Oggetto del Consiglio n. 143 del 7 ottobre 1960 - Verbale
OGGETTO N. 143/60 - ESITO DEL COLLAUDO DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEL CANALE DI JOUX, IN COMUNE DI VERRAYES, E PROVVEDIMENTI DA ADOTTARE PER RENDERE FUNZIONANTE DETTO CANALE. (Interpellanza dei Consiglieri regionali Signori Machet Mario e Lucat Giuseppe)
Il Presidente, FILLIETROZ, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza dei Consiglieri regionali Signori Machet Mario e Lucat Giuseppe, concernente l'oggetto: "Esito del collaudo dei lavori di costruzione del canale di Joux, in Comune di Verrayes, e provvedimenti da adottare per rendere funzionante detto canale", interpellanza trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 6-7 ottobre 1960:
---
Aosta, 20 settembre 1960
Ill.mo Signor Presidente
del Consiglio regionale
AOSTA
La preghiamo di voler inserire all'ordine del giorno della prossima adunanza del Consiglio regionale la seguente interpellanza:
"Interpelliamo l'Assessore all'Agricoltura e Foreste:
- per conoscere l'esito del collaudo dei lavori di costruzione del canale di Joux, in Comune di Verrayes;
- per sapere se e quali provvedimenti intende adottare per rendere funzionante detto canale".
Ringraziamo e porgiamo distinti ossequi.
F.ti Machet Mario, Lucat Giuseppe
---
L'Assessore FOSSON, in risposta all'interpellanza soprariportata, riferisce quanto segue:
"Chiedo venia al Consiglio se l'annoierò, ma desidero fare una breve cronistoria dei precedenti della questione del canale di Joux, in Comune di Verrayes, affinché tutti i Consiglieri ne siano al corrente.
Come è noto, il progetto iniziale di costruzione delle opere del canale di Joux, in Comune di Verrayes, contemplava la costruzione di un nuovo tratto di canale che, prelevando le acque dal torrente St. Barthélemy, avrebbe portato le stesse ai canali ripartitori del comprensorio consorziale mediante l'attraversamento della Becca d'Avers, - posta tra la Valle di St. Barthélemy e la Conca di Verrayes, - con la costruzione di una galleria che, malgrado il suo costo rilevante, sembrava dovesse costituire la soluzione migliore dei molteplici problemi che presentava un canale a cielo scoperto e con percorso molto più lungo e scabroso, aggirante la Becca d'Avers.
Coloro che conoscono la zona ed il vecchio Ru di Joux comprendono il perché, ad un certo momento, l'Amministrazione del Consorzio del canale di Joux si sia orientata verso la costruzione di una galleria sotto la Becca d'Avers.
La spesa prevista nel progetto iniziale dei lavori era di 70 milioni, ma nella fase di esecuzione dei lavori non tutte le previsioni di progetto si sono realizzate, anzi molte non si sono realizzate; pertanto, ad un dato momento, si è dovuto aggiornare il progetto con una perizia suppletiva che aumentò la previsione di spesa da Lire 70 milioni a Lire 80.100.000.
Ciò avveniva nel 1951, cioè un anno dopo l'inizio dei lavori e mentre i lavori stessi proseguivano, poiché il finanziamento delle spese per i lavori in corso era assicurato dai contributi della Regione.
Al termine dei lavori in galleria, quattro anni dopo, cioè nel 1955, la sola spesa per la perforazione di questa galleria sommava, in cifra tonda, a Lire 65 milioni, e ciò perché, come si è già detto, si erano verificati imprevisti che avevano alterato sfavorevolmente la previsione iniziale di spesa del progetto.
Ciò nonostante, questa spesa poté essere finanziata, perché il Consorzio aveva ottenuto contributi regionali per Lire 64 milioni e 660 mila.
Di tale cifra, Lire 48 milioni, pari al 60% della spesa di Lire 80.100.000, sono state concesse come sussidi ordinari, e Lire 16 milioni come contributi straordinari, deliberate in via del tutto eccezionale per venire incontro alla popolazione di Verrayes, che è una zona povera e depressa.
Rimanevano da eseguire i lavori fuori della galleria che in base a perizie in data 30 aprile 1954 del Geom. Vesan, comportavano una spesa di Lire 17 milioni circa, spesa che non poteva essere finanziata con i contributi concessi dalla Regione, poiché, come si è visto, con detti contributi si poteva a mala pena finanziare le spese sostenute per la costruzione della galleria.
