Oggetto del Consiglio n. 15 del 17 gennaio 1964 - Verbale

OGGETTO N. 15/64 - PROPOSTA DI VARIANTE AL PROGETTO ESECUTIVO DELLA AUTOSTRADA QUINCINETTO-AOSTA, NEL TRATTO CHATILLON-PONTEY. RINVIO DELLA DECISIONE ALLA PROSSIMA ADUNANZA.

Il Presidente, MARCOZ, dichiara aperta la discussione sull'oggetto n. 13 dell'ordine del giorno concernente: "Proposta di variante al progetto esecutivo dell'autostrada Quincinetto-Aosta, nel tratto Châtillon-Pontey".

Richiama in proposito l'attenzione dei Signori Consiglieri sulla seguente relazione e allegati vari trasmessi loro in copia unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:

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Nell'adunanza in data 9 settembre 1963, oggetto n. 160, il Consiglio Regionale approvava due ordini del giorno concernenti l'approvazione, con modificazioni al tracciato e con raccomandazioni varie, del progetto generale esecutivo della costruenda autostrada Quincinetto-Aosta presentato dalla Società Autostrade Valdostane, S.p.A.

Con lettera in data 9 dicembre 1963 la predetta Società SAV ha segnalato la possibilità di introdurre una variante al sopramenzionato progetto generale esecutivo nel tratto interessante il territorio dei Comuni di Châtillon-Pontey (vedi allegato A).

Su tale proposta variante è stato richiesto alla Sovraintendenza Regionale alle Antichità, Monumenti e Belle Arti di presentare le proprie osservazioni ai fini della tutela del paesaggio (vedi allegato B).

In merito la Sovraintendenza Regionale alle Antichità e Belle Arti ha riferito quanto risulta dall'allegata relazione (vedi allegato C).

La proposta variante di progetto viene, quindi, sottoposta all'esame del Consiglio Regionale.

N.B. - I disegni relativi alla variante di progetto sono depositati e in visione presso la Segreteria della Presidenza del Consiglio Regionale.

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Allegato A

S.A.V.

SOCIETA' AUTOSTRADE VALDOSTANE

S.p.A.

AOSTA - Via Promis n. 2

Aosta, lì 9 dicembre 1963

Prot. n. 408

Ill.mo Sig. PRESIDENTE della Giunta Regionale

AOSTA

Oggetto: Autostrada Quincinetto-Aosta - Progetto esecutivo - Proposta di variante.

In sede di sviluppo esecutivo è emersa la possibilità di introdurre una variante nel progetto dell'autostrada Quincinetto-Aosta, quale è stato approvato dall'Onorevole Consiglio Regionale nell'adunanza del 9 settembre 1963.

La variante consiste nella costruzione di un ponte-viadotto in territorio dei Comuni di Châtillon-Pontey, come risulta dalla documentazione allegata.

Trattandosi di variante che pur modificando solo lievemente il tracciato, altera però profondamente le caratteristiche dell'opera quale era stata primitivamente prevista ed approvata, mi sono opposto - in sede di Comitato Tecnico - alla sua eventuale adozione, ritenendo indispensabile acquisire il preventivo benestare, al riguardo, dall'On.le Consiglio Regionale.

Giova sottolineare che, a giudizio dei progettisti, la prospettata soluzione, imperniata su un'opera di singolare rilevanza, merita di essere attentamente considerata per le spiccate caratteristiche panoramiche che la strada verrebbe ad assumere, aprendo la visione della testata della valle centrale a chi transiti verso Aosta e quella dell'intera conca di St. Vincent e dell'imbocco della Valtournanche a chi segua il percorso inverso.

Circostanze queste d'indubbia portata, considerando l'importanza turistica della zona, che ci si propone anche di valorizzare - come è noto - mediante la creazione di un'area di servizio, particolarmente curata ed eccezionalmente dotata.

Data l'urgenza della questione, dovendosi in base alle decisioni dell'Amministrazione regionale, presentare i definitivi elaborati all'ANAS, si gradirebbe una sollecita risposta.

Riservando - ove occorressero - ulteriori chiarimenti, porgo il saluto più devoto.

IL CONSIGLIERE D'AMMINISTRAZIONE

Fto Fortunio Palmas

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Allegato B

REGIONE AUTONOMADELLA VALLE D'AOSTA

Presidenza della Giunta regionale

Prot. n. 17400/4Aosta, li 13 dicembre 1963

Egr. Avv. Fortunio PALMAS

Consigliere di Amministrazione della Società Autostrade Valdostane S.p.A.

Via Promis n. 2

AOSTA

Alla SOVRINTENDENZA regionale per le ANTICHITA', MONUMENTI E BELLE ARTI

SEDE

Oggetto: Proposta di variante al progetto esecutivo dell'autostrada Quincinetto-Aosta (tratto Châtillon-Pontey).

La ringrazio di quanto cortesemente segnalatomi con lettera in data 9-12-1963 prot. n. 408, circa la proposta di variante al progetto esecutivo dell'autostrada Quincinetto-Aosta per la costruzione di un ponte-viadotto in territorio dei Comuni di Châtillon e Pontey.

La Sovrintendenza regionale alle Antichità, Monumenti e Belle Arti, cui in allegato viene trasmessa la documentazione relativa alla variante proposta, è invitata ad esaminare, dal punto di vista della tutela del paesaggio, la soluzione prospettata e le previste opere d'arte presentando in merito, con la maggior sollecitudine possibile, le proprie eventuali osservazioni al fine del successivo inoltro della proposta variante all'esame del Consiglio regionale.

Distinti saluti.

IL PRESIDENTE

F.to S. Caveri

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Allegato C

RELAZIONE SULLA NUOVA SOLUZIONE DI VARIANTE AL PROGETTO ESECUTIVO DELL'AUTOSTRADA QUINCINETTO-AOSTA - COMUNI DI CHATILLON E PONTEY - 5-12-1963.

Questa Sovrintendenza regionale, esaminata la proposta di variante al progetto esecutivo dell'autostrada Quincinetto-Aosta per la costruzione di un ponte viadotto in territorio dei Comuni di Châtillon e di Pontey, esprime parere negativo alla stessa variante.

In data 3 gennaio, il Sovrintendente arch. Prola si recava a Châtillon e Pontey, dove col Geom. Bougeat ed accompagnato dal Geom. Pozzaglia della Società Alpina considerava direttamente le future dimensioni e gli ingombri ottici del grande ponte viadotto.

Questo si presenterebbe, qualora realizzato, come un gigantesco nastro sospeso, visibile scendendo dall'attuale strada statale 26, da prima di Breil fino a St. Vincent circa. Sarebbe inoltre visibile, e incombente, da qualsiasi altro punto del fondovalle.

Questa Sovrintendenza, considerando il progetto precedente, nota come la soluzione in galleria sotto la morena di Garin, abbassi tutto il tracciato di circa 30 metri in corrispondenza del cimitero di Châtillon e, proporzionalmente, prima e dopo quel punto.

Alcuni confronti:

nuova soluzione (senza galleria a Garin) 54/60 metri di quota sulla Dora e sul piano; 36 metri sul torrente Marmore, 18 metri sulla strada della stazione, 32 metri sulla strada comunale per Lezin.

soluzione precedente (con galleria a Garin) 20 26 metri di quota sulla Dora e sul piano; 11 merci sul torrente Marmore, quasi un metro sulla strada della stazione; 4 metri sulla strada comunale per Lezin.

