atto da parecchi mesi per arrivare a definire un piano che sia anche abbastanza significativo per poter incidere su una riduzione importante a monte del rifiuto. Tra l'altro, come ho già detto, su questo tema è prevista la prossima riunione dell'osservatorio; in questa sede ci aspettiamo che arrivino ulteriori contributi da tutti i soggetti presenti, in modo da definire un primo piano di interventi molto concreto e operativo.
Per quanto attiene al futuro della discarica, sarà necessario procedere ad interventi mirati a prevenire qualsiasi rischio di contaminazione ambientale, quali ad esempio il rilascio di percolato in falda, biogas in atmosfera, e quindi si dovrà comunque procedere ad una messa in sicurezza e ad un ripristino ambientale. In merito all'utilizzo della discarica come impianto di riferimento nella gestione dei rifiuti è necessario tener presente che nessun sistema di trattamento, ancorché innovativo, efficace e quant'altro, prevede l'esclusione totale della discarica: questo perché - anche in accordo con la gerarchia delle azioni di gestione dei rifiuti definito dall'Unione Europea - va prevista una discarica per conferire la parte residuale di qualunque trattamento. In questa ottica è chiaro che dalla discarica non si può prescindere, però è finalizzata a scopi diversi da quelli attuali.
La Regione, sia per la fase transitoria finalizzata a gestire il passaggio fra la situazione attuale e quella futura, che emergerà dopo la fase di sperimentazione, ha poi avviato le procedure per la realizzazione del quarto lotto di discarica, da annettere al Centro regionale di trattamento dei rifiuti di Brissogne, la cui durata, tenuto conto delle diverse iniziative da avviare e che ho ricordato, dovrà consentire di gestire con un'adeguata tranquillità questo periodo di transizione.
In conclusione, voglio sottolineare come la scelta che viene proposta al dibattito del Consiglio dalle forze di maggioranza rappresenti un indirizzo nell'individuazione di una soluzione alternativa delle modalità di gestione dei rifiuti, e che questo indirizzo andrà poi declinato nelle fasi operative e di dettaglio attraverso delle valutazioni successive, di natura essenzialmente tecnica e di sostenibilità. La proposta del nuovo percorso riteniamo che interpreti pienamente le raccomandazioni e gli indirizzi dell'Unione Europea e, soprattutto, permetta una reale attuazione e il rispetto della gerarchia delle azioni di gestione dei rifiuti, proprio come indicato dalla direttiva europea. Grazie.
Président - Nous avons achevé nos travaux.
La séance est levée.
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La séance se termine à 19 heures 56.