L'Amministrazione del Consorzio decise, pertanto, di contrarre un mutuo di Lire 10.500.000 con l'Istituto Federale di Credito Agrario e di emettere dei ruoli di contribuenza straordinaria, a carico degli utenti, onde proseguire i lavori.
Il mutuo fu stipulato e l'Amministrazione del Consorzio poté così continuare i lavori avendo la certezza di riscuotere i ratei del mutuo di Lire 10.500.000 ottenuto dall'Istituto Federale di Credito Agrario.
I lavori proseguirono durante tutto l'anno 1956 e sul finire di detto anno si aveva la seguente situazione:
- Costo dei lavori eseguiti a tutto il 25 ottobre 1956, come da stati di avanzamento presentati e da deliberazioni consorziali che riconoscono aumenti a favore dell'Impresa: Lire 79.805.000.
- somme pagate in conto per detti lavori: Lire 74.037.353.
- somme erogate dalla Regione, in conto del contributo di Lire 64.660.000: Lire 62.000.000.
- Provento della prima rata del mutuo: Lire 4.197.480.
- Contributi degli utenti: Lire 7.680.063.
Riepilogando: su un credito dell'Impresa di Lire 79.805.000 erano state pagate Lire 74.037.353; restavano da pagare all'Impresa Lire 5.768.607.
Deducendo da tale cifra l'importo di Lire 452.039, dovuto al Consorzio dall'Impresa per interessi sulla cauzione non versata, rimaneva un residuo di Lire 5.326.568 a credito dell'Impresa.
Tale essendo la situazione, i lavori venivano sospesi perché il Consorzio non poteva assumere impegni verso l'Impresa e questa non voleva continuare i lavori ove non fossero garantiti i pagamenti.
L'Amministrazione del Consorzio, nel frattempo, fece passi per ottenere ulteriori contributi regionali, ma senza esito, perché, data la situazione sopra esposta, l'Amministrazione regionale volle effettuare controlli sull'operato dell'Amministrazione del Consorzio e sulla condotta dei lavori.
Dopo avere eseguito gli opportuni accertamenti e aver constatato che il Consorzio non era assolutamente in grado di finanziare la quota parte di spesa a suo carico, fu ripresa in esame la situazione nell'intento di vedere se e quali provvedimenti potessero essere adottati per dare la possibilità al Consorzio di portare a compimento i lavori di costruzione del canale
La situazione era la seguente:
a) Spese da finanziare:
- L. 5.326.568: residuo debito verso l'Impresa per i lavori già eseguiti.
- L. 21.897.170: Spesa prevista per il completamento dei lavori in base a nuova perizia redatta dalla Direzione dei lavori in data 25-11-1956.
- L. 656.910: Spesa per onorari per direzione e assistenza lavori.
- L. 27.880.648: Totale delle spese ancora da finanziare.
b) Disponibilità finanziarie del Consorzio:
- L. 2.500.190: Residuo del contributo concesso dall'Amministrazione regionale e non ancora percepito dal Consorzio.
- L. 6.300.000: Ratei (secondo e terzo) del mutuo ancora da riscuotere.
- L. 8.800.190: Totale delle disponibilità finanziarie del Consorzio.
Tenuto presente che le spese ancora da finanziare ammontano a Lire 27.880.648 e che le disponibilità finanziarie del Consorzio ammontano soltanto a Lire 8.800.190;
deducendo dalla somma di Lire 27.880.648 (importo complessivo delle spese ancora da finanziare) la somma di Lire 8.800.190 (disponibilità del Consorzio), rimaneva ancora da finanziare la spesa di L. 19.080.458;
tenuto presente che, in base all'ultima perizia suppletiva, la spesa totale dei lavori del canale di Joux era salita, dagli 80.100.000 previsti inizialmente, a Lire 101.703.120;
ne deriva che il contributo ordinario regionale da concedere al Consorzio ammonterebbe a complessive Lire 61.021.872 (60% della spesa).
I contributi regionali già ottenuti dal Consorzio ammontavano, come già detto a Lire 64.660.000, di cui Lire 16 milioni erogati come sussidio straordinario e Lire 48.660.000 come contributo ordinario (60% della spesa).
Volendo mantenere distinto il sussidio straordinario, il Consorzio aveva ancora diritto, quindi, di percepire dall'Amministrazione regionale contributi per l'importo di L. 12.361.872 (61.021.872 - 48.660.000 = Lire 12.361.872).
