Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 516 del 16 aprile 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 516/XIII - Approvazione di mozione: "Dissenso all'ipotesi di raddoppio del Traforo del Monte Bianco".

Mozione

Rilevato che ricorre quest'anno il decennale del rogo nel Tunnel del Monte Bianco;

Tenuto conto dell'importanza di tale Tunnel per il mantenimento e lo sviluppo delle fondamentali comunicazioni e relazioni istituzionali, culturali ed economiche;

Preso atto delle dichiarazioni in merito al traforo del Monte Bianco espresse recentemente da alcuni esponenti politici ed in particolare sull'ipotesi di raddoppio dello stesso;

Considerato che il trasporto odierno e futuro dovrà incentivare quello su rotaia e non quello su gomma, potenziando quindi la rete ferroviaria soprattutto per i transiti internazionali e interregionali;

Ribadite le posizioni politiche fermamente assunte in passato dal Consiglio regionale in merito all'assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del Traforo del Monte Bianco;

Il Consiglio regionale

Impegna

il Presidente della Regione a riaffermare l'assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del Traforo del Monte Bianco nelle sedi istituzionali opportune per le motivazioni esplicitate in premessa ed inoltre impegna la Giunta regionale a potenziare i dispositivi di monitoraggio della qualità dell'aria, al fine di regolare con criterio i flussi di traffico.

F.to: Chatrian - Louvin - Bertin

Président - La parole au Vice-président Chatrian.

Chatrian (VdAV-R) - Merci, M. le Président. Il 25 marzo il Consiglio ha commemorato i dieci anni dalla catastrofe. Dieci anni sono passati, il Consiglio ha approvato tante risoluzioni, tante mozioni e grandi dibattiti si sono susseguiti.

Non vuole essere sicuramente una mozione ideologica, vuole essere solo un ribadire il posizionamento che il Consiglio regionale ha tenuto in questi anni. Non farò assolutamente il percorso storico di questo ultimo decennio, ma l'ultima risoluzione, nell'ottobre 2005, forse la più complessa e la più omogenea, ribadisce con forza la propria assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del traforo del Monte Bianco e la necessità che le ipotesi di realizzazione di ulteriori interventi strutturali, al fine di garantire migliori condizioni di sicurezza, siano attentamente approfondite, di concerto con la Regione autonoma e con le Autorità locali francesi.

Precisato questo, soprattutto per chiarezza, per manifestare il posizionamento, il ruolo di questo Consiglio e di questi dieci anni di dibattito e di confronto, non vado oltre. Pur non essendo un tecnico, considerato il potenziamento di dispositivi di monitoraggio, che ci sembra il migliore, sui siti dell'ARPA e non solo, mi sembra di vedere dei criteri discreti, buoni. All'interno della mozione c'è questo impegno ulteriore che è un ribadire, è un monitorare - ripeto, non sono un tecnico e non vado oltre -, è un marcare la posizione chiara, schietta, forte, che il Consiglio regionale in questi dieci anni ha preso.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Il tema che è stato ricordato e che è l'oggetto di questa mozione, al di là del giusto ricordo - come è stato fatto dal collega Chatrian -, alla tragedia che ha segnato in modo indelebile per tutti un aspetto doloroso, cioè che l'incidente può avere degli effetti gravissimi, quell'eccidio credo sia drammatico e, a distanza di dieci anni, si è voluto commemorare proprio per non dimenticare, ma si è detto anche qualcosa di più, per fare tutto il possibile perché il discorso della sicurezza sia ai massimi livelli.

Credo che la discussione sul traforo del Monte Bianco abbia, negli anni, avuto due filoni: il primo, legato all'impegno che nel tempo è stato poi attivato per far sì che il traffico abbia delle limitazioni, nel senso che si vada verso un traffico compatibile, con un'aggiunta: che nel momento in cui si è parlato del traffico pesante in particolare, non abbiamo parlato dei veicoli di trasporto persone, l'annotazione da parte dei Governi che si sono succeduti è sempre stata nella direzione di dire: "facciamo il possibile perché il traffico merci abbia un'alternativa al traffico su gomma", cioè che in particolare il traffico ferroviario, che è quello che può vederci interessati, abbia uno sviluppo.

Abbiamo visto, negli anni, che su questo tema c'è stato sempre un silenzio o, peggio, una mancanza di investimenti; oggi abbiamo una ferrovia che non si può dire all'altezza delle sue funzioni già solo per il trasporto persone, tanto meno per il trasporto merci! Quando c'è stato un piccolo problema con la Cogne, per risolvere il problema delle loro merci è passato un tempo immemorabile dopo l'alluvione per cercare di riattivare il collegamento. Dico questo perché il discorso del traffico pesante è da affrontare con queste indicazioni, ovvero insistere perché il traffico pesante possa avere un'alternativa credibile.

È evidente che, al momento, il traffico su gomma ha un'importanza notevole. Quello che è stato verificato negli anni, una compatibilità fra il numero di camion possibile con la tipologia dei camion, anche su questo è stato fatto un lavoro importante con uno studio in precedenza - sul quale poi il collega Caveri potrà riferire - per attivare dei meccanismi che gradualmente ci possano far capire come la presenza di camion che non siano più gli Euro 0 e gli Euro 1, ma siano addirittura adesso gli Euro 5, e che per fortuna diminuisca l'impatto sull'ambiente, dando come possibile un trasporto fino a 1.500-1.600 camion al giorno: questo sotto il profilo del traffico.

