Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 475 del 1° aprile 2009 - Resoconto

OBJET N° 475/XIII - Communications du Président de la Région.

Président - Puisque le Président de la Région est là, on revient à l'ordre du jour avec les points qui n'ont pas pu être discutés ce matin.

La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Merci, M. le Président. Credo che ieri e oggi avrete già visto dalle cronache dei giornali che hanno riportato la discussione che in Conferenza Stato-Regioni è stata avviata per il problema della casa e a quello a cui avevo accennato in precedenza, dell'impegno che le Regioni si erano prese di dare una risposta entro martedì, sulla modalità con cui doveva essere portato avanti il problema della necessità di fare una netta distinzione fra quelle che erano le competenze da presentare nel proprio ambito a livello statale, e quelle che sono riservate alle Regioni sia come proprietà concorrente, sia come proprietà specifica statutaria, come è per le Regioni a statuto speciale. Nella giornata di ieri c'è stata la riunione dalla mattina fino a mezzanotte per siglare l'accordo, in quanto all'inizio c'era stata una discussione fra le Regioni per quanto riguardava la procedura e soprattutto il metodo con cui si prevedeva di intervenire con decreto su alcune materie, che essenzialmente si riferivano alla semplificazione delle procedure. In ambito paesaggistico la previsione del rilascio delle autorizzazioni, permessi e degli atti di assenso comunque denominati, di competenza delle amministrazioni o organismi statali, dall'altro modifiche e integrazioni per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica in luogo di quanto previsto dal decreto attualmente in vigore, ripristinando il "decreto Urbani", tenuto conto che scade a giugno questo sistema di autorizzazioni. Stesso discorso per le problematiche antisismiche e così via, per la VAS come per altri problemi legati a normative che hanno una valenza comunitaria o statale.

Questa parte è stata nell'accordo definitivo stralciata, sapendo che faceva da traccia al provvedimento che andrà in Consiglio dei ministri entro 10 giorni. Da oggi la parte tecnica sta lavorando su questa bozza per definire, in accordo con le Regioni, come sarà presentato il decreto da parte del Consiglio dei ministri, che avrà un grosso effetto sul problema della semplificazione degli atti, quindi con un apprezzamento generale di queste proposte, anche se tutti ci siamo resi conto della complessità di tale materia, soprattutto in alcuni ambienti tipo la parte relativa alla materia paesaggistica o alla materia delle Sovrintendenze.

Per quanto riguarda invece l'impegno delle Regioni, questo va nel senso di attivare entro 90 giorni proprie leggi ispirate ai seguenti obiettivi - che avrete già avuto modo di vedere -: regolamentare interventi anche attraverso piani, programmi definiti da Regioni e Comuni per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni o bifamiliari e comunque di volumetria non superiore ai 1.000 metri cubi con un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve le diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriore forme di incentivazione. Ho chiesto alla Presidenza di distribuire il documento, in modo che per tutti ci sia la possibilità di ragionarci e di leggere, perché queste sono solo le parti principali. Mi soffermo su questo, perché a proposito dei limiti di ampliamento di tali strutture unifamiliari o bilocali c'è da tener conto che alcune Regioni hanno già legiferato in materia, quindi molte Regioni dicono: "ma noi lo abbiamo già fatto, non vorremmo che questa legge avesse un effetto solo legato al tema della crisi, vorremmo che questa che è una legge regionale valga per il tempo che riteniamo opportuno". La stessa cosa quindi varrà per tutte le Regioni, che a loro discrezione potranno dire: "io faccio una legge che ha valenza", come viene detto dopo, ossia la disciplina introdotta nelle suddette leggi regionali avrà validità temporalmente definita non superiore a 18 mesi dalla loro entrata in vigore, salvo diverse determinazioni delle singole Regioni. Perché, ripeto, le Regioni che ce l'hanno già hanno dichiarato di non essere disponibili ad abrogarle nel momento in cui finisce la crisi, per noi sono elementi che valgono indipendentemente dalla crisi; questa sarà una valutazione a discrezione della normativa regionale.

