Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 543 del 6 maggio 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 543/XIII - Reiezione della proposta di legge: "Contenimento dei costi della politica. Ulteriori modificazioni alle leggi regionali 21 agosto 1995, n. 33, 8 settembre 1999, n. 28, e 17 marzo 1986, n. 6".

Articolo 1

(Modificazioni all'articolo 1 della legge regionale 21 agosto 1995, n. 33)

1. La lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 21 agosto 1995, n. 33 (Norme sulle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta e sulla previdenza dei consiglieri regionali), è abrogata.

2. Dopo il comma 1 dell'articolo 1 della l.r. 33/1995 è aggiunto il seguente:

"1bis. Entro 30 giorni dall'inizio della legislatura, il Consiglio regionale determina, per l'intera durata della stessa, l'ammontare del trattamento indennitario di cui al comma 1, lettere a) e b).".

Articolo 2

(Modificazioni all'articolo 2 della l.r. 33/1995)

1. Al comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 33/1995, le parole "è stabilita nella misura del settanta" sono sostituite dalle parole "non può superare la misura del sessanta".

2. Il comma 2 dell'articolo 2 della l.r. 33/1995 è abrogato.

Articolo 3

(Modificazioni all'articolo 5 della l.r. 33/1995)

1. Il comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:

"1. Ai consiglieri regionali che svolgono particolari funzioni compete, in aggiunta alla indennità di carica di cui all'art. 2, un'indennità di funzione commisurata alle seguenti percentuali della medesima indennità:

a) al Presidente della Regione: indennità di funzione pari al 50 per cento;

b) al Presidente del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 40 per cento;

c) ai componenti della Giunta regionale: indennità di funzione pari al 35 per cento;

d) ai vicepresidenti del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 15 per cento;

e) ai Presidenti delle Commissioni consiliari istituite a norma dello Statuto e del regolamento interno del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 10 per cento;

f) ai segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: indennità di funzione pari al 5 per cento.".

2. Il comma 2 dell'articolo 5 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:

"2. Per l'espletamento delle funzioni prefettizie, al Presidente della Regione è attribuita un'ulteriore indennità pari al cinque per cento dell'indennità prevista all'articolo 2.".

3. Al comma 6 dell'articolo 5 della l.r. 33/1995 le parole "lett. b)" sono sostituite con le parole "lett. c)".

Articolo 4

(Modificazione all'articolo 6 della l.r. 33/1995)

1. Il comma 1 dell'articolo 6 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:

"1. L'ammontare della diaria mensile spettante ai consiglieri, senza distinzione di carica, per spese inerenti all'espletamento del mandato, non può superare, sulla base di quindici giorni di presenza per ogni mese, la misura del 25 per cento dell'indennità di carica.".

Articolo 5

(Sostituzione della rubrica del Capo III della l.r. 33/1995)

1. La rubrica del Capo III della l.r. 33/1995 è sostituita dalla seguente: "Rimborsi spese".

Articolo 6

(Sostituzione dell'articolo 8 della l.r. 33/1995)

1. L'articolo 8 della l.r. 33/1995 è sostituito dal seguente:

"Articolo 8

(Rimborsi spese per missione)

1. Ai membri dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio e della Giunta regionale ed ai consiglieri regionali che, rispettivamente, per l'espletamento del proprio mandato o per incarico dei Presidenti del Consiglio o della Regione si rechino fuori sede, sono rimborsate le spese di viaggio; per i viaggi compiuti con propri automezzi al di fuori del territorio regionale è corrisposto un rimborso chilometrico pari a quello corrisposto ai dipendenti regionali.

2. Le liquidazioni dei rimborsi di cui al comma 1 sono effettuate dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio o dalla Giunta regionale secondo la rispettiva competenza.".

Articolo 7

(Modificazione all'articolo 6 della legge regionale 8 settembre 1999, n. 28)

1. Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 8 settembre 1999, n. 28 (Interventi per il contenimento della spesa in materia di previdenza dei consiglieri regionali. Costituzione dell'Istituto dell'assegno vitalizio. Modificazioni alla legge regionale 21 agosto 1995, n. 33 (Norme sulle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta e sulla previdenza dei consiglieri regionali)), le parole "stabiliti dall'Ufficio di Presidenza in misura non superiore al doppio della trattenuta obbligatoria a carico del consigliere regionale" sono sostituite dalle parole "quantificati dall'Ufficio di Presidenza in misura non superiore alla trattenuta obbligatoria a carico del consigliere regionale".

Articolo 8

(Modificazioni all'articolo 7 della l.r. 28/1999)

1. Il comma 1 dell'articolo 7 della l.r. 28/1999 è sostituito dal seguente:

"1. Nel regime della capitalizzazione, l'ammontare dell'assegno vitalizio è costituito dalla rendita, mensile e posticipata, determinata applicando al capitale accantonato, come definito all'articolo 6, comma 1, coefficienti di conversione variabili in funzione dell'età, del sesso e della reversibilità. Nel regolamento di applicazione di cui all'articolo 1, comma 2, sono indicati i parametri necessari ai fini del calcolo dei predetti coefficienti di conversione.".

2. Il comma 3 dell'articolo 7 della l.r. 28/1999 è abrogato.

Articolo 9

(Modificazione all'articolo 4 della legge regionale 17 marzo 1986, n. 6)

1. Il comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale 17 marzo 1986, n. 6 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), è sostituito dal seguente:

"1. I contributi finanziari per gli oneri di funzionamento dei Gruppi consiliari e per le spese di aggiornamento, studio e documentazione, compresa l'acquisizione di consulenze, nonché per l'organizzazione di convegni e conferenze per diffondere le conoscenze sull'attività dei Gruppi stessi e promuovere la partecipazione sulle questioni di competenza del Consiglio regionale, sono erogati a favore dei rispettivi capigruppo nelle seguenti misure fisse mensili:

a) euro 1000 per componente, fino al secondo;

b) euro 500 per componente, dal terzo al decimo;

c) euro 300 per componente, a partire dall'undicesimo.".

Articolo 10

(Indennità commisurate a quelle dei consiglieri regionali)

1. Entro il termine di 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale ridefinisce i parametri per la determinazione delle indennità dei soggetti i cui compensi sono commisurati a quelli dei consiglieri regionali.

Articolo 11

(Disposizioni transitorie)

1. In sede di prima applicazione, il Consiglio regionale determina l'ammontare del trattamento indennitario di cui all'articolo 1, comma 1, lettere a) e b), della l.r. 33/1995 entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge e con decorrenza dal primo giorno del mese successivo.

2. Fino all'adempimento da parte del Consiglio regionale di quanto previsto all'articolo 10, il trattamento economico dei soggetti i cui compensi sono commisurati a quelli dei consiglieri regionali è pari al compenso percepito dagli stessi soggetti nel mese antecedente a quello di entrata in vigore della presente legge.

