Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 474 del 1° aprile 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 474/XIII - Reiezione di mozione: "Impegno per l'individuazione di personale medico da adibire esclusivamente alla vigilanza sull'osservanza delle leggi in materia di tutela della salute dei lavoratori".

Mozione

Considerato che il d.lgs 9 aprile 2008, n. 81 - articolo 13, comma 5 - dispone l'incompatibilità per il medico del lavoro dipendente dal servizio sanitario nazionale a svolgere contemporaneamente attività di consulenza e di vigilanza allo scopo di evitare il sovrapporsi delle due funzioni;

Visto che attualmente i due medici del lavoro in organico all'Azienda USL della Valle d'Aosta operano quasi esclusivamente in attività di supporto/consulenza nei confronti dei privati nel normale orario di servizio e in regime di libera professione;

Considerato che il compito di vigilanza e controllo sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è istituzionalmente attribuito alle Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio;

Visto che la medicina del lavoro è quella branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie causate dalle attività lavorative e che il medico del lavoro è l'unico professionista specializzato all'identificazione dei sintomi causati dall'esposizione del lavoratori ad agenti chimici o tossici esistenti negli ambienti di lavoro;

Preso atto che la deliberazione della Giunta regionale n. 190 del 30 gennaio 2009 concernente le "Disposizioni all'Azienda U.S.L. della Valle d'Aosta ai fini della definizione del contratto di programma e per la successiva adozione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2009 e per il triennio 2009-2011" nulla dice in proposito;

Il Consiglio regionale

Impegna

il governo regionale a dare disposizione all'Azienda USL della Valle d'Aosta affinché individui personale medico che sia addetto esclusivamente alla vigilanza sulla osservanza delle leggi di tutela della salute dei lavoratori.

F.to: Rigo - Carmela Fontana - Donzel

Président - La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Grazie, Presidente. Dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale di fine novembre dello scorso anno della mozione relativa agli incidenti e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, abbiamo continuato come gruppo ad interessarci di queste problematiche perché, nonostante tutti gli appelli alla sicurezza, si continua a morire sul lavoro. Sempre più questa è una vera emergenza nazionale e ancora una volta poche settimane fa il Presidente della Repubblica ha fatto sentire la sua voce contro una piaga che sembra non doversi rimarginare mai, anzi sembra peggiorare. Sono quasi 300 i morti sul lavoro dall'inizio del 2009 e oltre 250.000 gli infortuni avvenuti nei luoghi di lavoro sempre nel 2009, anche per la Valle d'Aosta in questo senso non è stato un bell'inizio di anno, anche da noi troppi incidenti e troppe disgrazie. "La prevenzione degli incidenti sul lavoro, che hanno assunto nel nostro Paese una drammatica rilevanza e che continuano a causare troppe vittime innocenti, deve costituire un fondamentale impegno condiviso..." - ha scritto il Capo dello Stato il 5 marzo scorso in occasione della Giornata sulla sicurezza sul lavoro - "... ed è necessario mobilitare ogni risorsa affinché questo difficile momento non si traduca in una minore attenzione alle condizioni che devono salvaguardare sicurezza e salute di ogni lavoratore". Condivido la sensibilità con cui il Presidente della Repubblica è intervenuto sui temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, l'invito è a vigilare affinché le leggi, anche se insufficienti e ahimè ridimensionate (o che si vogliono ridimensionare), vengano fatte rispettare nel loro complesso. Il Consiglio dei ministri ha varato venerdì 27 marzo il nuovo testo sulla sicurezza o, meglio, alcune parti che riguardano il testo sulla sicurezza, che passerà ora al vaglio delle parti sociali e delle Regioni. Nessuno si oppone a correzioni laddove il testo presenta inesattezze o necessità di chiarimenti, ma sarebbe inaccettabile uno stravolgimento dell'impianto normativo. Dalle notizie, dai commenti riportati dai quotidiani, sembrano prevalere due elementi: da un lato, una certa attenuazione di alcuni vincoli per la violazione delle normative relative alla sicurezza; dall'altro, la forte accentuazione dell'aspetto della bilateralità, ossia affidare ad enti bilaterali la certificazione della corretta applicazione delle norme di sicurezza, escludendo l'intervento pubblico. Norme che non rassicurano, per questo tutti i sindacati stanno vigilando, anche l'UGL. Renata Polverini infatti, aderendo ad un'iniziativa svoltasi alla Camera dei deputati promossa da "Articolo 21", ha ribadito che "è necessario non intaccare un impianto di fondo equilibrato", il riferimento è al decreto legislativo n. 81/2008, vale a dire il Testo unico sulla sicurezza, legge n. 123 approvata il 3 agosto 2007. "Non possiamo permetterci..." - continua la Segretaria dell'UGL - "... di abbassare la guardia e il Governo per primo deve assicurare che non si compiano passi indietro sulla sicurezza"; per questo ricordavo prima tutti i sindacati.