Non va quindi confuso il discorso che è oggetto della mozione con su che cosa si fa in merito all'eventuale raddoppio del traforo del Monte Bianco. Se il raddoppio del traforo del Monte Bianco lo si intende collegato con l'aumento del traffico e quindi aumentiamo la capacità di trasporto e quindi, di fatto, andiamo nella direzione di aumentare la presenza dei camion, su questo credo che non ci siano state mai delle discussioni; il discorso è: non siamo indirizzati verso questa linea. Diverso è immaginare la sicurezza del traforo del Monte Bianco rapportata con quello che stanno facendo in tutti i trafori esistenti. Sul traforo del Fréjus stanno facendo una canna di sicurezza perché non possono fare in altro modo; per il Traforo del Gran San Bernardo si sta pensando ad un tunnel di sicurezza, di cui speriamo possano partire al più presto i lavori, finalmente sono arrivate le assicurazioni anche da parte del ministero per la quota parte dei finanziamenti che sono stati già previsti da lungo tempo. Se quindi andiamo verso l'altro discorso, non al raddoppio del traforo del Monte Bianco letto come raddoppio o aumento del traffico, che è un indirizzo che non ci interessa e su cui siamo contrari perché vogliamo che il traffico su gomma si riduca e che si alimenti il traffico alternativo, per quanto ci riguarda è quello ferroviario anche se purtroppo ha le difficoltà che lamentavo. Se andiamo invece sul discorso sicurezza e se si può immaginare qualcosa nell'ambito della stessa, tutti possono concordare nel senso che oggi la situazione attuale di una canna unica con andata e ritorno ha sicuramente dei limiti, pur con tutto quello che è stato fatto per garantire la sicurezza, e oggi il sistema attuale del tunnel del Monte Bianco è sicuro; però se vogliamo andare verso un sistema che dia maggiore sicurezza, questo passa attraverso un discorso di avere un tunnel di sicurezza con determinate caratteristiche.

Noi riteniamo che parlare di raddoppio del traforo del Monte Bianco nell'ottica di lasciare ipotizzare un aumento di traffico sicuramente non è l'indirizzo su cui si vuole andare; diverso è nell'eventualità che ci venga proposto un discorso per aumentare la sicurezza, che vada nella direzione di dividere l'andata dal ritorno o un tunnel di sicurezza come si sta facendo per il traforo del Gran San Bernardo, perché nel qual caso c'è la possibilità di discuterne e vedere con quale impatto e con quali finanziamenti questo verrà fatto. Negli anni ci sono stati da parte dei ministeri delle situazioni non sempre omogenee fra il pensiero del Governo italiano e il pensiero del Governo francese; c'è stato un momento in cui il nostro Governo aveva presentato un'ipotesi di raddoppio e il Governo francese aveva detto che non c'era alcuna volontà di aderire a questo progetto, tanto che il progetto si è fermato. Ad oggi non ci sono nuove prese di posizione ufficiali, pertanto dovremo discutere con quale logica venga presa in considerazione una modifica della viabilità sotto il Monte Bianco. Va aggiunto che ci auguriamo che ci sia anche la conclusione dei lavori della connessione fra il tratto autostradale come è arrivato adesso fino al Bianco, perché quel collegamento ad oggi non è realizzato. Chi era su questi banchi nei tempi si ricorda del dibattito sulla "collina dei ciliegi", che era un progetto molto interessante sotto il profilo ambientale, ma che non si è realizzato per diverse ragioni; oggi siamo ancora ad una discussione su chi lo fa, perché nel frattempo quella che doveva essere una convenzione fra la Monte Bianco e la RAV è saltata, quindi non si sa ancora chi e come debba realizzare questo ultimo tratto di collegamento tra l'uscita del traforo e l'inizio dell'autostrada gestita dalla RAV per quanto riguarda la Courmayeur/Aosta. Su questo riteniamo che ci sia una posizione molto chiara per quanto riguarda la situazione del traffico e il conseguente impegno, mentre sulla sicurezza siamo per attivare tutti i meccanismi che possano dare il massimo di sicurezza autostradale e soprattutto per quanto riguarda il tunnel. Nel momento in cui ci fossero idee in questo senso, credo che saremmo disponibili a valutarle con questa ottica di garanzia e di sicurezza massima per un'opera impegnativa come è il traforo del Monte Bianco.

Président - La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Mi sono occupato per tre anni di questa materia nel mio ruolo di Presidente della Commissione trasporti e politiche regionali nel Parlamento europeo e sono stati anni non banali per la nostra Regione, perché è avvenuta questa grande discussione sul traforo del Monte Bianco, ma direi su tutti i trafori in Europa a seguito della tragedia del traforo del Monte Bianco del 1999. Una tragedia che ha aperto gli occhi su una realtà di grande pericolosità, in particolare nei trafori stradali di attraversamento di massicci alpini; quindi il massiccio del Monte Bianco lo era certamente, ma lo erano tutti gli altri trafori e anche degli altri massicci montagnosi. Qualcuno di voi avrà percorso i tunnel che dividono Francia e Spagna e si rende conto di cosa parlo: è stata una costante, quella di una sostanziale sottovalutazione dei rischi derivanti dai trafori. Questa vicenda si è incrociata in momenti decisivi di discussione sulla politica dei trasporti in Europa all'orizzonte - all'epoca si diceva - 2010; oggi il "libro bianco" si spinge a oltre il 2010, fino al 2020, ed è stata una discussione pur venata da molti ideologismi, fra questi l'idea che ci sarebbe stata una crescita smisurata del traffico di TIR attraverso le Alpi. Invece, oggi, ci rendiamo conto che alcuni di quegli studi che prevedevano crescite esponenziali lungo gli assi in particolare del Monte Bianco e del Fréjus sono stati smentiti non solo dall'attuale crisi economica che ha visto una riduzione dei TIR in transito, la famosa cifra dei 1.600 che sembrava sfondabile, oggi è ben distante dalla realtà, ma soprattutto dal fatto che il grande del traffico si è spostato sull'asse Autostrada dei fiori, Ventimiglia, Mentone, probabilmente perché ci sono meno controlli, non si paga il pedaggio dei tunnel, e via dicendo.

