Oggetto del Consiglio n. 542 del 6 maggio 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 542/XIII - Disegno di legge n. 23 e proposta di legge n. 22: "Disposizioni in materia di disturbi specifici di apprendimento".
Articolo 1
(Oggetto)
1. La presente legge detta disposizioni per prevenire situazioni di difficoltà e consentire il pieno sviluppo della personalità dei soggetti con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, sul presupposto del riconoscimento di tali disturbi (DSA) quali difficoltà specifiche di apprendimento che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali.
2. La legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), e la legge regionale 18 aprile 2008, n. 14 (Sistema integrato di interventi e servizi a favore delle persone con disabilità), non trovano applicazione nei confronti degli alunni con DSA salvo concomitanza di specifiche patologie.
Articolo 2
(Finalità)
1. La presente legge persegue le seguenti finalità:
a) garantire i necessari supporti ai soggetti con DSA, in funzione del diritto all'istruzione e alla formazione;
b) assicurare lo sviluppo delle potenzialità dei soggetti con DSA;
c) assicurare adeguate possibilità di individuazione dei casi a rischio, a partire dalla scuola dell'infanzia, e di diagnosi precoce, nella scuola primaria;
d) sensibilizzare e formare gli insegnanti, i formatori, i referenti delle istituzioni scolastiche, gli operatori socio-sanitari e i genitori nei confronti delle problematiche legate a DSA;
e) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra la famiglia, le istituzioni scolastiche, gli enti di formazione e i servizi sanitari durante tutto l'arco di istruzione e formazione;
f) ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con DSA, favorendone il successo scolastico e formativo e prevenendo eventuali blocchi nell'apprendimento;
g) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate degli alunni con DSA;
h) garantire ai soggetti con DSA uguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito lavorativo.
Articolo 3
(Comitato tecnico-scientifico sui DSA)
1. Al coordinamento delle azioni preordinate al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 2 provvede il Comitato tecnico-scientifico sui DSA, nominato con deliberazione della Giunta regionale, e composto da:
a) un rappresentante dell'assessorato regionale competente in materia di istruzione;
b) un rappresentante dell'assessorato regionale competente in materia di sanità;
c) un rappresentante dell'Azienda regionale Unità sanitaria locale della Valle d'Aosta (Azienda USL);
d) un rappresentante dell'Università della Valle d'Aosta/Université de la Vallée d'Aoste;
e) un rappresentante della struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro;
f) un rappresentante dell'Associazione italiana dislessia (AID) della Valle d'Aosta;
g) un logopedista designato dall'Associazione logopedisti valdostani;
h) uno psicologo designato dall'Ordine degli psicologi.
2. Al Comitato tecnico-scientifico spetta:
a) proporre un piano di formazione del personale scolastico dirigente e docente, degli operatori della formazione e degli operatori socio-sanitari sulle problematiche degli alunni con DSA;
b) promuovere attività di identificazione precoce da realizzare dopo i primi mesi di frequenza dei corsi scolastici per individuare gli alunni a rischio di DSA;
c) documentare e diffondere buone prassi di interventi e iniziative sui DSA;
d) coordinare e raccordare l'attuazione degli interventi, monitorarne e valutarne l'applicazione;
e) curare le rilevazioni dei dati e delle informazioni sulle attività svolte e la predisposizione della relazione annuale di cui all'articolo 9.
Articolo 4
(Individuazione e diagnosi)
1. È compito delle istituzioni scolastiche regionali, ivi comprese quelle paritarie, attivare, a partire dalla scuola dell'infanzia, interventi idonei a individuare i casi potenziali di DSA degli alunni, al fine di programmare attività educative e didattiche volte al recupero di eventuali divari e all'acquisizione di competenze specifiche negli apprendimenti. Tali attività sono inserite nel Piano dell'offerta formativa predisposto da ogni singola istituzione scolastica.
2. Per gli alunni che presentino persistenti difficoltà, l'istituzione scolastica segnala alla famiglia l'opportunità di avviare un percorso diagnostico specifico.
3. La diagnosi di DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici assicurati dall'Azienda USL, anche attraverso convenzioni tra l'Azienda USL stessa e neuropsichiatri infantili o psicologi clinici, ed è comunicata dalla famiglia all'istituzione scolastica di appartenenza dell'alunno.
Articolo 5
(Attività di formazione)
1. Le istituzioni scolastiche regionali, ivi comprese quelle paritarie, nell'ambito del proprio Piano dell'offerta formativa, possono aderire alle proposte di formazione elaborate dal Comitato tecnico-scientifico di cui all'articolo 3 e promuovere altre attività di formazione che rispondono a bisogni specifici rilevati nelle proprie scuole, al fine di favorire l'adozione di percorsi educativi individualizzati e l'applicazione di adeguate strategie didattiche per alunni con DSA.
2. Nell'ambito della formazione del personale socio-sanitario, sono attivate iniziative specifiche per la formazione e l'aggiornamento degli operatori dei servizi socio-sanitari regionali preposti alla diagnosi e alla riabilitazione dei soggetti con DSA.
Articolo 6
(Misure educative e didattiche di supporto)
1. Gli alunni con diagnosi di DSA hanno diritto di fruire di appositi strumenti, dispensativi e compensativi, di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e delle attività di formazione, anche sulla base di quanto previsto dagli indirizzi ministeriali in materia.
2. Le istituzioni scolastiche regionali, ivi comprese quelle paritarie, nell'ambito della loro autonomia didattica e organizzativa, per favorire il successo scolastico e formativo, individuano per gli alunni con DSA le misure utili a:
a) favorire l'adozione di percorsi educativi individualizzati e l'applicazione di adeguate strategie didattiche coltivando negli alunni un approccio positivo verso la scuola, aiutandoli a vivere l'apprendimento in condizioni di benessere favorendo il successo scolastico e formativo;
b) prevedere tecniche compensative che possano comprendere anche l'uso delle tecnologie informatiche e multimediali e degli strumenti di apprendimento facilitanti, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere o la possibilità di fruire di tempi di esecuzione più lunghi di quelli ordinari;
c) prevedere strategie compensative che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali e adeguati di apprendimento e prevedere, anche in considerazione della caratteristica bi-plurilingue della scuola valdostana, ove ritenuto opportuno dal Consiglio di classe, forme di esonero valutativo rispetto ad alcune tipologie di prove scritte di lingua, potenziando in forma compensativa le prove orali.
3. Le misure di cui al comma 2 sono sottoposte a monitoraggio da parte dei docenti per valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi, esaminandone i risultati con le famiglie nel Consiglio di classe ed esplicitandoli nelle valutazioni previste nel piano annuale delle attività di cui alle disposizioni vigenti.
4. Al fine di evitare che gli alunni con DSA siano posti in condizioni di svantaggio rispetto agli altri alunni a causa della loro lentezza o incapacità di decodifica e di produzione di testi, le misure di cui al comma 2 devono garantire adeguate forme di verifica e di valutazione, in riferimento alla progettazione didattica individualizzata e personalizzata, agli strumenti compensativi e dispensativi utilizzati e alla possibilità di assegnare tempi più lunghi di esecuzione.
5. Le misure educative e di supporto adottate e i risultati conseguiti sono documentati a cura del Consiglio di classe in apposito fascicolo che garantisce la continuità educativa e che segue l'alunno nel suo percorso scolastico/formativo.
Articolo 7
(Misure per progetti e azioni specifiche)
1. La Regione promuove, anche mediante l'erogazione di contributi, particolari progetti a supporto e sostegno del percorso scolastico, formativo ed extrascolastico degli alunni con DSA, proposti da istituzioni scolastiche, enti, associazioni, cooperative o organismi operanti in ambito regionale sulle problematiche inerenti alle DSA.
2. Ulteriori contributi sono concessi alle famiglie di soggetti con DSA per l'acquisto di strumenti informatici dotati di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale e di altri strumenti alternativi, informatici o tecnologici, per facilitare i percorsi didattici dei ragazzi, destinati allo studio quotidiano a casa.
3. I criteri e le modalità per la concessione dei contributi di cui ai commi 1 e 2 sono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, sentito il Comitato tecnico-scientifico di cui all'articolo 3.
4. I familiari fino al primo grado e gli affidatari di alunni con DSA impegnati nell'assistenza alle attività scolastiche da svolgere a casa possono usufruire di orari di lavoro flessibili. Le modalità di esercizio delle predette agevolazioni sono demandate al contratto collettivo regionale di lavoro e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale e degli altri enti del comparto unico regionale.
Articolo 8
(Concorsi pubblici)
1. Nelle prove scritte dei concorsi e delle selezioni indetti dagli enti del comparto unico regionale, ai soggetti con DSA è assicurata la possibilità di utilizzare strumenti compensativi per le difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo nonché di usufruire di un prolungamento dei tempi stabiliti per l'espletamento delle medesime prove.
2. Il candidato con DSA deve produrre, con la domanda di partecipazione al concorso o alla selezione, la certificazione sanitaria, che attesta la diagnosi di DSA, e specificare gli strumenti compensativi di cui necessita.
3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva, d'intesa con il Consiglio permanente degli Enti locali, apposite linee guida, distinte in base alla qualifica unica dirigenziale o alle categorie/posizioni per le quali sono banditi i concorsi o le selezioni, per uniformare l'operato delle commissioni esaminatrici in merito all'utilizzo degli strumenti compensativi di cui al presente articolo.
Articolo 9
(Clausola valutativa)
1. Entro il 30 giugno di ogni anno, il Comitato tecnico-scientifico di cui all'articolo 3 presenta alla Giunta e alla competente Commissione consiliare regionale una relazione sulle attività promosse e realizzate in attuazione della presente legge, al fine di valutarne l'impatto e l'efficacia.
Articolo 10
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere derivante dall'applicazione degli articoli 3 e 7 è determinato, complessivamente, in euro 20.000 per l'anno 2009 e in annui euro 50.000 a decorrere dal 2010.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2009 e di quello pluriennale per il triennio 2009/2011 negli obiettivi programmatici 1.3.2. (Comitati e commissioni) e 2.2.3.03. (Assistenza sociale e beneficenza pubblica).