Con questo spirito e con questa logica abbiamo letto un provvedimento assunto dalla Giunta provinciale di Bolzano per l'istituzione di un comitato provinciale di coordinamento delle attività di prevenzione in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Comitato composto credo sulla falsa riga del nostro Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, presieduto dal Presidente della Regione, come a Bolzano dal Presidente della Provincia, e insediatosi nel mese di dicembre 2008. La deliberazione di Bolzano prevede anche l'istituzione di un servizio operativo, non un servizio tecnico, per la definizione e il coordinamento delle concrete attività ispettive: quella cosa che è difficile a farsi; se ho ben capito, un coordinamento dei controlli e delle ispezioni dell'attività di vigilanza. Questa indicazione ci ha indotto a capire meglio come l'USL della Valle d'Aosta si sia organizzata o sia organizzata per operare al meglio in questo difficile campo di azione; abbiamo così trovato quelle che, a nostro modo di vedere, sono anomalie del sistema di vigilanza. Premetto - l'ho già detto in separata sede all'Assessore per evitare equivoci molto facili quando si parla di persone - che le nostre valutazioni prescindono dalle persone che compongono gli staff operativi dell'azienda USL e che dipendono unicamente dalla lettura e dall'analisi dell'organigramma dell'azienda stessa. Forse il testo della mozione è un po' criptico almeno nella parte deliberativa, quindi cercherò di spiegare, sperando di riuscirci, e in questo mi avvalgo del sito dell'USL della nostra Regione. Tra le diverse aree dell'azienda vi è quella della prevenzione, che si sviluppa attraverso il Dipartimento di prevenzione, che ha il compito di mettere a disposizione di tutti quegli elementi utili - badate - a ridurre i rischi per la salute e per l'ambiente, eventualmente legati all'attività in essere e utilizzabili per l'incremento e lo sviluppo di nuove attività. L'articolazione del Dipartimento di prevenzione prevede i seguenti servizi: Servizio di igiene e sanità pubblica, Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (quindi non sotto la sanità pubblica), Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione e Servizio di medicina legale. Vi sono poi le tre strutture veterinarie: Servizio della sanità animale, Servizio di igiene degli alimenti di origine animale e Servizio di igiene degli allevamenti... a noi interessano i primi due servizi: il Servizio di igiene e sanità pubblica e il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro.

