Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 477 del 1° aprile 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 477/XIII - Interrogazione: "Problematiche riguardanti le politiche di integrazione degli immigrati provenienti dai Paesi del nord Africa".

Interrogazione

Premesso che:

- negli ultimi anni si è verificata una crescente immigrazione in Valle d'Aosta, non solo di persone provenienti dall'est Europa, ma anche dai paesi del Nord Africa, i quali certamente contribuiscono allo sviluppo economico della regione, essendo impiegati per lo più nel settore commerciale, agricolo ed edilizio;

- è notorio che coloro che provengono dai paesi nordafricani sono di religione islamica e, nel rispetto dei nostri principi costituzionali, hanno la facoltà di praticare la loro religione liberamente;

- è però altrettanto noto come spesso nelle moschee, nei luoghi di culto o nei centri di cultura islamica la lingua utilizzata sia l'arabo e che in un passato non troppo remoto, in diverse parti d'Italia si sono verificati episodi per nulla adatti alla collocazione occidentale dell'Italia e al ruolo che il nostro paese ha nello scacchiere internazionale, come ad esempio il reclutamento di individui per il terrorismo internazionale e la predicazione di atti contro l'occidente cristiano;

tutto ciò premesso, considerato anche il ruolo prefettizio svolto dal Presidente della Regione;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

il Presidente della Regione per sapere:

1) qual è l'incidenza in termini percentuali sulla popolazione valdostana della presenza di immigrati provenienti da paesi di religione islamica;

2) se esistono delle stime sui flussi migratori in Valle d'Aosta nei prossimi anni;

3) quante moschee o luoghi di culto o quanti centri di cultura islamica sussistono sul nostro territorio;

4) fatti salvi i principi costituzionali e le leggi che regolano la materia, quali sono le politiche di integrazione attualmente in atto e se stanno dando esiti positivi, considerato che in alcune zone della città di Aosta e di altri comuni stanno sorgendo sentimenti di intolleranza da parte di nostri concittadini.

F.to: Zucchi

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie, Presidente. Questa interrogazione del collega ci permette di fare il punto della situazione, almeno dai dati che abbiamo e che cercherò di riferire, in modo da fare una riflessione nel merito.

Rispetto alla prima domanda: "qual è l'incidenza in termini percentuali sulla popolazione valdostana della presenza di immigrati provenienti da Paesi di religione islamica", devo dire che i dati di cui disponiamo riguardano la situazione al 31 dicembre 2007 e sono pubblicati sul dossier statistico immigrazione 2008 della Caritas. I dati relativi al 2008, benché già trasmessi dai Comuni, non sono ancora stati elaborati, ma quanto prima potremo fare una valutazione anche su questi. In base ai dati disponibili, il totale della popolazione straniera di origine nord-africana in Valle al 31 dicembre 2007 era di 2.508 persone, 1.432 di sesso maschile e 1.076 di sesso femminile pari al 2% della popolazione residente in Valle. Va detto al riguardo che questo numero non esaurisce i possibili immigrati provenenti dai Paesi di religione islamica, in quanto vi sono altri Paesi ad alto flusso migratorio non appartenenti al nord-africa in cui è diffusa la religione islamica come l'Albania, l'India, la Costa d'Avorio, la Bosnia-Erzegovina, Senegal, Turchia, Iran e Pakistan, né peraltro questi numeri permettono di avere un dato certo sul numero di credenti effettivamente praticanti. Ad ogni modo e per completezza di informazione, si aggiunge che rispetto al 2006 la popolazione straniera proveniente dal nord Africa ha registrato nel 2007 un incremento dell'8%, pari a 204 immigrati in più. Inoltre alla data del 31 dicembre 2007 la popolazione straniera complessivamente presente in Valle era pari a 5,2% della popolazione residente (6.604 immigrati su un totale di 125.979 persone residenti in Valle). Come avremo i dati del 2008, provvederò a comunicarli, ma c'è stato ancora un aumento nel 2008; adesso non so di preciso perché i dati stanno arrivando.

