Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 465 del 1° aprile 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 465/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito allo sfruttamento della risorsa eolica per la produzione di energia elettrica".

Interpellanza

Considerato che:

- il territorio regionale compreso fra i comuni di Hône-Bard e Chambave è caratterizzato da vento termico che soffia quotidianamente da marzo a novembre;

- allo stato attuale i dati registrati dall'ARPA non consentono una corretta valutazione della risorsa eolica;

Constatato che in condizioni morfologiche e climatiche apparentemente simili alle nostre, i comuni svizzeri di Collonges, Dorénaz Evionnaz, Martigny e Vernayaz hanno creato un parco eolico che allo stato attuale conta su due aerogeneratori, ciascuno di potenza superiore a 2MW ed in futuro accoglierà altre quattro macchine di analoga potenza;

Evidenziato che:

- per valutare la risorsa eolica è necessario installare più torri anemometriche alte almeno 60m, ovvero valutare la possibilità di porre gli anemometri sui tralicci dell'alta tensione (esperienza svizzera);

- i dati debbono essere raccolti in modo conforme alla normativa vigente ed in assenza di essa, alle raccomandazioni pubblicate da Istituti di riferimento a livello europeo (measnet);

Sottolineato l'importanza che riveste il settore energetico nella nostra Regione;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere se intenda:

1) avviare una campagna di misure nel suddetto territorio regionale allo scopo di acquisire la documentazione necessaria per stabilire se la risorsa eolica è idonea alla produzione di energia elettrica;

2) prendere contatti con la società SEIC SA con sede a Vernayaz per conoscere l'esperienza da essi maturata nel campo dell'energia eolica.

F.to: Donzel - Carmela Fontana - Rigo

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, cari colleghi, eravamo già intervenuti su questa tematica dello sfruttamento dell'energia eolica in Valle d'Aosta, perché la riteniamo, come abbiamo più volte detto, estremamente strategica e utile per lo sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta. Siamo a conoscenza di un importante lavoro che sta facendo l'assessorato: uno studio molto articolato per riuscire a fare una mappa che avrà un supporto informatico per determinare i siti idonei all'installazione delle centrali eoliche in Valle d'Aosta, quindi uno strumento molto utile per gli enti locali; però, anche qui, sarà importante che ci sia - mi permetto di dire - una norma regionale che vada a normare, quindi non solo una carta che indichi dove agli enti locali, ma anche delle precise norme regionali.

Il nostro intento è quello di mettere in luce - proprio come riportiamo nell'interpellanza - che il territorio regionale compreso fra i Comuni di Hône, Bard e Chambave ha questa caratteristica del vento termico che soffia quotidianamente da marzo a novembre. Quello che rileviamo, sulla base di informazioni che ci vengono da aziende esperte in questo settore - e naturalmente i nostri dati sono da confrontare con i dati dell'Amministrazione -, che i dati registrati dall'ARPA non consentono alle aziende che producono le grandi pale meccaniche che producono l'energia elettrica di avere dati sufficienti per valutare la risorsa eolica, soprattutto per le macchine come la E 82 e la E 70 è indispensabile installare torri anemometriche con la massima altezza di misura di almeno 60 metri e comunque dotate di altezza di misura 60, 40, 20 metri. Le misure dovrebbero essere fatte con un intervallo di campionamento di 1 o 2 secondi valori medi, con deviazioni standard ogni 10 minuti. Questi dati si trovano facilmente navigando in Internet, sono a portata ormai dell'utenza comune; la cosa importante è che l'esperienza del Vallese ci ha mostrato che loro hanno installato, per non montare delle torri anemometriche, questi rilevatori sui pali dell'energia elettrica.

Sappiamo che qui, Deval, alle volte non ha dato subito disponibilità, ma torno a dire che Deval è un'azienda in cui il 49% delle azioni sono di proprietà della Valle d'Aosta; noi le chiediamo di mettere dei sensori per rilevare la quantità del vento, mi sembra che non è che chiediamo l'acquisizione delle quote, chiediamo di poter utilizzare questo, e mi sembra che sia una cosa assolutamente fattibile. Perché tutto questo? Perché solo se avremo dei dati certi di uno sviluppo, della possibilità di sfruttare economicamente l'energia eolica, avrà senso dire: "facciamo degli investimenti in quella direzione". A nostro avviso, se i dati avessero un riscontro positivo, come abbiamo già detto, dovrebbero essere le società partecipate della Regione a fare questo investimento, perché si tratterebbe di veri e propri impianti di qualità, e non lasciare impianti... non tanto perché gestiti da privati, ma perché di piccola entità e quindi che producono piccole quantità di energia, che non avrebbero le ricadute che hanno invece i grandi impianti che sono stati installati ad esempio nel Vallese, in Svizzera.

Ecco la nostra sollecitazione ad avere questi dati e a decidere se vogliamo fare un investimento in quella direzione.

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives, Pastoret.