3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1, si provvede negli stessi bilanci, mediante l'utilizzo delle risorse iscritte nell'obiettivo programmatico 2.2.3.03., al capitolo 61310 (Fondo regionale per le politiche sociali), per euro 20.000 per l'anno 2009 e annui euro 50.000 per gli anni 2010 e 2011.
4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.
Presidente - Permettetemi, prima di dare la parola, di fare un piccolo résumé perché sia chiaro il percorso: gli oggetti iscritti ai punti n. 23.1 e n. 24.1 saranno discussi congiuntamente ed il testo sottoposto all'esame del Consiglio è il nuovo testo predisposto dalla V Commissione risultante dal coordinamento della proposta di legge n. 22 presentata dai Consiglieri Louvin, Salzone, La Torre, Carmela Fontana in data 10 febbraio 2009, recante: "Disposizioni in materia di disturbi specifici di apprendimento", relatori i colleghi Louvin e Salzone, e del disegno di legge n. 23 presentato dalla Giunta regionale in data 17 febbraio 2009, recante: "Disposizioni regionali in materia di disturbi specifici di apprendimento", relatrice la collega Hélène Impérial. Il nuovo testo ha ricevuto il parere favorevole all'unanimità della V Commissione ed il parere unanime di compatibilità finanziaria della II Commissione.
Ricordo che sul disegno di legge n. 23 la Consulta regionale per la condizione femminile ha espresso alcuni suggerimenti già sottoposti alla V Commissione e che si trovano nell'allegato al punto n. 23.1; l'Ordine degli psicologi, oltre alle osservazioni formulate sulla proposta di legge n. 22 e trasmesse alla V Commissione nel corso dell'iter della proposta di legge, ha inviato il 4 maggio ulteriori osservazioni sul nuovo testo risultante dal coordinamento della proposta di legge n. 22 e del disegno di legge n. 23. Queste nuove osservazioni sono già state indirizzate ai Consiglieri regionali; la copia è comunque disponibile per i Consiglieri che la richiedono.
Ricordo inoltre che sono stati depositati sull'oggetto n. 23.1 e n. 24.1 un emendamento dell'Assessore Laurent Viérin, tre emendamenti dei colleghi Louvin e Patrizia Morelli e un emendamento del Popolo della Libertà.
La parole au rapporteur, la Conseillère Hélène Impérial.
Impérial (UV) - Merci, M. le Président. Con l'espressione "disturbi specifici dell'apprendimento" ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, in particolare dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. Tali disturbi - che si verificano a causa di una disfunzione neurobiologica a carico delle funzioni legate al processo di lettura, scrittura e calcolo - non colpiscono le funzioni cognitive globali.
Volendo citare Roberta Penge, neuropsichiatra e Presidente dell'Associazione italiana dislessia, in pratica un giovane dislessico ha un'intelligenza nella media o superiore, ma per colpa di queste disfunzioni può commettere gravi errori ortografici, avere una grafia poco comprensibile, faticare a leggere testi, invertire lettere e numeri. La maggior parte dei ragazzi dislessici impara a poco a poco a leggere, a scrivere e a fare operazioni matematiche, ma a costo di un enorme sforzo. Dato l'autocontrollo esasperato che tali alunni devono esercitare, i tempi di concentrazione sono necessariamente limitati, quindi si lasciano distrarre facilmente e non sono costanti; possono soffrire di disturbi somatici per prestazioni che in altri sono automatismi. Il loro disagio psicologico e le conseguenti strategie di mascheramento possono essere interpretate come scarso impegno, pigrizia e svogliatezza. Crescendo, gli alunni con dislessia trovano strategie di compensazione più o meno adeguate, e se anche commettono pochi errori non raggiungono un profitto scolastico commisurato alle loro potenzialità, sia per la lentezza e l'affaticamento che caratterizzano le loro prestazioni, sia per la scarsa fiducia in sé e le basse aspettative dovute agli insuccessi e alle frustrazioni accumulate nella carriera scolastica. Di notevole gravità sono gli effetti collaterali della dislessia non riconosciuta, poiché essa devasta la stima di sé dei ragazzi e delle loro famiglie, causando blocchi di apprendimento anche irreversibili. La motivazione infatti è legata alla previsione di insuccesso e lavorare senza strategie educative e didattiche idonee porta ad ansia e a fallimento, a costanti delusioni e senso di vergogna.
Attualmente i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) che riguardano in Italia circa 350mila ragazzi di età compresa fra i 6 e i 18 anni e, secondo i dati forniti dalla V Commissione e dalla Presidentessa della sezione valdostana dell'Associazione italiana dislessia, tali disturbi coinvolgono poco meno del 5 percento della popolazione scolare della nostra Regione. Una piccola curiosità: soffrono di dislessia star del cinema come Tom Cruise, la cantante Cher e pare siano stati riconosciuti come dislessici personaggi storici come Albert Einstein, Wiston Churchill, Pablo Picasso e Leonardo da Vinci.
Il primo sospetto di dislessia sorge negli educatori, insegnanti e genitori che seguono l'alunno nel quotidiano. La diagnosi viene posta generalmente alla fine del secondo anno della scuola primaria; tuttavia, già alla fine del primo anno, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici - tipo: ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA - possono anticipare i termini della formulazione diagnostica, che può essere effettuata da una équipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista. Le misure di supporto si collocano sul piano umano e relazionale e a livello educativo didattico, in stretto rapporto con le differenze specifiche di ogni alunno dislessico. Occorre coltivare negli alunni una struttura positiva di apprendimento, aiutandoli a porsi in situazione di benessere, cercando di prevenire il fallimento scolastico ed esistenziale. Il sostegno alla stima di sé, base per ogni impegno, si raggiunge strutturando l'insegnamento in modo tale che tutti possano raggiungere risultati validi. Non si tratta di abbassare il livello di difficoltà, ma di concentrare il lavoro sull'essenziale, di concedere modalità idonee di gestione dei codici scritti, di gratificare per gli sforzi compiuti, oltre che per i risultati. Da escludere con ogni cura sono minacce e richiami ossessivi all'impegno, sia perché rendono insopportabile e ingestibile l'ansia che accompagna sempre il lavoro dei dislessici, non solo al momento delle prove di verifiche, ma soprattutto perché non esistono forme di impegno che possano modificare realtà costituzionali come la dislessia.
Alcuni accorgimenti di carattere dispensativo e compensativo permettono di non aggravare la situazione dei ragazzi dislessici. Le misure dispensative consistono nel non costringerli alle prestazioni all'apparenza banali che li mettono in imbarazzo, come scrivere alla lavagna davanti a tutta la classe, leggere ad alta voce in pubblico, eccetera. Impossibile per molti di loro è rispettare i tempi sotto dettatura. Sono misure compensative l'uso di sussidi come computer, calcolatrici, correttori ortografici, il materiale scritto deve essere chiaro e sintetico. Compensa in parte il disagio del dislessico il diritto a tempi di esecuzione più lunghi, il fattore tempo è meglio gestibile ed è meno emarginante in una situazione didattica di tipo non frontale, nell'attività individualizzata e di piccolo gruppo. Di solito non serve un insegnante di sostegno, le misure adottate devono essere costantemente sottoposte a monitoraggio per valutare se e come gli obiettivi sono raggiunti, caso per caso, data l'impossibilità di avere regole valide per tutti. Affinché la valutazione sia attendibile, sono da attuare anche forme di verifica di valutazione che non mettano l'alunno dislessico in condizioni di svantaggio rispetto agli altri, in rapporto con i suoi tempi di decifrazione e di produzione di testi.
Les dérangements spécifiques d'apprentissage DSA ont engagé, de façon particulière dans les derniers mois, les bureaux de l'Assessorat à l'éducation et la Ve Commission, car au cours des dernières années les cas de DSA dénoncés de la part de nos institutions scolaires ont été toujours plus nombreux. L'initiative législative dont nous nous occupons aujourd'hui, ne se limite pas cependant à l'aspect éducatif, mais elle concerne aussi d'autres moments de la vie des jeunes atteints de DSA, en poursuivant l'objet d'assurer et d'étendre à tous le droit à l'instruction et à la formation, au succès scolaire et formatif et au développement des capacités dans le domaine du travail.
Le nouveau texte prédisposé par la Ve Commission après un long débat politique est le résultat de l'intégration de la proposition de la loi n° 22 et du projet de loi n° 23. Le texte suivant le sillon du projet de loi n° 23 possède une importance spéciale, grâce à l'implication des écoles paritaires de la formation professionnelle et se distinguent des initiatives qui sont en cours à niveau parlementaire, car elles se proposent avec une application ponctuelle à l'école valdôtaine bilingue, caractérisée par deux langues d'enseignement.