In realtà la politica europea è una politica che tende ad escludere il raddoppio dei tunnel stradali lungo le Alpi. Fra l'altro i colleghi Louvin e Cerise ricorderanno un incontro che avevamo avuto con la Commissaria europea De Palacio l'11 febbraio 2003, quando l'allora Presidente della Regione e l'allora Assessore ai trasporti, assieme all'allora Europarlamentare, presentarono una negatività da parte nostra rispetto ad ipotesi che allora circolavano, sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco a fronte di una sorta di pressing delle Autorità italiane, che venne poi sgonfiato dalle Autorità europee e dai Francesi che all'epoca non dimostrarono alcun interesse. Anche allora, come oggi, la battaglia era per fare delle ferrovie attraverso le Alpi; una è in via di costruzione definitiva, l'asse centrale delle Alpi, il sistema svizzero Loetschberg San Gottardo, pur in ritardo per l'opera ciclopica del San Gottardo, che si è dimostrata più complessa tecnicamente. Inoltre si è sbloccato anche il finanziamento e la decisione dei due Governi per dare corso all'asse ferroviario Torino/Lione, mentre all'asse ferroviario del Brennero non sembra così distante, perché la logica del transito delle Alpi è come i flussi: se si blocca da un lato si sposta dall'altro, quindi l'idea di avere una politica coerente sul traffico pesante sulle Alpi è del tutto logica, perché se non si va da una parte si va dall'altra.

Credo che se è vero che oggi abbiamo un tunnel monotubo di grande sicurezza, voi sapete che in caso di disastro le persone possono scendere sotto l'asse stradale e allontanarsi, mentre il traforo del Gran San Bernardo non lo consente, ed è la ragione per cui si è fatto un tunnel di sicurezza; oggi, però, non si può escludere che l'evoluzione successiva delle tecnologie porti alla necessità di far viaggiare i mezzi di sicurezza in un tunnel parallelo di sicurezza e di servizio, sempre che non ci siano trucchi. In questo momento le popolazioni della Val di Susa pressano perché temono che il tunnel di sicurezza del Fréjus si trasformi in un tunnel vero e proprio, che raddoppi l'asse stradale, cosa a mio avviso abbastanza infondata, perché la progettualità dei due Paesi è stata chiara. Anche in quel caso i Francesi hanno detto: "stiamo costruendo un asse ferroviario che funzionerà nella misura in cui convoglierà le merci, sarebbe illogico accettare l'ipotesi di avere di nuovo qualcosa che finirebbe per favorire i TIR".

Credo quindi che la soluzione che è stata prospettata dal Presidente della Regione sia accettabile, forse varrebbe la pena fare una breve interruzione per vedere se integrare il documento, perché è evidente che dove si dice "il raddoppio del traforo del Monte Bianco", se si intende stradale, la risposta è assolutamente coerente con tutto un percorso fatto, mentre se si esclude completamente l'ipotesi che si possa avanzare la nascita di un piccolo tunnel di sicurezza, se uno va a vedere i progetti del traforo del Gran San Bernardo capisce cos'è un tunnel di sicurezza, che è un tunnel più piccolo nella sua sagomatura di quanto sia il tunnel di passaggio. Ci sono delle interdipendenze, ma ha una logica di quel genere.

Credo che sia del tutto evidente che la politica che la valle d'Aosta ha condotto in questi anni è stata importante, ricordo che le società autostradali contestarono fortemente quel dato dei 1.600 di "tappo" che furono messi sulla base di una serie di valutazioni tecniche che furono affidate all'ARPA; quindi credo che l'esito del confronto odierno sia utile perché ribadisce delle posizioni già assunte, senza chiudere la porta ad una realtà che esiste già nella direttiva europea sulla sicurezza dei trafori lungo la rete transeuropea dei trasporti. Non si può negare che i tunnel monotubo siano più pericolosi dei tunnel a doppio scorrimento, ça va sans dire, è sufficiente percorrerlo anche oggi per rendersi conto che i gradienti di securizzazione di un tunnel monotubo devono essere maggiori.

La preoccupazione ricordata dal Presidente Rollandin è quella che oggi un raddoppio tout court del traforo vorrebbe dire liberi tutti, con gravi preoccupazioni per l'ambiente e per il carico di TIR che potrebbero transitare attraverso la Valle. Credo quindi che dire: "teniamo aperta una porta sul tunnel di sicurezza", possa essere un elemento di buon senso, sapendo che un progetto di questa portata deve passare attraverso i Governi, i Paesi e un placet della Commissione Europea, oltre che naturalmente in una logica democratica di questo stesso Consiglio regionale.

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Le preoccupazioni manifestate nella mozione presentata dal gruppo di Vallée d'Aoste Vive-Renouveau sono preoccupazioni certe, legittime e di tutti noi, così come le parole di buon senso espresse dal Presidente della Regione e l'intervento del collega Caveri, che ha tratteggiato attraverso un'analisi puntuale i segnali e le attenzioni che dall'Europa ci arrivano rispetto al nodo dei trasporti, al problema di come veicolare le merci, salvaguardando il territorio, sono da condividere.

Credo quindi che la proposta del collega Caveri di una sospensione del Consiglio, per vedere se è possibile, attraverso la ragione, avere un documento che possa ricevere un largo consenso da parte di questa Assemblea, trova l'accordo del nostro gruppo.