Articolo 12

(Entrata in vigore)

1. La presente legge sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2009.

Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Bertin.

Bertin (VdAV-R) - Augurandomi di non rovinare il clima appena instauratosi...

Durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della primavera scorsa, come tutte le forze politiche, il nostro schieramento aveva presentato un programma che prevedeva una riduzione significativa dei costi della politica. In questo senso i candidati della lista Vallée d'Aoste Vive-Renouveau si erano pubblicamente impegnati a presentare una iniziativa per la riduzione dei costi della politica del Consiglio regionale. Alla ripresa autunnale dei lavori del Consiglio pertanto abbiamo depositato, fra le prime iniziative legislative, una proposta di legge per il contenimento dei costi della politica. Non crediamo che questo sia un tema da poter ridurre ad una questione di maggioranza o di opposizione, riguarda tutti indistintamente, attiene al rapporto fra cittadini, politica e istituzioni e proprio per questo, e nella speranza di un confronto aperto, abbiamo per ben due volte rinviato la discussione in sede di Commissione competente, nell'attesa di proposte provenienti da altre forze politiche. Fiduciosi abbiamo aspettato per ben 4 mesi, da settembre 2008 a inizio anno 2009, altre proposte per poterci confrontare e trovare con il contributo di tutti la soluzione migliore.

Lo stesso Presidente della Regione aveva ribadito, nel dicembre scorso, dalle pagine del Messager valdôtain (cito): "Comme nous l'avions annoncé dans le programme commun pour la XIIIe législature l'objectif prioritaire du Gouvernement régional que je représente est la réduction des coûts de la politique. En ce sens nous travaillons, de concert avec le Conseil de la Vallée, à un projet de loi axé sur la révision des émoluments des élus régionaux". Purtroppo, però, al di là delle promesse e delle dichiarazioni, nessuna proposta è giunta in Commissione e la nostra, a tutt'oggi, è la sola iniziativa su questo argomento. Fra l'altro, come ricorderete, questa proposta di legge è già approdata alla discussione del Consiglio alcuni mesi fa e in quell'occasione, con il solo voto contrario del nostro gruppo l'aula ha deciso di rinviare in Commissione la proposta; un rinvio che è stato stimato allora necessario per poter (cito): "ulteriormente approfondire e permettere a tutti di dare il loro contributo su un argomento di questo spessore".

Abbiamo così aspettato per altri quattro mesi l'arrivo di contributi provenienti da altre forze politiche, ma nessun'altra proposta sul tema della riduzione dei costi della politica è stata formulata e la nostra è rimasta la sola iniziativa depositata. Una proposta, la nostra, che comporterebbe un risparmio di poco inferiore al 30 percento di quanto viene attualmente speso. Niente di particolarmente drammatico o populista, ma un segnale di cambiamento significativo e non solo simbolico. Insomma, credevamo di aver fatto una proposta seria che potesse diventare un elemento di confronto e la base di partenza per una discussione... purtroppo così non è stato! A questo punto diventa difficile non sospettare una mancanza di volontà politica, in particolar modo dalle forze della maggioranza, nel voler affrontare questo argomento che, a parole, tutti ritengono prioritario. Per quanto ci riguarda, questa rimane una priorità. La democrazia è una forma di governo costosa e negli ultimi anni c'è stata da parte dei cittadini un'attenzione particolare su questo tema per una crescente richiesta di trasparenza e moderazione, che deve essere presa in considerazione. I cosiddetti "costi della politica" sono un bisogno ineluttabile per il buon funzionamento di un sistema democratico, ma proprio per questa ragione è giusto che tale realtà sia nota, condivisa e sostenuta da tutta la collettività.

Questa proposta di legge ha, innanzitutto, l'obiettivo di ridurre e rendere trasparente, attraverso l'assunzione di una responsabilità diretta del Consiglio regionale e sganciandola dal parametro dell'indennità dei Parlamentari statali, la determinazione dell'ammontare lordo dell'indennità di carica, di funzione e della diaria di Consiglieri regionali, secondo un principio di responsabilità e di trasparenza. In effetti si dispone che il Consiglio regionale determini per l'intera durata della legislatura l'ammontare del trattamento indennitario spettante ai Consiglieri regionali, a differenza di quanto avviene attualmente con una percentuale fissa del 70 percento di quello percepito dai componenti della Camera dei Deputati. Si afferma così un principio di autonomia, di responsabilità e di trasparenza del Consiglio Valle in questa materia. Inoltre si provvede ad abbassare le percentuali del calcolo delle indennità di funzione e l'ammontare della diaria mensile non potrà superare la misura del 25 percento dell'indennità di carica. Si modifica inoltre l'istituto per l'assegno vitalizio: in conseguenza di questa modifica i contributi a carico del Consiglio regionale non sono più stabiliti dall'Ufficio di Presidenza in misura non superiore al doppio della trattenuta obbligatoria a carico del Consigliere, ma in misura non superiore alla trattenuta stessa, cosa che non avviene per la totalità dei lavoratori dipendenti.

Siamo coscienti che il costo rappresentato dal Consigliere regionale è solo una - e forse neanche la più significativa - delle molte voci dei costi della politica, del finanziamento indiretto o diretto ai partiti, alle consulenze, agli incarichi di sottogoverno, eccetera, ma crediamo che da qui sia giusto iniziare.

Président - J'ouvre la discussion générale.

La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Sarò brevissimo, così non sembrerà uno spot elettorale, non farò perdere tempo a chi deve andare a casa presto stasera.

I costi della politica: dopo frequenti apparizioni sui giornali locali, grandi passerelle per cercare visibilità, e quindi non ottemperare all'impegno che ci eravamo presi tutti, in quest'aula, sintetizzerei in modo lapidario quello che sta accadendo attorno alla questione dei costi della politica. Vedo, per aver partecipato ai lavori della I Commissione, una certa latitanza di una parte della maggioranza e un radicalismo eccessivo da parte di alcuni esponenti della minoranza; risultato: lo status quo, cioè non cambia nulla. Comincio con alcune considerazioni che riguardano la maggioranza: non c'è progetto di legge ultimamente che noi, del PD, portiamo in Commissione che non sia immediatamente stoppato da un analogo provvedimento della maggioranza; nulla di male, anzi, un fatto positivo perché le competenze di cui dispone la maggioranza qualificano ancora meglio i nostri piccoli interventi di legge; in questo caso ciò non è avvenuto, non abbiamo notato un analogo zelo. Va dato atto al Presidente del Consiglio di aver fornito indicazioni, materiali, atti che sicuramente hanno consentito di approfondire il tema e fornire una base di partenza concreta su cui condividere alcuni percorsi.