Per poter finanziare la spesa di L. 19.080.458 necessitavano ancora Lire 6.718.586 (19.080.458 - 12.361.782 = Lire 6.718.586) e l'Amministrazione regionale venne ulteriormente in aiuto al Consorzio con la concessione di un secondo contributo straordinario dell'importo di Lire 6.718.586; di modo che il Consorzio ebbe così assicurato il finanziamento dell'intera spesa.
Nella seduta del 25-6-1958 la Giunta regionale liquidava a favore del Consorzio un primo acconto di Lire 2.826.000 sull'importo del nuovo contributo ordinario concesso a integrazione e saldo in Lire 12.361.872 e del nuovo contributo straordinario concesso in Lire 6.718.586, riservandosi di liquidare i rimanenti ratei dei contributi con successivi provvedimenti di Giunta, da adottarsi su proposta dell'Assessore all'Agricoltura e previo accertamento della regolare esecuzione dei lavori.
Il 30 giugno 1959 l'Amministrazione del Consorzio presentava un terzo stato d'avanzamento dei lavori (eseguiti fuori della galleria) dell'importo di Lire 12.167.000; Lire 3.300.000 erano da corrispondere d'urgenza all'Impresa esecutrice dei lavori.
La Giunta, aderendo alla richiesta dell'Amministrazione del Consorzio, provvedeva a liquidare la somma di cui sopra.
Il 17 giugno 1959 avveniva l'insediamento della attuale Amministrazione regionale e il mese successivo, cioè il 20 luglio, veniva effettuata una visita sopralluogo lungo il percorso del canale, visita alla quale prendevano parte, oltre al sottoscritto, i Consiglieri regionali Lucat e Machet, l'Ispettore agrario Dr. Reggio ed il Direttore dei lavori.
Durante la visita sopralluogo si è constatato che, allo sbocco della galleria, un tratto del nuovo canale in zona franosa era completamente franato a causa di acque sorgive che sgorgano a monte del canale e che, passando sotto il canale, ne avevano roso il sottofondo; si è visto che in diversi punti i lavori erano stati eseguiti non a regola d'arte (calcestruzzo troppo magro, sabbia non lavata, insufficienza di malta).
In certi tratti le sponde a monte erano franate e le sezioni variavano da tratto a tratto, mentre invece, secondo il progetto, non avrebbe dovuto essere che di soli quattro tipi.
Per quanto riguarda la pendenza del canale, si constatato che, mentre in alcuni punti era notevolissima, in altri punti, invece, mancava del tutto, cosicché l'acqua non poteva defluire regolarmente nel canale.
Nel punto dove arriva il canale di Joux, cioè nel punto di smistamento delle acque per Verrayes, il prolungamento del canale avrebbe dovuto avvenire in base al progetto con una tubazione di eternit fino alla località La Bora.
Il Geom. Thomasset proponeva di costruire un'altra galleria della lunghezza di alcune centinaia di metri, che avrebbe dovuto allacciarsi alla nuova galleria nel tratto sotto la Becca d'Avers e questo per evitare di attraversare con il canale la menzionata zona franosa.
Effettivamente, allo sbocco della galleria, il terreno non è consistente, perché è costituito da materiale di riporto della galleria ed è quindi franoso, per cui non dà quella garanzia che in tale zona è assolutamente necessaria; infatti tale località ha la forma di un avvallamento, per cui, in caso di rottura del canale, le acque irromperebbero sul sottostante villaggio di Villes e lo distruggerebbero quasi completamente prima che si possa deviare le acque del canale.
Dopo aver esaminato sul posto la situazione, abbiamo ritenuto di non accogliere la soluzione proposta dal Geom. Thomasset per due ragioni: anzitutto perché non si ha la certezza che la roccia che dovrebbe essere attraversata dalla costruenda nuova galleria sia consistente ed, in secondo luogo, perché l'opera comporterebbe una nuova spesa troppo elevata.
Abbiamo pensato che la migliore soluzione fosse quella di consolidare il letto e le pareti del canale, provvedendo ad imbrigliare le acque sorgive esistenti a monte del canale, che dovrebbero essere captate e convogliate nel canale e costruendo uno scarico di sicurezza all'uscita della galleria.
Naturalmente su questa soluzione occorre sentire prima il parere del progettista Geom. Thomasset, del Direttore dei lavori Geom. Ponsetti e dei rappresentanti del Consorzio.
Per quanto riguarda la diramazione per la Bora, si propone di attenersi al progetto.