Président - On suspend les travaux du Conseil pendant 15 minutes.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,10 alle ore 10,35.

Président - Nous reprenons nos travaux. On vient de vous distribuer le nouveau texte sur lequel il y a l'accord des différentes forces politiques.

La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Ci sono temi come questo che, per l'importanza che hanno per l'intera nostra comunità, devono essere trattati con la dovuta attenzione, svincolandosi dalle contingenze, ma mantenendo quanto possibile fermo e preciso l'orientamento che vogliamo assumere. Questo del traforo del Monte Bianco, tema tornato di attualità dopo le commemorazioni delle settimane passate, ma in un clima che non deve risentire emozionalmente di quelle vicende, deve essere affrontato con assoluta fermezza e razionalità e ci impone di ribadire - vista la continuità con cui ci esprimiamo - le posizioni che ha già manifestato in passato il Consiglio regionale.

Il testo che è stato sottoposto alla discussione dal nostro gruppo si è arricchito di due precisazioni che riteniamo utili e che non intaccano la sostanza del nostro pensiero, della nostra proposta che ci trova concordi con quanti hanno sottoscritto questa nuova formulazione. Vorrei essere preciso sul contenuto - così rimodulato - della mozione per evitare equivoci. Nel corso della discussione si sono affrontati vari aspetti della questione del traforo del Monte Bianco; siamo di fronte ad una situazione di raggiungimento ormai di un plateau di attraversamenti che, a nostro modo di vedere, non fa ritenere né attuale, né necessaria l'ipotesi di un raddoppio. Per evitare che questa ipotesi trovi invece sponda, in qualche modo un canale surrettizio attraverso discorsi di apparente sicurezza, ma in realtà volti a rafforzare il volume di traffico attraverso il tunnel, crediamo che sia stato positivo precisare la posizione di questo Consiglio in ordine alla "eventuale valutazione di un tunnel di sicurezza" - si dice esplicitamente nella nuova formulazione - "come già sta avvenendo per il traforo del Gran San Bernardo". Su questo tunnel di sicurezza, che ha un'esclusiva funzione di sicurezza, che per sagoma e per caratteristiche tecniche non può in alcun modo essere utilizzato per una circolazione a doppia mandata, il Consiglio si è espresso unanimemente quando abbiamo portato il nostro concorso finanziario all'opera, proprio pochi mesi or sono. In questo momento, quindi, non escludiamo che si possa discutere di questa eventualità, ma ciò che ci preme, a fronte di posizioni che erano state legittimamente espresse nelle scorse settimane da colleghi di questa Assemblea, favorevoli ad una soluzione diversa che è quella del raddoppio tout court del traforo del Monte Bianco, una soluzione strutturale pesante su cui non da oggi, non solo la nostra parte politica, ma larghissima parte del Consiglio regionale ha espresso il proprio chiaro dissenso. Era ed è necessario fare una puntualizzazione di posizioni politiche e quando questo Consiglio conferisce - spero lo farà con condivisione di intenti - al Presidente della Regione l'impegno di riaffermare l'assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del traforo del Monte Bianco, pone una pietra di continuità e traccia; anche per questa legislatura ci auguriamo una posizione ferma dell'Assemblea su questo tema.

Le motivazioni non sono da ribadire, le ha già introdotte il collega Chatrian nella presentazione della mozione e mi pare siano condivise nell'adesione al testo che è sottoposto. Crediamo però che questa mozione abbia oggi il pregio di rimettere il punto fermo sulla questione "tunnel del Monte Bianco" di impegnare il nostro Governo regionale in modo non equivoco sulla questione e di sottoporre a questa Assemblea l'eventuale futura discussione di soluzioni che non hanno carattere e possibilità di essere trasformate in un tunnel con suddivisione di andata e ritorno. Sappiamo che ogni strumento che è dato all'uomo è dato per essere usato. È pura naïveté immaginare di poter realizzare strutture di speculare dimensione, quindi un raddoppio sostanziale, e ipotizzare che non vengano utilizzate appieno dai traffici commerciali che ci sono e che oggi trovano e devono sempre più trovare altra direzione. Parliamo di traffici pesanti, di traffici che devono trovare sulla via ferroviaria e non sulla via stradale il loro sbocco naturale.

Questa nostra posizione di Consiglio, spero di aver interpretato anche l'opinione degli altri sottoscrittori del nuovo testo, rimane e intende rimanere come un punto fermo nel dibattito futuro che, inevitabilmente, si svilupperà intorno ad eventuali future grandi opere. Qui la posizione della nostra Regione, del suo Consiglio regionale e del suo Governo non deve essere soggetta ad alcun tipo di oscillazione.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. È comprensibilissima la motivazione che è alla base di questa iniziativa - mi permetto di dire - chiaramente politica, perché vuole ribadire alcuni concetti di posizione assolutamente politici.

Mi sorprende il convinto sostegno dell'Onorevole Caveri a questa mozione, penso che lo ascolteremo, mi sorprende che dopo si sia addirittura messo come sottoscrittore. Vedete, in questi giorni siamo costretti... spero che nessuno, come è già successo, possa strumentalizzare queste argomentazioni, perché è evidente che si deve far riferimento alla sicurezza e la sicurezza ha un significato, quello di proteggere le persone, e in queste ore stiamo piangendo dei morti nel terremoto in Abruzzo. È iniziato dopo una prima emergenza il dibattito sulle questioni della sicurezza, su chi doveva controllare, su chi doveva costruire in una certa maniera, sui regolamenti che si dovevano seguire, sulle normative che dal 2005 con il "Governo Berlusconi" tra l'altro erano state ribadite nelle aree sismiche, dove si prevedeva non solo di costruire in una certa maniera, ma addirittura di mettere a norma edifici esistenti. Siamo qui ad evidenziare come sono crollati quei palazzi costruiti non solo dopo il 2005, ma anche palazzi che dovevano rappresentare la sicurezza, quello della Protezione civile, del Governo, del Comune, l'ospedale, i palazzi che dovrebbero garantire in primis la sicurezza! Si fa un gran parlare in questo momento di queste normative, del rispetto delle norme di sicurezza, norme di sicurezza che hanno sempre una sola finalità: quella di proteggere la persona.