Per quanto riguarda le considerazioni qui riportate dal collega Bertin, non mi è sfuggito il giochino di parole che fa riferimento ad un presunto programma costruito da uno schieramento di cui facevamo parte noi. Gli ricordo che, visto che ho fatto parte di quella Commissione che ha scritto il programma e visto che le bozze iniziali di quel programma vengono dal mio computer e gli posso fornire la traccia dei punti che hanno costituito il programma, so bene di cosa stavamo parlando. Anche qui, quindi, quando si vuole fare un percorso insieme, non ci si butta avanti da soli per avere le prime pagine dei giornali, si cerca di lavorare collegialmente, di fare il percorso insieme e non si cerca di fare i primi della classe ad ogni occasione, strumentalizzando anche determinate affermazioni perché abbiamo avuto modo di dire in quest'aula, di ripeterlo più volte in Commissione che non abbiamo alcun problema a votare un provvedimento che riduca eventualmente lo stipendio del Consigliere, ma che alcuni concetti come quelli del finanziamento al gruppo che interpretiamo come finanziamenti alla democrazia, alla possibilità che i cittadini, come quelli del Partito Democratico che non godono di risorse private particolari per fare politica, dispongano di queste risorse, perché queste fanno sì che noi possiamo fare politica.

Mi fa piacere che in quest'aula ci siano degli affermati professionisti o imprenditori... tanto di cappello! Loro possono fare politica anche senza questi finanziamenti e vanno rispettati; ci sono altri che non lo possono fare. Noi siamo orgogliosi, come forza politica, di derivare da una forza politica che ha portato in questo Consiglio degli operai della Cogne, quindi non è che vogliamo cancellare questo tipo di esperienza, sarebbe un onore riavere qui, fra noi, un operaio della Cogne. Anche qui, quindi, vanno disgiunti i finanziamenti alla vita democratica, perché non ci si riduca al fatto che il sig. Berlusconi sia l'unico che possa mettere in campo le energie necessarie per fare politica; sappiamo che ci avviamo ad una campagna elettorale che noi affrontiamo con coraggio e siamo sicuri che faremo la nostra parte fino in fondo, ma è sicuro che le forze economiche in campo sono profondamente diverse. Non avessimo questo minimo di finanziamento, non potremmo neppure partecipare alla competizione elettorale. Dire che oggi la vita politica non costa nulla, dire ai cittadini che tenere in piedi un partito è una cosa che si fa con quattro volontari è dire un falso. In Valle d'Aosta neanche le associazioni di volontariato vivono senza un finanziamento regionale!

Mi permetto poi di far notare che proprio qui, insieme, il gruppo di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau e noi, in sede di bilancio ci siamo battuti perché il finanziamento previsto per l'editoria pubblica della stampa fosse esteso ad altre forze politiche e potessimo dare accesso al finanziamento pubblico anche ad altri partiti con piccola rappresentanza: questo in una logica che ci sono dei costi che intendiamo come investimenti per la democrazia, ai quali vogliamo che altri soggetti politici accedano perché sono indispensabili.

Abbiamo detto in quest'aula: "difendiamo la possibilità di alcuni soggetti di pubblicare un giornale"; da altre parti qualcuno ha detto che quello è un costo della politica che va tagliato via. È chiaro che ci sono visioni diverse su cosa tagliare: chi vuole tagliare sullo stipendio del Consigliere e chi vuole tagliare sul finanziamento ad un giornale; pertanto, anche qui, un'imperfezione - mi scusi il collega Bertin - che cita solo il voto contrario sul rinvio della legge l'altra volta: il Partito Democratico si è astenuto mettendosi a disposizione per lavorare su un testo ampiamente condiviso rispetto alla riduzione dei costi della politica.

Quali erano le nostre idee? Non ci sono proposte? Noi abbiamo pubblicato un'intera pagina sul giornale Le Travail con le proposte del PD rispetto a cosa andremo a tagliare. Probabilmente non sono condivise da nessuno, visto che nessuno le ha portate qui, ma dire che non abbiamo delle proposte quando le pubblichiamo a piena pagina su Le Travail, quando il collega Rigo interviene per il Partito Democratico in sede di bilancio e fa un elenco dettagliato di tutti i punti su cui vogliamo intervenire per ridurre i costi della politica, mi sembra ingeneroso dire che nessuno ha avanzato delle proposte! Il fatto che dispiace è che poco fa siamo riusciti ad approvare una legge tutti assieme dando un esempio positivo, bisogna che ci tiriamo su le maniche e anche su questo tema riusciamo a fare una legge tutta a pallini verdi, ma bisogna che ognuno di noi faccia un passo avanti e un passo indietro, cioè ognuno di noi deve portare delle proposte, ma deve anche rinunciare a qualcosa di quelle proposte, perché se ritiene di avere la verità in tasca e di proporre unilateralmente un testo, difficilmente questo testo avrà tutti i pallini verdi.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Per alcune brevi considerazioni su un tema indubbiamente importante, sul quale ci siamo già piegati qualche mese fa, sul quale anche la I Commissione ha fatto degli esami di cui parlerà poi il Presidente che la presiede. Leggendo la frase della relazione fatta dal collega Bertin: la democrazia è sempre una forma di governo costosa, sembra quasi che si rimpiangano altre forme di governo... È normale che la democrazia costi e abbia un prezzo che paga la collettività, ed è assolutamente vero che questo prezzo deve essere il più contenuto possibile, un prezzo proporzionale ai risultati che la comunità amministrata dagli eletti deve ottenere per un buon livello di sviluppo e civile convivenza.

Fatta questa premessa, credo che non bisogna sentirsi in stato di vergogna o di disagio se si ricopre un incarico elettivo o amministrativo, se il popolo ci ha designati pro quota a livelli di impegno e di responsabilità e a compiti che ci troviamo quotidianamente impegnati ad assolvere. Bisogna uscire da questo vicolo stretto e cieco della vergogna e del disagio, anche perché la democrazia valdostana ha un costo come tutte le altre Regioni, ma è un costo che - come ben sapete voi che avete istruito questa proposta di legge - è molto inferiore a quello di altre realtà regionali, siano esse di un colore politico o di un altro. Anzi, si può dire che la nostra Regione - in forza anche di statistiche pubblicate qualche tempo fa su giornali di levatura nazionale - risulta essere la più parsimoniosa. Possiamo ricordarlo anche noi dell'Ufficio di Presidenza, che abbiamo partecipato ad alcune riunioni nella Conferenza dei Presidenti, che quando si è affrontato questa tematica è sempre difficile da parte di molti affrontarlo con una certa disinvoltura o anche libertà e trasparenza, perché resta la concezione di voler difendere dei privilegi di casta. Da qualche parte forse è una casta che si è consolidata con una ricchezza di privilegi che è spropositata, ma non mi sembra che i Consiglieri regionali, gli Assessori o i Presidenti beneficino in Valle d'Aosta di tutte quelle elargizioni e di quei benefits che hanno altre Regioni; chi, come tutti noi, ha visitato altre realtà istituzionali come la nostra se n'è reso conto. Allora va bene ridurre e rendere trasparente, riduciamo non solo con delle proposte, anche se è auspicabile che più proposte convergano in questa direzione, ma non limitiamoci solo al costo degli eletti, perché gli eletti non sono 35 persone da mettere alla berlina come se fossero dei ladri o indegni di ricoprire questi incarichi! I costi della politica sono un insieme più vasto, i costi degli eletti ne sono un sottoinsieme che non ha neanche una dimensione così pesante rispetto all'insieme di cui vogliamo parlare.