Voulant faire un rappel aux points saillants de la loi, je vous demande de concentrer votre attention sur les articles 1er et 2. Les articles définissent l'objet et le but de la loi, c'est-à-dire synthétiquement la prévention des malaises des sujets avec dyslexie et ils mettent en évidence la différence entre cette condition et la condition de handicap, disciplinée par la loi n° 54/1992. L'article 3 formalise l'institution du Comité technique et scientifique sur le DSA, il sera ceci composé par des représentants de l'Assessorat de l'éducation, de l'assessorat de la santé, d'un représentant de l'ASL, de l'Université de la Vallée d'Aoste, d'un représentant de la structure régionale compétente en matière de politique du travail et d'un représentant de l'AID, d'un représentant de l'Association valdôtaine des experts en logopédie et de l'ordre des psychologues. Le Comité aura la charge du raccordement d'études et des propositions d'interventions au sujet de la dyslexie à tout niveau. L'article 4 discipline les initiatives visant à la détermination précoce des élèves qui sont au risque de DSA, avec le but de réaliser le plus rapidement possible dans toutes institutions scolaires, à la suite de la communication à la famille, un parcours diagnostique spécifique pour chaque élève. L'article 5 prévoit la promotion d'activités de formation dédiées au personnel scolaire et sanitaire sur les problématiques des élèves avec DSA, afin de garantir la mise en œuvre de parcours éducatifs individuels et de stratégies thérapeutiques finalisées. L'article 6 établit le droit des élèves avec dyslexie de jouir d'instruments dispensateurs et compensatoires, comme d'autre part cela est déjà prévu par les indications ministérielles, telles que par exemple l'usage des technologies informatiques multimédiales et la possibilité de jouir de temps d'exécution plus longs par rapport à l'ordinaire. L'article 7 prévoit l'activation d'actions spécifiques au service des familles des élèves avec DSA, telles que la possibilité de bénéficier en conditions particulières d'horaires de travail flexibles et encore il prévoit le soutien à travers des contributions économiques pour toutes initiatives du support au parcours scolaire et extrascolaire des jeunes. L'article 8, afin d'assurer les mêmes opportunités de développement des capacités dans le domaine du travail, établit que les candidats atteints par DSA qui possèdent une certification médicale, puissent avoir la possibilité d'utiliser des instruments compensatoires ou de bénéficier d'un prolongement de temps établi pour l'accomplissement des épreuves dans les concours et dans les sélections pour le personnel du statut unique régional. L'article 9 engage le Comité technique et scientifique à présenter au Gouvernement régional et à la Commission compétente un rapport concernant son activité, afin d'en évaluer l'impact et l'efficacité. L'article 10 décrit enfin les dispositions financières nécessaires.
Je tiens à adresser un remerciement particulier aux collègues de la Ve Commission et surtout aux Conseillers qui, tout en n'étant pas membres de cette Commission, ont donné leur contribution active aux travaux de la Commission même pendant toutes ces dernières semaines. Merci.
Président - La parole à l'autre rapporteur, le Conseiller Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie, Presidente. L'iter di questo testo di legge è stato per certi versi elaborato, almeno nella fase iniziale. La presentazione quasi in contemporanea della proposta di legge n. 22 e del disegno di legge n. 23 ci ha messo nelle condizioni di ricercare da subito una soluzione tecnica, finalizzata all'unificazione dei due testi, anche per la sostanziale similitudine degli stessi. Disponibilità e opportunità ci hanno quindi indirizzato verso questa soluzione.
Oggi siamo qui ad approvare un testo concordato di Commissione con l'apporto anche scientifico di tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questo disegno di legge. Un ringraziamento particolare va quindi a tutti gli esperti auditi in Commissione, un ringraziamento lo rivolgo personalmente all'Assessore Viérin, che ha capito l'importanza dell'unificazione dei due testi, facendo prevalere gli interessi specifici del problema rispetto a quelli di parte. Vorrei ringraziare in modo particolare la sig.ra Lumetta, Presidente dell'Associazione dislessia della Valle d'Aosta, il dr. Voltolin responsabile della struttura semplice in neuropsichiatria infantile dell'Ospedale regionale, il dr. Mattioni Presidente dell'Ordine psicologi della Regione accompagnato in Commissione dalle dottoresse Scarlaccini e Siciliano, esperte nell'ambito dei disturbi specifici dell'apprendimento.
Un rilievo importante va anche all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale che, in collaborazione con la sezione regionale dell'Associazione italiana dislessia ha voluto organizzare un incontro il 17 aprile scorso, intitolato: "La vie est apprendre - dalla dislessia alla qualità dell'apprendimento per tutti". In quell'occasione abbiamo avuto l'opportunità di approfondire la tematica attraverso le esperienze illustrate dal dr. Raffaele Iosa, Ispettore tecnico delle Istituzioni didattiche in Emilia Romagna e dal dr. Andrea Biancardi, psicologo e psicoterapeuta del Centro regionale per le disabilità linguistiche in età evolutiva all'ASL di Bologna e del Centro dell'apprendimento Tassinari di Bologna. Altro incontro pubblico organizzato dall'associazione delle famiglie a cui ho avuto l'opportunità di partecipare e che personalmente ho considerato molto interessante è stato in occasione della conferenza tenuta dal dr. Hervé Ferrat il quale ha illustrato la sua esperienza e il suo percorso scolastico da dislessico fino al raggiungimento della laurea: un'esperienza molto interessante, sia sotto l'aspetto didattico, ma anche sotto il profilo umano.
Veniamo brevemente al disturbo specifico dell'apprendimento. Con questo termine, come si è detto, ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche e in particolare alla dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. La principale caratteristica è dettata dalla difficoltà dell'apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo, lasciando assolutamente intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di DSA, il bambino non deve presentare deficit di intelligenza o problemi neurologici od altro. Purtroppo in Italia il disturbo dell'apprendimento è poco conosciuto, benché si calcoli che riguardi almeno il 4-5 percento della popolazione scolastica. Il bambino dislessico ad esempio può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, perché non può farlo in maniera automatica, perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro e non impara.
Come si affronta oggi il problema? Quando qualcuno, il genitore o l'insegnante sospetta di trovarsi di fronte a un bambino con DSA, è importante che venga fatta al più presto una valutazione diagnostica; la diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti mediante specifici test, permette di capire finalmente cosa sta succedendo, ed ecco che bisogna evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino che non impara perché non si impegna, errori che determinano frustrazioni e sofferenze. Ottenuta la diagnosi, si possono mettere in atto aiuti specifici e tecniche di riabilitazione capaci di migliorare la situazione, come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti, l'uso della calcolatrice o del computer. I soggetti DSA hanno un diverso modo di imparare, ma comunque imparano.
Cosa fare, quindi, dopo la diagnosi? Il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto DSA e della specificità del disturbo. Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi: il professionista deve redigere un referto scritto e indicare la possibilità dell'utilizzo di compensativi, comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione degli obiettivi, programmare dei controlli a breve scadenza. La famiglia deve prendere coscienza del problema, deve appoggiare il bambino aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di una immagine positiva di sé. A tal proposito occorre ricordare che uno dei problemi maggiori riguarda i compiti a casa; per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia; in questo modo si possono ottenere diversi risultati: migliorare il clima della famiglia, riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante al fine di ridurre l'ansia della prestazione del bambino e aumentare l'autostima e la motivazione.
Molto importante è il ruolo degli insegnanti, che devono riconoscere e accogliere realmente la diversità. Devono parlare alla classe e non nascondere il problema, spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento, ma soprattutto devono comunicare con i genitori. Cosa non devono fare perlomeno gli insegnanti? Non devono far leggere il bambino ad alta voce, anche perché il rischio è quello di ridicolizzarlo, correggere tutti gli errori dei testi scritti, farlo copiare alla lavagna, paragonarlo ad altri. Chi si occupa del bambino o del ragazzo con DSA deve farsi carico di un progetto integrato e continuativo, capace di favorire la riduzione del disturbo, di favorire l'inserimento scolastico, lavorativo e il più completo sviluppo della potenzialità del singolo individuo. Si deve intervenire con programmi riabilitativi fatti presso strutture che hanno diagnosticato il disturbo con trattamenti adeguati, tramite software riabilitativi e trattamenti logopedici. L'uso di software specifici permette di affrontare con serenità e anche con divertimento le richieste della scuola. Sul mercato si possono trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo della lettura oppure programmi che permettono di migliorare la comprensione del testo, ma anche il traduttore automatico, programma in grado di tradurre diverse lingue, o ancora i libri digitali che sono libri scolastici forniti dalle case editrici in formato digitale. A tal proposito vorrei sottolineare che è sempre più numerosa la componente degli insegnanti che, avendone le possibilità, adottano testi da utilizzare per tutta la classe, gli stessi esperti lo hanno confermato recentemente nell'incontro cui facevo riferimento prima.
Ciò che ci ha spinti ad elaborare questo testo sui disturbi specifici dell'apprendimento è dovuto al fatto che anche in Valle d'Aosta il problema è poco conosciuto. L'intento è quello di riconoscere il pieno svolgimento della personalità dei soggetti con DSA, in particolare nel percorso scolastico, a partire dalla scuola primaria. Le finalità tendono ad assicurare una formazione adeguata e uno sviluppo delle potenzialità dei soggetti interessati, ma anche a preparare gli insegnanti e i genitori, il tutto garantendo una completa integrazione ed uguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito lavorativo. Per raggiungere tali obiettivi, fra le altre cose si è ritenuto opportuno istituire in legge un Comitato tecnico-scientifico con il compito di proporre un piano di formazione di tutti i soggetti interessati, ma anche quello di promuovere, documentare, coordinare e raccordare l'attuazione degli interventi curando la rilevazione dei dati e delle attività svolte. Altro elemento di sostanza previsto dalla legge è la promozione di progetti a supporto e sostegno per il percorso scolastico ed extrascolastico, anche mediante erogazione di contributi; ulteriori contributi sono concessi alle famiglie con problemi di DSA per l'acquisto di strumenti informatici per facilitare i percorsi didattici dei ragazzi destinati allo studio quotidiano e a casa.
Al termine di questo impegnativo ma interessantissimo lavoro, sento il bisogno di manifestare una convinta soddisfazione per ciò che siamo riusciti a produrre, nella consapevolezza che in questi casi le diverse sensibilità sovente necessitano di un approccio sereno e di un confronto approfondito, senza mai dimenticare l'importanza di un supporto scientifico necessariamente indispensabile. Abbiamo proceduto cercando un unico percorso, convergendo nell'elaborazione di un testo condiviso e credo di poter affermare che questi appuntamenti contribuiscono ad arricchire il bagaglio della conoscenza in senso generale, tanto da dare un senso rilevante al nostro percorso politico. Abbiamo la sensazione di aver fatto qualcosa di buono e di utile, accomunando in egual misura la partecipazione, senza aver avuto il bisogno di dover attribuire primogeniture poco simpatiche e fuorvianti che non avrebbero dato la giusta dimensione dell'impegno profuso da tutti.
