Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 433 del 11 marzo 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 433/XIII - Approvazione di risoluzione: "Azioni a sostegno del regime finanziario della Regione Valle d'Aosta".

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Preso atto con preoccupazione del diffondersi di prese di posizione, anche da parte di componenti dell'attuale Governo come il Ministro Calderoli, circa la presunta natura "privilegiata" del regime finanziario delle Regioni a statuto speciale e quanto alla conseguente necessità di operare riduzioni delle compartecipazioni erariali destinate alle stesse;

Ricordando la natura costituzionale delle norme poste a fondamento del regime finanziario della Regione Valle d'Aosta e della necessità di concordare preventivamente con la stessa l'eventuale loro modificazione;

Ritenendo corretta la ridefinizione del quadro generale della fiscalità nazionale, sulla base dell'art. 119 della Costituzione, solo nell'ambito di uno sforzo condiviso di perequazione e solidarietà, ma non sulla base di presunzioni e banalizzazioni che non tengono in conto le particolarità dei territori e delle comunità interessate e la qualità complessiva dell'azione pubblica che le riguarda;

Sottolineata l'ambiguità dell'attuale formulazione dell'art. 25 del Disegno di legge per la Delega al Governo in materia di federalismo fiscale attualmente in discussione alla Camera de Deputati;

Esprime

il proprio vivo e totale dissenso sulle posizioni provocatorie espresse dall'esponente del Governo.

Invita

il Presidente della Regione ed i Parlamentari valdostani a manifestare con assoluta fermezza l'indisponibilità della Valle d'Aosta ad una revisione delle regole fondamentali in ordine alla compartecipazione sui tributi erariali che non sia fondata sulla ricerca di un quadro condiviso e concertato di un equo riparto del prelievo fiscale e di allocazione delle risorse tenendo conto del complesso di competenze esercitate dalla Regione e nello sviluppo del suo sistema autonomistico, rifuggendo da ogni tentativo di screditare le autonomie speciali con facili quanto ingiustificate generalizzazioni.

F.to: Louvin - Cerise Giuseppe - Chatrian - Morelli Patrizia - Bertin

Président - Nous passons maintenant à la discussion sur la proposition de résolution n° 2 présentée par le groupe d'Aoste Vive-Renouveau.

La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Con un po' di buona volontà, Presidente, centreremo il nome del nostro gruppo che è Vallée d'Aoste Vive-Renouveau... nelle ultime due circostanze ci sono stati degli sbandamenti, ma non è grave... oggi siamo in una giornata un po' particolare. Colleghi, siamo forse un po' noiosi, ce ne scusiamo, ma penso che sia nell'interesse comune che questo Consiglio "riaccenda" un secondo la propria attenzione sulla problematica del federalismo fiscale, che abbiamo discusso già il 25 settembre lungamente e poi che è stato oggetto di approfondimento anche in Commissione. Al di là di vicende vorrei dire quasi da avanspettacolo, come alcuni interventi televisivi che hanno calcato i toni che alimentano un clima pesantemente sfavorevole alle Regioni a statuto speciale, quasi una caccia alle streghe per individuare Regioni nelle quali le condizioni economiche sarebbero così scandalosamente svantaggiose, abbiamo comunque registrato con una certa preoccupazione delle situazioni di sbandamento all'interno delle istituzioni - mi riferisco in particolare al Governo e al suo Ministro per le riforme, Calderoni - e anche all'interno delle Commissioni competenti oggi ad esaminare il disegno di legge per la delega al Governo in materia di federalismo fiscale. Un disegno di legge che, fra l'altro, sbarcherà proprio in aula all'inizio della settimana ventura, mentre adesso si stanno facendo i giochi per quanto riguarda gli emendamenti su quell'articolo 25, che ricordo stabilirà le condizioni di adeguamento progressivo nell'arco dei 24 mesi successivi, se non verranno introdotti ulteriori cambiamenti, anche per quanto riguarda le Regioni a statuto speciale rispetto al quadro della fiscalità nazionale. Abbiamo registrato con una certa preoccupazione la volontà di alcuni Ministeri, ormai più di uno, che intendono aprire delle sedi di approfondimento, di discussione o di rimessa in discussione del quadro fiscale della Valle d'Aosta. Mi riferisco da un lato al già citato Ministro Calderoli, che starebbe pensando, stando a notizie di stampa abbastanza attendibili (trattandosi non di stampa da pettegolezzo, ma di stampa economica), ad un'eliminazione dei trasferimenti statali per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome dotate di reddito superiore alla media nazionale, che è il caso fra gli altri della Valle d'Aosta, oppure ad una rimodulazione delle compartecipazioni ai tributi erariali per avvicinarle a quelle delle altre Regioni. Non sappiamo se questo risponda a logiche politiche di pressione nei confronti di queste Regioni, dell'anomalia che rappresentano anche sul piano politico rispetto al quadro nazionale, oppure se siano frutto di una tendenza quasi piromane di questo Ministro, che ama anche suscitare vivaci tensioni per poi ricondurre in acque più tranquille la discussione. Abbiamo visto nei giorni scorsi, in seguito ad una sollecitazione che gli ha indirizzato il Presidente della Regione, anche il Ministro Fitto annunciare la nascita o l'attivazione di una Commissione che dovrebbe valutare i caratteri di specialità di alcune Regioni per averne una visione chiara e conseguentemente utile per ogni decisione che debba essere adottata, questa è la citazione testuale della posizione del Ministro. Ora, ci preoccupa questo moltiplicarsi delle sedi di studio, di attenzione e di discussione quando sembrava, pur in un articolo oggettivamente ambiguo come è questo articolo 25 nella formulazione licenziata dal Senato, che questo articolo quanto meno mettesse qualche punto fermo anche per quanto riguarda le sedi di discussione di questa problematica. Ora, il fatto che si moltiplichino i luoghi nei quali si discute della specialità, si valuta se è bene o male gestita questa specialità, oggettivamente ci preoccupa e credo dovrebbe preoccupare un po' tutti noi. Chiediamo intanto al Consiglio regionale di non passare sotto traccia una posizione che, per quanto frutto di un'esternazione di un Ministro non nuovo ad alzare i toni e a cercare anche un po' di attirare l'attenzione in modo vistoso, emana comunque quanto meno da un'autorità di governo particolarmente impegnata oggi su questo tema delle deleghe in materia di federalismo fiscale e di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. Crediamo che vada puntualizzato il nostro dissenso, è un dissenso che altri a nome della Regione hanno già esternato e quindi non dubitiamo che questo faccia oggetto di condivisione, ma chiediamo anche che non vengano improvvisati i tavoli di discussione, che vi sia un quadro preciso condiviso e concertato di valutazione complessiva della finanza delle autonomie regionali e delle autonomie speciali, senza fughe in avanti e soprattutto senza alimentare questo clima che consideriamo oggettivamente pregiudizievole per la nostra Regione, un clima dal quale bisogna uscire con assoluta serenità e assoluta trasparenza, senza che ci siano da parte delle istituzioni di governo in particolar modo delle forzature di alcun genere. Questo è il senso della risoluzione che abbiamo sottoposto alla vostra attenzione, ringraziamo il Consiglio per averla iscritta in via d'urgenza, collegata ovviamente all'attualità del tema e alla discussione in corso in questo momento nella sede parlamentare.

