Oggetto del Consiglio n. 499 del 15 aprile 2009 - Resoconto
OGGETTO N. 499/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito all'applicazione dell'accordo stipulato tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali per il rilancio dell'attività edilizia".
Interpellanza
Visto l'accordo siglato il 1° aprile scorso tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali per il rilancio dell'economia attraverso l'attività edilizia, iniziativa meglio conosciuta come "piano casa", che ribadisce pienamente le prerogative statutarie degli enti ad autonomia differenziata;
Atteso, nei prossimi giorni, il provvedimento del Governo sulla base di quanto concordato;
ciò premesso, i sottoscritti consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:
1) se è stata effettuata una ricognizione delle zone urbanistiche e delle tipologie edificatorie che potrebbero essere oggetto della disciplina regionale applicativa del "piano casa" nell'ambito del territorio valdostano: in caso affermativo, che cosa emerge dall'eventuale monitoraggio e quali sono gli indirizzi che si intendono adottare;
2) se e quali obiettivi (incrementi volumetrici, miglioramenti architettonici, bioedilizia, efficienza energetica, armonizzazione urbanistica, eccetera), indicati dal documento citato in Premessa (che nel frattempo avrà probabilmente ricevuto forma e sostanza in un decreto-legge del Governo), ritengono siano recepibili nella legislazione regionale;
3) se intendono proporre una legge temporalmente limitata o hanno diverse determinazioni in merito;
4) se e come intendono semplificare le procedure, spesso farraginose e onerose, previste per l'ottenimento del permesso di costruire o di ristrutturare un edificio.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - L'iniziativa trae spunto da quell'accordo siglato il primo aprile scorso fra il governo, le regioni e gli enti locali, per il rilancio della economia attraverso l'attività edilizia, iniziativa meglio conosciuta come piano casa, la cui intesa dovrà trovare attuazione attraverso l'emanazione prima di un decreto legge, poi di un disegno di legge e successivamente con le leggi operative da parte degli enti territoriali interessati. Sappiamo che i dieci giorni che erano stati previsti per l'adozione del decreto, e quindi il 10 aprile, sono scaduti infruttuosamente, anche perché l'Abruzzo è stato coinvolto da un terremoto che ha interessato in primis l'attività del governo italiano, di conseguenza sarà nei prossimi giorni che il governo Berlusconi adotterà l'atto legislativo d'urgenza annunciato.
Noi presentiamo questa interpellanza per avere qualche indicazione di massima da parte del governo regionale, che sarà chiamato nei novanta giorni successivi all'adozione del decreto, ad emanare una normativa propria, anche perché sappiamo che il cosiddetto governo del territorio dal 2001 è stato assegnato alle Regioni a statuto ordinario come potestà concorrente, è potestà invece primaria per quanto riguarda la Regione a statuto speciale della Valle d'Aosta. Sappiamo che in Italia esiste una legislazione frammentaria in materia; in Valle d'Aosta potremmo dire che questa legislazione locale ha attutito gli effetti di un certo disordine normativo che invece è presente in altre regioni, e questo lo dico anche con una nota di merito nei confronti del legislatore regionale che ha previsto la norma di pianificazione più attenta rispetto ad altre realtà territoriali, dove invece il disordine urbanistico impera ad oggi.
Fatta questa premessa, vorremmo sapere se nel frattempo l'Assessore o i suoi uffici hanno effettuato una ricognizione sulle aree di incidenza di questa normativa. Una ricognizione delle zone urbanistiche eventualmente interessate dalle tipologie edificatorie e se questo monitoraggio ha già sortito qualche effetto, o se è il caso di intraprenderlo, per avere sotto gli occhi una panoramica complessiva della situazione esistente e dove sono invece le zone nei confronti delle quali sarebbe opportuno se non necessario intervenire.
