Oggetto del Consiglio n. 51 del 7 aprile 1964 - Verbale
OGGETTO N. 51/64 - ARTICOLO 8 DELLA LEGGE REGIONALE 28 SETTEMBRE 1951 N. 1: CONTROLLO DEI TORI E VIGILANZA DELLE STAZIONI DI MONTA TAURINA. - RICHIESTA DI INFORMAZIONI. (Interpellanza del Consigliere regionale Signor Albaney Giuseppe)
Il Presidente, MARCOZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza del Consigliere regionale Signor Albaney Giuseppe concernente l'oggetto: "Articolo 8 della legge regionale 28 settembre 1951 n. 1: Controllo dei tori e vigilanza delle stazioni di monta taurina. - Richiesta di informazioni", interpellanza trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 7-8 aprile 1964:
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Ill.mo Signor PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO REGIONALE
AOSTA
La prego di voler inserire nell'ordine del giorno della prossima seduta consiliare la presente interpellanza:
"Interpello l'Assessore all'Agricoltura e Foreste se ritiene opportuno modificare l'art. 8 della Legge regionale n. 1 del 28 settembre 1951, includendo pure i riproduttori della cosiddetta razza valesana nelle stazioni di monta taurina".
Distinti saluti.
IL CONSIGLIERE
F.to: Albaney Giuseppe
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L'Assessore all'Agricoltura e Foreste, FOSSON, in risposta all'interpellanza soprariportata, riferisce quanto segue:
"Nella interpellanza si fa riferimento all'art. 8 della legge regionale 28 settembre 1951 n. 1, relativa al controllo dei tori e alla vigilanza delle stazioni di monta taurina, e si propone di includere anche i riproduttori della cosiddetta razza valesana nelle stazioni di monta taurina.
Non risulta esistano nella Regione tori della indicata razza valesana, più esattamente denominata come razza d'Hérens a meno che si vogliano così denominare quei capi derivati da incroci saltuari e abusivi avvenuti in passato tra la citata razza e la razza valdostana pezzata nera e che nel corso delle successive generazioni hanno conservato, in modo più o meno evidente, alcuni caratteri della razza d'Hérens.
Le due razze bovine valdostane sono state oggetto di un lungo e paziente lavoro di selezione, dapprima morfologico, poi anche funzionale, iniziatosi circa 70 anni or sono, ad opera di alcuni benemeriti pionieri che hanno posto le basi per la successiva valorizzazione delle razze bovine.
Basterà citare il nome del Geom. Fusinaz, del Dott. Faletti, del valente Prof. Vezzani, dei Direttori del Comice Agricole prima e poi della ex Cattedra Ambulandi Agricoltura per richiamare l'imponente lavoro svolto al fine di fissare stabilmente i caratteri, in modo da trasformare quella che era una eterogenea popolazione bovina in quella che è una vera e propria razza.
Tale lavoro, unitamente a quello intensificato svolto in questi ultimi anni, con l'ausilio delle maggiori conoscenze genetiche, ha permesso alla Valle d'Aosta di essere la culla dell'unica razza bovina da latte italiana che abbia ottenuto il riconoscimento ufficiale mediante la istituzione del Libro genealogico.
È appena il caso di sottolineare che tanto il lavoro di miglioramento citato, quanto le ulteriori possibilità della affermazione della razza, entrambi di evidente tornaconto economico per gli allevatori, hanno come presupposto la purezza della razza.
D'altra parte la esiguità dell'ambiente, le sue caratteristiche, l'ormai indiscusso consolidamento delle due razze nella Regione, la rispondenza degli indirizzi zootecnici agli ordinamenti colturali delle aziende agricole rendono assolutamente ingiustificata la eventuale introduzione di una terza razza bovina, né si può tacere che la eventuale introduzione di una nuova razza costituerebbe sicuramente un grave elemento di confusione negli allevatori e un serio pericolo alla conservazione e all'ulteriore lavoro di selezione in purezza delle due razze valdostane.
Si potrà discutere sulla questione che la razza bianca e nera, oramai, ha cominciato un po' a degenerare, - perché con le battaglie di reines si vuole renderla più combattiva e quindi si vogliono averi tori di razza valesana e, probabilmente, vi è stata anche da parte della Commissione Tori una minore rigidezza nel controllo dei tori -, ma i tecnici ritengono che le caratteristiche specifiche della razza d'Hérens, comparativamente a quelle delle razze bovine valdostane, sono tali da non lasciare intravvedere un sensibile miglioramento nel reddito delle nostre aziende, a meno che si voglia pensare a pregi connessi con una forse maggiore vivacità da sfruttare ai fini che ho detto prima.
Noi riteniamo che si debba puntare ancora particolarmente sulla selezione e non cercare di confondere le idee, perché il lavoro di selezione è un lavoro lungo, paziente che dà i suoi frutti a lunga scadenza.
Ricordo che questo lavoro è un lavoro lento, perché si può fare qualche cosa di concreto solo attraverso una precisa direttiva e avendo le idee chiare circa il fine che si vuole raggiungere".
Il Consigliere ALBANEY dichiara quanto segue:
"La razza bovina così detta valesana è un bestiame rustico di montagna, buon produttore di latte e carne. La sua principale qualità consiste nella sua robustezza e resistenza alle malattie; è anche dotata di un temperamento vivace e di un istinto combattivo.
Ritengo che queste qualità possano ancora migliorare, se l'Autorità si interessasse alla questione.
Le zone di allevamento di questa razza bovina sono nella Valle della Dora, tra Sarre e St. Vincent, e nelle vallate di Valgrisanche e di Valpelline.
Gli allevatori di questa razza bovina hanno una grande passione per questa razza, che soddisfa non soltanto le loro esigenze economiche, ma anche il loro orgoglio di campagnards.
Infatti, questa mattina, prima di venire in Consiglio Regionale, mi sono recato sul prato della Fiera e ho visto una mucca cosiddetta valesana che è stata venduta ad un prezzo non indifferente; quindi soddisfa le esigenze economiche degli agricoltori e non soltanto degli agricoltori locali, ma anche di quelli della Sicilia.
Per tali ragioni questi allevatori devono ricorrere all'allevamento di tori clandestini e, pertanto, debbono rinunciare ad ogni controllo sanitario.
Questa situazione produce forzatamente degli inconvenienti, - e quelli sanitari non sono certamente i più importanti -, perché si diffonde la mancanza di sincerità tra l'autorità che deve convincere e gli agricoltori che hanno bisogno di essere compresi.
Inoltre, il risanamento del bestiame non può essere fatto completamente senza il controllo della prova diagnostica della tubercolina.
E se tale prova viene fatta anche su tali soggetti, implicitamente ammettiamo la loro esistenza.
Per questi motivi, occorre esaminare la possibilità di arrivare a riconoscere, se non per la monta taurina pubblica, almeno per quella privata, questi tori di razza valesana.
Sarà bene che questi problemi siano esaminati dalla Commissione consiliare dell'Agricoltura, unitamente ai Veterinari condotti delle zone interessate".
Il Consiglio prende atto.
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