Président - La parole au Conseiller Caveri.

Caveri (UV) - Il mio non sarà un intervento tecnico, perché certamente il Presidente della Regione avrà contezza delle ultime notizie del fronte delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome su questo argomento, ma certo dal punto di vista tecnico qualche annotazione va fatta partendo da una celebre frase: "calomniez, calomniez, il en restera toujours quelque chose". Una certa invidia e una qual certa gelosia nei confronti delle autonomie speciali è un viatico che ha accompagnato la storia della Valle d'Aosta e delle autonomie differenziate per lunghi anni, alimentata non solo dall'esterno, ma talvolta anche all'interno. Quanti studi o sedicenti tali abbiamo letto in questi anni nel tentativo di dimostrare che i valdostani sono dei privilegiati? Peraltro è una storia antica, perché se andiamo a vedere il significato di "privilège" nella lunga e millenaria storia fra la Valle d'Aosta e Casa Savoia, vediamo che tale questione dei "privilèges", che all'epoca non aveva una notazione negativa, è una caratteristica singolare di una realtà che nelle diverse epoche ha sempre teso ad affermare la propria specificità, sapendo beninteso che la questione economico-finanziaria non era già allora e non è oggi per nulla banale e lo si può vedere dai primi anni della nostra autonomia speciale. Ricordo che proprio 60 anni fa di questi tempi si combatteva la prima campagna elettorale dopo la Liberazione e ci si accingeva a passare dal Consiglio Valle di nomina del CNL al primo Consiglio Valle che si riunì come Consiglio regionale il 21 maggio 1949. Già allora nel rivedere i resoconti dell'epoca vediamo che la questione del riparto fiscale e dell'applicazione dello Statuto in materia finanziaria è sempre stata uno dei temi più forti, che ha connotato tutti i decenni successivi, passando anzitutto da una riflessione profonda di allora sulla "zona franca" e successivamente al tentativo di rendere sempre più solido l'impianto dell'ordinamento finanziario soprattutto attraverso le norme di attuazione allo Statuto. Devo dire che negli anni questa struttura è andata sempre più rafforzandosi nella logica di quel principio che è sempre stato fondamentale per noi: quello dell'intesa in questa materia. Va detto però che di tanto in tanto spuntano i luoghi comuni; il luogo comune è un'opinione non necessariamente vera o un concetto la cui diffusione, ricorrenza o familiarità ne determinano l'ovvietà o l'immediata riconoscibilità. Così è nato questo luogo comune del privilegio assoluto: le Regioni a statuto speciale, al posto di essere, in un'epoca in cui si discute di federalismo, un punto di riferimento, sono diventate un punto sul quale sembra essersi acceso un dibattito che va veramente al di là di ogni logica e di ogni contenuto fattuale. È diventata una sorta di "leggenda metropolitana" che percorre i Palazzi romani, percorre le Regioni vicine, quelle a statuto ordinario e chiunque abbia avuto dei posti di responsabilità ha sempre avvertito nelle discussioni quasi una sorta di fastidio nei confronti del trattamento fiscale della Valle d'Aosta, senza mai pensare a quanto corrisponda nei trasferimenti finanziari di responsabilità... di assunzione nel tempo di responsabilità. Se prendiamo oggi il bilancio regionale, vediamo quante siano le funzioni, i poteri e le competenze che nel tempo la Regione ha acquisito; di questo come autonomisti siamo fieri, ma siamo preoccupati delle esternazioni che vengono fatte. Esternazioni che si fanno più caute nelle aule della Commissione, in queste ore - come veniva ricordato dal collega Louvin - sono riunite sul federalismo fiscale le due Commissioni congiunte V e VI, bilancio e finanze, della Camera e lì i toni dei rappresentanti del Governo sembrano essere un po' più felpati, mentre questi medesimi argomenti si fanno fortemente aggressivi laddove invece si va di fronte ad una telecamera, come di recente è stato denunciato dallo stesso Presidente Rollandin. Mi riferisco alla trasmissione "Ballarò", dove si è teso non solo a criticare le autonomie speciali, ma persino a ridicolizzarle, che talvolta è perfino peggio della semplice critica, perché non si considera neanche quello che era identificato come una sorta di avversario come qualcuno degno di essere in studio per controbattere a quelle tesi e a quelle idee che lì venivano affermate naturalmente in una logica che consideriamo anti-autonomistica. La risoluzione quindi va nel solco di quella difesa tradizionale che è sempre stata fatta dell'ordinamento finanziario, che naturalmente all'esterno viene vissuta con una logica di protezione e difensiva di quei privilegi che poco fa ho evocato, mentre noi riteniamo che si tratti dell'applicazione di uno Statuto di autonomia, così come opportunamente è stato fatto negli anni passati.