Noi, quando già un decennio fa, ancor prima della disgrazia del rogo, proponemmo il raddoppio del tunnel, sostenemmo che se ci fossero state le risorse e la volontà di costruire una seconda galleria a fianco al monotunnel che abbiamo a qualche chilometro da questo palazzo, sarebbe stato più sicuro che avere un tunnel solo... poi successero le disgrazie! Non voglio dire che avevamo allora ragione noi, no, perché non è questo il tema. Il tema è che la sicurezza si costruisce aumentando le opportunità di traffico in una monocanna, e chiunque di noi l'attraversa al sabato per andarsi a fare un giro a Chamonix si rende conto che vi sono sistemi di sicurezza che rappresentano la prevenzione e garantiscono l'immediato soccorso in caso di incidente; abbiamo visto l'altro giorno un tir che si è incendiato nel tunnel, tutto fermato, tutto sicuro: ma se è tutto così sicuro perché si chiede da parte vostra la costruzione di un tunnel di sicurezza? Non serve, è già sicuro! È evidente che si comprende che l'avere un tunnel a fianco di sicurezza può aumentare il livello di sicurezza di quel tunnel.

Abbiamo sempre sostenuto una cosa molto chiara: siamo per il raddoppio del tunnel per aumentare i coefficienti di sicurezza, non abbiamo mai sostenuto la necessità di modificare il regolamento di traffico per aumentare anche gli introiti - all'epoca si parlava della Regione - e il numero di camion piuttosto che di auto o di pullman che potessero entrare in quel tunnel. Abbiamo sempre detto che due canne sono meglio di una e che, a parità di regolamento, quindi di traffico e di controllo del traffico, che deve rimanere rigido così com'è adesso, sarebbe stato meglio avere un tunnel raddoppiato per una considerazione anche banale. Noi abbiamo, dopo il tunnel, costruito un'autostrada e stiamo finendo una variante che ci porterà ad avere all'imbocco del tunnel un'autostrada a quattro corsie: due in entrata e due in uscita. Inevitabilmente questa autostrada che oggi collega la Valle d'Aosta al resto dell'Italia e che può collegare l'Italia al resto d'Europa con quattro corsie, non ha alcun significato tecnico che si vada a infilare in un monotunnel che prevede fra l'altro costi di regolamentazione, di arresto del traffico qui, perché su non si può andare, perché ci sono solo due corsie e ne arrivano quattro. Non ha, a nostro avviso, alcun senso tecnico; con tutti gli ingegneri e gli esperti con cui ci siamo confrontati, la risposta è sempre stata una e inequivocabile: se ci fossero le risorse, sarebbe meglio avere due tunnel invece che uno. Tutto il resto è demagogia, perché il vero fattore è che se avessimo i soldi, sarebbe meglio avere un tunnel a doppia canna invece che a una canna sola: questo lo capirebbe un bambino di 5 anni!

Se poi vogliamo sapere se vale la pena fare una spesa di questo tipo, se non ci sono altre priorità nel Paese, se è giusto andare dal Governo nazionale e farci dare un investimento di questo tipo con il CIPE, questa è un'altra faccenda! Ma noi, oggi, ancora una volta, ci poniamo davanti al problema in maniera a mio avviso puramente ideologica, così come fu ideologica l'opposizione alla costruzione dell'autostrada della vostra parte politica che diceva: "mai le autostrade in Valle d'Aosta"... se non avessimo l'autostrada saremmo tagliati fuori dal resto del mondo! Credo che nessun Valdostano, oggi, possa mettere in discussione l'autostrada che nella parte a nord è decisamente qualificata, perché ritengo che la parte nord sia una delle più belle autostrade d'Europa, in quanto per quasi l'80 percento è sotterranea quindi a impatto zero, tranne il fatto di togliere la terra da lì e metterla da qualche altra parte, ma per lo più riciclata nella costruzione dell'autostrada stessa; quindi non c'è alcun senso anche operativo, strutturale, per dire "no" ideologicamente al raddoppio del tunnel, sostenendo poi contestualmente che se si potesse fare la galleria di sicurezza si dovrebbero fare 12 km di galleria per lasciarla inutilizzata, perché la usiamo solo se ci sono degli incidenti! Ma ditemi voi se ha senso spendere decine di miliardi di euro per costruire un tunnel che rimarrebbe sempre inutilizzato, utilizzato solo in caso di emergenze... ma che senso ha!

E noi vogliamo chiedere al Presidente della Giunta, oggi, di ribadire la contrarietà anche in presenza di eventuali risorse al raddoppio del tunnel, ma la disponibilità a costruire 12 km di tunnel di sicurezza? Ma non siamo solo banali, siamo anche un po' ridicoli! Se questo Consiglio appoggia questa posizione, noi ne prendiamo atto. Continuiamo a ribadire che la sicurezza in quel tunnel si otterrà quando quattro corsie di autostrada si infileranno in quattro corsie di tunnel, dopodiché se voi dite che è meglio avere quattro corsie di autostrada su due corsie di tunnel, mettetevi in mezzo alla corsia quando passano due TIR e vediamo chi di voi resiste un minuto! Per un minuto state sulla riga di mezzo di quel tunnel e quanto passeranno gli specchietti a 30 centimetri da un TIR all'altro, voi state lì in mezzo e poi mi dite che è sicuro... ma che film avete visto?