Il Servizio di igiene e sanità pubblica si articola in due sezioni: la Sezione di igiene e sanità pubblica e la Sezione di medicina del lavoro: la prima si occupa della salute collettiva della popolazione; la seconda della salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare tale attività ha come finalità quella di sviluppare la prevenzione dei rischi per la salute dei lavoratori con un particolare interesse teso all'individuazione dei fattori di rischio e alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Tale attività si esplica ricercando i comportamenti e i provvedimenti idonei a rimuovere i fattori di rischio e migliorare le condizioni di lavoro attraverso l'attività clinica di sorveglianza sanitaria, di promozione della salute e di informazione ed assistenza ai lavoratori e ai datori di lavoro. L'attività sanitaria ambulatoriale è relativa ad accertamenti sanitari, visite specialistiche e consulenze di medicina del lavoro richieste da privati ed enti. I dirigenti medici della Sezione di medicina del lavoro svolgono attività libero professionale in regime intramuraria e in particolare attività di consulenza come medico del lavoro e visite specialistiche, attività di medico competente aziendale, ai sensi degli articoli 16 e 17 del decreto legislativo n. 626/1994 - ricordatevi questa attività: sono anche medici competenti -, attività di docenza per corsi di formazione e di informazione sui rischi lavorativi. Ebbene, la nostra prima osservazione riguarda appunto l'attività libero professionale di consulenza come medico del lavoro per i privati. Questa attività ci sembra in conflitto con l'articolo 13, comma 5, del decreto legislativo n. 81/2008 che recita (fra l'altro, questo comma non è uno di quei commi previsti nella modifica, adottata dal Consiglio dei ministri lo scorso venerdì, quindi rimane comunque): "Il personale delle pubbliche amministrazioni assegnato agli uffici che svolgono attività di vigilanza non può prestare ad alcun titolo e in alcuna parte del territorio nazionale attività di consulenza". Questa è la prima osservazione.

La seconda osservazione riguarda il fatto che, come abbiamo visto, i dirigenti medici della sezione svolgono anche attività di medico competente, tutti e due i medici. L'articolo 40 del decreto legislativo n. 81/2008 prevede l'invio per via esclusivamente telematica dal medico competente all'organo di vigilanza dei flussi informativi relativi alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischi specifici, con le modalità previste da un apposito allegato, ossia i medici competenti dell'USL inviano all'organo di vigilanza le loro relazioni. Nella nostra azienda i medici competenti devono inviare i moduli al Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, che è l'organo di vigilanza competente sui luoghi di lavoro e sulle attività lavorative ubicate nel territorio regionale. Nello stato di servizio della prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro non ci sono medici del lavoro, quindi chi controlla e analizza le relazioni dei medici competenti? Cioè i due medici competenti dell'USL mandano all'ingegnere queste relazioni, ma come fa l'ingegnere a controllare e analizzare le relazioni dei due medici competenti? Gli stessi medici competenti dell'azienda che a loro volta diventano controllori di sé stessi? Ci chiediamo poi come sia possibile che per questo delicato compito di prevenzione delle malattie professionali non vi sia nella sezione un medico del lavoro. Non è chiara questa organizzazione del lavoro, non è chiara nella lettura e nella semplice analisi dell'organizzazione del lavoro dell'USL, allora ci siamo guardati intorno e, per non andare sempre nelle solite Regioni, Toscana ed Emilia (sapete il nostro conflitto di interessi), siamo rimasti al nord, in Lombardia, precisamente in due delle aziende di città laboriose ed attive, Brescia e Bergamo. Nell'azienda USL di Brescia il Dipartimento di prevenzione medica, come il nostro, è articolato in tre strutture complesse, la prima: il Comparto di igiene e sanità pubblica (quella nostra) è preposto alla gestione degli adempimenti di sanità pubblica volti alla prevenzione della salute negli ambienti e durante le varie fasi della vita estranea all'ambito lavorativo (qui è chiaramente detto), badate bene: "estranea" e da noi non è così... e si articola in tre strutture semplici, mentre da noi la nostra medicina del lavoro è proprio all'interno del Comparto igiene e sanità pubblica. La seconda struttura è il Comparto prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (il nostro comparto), che è preposto alla prevenzione degli infortuni e delle malattie in ambito lavorativo con particolare riguardo alla prevenzione degli infortuni gravi e mortali, anche attraverso progetti specifici coinvolgenti i settori produttivi a maggior rischio e verifiche di macchine ed impianti. Il comparto si articola nelle seguenti strutture semplici: la nostra struttura semplice che abbiamo visto prima da noi nell'igiene e sanità pubblica qui è invece Servizio di igiene e medicina del lavoro, cui compete (quindi sotto questa "finestra") la prevenzione delle malattie professionali, le attività di igiene industriale, tossicologia, valutazione dei rischi, ergonomia ed organizzazione del lavoro. Medicina del lavoro quindi che è nel Comparto della prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, perché si occupa specificatamente di questo; il Servizio di sicurezza del lavoro ed impiantistico... il nostro, quello in capo all'ingegnere... cui compete la partecipazione nella valutazione e revisione di qualità delle prestazioni, nonché alle Commissioni previste per legge in materia, la gestione della sicurezza impiantistica, il supporto alla aree igienistiche territoriali e all'équipe PSAL per pareri di particolare complessità e per inchieste di infortuni di rilevante gravità, le verifiche specifiche nei settori dell'edilizia, l'industriale, l'agricolo ed impiantistico. La terza struttura è il laboratorio di sanità pubblica, ma non ci interessa particolarmente.