La risoluzione ci convince con qualche modifica che sottoporremo ai presentatori per meglio esplicitare alcune questioni nelle premesse e anche nella parte di impegno che è stata presentata nella risoluzione stessa. Naturalmente l'auspicio - ma qui sarà il Presidente della Regione ad argomentare meglio - è che in questo momento il legislatore nazionale sappia trovare il giusto equilibrio fra la tradizionale tutela di un'autonomia speciale come la nostra e dall'altra quelle esigenze di andare verso una ridefinizione dei rapporti fiscali fra centro e periferia, che forse un po' pomposamente è stata ribattezzata federalismo fiscale, partendo dal presupposto che difficilmente può esistere un federalismo fiscale laddove non vi sia una reale riforma federalista della Costituzione, cosa che per adesso non è mai stata concretizzata.

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie, Presidente. L'argomento è di cronaca, diceva il collega Caveri giustamente che in queste ore le Commissioni V e VI della Camera e del Senato unite stanno lavorando sul riempimento di quella delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in particolare l'articolo 25 che tratta la materia finanziaria delle Regioni e delle Province a statuto speciale, quindi è il momento giusto per parlare ancora qui fra noi valdostani delle nostre preoccupazioni ogni qualvolta il Parlamento italiano affronta la materia delle grandi riforme. Certo, è ancor più necessario e doveroso quando qualche Ministro apparentemente amico fino a qualche ora fa, Calderoli, della Lega, che invitava il nostro Senatore alle feste padane, che aveva un candidato nella lista dell'Union Valdôtaine, che con l'Union Valdôtaine in queste ore ha tentato mille e un saltimbanchi... è ancora, dicevo, più doveroso ragionare con pacatezza senza isterismi, senza appellarci ai soliti attacchi all'autonomia perché, da quel che mi risulta - ma credo che il collega Caveri possa conoscerlo meglio di me -, al Parlamento non c'è nessuno che pensi quotidianamente alla Valle d'Aosta purtroppo, a parte i nostri due Parlamentari sperduti nelle maggioranze e nelle minoranze del Parlamento! Direi che quindi è necessario fare una riflessione. Noi continuiamo a ribadire che non si può trattare la difesa dell'autonomia con i rapporti personali alle feste padane, lo abbiamo detto qualche settimana fa quando qualcuno si vantava di avere relazioni individuali che avrebbero garantito alla Valle d'Aosta non i suoi privilegi, ma le sue prerogative statutarie.