Ribadiamo la necessità di aumentare la sicurezza di quel tunnel, di non aumentare il traffico, di tenere regolamentato quel traffico com'è adesso, con tutti i processi di prevenzione. Se ci fossero le risorse, però... costruire un tunnel di sicurezza invece che un tunnel percorribile... sarebbe veramente una lucida follia!

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Credo che la breve sospensione sia stata utile a tutti noi, sia stata utile al Consiglio, è stata positiva. Alcune volte con la ragione si riesce a fare sintesi delle posizioni, delle preoccupazioni e anche delle analisi che sembrano inizialmente divergere.

In questo documento sono state recepite innanzitutto le indicazioni, le preoccupazioni contenute nella mozione presentata in Consiglio, così come sono state tradotte nel documento stesso le ragioni, le osservazioni, le analisi, avanzate in Consiglio regionale sulla discussione della mozione stessa. Analisi che portavano un tema principale che era quello della sicurezza, che ci deve vedere tutti - in prima persona questo Consiglio e il suo Governo regionale - molto attenti e partecipi. Credo che anche la doppia canna, o la doppia canna di per sé non possa essere una ragione in più alla sicurezza; è una ragione in più per aumentare il traffico commerciale e veicolare. Credo che il tunnel di sicurezza, quello proposto nel documento, quello a cui ci si richiama anche rispetto al traforo del Gran San Bernardo, è invece direttamente collegato alla sicurezza in sé. Questa non credo sia demagogia o una posizione ideologica, ma è una diversa valutazione su un tema che ci deve vedere preoccupati, ma che ci deve sollecitare a dare delle risposte in positivo. Non abbiamo bisogno di aumentare il traffico commerciale, lo hanno ribadito il Presidente Rollandin e il collega Caveri, quindi anche l'Europa ha già scelto di privilegiare altre strutture che non sono quelle del raddoppio dei trafori, ma sono quelle opportunità offerte da una mobilità attraverso il treno, che deve essere aumentata e potenziata.

In questo senso il documento è positivo, perché richiama le analisi presenti nel Partito Democratico; ci riconosciamo nei tre punti che sono alla base del documento che ribadisco: la contrarietà nei confronti del raddoppio del tunnel del Monte Bianco, la preoccupazione e anche l'attenta discussione di un eventuale tunnel di sicurezza improntato a questo, e il continuo monitoraggio - che già esiste - della qualità dell'aria, perché dobbiamo avere in tempi precisi la capacità di analizzare quello che succede nella nostra Regione. Ritengo sia positivo che il nuovo Consiglio regionale, che per la prima volta ha dibattuto questo tema in questa maniera, con un documento preciso, riaffermi alcuni principi che sono qui richiamati.

Président - La parole au Conseiller Agostino.

Agostino (UV) - Merci, M. le Président. Questo nuovo testo mi vede favorevole - mentre com'era formulato prima avevo qualche dubbio - perché si è aggiunto: "a presentare in Consiglio la discussione su un eventuale tunnel di sicurezza"; infatti la mia motivazione era proprio quella: perché dire "no" tout court a un raddoppio del tunnel?... ma non raddoppio nel senso di raddoppiare il traffico, la mia motivazione era quella della sicurezza. Giustamente condivido anche l'analisi che ha fatto il collega Lattanzi, il tunnel come è stato concepito e costruito nel 1964 è troppo stretto e troppo piccolo per due TIR che si incrociano: guardate che se non vanno più che piano, rischiano di toccarsi con i due specchietti retrovisori, oltre al fatto che una volta ogni 15 giorni viene chiuso per manutenzione il lunedì o la notte o gran parte del giorno; quindi è prettamente per la sicurezza! A parte che in questo momento i 1.600 TIR regolamentati al giorno mi sa che sono in netto calo dal primo dell'anno, per cui mi pare che questa crisi cominci a farsi sentire, mentre noi dobbiamo augurarci di mantenerli, perché il calo dei TIR vuol dire crisi del commercio, del turismo, che possiamo verificare anche attraverso i passaggi sotto il tunnel; quindi non voglio il raddoppio del tunnel per aumentare il traffico, ci mancherebbe! Non ho mica bisogno di aggraziarmi i Verdi nel dire questo, tutt'altro! L'unica cosa che non penso è proprio quella!

Io voglio il doppio tunnel solamente per la sicurezza e, siccome nel nuovo testo della mozione viene aggiunta quella frase, sono sicuramente d'accordo, ma solamente per questioni di sicurezza, perché se succede qualcosa, c'è un disagio enorme per gli automobilisti. Mi è successo di fare ore e ore di coda perché c'era un TIR in avaria... se ci fosse un tunnel di sicurezza a fianco, sicuramente questo disagio verrebbe a mancare!