Ben sanno anche i colleghi di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau che se andiamo a scandagliare i vari costi della politica cominciamo ad entrare in un ginepraio che è denso di ostacoli e di percorsi tortuosi, dove è facile pungersi. Basta che guardiamo alle società controllate o partecipate, ai manager come vengono nominati; noi, vivaddio, siamo eletti e perlomeno i cittadini ci hanno indicati, i manager sono semplicemente nominati su incarico fiduciario o di simpatia, se preferite. Allora se compariamo certi emolumenti con i nostri emolumenti o con quelli che vengono aggiunti a chi ha incarichi di maggiore responsabilità, penso che non abbiamo l'onta di doverci presentare alla nostra comunità; poi, se si vogliono fare delle proposte riduttive, facciamole, sono ben accette.

Una proposta riduttiva è stata fatta nel 2006 e, guarda caso, l'unica proposta riduttiva è arrivata dal "Governo Berlusconi" che qui è stata applicata - allora c'era Caveri Presidente - e dove il Consiglio unanimemente non si formalizzò sulla questione e si tagliò del 10 percento l'indennità di carica. Altri Consigli regionali non hanno seguito questo esempio: ricordo il Consiglio regionale della Toscana che si rifiutava aprioristicamente di applicare questa decurtazione agli emolumenti consiliari solo perché la proposta era di colore Centro-Destra... però, punti di vista... Noi lo abbiamo fatto, bravi, meno bravi, non lo so, ma abbiamo seguito una linea di indirizzo di risparmio e di rigore nel momento in cui imperversava quel famoso libro di Stella e Rizzo, dove "la casta" veniva dipinta in alcuni casi a ragione con tutte le sue nefandezze che in diverse parti d'Italia vengono ancora perpetrate.

Vorrei anche ricordare che a quel taglio del "Governo Berlusconi" qui applicato ha fatto seguito il recupero del "Governo Prodi", appoggiato anche dai vostri Parlamentari. Qui non abbiamo sentito una levata di scudi, come giustamente invece il collega Donzel ha ripreso, e che è stata pubblicata con una certa enfasi specie in questo ultimo periodo. È vero che siamo in campagna elettorale, ogni argomento è valido, ci sono delle proposte più populiste che fanno maggiore presa sull'emotività dell'elettorato... questa è una di quelle! Innanzitutto dico che non dobbiamo vergognarci del nostro ruolo, penso che sia un principio fondamentale della democrazia che vogliamo difendere e applicare in questo caso nella nostra comunità. Se il costo degli eletti è una vergogna, bene, tabula rasa su tutti i costi della politica, anche su certi viaggi di cui parliamo, certe missioni che sono assolutamente ingiustificate! Se vogliamo cominciare a scandagliare il campo delle missioni, ci sarebbe da mettere le mani in un pozzo, dove chi la mette dentro rischia di rimanere morsicato o addirittura tirato giù nel pozzo! Non voglio fare esempi che possono turbare gli animi e le coscienze di qualcuno, ma se guardiamo certe missioni credo che lì ci sia da cominciare a sforbiciare!

Colleghi di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau vorrei poi dirvi questo: la vostra proposta ha una nobiltà d'animo indubbia, ma è una proposta che, oltre ad averla sostenuta con questa convinzione, stride con un vostro recente comportamento in aula; non meno di due ore fa avete approvato - come tutti noi - il bilancio del Consiglio regionale, e in quel bilancio ci sono tutte queste voci che sono da voi additate come indice di amministrazione che deve essere ridotta, a partire dai nostri stipendi, dai nostri assegni vitalizi, dagli accantonamenti per le missioni, per gli uffici che sono di ausilio alla nostra attività istituzionale. Anche qui apprezzo la vostra proposta, ma questa deve essere coerentemente applicata, o con un voto contrario o con un voto di astensione, su un bilancio che in questo caso riassume una destinazione di spesa anche per queste voci, altrimenti si rischia di cadere in una visione strabica.

Se si parla di costi della politica, sono state fatte anche delle proposte a livello nazionale che erano rivoluzionarie quanto anche interferenti nella nostra autonomia, si proponeva un taglio indiscriminato di tutti i Consigli regionali con una riduzione drastica dei suoi componenti; la Valle d'Aosta avrebbe dovuto ridurre da 35 a 22 i componenti del Consiglio. Tutte le forze politiche hanno dichiarato la loro ostilità a questa proposta esterna che riguardava indistintamente tutte le Regioni e non mi sembra che da parte vostra siano giunte voci di consenso in questa direzione! Va bene, riordiniamo la materia, l'Ufficio di Presidenza sta cominciando a mettere mano a questa materia che oggi consta di 4 leggi, le conosce bene anche il collega Louvin: la legge n. 28/1999 è una legge che ha trasformato il sistema previdenziale dei Consiglieri regionali da retributivo a contributivo, però era ricca nella sua formulazione originaria di lacune che ne impedivano una corretta applicazione. Stiamo iniziando a mettere mano a questa norma che ha ancora delle limature da fare.

Sotto il profilo politico è ovvio che sono i Capigruppo, in particolare la I Commissione che deve trovare un'intesa, ma partire lancia in resta dicendo: "noi proponiamo perché vogliamo essere i più bravi" o, come diceva qualcuno, "i primi della classe", credo che sia un atteggiamento presuntuoso, soprattutto fastidioso, perché crea questo alone di discredito nei confronti di una classe politica, "casta regionale" o... - chiamatela come volete - che in questo momento dovrebbe invece dare dimostrazione di valore e di credibilità nei confronti di una popolazione. Non è che tirandoci i sassi addosso riusciamo a recuperare questo gap che si è creato fra gli amministratori e gli amministrati, forse è dando segnali di buona amministrazione, di sobrietà e di razionalizzazione della spesa, ma una spesa che non miri solo in un'unica direzione forse più per scopi populistici che non per reali ed obiettive ragioni di spesa controllata. Abbiamo gli Enti locali, le Comunità montane, abbiamo una pletora di enti e società che sono dei centri di spesa in proporzione molto superiori a questo consesso in rapporto alla comunità valdostana.