"Se esistono delle stime sui flussi migratori in Valle d'Aosta nei prossimi anni", su questo è piuttosto difficile, in quanto l'analisi richiede che vengano presi in considerazione tre differenti fattori di flusso, dei quali solo il primo è conoscibile con certezza, perché stabilito dal Governo con proprio decreto: il fattore di flusso, ossia gli interessi per lavoro di stranieri provenienti dal loro Paese di origine; il secondo fattore di flusso è il trasferimento in Valle di stranieri già presenti nel territorio nazionale; il terzo fattore di flusso riguarda gli ingressi di stranieri per ricongiungimento o coesione familiare. Per quanto riguarda il primo fattore, ingressi per lavoro di stranieri provenienti dal loro Paese di origine, per il 2009 il decreto flussi ha stabilito l'assegnazione di 54 quote di ingresso per il lavoro in Valle, 23 delle quali riservate ad immigrati provenienti dal nord Africa. Nel 2008 gli ingressi per lavoro di stranieri provenienti dal nord Africa sono stati 55. Il secondo fattore di flusso (trasferimenti di immigrati già presenti sul territorio) non è predeterminabile, perché è legato a fattori che non sempre hanno questo tipo di registrazione, perché per gli altri sì, dipendendo da motivi quali per esempio l'andamento del mercato del lavoro e i legami con le comunità presenti sul territorio. Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, terzo fattore, si segnala che nel corso del 2008 sono stati registrati 89 ingressi di familiari di cittadini di origine nord africana, dato dovuto alla sempre più consolidata presenza maghrebina in Valle, che lascia presupporre per il futuro un andamento costante di questo tipo di ingressi. Infine, in relazione alle coesioni familiari, per quanto riguarda i casi in cui la richiesta è formulata da un cittadino italiano, è impossibile fornire una stima, anche considerando che tali richieste non sono neppure registrate presso gli uffici della Regione essendo inoltrate direttamente alle autorità consolari.

Terzo punto: "quante moschee o luoghi di culto o quanti centri di cultura islamica sussistono sul nostro territorio", l'unico luogo di culto islamico ufficiale è sito ad Aosta in via Carrel. Nel recente passato si annoverava anche un luogo di culto nel comune di Verrès, ma che oggi non risulta più essere utilizzato. Si registra inoltre la presenza di 4 associazioni radicate sul territorio della regione: l'AMAV, Associazione Maghreb Araba Valdostana; l'Associazione "Rayon du Soleil", che riunisce donne di area araba; l'AMIVA, Associazione marocchina immigrati in Valle d'Aosta e l'Associazione Lega Islamica Valle d'Aosta. Tali associazioni sono accreditate presso il Consiglio territoriale per l'immigrazione con diritto di partecipare alle sedute plenarie.

Infine: "fatti salvi i principi costituzionali e le leggi che regolano la materia, quali sono le politiche di integrazione attualmente in atto e se stanno dando esiti positivi, considerando che in alcune zone della città di Aosta e di altri Comuni stanno sorgendo sentimenti di intolleranza da parte di nostri concittadini", è opportuno considerare che non si sono verificati in Valle d'Aosta episodi di intolleranza particolari come abbiamo visto in altre città, e che in linea generale sentimenti di questo genere sono legati a fatti o ad accadimenti connessi a crimini o delitti, che sono perseguiti dalle autorità competenti. L'Amministrazione regionale peraltro pone particolare attenzione alle politiche di integrazione dei cittadini extracomunitari e non solo di quelli di religione islamica e ciò nel solco delle linee guida approvate dalla Giunta nella scorsa legislatura relative agli orientamenti e indirizzi in materia di politiche per l'immigrazione, in numerosi e importanti settori quali l'istruzione pubblica, la formazione professionale, la mediazione interculturale in generale, in particolare nel settore sanitario sulla base di principi generali volti ad evitare ogni forma di discriminazione, a garantire l'accoglienza e l'integrazione sociale dei cittadini stranieri, le pari opportunità di accesso ai servizi e alle forme di tutela dei diritti. Ad esempio ad oggi ci sono 15 mediatori di lingua araba iscritti nel registro regionale dei mediatori interculturali, ossia dagli operatori sociali normalmente loro stessi immigrati che fungono da punto di riferimento tra i cittadini immigrati e le istituzioni per facilitare il dialogo e l'accesso ai servizi socio-sanitari. A questo riguardo nel 2003 è stato attivato il servizio di intermediazione interculturale presso le strutture ospedaliere regionali, che ha l'obiettivo generale di rafforzare il ruolo dell'Ospedale nella promozione della salute nei cittadini stranieri e di creare le condizioni per una corretta ed efficace gestione dei rapporti fra pazienti immigrati e le strutture ospedaliere. Nel 2008 sono stati 338 su un totale di 458 gli interventi di mediazione nell'area araba. Spero di aver risposto, se ci sono ulteriori informazioni, sono disponibile a darle.