Se si poteva ancora configurare il nastro autostradale della soluzione precedente come una sottolineatura grafica alla morbidezza del paesaggio, la nuova soluzione con le sue dimensioni rilevanti verrebbe completamente ad alterare la scala umana del paesaggio, ingombrando l'orizzonte con sagome gigantesche in concorrenza prospettica con le dimensioni delle stesse montagne.

Per queste ragioni la Sovrintendenza Regionale ai Monumenti non ritiene di concedere il proprio parere favorevole alla variante presentata in data 5 novembre 1963.

IL SOVRINTENDENTE

F.to: Arch. Domenico Prola

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Il Presidente, MARCOZ, informa il Consiglio che in merito alla proposta variante è pervenuto in data 14 gennaio c.m. alla Presidenza del Consiglio Regionale, dall'Amministrazione Comunale di St. Vincent, il seguente telegramma, di cui dà lettura:

"Amministrazione comunale Saint Vincent conoscendo argomento punto cinque prossimo Consiglio Valle venerdì 17 gennaio esprime sua aspirazione affinché venga espresso parere favorevole per costruzione ponte viadotto su autostrada Quincinetto Aosta tratto Châtillon Pontey stop ricordando autostrada del sole dove costruzioni similari armonizzano perfettamente con paesaggio auspica che soluzione viadotto venga adottata ritenendo migliorata così attrattiva turistica conca St. Vincent - Ossequi".

Il Presidente della Giunta, CAVERI, riferisce in merito alla variante di progetto in esame, osservando che la soluzione precedente prevedeva: un viadotto attraversante il torrente Marmore all'altezza di 11 metri, una galleria nella cosiddetta morena di Garin e un viadotto dell'altezza di 20-26 metri di quota sulla Dora Baltea e sul piano di campagna.

Osserva che la variante in esame non prevede più la galleria nella morena di Garin e si compone, quindi, essenzialmente di due viadotti, di cui uno, alto 36 metri, sul torrente Marmore ed un altro, dell'altezza di 54 metri di quota sulla Dora e sul piano di campagna dopo la Morena di Garin.

Queste, - egli dice -, sono le differenze essenziali delle due soluzioni.

Informa che la proposta di variante è stata trasmessa alla Presidenza della Giunta Regionale dall'Avv. Fortunio Palmas, nella sua qualità di Consigliere di Amministrazione della Società Autostrade Valdostane; fa presente che, a quanto sembra, sarebbe stata questa trasmissione e determinare certi risentimenti un po' strani in alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della predetta Società.

Dichiara che era dovere dell'Amministrazione della Società S.A.V. di comunicare alla Amministrazione Regionale le proposte di varianti al progetto, perché non è pensabile che si apportino delle varianti al progetto della costruenda autostrada senza darne prima comunicazione all'Amministrazione Regionale.

Informa che la Giunta ha stabilito di sentire il parere della Sovrintendenza Regionale alle Antichità, Monumenti e Belle Arti in merito alla variante proposta per quanto riguarda la tutela del paesaggio.

Fa presente che la predetta Sovrintendenza Regionale ha espresso il parere che è stato trasmesso in copia ai Signori Consiglieri in allegato alla proposta di variante.

Dichiara che la Giunta condivide il parere della predetta Sovrintendenza, ritenendo non accettabile la proposta variante perché la nuova soluzione verrebbe a turbare il paesaggio, dato il rapporto prospettico tra le dimensioni del viadotto, alto ben 60 metri, e le montagne di sfondo del paesaggio che hanno un loro profilo ed una loro caratteristica particolare.

Ritiene che il paragone con i viadotti dell'autostrada del sole o con il viadotto che attraversa la zona di Bosses-St. Rémy non possa reggere nel caso in esame perché ben diverse sono le caratteristiche delle località interessate da tali viadotti.

Osserva che il Consiglio Regionale è libero di decidere come crede meglio in merito alla proposta di variante dopo aver esaminato e approfondito bene la questione.

Rileva che da parte di un quotidiano si è voluto fare una nota scandalistica pubblicando un articolo nel quale, dopo aver affermato che il ritardo nella realizzazione dell'autostrada Quincinetto-Aosta è da attribuire all'Amministrazione Regionale, si dichiarava che l'esame di questa proposta di variante avrebbe ritardato ulteriormente la costruzione della autostrada.

Osserva che ciò non corrisponde a verità, perché ancora non hanno avuto inizio i lavori di costruzione del primo tratto Quincinetto-Verrès, per cui vi è tutto il tempo di discutere e di decidere in merito alla variante in questione e non vi sarà, quindi, alcun ritardo.

Riferendosi a quanto già dichiarato nella adunanza del mattino in risposta alla interpellanza presentata dai Consiglieri Pedrini e Bonichon sulla questione dell'autostrada (tracciato e piano finanziario dell'autostrada), rileva che ogni Consigliere ha potuto constatare che, se vi sono dei ritardi nell'attuazione dell'autostrada, tali ritardi non dipendono certamente dall'Amministrazione Regionale, ma sono causati da vari motivi non dipendenti dalla Regione.

Conclude, affermando che è veramente assurdo sostenere che l'esame della variante in esame possa ritardare l'esecuzione della autostrada.

Il Consigliere DUJANY dichiara che la variante proposta, indipendentemente dalle questioni di carattere tecnico, interessa particolarmente i Comuni di Châtillon e Pontey in relazione alle necessità locali.

Esprime il rammarico di dover constatare che la Presidenza della Giunta Regionale non abbia interpellato i predetti due Comuni in merito alla proposta di variante di cui si tratta.

Ricorda che sin dal 15 dicembre 1961 il Consiglio Comunale di Châtillon, dopo aver esaminato e discusso il problema della costruenda autostrada della Valle d'Aosta, adottò una deliberazione (n. 60) con la quale si pregava il Presidente della Giunta Regionale "di voler cortesemente sentire in merito ai predetti problemi (cioè, in merito alla costruenda autostrada e alla strada di circonvallazione) l'Amministrazione Comunale di Châtillon prima che venga presa qualche decisione al riguardo".

Rileva che la variante proposta è stata succintamente illustrata dal Presidente della Giunta, Caveri, il quale ha detto che la variante consiste nella costruzione di un viadotto sul torrente Marmore, viadotto che continua a sud del cimitero di Châtillon verso Pontey.

Fa presente che la variante proposta prevede una modifica del progetto, dal punto in cui sorgerà la nuova stazione di servizio, nella zona denominata Gran Pra, al torrente Marmore, compreso quindi tutto il pianoro esistente a monte dello Stabilimento "Soie de Châtillon" ed oltre il torrente Marmore, fino all'altezza della zona di Garin a mezzo di una galleria.

Informa che la Giunta Comunale di Châtillon, venuta a conoscenza della variante ora proposta dalla Società Autostrade Valdostane per il tratto di autostrada Châtillon-Pontey, nella seduta in data 15 gennaio 1964, dopo esame della questione, ha adottato la seguente deliberazione n. 4 di cui dà lettura:

"LA GIUNTA MUNICIPALE

PREMESSO che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, nel giorno 17 gennaio 1964, dovrà discutere nell'ordine del giorno l'oggetto inerente alla variante al progetto esecutivo dell'autostrada QUINCINETTO-AOSTA nel tratto CHÂTILLON-PONTEY.

CONSIDERATO che la soluzione già adottata di costruire il tratto di autostrada "Strada vicinale di CRETAZ - Torrente MARMORE" in terrapieno presenta delle gravi conseguenze ed inconvenienti, e particolarmente le seguenti:

1) Il concentrico del Comune di Châtillon verrebbe diviso in due parti.

2) La viabilità su tre strade comunali ed una intercomunale, attraverso all'autostrada, sarebbe ostacolata.