Qualora fondati motivi consiglino di variare il progetto, è necessario che l'Amministrazione del Consorzio adotti una deliberazione e ne trasmetta copia alla Amministrazione regionale allegandovi il progetto, affinché si possa esaminarlo ed approvarlo.
Naturalmente, in questo caso, la maggiore spesa sarebbe a carico del Consorzio.
I rilievi concernenti la cattiva esecuzione devono essere notificati dall'Amministrazione del Consorzio all'Impresa con l'avvertenza che, ove non provveda a rifare i lavori a regola d'arte, non sarà dato corso al pagamento degli stati di avanzamento dei lavori.
Riepilogando, gli inconvenienti più gravi riscontrati durante la visita sopralluogo, a partire dallo sbocco della galleria, sono i seguenti:
- Numerose perdite di acqua dal fondo in calcestruzzo del canale;
- Fondo del canale che non poggia sulla terra e si sta staccando;
- Acque sorgive a monte del canale che passano sotto il canale stesso provocando erosioni;
- Tratto di circa 200 metri di canale intasato di materiale e scarpata a monte franata; in questo tratto la sezione del canale è insufficiente;
- Tratto di canale eseguito in calcestruzzo troppo magro, parte a monte del canale insufficientemente intonacata con malta;
- Dopo la cava della Ditta Perona vi sono due zone franose che mettono in pericolo la stabilità del canale. In numerosi punti la scarpata a monte può scaricare dei detriti nel canale. La sezione del canale è insufficiente. I tipi delle sezioni, che in progetto erano solo quattro, sono risultati almeno dieci.
Esame amministrativo:
Dalla relazione concernente l'esame amministrativo risulta che sarebbe stato opportuno ricordare alla Commissione che entro il 31 agosto 1959 occorreva procedere al collaudo del canale e che era impossibile altra proroga perché il Ministero dell'Agricoltura, con lettera del 28 aprile 1959, sollecitava l'ultimazione ed il collaudo dei lavori perché, altrimenti, il Consorzio avrebbe dovuto restituire i tre milioni già anticipatigli per la prima rata del mutuo.
Nella citata relazione si legge, fra l'altro, quanto segue:
"L'Assessorato all'Agricoltura deve, entro tale data, collaudare le opere eseguite, sempre che le opere stesse risultino di utile ed autonomo funzionamento.
Diversamente non si potrà fare il collaudo e l'Istituto Federale richiederà il rimborso di tutta la somma versata.
È bene pure ricordare che l'Amministrazione regionale ha fornito per questo mutuo la propria fideiussione.
L'articolo 17 - Capo terzo - dello Statuto del Consorzio prevede che la Commissione duri in carica tre anni.
Qualora il collaudo delle opere sia possibile entro il 21 agosto 1959, il Consorzio potrà incassare Lire 3.067.000, pari al 35% della somma mutuata.
Sullo stanziamento straordinario di L. 19.000.000 effettuato dall'Amministrazione regionale sono ancora disponibili, a quella data, L. 13.168.000; complessivamente, pertanto, il Consorzio può disporre, per il compimento dei lavori, di Lire 16.850.000".
Il 21 agosto si è tenuta una riunione presso gli uffici dell'Assessorato all'Agricoltura alla quale sono intervenuti l'Impresario appaltatore dei lavori, il Direttore dei lavori, il Presidente del Consorzio ed i membri della Commissione.
In tale riunione è stato deciso di eseguire le opere previste in progetto.
Noi abbiamo detto chiaramente all'Impresa che doveva assumere a suo carico le spese delle opere da eseguire per l'adeguamento delle sezioni alle misure di progetto e per l'eliminazione di tutte le perdite di acqua mediante intonacatura da eseguire a regola d'arte.
Si è aggiunto che, se dopo l'avvenuto adeguamento delle sezioni alle misure previste in progetto, la capienza del canale non fosse di 500 litri al minuto secondo, sarebbe stata esaminata la possibilità di aumentare la portata mediante nuovi lavori da eseguire contemporaneamente ai lavori per la sistemazione della frana.
Abbiamo ribadito che entro il 31 agosto doveva essere chiesto il collaudo dei lavori e che, quindi, si dovevano accelerare i tempi.
È stato concordato che l'Impresa avrebbe sistemato il tratto del canale danneggiato da franamento mediante esecuzione di opere provvisorie in legno, per poter immettere l'acqua nel canale e potere procedere al collaudo delle opere, al fine di dare la possibilità al Consorzio di poter riscuotere i successivi ratei del mutuo.