Come abbiamo visto, quindi ad un semplice esame delle strutture nell'organizzazione del lavoro sopra descritta ci sembra sia definita la professionalità di ogni operatore: l'ingegnere fa l'ingegnere e si occupa di verifica degli impianti, il medico del lavoro fa il medico del lavoro, guarda le malattie professionali, non so: l'allergia dal cemento nell'edilizia. Sotto lo stesso tetto quindi, cosa che da noi non avviene, coabitano il medico che vigila sulla salute dei lavoratori e l'ingegnere che vigila sulla sicurezza degli impianti e più in generale dei luoghi di lavoro ed il coordinamento avviene naturale, perché abitano sotto lo stesso "tetto" nella stessa "casa" e non ci sono conflitti, perché ci sono medici che fanno solo consulenza privata esterna per conto dell'azienda ovviamente.

Il senso della mozione, quella mozione un po' criptica dicevo prima, è tutto qui: una più funzionale organizzazione del lavoro, ottemperando nel contempo ai dettami del decreto legislativo n. 81, che dice: "Il personale delle pubbliche amministrazioni, assegnato agli uffici che svolgono attività di vigilanza, non può prestare, ad alcun titolo e in alcuna parte del territorio nazionale, attività di consulenza". Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. È un argomento molto complesso e che interessa un settore: quello della sicurezza degli ambienti di lavoro e dei lavoratori, al quale sicuramente cerchiamo di focalizzare l'interesse massimo e la massima attenzione. Voglio ripetere alcuni punti che sono stati già accennati dal collega Rigo, soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione, visto che è una cosa complicata e difficile. Al fine di un corretto inquadramento della questione e allo scopo di giungere a delle corrette conclusioni di carattere metodologico rispetto alla mozione, appare preliminarmente opportuno rammentare l'iter normativo che ha condotto all'organizzazione del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda USL della Valle d'Aosta, nonché delle ripartizioni delle competenze sussistenti al suo interno. Il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda USL è stato istituito con legge regionale n. 41/1995 "Istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA) e creazione, nell'ambito dell'USL della Valle d'Aosta, del Dipartimento di prevenzione e dell'Unità operativa di microbiologia". L'Azienda USL della Valle d'Aosta ha recepito la legge regionale n. 41/1995 e ha organizzato il Dipartimento di prevenzione in accordo con la stessa. Il dipartimento è organizzato in 7 strutture complesse: la struttura di medicina legale, la struttura di igiene e sanità pubblica, la struttura di igiene degli alimenti e della nutrizione, la struttura di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (cosiddetto "PSAL"), la struttura complessa di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, la struttura della sanità animale e la struttura di igiene degli alimenti di origine animale. L'attività di vigilanza in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dal Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, secondo quanto previsto dall'articolo 30 della legge n. 41/1995, che organizza il servizio, al quale sono attribuiti la vigilanza e il controllo dell'applicazione della legislazione in materia di prevenzione degli infortuni e di igiene del lavoro. L'attività di vigilanza è regolarmente garantita all'interno del Dipartimento di prevenzione dallo PSAL a capo del quale, ai sensi dell'articolo 36 della legge n. 41/1995, che leggo: "Nell'ambito del Dipartimento di prevenzione, a ciascuno dei servizi di cui all'articolo 26 è preposto del personale dipendente dell'USL... al Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro è preposto un ingegnere, quale responsabile di struttura complessa...", è preposto quindi un ingegnere in qualità di responsabile; all'interno della struttura operano un altro ingegnere, un dirigente chimico e tecnici della prevenzione con compiti di vigilanza e di polizia giudiziaria.