3) L'irrigazione e la viabilità nel campo agricolo, fra i vari poderi, sarebbe gravemente pregiudicata.

VIVAMENTE allarmata dalle conseguenze gravissime che potrebbero derivare al paese a causa delle eventuali future alluvioni ed inondazioni, che il terrapieno aumenterebbe a dismisura; (sono ancora attualmente visibili i danni procurati dall'alluvione dell'anno 1958);

RITENUTO che la costruzione del viadotto della autostrada (variante in discussione presso il Consiglio regionale) sia la migliore soluzione e ciò perché eliminerebbe numerose servitù a danno dell'agricoltura e della viabilità comunale ed intercomunale e, soprattutto, perché permetterebbe il deflusso delle acque nella Dora Baltea in caso di inondazioni, alluvioni e simili;

VISTA la deliberazione del Consiglio Comunale n. 60 del 15 dicembre 1961 (n. 10388/2 del 22-12-1962);

Dopo ampia discussione, con voti unanimi espressi nelle forme di legge

Delibera

di richiamare la deliberazione di cui alle premesse, insistendo sulla richiesta di essere sentita l'Amministrazione comunale di Châtillon sull'importante questione del passaggio dell'autostrada in territorio di Châtillon.

Di chiedere, fin d'ora, di adottare la soluzione che preveda la costruzione del viadotto, anziché il terrapieno, eliminando di conseguenza il passaggio in galleria, per il passaggio in territorio di Châtillon".

Il Consigliere DUJANY rileva che, come risulta dalla deliberazione soprariportata, la Amministrazione Comunale di Châtillon è favorevole alla soluzione della variante proposta dalla Società Autostrade Valdostane per il tratto Châtillon-Pontey, per le ragioni esposte nella deliberazione stessa ed, in particolare, perché si verrebbe ad ovviare ai gravi inconvenienti che comporterebbe la costruzione del terrapieno già previsto dal progetto generale nel tratto compreso fra la stazione di servizio ed il torrente Marmore.

Osserva, infatti, che la costruzione del terrapieno, oltre ad ostacolare la viabilità su tre strade comunali e una intercomunale, dividerebbe la zona di Châtillon e sarebbe di intralcio al regolare deflusso delle acque e costituirebbe una barriera e, quindi, un grave pericolo in caso di alluvioni e di inondazioni.

Osserva, inoltre, che il terrapieno avrebbe riflessi totalmente negativi dal punto di vista panoramico, perché i turisti provenienti dall'estero, dai trafori stradali del Gran San Bernardo o del Monte Bianco, uscendo dalla galleria di Garin, a 11 metri di quota sul torrente Marmore, non avrebbero alcuna visuale né verso la conca di Châtillon né verso quella di St. Vincent e si troverebbero in un tratto di autostrada assai pericoloso, perché non soleggiato durante il periodo invernale.

Rileva che è meraviglioso ed incantevole il panorama che si presenta ai turisti che guardano la collina di Châtillon e la conca di St. Vincent dal pianoro situato a levante del cimitero di Châtillon.

Fa presente che tale panorama non potrebbe essere goduto dal turista con la prima soluzione, che prevede la costruzione di una galleria attraverso la morena di Garin, a valle del cimitero.

Dichiara di essere favorevole, per le ragioni suesposte, alla variante proposta dalla Società Autostrade Valdostane, variante che migliorerebbe di molto il precedente tracciato dell'autostrada nel tratto Châtillon-Pontey.

Il Consigliere BENZO, dopo aver premesso che nel suo intervento tratterà del problema sotto i suoi due aspetti, quello tecnico e quello turistico-paesaggistico, dichiara di aver preso visione del progetto esecutivo di variante e dell'aerofotogrammetria della variante stessa.

Riferendosi a quanto ebbe a dire il Presidente della Giunta ed, in particolare, all'affermazione che l'esame della variante da parte del Consiglio non può comportare alcun ritardo all'esecuzione dell'autostrada, rileva che sarebbe stata cosa ottima se, oltre all'aerofotogrammetria della zona del nuovo viadotto con lucido sovrimpresso -, fosse stato predisposto anche un plastico della zona della variante, perché ciò avrebbe dato la possibilità ai Consiglieri profani in opere del genere di rendersi conto delle dimensioni di questa opera d'arte e dei suoi riflessi dal punto di vista del paesaggio.

Dichiara di non concordare su quanto affermato nella relazione della Sovrintendenza Regionale delle Antichità, Monumenti e Belle Arti, soprattutto per quanto riguarda la chiusa finale, in cui il nastro autostradale della soluzione precedente viene definito "come una sottolineatura grafica alla morbidezza del paesaggio".

Ritiene che tale frase sia alquanto letteraria e non molto tecnica, come pure il parlare di "sagome gigantesche in concorrenza prospettica con le dimensioni delle stesse montagne" in quanto le montagne circostanti superano i 1500, i 2000 ed i 2500 metri, per cui la costruenda opera, pur volendola rialzare nella sua lunghezza di 700 metri, non può avere una concorrenza prospettica, salvo che ci si voglia riferire alla sola visione del viadotto guardando dal fondo valle e collocandosi sotto al viadotto stesso.

Ritiene che la nuova soluzione del viadotto, senza galleria nella zona morenica di Garin, presenti un aspetto eccezionalmente brillante dal punto di vista tecnico, perché comporta un miglioramento non soltanto nel tracciato planimetrico, ma anche al viadotto stesso a monte della morena di Garin, in quanto lo rende più defilato.

Dichiara che, strutturalmente, il viadotto principale, che nella relazione viene messo a confronto nelle due soluzioni, - una a quota 20-25-26 metri a l'altra a quota 54 metri sul torrente Marmore nel punto più alto -, non soltanto non varia nella sua strutturazione di impalcato orizzontale, ma non è maggiormente incombente se più alto, anzi è maggiormente incombente se più basso per chi guarda il viadotto standovi al di sotto.

Osserva che il complesso delle opere strutturali costituenti il viadotto deve essere esaminato nell'insieme del paesaggio.

Rileva che coloro i quali hanno avuto occasione di percorrere autostrade nazionali ed estere, in Germania od in America e, in particolare, la vicina autostrada Ceva-Savona che è una serie continua di ponti-viadotti, avranno forse riportato, la prima volta, la sensazione che tali ponti-viadotti diano una impressione di pesantezza o, comunque, una impressione di elementi estranei ed immessi nel paesaggio.

Rileva, però, che nel ripercorrere successivamente tale autostrada, il turista ha occasione di notare la valorizzazione di località, quali Carcare, Millesimo e il colle di Cadibona, che prima della realizzazione dell'autostrada forse non si vedevano.

Dichiara che la posizione in maggior quota del lungo ponte-viadotto a la eliminazione della galleria nella morena di Garin rivestono notevole importanza, non solo sotto il profilo tecnico e per quanto riguarda il costo dell'opera, ma anche dal punto di vista turistico e paesaggistico per coloro che transiteranno sull'autostrada, provenienti da Aosta o da Torino, i quali rimarranno estasiati di fronte allo scenario che si presenterà alla loro vista nella zona di Châtillon-Pontey, in quanto potranno ammirare tutta la conca di St. Vincent e l'imbocco della vallata che porta al Breuil.

Rileva che, ovviamente, la visuale non sarà tale, invece, per il cittadino di St. Vincent perché da tale località il viadotto, essendo molto defilato e posto lungo l'asse est-ovest della vallata, non può essere visto, né per il cittadino di Châtillon che vedrebbe, sia nella prima soluzione che nella seconda, una struttura su pilastri con impalcati di metri 26 e di metri 22,60, a quote differenziate.