Mi fermo qui. Ho fatto alcune considerazioni a cui seguiranno quelle del collega Zucchi sulle obiezioni che faceva il collega Bertin sulle proposte che non sono giunte in Commissione.

Président - La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Intanto, Presidente, mi consenta scherzosamente di dire che la prima cosa da ridurre dovrebbe essere la temperatura dell'aula, perché siamo ad un livello quasi tropicale, per cui non credo che per la nostra salute sia un gran bene...

Presidente - ...posso dirlo come ex Assessore ai lavori pubblici: abbiamo già sollecitato di ridurre, eravamo a 24 gradi, dopo il sollecito siamo a 27!

Caveri (UV) -Non vedo però in aula il collega Viérin Marco, per cui immagino che stia...

Presidente - ...meglio, sennò andrebbe a 28!

Caveri (UV) - Vorrei dire che mi esprimo, qui, a nome della maggioranza che spero di rappresentare degnamente su un tema che abbiamo discusso e che ho seguito dai suoi albori, essendo emerso con forte virulenza nel dibattito un po' meno di vent'anni fa, nell'epoca di post-Tangentopoli, quando i politici furono tutti accomunati in un pubblico vituperio anche da parte di chi, poi, da Pubblico ministero divenne politico.

L'immagine plastica che ha usato il collega Donzel, un po' da tango argentino, quello del passo avanti e del passo indietro, mi piace molto, perché questo tema si presta ad un confronto politico e il confronto implica un punto di partenza condiviso. Nel momento in cui si presenta invece una proposta di legge come quella che è stata avanzata, è molto difficile dopo mettersi attorno a un tavolo, perché quando si sceglie di partire molto in alto ogni elemento di mediazione potrebbe essere considerato come una diminutio.

Eviterò, avendo il collega Bertin fatto un intervento fortemente politico, di leggere tutti quei contenuti della legge che non sono condivisibili; ci sono degli svarioni macroscopici, non so... l'articolo 1 che propone di togliere l'indennità di missione, per cui oggi ci troveremmo di fronte all'alternativa rappresentata dalle spese di viaggio che forse costerebbero di più di quello che costa l'indennità di missione forfettizzata; la questione di staccarci dall'indennità dei Parlamentari, come se l'indennità dei Parlamentari salisse sempre, quando sappiamo che è scesa, quindi non è una garanzia staccarsi di lì; la questione della diaria che, fra l'altro, è ferma dal 2001; l'indennità di funzione che sembra una cosa ad personam per il Presidente del Consiglio, il quale viene distaccato dal Presidente della Regione con una specie di svilimento della funzione del massimo rappresentante della nostra Assemblea; la questione del vitalizio che è stato oggetto di una lunga discussione che ha portato nel 1999 ad una legge nuova. Non si comprende, peraltro, l'impatto in termini di contenimento dei costi che produrrebbe l'esclusione della possibilità di erogare l'assegno vitalizio sotto forma di capitale, possibilità di cui si sono avvalsi degli ex Consiglieri. C'è poi questa questione del ridimensionamento dei contributi finanziari per gli oneri di funzionamento dei gruppi consiliari, che andrebbe a contraddire quanto deciso da un Consiglio regionale nel 2006, fra l'altro su proposta a suo tempo del collega Sandri del vostro gruppo, che aveva indicizzato partendo dal presupposto di un ruolo importante di forme di finanziamento della politica, che - come è stato detto opportunamente - sono oggi importanti per poter svolgere quel dialogo democratico che riteniamo essere tutti utile.

Vorrei passare alla parte più propriamente politica, per dire che su questa materia esistono diversi rischi che non vanno sottostimati... ne vorrei segnalare alcuni. Il primo è il rischio estremistico-demagogico; si tratta di un vecchio arnese catalogabile nel cosiddetto antiparlamentarismo. Leggere la storia e la discussione in Italia, ma non solo, a cavallo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento è molto interessante: parlamentaristi da una parte, antiparlamentaristi dall'altra. C'è un romanzo di metà Ottocento di Matilde Serao, La conquista di Roma, in cui tutti i Parlamentari venivano definiti per la loro piattezza, l'affarismo, la retorica; ci sono poi le pagine esemplari sull'antipolitica di Gabriele D'Annunzio. Oggi, guardando ad allora ma pensando ai rischi attuali, vediamo come l'antiparlamentarismo sia l'anticamera delle svolte autoritarie; quindi bisogna essere molto cauti nell'intraprendere certe strade. Il secondo elemento è il rischio elettoralistico, cioè voler accarezzare il pelo del gatto dalla parte giusta perché ronfi, perché questo è caratteristico. Ci sono dei mots d'ordre che creano un riflesso condizionato: voi andate in un'assemblea e dite "basta con questi privilegi dei politici" ed avete garantito l'applauso! Qui si innesca il terzo rischio, che chiamerei "il rischio manicheo": angeli e demoni da una parte e dall'altra, cioè ci sono quelli bravi che sono talvolta anche in posizione imbarazzante perché magari hanno avuto delle responsabilità qui, a Roma, e non hanno agito con quei tagli che oggi auspicano in maniera draconiana; poi ci sono i demoni che sono come il povero sottoscritto, diceva un mio amico piemontese, sta ciutu: questo è il classico caso in cui esiste quel passaggio stretto che citava il collega Tibaldi, perché esprimersi su questi temi uno ha sempre un po' di pruderie, in quanto domani qualcuno scriverà o una lettera firmata alla stampa o nei blog si esibiranno i soliti dieci che si esibiscono: Caveri, ecco, privilegiato lui, cattivo lui, difende la casta. Perché è stato opportunamente ricordato il libro di Rizzo, ma c'è anche il libro a sinistra di Villone e Salvi, che dimostra come l'antiparlamentarismo non abbia colore. Chi ha scritto questi libri fra l'altro si è grandemente arricchito, perché sono milioni di euro di diritti d'autore!

Devo dire che in questi anni molte cose sono cambiate nello status dei politici, sarebbe molto interessante fare un lungo elenco di alcune cose che sono cambiate. Ne cito una per tutte, conseguenza dell'epoca di Tangentopoli, quando i contributi figurativi che venivano versati agli eletti sono stati scaricati sugli eletti stessi perché si riteneva che quello fosse un privilegio. Non si tratta di un argomento di poco conto per chi ha versato come me, per molti anni, i contributi figurativi o per chi li sta versando adesso, sono migliaia di euro che vanno ad incidere su 12 mensilità, perché questa è la realtà rispetto alla quale ci troviamo, con un cambiamento di status - l'ho già detto del vitalizio e non ci torno -, ma soprattutto partendo dal presupposto che è bene dirlo questo, perché sembra quasi che dire che la condizione dei Consiglieri regionali della Valle d'Aosta rispetto agli altri è una condizione di sobrietà sia quasi volersi costruire un alibi! Immagino già qualcuno che dice: ma se si comportano tutti male, se voi vi comportate un po' meglio non è che vi comportate bene. Io credo invece che basti scorrere le tabelle, che cortesemente ci sono state fornite dalla Presidenza, per vedere che questa sobrietà c'è e a questa sobrietà si è sommata anche una scelta politica che fu fatta all'epoca, di adeguamento con nostra norma a quell'obbligo del 10 percento cui noi ci piegammo passivamente, ma per una scelta ragionata che portò ad un taglio che ancora oggi pesa sull'insieme totale della retribuzione dei Consiglieri regionali.