La Sezione di medicina del lavoro invece svolge, secondo quanto previsto dall'articolo 28 della legge n. 41/1995, "attività di prevenzione negli ambienti di lavoro, finalizzata all'individuazione dei fattori di rischio e alla prevenzione delle malattie professionali" ... elenco quanto previsto dall'articolo 28: "La Sezione di medicina del lavoro svolge attività di prevenzione negli ambienti di lavoro, finalizzata all'individuazione dei fattori di rischio e alla prevenzione delle malattie professionali. La sezione... svolge, inoltre, i seguenti compiti ed attribuzioni: la mappatura dei fattori di rischio e la costruzione del sistema informativo realizzato tramite il censimento delle attività produttive, l'individuazione dei fattori di rischio nei vari comparti produttivi e l'istituzione del registro degli esposti ai rischi occupazionali; l'esecuzione, il controllo e il coordinamento della sorveglianza sanitaria prevista dalla normativa vigente e in particolare dal decreto legislativo n. 626/1994..." - e tutte le direttive comunitarie - "... la programmazione di indagini di epidemiologia occupazionale; il monitoraggio degli ambienti di lavoro e il monitoraggio biologico dei lavoratori esposti avvalendosi delle strutture laboratoristiche dell'USL e/o dell'ARPA; la formulazione dei pareri preventivi richiesti obbligatoriamente dai comuni sui progetti di insediamenti industriali e attività produttive in genere, nonché sulle ristrutturazioni degli stessi, ai fini di appurarne la compatibilità con la tutela dell'ambiente e la difesa della salute dei lavoratori; l'educazione sanitaria dei lavoratori mediante la divulgazione dei dati raccolti; i controlli di carattere sanitario previsti dalla legge del 1971..." già svolti in precedenza dall'Ispettorato del lavoro. Tali compiti inoltre sono ribaditi dall'atto costitutivo aziendale con deliberazione n. 1003/2006.

