Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 561 del 20 maggio 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 561/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla possibilità di accesso dei residenti in Valle d'Aosta alla Casa da gioco di Saint-Vincent".

Interpellanza

Considerato che i Valdostani non possono accedere alla Casa da Gioco di Saint-Vincent;

Evidenziato il sempre maggior numero di nostri concittadini che espatriano per potersi dedicare a qualche ora di svago presso altre Case da gioco situate a pochi chilometri dalla nostra regione;

Evidenziato, altresì, che tale processo crea perdite significative di introiti per le casse regionali e umilia la libera scelta dei cittadini;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione al fine di conoscere gli intendimenti circa la possibilità di un'apertura all'accesso dei residenti in Valle d'Aosta alla Casa da Gioco di Saint-Vincent.

F.to: Lattanzi - Tibaldi - Benin - Zucchi

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. L'8 maggio scorso è stato un giorno della coincidenza, ma veramente fortuita: come gruppo consiliare stavamo predisponendo le nostre interpellanze, le nostre iniziative e avevamo sentito il bisogno di chiedere alla Giunta regionale quali fossero gli intendimenti circa una possibile apertura della Casa da gioco di Saint-Vincent al libero accesso ai valdostani. Contestualmente la Giunta (ma noi in quel momento non lo sapevamo) stava deliberando una proposta di modifica di regolamento del disciplinare della casa da gioco, che, oltre a rivedere le ripartizioni fra la Regione e la casa da gioco in termini di introiti, andava anche ad innovare l'apertura ai valdostani (sì, ma in maniera parziale a nostro avviso) delle sole slot machine e di una sola sala destinata ai valdostani stessi. Su questa decisione si sono aperti nei giorni successivi una serie di dibattiti anche pubblici sui media, fra i Consiglieri. Con questa interpellanza volevamo chiedere alla Giunta regionale quali erano gli intendimenti circa una più ampia apertura della casa da gioco al libero accesso ai valdostani, quindi comprensiva anche dei tavoli verdi, partendo da un presupposto che sosteniamo con questa interpellanza, ossia quello di rendere liberi i valdostani di poter scegliere dove poter passare le loro ore di svago, se in Valle d'Aosta, piuttosto che a Chamonix, visto che di questo stiamo parlando, ossia della possibilità per chi ritiene essere il gioco di azzardo un passatempo. Certo non stiamo immaginando quelli che con il gioco si rovinano, perché quella è un'altra patologia, come potrebbe essere la patologia dell'eccesso di fumo, piuttosto che dell'eccesso di alcol, come tutte le patologie degli eccessi; noi immaginiamo una casa da gioco che possa accogliere anche i valdostani, che invece vanno a svagarsi - ripeto: "a svagarsi", non a rovinarsi - nei casinò a noi vicini. Con questo creando due distonie: una prima è di tipo economico e qui apro subito una riflessione: noi non riteniamo che l'apertura della casa da gioco al libero accesso dei valdostani possa in qualche modo sanare le casse del casinò, che evidentemente hanno bisogno di ben altri piani di rilancio, di ben altri piani di sviluppo, perché immaginiamo che non saranno i milioni di euro quelli che potranno essere giocati dai valdostani in quella casa da gioco e, visto che di milioni di euro invece la casa da gioco ha bisogno, evidentemente altre sono le strategie che devono portare clienti e incassi alla casa da gioco. Ritenevamo invece utile sottoscrivere e ribadire un concetto di libertà personale e individuale, ossia quello della possibilità di svagarsi a Saint-Vincent senza dover andare a portare i propri soldi in altri luoghi. Volevamo, alla luce di quel provvedimento che la Giunta ha preso l'8 maggio, capire meglio quali sono le intenzioni non solo del disciplinare, che in questo caso è preciso, perché parla di una limitata apertura e se invece non è da parte della Giunta possibile immaginare una riflessione su un'apertura in toto della casa da gioco ai valdostani.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Lattanzi per aver voluto illustrare il senso di questa interpellanza, che si pone in un momento particolare, come è stato ricordato. È all'attenzione delle Commissioni competenti questa modifica del disciplinare, che è stata proposta dalla Giunta regionale, laddove fra i provvedimenti c'è anche quello di un'apertura, come è stato ricordato, parziale, nel senso che è limitata ai giochi elettronici, ossia le slot machine, con una regolamentazione e un accesso che limita, l'accesso libero a tutto il casinò. Questa scelta che sicuramente apre un dibattito è legata in questo settore in modo particolare a fatti che tutti noi conosciamo. Noi abbiamo aperto il gioco elettronico e ai tornei cosiddetti di "poker Texas Hold'em" periodicamente organizzati dall'azienda, precludendo l'accesso ai servizi di cambio assegni e la possibilità di utilizzo di pagamento elettronico. Questo per un discorso che anche altre case da gioco avevano fatto sotto questo profilo e noi lo avevamo inserito, però credo che oggettivamente la riflessione che è stata posta abbia un suo significato e un suo senso. Oggi noi abbiamo soprattutto i giocatori che amano anche cambiare sala e cambiare punto di divertimento e quindi può darsi che vi sia una mobilità normale di voglia di vedere delle novità, però sappiamo che chi ha la passione del gioco ed è residente in Valle non viene in Valle notoriamente va nei casinò vicini, francesi, svizzeri o di altre situazioni, quindi il ragionamento: non è con il non accesso alla casa da gioco che limito la possibilità di giocare, perché il giocatore fa qualche chilometro in più.