Questo, - egli dice -, per quanto riguarda la parte a monte del viadotto perché, per quanto riguarda la parte a valle dello stesso, la costruzione di un terrapieno anziché di un viadotto, oltre a dividere in due parti il concentrico del Comune di Châtillon, come giustamente ebbe a fare presente il Consigliere Dujany, recherebbe intralci alla viabilità su tre strade comunali ed una intercomunale e costituirebbe un grave pericolo in caso di alluvioni.

Dichiara che la costruzione di un viadotto, anziché di un terrapieno, valorizzerebbe notevolmente, dal lato paesaggistico, la conca di Châtillon e di St. Vincent per varie ragioni che illustra.

Aggiunge che con pilastrate più alte e con luci molto ampie (40-50 metri) l'incombenza dell'opera su chi abita a valle del viadotto verrebbe ridotta e parrebbe quasi minima.

Osserva che le Amministrazioni Comunali di Châtillon e di St. Vincent si sono dichiarate favorevoli alla soluzione della variante in esame e conclude dichiarando di essere favorevole a tale soluzione per le ragioni sopra esposte.

L'Assessore FOSSON, dopo avere premesso che potrebbe anche concordare su alcune delle osservazioni fatte dai Consiglieri che hanno già preso la parola sull'argomento, rileva che il problema costituito dalla variante al progettato tracciato dell'autostrada va esaminato sotto i suoi vari aspetti.

Riferendosi alla prima soluzione, che prevedeva la costruzione di un terrapieno nel tratto a monte dello stabilimento della Soie di Châtillon, ricorda che, nella seduta in cui fu approvato il progetto generale dell'opera, il Consiglio ebbe a formulare raccomandazioni e diede, anzi, mandato ai rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione della Società Autostrade Valdostane affinché fosse garantita la viabilità sulle tre strade comunali e sulla strada intercomunale che dal capoluogo di Châtillon portano alla stazione ferroviaria, nonché fosse garantito il regolare deflusso delle acque irrigue.

Ritiene che, pur mantenendo ferma la prima soluzione, si possa, mediante la costruzione di alcune arcate, risolvere e il problema della viabilità locale e il problema del deflusso delle acque irrigue.

Fa presente che, se si fosse predisposta una aerofotogrammetria anche del tratto di autostrada a valle del capoluogo di Châtillon, fino all'area destinata alla costruzione della stazione di servizio, i Consiglieri avrebbero potuto avere una migliore visione della struttura del viadotto.

Dichiara di concordare sulla affermazione, fatta dai Consiglieri Dujany e Benzo, che il viadotto previsto dalla variante porrebbe i turisti che lo percorrono di fronte ad uno scenario incantevole giungendo a Châtillon, scenario senza dubbio migliore di quello che presenta ai turisti la prima soluzione di progetto.

Fa presente che si avrebbe, però, un lunghissimo e alto viadotto che ,dalla zona a valle di St. Vincent, giungerebbe fino sul territorio di Pontey, viadotto che, per la sua imponenza, contrasterebbe con la bellezza del paesaggio.

Precisa che, aumentando la quota del viadotto da i i a 36 metri sul torrente Marmore e da 20-26 metri a 54-64 metri sulla Dora Baltea e nel centro valle verso Pontey, il viadotto verrebbe ad essere anche notevolmente prolungato, il che contrasterebbe ancora maggiormente con la bellezza del paesaggio.

Fa presente che tale viadotto, se apparirà più basso ai turisti che passano sulla strada statale, sarà però notato dai turisti, a causa della sua altezza e della sua lunghezza, subito dopo Chambave, perché si presenterebbe come un nastro che taglia l'orizzonte nel centro valle, costituendo un imponente primo piano avente per sfondo il colle di Joux, sopra St. Vincent e il castello di Ussel, dall'altra parte della valle ; il che conferma che la costruzione di un più lungo e alto viadotto turberebbe la bellezza del paesaggio e non sarebbe, quindi, una soluzione ideale.

Dichiara quindi di condividere il parere negativo espresso dal Sovrintendente Regionale alle Antichità, Monumenti e Belle Arti in merito alla variante proposta, parere che è pienamente motivato perché, come è detto testualmente nella relazione del Sovrintendente, "la nuova soluzione, con le sue dimensioni rilevanti, verrebbe completamente ad alterare la scala umana del paesaggio, ingombrando l'orizzonte con sagome gigantesche in concorrenza prospettica con le dimensioni delle stesse montagne".

Ammette che la prima soluzione comporta, purtroppo, la costruzione di una galleria attraverso la morena di Garin; osserva che, dal lato tecnico, la galleria dovrebbe risultare abbastanza sicura perché il terreno a monte è consistente.

Circa il riferimento fatto dal Consigliere Benzo ad autostrade estere e all'autostrada Ceva-Savona, ritiene che la questione sia diversa perché, ad esempio, l'autostrada Ceva-Savona e l'autostrada del Sole hanno le loro maggiori opere d'arte in zone collinari e montagnose deserte e brulle, che non possono quindi paragonarsi con i panorami ed i paesaggi delle nostre montagne.

Dichiara di aver potuto personalmente constatare che molte autostrade costruite all'estero seguono l'andamento del terreno, il che non comporta esecuzione di imponenti opere d'arte.

Cita l'autostrada Salisburgo-Monaco, che, pur essendo costruita su terreno abbastanza ondulato, manca praticamente di opere d'arte o ne ha ben poche.

Osserva che uguale criterio viene seguito negli Stati Uniti d'America anche allo scopo di turbare il meno possibile la bellezza del paesaggio.

Ammette che il grande viadotto previsto dalla variante potrebbe anche costituire una bella opera d'arte dal lato tecnico, ma fa presente che, quale opera grandiosa dell'uomo, si staccherà dal paesaggio; ritiene quindi opportuno che le dimensioni strutturali del viadotto siano ridotte ai fini della tutela del paesaggio.

Rileva, a titolo di esempio, che nella zona di Avise, sullo sfondo del Monte Bianco, spicca un palo di una linea elettrica ad alta tensione che, se dal lato tecnico può considerarsi perfetto, è indubbio, però, che rappresenta una stonatura nel paesaggio.

Ritiene, quindi, che la prima soluzione di progetto sia migliore per le ragioni sopra esposte.

Rileva, d'altra parte, che ben poco terreno fabbricabile rimarrebbe a valle del terrapieno e anche nella zona compresa fra lo stabilimento della Soie e l'autostrada, e osserva che i terreni adiacenti alla stazione di servizio verrebbero praticamente vincolati e occupati per le esigenze connesse alla costruzione delle strade di accesso all'autostrada.

Ritiene che, garantiti la viabilità e il deflusso delle acque a valle dell'autostrada, non vi sia motivo per modificare la prima soluzione di progetto.

Il Consigliere Benzo fa presente che si tratta di realizzare una autostrada con opere d'arte aventi caratteri tecnici particolari e la cui esecuzione riesce particolarmente difficile in zone di montagna come la Valle d'Aosta.

Ricorda che le Amministrazioni comunali di Châtillon e di St. Vincent hanno chiesto l'attuazione della variante al progetto nella zona Châtillon-Pontey e dichiara che tale variante con lungo viadotto migliorerà indubbiamente la situazione locale, in quanto agevolerà il deflusso delle acque e la viabilità.

Pur ammettendo che questa imponente opera di ingegneria non va vista a sé stante, ma nell'insieme del paesaggio, dichiara di non concordare sull'affermazione, - fatta dal Sovrintendente Regionale per le Antichità, Monumenti e Belle Arti -, che tale opera verrebbe ad alterare profondamente il paesaggio.