Président - La parole au Conseiller Zucchi.

Zucchi (PdL) - Grazie, Presidente. Lo scopo di questa interrogazione era quello di fare il punto della situazione su questo argomento. Un argomento che, per sgombrare il campo da ogni strumentalizzazione, è ben lungi da essere vicino a sentimenti xenofobi e razzisti, bensì quello di fare una fotografia della situazione esistente nella nostra regione, che sappiamo tutti essere in una situazione diversa rispetto alle altre Regioni italiane, dove questo fenomeno ha assunto delle dimensioni di altro livello e di altra preoccupazione nei confronti degli abitanti e dei nostri concittadini nazionali. Era importante capire qual era la situazione, quindi le risposte che sono state date danno il senso di un incremento, seppure lieve, non so se lieve o medio, ma sempre costante in questi anni. Attendiamo i dati del 2008, però, facendo il raffronto secondo quanto da lei dichiarato, dal 2006 al 2007 c'è stata comunque un'elevazione dell'8% di afflusso. Ritengo pertanto in questa sede rimarcare la necessità - lo dico a lei in qualità di responsabile con funzioni prefettizie, non solo come responsabile del Governo regionale - di come sia importante tenere sotto controllo questi fenomeni affinché sia rimarcata nella nostra coscienza collettiva l'importanza dell'integrazione di queste persone che vengono nella nostra regione, che, come da tutti sottolineato, vengono nella maggior parte dei casi - sono casi solo sporadici quelli limitati alla clandestinità e alla delinquenza, su cui vorrò soffermarmi - per svolgere quelle attività che i nostri concittadini per motivi vari non svolgono più. È quindi maggiormente lodevole e importante adottare delle politiche di integrazione, adottare un atteggiamento da parte della nostra Regione affinché queste persone che vengono nella nostra regione a svolgere questi lavori e che quindi abbiano veramente la volontà di integrarsi nella nostra società, abbiano un sostegno nell'apprendimento della nostra lingua anzitutto, perché è importante che le persone che vengono nel nostro territorio imparino nel più breve tempo a rispettare le nostre regole, le nostre leggi, anche la nostra lingua e non dico le nostre tradizioni, perché è impossibile pensare a coloro che hanno una religione diversa di imporre un'altra religione, non sarebbe neanche possibile, ma, dal punto di vista delle regole del nostro Stato, questo sì. È importante che fin da piccole queste persone, quindi le famiglie che si spostano nella nostra regione ai fini dell'integrazione, possano essere adeguatamente sostenute nell'apprendimento di tutto quello che fa parte del nostro convivere civile, perché credo che solo in questa maniera si possa raggiungere quel livello di integrazione che è necessario per contribuire e proseguire in un'azione che comunque sia sana. È evidente che lei, Presidente, non può fornire dei dati che sono impossibili da dare e relativi al fenomeno della clandestinità, perché, essendo clandestini, non si possono fornire dei numeri che sarebbero comunque censiti dall'autorità come la Questura o da lei stesso, però anche il fenomeno della clandestinità è un fenomeno da tenere sotto controllo anche nella nostra regione, perché sembra che l'Italia, anche le recenti notizie che arrivano ogni giorno sui mass media lo ribadiscono, sia diventata un paese miraggio, un terreno considerato elemento di costruzione per un futuro di queste povere persone che cercano delle realtà differenti e che potrebbero vedere anche nella nostra regione un punto di approdo.

Anche sul fenomeno della clandestinità, pur essendo un territorio piccolo e per certi versi facilmente controllabile, quindi è bene mantenere un livello di guardia elevato, perché, come abbiamo avuto modo di parlare in Commissione, soprattutto in certe realtà come la bassa Valle sono crescenti dei fenomeni di microcriminalità, che sono sfociati in certi atteggiamenti che hanno destato delle preoccupazioni - in questo senso mi riferivo al punto n. 4 dell'interrogazione - e che meritano la dovuta attenzione da parte di tutti per evitare che si arrivi ad una situazione che possa andare fuori controllo.