Président - J'œuvre la discussion générale.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Avrei desiderato aggiungere semplicemente qualche breve osservazione in qualità di relatore a questa legge, per rendervi partecipi di una piacevole sensazione: quella che nel nostro lavoro si possa sentire utilità di approfondimento, di incontro di competenze tecniche e di sensibilità personali, come quelle che abbiamo trovato da parte dei correlatori, da parte della Giunta, da parte di tutto il Consiglio, nell'affrontare un tema che ci vede, come Regione, fra le prime Regioni a pronunciarsi legislativamente su questo argomento, ma direi la prima ad affrontarlo in modo così organico, con uno sguardo che abbraccia la problematica dei disturbi specifici di apprendimento a 360 gradi, dall'infanzia fino all'età adulta, cercando di scandagliare tutti gli angoli in cui nella vita personale e relazionale dei nostri ragazzi e delle tante persone che anche in passato, ignorandolo formalmente, hanno sopportato il peso di difficoltà di apprendimento di questo genere, che ne hanno limitato o addirittura compromesso un più felice sviluppo di vita e di lavoro.
Il testo, lo hanno detto bene i colleghi, è un testo che fa tesoro di apporti che vengono sia dall'esperienza scientifica, medica, psicologica, sia dalla competenza didattica ed amministrativa, credo mediati con il dovuto buon senso anche dalla Commissione e dai colleghi che hanno voluto soppesare attentamente i pro e i contro di un'attività legislativa che ancora non ha ritorni in termini di esperienza. Siamo a tracciare fra i primi un quadro complessivo per far fronte a questa problematica.
È una problematica molto sentita: siamo stati accompagnati in queste settimane da uno sguardo attento, da una partecipazione - direi emotiva - e anche di competenza che veniva dall'esterno dell'aula, e non possiamo che associarci ai ringraziamenti puntuali e completi che ha svolto il collega Salzone poco fa, perché abbiamo trovato in essi un utilissimo momento di confronto. Noi, in fondo, siamo poco esperti nel fondo della questione, abbiamo dovuto tentare una sintesi fra diverse istanze e diverse esigenze, ma quanto fosse necessario questo intervento ce lo ha detto anche l'intensa partecipazione alla serata organizzata pochi giorni fa dal Consiglio regionale, le centinaia di persone che hanno risposto ad un invito al confronto che ha arricchito tutti almeno di una convenzione: quella che ogni bambino, ogni ragazzo, ogni persona portatrice di problematiche di disturbo di apprendimento, di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia è una persona che va apprezzata e valorizzata per quello che è, per come è e a cui semplicemente, trovando la bicicletta giusta, possiamo dare moltissimo.
Con questa legge abbiamo intanto l'opportunità di portare il fenomeno in superficie, nella giusta misura; quando a settembre ne abbiamo parlato, l'Assessore Viérin ha portato in quest'aula delle informazioni molto puntuali sullo stato dell'arte nelle nostre scuole e su una percentuale rilevata dell'1,4 percento di casi di dislessia accertati e certificati, ma abbiamo anche misurato al tempo stesso, attraverso altri strumenti, l'esistenza più larga del fenomeno, come ha detto bene anche la collega Impérial poco fa, fenomeno che tocca il 4,8-5 percento circa della nostra popolazione scolastica, il che si traduce molto semplicemente in un bambino per classe, a dare il senso molto presente di quanti dei nostri ragazzi abbiano oggettivo bisogno di un piccolo aiuto; un aiuto che dobbiamo cercare di dare loro, tenendo presente le molte sfaccettature del problema e l'impossibilità di dare una risposta standard per tutti.
A noi è parso, nel lavoro di Commissione, di poter dire che questa legge è uno strumento per aiutare a fare un salto di qualità complessivo anche nella nostra scuola, in cui già molto si fa e si è voluto realizzare in termini di organizzazione, di formazione, individuazione di referenti; ma in fondo abbiamo la sensazione che è tutto l'approccio educativo a dover essere investito da questo problema, è ogni insegnante a dover essere rivoluzionato nel suo modo di affrontare l'insegnamento e che il nodo della questione rimanga anche un po' una forma di contrattualizzazione, di identificazione di un percorso personalizzato, che non dovrebbe però essere solo per i ragazzi interessati da problematiche di DSA, ma dovrebbe essere in fondo il percorso che abbiamo per tutti i nostri ragazzi, per tutti i nostri allievi e studenti. Sappiamo della difficoltà, sappiamo della complessità e del lavoro che questo comporta, ma è un salto di qualità che oggi la nostra scuola, se ambisce - come spesso sentiamo ripetere - ad essere modello e riferimento, non può non fare, soprattutto tenendo presente - come ha tenuto bene presente questa legge - che viviamo in un contesto educativo bilingue, bi e pluriculturale, che vuole far sì che questa problematica dei disturbi specifici di apprendimento non si traduca in soluzioni né approssimative, né inadeguate, ma semplicemente in un approccio più delicato e più complesso sotto il profilo valutativo degli sforzi e delle capacità di apprendimento dei nostri ragazzi.
La nostra proposta di legge, nel testo unificato, ha anche un grande pregio che ha acquisito nel corso delle settimane: quello di guardare anche oltre il caso dell'allievo, oltre la problematica dell'apprendimento in sé, ma - come ha detto bene poco fa il collega Salzone - di capire e sostenere lo sforzo delle famiglie. In fondo non siamo solo di fronte ad un problema neurologico, siamo di fronte ad un problema comportamentale e ad un problema relazionale essenzialmente; di qui la necessità di capire e d'intervenire a sostegno delle famiglie, del loro travaglio anche nell'affrontare queste situazioni e nel superare di slancio queste situazioni. Credo poi sia stata coraggiosa questa proposta, nel complesso, perché facendosi carico degli aspetti di formazione e anche di inserimento lavorativo, anche di individualizzazione delle prove selettive e concorsuali, si fa carico di un "dopo la scuola", di un momento successivo all'apprendimento nel quale le residue difficoltà non devono diventare ostacolo, anche in quei momenti nei quali il giovane si trova ad affrontare prove decisive per quanto riguarda il proprio avvenire professionale.
Nel disegno di legge e nella proposta di legge, come sono stati unificati, è rimasta una sola questione non perfettamente definita, un disaccordo di approccio relativo alla questione della diagnosi e certificazione che ha, come conseguenza, anche la presentazione di emendamenti sui quali andremo più tardi a pronunciarci. Qui si sono confrontate non impostazioni originarie, perché sul punto entrambi i progetti erano omologhi, ma si sono confrontati poi nell'ambito della discussione e soprattutto in seguito all'apporto dell'Associazione competente, l'AID, e degli organismi professionali, approcci diversi, alcuni più fermamente collegati al ruolo pubblicistico nell'attività di certificazione, altri più sensibili alla libertà di scelta da parte delle famiglie per quanto riguarda la diagnosi dei disturbi. Non credo che questo sarà un problema che comprometterà la qualità complessiva del lavoro che è stato fatto; rimarrà probabilmente un punto sul quale potranno divaricarsi le valutazioni, ma questo non toglie nulla alla qualità complessiva del lavoro svolto e all'efficacia che potrà avere questo provvedimento.
Mi sia semplicemente consentito, alla fine di questo piccolo intervento, di dire quello che "non sarà" questa legge. Questa legge non sarà la soluzione immediata e completa dei problemi, non sarà per fortuna neanche un atto di autorità e di imperio che potrà essere percepito male da chi esercita con tutta la sua complessità la libertà educativa e ricerca, giorno per giorno, all'interno delle aule scolastiche la via migliore nella trasmissione del sapere, ma questa legge contiene una serie di opportunità e di indicazioni preziosissime. Consente di valutare con scioltezza e con strumenti diversi le situazioni di apprendimento e soprattutto è una legge che sarà una forte spinta a tutto il nostro sistema scolastico e formativo, pubblico e paritario - come ha voluto formalmente che fosse precisato il Governo regionale -, sarà comunque un messaggio che affidiamo all'intelligenza e alla sensibilità dei nostri educatori e degli operatori sociali e sanitari, perché guardino, se possibile, con uno sguardo attento anch'essi; più attento ancora, se possibile, al futuro dei nostri ragazzi.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, ritengo doveroso intervenire su un provvedimento che anch'io giudico davvero molto importante e, al di là del valore politico di questo atto legislativo, lo trovo anche di profondo spessore culturale. Mi permetto anch'io di ringraziare i colleghi proponenti di questo iter legislativo, i colleghi che si sono impegnati nel lavoro della Commissione e anche le associazioni che hanno dato un contributo fattivo anche alla stesura stessa degli articoli. Non vorrei però che uscissimo di qui dicendo: "siamo i primi della classe, in Valle d'Aosta abbiamo fatto un provvedimento unico al mondo", ci lodassimo, senza vedere che quando si fanno delle belle leggi bisogna essere consapevoli che queste poi si confrontano con una realtà. Allora la cosa che mi ha colpito è quanto investiamo, perché parlo di un "investimento" e non di un costo, in questa legge: mi pare di leggere, dall'articolo finale, che si parla di una cifra all'incirca di 50mila euro, cioè una grandissima legge, straordinaria, rivoluzionaria... 50mila euro!
È chiaro che sono convinto che - poi dirò perché - questa legge rimane importantissima, ma è pur sempre un primo passo. Sono sicuro che dovremo ritornare e riflettere perché una legge così non può costare 50mila euro, altrimenti ce la copiano immediatamente e fa il giro del mondo, perché dicono: "quelli hanno trovato il meccanismo per investire in cultura spendendo niente"! È chiaro che si tratta di un provvedimento importante, che naturalmente ha una caratteristica su alcune parti di legge quadro... cosa vuol dire? Significa che è affidata ad un importantissimo Comitato una serie di momenti applicativi che saranno poi quelli decisivi nel funzionamento della legge.