Il problema è sempre stato un po' di natura psicologica e organizzativa del gioco all'interno delle sale, perché, mentre per il gioco alle macchinette non c'è il rapporto con il personale di sala che potrebbe essere in qualche modo influenzato e influenzabile da un punto di vista di quello che è l'immaginario, nel sapere che c'è un congiunto, un parente, un amico che gioca a quel tavolo dove io giro la pallina, tanto per intenderci, questa è sempre stata una delle remore che sono state evidenziate per dire: "facciamo attenzione a tale tipo di logica". Solo per onestà, per dire uno degli elementi che sicuramente ha una sua validità e una sua logica, tant'è che nella gran parte delle sale ormai si sono introdotte le videocamere proprio per evitare che vi fossero sospetti, che vi fossero des arrière-pensées, nel senso che, a seconda di chi è a gestire il gioco, c'è un certo tipo di tempistica o di logica per favorire, o per avere combutta con alcuni giocatori, cose fra l'altro già successe non qui, ma da altre parti; questo lo dico per giustificare una delle ragioni per cui ad oggi non si è fatta l'apertura totale del casinò ai residenti in Valle d'Aosta. Non penso in effetti, e lo ribadisco, che se vi fosse l'apertura, al di là di questi problemi tecnici, ci sarebbe un aumento delle persone che vanno a giocare, molto probabilmente chi gioca continuerà a giocare e chi non gioca non credo sia indotto a giocare solo perché è aperto il casinò, che fra l'altro non è solo per il gioco, ma anche per l'intrattenimento, perché ci sono anche manifestazioni e gli stessi locali interni sono a disposizione anche dei residenti. Per il momento come Giunta ci siamo limitati a questa prima parte, francamente devo dire che quelle notazioni che sono venute folkloristiche, perché a livello nazionale giocano dappertutto in tutti i bar. Fra l'altro, su questo ritorneremo quando discuteremo del disciplinare, perché qui il problema di fondo è capire se effettivamente viene rispettata la logica con cui c'è stato un allargamento della possibilità di avere le slot machine nei bar, laddove ci dovrebbe essere una verifica attenta di quante macchinette dovrebbero esserci in ogni bar e con che logica dovrebbe essere libero l'accesso ai minorenni e il controllo di chi gioca, tutti questi problemi credo che li affronteremo nel disciplinare. Credo che la volontà dei colleghi sia stata quella di capire le ragioni per cui abbiamo fatto una scelta a metà, una scelta che sicuramente confermiamo non è quella di fare cassa con le slot machine, è stata quella di dare la disponibilità in questo momento, tenuto conto che, come ci hanno detto molti colleghi, giocano dall'altra parte della strada, non vedo perché non possono giocare all'interno della casa da gioco, fra l'altro con delle regole molto più precise e con delle macchinette che per chi gioca danno anche un vantaggio sotto il profilo della garanzia e la ridistribuzione della percentuale di vincita che è riferita al giocatore. Questo è ad oggi quanto, poi credo che, come il collega sa, ci torneremo quanto prima nella discussione del disciplinare, per il momento mi fermerei qui sulle intenzioni della Giunta.