Pastoret (UV) - Grazie, Presidente. L'eolico rappresenta una fonte energetica rinnovabile, alla quale sempre più si sta facendo ricorso. Ricordo in particolare che Paesi come la Spagna e la Germania producono una quantità rilevante della loro energia con uno sfruttamento eolico e anche in Valle sarà possibile e necessario produrre energia eolica, per integrare la produzione energetica complessiva. Avremo modo di parlare dell'eolico e anche sulle ombre che questo sistema di produzione ha, perché non ha una costanza nel tempo e di fatto rischia, anziché essere un elemento positivo, un elemento - se preponderante in una produzione generale - che mette in crisi l'intero sistema, ma questi sono elementi tecnici, che non rilevano nella discussione che dobbiamo fare ora. In Valle ci sono già delle manifestazioni d'interesse in questo senso, anche se attualmente nessun impianto è ancora stato installato; peraltro per essere installato un impianto eolico deve rispondere ad una serie di requisiti, il primo dei quali è stato ricordato dall'interpellante e riguarda la producibilità perlomeno teorica che deve essere preventivamente valutata, al fine di non rendere né vano, né scarsamente funzionale l'impianto o gli impianti che si andrebbero a realizzare.

È stato ricordato in proposito il lavoro svolto dall'assessorato - ringrazio per questo il collega Donzel -, infatti la Direzione energia dell'Assessorato alle attività produttive per varie ragioni, ma sostanzialmente al fine di non vedere una proliferazione disordinata e magari o forse soprattutto inadeguata sotto l'aspetto delle installazioni eoliche, ha condotto un'analisi accurata dell'intero territorio regionale, al fine di valutarne le potenzialità. L'assessorato ha commissionato un apposito studio al Dipartimento di macchine e sistemi energetici e trasporti dell'Università degli studi di Genova, università che ha già collaborato con altre Regioni per la stesura di documenti di pianificazione energetica in campo eolico.

L'attività di cui si tratta è stata impostata e svolta attraverso l'elaborazione di una cartografia dedicata. Come è stata ottenuta questa cartografia dedicata? È stata ottenuta grazie all'utilizzo del Sistema informativo territoriale regionale, gestito da INVA, e su questa base cartografica esistente si è proceduto al caricamento di tutte le rilevazioni anemometriche che è stato possibile reperire nell'ambito delle stazioni meteorologiche installate sul territorio, stazioni le cui informazioni hanno in taluni casi un orizzonte temporale più che ventennale. Al riguardo poi si è pure provveduto a reperire anche le informazioni detenute da imprese private, e ce ne sono che già si sono lanciate nel fare dei rilievi, si tratta in questo caso di rilevazioni molto più recenti. Questo approccio metodologico si è reso necessario per poter avere rapidamente una serie importante di dati, si è deciso di prescindere in questa fase da una rilevazione sistematica e puntuale su tutto il territorio, perché bisognava razionalizzare le ipotesi e i luoghi di intervento, perché per fare ciò avremmo avuto necessità di impostare tempi più lunghi. Voi sapete che il minimo di rilevazione necessaria per poter avere una serie di dati attendibili si colloca attorno ai 24 mesi. Si è scelto, insomma, di lavorare sull'esistente, che molte volte non è preso in esame, malgrado possa essere ricco di informazioni.

Affinché il dato ottenuto con questo metodo fosse il più attendibile e significativo possibile tutte le rilevazioni raccolte sono state confrontate con misurazioni già effettuate per l'elaborazione dello studio del prof. Masoli di Trieste, che era già stato commissionato alla fine degli anni '80 dalla Regione. Inoltre sono state riprese tutte le informazioni possibili, desunte dall'Atlante eolico italiano, redatto dalla società CESI Ricerca di Milano. Sottolineo che rispetto a quest'ultimo documento è stata riscontrata una significativa rispondenza dei risultati che si erano raccolti in altro modo. La cartografia che si è ottenuta in seguito a questo articolato lavoro su base informatica consentirà l'elaborazione di linee guida regionali che saranno poi riprese in un apposito provvedimento amministrativo, come è stato sollecitato, perché la raccolta non è fine a sé stessa, ma deve sfociare in qualcosa di concreto che serva come base per condurre una politica seria sotto questo punto di vista. Le indicazioni tecniche contenute nel provvedimento saranno tra l'altro utili sia alle strutture regionali in materia di tutela dell'ambiente e del paesaggio, sia agli enti locali.