Credo che si possano anche commentare, visto che lo abbiamo fatto per onestà intellettuale, le dichiarazioni del Ministro Fitto, che ha rapporti con le Regioni con il suo mandato istituzionale, diceva giustamente il collega Louvin che può preoccupare il fatto che il Ministro dei rapporti con le Regioni chieda un tavolo per conoscere meglio le realtà. Non dovrebbe stupire però, perché chi conosce cosa succede in fondo a Pont-Saint-Martin, purtroppo la Valle d'Aosta ha tanti pregi, ma se ha un difetto, è che non è conosciuta al di fuori del territorio valdostano per le sue prerogative storiche, del perché esiste lo Statuto, in cosa siamo diversi, come è nato quello che gli altri chiamano il privilegio e noi chiamiamo la nostra differenza e la nostra necessità di essere autonomi nelle nostre decisioni, vista la nostra particolarità non solo culturale e linguistica, ma anche territoriale, di montagna, dove diverso è vivere e lavorare rispetto alle comodità della pianura o del centro Italia.

Quando il Ministro Fitto chiede un tavolo per approfondire le tematiche delle ragioni degli statuti, quindi non sta minacciando le Regioni, ma sta chiedendo un confronto e aprendo un tavolo di confronto per ripercorrere le argomentazioni. Sono necessari approfondimenti in tempi di grandi cambiamenti, proprio perché questi cambiamenti non si traducano in stravolgimenti. Certo le attitudini in queste ore sono diverse, diverso è chi nel Governo sta con grande attenzione cercando di rimettere in piedi un paese e chi magari per questioni di bottega e di partito sta facendo della politica che è strategica e magari funzionale al raggiungimento di obiettivi del partito e non del Paese. Noi quindi sotto l'aspetto della preoccupazione, dell'analisi, dell'approfondimento condividiamo e anche noi ci rendiamo disponibili, se i colleghi presentatori saranno d'accordo, a dare il nostro contributo magari con alcuni emendamenti di forma, non di sostanza, a questa risoluzione che avremmo anche il piacere di votare, proprio per esprimere la nostra attenzione a questi cambiamenti, che non devono in nessuna maniera mettere in discussione le nostre prerogative statutarie.