Credo quindi che noi siamo sobri, tenendo conto del ruolo del Consiglio Valle: Regione autonoma in cui le funzioni e le competenze e anche il carico di responsabilità che grava naturalmente sulla Giunta regionale, ma anche sul Consiglio, non è un fatto indifferente. Non voglio giocare al gioco della rincorsa, che pure sarebbe interessante fare, perché chi di voi ha scavato all'interno degli altri Consigli regionali vede degli status, delle utilities che sono straordinariamente vaste. Io devo dire invece che noi ci troviamo in una situazione di sobrietà, allora non vorrei che sembrasse all'opinione pubblica o anche ai miei colleghi giornalisti, di cui conosco bene... oggi, un direttore di giornale, non vi dico neanche cosa guadagna... alcuni di questi hanno rifiutato degli incarichi in altre aziende perché avevano degli stipendi da capogiro! Mi auguro che dopo aver scritto il libro sulla casta dei politici e il libro sulla casta dei sindacalisti, si scriva anche un libro sulla casta dei miei colleghi, visto che faccio parte della corporazione!

Vorrei dire che abbiamo già fatto il nostro dovere. Ci sono altre cose da fare, altri elementi di discussione partendo dal presupposto che, essendo noi legati ai Parlamentari, in questa legislatura, oltre al taglio pregresso che ci siamo dati e che oscilla attorno al 6 percento, ci troveremo per una scelta cosciente che deriva anche da una norma dello Stato, essendo noi collegati ai Parlamentari... non ci sarà, da qui alla fine della legislatura, alcun aumento. Questo è un decremento, perché almeno gli aumenti ISTAT vengono applicati a chiunque; insomma, i rinnovi contrattuali che abbiamo trattato come Regione sono dei contratti che sono sempre in crescita, quindi da questo punto di vista non c'è da vergognarsi per niente.

I costi della democrazia esistono e implicano nel parlamentarismo moderno anche maggiori spazi di libertà per gli eletti. È molto interessante leggere l'evoluzione anche solo della tipologia sociale dei Parlamentari della nostra Regione, partendo dai primi eletti ovviamente da una élite di elettori nel 1848 fino al suffragio universale con le prime elezioni anche nella nostra Regione nel secondo dopoguerra. Si vede che una retribuzione decorosa per gli eletti ha consentito di accedere alla politica a persone che altrimenti non avrebbero potuto farlo. È un fatto negativo? Cosa deve prevalere? Deve prevalere la vis polemica, voler essere i primi della classe, cioè dimostrare che si è pronti a denudarsi come S. Francesco per far vedere che esiste una logica di pauperismo che se applicata alla politica, trasforma tutti i politici in persone ieratiche che assumono delle fattezze di... chissà quale genere? Trovo che dietro si nasconda un rischio profondo di demagogia, anche se mi rendo conto che dirlo può essere impopolare, perché farebbe prevedere una sorta di difesa di una categoria alla quale appartengo da molto tempo, ma proprio perché ci appartengo da molto tempo, devo dire di aver visto nella mia carriera parlamentare, alla Camera dei Deputati, al Parlamento europeo, ma anche in quest'aula nella scorsa e in questa legislatura, persone che si impegnano, che si guadagnano quello che la comunità dà loro per svolgere questo compito.

Trovo quindi sgradevole l'idea che oggi si agitino delle forbici alla ricerca, alla fine, del consenso ed è questa la ragione per la quale, senza venir meno a quel dialogo, a quel paso doble indicato dal collega Donzel, non si possa oggi che respingere questa legge.

Président - La parole au Conseiller Zucchi.

Zucchi (PdL) - Grazie, Presidente. Certo che non è facile intervenire dopo che sull'argomento sono intervenuti i colleghi che mi hanno preceduto, senza il rischio di ripetere alcuni concetti che sono stati espressi e che condivido per la maggior parte. Cercherò quindi, in qualità anche di Presidente della Commissione, di esprimere come ho fatto marginalmente nei lavori della Commissione la posizione del gruppo e quella mia personale in merito a questo argomento.

L'unico fatto positivo che mi sento di ammettere a supporto dell'iniziativa dei proponenti è che devo riconoscere che essi hanno tentato negli scorsi mesi di portare questo argomento in una logica di condivisione. Sarei scorretto se non lo ammettessi, perché - come ha detto il proponente collega Bertin più volte - è stato fatto il tentativo di voler condividere questo argomento che, per un motivo o per l'altro, è rimasto nel vuoto. Rimane questa legge e su questa legge, senza pruderie e senza vergogna, esprimiamo una posizione di netta contrarietà, in quanto il provvedimento è da noi ritenuto un argomento di carattere demagogico e populista, che non può essere accettato nella misura in cui l'argomento dei costi della politica è un argomento importante, ma che deve essere visto in un ambito più complessivo. Dicevo prima che non si tratta di vergogna, di pruderie sugli emolumenti, che ricordo rispondere a delle regole che sono attuali e non è corretto cambiare in corsa; questo è un argomento di tipo tecnico - a cui ne seguiranno altri - che ci induce a pensare che questo provvedimento soggiace a delle intenzioni di stampo elettorale, di pagamento rispetto ad un certo tipo di elettorato, il quale probabilmente sente che questo argomento è un argomento di grande presa, ma è corretto ricondurre nel giusto ambito, perché i costi della politica sono ben altra cosa.

In Commissione e qui, in aula, vorrei ripetere che il nostro gruppo non ha mai manifestato la propria contrarietà ad affrontare questo argomento in una complessità; i costi della politica sono tanto di più, sono il costo di una macchina amministrativa di questa Regione, di un ambito molto più elevato che ricondurre solo al nostro livello, oltretutto con delle regole che sono già scritte... ci sembra fuorviante e ingiusto. Altri esempi che non sono stati citati... possono essere tanti... dai telefoni ai viaggi; poc'anzi abbiamo approvato un bilancio del Consiglio regionale che pareggia intorno ai 17 milioni: 6 milioni sono gli emolumenti che riguardano il costo di noi Consiglieri, che devono soggiacere ogni cinque anni ad un'avventura, perché è un azzardo il fatto di dover partecipare ad una competizione elettorale, consapevoli di norme che sono in corso, e nessuno può garantire che ci sia una ripetizione, a differenza di tantissimi altri che, invece, all'interno dell'Amministrazione beneficiano di gran lunga, senza controllo e senza riflettori, degli emolumenti molto, ma molto più elevati di noi stessi che siamo in quest'aula! Quando penso che vi sono manager che sono un po' relegati nelle "segrete stanze", ma che guadagnano più del Presidente della Giunta che ha una responsabilità di governo e prendono dei benefits di gran lunga superiori, e di questi non si fa che raramente menzione, credo che questa sia una stortura che deve essere affrontata.