Una cosa che voglio altresì sottolineare è che questa legge può funzionare in Valle d'Aosta perché c'è una ragione strutturale: la scuola della Valle d'Aosta ha comunque - per risorse messe in campo - le condizioni perché la legge non sia proprio un flop, naturalmente Brunetta e Calderoli permettendo. È chiaro che se decidiamo di applicare i tagli previsti a livello nazionale sulla scuola, certi provvedimenti legislativi poi faranno la fine che faranno! Da un certo punto di vista abbiamo una scuola che è in grado di farsi carico di una legge così importante, però mi rimane una preoccupazione che voglio esternare qui ed è quella che c'è il rischio, se questo Comitato non opererà nel modo più corretto possibile, di scaricare una responsabilità culturale e tecnica sulla scuola; scuola che non è solo investita da questo tipo di legge, ma è investita da anni e da processi di trasformazione, qui parlo in modo bipartisan: che siano stati i "Berlinguer", le "Moratti", i "Fioroni", le "Gelmini", vi sono stati continui cambiamenti e gli insegnanti se li trovano a gestire in condizioni difficili. Anche di questo bisognerà tener conto, perché non vorrei che venisse fuori che abbiamo fatto la legge più bella del mondo e poi, se non funziona, sarà colpa di qualche sfaccendato insegnante che non ci mette abbastanza del suo impegno? Bisogna invece tener conto che nel frattempo quell'insegnante sta facendo tante altre cose oltre a questa, che, ripeto, è importantissima... perché? Perché come ben ha richiamato il collega Salzone in alcune serate di approfondimento che abbiamo avuto l'opportunità di seguire tutti, grazie all'impegno del Consiglio regionale che ha permesso di organizzare queste serate, la scuola che consentirà alla legge di avere successo è una scuola che si pone l'obiettivo di portare tutti al successo formativo, cioè una scuola che promuove il successo di tutti i ragazzi.
Non è quindi la scuola che si sta affermando sul modello nazionale, cioè una scuola selettiva: se sei sveglio vai avanti, se non sei sveglio vai a lavorare; è un altro tipo di scuola. È una scuola del tempo lungo, è una scuola che prende tempo per seguire l'alunno che è più in difficoltà, che guarda tutti; è una scuola che, oltre a guardare con particolare attenzione questo tipo di alunni, guardi a tutti i tipi di alunni, anche a quelli che oggi rendono difficili i processi di apprendimento, perché sono particolarmente vivaci e rendono più difficile l'apprendimento a quelli che hanno delle difficoltà. È una scuola completamente diversa da quello che si immagina di costruire a livello nazionale ed è in questo senso che guardiamo con grande favore a questa legge e ai processi difficili che ci saranno di applicazione di questa legge. Dico "processi difficili" perché quando nella legge scriviamo: "qui bisognerà formare il personale docente", dobbiamo avere presente quali sono le norme contrattuali - sono sicuro che l'Assessore le conosce benissimo, ma forse non tutto il Consiglio le conosce - che stanno dietro alla formazione del personale docente. Bisogna sapere che tale formazione non è obbligatoria. Il docente sceglie il tipo di formazione e siccome le sollecitazioni che ha rispetto alla formazione sono moltissime, non è così scontato che immediatamente riusciamo a formare in massa tutti gli insegnanti rispetto a queste cose qui. Non è così facile far passare concetti che a noi, oggi, sembrano banali delle misure dispensative... evitare certi dettati troppo lunghi, evitare di leggere ad alta voce tutti... sapete che lavoro vuol dire formare gli insegnanti alla cultura della misura dispensativa? Formare tutti i docenti alla cultura della misura compensativa, quindi dell'utilizzo di strumentazioni e tecnologie varie? Qui, a livello regionale, si sta facendo tantissima formazione sugli insegnanti, ma bisogna essere coscienti di quello che stiamo dicendo qua dentro, per quello parlo di un provvedimento di legge rivoluzionario, perché davvero può rivoluzionare in senso positivo la nostra scuola...
(interruzione del Consigliere Salzone, fuori microfono)
...guarda, che tutti i miei colleghi usano in modo massiccio le strumentazioni tecnologiche, ti posso dire c'è chi ritiene che siano più opportune, chi meno, è una cosa da verificare, caro amico Salzone, e da costruire insieme, perché siccome li facciamo lavorare 40 anni come tutti gli altri lavoratori, c'è chi magari ha iniziato la scuola e non è che ha tutte le conoscenze, ha fatto tanta formazione in altri settori.
L'altro aspetto molto positivo e straordinario di questa legge - e qui ripeto il rilievo sul finanziamento che servirà per sostenere questa legge - è l'aiuto alle famiglie. Qui è davvero un provvedimento importante, che spero questa legge apra anche per altri alunni oltre a questi, sulla possibilità di avere un supporto nel cosiddetto "doposcuola"; famiglie sempre più impegnate nel lavoro non possono seguire questi ragazzi e addirittura non è opportuno che le famiglie alle volte li seguano in questo specifico disturbo dell'apprendimento, quindi è importantissimo questo aiuto, che però non avviene senza costi. Allora c'era poco da ridacchiare stamattina da parte di qualcuno, quando si parlava dei tagli ai servizi sociali del Comune di Aosta, c'era poco da ridacchiare visto che in questo momento stiamo per approvare una legge che prevede degli investimenti sulle famiglie e sugli alunni! Ed è per questo che noi daremo il voto favorevole convinto a questo provvedimento, perché le stesse politiche che facciamo al Comune di Aosta le approviamo qui, in quest'aula. Grazie.
Président - Il n'y a pas d'autres interventions? Je ferme la discussion générale.
La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Laurent Viérin.
Viérin L. (UV) - Merci, M. le Président. Avant tout au nom du Gouvernement régional et du collègue Albert Lanièce, car cette loi est une loi qui part du domaine de la culture, mais qui voit aussi impliqué le domaine socio-sanitaire, on exprime satisfaction pour l'arrivée au Conseil de ce dessein de loi. Je remercie tous ceux qui ont travaillé à ce projet, à partir du Gouvernement, jusqu'aux rapporteurs des différents desseins de loi et aussi j'exprime ma satisfaction pour qu'il y ait un important consensus sur ce thème très important, donc il est important qu'il y ait un large partage du point de vue des différentes sensibilités même politiques.
Questo disegno di legge si configura come espressione di volontà del Governo di mettere a punto azioni di qualità e investimenti, sia professionali, sia finanziari, per mantenere il modello e garantire così una risposta puntuale anche alle esigenze di percorsi educativi individualizzati, e favorire il successo formativo degli alunni per mantenere quello standard di qualità che la scuola valdostana vuole continuare ad avere.
Mi limiterò a sottolineare gli aspetti che ci stanno particolarmente a cuore, cioè il fatto che con questa legge andiamo a colmare un vuoto che esiste e, vista la situazione che anche in Valle d'Aosta permane, si tratta di dare risposte concrete e di investire nel campo del sociale, non fermandosi al mondo della scuola - qui sono contento che la Commissione abbia recepito le indicazioni presenti nel nostro testo -, ma aprendo queste misure anche al mondo dell'istruzione e formazione, alle famiglie e al doposcuola, perché il problema dei disturbi dell'apprendimento non si ferma con il conseguimento di un titolo di studio. È importante che questi obiettivi siano conseguiti con un ampio consenso tutti assieme, con il pieno coinvolgimento delle scuole paritarie, formazione professionale, quindi una visione globale dell'istruzione e formazione con pari riconoscimento dei ruoli di tutti i soggetti. Direi che il modello - come è stato ricordato - non è bilingue, ma plurilingue, quindi con l'aggiunta delle lingue veicolari e in più della lingua nella valle Walser, diventa una misura che si estende al nostro modello in tutte le sue differenze. Anche la previsione di questo Comitato scientifico che ci sembrava importante e che va ad arricchire questo disegno di legge, rappresenta la volontà di interagire con tutti i soggetti che sono coinvolti in questa problematica, quindi Assessorato dell'istruzione, Assessorato della sanità, USL, Università, Agenzia del lavoro e le associazioni che sono impegnate in questo tema sociale molto importante, che ringrazio anch'io per l'apporto e per la sollecitazione, perché ogni legge nasce da esigenze reali sul territorio che le istituzioni devono recepire. Importante è il sostegno per i progetti, quando diciamo che non ci vogliamo fermare al mondo della scuola, perché gli enti e le associazioni possono proporre iniziative di supporto al percorso scolastico formativo ed extrascolastico. È quindi un momento importante di sinergia che potrà far crescere non solo la scuola valdostana, ma la nostra società.
Infine vorrei ringraziare la Sovrintendenza agli studi, in particolare la Sovrintendente Patrizia Bongiovanni, tutti i suoi servizi, perché questo è stato un impegno corale della Commissione e soprattutto degli uffici che hanno predisposto - per quanto riguarda il Governo - il testo, che ci hanno supportati tecnicamente anche nelle audizioni e di fronte alle suggestioni che venivano sia dai soggetti interessati esterni, sia dai singoli commissari. Credo che questo sia un testo equilibrato, frutto del lavoro di tutti e oggi siamo qui ad approvare un testo nell'interesse della comunità valdostana.
Per quanto riguarda gli emendamenti una breve anticipazione, poi il collega Lanièce interverrà nel merito; mi riferisco all'ultima questione di natura tecnica che divideva... noi abbiamo preferito agire sul terreno della prudenza e soprattutto sul terreno della riconoscenza da parte dell'USL di questi disturbi, aggiungendo poi la parte di convenzionati - quindi l'USL o i soggetti convenzionati -, in quanto riteniamo che ci debba essere una tutela sulla parte di riconoscimento di questi disturbi e non rischiare di entrare in una sorta di sistema diverso, che non tuteli dal punto di vista delle istituzioni e anche di chi ha questi problemi, ma appunto una diagnosi che tuteli tutte le parti interessate. Ritorneremo sui singoli emendamenti; era solo per esprimere qual era stata la filosofia che cercava di mediare all'interno delle diverse sensibilità, cercando di andare nella direzione anche suggerita da un punto di vista tecnico dagli uffici sia della parte istruzione e cultura che della parte sanità.