Come già detto, la cartografia ottenuta è frutto di un lavoro di modellizzazione elettronica, quindi non si tratta di una modellizzazione che ha una precisione millimetrica, ma è uno studio che può fornire una valida indicazione per valutare l'opportunità di monitorare successivamente - con l'impiego di apposita strumentazione - le specificità del sito in previsione di una mirata eventuale progettazione di impianti, essendo che sulla base della modellizzazione effettuata sono state escluse dalla cartografia di sintesi tutte le zone nelle quali, per varie ragioni, sarebbe impossibile o controproducente o non sostenibile realizzare impianti eolici. Sono state escluse delle zone in ragione dell'altitudine, dell'accessibilità, della possibilità di vettoriamento dell'energia (la troppa distanza diventa un limite), dei vincoli idrogeologici, dall'essere zone di tutela (ZPS, SIC, parchi, zone protette, eccetera), insomma tutto quanto era considerato contraddittorio rispetto alla possibilità di effettuare delle istallazioni di questo genere, è stato messo su base cartografica e il riassunto finale è una cartografia in cui si individuano le zone nelle quali teoricamente sarà possibile andare a fare delle cose, sulla base dei rilevamenti del CESI, dello studio Masoli, e sui quali si potranno condurre puntualmente le indagini necessarie, là dove già non ci siano, perché in alcuni casi ci sono dei privati che hanno fatto delle rilevazioni che sono andate oltre i 2 anni. Questi elementi sono confrontati con la teorica producibilità delle varie zone, il risultato che ne è scaturito ha consentito di invidiare delle zone di teorica producibilità e sfruttamento.

Perché è stato fatto questo lavoro? L'insieme di questo lavoro consentirà ai Comuni di avere opportune informazioni sul loro territorio, soprattutto di assumere eventuali decisioni in materia di governo dello stesso, perché l'elemento forte è che in questo momento i Comuni stanno provvedendo tutti ormai alla revisione dei piani regolatori, quindi il governo del territorio spetta a loro, ma devono avere gli elementi per poterlo governare. Lo studio dà delle indicazioni. Ovviamente ci sono delle indicazioni anche per i soggetti che intendono sfruttare l'energia eolica oltre che per la stessa Amministrazione regionale. Tutto questo è importante in considerazione della numerosità delle apparecchiature: si pensi che il monitoraggio potrà essere efficacemente impiegato nei casi che si dimostrino in linea teorica meritevoli di studio, perché queste rilevazioni sono costose, impegnative soprattutto dal punto di vista progettuale. Questo perché non è ipotizzabile avere installazioni di rilevazione in via generalizzata su tutto il territorio regionale, va sottolineato che non ci si può basare sulle semplici percezioni che rischiano di essere soggettive, perché spesso ci sono zone che possono sembrare interessate da una pronunciata ventosità, ma si tratta in molti casi di un elemento soggettivo avvertito dal corpo umano e dalle nostre abitudini di vita; quindi bisogna procedere con un criterio di altro genere. Questo è lo studio e, nonostante il tempo a disposizione sia limitato, questo è quanto intendevo rappresentare. Questo studio ora verrà portato all'attenzione delle altre strutture regionali, come ho avuto modo di dire, sarò lieto di presentare in Commissione questa risultanza perché credo che meriti una riflessione più approfondita; raccontarsi le cose, qui, sulla base di queste iniziative, pur interessanti, che ci consentono di dare qualche informazione, non è sufficiente ad affrontare la complessità del problema.

La risposta alla seconda questione, prendere contatti con la società SEIC, viene a cadere rispetto a quanto detto prima. Tengo però a precisare che da un punto di vista operativo abbiamo anche coinvolto CVA, perché è un soggetto pubblico che lavora nel campo dell'energia, quindi l'abbiamo coinvolta nell'esame delle opportunità di sfruttamento da parte pubblica. CVA sta esaminando se la filiera eolica potrà contribuire, anche se bisogna ricordarlo sempre a tutti, in quota minoritaria rispetto alla nostra capacità produttiva, al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica già fissati dall'Unione Europea - ricordo sempre il famoso 20, 20, 20 - e in aggiunta alle iniziative che la stessa CVA ha prospettato o avviato in materia di idroelettrico, fotovoltaico e idrogeno.

Spero di essere riuscito a dare soddisfazione alle sue richieste e con questo ho terminato. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Ringrazio l'Assessore. Siamo pienamente soddisfatti rispetto all'idea che questo studio, che giunge al termine, si riveli propedeutico all'adozione di un provvedimento regionale che dia delle indicazioni chiare rispetto allo sfruttamento e alle aree che possono essere utilizzate per lo sfruttamento eolico. Lo ritengo uno strumento utile soprattutto per gli enti locali e sicuramente auspico per CVA, nel caso in cui voglia sfruttare l'energia.

Ho apprezzato molto che questo documento sia un documento propedeutico anche al fatto che serva poi un ulteriore monitoraggio, per valutare la possibilità di installare un impianto, cioè serva effettivamente fare una serie di rilevazioni che, come dice lei, minimo sono 24 mesi, quindi richiedono un certo tempo. In questo incalzeremo, successivamente all'adozione di provvedimenti, eccetera, il Governo regionale per farci avere anche da parte di CVA un chiarimento rispetto alle reali intenzioni di iniziare un'attività di monitoraggio e quindi di rilevazione dei dati sulla base della cartografia che voi avete presentato.