Se si vuole affrontare in maniera seria e razionale l'argomento dei costi della politica, si deve per forza partire da lì, in una logica di complesso: dal costo degli amministratori tutti della nostra Regione, per arrivare a tutti coloro che beneficiano di grandi emolumenti, di pagamenti a piè di lista che sono imparagonabili rispetto ai nostri, che sono veramente molto pochi, sono ridotti rispetto ai nostri colleghi in giro per l'Italia. Ecco che nel bilancio del nostro Consiglio, che chiude per i nostri emolumenti a 6 milioni su 17, ma in un ampio raggio, sappiamo che si tratta di 2 miliardi di euro, i nostri emolumenti rappresentano lo 0,3 percento della somma, una percentuale che giudico non così scandalosa e vergognosa, per cui noi non ci vergogniamo degli emolumenti che attualmente prendiamo, se considerati rispetto alla massa di tutti i pagamenti che vengono fatti in questa Regione, in base agli impegni che tutti noi dobbiamo sovrintendere. Ognuno, poi, ha la propria responsabilità; il collega Caveri diceva: "c'è qualcuno che se lo merita di più, qualcuno che se lo merita di meno"... attiene alla coscienza di ognuno di noi il fatto di dover dare un giusto contributo secondo le mansioni a cui il popolo ci ha chiamati! E poi dobbiamo rispondere al popolo ogni 5 anni rispetto al nostro operato, che sarà il giudice delle nostre azioni.

Permettetemi di dire qualcosa da un punto di vista della coerenza, il collega Caveri è stato più fine nell'affrontare una situazione che non mi sento di tacere in quest'aula, anche se sono stato invitato a mantenere un po' di sobrietà. Non riesco però a limitarmi rispetto al fatto che questa proposta giunga da un gruppo politico, di cui un collega siede in questo momento sui banchi dell'opposizione, che chieda con essa di andare a modificare delle questioni legate a degli emolumenti, quando ne hanno già fatto ampiamente uso - e che uso! - nel passato. È comodo, visto che ho letto recentemente un'intervista su La Stampa sulla "politica dei rubinetti" e del fatto che non si vuole tornare indietro, venire qui, a chiedere di cambiare le regole pro futuro, quando i rubinetti - meglio, i "serbatoi" - sono già stati prosciugati da parte di qualcuno! Non faccio delle cifre, credo sarebbe più serio che i colleghi che hanno proposto questa modifica lo facessero loro stessi, dico che si tratta di cifre molto, ma "molto" importanti, per qualcuno molto, ma "molto" importanti e magari superano anche i sei zeri, non i milioni in vecchie lire, ma in euro, e che sicuramente delineano una situazione di incoerenza e di incredibile contrasto rispetto alle proposte che con questa legge si vogliono porre all'attenzione dell'Assemblea.

Concludendo, noi non ci vergogniamo di questo sistema in queste condizioni; siamo disponibili ad affrontare in Commissione, pur rendendoci conto della complessità della materia, il problema di rivedere tutto il sistema legato ai costi della politica che coinvolgono tutti gli addetti ai lavori di questa Regione, che dal punto di vista pubblico sicuramente ne ha ne donde; allora, in queste condizioni, daremo il contributo. Questo tipo di proposta di legge, come ho detto in Commissione, sicuramente ci vede contrari, noi non ci vergogniamo, forse dovrebbero vergognarsi coloro che lo hanno proposto dopo che hanno chiuso e hanno depredato, guarda caso, la Cassa di previdenza che vogliono oggi togliere agli altri colleghi.

Président - La parole au Conseiller Bertin pour première intervention.

Bertin (VdAV-R) - È una discussione paradossale: da una parte abbiamo assistito, prima, ad una campagna elettorale che ha portato questo argomento come argomento principale; poi abbiamo assistito al Presidente della Giunta che in aula, neanche un anno fa, nel programma di governo portava come elemento importante una razionalizzazione e una riduzione dei costi della politica. Lo stesso discorso fatto dal Presidente Rollandin, che citavo nell'intervento precedente, è stato poi riportato sul Messager valdôtain... anche questa è propaganda, è un utilizzo demagogico delle cose? Non capisco poi se la maggioranza ritiene questo argomento una priorità o no!

Tornando agli impegni che abbiamo preso in campagna elettorale, abbiamo preso un impegno e abbiamo voluto rispettarlo, presentando la nostra proposta che non aveva né la volontà, né l'ambizione di essere la proposta migliore, ma era una proposta che credevamo seria, sulla quale era - come diceva giustamente il Presidente della I Commissione - aperto il confronto con tutti. Se poi altre forze politiche non l'hanno fatta, non è la nostra responsabilità. Il Travail - per quanto dica il collega Donzel - non è l'organo ufficiale della Regione, è un organo di partito; non siamo tenuti a portare, noi, le idee in Commissione, se il PD voleva portare queste idee in Commissione, aveva solo la responsabilità di farlo, nessuno glielo ha impedito! In ben 9 mesi nasce un bambino quasi, figuriamoci se non si riesce a fare una proposta di legge!

Per quanto riguarda il finanziamento dei gruppi - che sembra uno scandalo totale una riduzione eventuale del finanziamento dei gruppi - riteniamo che il contribuente non debba pagare due volte per lo stesso servizio. Il contribuente fornisce al Consigliere regionale una struttura e un'organizzazione per permettergli di svolgere correttamente la propria attività. Non si capisce a cosa serva il finanziamento dei gruppi, visto che abbiamo un ufficio, un computer e tutto quanto possa servire per svolgere correttamente il nostro lavoro. In realtà sappiamo tutti a cosa serve questo finanziamento e allora tanto vale in modo trasparente e responsabile finanziare direttamente i partiti, e non solo i partiti presenti in Consiglio regionale, anche i partiti non presenti, per permettere a tutti di partecipare alla vita politica regionale, ma dobbiamo farlo in modo chiaro e trasparente, non nascondendoci dietro il fatto del finanziamento dei gruppi che, se venisse ridotto, praticamente toglierebbe la possibilità di vita dei partiti!