Président - On peut passer à l'examen de la loi.
Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents et votants: 33
Pour: 33
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote l'article 2:
Conseillers présents et votants: 33
Pour: 33
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote l'article 3:
Conseillers présents et votants: 33
Pour: 33
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - A l'article 4 nous avons trois amendements, deux amendements signés par les Conseillers Louvin et Morelli, et un amendement signé par le groupe PdL, qui seront discutés dans l'ordre suivant: l'amendement Louvin-Morelli, l'amendement PdL, enfin l'amendement Louvin-Morelli.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Presidente, non mi permetterei di dissentire dalla sua organizzazione, potrei semplicemente proporre che si discuta eventualmente la questione contestualmente, perché ci sono tre versioni diverse di emendamento ad una versione che è quella che è stata licenziata dalla Commissione; quindi è forse utile mettere sul tavolo, se lei lo permette, delle valutazioni di ordine generale sulla questione diagnosi-certificazione, dopodiché si procederà alla votazione separata.
Mi permetto quindi di illustrare il senso dei nostri due emendamenti e di fare una piccola valutazione comparativa con la soluzione che è stata individuata maggioritariamente dalla Commissione come soluzione preferita. In sostanza la Commissione ha licenziato un testo in base al quale la diagnosi dei disturbi specifici di apprendimento è riservata all'azienda USL, che può avvalersi di convenzioni con neuropsichiatri infantili o psicologi clinici, e successivamente comunicata. In sostanza unico soggetto a cui la legge affida l'autorità di diagnosi e quindi di certificazione del disturbo specifico di apprendimento in base al testo licenziato dalla Commissione sarebbe la stessa azienda USL. La problematica è stata messa in discussione fin dall'inizio dei nostri approfondimenti in occasione già del primo incontro che abbiamo avuto con i soggetti portatori di interesse in questa vicenda: mi riferisco, in particolar modo, ad una nota che ci ha fatto pervenire in quella circostanza l'Associazione italiana della dislessia, una nota molto precisa e puntuale con la quale veniva individuata questa opportunità di far ricorso anche all'ausilio di medici convenzionati e non. La nota a firma della Presidente dell'Associazione Maria Grazia Lumetta ci è stata consegnata ed è stata discussa in quella circostanza, facendo poi oggetto di ulteriori approfondimenti che personalmente ho ritenuto molto significativi, in particolare, da parte del neuropsichiatra dr. Voltolin, che ha sottolineato come la diagnosi abbia un carattere multidisciplinare interprofessionale. Questa valutazione metteva in evidenza, anche in seguito a precisi quesiti che gli sono stati rivolti dai commissari, il fatto che ci potesse essere in qualche circostanza una ricerca di attenzione da parte dei familiari dei ragazzi interessati da questi disturbi, ma a preciso quesito faceva riferimento ad un'assenza di situazioni finora verificatisi di carattere simulativo, cioè di tentativo di apparire e di far risultare l'esistenza di disturbi.
Credo peraltro sia piuttosto raro che si vada forzatamente a cercare di mettere in rilievo una situazione di disturbo, poiché complessivamente credo che ne farebbero molto volentieri a meno persone interessate e famiglie, ma si è sviluppata intorno a questa problematica una discussione che ha il sapore del sospetto o dell'idea, del retropensiero che ci possano essere situazioni simulative. Credo che bisogna parlarne apertamente, che bisogna mettere sul tavolo le nostre opinioni sul punto. L'opinione dei sottoscrittori di questo emendamento, quella della collega Morelli che ha partecipato ai lavori in V Commissione, e mia personale, è che questa limitazione possa avere una serie di profili problematici dal punto di vista della non individuazione esatta di soggetti che possano, al di fuori dell'azienda USL, operare diagnosticamene, quindi con una sostanziale opposizione anche da parte di professionisti che operano seriamente e di istituzioni che operano molto attivamente nell'ambito della ricerca e della diagnosi di questi disturbi, e quindi che questa rigidità, questa forma di chiusura - ripeto, siamo in questo articolo in una fase di diagnosi in epoca scolastica e non in una età post-scolastica - possa tradursi in una limitazione. Una limitazione anche in qualche modo di appesantimento, perché tutto si incanalerebbe nell'imbuto dell'azienda USL, che potrebbe - e qualche avvisaglia c'è già - risentire di questo sovraccarico lavorativo con ritardi e con un obbligo sostanziale di persone che hanno avuto già certificazioni in altra sede, che hanno effettuato diagnosi in altra sede, questa necessità di ripercorrere questa via.
A noi era parso in prima battuta più adeguata una formulazione, quella indicata nell'emendamento n. 2, che lasciava una libertà di scelta alle famiglie e agli interessati tra una diagnosi effettuata all'interno della struttura pubblica e una diagnosi effettuata invece da neuropsichiatri o psicologi clinici in regime di libera professione. Non consideriamo la soluzione indicata dalla Commissione come una soluzione ottimale, l'idea del convenzionamento è un'idea limitante: solo chi è richiesto per questa prestazione da parte dell'USL, chi è individuato dall'USL se e quando l'USL lo ritenga, sarebbe in questo modo chiamato a poter effettuare un'attività diagnostica. Il nostro emendamento n. 2 apriva in modo più ampio le porte.
Ci è giunto peraltro - poco più di 48 ore fa, quindi non ha fatto oggetto di valutazioni e di approfondimento in seno alla Commissione questo ulteriore apporto - un suggerimento e una proposta più articolata da parte dell'Ordine degli psicologi, che credo abbiano la loro autorevolezza e la loro legittima aspirazione a veder riconosciuta la competenza in sede diagnostica e che suggeriscono una formulazione più articolata, più complessa, che scinde i due profili: quello di diagnosi dei disturbi specifici di apprendimento da operare nell'ambito di trattamenti specialistici, assicurati dall'USL, ma anche attraverso neuropsichiatri infantili o psicologi che aderiscono alle linee guida definite con il metodo del Consensus Conference e poi comunicato alle famiglie. Per noi questo ricorso ai neuropsichiatri infantili o psicologi dovrebbe fare appello sia ai convenzionati che ai non convenzionati, dovrebbe consentire l'utilizzo da parte dell'USL di diagnosi effettuate in regime libero professionale, di cui qualora venga accertato che sono effettuate secondo una metodologia standard. Quando parliamo di Consensus Conference - che non tutti i colleghi hanno ben presente - ci riferiamo ad un accordo intervenuto fra gli operatori scientifici del settore promosso dall'Associazione italiana dislessia, ma che ha visto società scientifiche, associazioni - fra cui l'Associazione italiana pediatri e logopedisti, psicologi, eccetera - ed una serie di soggetti altamente qualificati che hanno individuato le modalità comuni per operare questo tipo di diagnosi.
Riteniamo quindi che sia opportuno, per evitare ingolfamenti e blocchi nell'azione dell'USL, per non sovraccaricarla e consentire ad altri soggetti di effettuare, su richiesta delle famiglie e con loro libera scelta - e sottolineo che questa è anche la direzione in cui si stanno muovendo altre Regioni in sede legislativa - liberamente queste diagnosi e ottenerne in seguito la certificazione tramite i servizi specialistici dell'azienda USL.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Il principio della libertà diagnostica è quello che ispira anche la nostra proposta di modifica del comma 3 dell'articolo 4, perché indubbiamente l'USL fornisce uno schema dei trattamenti specialistici, assicura i trattamenti specialistici, ma è inevitabile che ognuno di noi possa ricorrere allo specialista che ritiene più opportuno per fare gli approfondimenti necessari, per diagnosticare una patologia, un disagio. Non riusciamo a capire perché la Commissione ha optato per una scelta che sarà, sì, una formula compromissoria, ma alla fine è limitativa e, a nostro avviso, contraria a quei principi di libertà e di scelta di cui facevo cenno. Faccio un esempio: qualunque genitore di un figlio che è potenzialmente dislessico o di cui si sospetta uno di questi disagi di cui si è ampiamente parlato anche con scienza e competenza da colleghi che ne sanno più di me, può rivolgersi a specialisti che si trovano a Palermo, a Milano, a Roma, in qualunque parte d'Italia e anche d'Europa, in virtù di un concetto comunitario che accomuna 27 Paesi, e produrre questa diagnosi con una valenza a tutti gli effetti piena ai competenti organi dell'USL valdostana e comunicarla all'istituzione scolastica di appartenenza dell'alunno.
L'impostazione dell'articolo, così come è stato formulato nella legge, a nostro avviso viola i principi di libertà; è stato anche citato da chi mi ha preceduto che una maggiore elasticità dovrebbe riconoscersi. Qualcuno obietterà: il medico scrive quello che gli suggerisce il cliente che paga, se questo è l'assunto è una versione distorta della concezione medica e specialistica nel nostro Paese, spero che un'obiezione del genere non venga assunta a corollario, ma si cerchi di tutelare le competenze e le professionalità che si sviluppano nella libera professione; libera professione che nella nostra Regione vede tanti giovani che si laureano nelle facoltà qui indicate, che sono necessarie per questi tipi di diagnosi e che si specializzano e si tengono costantemente aggiornati per poter far fronte ai problemi che quotidianamente sono loro sottoposti.
I medici convenzionati rischiano di diventare dei veri e propri burocrati sanitari che, alla fine, certificano più per fatto amministrativo che non per esame approfondito le varie casistiche che vengono loro sottoposte. Allora se questa formula che abbiamo proposto appare eccessivamente liberale, possiamo dire che la formula scritta nel testo condiviso appare estremamente dirigistica. Troviamo una formula che possa trovare una via mediana che non sia però il classico compromesso che non soddisfa né l'una, né l'altra parte, ma che soddisfi in primis le esigenze degli alunni che devono essere seguiti e aiutati nel loro percorso riabilitativo, e poi aiutare la famiglia che deve accudire i propri figli e, infine, tutelare una dignità professionale medica che secondo questa formulazione verrebbe alquanto mortificata.