Aggiungo, credo che possa essere ormai noto, che non può essere la politica dei rapporti personali a cambiare le sorti in termini di riforme della nostra piccola Regione. Credo che quindi dovremmo assistere sempre a meno uscite personali, di persone che pensano che con l'amicizia di qualcuno a Roma si possa salvaguardare la Valle d'Aosta, magari facendo anche bella figura. È invece necessario un dialogo costruttivo, continuativo, strutturale e sinergico; è necessario per la Valle d'Aosta. Guardate, negli ultimi quindici anni i partiti autonomisti non hanno avuto grandi imbarazzi a governare con chi negli stessi anni ha maggiormente governato il nostro Paese, che sono le Sinistre, i DS prima e il PD poi. Credo che in questo senso questa sinergia fosse giustificata, noi non la condividevamo, ma era giustificata dalla necessità di dialogare con chi aveva il potere di decidere e quindi ci poteva anche stare, da valdostano, la concezione che un governo nascesse anche su esigenze di dialogo. Quello che non si può accettare è la politica dei veti preconcetti, credo che in questo momento quello che ci interessa come valdostani è che il Governo, il Consiglio regionale dialoghi con chi oggi il Governo a Roma lo rappresenta e nelle prossime settimane probabilmente rappresenterà anche quello europeo; abbiamo la necessità, al di là delle parti, di fare gli interessi della Valle d'Aosta. Ho avuto già modo di esprimere al Presidente della Regione, ma anche ai suoi amici di partito l'assoluta necessità di ragionare nell'interesse della Valle e non dei propri partiti, perché tanto nei compromessi della politica i partiti qualcosa ci rimetteranno e sarà così per chiunque a fronte delle scelte: lo è stato per il PD, lo è ancora, con l'amico Donzel commentavamo ragionando sulle necessità di ogni partito di avere le sue anime interne con diverse idee, ma se si parte dal presupposto di ragionare guardando all'interesse del proprio partito, la Valle d'Aosta è condannata. Se invece si parte dal presupposto di guardare l'interesse della Regione, della Valle, della difesa delle sue prerogative, della difesa non di quelli che giustamente diceva Caveri sono non dei privilegi, ma delle prerogative di aiuto concreto a chi vive in situazioni diverse e che grazie a queste situazioni poi è diventato forse più ricco rispetto ad altri semplicemente perché ha amministrato meglio le competenze che lo stesso Stato in altre Regioni non riesce a gestire con altrettanta efficacia, credo che se vogliamo difendere questo, dobbiamo entrare nella logica di ragionare nell'interesse della Valle e non dei propri partiti. Ecco perché non abbiamo nessuna difficoltà a confrontarci con i colleghi presentatori della Sinistra e degli autonomisti progressisti per dare il nostro contributo su questa risoluzione che è condivisa e condivisibile con una condizione che non sia una posizione preconcetta ad escludere qualcuno perché di parte. Noi ci siamo, siamo disponibili al dialogo, siamo valdostani, abbiamo i figli, le aziende, gli interessi economici come li avete voi in questa regione, abbiamo tutti l'interesse che questa Regione possa mantenere quelle che sono state le conquiste dei nostri padri, che queste conquiste possano continuare ad essere una delle nostre leve. Sappiamo perfettamente che quelle conquiste non sono sufficienti a salvarci, perché il futuro della competizione non si salva grazie ai 9/10, non sono i 9/10 che ci possono salvare, perché i 9/10 di tanto è tanto, i 9/10 di poco è poco e noi dovremo saper accettare la sfida di creare ricchezza affinché quei 9/10 abbiano un senso. Invito i colleghi a riflettere su cosa significa avere i 9/10 degli F24 del 2009, che dovranno essere versati nel maggio 2010, vi apro una riflessione che ho già fatto con il Presidente, ma avremo modo poi di parlarne. Nessun problema ad appoggiare la risoluzione e a tenere alta l'attenzione per quanto riguarda tale questione.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Egregio Presidente, care colleghe e cari colleghi, l'argomento su cui torniamo oggi è un argomento che non è la prima volta che viene preso in esame in quest'aula in tale periodo: quello di come tutelare il meglio possibile la nostra autonomia. Lo abbiamo fatto tutti insieme votando all'unanimità tempo fa una proposta di legge da presentare alla Camera per la modifica del nostro Statuto, quindi vuol dire che l'interesse per questo tema è ampiamente condiviso, non è patrimonio esclusivo di qualcuno. La questione però che prende in esame questa risoluzione è molto più concreta di quanto non si pensi. Si fa riferimento agli atti del Senato 1117 e adesso alla Camera come atto 2105, in particolare all'articolo 25, che era un articolo che in prima battuta ci aveva rassicurati, eravamo contenti tutti di come stava andando il dibattito su questo disegno di legge del federalismo fiscale, a mio avviso molto preoccupante e pessimo nella sua ideazione, lo abbiamo detto più volte. Noi cioè riteniamo una forzatura questo tentativo di imporre ad un Paese che non ha un federalismo politico un federalismo fiscale, ma per la Valle d'Aosta e per le Regioni autonome almeno un cenno di rispetto c'era rispetto alla prima scrittura dell'articolo 25. Questo articolo 25 poi ha subito una modifica, è una modifica di quelle cose piccole, tecniche, difficile da cogliere. Sostanzialmente nell'articolo 25, che doveva dire che le Regioni autonome quanto al federalismo fiscale avrebbero avuto un tavolo a parte in cui discutere la loro situazione particolare, si aggiunge una formulazione in cui si dice che certamente nel rispetto degli statuti speciali, e non poteva essere diversamente visto che sono legge costituzionale, si concorre al conseguimento degli obiettivi di perequazione e solidarietà e all'esercizio dei diritti e doveri da essi derivanti, nonché al Patto di convergenza di cui all'articolo 17, ossia si dice: "siete uguali alle altre Regioni dal punto di vista del federalismo fiscale" e questa cosa è una cosa estremamente delicata, perché diventerà difficilissimo per noi, se si applicano norme comuni alle altre Regioni, spiegare le tante ragioni della nostra specificità. E qui voglio intervenire con una considerazione: è vero che a livello nazionale su tanti parlamentari tutti i gruppi, quindi non ne faccio una questione nei confronti del PdL, piuttosto che del PD, hanno il deputato che estemporaneamente lancia una proposta dell'abolizione delle autonomie speciali... vorrei dire che questo problema sussiste anche in Valle d'Aosta. Ci sono dei valdostani che inviano delle lettere alla stampa dove scrivono delle cose molto pesanti sui soldi dati alla Valle d'Aosta in modo superficiale, quindi ce li abbiamo ancora in casa nostra quelli che di tanto in tanto perdono il buon senso e parlano di privilegi, ma è anche vero che anche nella cultura quotidiana dei valdostani alle volte l'aspetto economico, superficiale della nostra autonomia è stato mal utilizzato. Qualche volta anche il cittadino comune ha pensato che l'autonomia fosse avere i buoni di benzina e si è perso il senso profondo del valore della nostra autonomia, della capacità di autogoverno che ci siamo conquistati. Ora tutta questa situazione molto delicata si complica quando si va a parlare in termini di denaro, soprattutto in un momento in cui la grave crisi economica fa ragionare tutti in termini profondamente diversi. Viene quindi difficile alle volte spiegare il perché di certi costi in Valle d'Aosta, quando è chiaro che abbiamo una scuola che magari è collocata in un villaggio di montagna che ha indubbiamente costi molto più alti di una scuola che viene fatta in un centro urbano, così per l'assistenza sanitaria e qui si potrebbero ripetere cose che ci siamo detti tante volte.

