Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 517 del 16 aprile 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 517/XIII - Rinvio di mozione: "Invito al Parlamento ad un'attenta disamina delle norme previste nel disegno di legge in materia di intercettazioni".

Président - Avant de passer au point n° 32, je vous annonce qu'à la fin de cette séance sera convoquée la Conférence des Chefs de groupe pour aborder la question de la session communautaire... si gentiment tout le monde sera là... à la réunion participera aussi le Président de la Région.

La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Abbiamo, come ultima delle mozioni sottoposte all'attenzione di questa sessione del Consiglio, un tema che ha una squisita valenza di principio e che riguarda una questione che non dovrebbe essere indifferente ad alcuno di noi, trattandosi di una questione in materia di informazione e di connessi problemi di libertà. I colleghi sanno che è in discussione in Parlamento un disegno di legge introdotto dal Ministro della giustizia, Alfano, che prende spunto da situazioni anche di particolare problematicità, manifestatesi negli ultimi anni, in ordine alle intercettazioni telefoniche, ad una loro quantità eccessiva e ad una diffusione non sempre opportuna.

I principi costituzionali relativi alla riservatezza, alla privacy, i profili che riguardano anche la libertà delle comunicazioni sono di assoluta rilevanza, è stato sottolineato a più riprese, e non da una parte politica, ma dagli operatori stessi della comunicazione, in primo luogo dall'Unione nazionale dei cronisti italiani, ma l'opinione è stata successivamente ripresa e approfondita anche da organismi di categoria, dalla Federazione della stampa, dall'Ordine nazionale dei giornalisti, che hanno sottolineato a più riprese come l'intervento proposto dal Governo nazionale in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, con la modifica della disciplina attualmente in vigore in materia di astensione del giudice dagli atti di indagine, e oltretutto con integrazione anche della disciplina della responsabilità amministrativa delle stesse persone giuridiche che sono coinvolte nella questione delle pubblicazioni... questo allarme che hanno lanciato gli operatori dell'informazione, a nostro modo di vedere, va raccolto.

È stato naturalmente segnalato ai gruppi consiliari in modo generalizzato questo problema, ci siamo fatti carico noi, ma speriamo di non essere gli unici ad avere sensibilità su questa problematica, perché questa è una Regione che sul tema dell'informazione e della libertà di informazione qualche parola la spende e qualche evento lo realizza. Mi riferisco al premio Saint-Vincent di giornalismo, che da molti decenni è diventato non solo un appuntamento di tipo mondano, ma anche un'occasione di approfondimento, di discussione, di sostegno, di encomio agli operatori dell'informazione, in particolare a quanti si spendono alla frontiera dell'informazione là dove, sia nell'ambito delle inchieste giudiziarie più scottanti, nelle problematiche dei reati di mafia, di camorra, sia agli operatori che perdono la vita anche per rendere vivo il diritto di cronaca sui campi di battaglia, eccetera, il premio Saint-Vincent è un riferimento nazionale di assoluto rilievo. In questa condizione crediamo che ci sia da alzare il nostro appello al Parlamento affinché, come credo faranno anche molte forze politiche o, a titolo individuale, molti Parlamentari, non sia totalmente recepito nel modo in cui è stato proposto il disegno di legge del Governo.

Crediamo che le intercettazioni siano oggi uno strumento indispensabile per la prosecuzione di determinate inchieste giudiziarie, sappiamo bene che possono essere anche mal utilizzate, ma questo deve trovare una regolamentazione interna anche stretta da parte della stessa Magistratura, e temiamo - ma non siamo gli unici - che il restringimento dei casi di reato nei quali si possono operare queste intercettazioni renda obiettivamente sempre più difficile lo svolgimento di determinate inchieste per reati di criminalità organizzata, per reati anche contro la pubblica amministrazione: questo non per sospingere alcuna forma di giustizialismo, ma perché devono essere dati alla Magistratura gli strumenti giusti per poter contrastare una criminalità che oggi ha strumenti sempre più sofisticati.