Ribadisco il mio voto favorevole a questo nuovo testo della mozione, perché avevo qualche dubbio a votare a favore del vecchio, ma ribadisco: non voglio raddoppiare il tunnel, ci mancherebbe altro, non siamo degli autolesionisti! A parte che i TIR attuali e quelli futuri, con la nuova tecnologia, saranno sempre meno inquinanti, quindi non parliamo più degli anni '60-'70 dove per i TIR, lì dentro, non si vedeva. Sembrava di essere all'acciaieria ad arco della Cogne... vi siete mai stati? Io sì, vi ho lavorato due anni, e alle volte non ci si vedeva fra noi, e lì lo stesso: nel tunnel quando c'erano i TIR che andavano a nafta, allora sì, ma adesso non siamo più a quei livelli là! Ribadisco quindi il mio voto favorevole a questa mozione, ma dico anche che in questo momento dobbiamo quasi sperare di mantenere questo tipo di traffico che abbiamo, perché stanno diminuendo giorno per giorno. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Secondo me, qui, si sta argomentando su un paradosso e il paradosso è che si sta perdendo un sacco di tempo e facendo, come al solito, un sacco di parole su un qualcosa che non esiste. Perché se ci fosse una proposta concreta, un'idea più o meno sviluppata di raddoppiare il tunnel, allora sarebbe naturale che questo Consiglio esprimesse un suo punto di vista che sarebbe ormai il venticinquesimo, perché nella scorsa legislatura... quante volte abbiamo affrontato questo argomento? Poi a fasi alterne, a seconda degli umori del momento, era più accentuata la contrarietà, alle volte non si metteva la parola contrario perché non si voleva offendere il governante di turno, comunque... ma qui si discute del nulla, perché purtroppo non c'è neppure un'ipotesi di raddoppio! Dico "purtroppo", perché il Governo italiano mi pare di capire, con tutto l'ostruzionismo che c'è stato, sia il "Governo Berlusconi" vecchia edizione, sia il "Governo Prodi", lo hanno ormai stralciato dai grandi piani, la Valle d'Aosta non ha neppure la fortuna di essere inclusa nei corridoi internazionali; sì, abbiamo questo vecchio traforo del 1963 che ha la sua canna unica, che ha avuto i problemi che conosciamo nel 1999 e per il quale ormai è un'eresia parlare di una possibile opera di raddoppio, e neppure lo Stato italiano più ci crede! Parliamo quindi di un qualcosa che ci inventiamo noi per fare un po' di fumus e ci riusciamo: di fatto anche stamani ci stiamo arrovellando il cervello per dire le nostre.

Innanzitutto sarebbe bene avere la consapevolezza che non siamo nel Paese di Heidi, siamo già l'estrema periferia nord-occidentale dell'impero di cui ogni tanto ci si ricorda: ah, sì, c'è anche la Valle d'Aosta, sì, 120mila abitanti che sono al di là della linea doganale, esistono, parlano, dunque esistono... meno male! Tra l'altro con l'handicap di essere annegati in un'Europa che ha Regioni più consistenti sotto il profilo socioeconomico, di essere tagliati fuori dai corridoi internazionali, ma facciamo dell'autolesionismo, diamoci anche noi le mazzate sugli attributi sensibili, senza che nessuno proponga alcunché! Questa è una linea di azione che non è una novità assoluta, l'abbiamo già vissuta, quando un certo fondamentalismo ambientalista imperversava in quest'aula e che adesso viene ripreso con più timidezza dai novelli esponenti di quell'area.

Mi ricordo che il Presidente Caveri, anche lui quando c'erano queste incursioni fondamentaliste-ambientaliste, prendeva le distanze dicendo: "evitiamo di parlare di raddoppio in maniera esplicita"... Oggi però che si trova dall'altra parte del banco dice: "possiamo anche firmare in prima istanza questa proposta per cercare un accomodamento", che è forse più ideologico che non concreto, e lo stesso Caveri lo sa, ma qui non siamo nel Paese di Heidi, o forse qualcuno continua a credere che siamo nel Paese di Heidi, sognando il trenino che arriva fin su, magari buca la montagna e si va dall'altra parte...

Siamo nel 2009, siamo nel terzo millennio... mi rivolgo a chi sostiene con una certa convinzione questo documento: qui siamo in un luogo delle Alpi che sarebbe opportuno avesse un'apertura per essere davvero carrefour d'Europe; mi ricordo che 15-20 anni fa andava di moda definirci carrefour d'Europe, dovevamo essere il crocevia. Purtroppo adesso siamo alla periferia, non so se ve ne siete accorti, le grandi linee di transito dove la storia ci insegna sono fiorite le culture e i commerci, gli antichi Romani non so se avete idea di quella ragnatela di vie di comunicazione che creavano da Roma caput mundi per arrivare fino alla Bretagna, ai confini con l'Arabia o in Africa, c'era tutta una ragnatela di vie di comunicazione sulle quali sono fiorite le più grandi città, i più grandi commerci e le più grandi culture, oltre a quella latina, romana.

Noi facciamo le classiche scelte: siamo piccoli, rimaniamo nel nostro piccolo, non osiamo guardare al di fuori della finestra, perché già solo l'aria respirata potrebbe inquinarci, ignoriamo il fatto che fortunatamente la scienza evolve e le autovetture e gli autoveicoli pesanti stanno andando verso formule meno inquinanti come gli Euro 4 e gli Euro 5, un domani ci sarà l'idrogeno, ci saranno formule elettriche che permetteranno l'avanzamento di questi mezzi. Paradossalmente pretendiamo che qualcuno ci costruisca il tunnel di sicurezza, che - come diceva il collega Lattanzi - dovrebbe mettere il grano, perché siamo quel piccolo popolo che merita anche questa attenzione. Allora, un minimo di dignità va bene, ma anche di umiltà nei confronti di chi deve sottoscrivere, credere in queste parole, ma credere facendo dei ragionamenti concreti e magari presentarlo al Governo nazionale. Non so se il Presidente Rollandin avrà il coraggio di andare a Roma e dire, con qualunque Governo: il nostro Consiglio ha votato questo documento, particolarmente pesante, sono 6 frasette in premessa, in cui sosteniamo con convinzione "mai il raddoppio", il raddoppio è l'eresia che si vuole combattere! Bisogna metterla al rogo, bruciarla, anche se non esiste, bruciamola! È la caccia alla strega che facciamo nel 2009, perché purtroppo questa strega magari ci fosse, sarebbe anche una bella donna, piacevole. No, è invece un fantasma che aleggia ogni tanto, e oggi dobbiamo di nuovo condannarla!