Il punto n. 2, disciplinare interventi straordinari - l'altro aspetto - demolizione e ricostruzione, in questo si è inserita una discussione molto ampia sul problema non solo degli abitati, ma anche dei capannoni industriali, tenendo conto che in molte zone c'è l'esigenza di una delocalizzazione, quindi sarà anche qui a seconda delle valutazioni delle Regioni, fare o non fare certe proposte e poi introdurre forme semplificate e celeri per l'attuazione degli interventi edilizi che sopra ho riportato. La valenza nel suo insieme, come misura anticrisi, è di 18 mesi, come ho detto, salvo l'esigenza di... Se non c'è l'attivazione nei 90 giorni delle leggi regionali, è detto che c'è un accordo per cui congiuntamente il Presidente della Regione e la Presidenza del Consiglio dei ministri possono intervenire in termini sostitutivi proprio per dire dell'urgenza di queste misure. Un altro aspetto è quello della trasparenza, si introduce anche qui un'attivazione delle misure come quelle che sono state prese per gli interventi del 36% di riduzione per le manutenzioni straordinarie, laddove è obbligatorio avere delle fatture in modo che sia chiaro che si va contro l'elusione, quello che è il "nero". L'altro aspetto è un tavolo che dovrà essere aperto con Regioni e Ministeri competenti per prevedere effettivamente un reale piano casa, che possa anche utilizzare i proventi legati a queste nuove attivazioni di meccanismi edilizi per finanziare questi nuovi interventi, altre norme poi saranno di volta in volta esaminate. Credo quindi che sia un accordo importante, che ha visto partecipare Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale. Come vedrete, alla fine di questo documento, ed è stato messo volutamente alla fine, viene fatta salva ogni prerogativa costituzionale delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome, proprio perché si deve tener conto della valenza degli statuti che sono anche fra le speciali articolati in modo diverso in materia di urbanistica.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Tibaldi.

Tibaldi (PdL) - Grazie, Presidente. Apprendiamo con favore queste comunicazioni del Presidente Rollandin, che peraltro, come già detto da lui, erano state anticipate anche a mezzo stampa e a mezzo mass media fin da questa mattina in merito ai contenuti e a tale accordo raggiunto. Il piano casa è importante, primo, perché come sta nelle note ispiratrici di questo provvedimento va a rimettere in moto una parte dell'economia, dell'edilizia minore sotto il profilo quantitativo, ma importante sotto il profilo qualitativo perché si riferisce all'edilizia abitativa e quindi dà fiato ad un'economia che in questo momento particolarmente critico sotto un profilo congiunturale deve avere anche degli inneschi che siano favorevoli e dinamici. È altrettanto positivo l'aspetto della semplificazione delle procedure in materia edilizia, che oggi sono quanto mai farraginose. Non mi riferisco tanto alla Valle d'Aosta, parlo in generale dell'Italia dove ogni Regione ha adottato delle proprie normative; di conseguenza, il semplificare le procedure ed evitare ai cittadini utenti di perdersi in queste prassi burocratiche che sono logoranti e costose, credo sia un segno di civiltà da parte delle pubbliche amministrazioni intese in senso lato nei confronti dei cittadini.

Il terzo aspetto che non è di secondaria importanza è che questo accordo intervenuto fra le Regioni e la Presidenza del Consiglio dei ministri, in particolare con il Ministro Fitto, sta ancora una volta a sottolineare l'attenzione che il Governo sta dimostrando nei confronti delle autonomie e delle Regioni, che sono le vere competenti in materia di governo del territorio. Il titolo V della Costituzione, così come modificato nel 2001, ha sancito inequivocabilmente che il territorio, l'ambiente e il paesaggio sono comunque di competenza nostra, sta al buon gusto dei cittadini e degli amministratori saperlo amministrare ed evitare le brutture che contraddistinguono purtroppo alcune situazioni evidenti in molte parti d'Italia. È opportuno sottolineare la conclusione di questo documento di intenti, che è stato siglato fra le parti, dove viene fatta salva ogni prerogativa costituzionale delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome, che qui è scritto a chiare lettere e che va ulteriormente ad evidenziare e rafforzare quanto ho prima detto.