Rileva che sarebbe stato opportuno che l'Amministrazione Regionale avesse dato l'incarico ad una Commissione di vari tecnici di esaminare il problema della variante, perché in tale modo oggi il Consiglio sarebbe confortato dal parere di una Commissione tecnica.

Per quanto riguarda la visione prospettica a monte dell'autostrada, ribadisce il proprio punto di vista per vari motivi che illustra, rilevando che le dimensioni trasversali del manufatto sono di 25 metri sia per la prima soluzione che per la seconda soluzione.

Conclude, affermando che la soluzione della variante in esame è non soltanto brillante, ma è anche ottima dal punto di vista paesaggistico.

Il Consigliere BORDON, dopo aver premesso che il problema sul quale il Consiglio è chiamato a pronunciarsi è veramente di difficile soluzione, rileva che è particolarmente arduo, per i Consiglieri che non sono dei tecnici esprimere un parere al riguardo, anche perché bisogna avere una giusta visione prospettica del futuro viadotto.

Dichiara che, pur non essendo un tecnico, desidera esporre al Consiglio alcune considerazioni di ordine pratico suggeritegli dal buon senso e dalla logica.

Informa di aver sottomano il verbale dell'adunanza consiliare del 28.7.1961, in cui fu discussa, fra l'altro, la richiesta di nulla osta fatta all'Amministrazione Regionale dalla Società ATIVA per il prolungamento dell'autostrada Torino-Quincinetto nel territorio della Valle d'Aosta e, precisamente, del tronco Quincinetto-Verrès.

Rammenta che, come risulta dal verbale, alcuni Consiglieri, che fanno parte ancora oggi del nuovo Consiglio Regionale, non erano allora propensi a lasciare costruire una autostrada nel territorio della Valle d'Aosta.

Fa presente che i membri del precedente Consiglio Regionale ebbero già allora gli stessi dubbi e le stesse preoccupazioni che ha oggi l'attuale Consiglio Regionale sia per quanto riguarda la turbativa del paesaggio che per quanto riguarda la tutela di interessi agricoli, cioè delle servitù di passaggio e di quelle per l'irrigazione.

Rileva che l'Assessore FOSSON, il quale ha dimostrato con il suo intervento di essere un buon difensore del paesaggio, avrebbe anche dovuto, nella sua qualità di Assessore regionale all'Agricoltura, illustrare le difficoltà in cui verranno a trovarsi le popolazioni delle nostre campagne in seguito alla costruzione dell'autostrada.

Fa presente che, se si adotterà la prima soluzione di progetto, i turisti non avranno alcuna visuale panoramica né di St. Vincent né di Châtillon, mentre, se si adotterà invece la soluzione della variante, - che ritiene non debba turbare il paesaggio -, i turisti avranno uno scenario incantevole.

Osserva che le Amministrazioni Comunali di Châtillon e di St. Vincent si sono dichiarate favorevoli alla seconda soluzione, cioè alla variante in esame, e rileva che nella deliberazione adottata dalla Giunta Comunale di Châtillon sono stati precisati i motivi per cui quella Amministrazione Comunale è recisamente contraria alla prima soluzione di progetto, per la questione del terrapieno.

Ritiene che l'attuazione della variante del viadotto sia la soluzione migliore e non rechi turbamento al paesaggio.

Dichiara di concordare sulla affermazione che l'esame della variante in discussione non ritarda affatto la realizzazione dell'autostrada; fa però presente che dal 28.7.1961, giorno in cui è stata discussa dal Consiglio la richiesta della Società ATIVA per la costruzione del tronco Quincinetto-Verrès, sono ormai trascorsi oltre due anni e che l'autostrada, opera di necessità assoluta, non è ancora stata iniziata.

Conclude, auspicando che l'autostrada sia realizzata al più presto nell'interesse della viabilità e precisando che bisogna fare in modo che siano salvaguardati, per quanto possibile, gli interessi dei contadini, in riferimento, particolarmente, alle servitù di passaggio e alle servitù per le acque di irrigazione.

Il Consigliere DUJANY dichiara che indubbiamente non tutti coloro che hanno preso la parola sull'argomento hanno una conoscenza esatta della zona, perché altrimenti si renderebbero conto che esiste effettivamente il pericolo di alluvioni a valle del capoluogo di Châtillon; precisa che tale pericolo esiste non già in prossimità del torrente Marmore, ove anche il primo progetto prevede la costruzione di un viadotto, ma nel tratto immediatamente a ponente della zona Gran Pra, cioè a nord dello stabilimento Soie de Châtillon, ove confluiscono due grandi canali le cui acque, nel periodo delle piene, potrebbero debordare ed inondare la zona in cui è previsto il terrapieno.

Rileva che l'Assessore Fosson, nel suo intervento, ha dimostrato di preoccuparsi maggiormente della tutela del paesaggio che non degli interessi dell'agricoltura, mentre è auspicabile che, nella sua qualità di Assessore all'Agricoltura, si preoccupi maggiormente della tutela degli interessi agricoli che non della questione paesaggistica.

Fa presente che nella zona in cui il primo progetto prevede la costruzione di un terrapieno vi sono tre strade comunali ed una intercomunale (Châtillon-Pontey) e che, per assicurare la viabilità su tali strade, occorrerebbe che il terrapieno venisse intersecato parecchie volte, il che non è pensabile; insiste quindi sul fatto che l'unica soluzione conveniente è quella della costruzione del viadotto previsto dalla variante, viadotto che, a suo avviso, non turberà affatto il paesaggio.

L'Assessore FOSSON ribadisce le ragioni per cui condivide il parere negativo, espresso dal Sovrintendente Regionale per le Antichità, Monumenti e Belle Arti, alla variante di progetto proposta dalla Società S.A.V. nel tratto Châtillon-Pontey.

Dichiara di conoscere perfettamente la zona che, secondo quanto è stato fatto più volte presente dal Consigliere Dujany, sarebbe soggetta al pericolo di alluvioni, zona intersecata da quattro strade e in cui è prevista la costruzione di un terrapieno secondo il progetto generale dell'autostrada.

Ritiene che, pur mantenendo la soluzione del terrapieno, possa essere assicurata la viabilità su tali strade e possa essere garantito il regolare deflusso delle acque a valle dell'autostrada anche nell'eventualità che si verifichino alluvioni ; osserva che si può interrompere il terrapieno nei punti in cui passano le strade e che si può costruire dei ponti, in modo da garantire la viabilità e da permettere il deflusso delle acque provenienti da monte.

Circa l'appunto fattogli dal Consigliere Dujany, secondo il quale l'Assessore all'agricoltura dovrebbe interessarsi essenzialmente di tutelare gli interessi dell'agricoltura più che della questione della tutela del paesaggio, dichiara che il problema della tutela del paesaggio non è di prerogativa esclusiva dell'Assessore al Turismo, ma interessa e deve interessare tutti gli Assessori e tutti i Consiglieri regionali perché difendendo il paesaggio, si tutelano anche le attrattive turistiche della Valle d'Aosta.

Dichiara di essersi preoccupato di tutelare gli interessi dell'agricoltura, che risultano pienamente salvaguardati se sono assicurate le servitù di passaggio e quelle irrigue.

Il Consigliere BENZO dichiara di concordare con l'Assessore Fosson che tutti gli Assessori, come pure tutti i Consiglieri regionali, debbano avere a cuore il problema della paesaggistica e debbano, quindi, interessarsi di tale problema.

Rileva che l'Assessore ai Lavori Pubblici e l'Assessore al Turismo non hanno ancora preso la parola sull'argomento della variante e li invita quindi ad esprimere la loro opinione al riguardo.