Quali sono poi gli obiettivi che, nell'ambito della intesa che è stata firmata anche con convinzione, perché il presidente Rollandin la volta scorsa ha portato una nota di rientro da Roma convinta, e mi pare che anche gli altri governatori abbiano aderito con convinzione a questa idea del piano casa condiviso; quali sono allora gli obiettivi che la Giunta regionale intenderebbe recepire. Come l'Assessore ben sa, ci sono interventi che si possono realizzare attraverso degli ampliamenti volumetrici, fino a un massimo del 20 percento, o interventi straordinari di demolizione e ricostruzione che possono riguardare edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35 percento. Quindi sono limiti massimi, entro cui la Regione può decidere quale discrezionalità assumere. Ma soprattutto questo piano casa servirebbe a dare fiato alla nostra economia, in particolare il settore della edilizia, che soffre anche in Valle d'Aosta delle difficoltà congiunturali, la concorrenza, la carenza di liquidità, le iniziative di infrastrutture che sono limitate da parte dell'ente pubblico e di strutture da parte di molti privati. Oltre a questa riossigenazione di questo settore, sarebbe interessante capire se c'è la volontà di introdurre forme semplificate e più celeri per l'attuazione di certi interventi edilizi.
Ma qui vorrei fare una nota. Leggevo che fra le varie proposte del governo ci sarebbe anche la totale abolizione del permesso di costruire, di cui al codice 380/2001. Personalmente mi reca più di qualche dubbio questa proposta. Mi ha fatto piacere che il Presidente Napolitano abbia sottolineato che in tal caso non si procede con decreto legge, ma con disegno di legge, affinché ci sia una normazione più concertata, che non si passi da una regolazione molto rigorosa, che per certi aspetti sono d'accordo che venga semplificata, a una deregulation totale, anche perché, nonostante l'autorevole affermazione di altrettanto autorevole componente del governo sul gusto estetico degli italiani, ho qualche dubbio, perché se giriamo l'Italia di brutture ne possiamo vedere e sono degli scempi incommensurabili.
Tuttavia una semplificazione normativa non guasterebbe. Sappiamo che più volte la sovrintendenza, anche con delle ragioni qualche volta e qualche altra un po' meno, ha messo il becco in iniziative private che potevano essere licenziate e d'altro canto ha licenziato iniziative pubbliche, che sono state collocate vicino a siti archeologici, storici ed artistici di notevole importanza. Penso a come era la "Cave des Onze Communes" nei pressi di Aymavilles qualche anno fa, che finalmente è stata ricoperta da un po' di vegetazione, era un impatto cementizio collocato a fianco di un castello medioevale, non è che ci fosse molta sintonia fra questi due volumi edilizi.
Terzo quesito, se c'è intenzione di fare una legge che sia temporalmente limitata, ovvero limitata ai diciotto mesi previsti dall'intesa, o se si voglia intervenire legislativamente con una norma più definita, di largo respiro e di lunga durata, cioè una norma certa che affini la nostra pianificazione vigente con gli indirizzi del governo italiano, ma che non si tratti di una iniziativa una tantum, ma possa guardare oltre il tempo così come è stato previsto.
Sulla semplificazione delle procedure ho già detto, ascolto la sua risposta, Assessore. Grazie.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Zublena Manuela.
Zublena (UV) - Merci, M. le Président. In relazione ai quesiti, in particolare al punto 1, preciso che in attesa del testo definitivo dell'intesa che sarebbe derivato dal confronto fra Stato, Regioni e Province autonome che si è concluso solo a fine marzo, e poi dall'adozione del successivo decreto legge, non è stato possibile, né si è ritenuto opportuno, avviare una ricognizione sistematica delle zone urbanistiche e delle tipologie edificatorie, che avrebbero potuto essere oggetto della disciplina regionale, in applicazione del piano casa sul territorio valdostano. L'eventuale ricognizione, secondo noi, avrà un senso quando si delineeranno più precisamente l'ambito e le modalità di applicazione che si intendono adottare, ricordando che la Regione ha competenza legislativa primaria in materia urbanistica, quindi le misure regionali potranno discostarsi anche significativamente da quanto oggetto dell'accordo Stato Regioni. Si condivide l'utilità e la necessità di disporre di uno strumento statistico per la raccolta dei dati urbanistici, preciso però che, tenendo conto dell'attuale fase di adeguamento dei piani regolatori alla norma di pianificazione, il piano territoriale paesistico, i dati ad oggi risulterebbero abbastanza disomogenei e quindi la loro attendibilità un poco limitata.