Il 25 settembre 1959 abbiamo scritto di nuovo al Presidente del Consorzio invitandolo a sollecitare l'esecuzione degli adempimenti che dovevano aver luogo entro il 31 agosto 1959 e a presentare lo stato finale dei lavori.
Il 6 ottobre 1959 il Presidente del Consorzio comunicava quanto segue:
"Le opere provvisorie per la sistemazione del canale nel tratto franoso sono state eseguite: l'intonacatura nel tratto di canale già costruito, al fine di evitare le perdite, è stata eseguita in parte, poco più della metà; nel tratto terminale da La Bora in avanti è stato completato solo lo scavo in roccia; restano da fare i lavori di rivestimento dove occorrono.
Abbiamo intenzione di finire i lavori al più presto possibile; comunque entro il corrente mese, ed assumiamo ogni responsabilità circa la forzata esecuzione del collaudo delle opere nello stato in cui si trovano, qualora ciò venga ordinato dal Ministero".
Il 14 ottobre l'Impresa veniva invitata a rispettare gli impegni assunti nella riunione del 21 agosto 1959, accelerando i lavori, e si sottolineava la indilazionabilità del termine fissato per la ultimazione dei lavori stessi.
Sopraggiungeva la neve ed i lavori rimanevano fermi.
Il 6 aprile 1960 si rivolgeva nuovamente invito al Presidente del. Consorzio a comunicare con urgenza se i lavori erano ultimati per poter procedere al collaudo delle opere.
Nel frattempo l'Amministrazione regionale aveva provveduto a comunicare al Ministero dell'Agricoltura che non si era potuto dare corso agli atti del collaudo entro il termine stabilito a causa dell'improvviso ed eccezionale innevamento.
Il 20 maggio 1960 il Presidente del Consorzio veniva invitato ad assicurare il funzionamento del Consiglio d'Amministrazione del Consorzio, perché risultava che la predetta Amministrazione si rifiutava di dare in visione i conti consuntivi a chi desiderava esaminarli.
Poiché nessuna comunicazione perveniva all'Amministrazione regionale in merito alla possibilità, o meno, di eseguire il collaudo, il 6 luglio 1960 si fissavano le operazioni di collaudo per il 21 luglio 1960 e si invitavano i Consiglieri regionali della zona a presenziare, qualora lo desiderassero, alle operazioni stesse.
Il 21 luglio 1960, come stabilito, il collaudo aveva luogo per dar modo all'Amministrazione del Consorzio di riscuotere gli ulteriori ratei del mutuo contratto con l'Istituto Federale di Credito Agrario.
Il fatto che il collaudo abbia avuto luogo non significa che i lavori siano stati eseguiti a regola d'arte, perché il collaudo è stato fatto al solo fine di dare la possibilità al Consorzio di regolarizzare la pratica del mutuo contratto con l'Istituto di Credito Federale.
Ritengo opportuno, in proposito, di dare lettura al Consiglio dei rilievi ed osservazioni fatti da due tecnici e funzionari dell'Assessorato dell'Agricoltura, Dr. Reggio e Dr. Trasino, i quali hanno eseguito il collaudo:
"Mentre non esiste alcun dubbio che le somme indicate nel collaudo amministrativo allegato siano state effettivamente investite nelle opere di cui trattasi, le opere stesse non sono collaudabili sotto l'aspetto tecnico; anzi, sotto questo aspetto, i collaudatori sottoscritti declinano ogni responsabilità nel modo più assoluto e completo.
L'affermazione di cui sopra risulta giustificata dal seguente elenco delle principali deficienze tecniche delle opere di cui trattasi:
1) La portata del canale risultante in progetto è di 500 litri al secondo; la portata misurata in sede di collaudo all'uscita della galleria d'Avers, inizio del canale scoperto, risulta di 380 litri al secondo.
La portata misurata all'imbocco della galleria di Tombey, che è un'altra galleria fatta vicino alle cave di marmo dell'Impresa Perona (- progressiva m. 2015 fuori della galleria -) è risultata di lt. 340 al secondo circa; è evidente che il canale non risponde interamente alle necessità irrigue per il quale è stato costruito.
2) La pendenza non è quella progettata, è irregolare, varia fortemente da un tratto all'altro e, con essa, varia la velocità è quindi la portata; ciò crea ingorghi e, talvolta, la tracimazione di acqua in certi punti, con lesioni gravi alle pareti in alto.