Comunque per andare al sodo, questo tipo di emendamento che è stato portato all'articolo 25 in Senato e che adesso è alla Camera, a nostro avviso, costituisce un problema molto serio per la nostra realtà autonoma, rischia davvero di compromettere alcune situazioni in atto. Su questo dico non sarà una trattativa con alcuni partiti, con singoli ministri, che potrà cambiare le sorti dell'autonomia in questo senso, serve davvero una presa di coscienza del popolo valdostano, di tutte le componenti di questo popolo valdostano nei confronti dell'autonomia e solo insieme potremo difendere l'autonomia, perché una volta può andar bene, si svicola un problema, ma la volta dopo questo problema si ripropone. E qui dico con franchezza che non è un problema di dialogo nei confronti del Governo; certo, bisogna dialogare con il Governo che c'è, ma voglio ricordare che non è vero che il Governo regionale è sempre stato in simbiosi con il Governo nazionale, tutt'altro! Ci sono state spesso delle anomalie fra la tipologia del Governo regionale e la formazione del Governo nazionale, posso ricordare le date perché dal 2006 al 2008 non c'era al Governo la Sinistra in Regione...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

... scusa, Consigliere Lattanzi, solo per precisione, poi puoi dire sbaglio, ma ho i dati. Quello che è importante, sì, non dico che ci sia un dialogo, ma dialogo vuol dire che non è detto che devono esserci le stesse forze politiche, non è detto che chi decide al Governo di Roma decide i Governi di tutte le Regioni d'Italia, altrimenti non si può più vivere. Eh no, non ci siamo capiti qui! Non è che perché a Roma governa Berlusconi che diventano tutte le Regioni di Berlusconi! Così come non è stato che, quando a Roma governava Prodi, tutte le Regioni dovevano diventare di Prodi, perché allora dove va l'autonomia dei territori, dove va la libera decisione dei popoli di scegliersi autonomamente il loro Governo? Allora sei tu che proponi che chi vince a Roma vince dappertutto! L'autonomia è proprio questo: la capacità di un popolo di autogestirsi e autogovernarsi e certamente non farsi fregare, come nel caso di questa cosa che la maggioranza presenta al Senato e che, secondo me, è un bel problema per la Regione Valle d'Aosta! E per questo il Partito Democratico condivide questa impostazione, anche se forse eccessivamente personalizzata, non ho nessuna simpatia per il Ministro Calderoli, ma condivide il senso di dire: facciamo attenzione, perché qui sono in gioco davvero le basi dell'autonomia della Valle d'Aosta.

Président - La parole au Président de la Région, Rollandin.

Rollandin (UV) - Ringrazio innanzitutto i colleghi e i presentatori di questa risoluzione, che hanno sollevato un tema di cui abbiamo già parlato in diverse occasioni. Il tema è il progetto di federalismo fiscale come è stato presentato nel suo insieme e come sta avanzando prima al Senato e poi alla Camera. Vorrei ricordare che il progetto di federalismo fiscale come è stato concordato con il Ministro Calderoli aveva avuto con l'articolo 25, l'articolo specifico, un assenso di tutte le Regioni speciali e nell'insieme la proposta aveva avuto anche l'assenso di tutte le Regioni. Di lì si è partiti con il dibattito in Senato, relativamente alle richieste del collega Donzel è successo un fatto, sull'emendamento proposto con una certa logica collegata più alle Regioni a statuto ordinario che a statuto speciale è stato messo nell'articolo 25: il cosiddetto "Patto di convergenza". Questa proposta era stata fatta dall'opposizione in Senato, da un rappresentante del PD, che ha pensato di trovare un discorso che accomunasse alcune situazioni e con questo facendo scoppiare una difficoltà di interpretazione sulla differenza fra sistema in atto delle Regioni a statuto speciale rispetto a quelle a statuto ordinario, un sistema difficilmente ricostruito proprio nei termini di non coinvolgere due sistemi che oggi sono profondamente diversi. Sono profondamente diversi non perché gli uni hanno i privilegi e gli altri no, ma perché gli uni hanno competenze e gli altri no, cosa che, come diceva il collega Lattanzi, fuori di qui purtroppo pochi sanno o alcuni fanno finta di non sapere, perché alcuni lo sanno, ma lo riportano... come dire... "avete visto... voi siete..." e allora, correttamente, qualcuno ha richiamato anche la trasmissione "Ballarò", che voleva fare un accenno a questo e cosa ne è emerso? "Eccoli lì, guardali questi... la pompa della benzina...", non sanno niente dell'autonomia, però "hanno una riduzione di qualche centinaio di euro": questa è l'immagine dell'autonomia che diamo all'esterno. Chiaramente è denigratorio, falso e, se ci permettete, anche ingiurioso nei confronti dello Statuto regionale che ha ben altri costrutti, ha bel altro fondamento e finalità! Non aggiungo altro di più, perché concordiamo, credo, che fra le forze politiche qui presenti non ce n'è una che non abbia il rispetto dello Statuto e lo ha dimostrato in diversi passaggi. Credo doveroso dare atto a tutte le forze politiche che correttamente hanno sempre avuto un atteggiamento costruttivo e di grande attenzione alla Carta a cui facciamo riferimento.