Ci preoccupa poi l'altro versante di questo disegno di legge che introduce delle sanzioni particolarmente pesanti per i giornalisti che diffondono contenuti di intercettazioni telefoniche e ambientali. È stata definita dagli organismi rappresentativi dei cronisti, questa, una legge liberticida. Noi siamo sempre preoccupati quando la satira comincia ad essere imbavagliata, come sta succedendo in questi giorni, siamo preoccupati quando scattano le manette per chi opera nell'informazione; che siano anche contrastati e giustamente sanzionati, ma con strumenti diversi per noi, i fenomeni di scarsa attenzione o addirittura di violazione del codice deontologico dei giornalisti ci pare doveroso, che la minaccia diventi concreta al punto di far desistere la stessa informazione da un suo naturale ruolo di diffusione di notizie che hanno un assoluto rilievo per la comunità ci pare altra cosa. Non mi spingo oltre, sperando che questa sollecitazione venga accolta.

Il Consiglio regionale può e anzi deve, a nostro avviso, manifestare non solo alla comunità valdostana un'opinione in materia di libertà di informazione e di corretta definizione anche delle azioni della Magistratura, ma che questo suo punto di vista possa diventare anche un punto di vista ascoltato, condiviso al di fuori della nostra Regione, in quella categoria degli operatori dell'informazione che da sempre è una categoria verso la quale il Consiglio Valle ha avuto uno sguardo particolarmente attento. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - È un tema assolutamente delicato e importante quello che è stato proposto in questa sede dagli amici di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau; come ho avuto spesso modo di dire, su queste tematiche non è che noi del Partito Democratico dobbiamo dire qualcosa, lo stanno dicendo a viva voce i nostri rappresentanti in Parlamento, ma essendo una questione così importante che merita una certa attenzione, personalmente e come gruppo del Partito Democratico a livello regionale non abbiamo avuto modo di approfondirla sul territorio; prendiamo però atto delle informazioni che arrivano a livello nazionale.

Non ci dispiacerebbe incontrare i rappresentanti della stampa a livello locale in commissione, quindi auspicheremmo per esempio un rinvio della mozione per parlare con loro, per capire con i diretti interlocutori che abbiamo sul territorio. Non ci dispiacerebbe incontrare in commissione il Prefetto, perché abbiamo ragguagli su come funziona sul nostro territorio questo tipo di intercettazione, su come viene usato, che informazioni ci siano in questo senso. Non abbiamo dubbi su quello che si dice a livello nazionale, vorremmo avere la possibilità, qui, di parlarne in modo più dettagliato per capire la situazione. Chiederemmo quindi la cortesia di poter rinviare questo testo alla commissione per incontrare la stampa e avere modo di parlarne con agio.

Président - La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Mi sembra che in via preliminare la proposta del collega Donzel sia assolutamente di buon senso. Alcune vicende che abbiamo discusso in quest'aula, penso al lungo dibattito sulla questione delle ronde o sulla questione della possibilità o del dovere da parte dei medici di denunciare gli extracomunitari clandestini, ci hanno dimostrato, nei confronti di materie che vengono trattate in Parlamento, la necessità di essere molto attenti al rischio di discutere su qualcosa che poi in Parlamento viene modificato.

Ci troviamo di fronte a due temi che si mischiano fra di loro: da una parte, esiste la questione che pure i proponenti sottolineano, cioè nel fatto oggettivo che in Italia ci sia stato un abuso dell'utilizzo delle intercettazioni, e questo è un fatto innegabile che tutti a destra o a sinistra considerano come un fatto esistente; dall'altra, esiste il fatto che viene denunciato dall'Unione dei cronisti, cioè il rischio che le sanzioni spingano, in caso di pubblicazione di intercettazione, fino all'arresto dei giornalisti che è - lo dico come vecchio giornalista - un fatto che non può che preoccupare. Si tratta tuttavia di fare un approfondimento, sentendo non solo l'Unione dei cronisti, ma l'Ordine dei giornalisti, per capire se effettivamente le cose stanno così come vengono prospettate, perché l'ipotesi, oggi, di mettersi a votare una cosa del genere non potrebbe che portarci a votare contro, in quanto siamo di fronte ad una situazione in cui si mettono assieme due cose completamente diverse.

L'ipotesi del collega Donzel di rinvio del punto per un eventuale approfondimento mi sembra quindi un fatto ragionevole, perché non vorrei che andassimo a votare dei documenti mentre nel frattempo questi stessi argomenti, in Parlamento, vengono modificati.

Président - La parole au Conseiller Louvin, pour deuxième intervention.