3) In corrispondenza del secondo scivolo, a causa della fortissima pendenza, si hanno perdite valutabili a circa l'8% della portata e, inoltre, la eccessiva velocità lascia prevedere la rapida rottura delle pareti del canale. Si rende indispensabile ricorrere in questo punto alla intubazione.
4) Lungo tutti i tre chilometri di canale le perdite per infiltrazioni sono rilevanti; perdite rilevanti si hanno anche nelle due gallerie, a causa soprattutto dell'irregolarità del fondo e della fessurazione della roccia.
5) la sede del canale, a causa del calcestruzzo non regolamentare, insufficiente, di pietrame messo in opera male, di piatto anziché di coltello, delle scarpate a monte sovente franose, non offre alcuna garanzia di durata e di stabilità.
6) Il tratto da La Borne alla Bora, progettato con tubi Eternit, è stato invece costruito in terra battuta o in roccia; tale tratto non è assolutamente collaudabile, nemmeno amministrativamente, ed è stato pertanto stralciato dal collaudo allegato.
In occasione della prova di funzionamento, le sponde a valle sono franate in un punto, causando l'uscita di tutta l'acqua.
7) Al momento del collaudo un tratto di canale di circa 60 metri, a partire dall'uscita della galleria di Avers, era totalmente franato e provvisoriamente sostituito con un canale in legno.
Tale tratto non dà alcuna garanzia di stabilità; risulta anzi assai pericoloso anche per la zona sottostante.
Per i motivi suesposti è evidente che non è possibile collaudare, sotto l'aspetto tecnico, il canale in oggetto.
D'altra parte, poiché le somme accertate sono state effettivamente investite ed in considerazione delle difficoltà finanziarie in cui versa il Consorzio del canale di Joux, nonché nell'intendimento di non aggravare la già precaria situazione finanziaria, si reputa opportuno sottoporre il tutto all'attenzione dell'Amministrazione regionale perché adotti i provvedimenti del caso.
Si ritiene, tuttavia, doveroso informare l'Amministrazione che la firma di un collaudo potrebbe pregiudicare eventuali rivendicazioni del Consorzio verso l'Impresa appaltatrice dei lavori o, quanto meno, indebolirne la posizione.
Inoltre, poiché il canale non è in grado di soddisfare appieno alle esigenze irrigue per il quale fu progettato, gli utenti che sono tenuti a contribuire nelle spese di costruzione del canale stesso potrebbero avanzare delle rivendicazioni verso l'Amministrazione del Consorzio.
Tali rivendicazioni, peraltro fondate, ricadrebbero di riflesso sul collaudatore, che ne è responsabile qualora non denunci lo stato di fatto difettoso del canale".
Questa è la situazione attuale del canale di Joux.
Noi non sappiamo, in questo momento, quello che si possa fare perché, oltre la questione finanziaria, c'è proprio tutta la questione tecnica da vedere".
Il Presidente della Giunta, MARCOZ, fa presente che, qualsiasi provvedimento si reputi opportuno di assumere per venire ulteriormente incontro agli utenti del canale di Joux, detto provvedimento non potrà essere, comunque, adottato seduta stante.
I Consiglieri MACHET e LUCAT rilevano che agli interpellanti interessa sapere se e quali provvedimenti l'Amministrazione intenda adottare per rendere funzionante il canale di Joux.
Rammentano che gli utenti di detto canale hanno contribuito in misura superiore alle loro forze, stanziando somme rilevanti, per la costruzione del canale in questione, che non è ancora ultimato.
Rivolgono viva raccomandazione alla Giunta e all'Assessore Fosson in particolare affinché facciano tutto il possibile per risolvere il problema del canale di Joux una volta per sempre.
L'Assessore FOSSON dichiara che il problema non può essere risolto dall'Amministrazione regionale perché non si tratta solo di una questione di fondi, dato che vi è ancora una disponibilità di Lire 13 milioni circa per il finanziamento dei lavori ancora da eseguire per il completamento dell'opera.
Osserva che l'Amministrazione regionale non può sostituirsi all'Amministrazione del Consorzio per quanto riguarda l'esecuzione dei lavori e assicura che continuerà come per il passato ad interessarsi della questione ed a fare pressioni affinché il problema venga finalmente definito.
Il Consiglio prende atto.
---
Si dà atto che l'adunanza ha termine alle ore venti.
---
Letto, approvato e sottoscritto.
IL PRESIDENTE
(G. Fillietroz)
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
(Chabod Augusto)
IL SEGRETARIO ROGANTE
(Brero Dr. Attilio)