Oltre a questi compiti, quindi vi è, nello specifico a livello istituzionale, la Sezione di medicina del lavoro, che svolge attività di informazione nei confronti dei lavoratori che si rivolgono a strutture di medicina del lavoro, riferendo problematiche correlate con l'attività lavorativa ai fini della valutazione ed eventuale denuncia di malattie professionali; attività di informazione presso ditte e privati previa normativa vigente, sulla sicurezza del lavoro e obblighi di sorveglianza sanitaria; attività di informazione e formazione sulla prevenzione dei rischi sulla salute dei lavoratori, sulla sicurezza sul lavoro nei confronti di ditte, enti, associazioni; attività di educazione e promozione alla salute, esposti ed ex esposti a rischi specifici, ad esempio ammine aromatiche, amianto ed altri cancerogeni; attività di sorveglianza sanitaria nei confronti di particolari condizioni lavorative quali ad esempio avviamento al lavoro dei minori, tutela delle lavoratrici madri e tali prestazioni vengono erogate sulla base di normative nazionali; attività di rilascio di certificazioni da parte di ente pubblico di idoneità specifica al lavoro quali guide alpine, maestri di sci, conduttori di cani da valanga, vigili del fuoco, di unità per conduttori di caldaie a vapore, impiego di gas tossici, a tale proposito si rammenta che tale attività già di per sé prevede l'esecuzione di una media di 1.500 visite all'anno ed è svolta in base alla normativa nazionale e regionale di riferimento; il ruolo di referente regionale del registro nazionale di mesoteliomi, questa è una cosa importante, infatti la Sezione di medicina del lavoro è stata identificata dalla Regione Valle d'Aosta quale COR (Centro operativo regionale) per il registro nazionale dei mesoteliomi, tenuto dall'ISPESL di Roma; attività di partecipazione a commissioni medico-legali, la responsabile del servizio è infatti membro di Commissione medico legale ex articolo 5 e della Commissione invalidi, legge n. 104/1968. Oltre alle attività istituzionali normalmente e regolarmente erogate, la Sezione di medicina del lavoro attualmente è impegnata in progetti specifici in ambito preventivo sulla salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare svolge attività di prevenzione, informazione, formazione, sensibilizzazione rivolta ai lavoratori sulle problematiche correlate all'assunzione di bevande a contenuto alcolico e svolge parte attiva nel piano di prevenzione da abuso di alcol nei luoghi di lavoro; quindi un'attività di capitale importanza per la tutela dei lavoratori. L'attività prevede altresì dallo scorso anno 2008 l'impiego su un progetto di durata triennale, finanziato dalla nostra Regione, di sorveglianza sanitaria della tubercolosi, mediante utilizzo di testi gnoseologici in un gruppo di popolazione lavorativa valdostana, circa 1.500 persone all'anno, a maggior rischio di contrarre il mycobacterium della tubercolosi. Da quest'anno inoltre l'attività prevede anche l'impegno fattivo di un progetto finanziato dal Ministero della salute nell'ambito del piano sanitario nazionale 2006-2008 e coordinato dall'ISPELS (Istituto superiore per la prevenzione e sicurezza del lavoro) dal titolo "Piano nazionale di prevenzione dei tumori da lavoro, sostegno tecnico e organizzativo per il controllo e la riduzione del rischio amianto, in particolare durante le opere di bonifica".

Per quanto riguarda invece l'attività libero professionale, i dirigenti medici della Sezione di medicina del lavoro esercitano solo attività di medico competente aziendale per ditte, enti pubblici o privati che richiedono tali prestazioni, ai sensi del decreto legislativo n. 81/2008, articoli 25, 38, 39 e 41. Tale attività è compatibile e si diversifica per natura rispetto alle funzioni ricoperte in ambito istituzionale. Qui non c'è - ho verificato - conflitto di interessi. L'attività sanitaria della Sezione di medicina del lavoro viene garantita da due medici specialistici in medicina del lavoro, dipendenti a tempo pieno dall'Azienda USL in organico presso la struttura semplice di medicina del lavoro, afferente alla struttura complessa di igiene e sanità pubblica. Tali sanitari hanno compiti di collaborazione con le varie strutture del dipartimento, ma non hanno compiti di vigilanza sull'osservanza delle leggi di tutela della salute dei lavoratori. Le argomentazioni fin qui svolte evidenziano come i compiti svolti dalla Sezione di medicina del lavoro non siano riconducibili ad attività di vigilanza, secondo la nostra attuale organizzazione, ma si inseriscono in attività e in prevenzione, tutela preventiva della sicurezza e della salute dei lavoratori, così come definito dalla legge regionale n. 41/1995, all'interno dell'organizzazione del Dipartimento di prevenzione. Tali attività sono di rilevante importanza nella prevenzione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori e prevedono l'impegno a tempo pieno di due medici assegnati nell'organigramma aziendale a struttura semplice. Non sussistono a nostro avviso situazioni di conflitto fra l'attività posta in essere dai medici di medicina del lavoro in termini di consulenza e di vigilanza, né si assiste al sovrapporsi delle funzioni. Esiste come detto un servizio di vigilanza, rappresentato dalla struttura complessa di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, che svolge attività in ottemperanza con i compiti definiti dalla legge regionale n. 41/1995. Tale servizio ad oggi non ha mai previsto e non prevede nell'organico aziendale la figura professionale medica. Naturalmente non è detto che non si possa prevedere in futuro una rivisitazione di questa organizzazione, che consideriamo funzionale.