Louvin (VdAV-R) - Precisamente sul punto di una proposta procedurale, che è quella di rimettere la questione alla commissione per un approfondimento, non per un eventuale approfondimento, ma per un approfondimento, perché se in quest'aula ci si spoglia della decisione è perché la questione venga dibattuta; poi la commissione riferirà al Consiglio. La sollecitazione è a che si manifesti un'opinione perché il Parlamento ne tenga conto, il Parlamento sta discutendo in questo momento del "disegno di legge Alfano", e chiediamo che questo avvenga con una calendarizzazione rapida. Se si ritiene di condividere queste valutazioni, si faccia - se possibile nell'arco di pochi giorni - un'audizione con le categorie interessate e noi ringraziamo per l'attenzione. Siamo sensibili quanto lo sono gli operatori della stampa. Riteniamo che sia un dovere per noi non vivere accanto e a lato di questi grandi problemi, fare in modo che questo Consiglio richiuda il proprio orizzonte solo in questioni di carattere amministrativo ci pare una visione riduttiva; al tempo stesso non vogliamo neanche suonare la grancassa inutilmente.

Quando ci fosse - come mi sembra che ci sia - una condivisione da parte di questo Consiglio affinché la commissione competente se ne faccia carico, faccia gli approfondimenti e rimandi le sue conclusioni all'Assemblea, non possiamo che trovarci d'accordo.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - La proposta di rinviare questo tema in commissione, come succede spesso, ha una finalità che è quella di un approfondimento, ed ha un senso soprattutto se lo vediamo legato al dibattito che avviene in altre sedi; quindi, per quanto ci riguarda, aderiamo a questa proposta.

Quello che mi fa più specie è sentire la sottolineatura dell'urgenza di questa riunione in tempi brevi in commissione, perché se questo può valere per temi sicuramente di grande importanza, vorrei che si tenesse conto dello stesso criterio di celerità e di urgenza anche per altri temi, che magari sono più legati alle leggi che abbiamo presentato e che non saranno così importanti come l'argomento sollevato da questa questione, ma che noi riteniamo non banali. Allora vorrei che la stessa premura si dedicasse anche ai temi che proponiamo alle commissioni, abbiamo un esempio che ci fa riflettere sul modo con cui la commissione si gestisce ed è il discorso delle ronde, che è stato evocato; abbiamo detto: "ne discutiamo in commissione", e sono tre volte che ne discutiamo in aula in attesa che la commissione finisca! Allora vogliamo capire! Se il discorso è di spostare l'asse per continuare a tenere il pallino qui, diciamocelo subito, definiamo qual è il ragionamento sulle ronde e non c'è alcun problema! Anche sulle commissioni non possiamo dire: "questo argomento assolutamente deve essere discusso in una settimana", non conosco gli approfondimenti che si vogliono fare in commissione, ma se si manda in commissione per gli approfondimenti necessari, se è necessaria una settimana sarà una settimana, se sono necessari quindici giorni saranno quindici giorni. Teniamo conto di avere un minimo di leale collaborazione così come la Costituzione prevede fra enti, anche all'interno della nostra piccola realtà, e la leale collaborazione vorrebbe dire che quando hai sentito quelli che sono necessari, non ci siano altre ventisei audizioni - che sono sempre possibili inventandosi l'Ordine dei giornalisti del Burundi, che avrebbero molto da dire sulla possibilità di non pubblicare degli atti che intervengono su questioni piuttosto urgenti! - e fare in modo che le audizioni durino anche sei mesi. Questa è una decisione su cui non siamo mai entrati, perché sta nell'autonomia decisionale delle commissioni ed è giusto così...

Louvin (fuori microfono) ...avete la maggioranza in tutte le commissioni...

Rollandin (UV) - ...credo che finora nelle commissioni il lavoro si sia svolto con molta attenzione, mai rifiutare quello che è il lavoro svolto quando c'è una necessaria interpretazione. Siamo dell'idea che se si vuole fare un approfondimento condividiamo su questo, soprattutto per quanto riguarda il secondo punto che credo abbia un interesse particolare, il problema della comunicazione di certi argomenti, a condizione che venga chiarito di cosa si tratta, per cui è giusto che ci sia questo approfondimento. Per il resto mi auguro che il lavoro delle commissioni proceda con la dovuta rapidità, sapendo che prima arriva a conclusione e meglio è per tutti.

Président -La proposition de motion est alors renvoyée à la discussion de la IIe Commission pour les approfondissements.

Il Consiglio prende atto, concordando.