Il Consigliere DUJANY ribadisce i motivi per cui è opportuno che, per il tratto di autostrada intercorrente fra la zona Gran Pra ed il torrente Marmore a monte dello Stabilimento Soie di Châtillon, si costruisca un viadotto e non una strada in rilevato, per non elevare uno sbarramento che impedirebbe la visuale della stazione ferroviaria e dello Stabilimento Soie di Châtillon al capoluogo e che intersecherebbe le quattro strade più volte menzionate e le servitù di passaggio e quelle irrigue fra i vari poderi.

Rammenta che la soluzione del viadotto venne già auspicata nella seduta del 14 novembre 1962, in cui il Consiglio prese in esame per la prima volta il problema del tracciato e del progetto di massima della costruenda autostrada Quincinetto-Aosta e formulò richieste di modificazioni e raccomandazioni varie ai fini della elaborazione del progetto generale esecutivo dell'opera.

Fa presente che la variante ora proposta dalla Società S.A.V. corrisponde ai voti già espressi nella predetta adunanza consiliare del 14 novembre 1962 e deve essere, quindi, accolta dal Consiglio.

L'Assessore MANGANONI dichiara che l'Ufficio Tecnico Regionale non ha nulla da obiettare, dal punto di vista tecnico, circa la variante proposta dalla Società S.A.V.

Fa presente che le riserve in merito a tale variante sono di natura paesaggistica e non già di carattere tecnico, per cui la Presidenza della Giunta ha richiesto al riguardo il parere della Sovrintendenza Regionale per le Antichità, Monumenti e Belle Arti.

Il Consigliere GERMANO rileva che la costruzione dell'autostrada, per il tratto Châtillon-Pontey, è stata già approvata a suo tempo dal Consiglio secondo il primo progetto.

Ricorda che oggi è stata data lettura di un telegramma dell'Amministrazione Comunale di St. Vincent e di una deliberazione dell'Amministrazione Comunale di Châtillon auspicanti l'attuazione della variante proposta dalla Società Autostrade Valdostane per varie ragioni di natura finanziaria e tecnica.

Rileva che l'iniziativa della variante non è stata presa dalle Amministrazioni dei Comuni di Châtillon e di St. Vincent ma, bensì, dalla predetta Società.

Ammette che la soluzione della variante possa rispondere meglio a determinate esigenze locali, quali la viabilità comunale di Châtillon e la viabilità intercomunale di Châtillon-Pontey, nonché agli interessi dell'agricoltura, quali le servitù di passaggio ed irrigue.

Ritiene, tuttavia, che la costruzione del nuovo viadotto costituisca una turbativa al paesaggio, per le dimensioni assai rilevanti dell'opera d'arte.

Propone di chiedere alla Società S.A.V. se vi sia la possibilità di predisporre una nuova variante di progetto che preveda una soluzione intermedia fra la prima soluzione e la seconda, cioè che preveda la sostituzione del terrapieno con un viadotto che abbia però, una quota inferiore ai 54-60 metri sulla Dora Baltea ed ai 36 metri sul torrente Marmore.

Ritiene che una tale soluzione risponderebbe meglio alle esigenze della viabilità ed a quelle dell'agricoltura senza recare turbativa al paesaggio; dichiara, però, di non sapere, non essendo un tecnico, se una tale soluzione sia possibile.

Propone, inoltre, di chiedere alla Società S.A.V. di inviare alla Regione progetti completi più dettagliati, corredati da prospetti e da fotografie, affinché i Consiglieri regionali abbiano gli elementi necessari per decidere sull'argomento con cognizione di causa.

Auspica che la sua proposta sia intesa non già nel senso che si voglia rinviare la decisione sull'argomento in discussione, ma nel suo giusto senso, che è quello di cercare di contemperare gli interessi dell'agricoltura e quelli della viabilità locale con la tutela del paesaggio.

Il Consigliere BENZO dichiara di essere stato uno dei primi a sostenere la necessità e l'urgenza della costruzione della autostrada della Valle d'Aosta; concorda sull'affermazione che l'esame della proposta di variante e l'eventuale breve rinvio della decisione sulla questione non può ritardare l'esecuzione dell'autostrada.

Dichiara, invece, di non concordare sull'affermazione, fatta dall'Assessore Manganoni, che l'Ufficio Tecnico Regionale non ha nulla da dire in merito alla variante in discussione.

Rammenta che nella seduta del 9 settembre 1963 (oggetto numero 160) il Consiglio, dopo l'esame del tracciato del progetto generale esecutivo della costruenda autostrada Quincinetto-Aosta, approvava il seguente ordine del giorno, di cui dà in parte lettura:

"IL CONSIGLIO REGIONALE

prendendo in esame il progetto del tracciato del secondo, terzo e quarto tronco dell'autostrada presentato per il benestare dalla Società Autostrade Valdostane;

considerato che la soluzione proposta dalla Società Autostrade Valdostane ha tenuto conto della precedente deliberazione di portare la stazione di arrivo in fondo Valle presso Aosta;

sentite le difficoltà di natura geologica e morfologica delle zone da attraversare con il tracciato previsto in precedenza;

tenuto conto conseguentemente delle esigenze di natura tecnica ampiamente illustrate dall'Ing. Venuti della Alpina S.p.A.;

allo scopo di non procrastinare oltre l'inizio delle opere,

dà il suo benestare

al progetto stesso con la esclusione della variante di Brissogne.

Considerato, tuttavia, che tale soluzione porta con sé, data la prevalente esposizione del tracciato, il gravissimo problema del vetrato e del ghiaccio nella stagione invernale, così come confermato dalla relazione dell'Ufficio Tecnico Regionale;

considerato ancora che la radicale eliminazione di tale problema importerebbe spese notevoli sia di impianto che di esercizio;

richiede:

1) che il progetto presentato venga completato e sviluppato anche con la previsione delle spese di impianto e di esercizio occorrenti per la soluzione del menzionato problema del gelo;

2) che, pertanto, venga studiata anche la possibilità tecnica e finanziaria di un diverso tracciato - anche per tratte - più esposto al sole sulla sponda sinistra orografica della Valle e che escluda sostanzialmente il suddetto problema del gelo e dei relativi costi;

richiede altresì:

1) che la sede dell'autostrada non intralci la possibilità di realizzare la circonvallazione di Villefranche (Quart) da parte dell'ANAS per la strada statale n. 26;

2) che, in relazione alle economie derivanti dal tracciato approvato, sia costruita la terza corsia di sosta di metri 2,50;

3) che i progettisti continuino a tenersi in stretto contatto con l'Ufficio Tecnico Regionale allo scopo di concordare le successive eventuali modifiche in sede esecutiva".

Il Consigliere BENZO fa notare che nel suddetto ordine del giorno si chiedeva, fra l'altro, che venisse "... studiata anche la possibilità tecnica e finanziaria di un diverso tracciato anche per tratte" ... e che i progettisti continuassero "a tenersi in stretto contatto con l'Ufficio Tecnico Regionale allo scopo di concordare le successive eventuali modifiche in sede esecutiva".

Ritiene che, in relazione a quanto stabilito dal Consiglio, l'Ufficio Tecnico Regionale avrebbe dovuto essere informato in merito alla variante proposta dalla S.A.V., trattandosi di una modifica al tracciato approvato a suo tempo.