Sono queste le ragioni che hanno ispirato la presentazione della nostra proposta emendativa e ci piacerebbe che questo emendamento, come anche altri che sono stati predisposti, potesse fare l'oggetto di un esame condiviso. Non so se poi gli Assessori competenti riterranno opportuna una pausa di sospensione per approfondire tali proposte.
Président - La parole au Conseiller Donzel.
Donzel (PD) - Come Partito Democratico abbiamo riflettuto sulle proposte dei colleghi, che hanno una loro fondatezza, perché in assenza di una legislazione anche nazionale in merito stiamo affrontando una materia assolutamente nuova, molto delicata, quindi le affermazioni che sono state fatte hanno una sensatezza e una valenza. Ci siamo però riferiti a quanto accade nel mondo che conosciamo di più, che è il mondo del lavoro, dove una persona può incorrere in infortuni, invalidità, eccetera. Certamente esistono tanti specialisti che potrebbero certificare che questa persona ha un'invalidità, però si ricorre ad una Commissione che certifica questa invalidità: questo non mette in dubbio la professionalità di tanti medici che potrebbero dire che quella persona è invalida, cioè ha mal di schiena o quant'altro.
È necessario che ci sia un passaggio anche non dirigista, ma che dà una certificazione a queste cose; questo meccanismo della convenzione è molto aperto a nostro avviso, perché ho avuto modo di sentire dalle famiglie che i centri che riconoscono queste patologie non sono tantissimi in Italia e le famiglie hanno spesso individuato dei professionisti che potrebbero essere segnalati all'Amministrazione che potrebbe avviare delle convenzioni con questi che sono i professionisti più riconosciuti dalle stesse associazioni. In tal senso avremmo un minimo di disciplina su una materia che è molto delicata ed è interesse di tutti che sia gestita nel modo più serio possibile, perché, vista la difficoltà scientifica che è riconosciuta dagli stessi esperti dell'approccio a questo tipo di disturbo, occorre che ci sia in questa fase di avvio della norma una particolare attenzione. Naturalmente deve esserci l'impegno, nel caso in cui emergessero frequenti contenziosi fra le famiglie e l'Amministrazione, di fare una riflessione: se davvero emerge che l'Amministrazione con questo meccanismo non è in grado di certificare i vari casi ed emerge un contenzioso infinito, ci corre l'obbligo di riflettere su questa cosa. In questo senso ci asteniamo su questi emendamenti.
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Albert Lanièce.
Lanièce A. - Grazie, Presidente. Rispondo agli emendamenti n. 1 e n. 2 di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau e all'emendamento del PdL, brevemente, perché i concetti che esprimerò sono chiari, si tratta di un punto fondamentale della legge poiché è un articolo - e in particolare il comma 3 - che stabilisce da chi deve essere fatta la diagnosi.
Si è ritenuto opportuno individuare nell'Azienda USL e nei medici convenzionati con essa, le figure preposte a certificare il disturbo DSA. Abbiamo detto come l'Azienda USL abbia una missione fondamentale che è quella di garantire formazione e aggiornamento continuo del personale sanitario, come in questo caso rivolto alla diagnosi delle persone affette da DSA. È importante ricordare come le strutture pubbliche siano costantemente identificate dai legislatori per garantire qualità della prestazione e terzietà di giudizio, punti fondamentali poiché vengono emesse certificazioni ai fini clinici e medico-legali. La dislessia, se diagnosticata, comporta una serie di modifiche nel percorso scolastico.
Rimanendo nei DSA, ricordiamo come la circolare del Ministero dei trasporti inerente l'ammissione agli esami orali di candidati affetti da queste patologie, che determinano gravi difficoltà nella comprensione di testi scritti, Dipartimento dei trasporti, 28 novembre 2000 avente per oggetto: "Esami orali per il conseguimento della patente di guida", faccia riferimento alla necessità di produrre una idonea certificazione da parte di strutture pubbliche. Ricordo come l'unica legge regionale attuale in materia, redatta dalla Regione Basilicata, del 12 novembre 2007 n. 20, all'articolo 7, richieda una certificazione medica di struttura pubblica che accerti l'esistenza del disturbo; quindi assolutamente qui non si parla di mortificazione professionale, i genitori possono avvalersi di consulenze e di certificati dei più qualificati neuropsichiatri o psicologi, ma la diagnosi deve essere fatta, come in tantissimi altri ambiti, ad esempio per le patenti, da una struttura pubblica. Per quanto riguarda le linee guida - Consensus Conference -, queste sono raccomandazioni di buona pratica clinica, non vincolanti per il professionista.
Riteniamo la formulazione dell'articolo 4, in particolare al comma 3, valida, e quindi voteremo contro gli emendamenti.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - Siamo piuttosto allibiti dalla risposta che ci ha fornito l'Assessore Lanièce, anche perché lui è un medico competente, inserito nel sistema sanitario, quindi capisce meglio di noi il problema.
Innanzitutto quando si parla di terzietà del giudizio, terzietà che significa anche qualità del giudizio, non si può presupporre che la qualità esista in senso assoluto nel medico convenzionato con l'azienda sanitaria e possa essere sottoposta a qualche dubbio se si va, invece, a cercare nell'ambito specialistico libero un professionista di fiducia. È piuttosto pesante come affermazione questa, Assessore! È come dire che il medico convenzionato è di serie A, lo specialista professionista reperito liberamente è di serie B, perché si teme un abuso nella sua certificazione. Non si può accogliere questo principio, anche perché ipotizzando di avere un figlio con questo tipo di problemi, prima di tutto provo ad immedesimarmi nella condizione di un genitore che si trova in questa situazione, non è facile riconoscere il disagio del figlio. Immagino che sia refrattario il genitore che si trova in queste condizioni ed è anche comprensibile, è suo figlio! Penso quindi che il genitore non vada a cercare il medico compiacente che gli costruisca la diagnosi ad personam per una determinata utilità. Credo che l'interesse massimo del genitore che tiene al proprio figlio sia quello di capire realmente cos'ha il figlio, quindi lo porta dal miglior specialista possibile, ovviamente secondo le proprie disponibilità finanziarie.
Noi rifiutiamo il concetto che il miglior specialista italiano in materia è sicuramente inabile ancorché iscritto ad un albo rispetto al burocrate sanitario che viene lì convenzionato e che, magari, domani diventerà l'ufficio periferico dell'azienda che valuta in maniera asettica: questo bambino ha il problema, questa bambina non ha il problema, eccetera. Il problema della terzietà di giudizio credo che non debba essere affrontato con questa leggerezza, Assessore. Voi dite: "votiamo contro", ma soffermatevi un attimo di più su questo problema; qui si tratta veramente di cancellare con una norma l'impegno di tutti coloro che si sono laureati in psicologia o si sono specializzati in neuropsichiatria infantile, quindi hanno tutte le basi per esaminare i casi che vengono loro presentati. Non possiamo mettere con un articolo del genere in discussione la dignità professionale di queste persone. È vero che la Corte costituzionale - abbiamo avuto l'esempio con i maestri di sci - è riuscita a negare la libertà di associazione economica - dalla Corte ci si può aspettare questo e altro! -, ma ritengo che questo articolo, così come è impostato, abbia qualche odore di legittimità. Poi c'è chi ha competenze superiori alle mie e potrà aggiungere qualcosa di più, ma noi non possiamo accettare un'impostazione così tranchante di questa vostra proposta e una reiezione al mittente di altre proposte, e includo anche quella dei colleghi di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, che sono sicuramente degne di interesse.
Di fronte ad un atteggiamento di questo tipo anche a noi non rimane che votare contro questo articolo; abbiamo condiviso questa legge, condividiamo principi, impalcatura, obiettivi, però questa è la chiave di volta del meccanismo ed è una chiave di volta che viene costruita su un pilastro che è claudicante e che mette in difficoltà le famiglie, le quali devono passare per forza nell'imbuto di una certa burocrazia sanitaria che, a nostro avviso, non è garanzia di qualità e di terzietà come voi sostenete con il tenore letterale così scritto.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Effettivamente le motivazioni che sono state espresse a sostegno della formulazione di questo articolo, come licenziato dalla Commissione, lasciano adito a molte perplessità.
Credo che qui intanto bisogna sgombrare il campo da qualche equivoco. Non stiamo creando una situazione nella quale diamo qualche vantaggio economico o comunque di percorso, addirittura come dice l'Assessore, "di modifica del percorso scolastico": stiamo dando degli strumenti, delle misure, delle tecniche che sono in parte compensative di svantaggi oggettive, e in parte di migliore adeguamento del rapporto educativo nell'ambito degli insegnamenti dispensati e della loro valutazione. Se questo è, il problema di una terzietà di giudizio a nostro modo di vedere cede il passo rispetto all'importanza di vedere giusto sul piano clinico e sul piano comportamentale della situazione dell'alunno. Stiamo parlando della fase scolastica perché - attiro anche la sua attenzione, Assessore, visto che ha fatto riferimento alle questioni del Ministero dei trasporti, delle patenti, eccetera - abbiamo previsto espressamente nel terzo emendamento che, qualora si ponga il problema per qualcuno che è fuori dal circuito scolastico, in età adulta sostanzialmente, questo avvenga per il tramite di una struttura pubblica. Ci si intende presentare ad un concorso per ottenere un posto di lavoro, se questa è la cautela che sembrava richiedesse il Governo regionale come maggiore preoccupazione, lasciamo che in quel caso, ma solo "in quel caso", si faccia ricorso esclusivamente ad una certificazione pubblica... ma è l'emendamento n. 3.