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. Prendo atto con soddisfazione che il Presidente della Regione, come al solito, da quando lui occupa questo spazio, approccia il problema con molto pragmatismo, senza ideologie, né preconcetti. Prendo atto della volontà di aprire una riflessione seria, la ritengo anche opportuna ed era il motivo della nostra interpellanza. Siamo altresì a rilevare che sostanzialmente le due problematiche su cui va aperta la riflessione è: una, di rapporti di sicurezza, perché aprire all'elettronico non implica delle relazioni con il personale, mentre l'aprire ai tavoli potrebbe implicare dei rapporti di "collusione" con il personale della casa da gioco. Su questo però mi permetto di dire che è una questione di sicurezza, quindi che va affrontata con gli strumenti che la sicurezza può mettere a disposizione, perché immagino che, se vi fosse un croupier in malafede che voglia far vincere qualche suo parente, intanto verrebbe rilevato dalle telecamere, piuttosto che dal personale della Regione che noi paghiamo affinché stia attento a questo, voglio dire, credo che vi siano gli strumenti per evitare che ciò accada. I ladri poi ci sono in tutte le professioni, troveremo dei disonesti che fanno i macellai, i falegnami, piuttosto che i baristi che danno l'alcol ai bambini o le sigarette ai bambini e troveremo anche magari il croupier che tenta di far vincere la zia o la cugina, ma questo è un problema che è su un altro piano, che è anche fra virgolette quello meno preoccupante, perché credo che la professionalità indiscussa dei croupier che ci sono al Casinò di Saint-Vincent potrebbe far venire meno questa nostra preoccupazione. Il processo da affrontare con maggiore attenzione invece è proprio quello della concorrenza ai bar che sappiamo i piccoli commerci in questo momento stanno soffrendo tantissimo. Sappiamo che ormai per le attività commerciali non si sopravvive con la vendita del caffè, ma forse si fa più l'incasso con le giocate del lotto, dell'enalotto, piuttosto che delle slot machine nei locali pubblici, piuttosto che con l'attività di base, quindi questa sì è una riflessione che va fatta con attenzione. Anche qui ci permettiamo di suggerire una riflessione fatta con dei dati e non con delle sensazioni, perché possiamo percepire anche il disagio di chi, avendo un commercio nelle zone limitrofe del casinò, sia preoccupato dal fatto che i propri avventori del proprio locale possano andare a giocare a quelle slot. Chiaramente sono servizi diversi, sono rapporti diversi, sono relazioni diverse, però credo che se si fa una riflessione serena con dei dati, non con delle preoccupazioni emotive forse possiamo fare un buon servizio sia ai gestori dei locali pubblici, sia alla libertà dei cittadini che deve essere salvaguardata, perché questo è il principio da cui dobbiamo partire, ossia libero arbitrio del singolo individuo. Riteniamo sia una doverosa battaglia di libertà individuale lasciare il libero arbitrio agli individui di scegliere come meglio passare il loro tempo e dove meglio passarlo. Auspicheremmo che i soldi dei valdostani possano rimanere in Valle d'Aosta senza crear danni a nessuno; è una questione complessa, ce ne rendiamo conto, prendiamo atto con piacere della disponibilità del Presidente a ragionare con calma su questo progetto.