Detto questo, abbiamo oggi da analizzare una risoluzione che ci porta a dire: "attenzione, c'è ogni tanto qualche esternazione che sottolinea che le Regioni a statuto speciale potrebbero anche avere una revisione degli statuti, dimenticando che c'è una norma costituzionale che la garantisce"; questo è uno dei punti di polemica. Questo è aggravato dal fatto che si dice: "siamo in un periodo di crisi, mancano i fondi"; allora, quando si fa la vetrina dicendo: "le Regioni a statuto speciale hanno una media superiore a quella nazionale, hanno un reddito pro capite di un certo tipo, hanno questi privilegi", è evidente che passi la summa che dice, guardate cosa c'è di più facile: "tagliamo agli uni per dare agli altri!", come se questa operazione fosse semplicemente: "decurtiamo del tot percento e abbiamo risolto il problema"! Ci hanno anche provato a fare questo calcolo, ma tutto portava a 4-500 milioni di euro che non risolveva la situazione di nessuno, anzi faceva solo il punto di un'ulteriore penalizzazione senza senso di una realtà consolidata. Non voglio farla più lunga, perché il resto è già stato brillantemente detto anche dal Consigliere Caveri che è intervenuto prima sulle ragioni che hanno portato al nostro Statuto.

Diciamo che la novità dell'ultima ora, rispetto al dibattito delle Commissioni V e VI, è che è stato presentato un emendamento dai relatori, di cui poi do copia da distribuire, che dice: "Nel rispetto degli statuti delle Regioni a statuto speciale, restando fermi i diritti e i doveri delle medesime Regioni a statuto speciale e delle Province autonome derivanti dagli obiettivi di perequazione e di solidarietà e degli obblighi posti dall'ordinamento comunitario, per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano si provvede con norme di attuazione dei rispettivi statuti...", conseguentemente sopprimere l'articolo 25. Questa è una semplificazione che trova un consenso allargato, perché toglie l'imbarazzo del Patto di convergenza, sottolinea la specificità delle Regioni e dice in modo chiaro che l'attuazione avviene con norma di attuazione, andando nella direzione di quel tavolo che, voglio dirlo, correttamente il Ministro Fitto aveva individuato come punto di raccordo, di questo devo dare atto, come devo dare atto al Ministro Calderoli che, quando aveva gestito l'insieme del raccordo con le Regioni, aveva fatto un lavoro che aveva portato ad un progetto condiviso. Il Ministro Fitto, rendendosi conto delle difficoltà, aveva dato la sua disponibilità ad aprire un tavolo di confronto, necessario, e, come si diceva, sicuramente condivido pienamente il fatto che non è il contatto con A o con B che risolve questi problemi, qui il contatto è quello diretto con chi rappresenta il Governo con le specifiche competenze e i rapporti con le Regioni, e questo deve essere il riferimento.

Tale emendamento, è condiviso, perché è stato inviato adesso anche dall'Onorevole Nicco, che è in Commissione... anche con i colleghi della Südtiroler e delle altre Regioni a statuto speciale è condiviso questo passaggio; quindi tale emendamento condiviso dalle Regioni a Statuto speciale supererebbe di fatto il problema legato a tale contenzioso. Non dimentichiamo che su questa materia c'erano una serie di emendamenti che andavano in direzione opposta, quindi si farebbe chiarezza, si fa un emendamento che riporta al buon senso e all'attenzione del riconoscimento delle Regioni a statuto speciale e della possibilità di avere la norma. Credo che con questo si faccia un passo avanti importante, se così si tradurrà la soluzione finale che andrebbe a chiudere tale percorso. Lo dico per conoscenza, perché questo sposta un po' il riferimento con cui stiamo discutendo tale risoluzione.

Penso che nell'insieme la risoluzione mantenga, se rivista... credo che adesso vi sia un testo che riprende, nella sostanza, l'esigenza di mantenere questa attenzione... il principio del riconoscimento delle Regioni a statuto speciale e di avere la possibilità di trovare, attraverso le norme di attuazione, una specifica dimensione per attuare quei provvedimenti che permettano di continuare quel processo di attuazione del federalismo vero, perché il federalismo fiscale senza il passaggio attraverso le funzioni non ha quel significato che tutti si aspettano! Perché tutti si aspettano un federalismo che dia la possibilità di agire in modo diverso: noi abbiamo competenze dirette e altre saranno le competenze che di volta in volta verranno trasferite, a parte che con la legge del 2001 già era possibile dare delle ulteriori autonomie differenziate. Non è mai stato utilizzato questo strumento, ma c'è; bisogna ammettere che nella modifica della Costituzione c'è questo passaggio specifico per le Regioni. Nella sostanza credo che vi sia oggi da sottolineare un'attenzione del Consiglio regionale nei confronti di un tema non solo di attualità, ma un tema che farà discutere per tanto tempo, quindi se verrà presentata questa risoluzione, che è stata rivista, e che accoglie le proposta di tutti i gruppi, credo sia un passo avanti importante nell'ambito di un riferimento specifico a sostegno dello Statuto della nostra Regione.

Président - Collègues, vous avez reçu le nouveau texte de proposition de résolution présentée par le groupe Vallée d'Aoste Vive-Renouveau, ce texte a été signé de la part de tous les Chefs de groupe, donc ce sera sur ce texte que le Conseil est invité à s'exprimer.