Io credo che, come Consiglio regionale, in particolare mi rivolgo al Presidente della Regione che è stato anche Senatore nell'epoca in cui c'erano dei fermenti più concreti con il Ministro Lunardi per ipotizzare un raddoppio, che poi è stato stoppato... ma lo stesso Rollandin, se ricordo bene, non era così visceralmente contrario a questa ipotesi, oggi sarebbe un peccato voler sottolineare come Consiglio regionale l'esistenza del nulla. Non esiste nulla, quindi siamo contrari, siamo contrari al nulla e, con orgoglio, come comunità vogliamo affermarlo con questo documento, evviva! Questo è un ulteriore passo che il Consiglio regionale fa a dimostrazione della sua importanza, della sua consapevolezza di come approfondisce gli argomenti.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - L'inizio della discussione aveva introdotto una serie di elementi che credo non fossero stati ascoltati da chi è intervenuto adesso, perché sono state fatte una serie di considerazioni sul cambiamento del tipo di autocarri oggi utilizzati, sulle novità, sui nuovi regolamenti.

Due considerazioni vanno fatte. Sicuramente se si dovesse oggi immaginare un traforo del Monte Bianco, lo si immaginerebbe in modo diverso, con canne separate: questa credo che sia la logica su cui andrebbero tutti per una questione di sicurezza. Se avessimo oggi da immaginare qualcosa per la Valle d'Aosta a livello di transito... certo la ferrovia è nella situazione che conosciamo, lo abbiamo anche detto, possiamo solo immaginare che ci sia prima o poi anche un progetto che tenga conto che questa non è più una ferrovia. Era l'ultimo tratto militarizzato, così lo abbiamo ricevuto, come l'ultimo tratto della Calabria, e noi siamo ancora lì; non riusciamo neppure a far passare la Lunetta di Chivasso, malgrado ci siano i soldi non riusciamo a sbloccare la situazione! Per dire che oggettivamente il problema va affrontato per quel che è.

Effettivamente non stiamo discutendo su una proposta, per cui si dice: "non siamo d'accordo su questo, vogliamo qualcos'altro". Credo che però abbiamo fatto un dibattito che pur non essendo legato a un progetto che è lì alle porte, perché il progetto non c'è, i punti che abbiamo voluto risottolineare sono essenzialmente due, che mi sembrano essere stati ripresi da tutte le forze. Il primo, quello che prima dell'incidente del tunnel non era così eccezionale, imminente, importante, cioè la sicurezza, oggi lo è per tutti, è patrimonio comune. Il secondo è che non siamo contro l'aumento del traffico, ma possibilmente l'aumento del traffico dovrebbe essere rimodulato in modo che la ferrovia riprenda un ruolo, non diciamo solo in Valle, ma sul piano nazionale. Sappiamo che a livello europeo ci sono dei corridoi che passano sopra le Alpi con delle intersezioni ferroviarie che collegano la linea A 5 con la linea A 6, discussioni che non abbiamo ripetuto perché sono note a tutti; l'unica sottolineatura che abbiamo voluto fare è che, se ci dovrà essere un qualcosa nel futuro in merito al tunnel del Monte Bianco, la priorità va alla sicurezza. Abbiamo detto che la sicurezza è la nostra preoccupazione di base.

Io mi fermo qui, perché altrimenti andiamo a discutere su progetti che non sono neanche all'orizzonte, ha ragione Tibaldi quando ha riferito che in passato c'è stata una bozza di accordo che poi è svanito perché non c'erano né i fondi, né la volontà del Governo francese. Oggi l'unica sottolineatura vera è quella che tutto il Consiglio si rende conto che quello che si farà per la sicurezza va nella direzione giusta. Il resto aspettiamo di vedere cosa potrà essere il futuro per la nostra Regione.

Président - Je soumets au vote la motion dans le nouveau texte, qui récite:

Mozione

Rilevato che ricorre quest'anno il decennale del rogo nel Tunnel del Monte Bianco;

Tenuto conto dell'importanza di tale Tunnel per il mantenimento e lo sviluppo delle fondamentali comunicazioni e relazioni istituzionali, culturali ed economiche;

Preso atto delle dichiarazioni in merito al traforo del Monte Bianco espresse recentemente da alcuni esponenti politici ed in particolare sull'ipotesi di raddoppio dello stesso;

Considerato che il trasporto odierno e futuro dovrà incentivare quello su rotaia e non quello su gomma, potenziando quindi la rete ferroviaria soprattutto per i transiti internazionali e interregionali;

Ribadite le posizioni politiche fermamente assunte in passato dal Consiglio regionale in merito all'assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del Traforo del Monte Bianco;

Segnalato come appare diversa l'eventuale valutazione su di un tunnel di sicurezza (come già sta avvenendo per il Traforo del Gran San Bernardo);

Il Consiglio regionale

Impegna

il Presidente della Regione a riaffermare l'assoluta contrarietà nei confronti del raddoppio del Traforo del Monte Bianco nelle sedi istituzionali opportune per le motivazioni esplicitate in premessa e a presentare in Consiglio la discussione su di un eventuale tunnel di sicurezza;

Impegna

altresì la Giunta regionale a potenziare i dispositivi di monitoraggio della qualità dell'aria, al fine di regolare con criterio i flussi di traffico.

Conseillers présents et votants: 30

Pour: 26

Contre: 4

Le Conseil approuve.