Per quanto riguarda la mozione, ritengo che, in virtù dell'impegno finale richiesto al Governo regionale affinché dia disposizione all'Azienda USL della Valle d'Aosta nell'individuare personale medico riservato esclusivamente alla vigilanza, questo stride con la normativa regionale n. 41/1995, quindi riteniamo di non poter accogliere la mozione in questione in virtù della non chiarezza dell'impegno finale. Sono poi qui a sostenere comunque la capacità dell'organizzazione del Dipartimento di prevenzione generale e dell'azione della medicina del lavoro dell'Azienda nei confronti della tutela dei lavoratori. Ritengo dunque che l'organizzazione dell'Azienda potrebbe essere anche perfettibile, pensando a delle modiche, ma attualmente è in grado di rispondere in modo efficace alla tutela dei lavoratori.

Président - S'il n'y a pas d'autres Conseillers qui souhaitent intervenir, je ferme la discussion générale...

La parole au Conseiller Rigo.

Rigo (PD) - Sinceramente non credo sia volontà dell'Assessore, ma immagino di qualcun altro, la volontà di non ripensare, di non guardare quello che succede fuori casa nostra, di ripensare ad una struttura dell'azienda USL più funzionale e più in linea con i dettati non solo del nuovo Testo unico sulla sicurezza, ma anche rispetto alle innovazioni che ci sono in altre realtà regionali per un maggiore coordinamento nell'attività di prevenzione. Quello che mi sforzavo di far capire al Consiglio è che ogni professione ha la sua specificità: l'ingegnere fa bene l'ingegnere, ma deve utilizzare le sue conoscenze tecniche per strutturare al meglio gli impianti di lavoro e il medico deve avere competenza e ha competenza e ha studiato per vedere quali sono i riflessi negativi di quell'impianto sulla salute dei lavoratori. Ripeto: le allergie da cemento nell'edilizia non le può rilevare certo l'ingegnere. L'Assessore ha informato il Consiglio sulle diverse attività svolte dal Dipartimento di prevenzione, ma non è intervenuto nel merito del decreto legislativo e nel merito delle questioni che abbiamo cercato di sottoporre alla sua attenzione, e a quella anche del Consiglio. A nostro parere la relazione che abbiamo cercato di fare, la documentazione che è stata prodotta, le analisi di comparazione fatte anche con altre realtà a noi vicine dimostrano che nella nostra realtà non è chiara la funzione fra la consulenza e la vigilanza. Secondo noi non è coordinato al meglio il lavoro professionale fra i diversi esperti, fra i diversi componenti gli staff operativi, ossia fra gli impianti e la prevenzione delle malattie professionali. Era un tentativo questo di ricercare anche attorno ad un tavolo una riflessione comune, per poter verificare la bontà del nostro sistema, in rapporto sia alle novità introdotte nel campo legislativo che alle preoccupazioni sollevate da più parti rispetto ad una situazione: quella sugli incidenti e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in Valle d'Aosta recentemente ribaditi dall'INAIL, che continua a preoccuparci. Credo che questa preoccupazione debba interessare tutti e che si debba verificare se le nostre risposte a queste preoccupazioni sono le migliori che possiamo adottare, così non è, ce ne dispiace e ce ne rammarichiamo.

Président - Je soumets au vote la motion:

Conseillers présents: 30

Votants: 7

Pour: 7

Abstentions: 23 (Agostino, Benin, Bieler, Caveri, Alberto Cerise, Comé, Crétaz, Empereur, Hélène Impérial, La Torre, André Lanièce, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Prola, Emily Rini, Rosset, Salzone, Tibaldi, Laurent Viérin, Marco Viérin, Manuela Zublena, Zucchi)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Chers collègues, avec cette votation nous terminons les travaux de cette séance du Conseil; la séance reprendra cet après-midi à 15 heures 30.

La séance est levée.

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La séance se termine à 12 heures 25.