Per quanto riguarda la proposta, fatta dal Consigliere Germano, di prospettare alla Società S.A.V. di esaminare la possibilità di studiare una soluzione intermedia fra le due note soluzioni, il Consigliere Benzo dichiara che una tale soluzione non cambierebbe nulla dal punto di vista della tutela del paesaggio perché si noterebbe sempre l'esistenza di un nastro-viadotto nel fondo valle, lungo il tratto a monte dello Stabilimento della Soie di Châtillon, sul torrente Marmore, sulla Dora Baltea e nel pianoro di Pontey.

Ritiene quindi che la proposta, fatta dal Consigliere Germano, di studiare una soluzione intermedia non possa essere presa in considerazione.

Dichiara di concordare, invece, con il Consigliere Germano sulla opportunità che l'Amministrazione Regionale chieda alla Società S.A.V. l'invio di disegni prospettici, redatti in base allo studio planivolumetrico dell'opera d'arte, per entrambe le due soluzioni, a maggior illustrazione delle soluzioni stesse, sia verso monte che verso valle.

L'Assessore FOSSON ribadisce che, pur mantenendo la soluzione di progetto con terrapieno, il problema della viabilità sulle tre strade comunali e sulla strada intercomunale può essere convenientemente risolto nel modo già illustrato, come pure può essere risolto il problema del deflusso delle acque da monte a valle dell'autostrada.

Il Consigliere DUJANY fornisce ulteriori precisazioni in merito al terrapieno previsto nel progetto approvato a suo tempo dal Consiglio, rilevando che il detto terrapieno ha una lunghezza di ben 687 metri ed una altezza che va da un minimo di un metro ad un massimo di 15-20 metri.

Insiste ancora una volta affinché il Consiglio si pronunci favorevolmente sulla variante proposta dalla Società S.A.V. sottolineando che in tal modo, oltre a venire incontro ai voti espressi dalle Amministrazioni Comunali di Châtillon e di St. Vincent, verrebbero risolti nel miglior modo il problema della viabilità comunale e intercomunale nonché quello del deflusso delle acque.

Il Consigliere CHAMONIN dichiara che avrebbe preferito non prendere la parola né esprimere la sua opinione sull'argomento in discussione a causa e in dipendenza della votazione avvenuta nell'adunanza del mattino e con la quale è stato proposto per la nomina alla carica di Presidente della Società Autostrade Valdostane, presso la quale dovrà esporre le idee del Consiglio Regionale.

Comunica di avere già espresso il suo parere sul problema in discussione in sede di riunione dei gruppi consiliari della maggioranza.

Ritiene che, dopo una discussione così lunga e appassionata, alla quale hanno preso parte quasi tutti i Consiglieri regionali, si possa giungere ad una soluzione del problema, anche se dilazionata nel tempo.

Rileva che, sino ad oggi, il Consiglio ha avuto in visione soltanto dei progetti di massima dell'opera da realizzare ed esprime l'avviso che sarebbe opportuno richiedere alla Società S.A.V. delle soluzioni definitive, cioè dei progetti esecutivi.

Questo, - egli dice -, sia per la prima soluzione di progetto, che dovrebbe essere riveduta ed eventualmente modificata in relazione ai rilievi formulati dal Consigliere Dujany, sia per la seconda soluzione della variante, che dovrebbe essere eventualmente riveduta e modificata.

Osserva che sia la prima soluzione che la seconda devono essere esaminate essenzialmente dal lato tecnico, cioè al di fuori della questione del paesaggio e della questione economica perché, ad un dato momento, bisogna tener conto delle argomentazioni e delle difficoltà di ordine tecnico, esposte da chi deve progettare e costruire l'autostrada.

L'Assessore SAVIOZ, dopo aver dichiarato di concordare su quanto esposto dall'Assessore Fosson sull'argomento in discussione, fa presente che i singoli Assessori non debbono limitare il loro intervento in Consiglio soltanto al ramo di competenza del rispettivo Assessorato e che molto bene ha fatto l'Assessore Fosson a illustrare la necessità di tutelare il paesaggio.

In merito al rilievo, fatto dal Consigliere Benzo, sulla opportunità del parere di una Commissione di tecnici sull'argomento in discussione, osserva che il parere dell'Architetto Prola - Sovrintendente regionale per le Antichità, Monumenti e Belle Arti -, è stato richiesto ed è necessario a' sensi della legge 29-6-1939 n. 1497, concernente la protezione delle bellezze naturali.

Fa presente che l'Architetto Prola non è, infatti, entrato nel merito delle caratteristiche tecniche del viadotto, ma si è limitato ad esaminare il problema esclusivamente dal lato della protezione del paesaggio.

Fa presente di avere avuto la possibilità di sentire il parere di tecnici molto quotati in campo nazionale in materia di autostrade, precisando che sul problema ora in esame il parere di tali tecnici coincide con quello espresso dal Consigliere Benzo, il quale ebbe a dichiarare che non si può parlare di una soluzione intermedia, - cioè dell'attuazione dell'autostrada ad una quota più alta di quella prevista nel progetto o ad una quota più bassa di quella prevista nella proposta di variante - perché una eventuale soluzione intermedia comporterebbe sempre la costruzione di una galleria attraverso la morena di Garin.

Ritiene che si debba piuttosto discutere se rimanere fermi alla prima soluzione, che prevede la costruzione della galleria, o se si debba costruire il nuovo lungo viadotto a livello del pianoro sotto il cimitero, escludendo così la galleria.

Fa presente di avere esaminato sul posto i riflessi negativi che avrebbe sul paesaggio la costruzione del nuovo viadotto, nonché i lati positivi e negativi della costruzione del terrapieno nella zona di Châtillon.

Riferisce di avere avuto colloqui con i tecnici dell'ANAS in merito ai criteri tecnici da seguire per la costruzione dell'autostrada per quanto riguarda gli attraversamenti delle strade (sottopassaggi, servitù di passaggio poderali e di acque irrigue).

Precisa che i tecnici dell'ANAS risposero che sarebbero stati seguiti i criteri suggeriti dalla diversa natura della Valle e delle opere autostradali, tenendo naturalmente presente la necessità di conservare e salvaguardare gli attraversamenti stradali e le servitù di passaggio e irrigue, come già fatto per la costruzione dell'autostrada Torino-Quincinetto.

Evidentemente, - egli dice -, la costruzione dell'autostrada in Valle d'Aosta, data la configurazione della nostra Valle, comporta l'esecuzione di opere d'arte non indifferenti, dato che il tracciato segue un percorso difficile, poiché si svolge lungo il fondo valle, attraversa varie volte la Dora Baltea e penetra ripetutamente in galleria.

Rileva che l'esecuzione dell'autostrada è, quindi, tutt'altro che facile e comporta inevitabilmente danni notevoli, particolarmente all'agricoltura e alla bellezza del paesaggio.

Dichiara che bisogna cercare di ridurre al minimo i danni che vengono all'agricoltura e difendere per quanto possibile il paesaggio, adottando quelle soluzioni che, con opportuni

accorgimenti tecnici, rechino minor deturpazione al paesaggio.

Ritiene che la soluzione del terrapieno, quando siano salvaguardate le esigenze della viabilità e quelle delle servitù di passaggio ed irrigue, sia la soluzione più conveniente, in quanto la deturpazione al paesaggio sarà sempre minore di quella assai grave che deriverebbe dalla costruzione di un lungo e alto viadotto che sarebbe indubbiamente criticato in seguito da tutti.

Il Consigliere BENZO conferma che sarebbe stato opportuno sentire anche il parere della Commissione per le bellezze naturali per il paesaggio, di cui fa parte.

Dichiara di aver prestato la sua opera per conto della Società ATIVA per la realizzazione della autostrada Torino-Quincinetto e di poter affermare che in tale autostrada sono stati fatti i sottopassaggi in tutti i punti in cui l'autostrada attraversava strade ed anche sentieri non più percorsi da anni.