In relazione al secondo punto, se e quali obiettivi contenuti nell'intesa Stato-Regioni verrebbero recepiti, gli obiettivi che a seguito di un primo confronto interno si ritengono recepibili, che peraltro sono stati indicati fra gli indirizzi al gruppo di lavoro che abbiamo costituito e che già sta operando per predisporre la bozza di disegno di legge regionale, dovranno riguardare soprattutto il miglioramento del patrimonio edilizio esistente sotto alcuni aspetti principali. Anzitutto l'efficienza energetica, cioè il risparmio energetico con miglioramento delle prestazioni energetiche dell'edificio, l'uso di fonti energetiche alternative, l'adozione di criteri di bioedilizia relativi alla scelta dei materiali, eventualmente anche in sostituzione di materiali pericolosi, e con l'adozione di sistemi per il recupero delle risorse con accorgimenti impiantistici - il tema del recupero dell'acqua è fra i principali - e in ultimo anche il miglioramento dei canoni estetici del costruito. Si tratta di un insieme di miglioramenti che vanno incentivati anche attraverso gli incrementi volumetrici previsti dalla legge, non escludendo altri strumenti incentivanti, che vanno individuati e opportunamente valutati. Voglio precisare come l'ampliamento volumetrico deve intendersi anche come uno strumento utile per il miglior utilizzo dell'edificato, anche per ridurre il consumo di suolo. Suolo che è una risorsa naturale preziosa e sempre più scarsa.
Al punto 3, circa i tempi e la validità di questa legge, l'intenzione è di cogliere la sollecitazione derivante dall'iniziativa dello Stato, per dare impulso a un percorso che vuole promuovere il rinnovo del parco edilizio valdostano. Si ritiene che la legge non debba essere temporalmente limitata per poter essere efficace, e questo anche in considerazione del breve periodo che viene individuato dalla legge statale, diciotto mesi, periodo che non è congruo con i tempi di intervento sul nostro territorio di montagna, che sono fortemente condizionati dalla stagione invernale che impedisce le attività di cantiere. La natura degli obiettivi, che sono di miglioramento urbanistico-ambientale, porta alla scelta di operare con misure strutturali, di respiro più ampio, da attuare su un arco temporale maggiore. Quindi non solo con una finalità di natura prevalentemente economica, ma inquadrate come misure anticrisi. É chiaro che le misure che verranno introdotte nella legge regionale di fatto garantiranno anche il perseguimento degli obiettivi dello Stato, perché rappresenteranno un motore per la ripresa economica.
Infine, in merito alla semplificazione delle procedure pensavo che fosse un refuso sul testo della interpellanza, invece lei cita espressamente il "permesso di costruire". Proprio in virtù della competenza primaria in questa Regione non abbiamo il "permesso di costruire", ma la concessione edilizia e altre forme autorizzatorie, disciplinate dalla normativa regionale. Comunque la semplificazione amministrativa è uno degli impegni precisi del programma di questa maggioranza, quindi non si perderà questa occasione per introdurre delle modalità di semplificazione delle procedure a vantaggio del cittadino. Le semplificazioni potranno riguardare sia una modificazione delle norme regionali relative ai titoli abilitativi edilizi, con riferimento alla legge 11/1998, legge in materia urbanistica, articolo 60 concessioni edilizie, articolo 61 denuncia inizio attività, per esempio estendendo gli interventi realizzabili con denuncia di inizio attività. Questo è uno strumento più semplificato, ma una semplificazione amministrativa vera e propria potrà riguardare anche altri aspetti, come l'armonizzazione delle procedure con definizione precisa delle diverse fasi dei procedimenti, che devono essere estesi in modo omogeneo in tutti i comuni, cosa che oggi rappresenta una difficoltà per il cittadino o per il progettista, che a seconda del comune dove opera si deve adeguare alle modalità che lì sono state definite. Una via potrà essere quella di predisporre una modulistica comune per tutti gli interventi di questa legge, su cui si sta lavorando.