Per quanto riguarda gli aspetti legati alla comparazione con le altre Regioni - a parte che non mi sembra un atteggiamento autonomistico questo, guardiamo prima quel che succede da noi e non stiamo sempre a comparare con le altre Regioni, soprattutto quando ci fa comodo, e solo in quel caso - guardiamo qual è la congruità reale dell'indennità del Consigliere. Poi se andiamo a vedere con le altre Regioni, si può sempre dire che il costo procapite di un Consigliere regionale della Valle d'Aosta è altissimo, ma non è questo il problema: il problema è di trovare una giusta e congrua indennità rispetto all'attività che si svolge in Valle d'Aosta, senza bisogno di compararla con altre Regioni.

Per quel che riguarda lo sganciamento, pensavamo su questo articolo 1 della nostra proposta di trovare da parte soprattutto delle forze autonomiste non dico un sostegno, ma almeno uno sguardo favorevole... invece no! Noi crediamo che dobbiamo, noi, assumerci la responsabilità in modo autonomo dell'indennità che ci vogliamo dare, senza agganciarci ai Parlamentari. È vero che oggi non c'è un aumento automatico, in passato questo automatismo ha fatto sì che in un quinquennio l'aumento dell'indennità fosse pari al 15 percento dall'inizio alla fine della legislatura... pertanto, al di là dell'aspetto autonomistico, c'è stata proprio una questione di aumento di costi.

Per quel che riguarda il presunto "antiparlamentarismo" non era evidentemente nelle nostre intenzioni, anzi, crediamo che una leggera riduzione dei costi della politica e del Consiglio in particolare non possa che aumentare la credibilità dell'istituzione, e permetta quella volontà che condividiamo di intervenire non solo sui costi degli eletti, ma di tutto il sistema. Dobbiamo però farlo in modo credibile e, come tale, la scelta di ridurci prima noi qualcosa può essere l'occasione per poter intervenire verso le altre categorie. Per il resto sono perplesso... non ho capito se ritenete ancora una priorità oppure no la riduzione dei costi della politica!

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Solo per un brevissimo fatto personale, ma sono state fatte delle allusioni non troppo velate e, pur nella mia lentezza di comprendonio, credo che fossero riferite alla mia persona, non avendo i miei colleghi di gruppo goduto di emolumenti nelle precedenti legislature.

Un invito al collega Zucchi: essere chiari, se qualche appunto deve fare lo faccia tranquillamente, facendo nomi, cognomi, cifre. Invito il Presidente del Consiglio a mettere a disposizione tutto quanto le possa essere utile e possa essere utile alla stampa riguardo a pretesi "comportamenti predatori" o "di abuso" per quanto riguarda le funzioni svolte nei 15 anni in cui sono stato prima di adesso in Consiglio e anche in questo ultimo anno; quindi: totale trasparenza.

La prego, Presidente Cerise, metta a disposizione del collega tutto quanto e che informi compiutamente la stampa, perché non ci sono né veli, né pudori su questa questione. Grazie.

Président - Il n'y a plus d'interventions en discussion générale? Je ferme la discussion générale.

La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Molto brevemente per tre osservazioni.

La prima: sicuramente discutere oggi di questo tema non è stata una scelta positiva. Il tema era già stato affrontato in quest'aula, era tornato in Commissione dove c'era un atteggiamento che sicuramente era collegato ad una esigenza di alcuni approfondimenti; il fatto di voler riportare la legge oggi è stato negativo come tempistica.

Secondo problema: i costi della politica a nostro avviso non sono solo i costi degli eletti, perché l'incidenza del costo degli eletti sul costo della politica credo lo sappiano tutti qual è, lo zero virgola zero e qualcosa. Se vogliamo fare demagogia su questo, si continui pure, la gente credo che abbia capito. Credo che, nel contempo, la gente ha capito una cosa: che aspetta dai politici delle decisioni che devono essere prese in tempi rapidi, possibilmente con l'aiuto di chi deve collaborare a queste decisioni. Discussione molto aperta, su cui sicuramente si dovrà intervenire. Rimane una priorità, credo, ma non solo per la maggioranza, perché ho sentito su questo delle adesioni da parte di tutti, cioè un intervento radicale e importante sulla semplificazione delle procedure, sulla riduzione che ne consegue come costi della politica, perché ogni pratica che ha un ritardo è un "costo vero" della politica. Le più grandi lamentele della gente, che sentiamo da parte delle varie categorie interessate, da parte dei professionisti e di tutti gli operatori economici, ci sono quando costoro non hanno la certezza della risposta rispetto ad una domanda presentata; lì, sappiamo che penalizziamo la gente, la penalizziamo quando non sappiamo se daremo una risposta per la fornitura di un mutuo, quando diciamo ad un'azienda che si presenta in Valle se potrà insediarsi o meno, perché i tempi sono troppo lunghi. Stiamo facendo l'impossibile e a breve presenteremo anche delle risposte, per una razionalizzazione ed una semplificazione delle procedure. Come mai il piano casa annunciato da Berlusconi ha avuto tanto eco? Perché parlava di una cosa che tutti si aspettavano e le Regioni hanno chiesto di aderire pienamente ad un decreto per la semplificazione delle procedure, non sul piano; il piano - è stato detto - lo si faccia a livello regionale sulle scelte, ma sulle procedure si dia un taglio. Questo è quello che intendiamo in particolare come costo della politica e su questo stiamo lavorando seriamente. Credo che finora su tutto quello che abbiamo potuto abbiamo fatto coerentemente interventi che vanno nella direzione di ridurre i costi della politica.

Il terzo punto: pensare che piccoli meccanismi come lo sganciamento dalla formula parlamentare, la riduzione... guarda caso questo sganciamento lo hanno fatto per qualcuno, ma per altri rimane... tutte queste discussioni hanno una finalità solo se alla fine ci si capisce su cosa si vuole da chi è eletto, cioè che lavori coerentemente e nell'interesse generale. Una volta rispettato questo, credo che ognuno potrà tranquillamente presentarsi nei momenti - che sono per fortuna anche in Valle molto frequenti - di contatto con la popolazione, dicendo perché si impegna, come si impegna e cosa fa. Noi intendiamo continuare con questo atteggiamento, non abbiamo rinunciato a niente, su questo siamo sereni e vogliamo continuare a lavorare e a portare dei benefici per l'organizzazione in senso generale dell'Amministrazione che dia delle risposte in tempi rapidi. Questo è un risparmio vero, effettivo, reale, cogente e a cui riteniamo di aderire con tutta l'intensità che ci è propria e alla quale invitiamo tutti ad aderire.

Président - Je soumets au vote l'article 1er de la proposition de loi:

Conseillers présents et votants: 34

Pour: 5

Contre: 29

Le Conseil n'approuve pas.

Il Presidente, constatato che il primo articolo è stato respinto, dichiara che, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio, l'intera proposta di legge si intende respinta.

Président - La proposition de loi est repoussée.

Il Consiglio respinge pertanto la proposta di legge n. 2.