Il Presidente della Giunta, CAVERI, osserva che il dibattito sull'argomento in discussione è stato molto ampio e che ciascun Consigliere ha espresso la propria opinione in una materia nella quale è possibile avere diversità di vedute e pareri.

Rileva che dal dibattito è emerso un contrasto tra la concezione umanistica e la concezione tecnica, tra la concezione panoramica dell'autostrada e la concezione paesaggistica della medesima.

Fa presente che alcuni Consiglieri si preoccupano, infatti, di come apparirà il paesaggio all'occhio dei turisti che percorreranno l'autostrada, mentre altri Consiglieri si preoccupano, invece, maggiormente di come apparirà il paesaggio agli abitanti locali che si troveranno ad una certa distanza dall'autostrada o ai turisti che non si troveranno sull'autostrada.

Vi è quindi contrasto, - egli continua -, tra concezione panoramica e concezione paesaggistica; per fortuna stiamo trattando soltanto di una variante perché, se dovessimo discutere dell'intero tracciato dell'autostrada, tutto verrebbe di nuovo posto in discussione, in quanto si riprenderebbe a discutere animatamente della soluzione collinare, panoramica, e della soluzione di fondo valle adottata dal precedente Consiglio regionale.

Afferma quindi che bisogna risolvere la questione degli interessi agricoli perché il Consiglio ha il dovere di preoccuparsi di questi interessi agricoli, come se ne preoccupa l'Assessore all'Agricoltura ; ma si tratta, - egli dichiara -, di vedere se per risolvere il problema del deflusso delle acque e delle servitù agricole della zona in cui è previsto il terrapieno non sia sufficiente eseguire delle opere di dimensioni modeste.

Ricorda che il Consigliere Chamonin ha prospettato l'opportunità di richiedere alla Società Autostrade Valdostane maggiori elementi di dettaglio relativamente alla soluzione di progetto e alla soluzione della proposta variante

Ribadisce che un esame approfondito della variante proposta non rappresenta affatto un ritardo nella esecuzione dell'autostrada, anche perché il problema della variante è una questione di dettaglio.

Rileva che si tratta di chiedere alla Società S.A.V. se, in relazione al problema degli interessi agricoli e a quello del deflusso delle acque, vi sia la possibilità di ovviare, con opere di non rilevante entità, agli eventuali inconvenienti possibili.

Ritiene però necessario fare una media di tutti gli interessi, non soltanto di quelli economici, ma anche degli interessi di natura paesistica, panoramica ed estetica.

Osserva ,infatti, che bisogna avere presente non soltanto l'aspetto tecnico della questione, ma anche l'aspetto paesistico perché il problema di un lungo viadotto che costituisce uno sbarramento a tampone di 60 metri di altezza sulla Dora Baltea non può venire considerato alla leggera in quanto costituisce effettivamente una deturpazione del paesaggio.

Chiediamo pure, - egli dichiara -, ulteriori chiarimenti e precisazioni alla Società Autostrade Valdostane, in modo che il nostro animo possa essere completamente tranquillo per quanto riguarda la tutela degli interessi agricoli locali, il deflusso delle acque ed il problema della viabilità locale, ma non dovremo dimenticare, quando decideremo definitivamente sul problema, l'aspetto paesaggistico della questione, in considerazione della lunghezza, altezza e imponenza del progettato nuovo grande viadotto.

Ritiene che gli abitanti stessi di Châtillon, una volta che siano cautelate le questioni di servitù agricole e di deflusso delle acque, dovrebbero essere i primi a preoccuparsi anche dell'aspetto paesaggistico del problema.

Ritiene che il Consiglio possa, quindi, concordare sulla proposta fatta dal Consigliere Chamonin intesa a chiedere ulteriori elementi ed informazioni alla Società S.A.V. sulla possibilità tecnica di ovviare, mediante l'esecuzione di idonee opere di non rilevante entità, ai vari inconvenienti che potrebbero derivare dall'attuazione del tronco autostradale St. Vincent-Pontey secondo la prima soluzione prevista nel progetto già esaminato ed approvato dal Consiglio Regionale il 9 settembre 1963.

Il Consigliere BORDON dichiara che il Consiglio non può che concordare sulla proposta fatta dal Consigliere Chamonin e dal Presidente della Giunta Caveri.

Osserva però che la Presidenza della Giunta, subito dopo avere ricevuto la lettera dell'Avv. Palmas, avrebbe potuto richiedere alla Società Autostrade Valdostane gli ulteriori elementi e informazioni utili ai fini dell'esame del problema da parte del Consiglio.

Segue, in merito a tale osservazione, una breve discussione fra il Presidente della Giunta, CAVERI, e il Consigliere BORDON.

Il Presidente della Giunta, CAVERI, dichiara, quindi, che la Giunta rimane ferma su quanto già detto per quanto riguarda la difesa del paesaggio, perché ritiene che un lungo viadotto di 60 metri di altezza sulla Dora Baltea e di 18 metri di altezza sul torrente Marmore rappresenti effettivamente una deturpazione del paesaggio.

Conclude, sottolineando che la decisione da prendere dal Consiglio sull'argomento, dopo l'esame dei chiarimenti richiesti alla Società Autostrade Valdostane, non dovrà essere ispirata unicamente a criteri tecnici, ma dovrà tenere conto soprattutto delle preoccupazioni di ordine paesaggistico.

Il Consigliere DUJANY richiama l'attenzione del Presidente della Giunta, Caveri, e della Giunta sull'opportunità che siano sentite le Amministrazioni Comunali interessate allorquando vengono in discussione al Consiglio Regionale problemi che interessano i Comuni, quale, ad esempio, il problema della variante al progetto dell'autostrada proposta dalla Società S.A.V. nel tratto Châtillon-Pontey.

Ricorda che già sin dal 1961 l'Amministrazione Comunale di Châtillon aveva chiesto alla Presidenza della Giunta Regionale di essere sentita in merito al problema dell'autostrada prima che venisse presa una decisione al riguardo.

Il Consigliere TORRIONE chiede che la documentazione e i chiarimenti concernenti la prima e la seconda soluzione, che saranno depositate presso la Segreteria del Consiglio a disposizione dei Consiglieri regionali, siano corredate degli atti e degli elementi necessari per porre i Consiglieri in grado di conoscere bene i vari aspetti delle due soluzioni.

Prospetta, altresì, l'opportunità che sia predisposto un plastico generale di massima dell'intera zona, con le due soluzioni da esaminare (terrapieno e viadotto).

Il Presidente della Giunta, CAVERI, osserva che la questione concernente il tratto di autostrada Châtillon-Pontey, che ha formato oggetto di così lunga discussione da parte del Consiglio, esula dalle questioni di ordine politico e non investe alcun interesse personale e dichiara che, pertanto, la Giunta non farà questioni di principio se il Consiglio dovesse convincersi che la migliore soluzione è quella della variante ora proposta dalla Società S.A.V.

Il Consigliere TORRIONE dichiara che i Consiglieri del suo gruppo desiderano che sia richiesto alla Società S.A.V. un plastico illustrativo delle due soluzioni non già perché insistano per la variante, ma bensì perché desiderano che i Consiglieri possano decidere in merito alle due soluzioni con piena cognizione di causa.

Il Presidente, MARCOZ, dichiara che la decisione sul problema in esame viene rinviata alla prossima adunanza consiliare, in attesa di ricevere dalla Società Autostrade Valdostane le notizie, gli atti e i chiarimenti necessari.

Il Consiglio prende atto.

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