A seguito di un confronto si è pensato di creare una banca dati, un'anagrafe degli edifici che permetta la raccolta unica di documenti sull'edificio; questo permetterebbe di ridurre la produzione e il reperimento della documentazione per ogni adempimento amministrativo che il cittadino si trova ad effettuare (allacciamento elettrico e telefonico, mutui, eccetera). Naturalmente questo aspetto è più complesso, e merita una riflessione più accurata.
Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.
Tibaldi (PdL) - L'Assessore ci ha dato una spolverata, un colpo di pennello su quelle che potrebbero essere alcune aree di intervento della legge regionale. Anzitutto manifestiamo il piacere per il fatto che non si tratti di una legge di durata transitoria, perché una normazione più definitiva permette di migliorare o di correggere quelle storture legislative o applicative delle stesse leggi - lei ha ricordato la norma di piano, la 11/1998 - che hanno creato più di qualche problema; ben venga una normazione che sia di lunga durata.
Per quanto riguarda la ricognizione, lei ci dice di attendere il disegno di legge, ma questo nella sostanza è stato definito nell'accordo plurilaterale fra regioni, enti locali e governo, quindi penso che la materia sia stata completamente enunciata. Il disegno di legge è una formalizzazione e una articolazione del pensiero condiviso in quel summit e si tratta semplicemente di darne applicazione. Sinceramente mi aspettavo da lei qualche slancio in più, nel senso che dobbiamo fare ancora la ricognizione, il monitoraggio: oggi comporterebbe dati disomogenei, e la cosa ci stupisce un poco. Non lo dico per lei che è arrivata da qualche mese, lo dico perché sia la norma di piano sia la struttura regionale molto complessa prevedono degli osservatori, delle banche dati: In questa regione ci sono 17-18 osservatori disseminati in tutte le materie, siamo "iperosservati" in qualunque tipologia di attività amministrativa che dir si voglia, perché sono stati previsti da leggi vigenti. Credo che arrivare oggi in aula e dire che non abbiamo ancora fatto la ricognizione o non abbiamo elementi omogenei per un monitoraggio concreto, non dia lustro all'amministrazione. Adesso mi rivolgo a lei perché l'interpellanza riguarda il suo settore, ma sarebbe meglio venire in aula e dire: osservatori, strutture e banche dati ci permettono di dire oggi che le aree di intervento sono queste, A, B, C, D, anche perché la materia è stata individuata dai governatori e dal governo italiano. Su questo punto non possiamo manifestare soddisfazione.
Per quanto riguarda gli obiettivi, lei timidamente ne ha indicati alcuni, ne prendiamo atto. Sappiamo che la normativa regionale può prendere le distanze in maniera significativa, in virtù della nostra autonomia statutaria, dagli indirizzi nazionali; concordiamo sul fatto che bioedilizia, fonti alternative ed efficienza energetica debbano essere prese in estrema considerazione. Ovviamente anche l'armonizzazione delle procedure è un altro passo importante: oggi dei 74 Comuni, sapere quanti agiscono secondo procedure omogenee e certe per il cittadino non è facile. Non so se il comune di Torgnon e il comune di Fénis hanno le stesse procedure, alcuni hanno magari procedure più tortuose, altri le hanno più semplici, ma sta di fatto che il cittadino che vuole costruire o l'impresa che deve intervenire da una parte o dall'altra non ha mai una certezza normativa e un'applicazione lineare delle norme edilizie e urbanistiche vigenti.
Ben venga il piano casa, promosso a livello nazionale, ben venga anche un'applicazione certa e definita da parte della Regione. Per quanto ci riguarda daremo la nostra collaborazione perché ci sia in III Commissione il massimo contributo per andare in una direzione condivisa. Non escludo - come annunciato dal capogruppo - che il nostro gruppo formuli una sua proposta di legge, che ovviamente si confronterà e magari confluirà in un testo condiviso tra l'Assessore, la commissione e tutti coloro che parteciperanno a questo importante momento normativo.