Nelle questioni sollevate dai colleghi del PdL e da noi credo che non siamo su un terreno di certificazione di invalidità che dà luogo, come è stato richiamato da qualcuno prima, ad un beneficio, si fa solo spazio ad un approccio educativo diverso. Ora, che qui ci sia la preoccupazione simulativa, che qualcuno faccia il furbo, mi pare che sia molto distante; ribadisco che ci troviamo nella situazione opposta di persone che, vuoi perché all'epoca i nostri servizi dell'USL non erano ancora adeguatamente strutturati, vuoi per il fatto che sono oggettivamente ancora deboli dal punto di vista dell'organico e questo ci è stato ribadito in Commissione, che ci possono essere lentezze, ritardi, e che obblighiamo persone che hanno fatto questo percorso in altre strutture, magari anche pubbliche, fuori da questa Regione, ragazzi che si trasferiscono in Valle e che devono in base a questa legge ottenere una certificazione dell'USL, li obblighiamo a ripercorrere questo iter e a sottoporsi, una volta di più, ad una diagnosi e ad una certificazione che è già avvenuta e credo, nell'interesse di questi ragazzi, non sia una certificazione da conseguire a pagamento. È una certificazione che si consegue per necessità quando se ne ravvisa assolutamente l'utilità.
Ha detto bene il collega Tibaldi che non sempre le famiglie sono fortemente sospinte verso questa certificazione, addirittura abbiamo casi nei quali è la scuola stessa a chiedere che non venga immediatamente certificato, a ritardare queste procedure. Ci sono situazioni molto diversificate. Io qui prescinderei comunque dalla battaglia ideologica per la libera scelta o per la soluzione pubblica, ma direi che è opportuno e sano per il nostro sistema, in questo momento, non imbrigliare tutto all'interno della certificazione pubblica, ma di dare l'opportunità - ribadisco - per il ciclo scolastico, perché possiamo tranquillamente tenere la salvaguardia con il terzo emendamento per quanto riguarda gli aspetti concorsuali, di tenere aperto il ricorso anche a medici non convenzionati, anche a psicologi non convenzionati, anche a strutture sanitarie eventualmente private che operino in questo campo, e ce ne sono anche, all'eccellenza, in questo momento in Italia e all'estero.
Ribadiamo quindi la nostra convinzione e anche la convinzione che entrambi gli approcci, pur con qualche diversità di sensibilità, sia quelli dei colleghi del PdL che i nostri, ci sembrano maggiormente e aderenti alle necessità del momento, e ricettivi delle aspirazioni anche e delle preoccupazioni delle famiglie, che sono tutt'altro che simulative.
Si dà atto che il Vicepresidente André Lanièce non partecipa alla votazione degli emendamenti relativi all'articolo 4.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 1 signé par les Conseillers Louvin et Morelli, qui récite:
Emendamento
L'articolo 4, comma 3 è sostituito dal seguente comma:
La diagnosi di DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici assicurati dall'azienda U.S.L., anche attraverso neuropsichiatri infantili o psicologi che aderiscono alle linee guida definite con il metodo della Consensus Conference, convenzionati e non, ed è comunicata dalla famiglia all'istituzione scolastica di appartenenza dell'alunno. La certificazione di tali diagnosi è di competenza dei servizi specialistici dell'Azienda U.S.L.
Conseillers présents: 33
Votants: 29
Pour: 9
Contre: 20
Abstentions: 4 (Donzel, Carmela Fontana, Rigo, Salzone)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'amendement du PdL, qui récite:
Emendamento
Il comma 3 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
"3. La diagnosi di DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici assicurati dall'Azienda USL da psicologi e neuropsichiatri infantili abilitati all'esercizio della professione ed è comunicata dalla famiglia all'istituzione scolastica di appartenenza dell'alunno.".
Conseillers présents: 33
Votants: 28
Pour: 9
Contre: 19
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, La Torre, Rigo, Salzone)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'amendement n° 2 signé par les Conseillers Louvin et Morelli, qui récite:
Emendamento
L'articolo 4, comma 3 è sostituito dal seguente comma:
La diagnosi di DSA degli alunni è effettuata dai servizi specialistici dell'Azienda U.S.L. o da neuropsichiatri o psicologi clinici ed è comunicata dalla famiglia all'istituzione scolastica di appartenenza dell'alunno.
Conseillers présents: 33
Votants: 28
Pour: 9
Contre: 19
Abstentions: 5 (Donzel, Carmela Fontana, La Torre, Rigo, Salzone)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote l'article 4:
Conseillers présents: 34
Votants: 29
Pour: 25
Contre: 4
Abstentions: 5 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Louvin, Patrizia Morelli)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote l'article 5:
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 34
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote l'article 6:
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 34
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - La parole au Conseiller Louvin sur l'article 7.
Louvin (VdAV-R) - L'articolo 7 è stato oggetto di grande e vivace discussione e porta ad intervenire sia su progetti di ordine generale, a supporto e sostegno del percorso scolastico, iniziativa essenzialmente delle istituzioni scolastiche, ma anche di altri enti e associazioni, e poi ha introdotto - ed è stato frutto di un allargamento dell'orizzonte che ha fatto la Commissione - anche la possibilità di erogare contributi alle famiglie di soggetti con DSA per l'acquisto di strumenti informatici dotati di videoscrittura.
Intanto esprimo apprezzamento per il fatto che si sia allargato questo spettro anche ad un intervento mirato a favore delle famiglie e sottolineo - rivolgendomi agli Assessori che si occupano dei finanziamenti per i supporti informatici alle famiglie - che si possa già operare con rapidità, visto che si sta prolungando l'onda della contribuzione massiccia che è stata erogata per strumenti informatici lo scorso anno, a favore degli studenti delle scuole, che si possa operare quanto prima un allargamento, perché ci sono famiglie che per la pluralità di figli, necessitando di strumenti appositi per questi ragazzi portatori di disturbi specifici di apprendimento, necessitano di più computer in famiglia. Siccome non stiamo ragionando su scala di numeri molto alti, là dove si sta intervenendo per erogare finanziamenti alle famiglie per l'acquisto di questi strumenti, affinché questo tipo di aiuti possa essere attivato più rapidamente, se possibile fare un percorso agevolato - mi pare che sia stata proprio di queste ultime settimane la deliberazione di prolungamento dell'effetto di quella iniziativa dello scorso anno - e intervenire con un ulteriore allargamento, a precisazione del fatto che famiglie che hanno più figli - loro, o anche in affidamento, o adottati, eccetera - possano dotare ciascuno di essi di uno strumento apposito. L'onere diventa rilevante per le famiglie, ma credo che nella quantità dell'intervento che facciamo su scala di tutti i ragazzi delle nostre scuole questo possa essere assorbito facilmente; quindi è solo una sollecitazione, una richiesta di attenzione su questo e, se possibile, condividendo questa sensibilità anche con i colleghi relatori, dare una via rapida alla fruizione di questi benefici.
Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Solo per rispondere alla sollecitazione che è stata presentata e che credo facesse parte di un discorso più ampio nel dibattito della Commissione competente. A conferma del fatto che si continuerà ad erogare questo intervento a favore dei giovani, e che nell'anno in corso andrà ad attivare due annualità, perché utilizzeremo anche i fondi europei, altrimenti non ce la faremmo, nell'ambito di questa organizzazione terremo conto di quello che è stato sollecitato.
Président - Je soumets au vote l'article 7:
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 34
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - A l'article 8 il y a l'amendement n° 3 signé par les collègues Louvin et Morelli.
La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Direi che questo emendamento è automaticamente da considerarsi ritirato, perché era strettamente collegato alla diversa impostazione che avevamo proposto per quanto riguarda la certificazione all'articolo 4, comma 3. In questo momento diventa generale l'obbligo di munirsi di apposita certificazione rilasciata dai servizi specialistici dell'USL, per cui diventerebbe ultroneo questo tipo di emendamento.
L'emendamento è ritirato.
Président - L'amendement n° 3 signé par les Conseillers Louvin et Morelli est retiré; j'en donne lecture pour le procès-verbal:
Emendamento
All'articolo 8 al termine del comma 2, aggiungere la seguente frase:
I candidati che non abbiano conseguito la certificazione del DSA nel corso del ciclo scolastico devono produrre un'apposita certificazione rilasciata dai servizi specialistici dell'Azienda U.S.L.
Je soumets au vote l'article 8:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 32
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote l'article 9:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 32
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote l'article 10:
Conseillers présents et votants: 33
Pour: 33
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Il y a l'amendement de l'Assesseur Laurent Viérin qui introduit l'article 10bis.
La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Laurent Viérin.
Viérin L. (UV) - Questo articolo va ad ovviare ad un problema tecnico che potrebbe verificarsi, nel senso che vista l'approvazione eventuale oggi della legge, queste disposizioni andrebbero applicate e cadrebbero proprio nel periodo degli scrutini. Onde evitare di mettere il mondo della scuola - che non ha ancora gli strumenti per applicare questa legge - in difficoltà, introduciamo questo articolo che prevede l'efficacia di questa legge dal prossimo anno scolastico.
Président - La parole au Conseiller Louvin.
Louvin (VdAV-R) - Credo sia utile in questo senso l'emendamento dell'Assessore, lo pregherei di confermare l'adozione di disposizioni da parte dell'Assessorato e della Sovrintendenza in ordine ai criteri valutativi in sede di esame di maturità; presumo che sia un atto automatico, però dare la certezza anche ai ragazzi che terminano questo anno scolastico, qualora siano portatori di disturbi specifici di apprendimento, di avere l'applicazione delle disposizioni che sono ministeriali, ma che sono reiterate con efficacia anche dalla Sovrintendenza a tutte le commissioni di esame che operano nella Regione.
Président - Je soumets au vote l'amendement de l'Assesseur Laurent Viérin qui récite:
Emendamento
Dopo l'articolo 10, è aggiunto il seguente:
"Articolo 10bis
(Disposizione finale)
1. Le disposizioni della presente legge trovano applicazione a decorrere dall'anno scolastico e formativo 2009-2010".
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 34
Le Conseil approuve à l'unanimité.
Président - Je soumets au vote la loi dans son ensemble:
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 34
Le Conseil approuve à l'unanimité.