Direi che sarebbe buona cosa che, visto che quando sarà approvato il decreto, si parla di questi dieci giorni, le Regioni hanno i tre mesi canonici di tempo per intervenire, che il Governo regionale da una parte e la III Commissione della quale faccio parte lavorassero in sinergia per individuare le norme più proficue per disciplinare e applicare questa materia in maniera compiuta per i casi inerenti il nostro territorio.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Presidente Rollandin per questa informativa dettagliata. Abbiamo già in altra sede espresso interesse e preoccupazione al tempo stesso per questa problematica, siamo convinti che l'ossigeno che può essere dato a un settore delicato come quello dell'impresa edilizia sia fondamentale in questo momento se bene indirizzato, ma sappiamo tutti quanto la Valle sia un terreno delicato per quanto riguarda le attività edilizie, come non siano mancate in passato ondate di speculazione edilizia che hanno purtroppo pesantemente segnato il nostro territorio e con quanta difficoltà anche attraverso leggi molto lungimiranti che purtroppo a suo tempo la Corte costituzionale pensò bene di sterilizzare, impedendone l'efficacia, la Regione abbia potuto contenere queste spinte. Siamo convinti che qui, a fronte di una manovra a cui le Regioni e gli enti locali hanno dato la loro intesa, ma che nasconde anche comunque in caso di mancata approvazione di leggi regionali la minaccia del ricorso ad un'azione sostitutiva attraverso i poteri che conferisce al Governo la cosiddetta "legge La Loggia" sia necessario muoversi con molta rapidità, evitando uno scontro fra posizioni massimaliste sul tema, creando quindi delle condizioni perché le istituzioni regionali e gli enti locali, insieme alle categorie e ai professionisti, che credo abbiano da dire loro stessi una parola importante su come si può progettare e organizzare meglio l'attività edilizia in questa regione, individuino delle modalità, perché questo non rappresenti un far west nella nostra regione.

Penso di dire in questo una cosa che almeno in termini di principio può trovare molti concordi, ma sappiamo e lo abbiamo anche letto dai giornali di oggi come le stesse sovrintendenze con il loro ruolo di salvaguardia rispetto al paesaggio sentano pesantemente il rischio di essere in qualche modo oltrepassate; qui siamo sempre di fronte al delicato equilibrio fra esigenze di tutela e di conservazione ed esigenze di innovazione. È un terreno sul quale si misura l'Amministrazione credo con un approccio anche più consensuale, più condiviso rispetto alla legislazione di quanto non vediamo peraltro profilarsi in altri settori. Abbiamo registrato in questi ultimi giorni un disegno di legge che mette sul tavolo già in materia turistico-alberghiera rilevanti incrementi volumetrici e su questo esprimiamo delle perplessità di ordine generale se non saranno individuati bene i casi e le situazioni nelle quali questo si deve produrre per evitare che ne approfitti semplicemente un'espansione di tipo edilizio, di tipo quantitativo e non una trasformazione qualitativa del settore alberghiero. Diamo quindi fin d'ora, Presidente, la nostra disponibilità ad un lavoro in questa sede, nelle sedi tecniche che lei vorrà individuare che sia di apporto costruttivo purché vi sia da ogni parte un approccio aperto e rispettoso dei valori di difesa del nostro ambiente, del nostro territorio, del nostro patrimonio edilizio e storico, che non crediamo debba essere messo alla berlina.

Rispetto all'impianto generale, ci limitiamo ad un'osservazione - che emerge già da molte parti - ed è come il patrimonio abitativo delle fasce meno avvantaggiate della popolazione rischi di essere messo in ombra in questo momento a beneficio di chi possiede unità abitative di carattere mono o bifamiliare, che anche in questa regione sono più diffusamente appannaggio di parte della popolazione più benestante, in sostanza, il rischio che si crei un'edilizia a doppia velocità. Speriamo che questo rischio possa essere evitato.