La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Merci, M. le Président. Nutro una fiducia quasi illimitata nel Presidente della Regione, ma siccome ha messo in campo nella discussione pochi minuti fa un emendamento di cui ignoravamo l'esistenza - siamo rimasti ai verbali di ieri della Commissione -, cerchiamo anche noi nel nostro piccolo di seguire le questioni. Ho ascoltato vagamente il testo dell'emendamento a cui fa riferimento, mi sarebbe stato gradito poterlo leggere un istante e semmai valutare se questo ha dei riflessi sulla formulazione che abbiamo convenuto, a cui personalmente qui non ritengo di recedere. Gradirei comunque averne una copia un istante, prima di procedere alla votazione, mi sembra un minimo di riguardo. Se i colleghi non ritengono che questo abbia influenza...

L'emendamento all'articolo 25, per chiarezza: stiamo parlando di un emendamento che è stato presentato dal relatore alla Camera dei deputati, ma siccome non abbiamo neanche avuto il piacere di vederlo... grazie.

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (VdAV-R) - Grazie, Presidente. Riprendo la parola perché mi pare di capire che questo semplice comma viene a riassumere tutta una discussione di mesi e mesi intorno a quello che era l'articolo 20, oggi articolo 25, e che quindi cadono tutta una serie di questioni che erano state affrontate nei mesi scorsi, dal Patto di convergenza - che viene totalmente estrapolato dal contesto dell'articolo - a tutta una serie di altri impegni ed attività ricognitive, la definizione dei principi fondamentali di coordinamento del sistema tributario e così via. Apparentemente l'articolo è di semplice rinvio alle norme di attuazione per la definizione sic et simpliciter delle questioni e potrebbe anche essere una soluzione "satisfattiva" nel complesso della questione. Non so come reagiranno le altre forze politiche in ordine a questo, noi rimaniamo comunque fermi sul testo della risoluzione che abbiamo sottoposto e come viene rimodificata in seguito all'accordo intervenuto con gli altri Capigruppo e quindi nel mantenere non per motivi né faziosi, né personali (lo dico ai colleghi del PdL), ma per esprimere fermamente un politico dissenso rispetto alle posizioni che ha espresso l'esponente di Governo sulla questione, insieme ad un invito anche ad adottare dei toni più adeguati nella discussione di tali questioni e un invito quindi al Presidente della Regione e ai Parlamentari a tenere fermi i capisaldi del nostro ordinamento finanziario, senza lasciar mettere sui binari di discussioni che si moltiplicano in termini di tavoli e di luoghi di concertazione, quello che deve rimanere un accordo politico fondamentale fra lo Stato e la Regione, adottato alla luce del sole. Grazie.

Président - Je soumets au vote le nouveau texte de la résolution, qui récite:

Risoluzione

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Preso atto con preoccupazione del diffondersi di prese di posizione, anche da parte di componenti dell'attuale Governo come il Ministro Calderoli, circa la presunta natura "privilegiata" del regime finanziario delle Regioni a Statuto speciale e quanto alla conseguente necessità di operare riduzioni delle compartecipazioni erariali destinate alle stesse;

Ricordando la natura costituzionale delle norme poste a fondamento del regime finanziario della Regione Valle d'Aosta e della necessità di concordare preventivamente con la stessa l'eventuale loro modificazione;

Ritenendo corretta la ridefinizione del quadro generale della fiscalità nazionale, sulla base dell'art. 119 della Costituzione, solo nell'ambito di uno sforzo condiviso di perequazione e solidarietà, ma non sulla base di presunzioni e banalizzazioni che non tengono in conto le particolarità dei territori e delle comunità interessate e la qualità complessiva dell'azione pubblica che le riguarda;

Constatata la discussione in corso alla Camera dei Deputati sull'art. 25 del Disegno di legge per la Delega al Governo in materia di federalismo fiscale (AC 2105) con il manifestarsi di rischi per le Autonomie speciali;

Esprime

il proprio dissenso sulle posizioni provocatorie espresse dall'esponente del Governo;

Invita

il Presidente della Regione ed i Parlamentari valdostani a manifestare con assoluta fermezza l'indisponibilità della Valle d'Aosta ad una revisione delle regole fondamentali in ordine alla compartecipazione sui tributi erariali che non sia fondata sulla ricerca di un quadro condiviso e concertato anche attraverso il ruolo della Commissione Paritetica, rifuggendo da ogni tentativo di screditare le autonomie speciali con facili quanto ingiustificate generalizzazioni.

F.to: Louvin - Empereur - Salzone - Lattanzi - La Torre - Fontana Carmela

Conseillers présents et votants: 33

Pour: 33

Le Conseil approuve à l'unanimité.

Président - Avec cette approbation nous avons achevé nos travaux, je vous souhaite une bonne soirée.

La séance est levée.

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La réunion se termine à 17 heures 32.